56° Congresso Internazionale Multisala SCIVAC
ta da fibroblasti proliferanti e deposizione di collagene? 3) Alcune cellule contengono nuclei eccessivamente grandi (macronuclei) o nucleoli più grandi degli eritrociti, oppure si notano figure mitotiche bizzarre? Queste caratteristiche sono più tipiche dei tumori che dei processi reattivi. Talvolta, la fibroplasia reattiva, il fibroma e il fibrosarcoma ben differenziato risultano impossibili da distinguere attraverso la valutazione citologica e per giungere ad una diagnosi definitiva è necessario un esame istopatologico con definizione dell’architettura tissutale.
MACROFAGI O ISTIOCITI TISSUTALI I macrofagi svolgono ruoli critici nell’orchestrare reazioni infiammatorie e immunitarie. Esistono molti tipi differenti di cellule presentanti l’antigene, fagocitarie ed immunomodulatrici. Questi elementi si trovano solitamente nelle reazioni infiammatorie. I macrofagi fagocitari si riconoscono facilmente sotto forma di grandi cellule schiumose con fagolisosomi contenenti pigmento, materiale cellulare, agenti infettanti o materiale estraneo. Le cellule di presentazione dell’antigene, come quelle dendritiche, si riconoscono meno facilmente. I tumori possono essere costituiti da una varietà di sottogruppi di questi elementi. Nell’istiocitosi maligna, le cellule tumorali sono tipicamente rappresentate da elementi istiocitari altamente pleomorfi con marcata anisocitosi ed anisocariosi, multinuclearità e figure mitotiche bizzarre. Le cellule talvolta mostrano fagocitosi. In questi casi, non è difficile diagnosticare una neoplasia. Tuttavia, nelle sindromi emofagiche neoplastiche, può essere difficile distinguere i macrofagi reattivi da quelli neoplastici. Al contrario, i macrofagi epitelioidi, cellule che caratterizzano le reazioni granulomatose croniche alle sostanze estranee o agli agenti infiammatori cronici, come Mycobacterium spp. o i microrganismi micotici, possono somigliare a cellule neoplastiche. I macrofagi epitelioidi, come implica il loro nome, hanno l’aspetto di elementi epiteliali, dato che sono grandi e rotondi e presentano un citoplasma strutturato, senza materiale fagocitato. Queste cellule possono essere abbastanza pleomorfe ed essere confuse con elementi tumorali. Nelle reazioni piogranulomatose sono presenti sia macrofagi epitelioidi che neutrofili. Nelle reazioni piogranulomatose o granulomatose, è indicata un’accurata ricerca di microrganismi micotici o batteri superiori, come Mycobacterium spp. o Actinomyces spp., materiale di origine vegetale o corpi estranei. Spesso, è più facile trovare agenti infettivi nei preparati citologici che nelle sezioni istologiche, perché nei primi è presente l’intero microrganismo. I corpi estranei spesso non si osservano al microscopio. Tuttavia, occasionalmente si
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possono trovare piccoli frammenti di materiale da sutura. In alcune infezioni croniche, è pronunciata la fagocitosi dei microrganismi da parte dei macrofagi. Sono esempi di questo tipo gli agenti protozoari quali Leishmania spp. e Cytauxzoon spp. ed alcuni microrganismi micotici come Histoplasma spp.. Va ricordato che può essere presente anche un’infiammazione non settica. Ad esempio, quando gli eritrociti vengono fagocitati dai macrofagi nella milza attraverso l’emolisi immunomediata o nei tessuti dopo un’emorragia, i macrofagi hanno un aspetto “attivato”: sono grandi e schiumosi e contengono granuli e fagolisosomi. Analogamente alle risposte fibroblastiche, i macrofagi possono assumere un aspetto “infiammato”, diventando intensamente basofili e talvolta contenendo piccoli vacuoli isolati quando vengono esposti a materiale nocivo, compresi alcuni vaccini.
ALTRE CONSIDERAZIONI Benché sia auspicabile giungere ad una diagnosi specifica, può darsi che sia impossibile distinguere i processi reattivi o le alterazioni nelle cellule normali secondarie ad un processo infiammatorio primario. In questi casi, è importante considerare sia i processi infiammatori primari con alterazioni secondarie delle cellule tissutali che i processi neoplastici con infiammazione secondaria. Valutando le possibili diagnosi differenziali in entrambe le categorie, è possibile formulare una guida che permetta di scegliere i test aggiuntivi appropriati, come l’esame istopatologico, quello immunocito/istochimico, le colture aerobiche/anaerobiche ed i test sierologici e mediante PCR.
Letture consigliate 1. 2. 3. 4. 5.
Baker R, Lumsden JH, eds. Color Atlas of Cytology of the Dog and Cat. St. Louis, MO, USA: Mosby, 2000. Cowell RL, Tyler RD, Meinkoth JH, eds. Diagnostic Cytology and Hematology of the Dog and Cat. St. Louis, MO: Mosby, 1999. Cowell RL, ed. Cytology, Part I. Vet Clin Small Anim. 2002; 32(6). Cowell RL, ed. Cytology, Part II. Vet Clin Small Anim, 2003; 33(1). Raskin RE, Meyer DJ, eds. Atlas of Canine and Feline Cytology. Philadelphia, PA, USA: WB Saunders, 2001.
Author’s Address for correspondence: Karen M. Young Clinical Professor and Section Head of Pathology, Department of Pathobiological Sciences, School of Veterinary Medicine, University of Wisconsin-Madison, Madison, WI, USA