48a edizione Scivac Rimini - parte2

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48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC

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Neoplasie tiroidee nel cane e nel gatto Emanuela Morello Med Vet, Torino

Introduzione Le neoplasie tiroidee del cane e del gatto differiscono tra loro per comportamento biologico, sintomatologia e prognosi. Nel cane hanno maggior incidenza le forme carcinomatose, non secernenti, a localizzazione unilaterale. I soggetti con neoplasia hanno, pertanto, livelli ormonali tiroidei nella norma. Nel gatto, al contrario, sono più frequenti le forme benigne, adenomatose, ormonosecernenti, a localizzazione bilaterale. In tale specie le neoplasie tiroidee sono generalmente associate a ipertiroidismo.

Biologia delle neoplasie tiroidee Cane. I carcinomi hanno incidenza maggiore rispetto agli adenomi; il 90-95% delle neoformazioni tiroidee clinicamente diagnosticate è di natura carcinomatosa; di queste, solo il 6-10% è ormono-secernente. L’età media d’insorgenza si aggira tra i 9 e i 10 anni. Non sono segnalate predisposizioni di sesso. Una maggior incidenza di forme carcinomatose è riportata nel beagle e nel golden retriever. I boxer sembrano predisposti all’insorgenza di entrambe le forme, benigne e maligne. Due/terzi dei carcinomi tiroidei ha localizzazione unilaterale alla diagnosi, con uguale incidenza su entrambi i lobi. Le forme maligne sono caratterizzate da invasività locale; possono essere incapsulate ma nella maggior parte dei casi invadono le strutture adiacenti quali trachea, esofago, laringe, muscoli cervicali, vasi e nervi. Possono, inoltre, disseminare principalmente ai polmoni e ai linfonodi regionali, ma anche a livello di vertebre, reni, miocardio, fegato, surreni e cervello. Il tipo istologico (solido, follicolare, papillare o misto) non ha valore prognostico, contrariamente al grado di invasività locale e alle dimensioni tumorali. In letteratura sono segnalate forme carcinomatose a carico del tessuto tiroideo ectopico con localizzazione pericardica, alla base del cuore e della lingua e mediastinica. Le forme benigne adenomatose sono di solito asintomatiche e crescono ben incapsulate all’interno del parenchima tiroideo. Non deformano l’organo tranne nel caso di forme cistiche che possono raggiungere grosse dimensioni; rappresentano, pertanto, un reperto causale in corso di necroscopia. Gatto. La maggior parte dei tumori tiroidei è rappresentata da forme benigne (adenoma o iperplasia adenomatosa), secernenti. I carcinomi sono rari, rappresentando l’1-2% dei tumori tiroidei; la loro attività secernente è, secondo alcuni, autonoma; per altri la produzione endocrina sarebbe invece associata a concomitanti modificazioni adenomatose. Non

sono riportate predisposizioni di razza o sesso. L’età media di insorgenza è di 13 anni. Nel 70% dei casi la patologia è bilaterale. Le forme a carico del tessuto tiroideo ectopico (soprattutto entrata del petto) sono rare.

Segni clinici È fondamentalmente riconducibile alla presenza di una massa o a ipertiroidismo. La maggior parte dei cani con tumore tiroideo presenta una massa nella porzione medio-ventrale del collo, solida, indolente, di dimensioni variabili, più o meno adesa ai tessuti adiacenti. In caso di compressione/ infiltrazione della trachea, dell’esofago, dei vasi o di coinvolgimento linfonodale regionale (sottomandibolare, retrofaringeo, cervicale caudale) e/o polmonare possono comparire tosse, dispnea, disfagia, edema facciale, dimagramento, anoressia. La maggior parte dei cani è generalmente eutiroide; alcuni soggetti possono essere ipotiroidei a seguito di estesa distruzione del parenchima tiroideo da parte della neoplasia. L’ipertiroidismo, sia nel cane che nel gatto, è caratterizzato da perdita di peso nonostante un appetito mantenuto od aumentato, polidipsia, poliuria, vomito, iperattività. Con minore frequenza possono comparire diarrea, anoressia, debolezza muscolare, tremori muscolari, dispnea, alopecia, alterazioni del comportamento, ventro-flessione del collo. Circa il 10% dei gatti ipertiroidei presenta una forma c.d. “apatetica” caratterizzata da depressione, letargia, inappetenza e debolezza. Lo stato di tossicosi tiroidea determina un aumento del metabolismo e della sensibilità alle catecolamine con gravi turbe cardiovascolari e metaboliche. L’80% dei gatti presenta alterazioni cardiache quali tachicardia, ritmo di galoppo, murmure sistolico, tachiaritmie atriali e ventricolari; alcuni soggetti possono avere insufficienza cardiaca congestizia con versamento pleurico e grave dispnea. Meccanismi multifattoriali possono indurre disfunzioni neuromuscolari e del SNC causando debolezza, stanchezza, tremori, atassia, apatia, stupore, incordinazione, etc. Ad una attenta palpazione ventrale del collo è possibile percepire, anche nei gatti (nel 90%), la presenza di nodulo/i o di un uniforme ingrossamento della tiroide.

Diagnosi In presenza di una massa palpabile è possibile eseguire una biopsia per agoinfissione ad ago sottile (22G). In caso di neoplasia tiroidea i campioni prelevati con questa tecnica so-


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