56° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC
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DERMATITE ESFOLIATIVA ASSOCIATA A TIMOMA IN UN CONIGLIO Area di interesse: Animali esotici Marta Avanzi1, Med Vet; Paola Roccabianca2, Med Vet, Dipl ECVP Libero professionista, Ambulatorio Veterinario Avanzi-Mori Castelfranco Veneto (TV); 2 Sezione di Anatomia Patologica e Patologia Aviare, Facoltà di Medicina Veterinaria, Milano 1
Segnalamento. Coniglio nano, femmina sterilizzata, di 3,5 anni di età. Anamnesi. L’animale, regolarmente vaccinato e alimentato correttamente, veniva presentato per un consulto riguardo un problema cutaneo iniziato due mesi prima con la comparsa di piccole croste pruriginose intorno agli occhi e alle labbra. La vivacità del soggetto e l’appetito erano nella norma. La coniglia era già stata sottoposta a terapia antimicotica topica e sistemica per una coltura positiva, ma dopo un iniziale miglioramento le lesioni erano peggiorate. Segni clinici. La coniglia presentava lesioni alopeciche crostose pruriginose a livello perilabiale, della gola e periocluare. Le condizioni cliniche apparivano per il resto normali. La visita dermatologica dava esito negativo per miceti, Malassezia e parassiti. Una nuova coltura micotica dava esito negativo. Nelle settimane seguenti si osservavano fasi alterne di remissione e peggioramento senza risposta alla terapia antimicotica e antibiotica, alla somministrazione di ivermectina e a terapie topiche con soluzioni antisettiche e astringenti. In seguito alla comparsa di gravi lesioni cutanee a carattere ulcerativo e crostoso sulle superfici inferiori degli arti venivano eseguite delle biopsie cutanee e un esame del sangue i cui risultati erano nella norma. Istologia. Le biopsie erano caratterizzate da aree di ulcerazione associate a croste sierocellulari. Nelle aree di epidermide intatta il quadro, molto caratteristico, mostrava diffusa ipercheratosi ortocheratotica e paracheratosi multifocale, lieve ma diffusa iperplasia con esocitosi di linfociti maturi. I follicoli piliferi presentavano moderata cheratosi ed infiltrazione di linfociti a morfologia sovrapponibile a quelli osservati nell’epidermide. Tutte le unità follicolari erano in fase telogena. Nel derma era evidente una minima flogosi perivascolare linfocitaria ed eterofilica. I linfociti ed una minore quantità di eterofili erano presenti a livello perivascolare ed interstiziale. Diagnosi. L’esame bioptico forniva una diagnosi istologica di dermatite da interfaccia linfocitaria povera di cellule associata a ipercheratosi lamellare-compatta e paracheratosi multifocale e di follicolite lieve, murale, linfocitaria con cheratosi follicolare ed arresto telogeno. L’esame istologico suggeriva la possibilità di una forma di dermatite esfoliativa associata a timoma. Un esame radiografico del torace mostrava una massa radiopaca a livello del mediastino craniale compatibile con una neoplasia. Trattamento. Veniva discussa ma rifiutata la possibilità di un intervento chirurgico, sebbene sia descritta la risoluzione chirurgica di neoplasie intratoraciche nel coniglio. Una terapia palliativa con retinoidi non dava risposta. Follow up. Lo scadimento progressivo delle condizioni generali faceva optare per l’eutanasia, ad un mese dalla diagnosi istologica. L’esame necroscopico mostrava la presenza di una massa toracica nel mediastino craniale diagnosticata istologicamente come timoma (carcinoma timico) a carattere cistico. Discussione. Le principali diagnosi differenziali della dermatite esfoliativa nel coniglio sono: patologie parassitarie (specialmente cheyletiellosi), infezioni micotiche (da dermatofiti o da Malassezia), adenite sebacea, linfoma epiteliotropico, malnutrizione. Escluse le principali diagnosi differenziali, il riscontro di una dermatite esfoliativa aveva permesso di sospettare un timoma. Questa forma di sindrome paraneoplastica cutanea appare assai rara nei piccoli animali e, sebbene il timoma non sia raro nel coniglio, un solo caso in letteratura di dermatite esfoliativa associata a timoma è stato precedentemente descritto. La “dermatite esfoliativa“ (DE) è stata più frequentemente segnalata nei gatti affetti da timoma, più spesso nella sua variante cistica. La “DE felina” si manifesta con desquamazione cutanea (forfora) ed eritema non pruriginoso localizzati a livello di testa e orecchie (Scott et al., 1995). Progressivamente le lesioni si estendono al resto del corpo, la forfora aumenta ed è accompagnata da alopecia (Scott et al., 1995). Con l’aggravarsi della malattia compaiono anche croste ed ulcere (Scott et al., 1995). Benché non specifico di questa condizione, il prurito può manifestarsi secondariamente alla presenza di Malassezia spp. (Forster-Van Hijfte, 1997). Sia nell’uomo che nella specie felina il meccanismo patogenetico della “DE” associata al timoma cistico non è stato chiarito, ma si sospetta una reazione autoimmunitaria scatenata dalla neoplasia timica con attacco ai cheratinociti epidermici (Scott et al., 1995). È stata ipotizzata anche una patogenesi correlata ad anomala funzionalità delle cellule epiteliali neoplastiche che presentano antigeni self ai linfociti del timo, i quali attaccano altre strutture epiteliali, tra cui epidermide e follicoli piliferi (Day, 1997). Conclusioni. Sebbene rara, la sindrome paraneopalstica associata a timoma cistico va inclusa nella lista di diagnosi differenziali di dermatite esfoliativa nel coniglio.
Indirizzo per la corrispondenza: Marta Avanzi, Ambulatorio Veterinario Avanzi-Mori, via San. Pio X 154, 31033 Castelfranco Veneto (TV) Fax: 0423 722094 - email: exoticvet@tiscali.it