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Neoplasie vescicali nel cane: cosa c’è di nuovo Giorgio Romanelli Med Vet, Dipl ECVS Cusano Milanino (MI)
Le neoplasie vescicali sono rare nel cane, comprendendo meno del 2% di tutte le neoplasie. Fra tutte le forme neoplastiche della vescica, il carcinoma a cellule di transizione (Transitional Cell Carcinoma TCC) è sicuramente la più comune. Infatti, in uno studio su 115 cani con neoplasia vescicale, 100 erano TCC. Tutti gli altri tipi istologici sono quindi da considerarsi estremamente rari. Eccezionali sono i tumori vescicali benigni.
EZIOLOGIA L’eziologia dei TCC è da considerarsi multifattoriale. Fra i fattori di rischio, bisogna considerare l’esposizione ad alcuni prodotti per il controllo delle pulci e delle zecche, l’obesità, la somministrazione di ciclofosfamide e l’appartenenza ad alcune razze (Scottish Terrier). C’è anche probabilmente una relazione fra TCC ed inquinamento ambientale.
CARATTERISTICHE ISTOPATOLOGICHE La maggior parte dei TCC sono carcinomi infiltrativi a media differenziazione ed il 79% sono aneuploidi. Di grande interesse è l’espressione Cox-2 nel TCC. La cicloossigenasi è composta da 2 isoenzimi: Cox-1, nativa e Cox2, infiammatoria. La Cox-1 è espressa in molti tessuti normali, compreso l’epitelio vescicale, mentre la Cox-2 non è espressa nell’epitelio vescicale normale ma è evidente, mediante immunoistochimica, nella maggior parte dei TCC, cosa che giustifica l’uso di un farmaco anti Cox-2 nel trattamento.
SEGNALAMENTO, SEGNI CLINICI, DIAGNOSI E COMPORTAMENTO BIOLOGICO Il TCC è una malattia dei soggetti anziani. L’età media è infatti di 11,1 anni e il rapporto femmine/maschi è di 1.7:1 I segni clinici più comuni alla presentazione sono disuria, ematuria e pollachiuria. Meno comuni sono zoppia, letargia e perdita di peso. La diagnosi può essere ecografia, radiografica o tomografica. La diagnosi definitiva richiede l’esame istologico su un frammento prelevato mediante cistotomia, cistoscopia o biopsia tramite catetere. La citologia sul sedimento urinario è sicuramente positiva in meno del 40% dei casi. In generale è poco consigliata una biopsia vescicale transcutanea per la elevata possibilità di disseminazione metastatica lungo il tratto bioptico ed sulla cute.
Le metastasi sono prevalentemente linfonodali, polmonari ed epatiche e presenti in circa il 15% dei casi al momento della diagnosi. In circa il 50% dei casi c’è anche invasione uretrale e nel 30% prostatica.
TERAPIA La terapia dei TCC si basa sul trattamento chirurgico e medico da soli od in combinazione e sulla terapia radiante.
CHIRURGIA Deviazione ureterale I risultati della deviazione degli ureteri nel colon o nella vagina sono scarsi sia in termini di sopravvivenza sia per l’alto numero di complicanze, legate soprattutto, in caso di trapianto colonico, alla iperammoniemia ed alla spesi conseguente. Recentemente è stata proposta, con discreti risultati, l’anastomosi uretrobiureterale.
Cistectomia con o senza ricostruzione vescicale Buona parte delle chirurgie vescicali demolitive e ricostruttive sono limitate dalla frequentissima invasione trigonale da parte della neoplasia. In una serie di 102 cani, la resezione completa della neoplasia (margini liberi) è stata ottenuta solo in 2 casi. In due altri lavori la sopravvivenza media è stata di 125 e 86 giorni L’uso di neovesciche dopo cistectomia totale, pratica comune nell’uomo, risulta inaccettabile per la incontinenza conseguente.
“Debulking” e terapia medica La sopravvivenza media di soggetti trattati con chirurgia citoriduttiva e terapia medica è stata di 272 giorni, contro i 195 di soggetti trattati con chirurgia per biopsia e terapia medica ed i 159 di soggetti trattati solo medicamente. Rimane in ogni caso importante il ruolo della chirurgia in almeno due situazioni; quando sussiste occlusione uretrale da parte della neoplasia e quando il tumore sanguina così abbondantemente da anemizzare il paziente.