48a edizione Scivac Rimini - parte2

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giganti multinucleate. Gli elementi epitelioidi sono cellule reticolari con un nucleo ovale allungato, che spesso presenta delle incisure, ed un’estremità e che mostra un quadro cromatinico leggermente granulare. Le cellule epitelioidi spesso perdono citoplasma nella preparazione. Talvolta questi elementi si presentano sotto forma di grappoli e possono quindi somigliare a metastasi granulomatose. La linfoadenite granulomatosa si osserva nella toxoplasmosi, nelle infezioni da miceti e lieviti ed in certe infezioni batteriche (ad es., da Mycobacterium spp.). Una linfoadenopatia dermopatica è una linfoadenite granulomatosa che si verifica in presenza di disordini cutanei in cui il prurito, la desquamazione ed il danneggiamento della cute sono molto accentuati. Il quadro cellulare è caratterizzato dalla presenza di molti granuli di melanina di colore bruno nerastro e da scarsi granulociti eosinofili. Si osservano anche cellule unite da interdigitazioni. Si tratta di istiociti allungati con un nucleo reticolare ed una caratteristica presenza di incisure nel nucleo.

Caratteristiche citologiche delle linfoadenopatie maligne I linfonodi filtrano la linfa drenata da un particolare distretto dell’organismo ed eliminano i materiali estranei che essa contiene. Anche gli elementi tumorali raggiungono il linfonodo regionale attraverso questa via. Nel linfonodo, il sistema immunitario è in grado di riconoscere gli specifici antigeni espressi dagli elementi tumorali e poi di eliminare queste cellule. Talvolta, le cellule neoplastiche sfuggono a questa “sorveglianza immunitaria” e si moltiplicano nel linfonodo. Da qui, possono avere origine metastasi ad altre parti dell’organismo. Oltre che attraverso la metastatizzazione, il linfonodo può diventare tumorale per l’insorgenza di processi neoplastici a carico di cellule del sistema emopoietico che sono normalmente presenti al suo interno. In questo capitolo verrà prestata ulteriore attenzione a queste due categorie di neoplasie maligne a carico del linfonodo.

Metastasi maligne Non vale la pena di effettuare una presentazione completa delle metastasi maligne del linfonodo, perché inizialmente tutti i tumori maligni sono in grado di dare origine a metastasi attraverso il sistema linfatico. Alcuni tipi di tumori metastatizzano più precocemente di altri ai linfonodi regionali. I sarcomi generalmente si diffondono prima per via ematogena che per via linfogena. Carcinomi, melanomi e mastocitomi danno spesso origine a metastasi linfonodali, sebbene ciò dipenda anche dal sottotipo istologico. L’aspetto citologico delle metastasi nel linfonodo dipende molto dal tipo istologico del tumore primario. In un carcinoma anaplastico si osservano principalmente cellule separate di un tipo che non appartiene al linfonodo e che possono variare notevolmente di dimensioni. Principalmente, ci si trova di fronte a varie cellule che risultano molte volte più grandi di quelle linfoidi e sono facilmente riconoscibili a basso ingrandimento. Possono essere presenti molti criteri di

48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC

malignità, come il rapporto N/C variabile, i nuclei di grandi dimensioni, l’elevato indice mitotico, la presenza di nucleoli multipli e talvolta patologici. Nei carcinomi più differenziati come gli adenocarcinomi, si osservano grappoli di cellule e talvolta anche strutture acinose. Gli aggregati o i sincizi di macrofagi e cellule epitelioidi possono somigliare a grappoli di elementi carcinomatosi metastatizzati e non vanno confusi con essi. Un altro tipo di carcinoma che di solito può essere facilmente classificato è quello squamocellulare. In questo tumore, si osservano piccoli grappoli di piccole cellule carcinomatose con un citoplasma piuttosto scarso di colore blu intenso oltre ad elementi caratterizzati da una gran quantità di citoplasma in differenti stadi di cheratinizzazione. Quest’ultima è riconoscibile nei preparati allestiti con la tecnica di May-Grünwald-Giemsa sotto forma di un’uniforme colorazione blu cielo del citoplasma, che talvolta contiene alcune piccole “goccioline”. Una caratteristica differenza dalle normali cellule epiteliali cheratinizzate è data dal fatto che durante la cheratinizzazione il nucleo degli elementi carcinomatosi non degenera, ma resta presente. In un linfonodo normale o che sta iniziando a presentare delle modificazioni si trovano sempre alcune mast cell. Secondo quanto riportato in letteratura, tuttavia, il loro numero non è mai superiore al 3%. La presenza di un numero più elevato di mast cell è indicativa di un mastocitoma metastatizzato o anche di una leucemia da mast cell. Queste cellule possono contenere molti granuli di colore blu porpora, talvolta così numerosi da oscurare il nucleo. Tuttavia, la cellula può anche presentare una granulazione sparsa o del tutto assente. In quest’ultimo caso, le mast cell sono difficili da riconoscere come tali. Un altro tumore che talvolta dà origine a metastasi al linfonodo è il melanoma maligno. Queste cellule tumorali sono più grandi di quelle linfoidi, hanno una forma variabile da tondeggiante a fusata e presentano un nucleo leggermente ovale. Nel melanoma maligno si osservano frequentemente nuclei di forma bizzarra e multipli. Il nucleolo non è sempre visibile. La cellula è di solito caratterizzata dalla comparsa di granuli di colore nero o bruno nerastro nel citoplasma. Tuttavia, esistono anche i melanomi amelanotici. Queste neoplasie non contengono o quasi granuli di melanina e sono quindi difficili da identificare. I melanofagi possono essere confusi con i melanociti, ma in realtà sono cellule fagocitarie che hanno assunto il pigmento e sono presenti nel linfonodo in gran numero, specialmente in caso di disordini cutanei associati a prurito e danneggiamento della cute. Di solito questi elementi sono riconoscibili come tali perché il citoplasma è leggermente vacuolizzato e contiene altro materiale fagocitato oltre alla melanina. Inoltre, non presentano caratteristiche di malignità.

Neoplasie maligne linfoidi L’aspetto citologico del linfoma maligno può variare da un paziente all’altro. si può presumere che una cellula linfoide in ciascuno stadio del proprio sviluppo possa diventare maligna, sia per effetto di un blocco di un’ulteriore differenziazione che per la proliferazione autonoma di un certo tipo


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