48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Fratture di radio ed ulna: sono più comuni di quelle del femore e dell’omero. Mentre negli adulti sono di solito dislocate o esposte, nei cuccioli tendono ad essere incomplete o complete, con una dislocazione minima. I principi di trattamento sono quelli sopradescritti. Le fratture della tibia, secondo l’esperienza dell’autore, sono le più comuni fra quelle delle ossa lunghe in età pediatrica e giovanile. Possono essere incomplete o complete, con vari gradi di dislocazione. Nonostante l’aspetto drammatico di alcune di esse, sono facili da ridurre grazie alla scarsità di tessuti molli che circondano l’area e si possono trattare senza difficoltà. Nelle fratture non dislocate, gli eccellenti risultati che si riescono ad ottenere con una semplice associazione di ingessatura a breve termine e riposo in gabbia possono essere impressionanti. Le fratture complete nei cani in età giovanile, specialmente quando è presente una dislocazione, richiedono un trattamento chirurgico mediante riduzione a cielo aperto o a cielo coperto ed una fissazione interna o esterna adeguata al singolo caso ed alle preferenze del chirurgo. Le fratture della scapola sono molto comuni, di solito come conseguenza di collisioni e traumi stradali. A seconda della gravità della frattura, il cane può venire portato alla visita con una lieve zoppia o con sottrazione dell’arto al carico. È sempre presente una tumefazione, associata a dolore alla palpazione dell’area colpita. La maggior parte delle fratture scapolari può essere trattata in modo conservativo con il riposo in canile per 4-6 settimane seguito da un lieve esercizio fisico controllato per altre 2 settimane. Ci si può aspettare un certo grado di atrofia dei muscoli infraspinato e sopraspinato, che regredirà non appena il cane riprenderà l’esercizio. Il trattamento chirurgico è riservato alle fratture che coinvolgono l’area sopraglenoidea, a quelle con avulsione dell’acromion ed a quelle che coinvolgono la spina con gravi deformità. La prognosi varia di solito da ottima ad eccellente; per le fratture intrarticolari è in genere sfavorevole. Le fratture della rotula non sono molto comuni, ma possono essere devastanti e porre fine alle prospettive atletiche del cane colpito. Derivano da collisioni e possono essere altamente comminute, determinare piccoli distacchi parcellari localizzati a livello dell’origine del tendine rotuleo oppure essere intrarticolari. La rimozione dei frammenti, il curettage della lesione e la riparazione delle fibre danneggiate del tendine costituiscono il trattamento d’elezione delle fratture semplici. La prognosi è solitamente buona. Per le fratture più complicate, scelte su base individuale, può valere la pena di effettuare un tentativo di fissazione interna; al momento attuale i dati disponibili sono insufficienti per definire la prognosi. Secondo l’esperienza dell’autore, le fratture del metacarpo/metatarso non sono comuni. Quando si verificano nel cucciolo, sono dovute al fatto che il piede viene sottoposto ad una leva eccessiva dopo essere stato intrappolato in una buca o in un recinto, un giaciglio o altri oggetti. Di solito, è coinvolto più di un osso e la dislocazione può essere grave. La scelta fra il trattamento conservativo oppure chirurgico dipende dal numero di ossa coinvolte e dal grado della dislocazione. Le fratture delle falangi sono estremamente comuni. In genere, sono colpite la prima e la seconda. La frattura può essere spirale ed interessare la diafisi, oppure coinvolgere la cartilagine di accrescimento distale con una lesione di ti-
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po I o II di Salter-Harris. Il trattamento conservativo mediante applicazione di stecche o bendaggi di solito è molto efficace. Nei cuccioli già più adulti e quando è presente una grave dislocazione è indicato il trattamento chirurgico mediante fissazione con mini viti (1.5mm) ad effetto compressivo, cerchiagli o, specie in soggetti di taglia gigante, mini placche. Avulsione della cresta tibiale: si tratta di una lesione molto comune e ben riconosciuta nei levrieri da corsa soprattutto Greyhound e nei Whippet. L’avulsione acuta si verifica di solito in cani di età compresa fra 3 e 6 mesi. Può esistere una predilezione su base sessuale per i maschi e si sospetta una predisposizione ereditaria. L’eziopatogenesi dell’avulsione della tuberosità tibiale è ancora controversa; sono state formulate parecchie teorie, dalla necrosi ischemica epifisaria al microtrauma cronico ed al trauma acuto. L’avulsione può essere parziale, spesso bilaterale o acuta, di solito monolaterale. I segni clinici sono rappresentati da zoppia, tipica andatura con ginocchio rigido e tumefazione di grado variabile nella regione craniale del ginocchio, con dolore durante la palpazione diretta della tuberosità. Se il cane viene esaminato nei primi giorni successivi all’evento patologico, è possibile rilevare un’instabilità macroscopica della tuberosità tibiale. Il trattamento conservativo risulta appropriato nei casi caratterizzati da una separazione molto piccola con dislocazione minima o nelle lesioni croniche stabili già in fase di guarigione. Il trattamento conservativo consiste in 3 settimane di riposo in canile; in alcuni casi può essere necessaria l’applicazione di un bendaggio di Robert-Jones per i primi 710 giorni. Il trattamento chirurgico è indicato nell’avulsione acuta con dislocazione o quando sono presenti altre fratture concomitanti che interessano la rotula o il plateau tibiale. La correzione precoce e la riduzione accurata sono di importanza vitale. Come impianti si utilizzano due fili di Kirschner diretti attraverso la tuberosità nella metafisi tibiale, inseriti parallelamente alla fisi prossimale; per ottenere una maggiore stabilità è possibile realizzare un cerchiaggio di tensione a 8 in filo metallico. È essenziale rimuovere subito gli impianti, dopo 3-4 settimane, specialmente se si utilizza il cerchiaggio di tensione. Le cure postoperatorie consistono nel confinamento in canile fino alla rimozione degli impianti. Successivamente, si incoraggia per 5-6 settimane l’esercizio precoce in un recinto. La prognosi è di solito buona, ma risulta influenzata dalla complessità della lesione. Sono state descritte parecchie complicazioni quali la non unione secondaria a cedimento degli impianti, la deformazione e la traslocazione distale della cresta tibiale dovuta alla chiusura prematura della fisi.
Bibliografia disponibile a richiesta presso l’autore.
Indirizzo per la corrispondenza: Alessandro Piras, The Willows, 44 Pound Road, Newry, BT358DT, Northern Ireland