56° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC
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Citologia oculare - 2a parte Karen M. Young VMD, PhD, Wisconsin, USA
VALUTAZIONE CITOLOGICA DELLE STRUTTURE OCULARI: ELEMENTI NORMALI E DISORDINI RICONOSCIUTI Nella parte 1 sono state fornite le informazioni relative al prelievo ed alla colorazione dei campioni oculari, alla classificazione delle lesioni ed alle caratteristiche citologiche speciali, come la morfologia dei neutrofili e delle cellule epiteliali, le inclusioni, il significato dei batteri ed il materiale extracellulare. Nella parte 2 verranno trattate le strutture oculari. Queste due parti devono essere considerate un insieme: i principi di osservazione ed interpretazione descritti nella parte 1 si applicano ai disordini elencati in questa sezione. Palpebre: Le caratteristiche citologiche delle palpebre normali sono rappresentate da cellule epiteliali corneificate, intermedie o basilari, a seconda della profondità del campione; cellule epiteliali colonnari ciliate derivanti dalla congiuntiva palpebrale; e ghiandole di Meibomio (sebacee). In associazione con le palpebre si possono trovare microrganismi come Corynebacterium spp. e Staphylococcus spp. L’infiammazione palpebrale viene detta blefarite e può essere neutrofila, eosinofilica o cellule miste e la sua eziologia può essere infettiva, allergica o immunomediata. Nella blefarite infettiva si possono identificare dei microrganismi. In quella allergica si possono notare mast cell ed elementi mononucleati. Le neoplasie palpebrali sono rappresentate da adenoma sebaceo (della ghiandola di Meibomio), melanoma, linfoma, mastocitoma, istiocitoma, papilloma, carcinoma squamocellulare (specialmente nel gatto), tumore delle cellule basali e, con scarsa frequenza, sarcomi. Le masse patologiche non neoplastiche riscontrate nelle palpebre sono rappresentate da calazi (lipogranulomi della ghiandola di Meibomio), orzaioli (ascesso della ghiandola di Meibomio) e cisti contenenti detriti, macrofagi con eritrociti o pigmento di ferro e cristalli di colesterolo derivanti dalle cellule epiteliali in degenerazione. Congiuntiva: nella congiuntiva palpebrale si trovano elementi colonnari ciliati e cellule caliciformi, mentre l’epitelio squamoso non corneificato, talvolta con granuli di melanina, proviene dalla congiuntiva bulbare. Nel citoplasma degli elementi epiteliali delle palpebre trattate con pomate topiche, si possono osservare delle inclusioni basofile lisce e rotonde. Nei campioni prelevati in prossimità del fornice si riscontrano spesso alcuni linfociti. In quelli prelevati da cani senza segni di infiammazione si possono notare dei cocchi. Per le lesioni essudative della congiuntiva è necessario
allestire uno striscio dell’essudato; in seguito, questo va rimosso dall’occhio per poi effettuare un prelievo di campione congiuntivale mediante raschiamento. Spesso l’essudato contiene muco e detriti cellulari, ma talvolta si trovano anche agenti eziologici, come Blastomyces. Nell’infiammazione neutrofila, i neutrofili possono essere non degenerati o degenerati (questi ultimi sono poco comuni nel gatto). Le cellule squamose possono contenere neutrofili (dal significato sconosciuto). All’esame citologico si possono osservare dei batteri, sia all’interno dei neutrofili che in sede extracellulare. Se la causa è rappresentata da microrganismi del genere Chlamydophila spp., questi possono essere individuati nelle cellule epiteliali (i corpi iniziali misurano 3-5 µm; quelli elementari sono di 0,5-1 µm e si trovano sotto forma di aggregati). Inoltre, l’infiltrato infiammatorio può contenere elementi mononucleari, plasmacellule e cellule giganti multinucleate. Per una diagnosi definitiva può essere necessario ricorrere all’immunofluorescenza. Se la causa è rappresentata da Mycoplasma spp. i microrganismi si possono trovare sulle cellule epiteliali, dato che sono epicellulari. Per una diagnosi definitiva può essere necessario ricorrere agli esami colturali. Le eziologie virali sono rappresentate dal cimurro nel cane e da herpesvirus nel gatto. Le inclusioni virali si osservano raramente all’esame citologico e per giungere alla diagnosi è necessario ricorrere all’immunofluorescenza e/o alla tecnica PCR. L’infiammazione eosinofilica è tipicamente causata da ipersensibilità o cause allergiche e spesso si notano mast cell ed eosinofili liberi, nonché granuli di mast cell. Alcuni gatti con congiuntivite eosinofilica risultano positivi per herpesvirus. La congiuntivite eosinofilica può essere una singola entità oppure far parte della cheratocongiuntivite eosinofilica. La congiuntivite follicolare somiglia all’iperplasia linfoide reattiva e si può osservare anche nella congiuntivite infettiva allergica e cronica. Le neoplasie della congiuntiva sono rappresentate da papilloma, carcinoma squamocellulare, melanoma, lipoma, mastocitoma (che può formare una massa o essere diffuso nella congiuntiva del cane), linfoma, emangioma ed emangiosarcoma ed altri sarcomi. Le masse patologiche non neoplastiche comprendono lesioni cicliche (dacryops, mucocele zigomatico, cicli di inclusione), granulomi da steroidi deposito e stafiloma. Terza palpebra: La terza palpebra è costituita da cartilagine, congiuntiva, ghiandole sottomucose e tessuto linfoide sulla superficie bulbare. Quest’organo può essere coinvolto in qualsiasi malattia infiammatoria a carico della congiuntiva. In questa sede si può riscontrare un’iperplasia follicolare