48a edizione Scivac Rimini - parte2

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48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC

Tecniche ricostruttive in chirurgia orale e maxillofacciale: lembi locali e regionali Mark M. Smith DVM, Dipl ACVS, Dipl AVDC, Blacksburg, Virginia, USA

Il carcinoma squamocellulare (SCC) della testa e del collo è al quarto posto in ordine di frequenza fra le neoplasie del gatto. Ne sono comunemente colpiti la cavità orale, il padiglione auricolare e le narici. Il carcinoma squamocellulare felino è biologicamente simile a quello della testa e del collo dell’uomo: entrambi sono localmente invasivi e, nella fase avanzata del decorso della malattia, danno origine a metastasi ai linfonodi regionali ed ai polmoni. Come in medicina umana, il trattamento delle forme di malattia limitate a piccoli carcinomi squamocellulari primari (di stadio I o II) è rappresentato dalla chirurgia o dalla radioterapia. Sfortunatamente, i felini con carcinoma squamocellulare vengono spesso portati alla visita dai loro proprietari quando presentano grandi tumori primari in stadio avanzato (III o IV), non suscettibili di un intervento di resezione chirurgica locale o di radioterapia come singola modalità terapeutica. In medicina veterinaria, il tipo di trattamento chirurgico dipende dalla localizzazione della neoplasia, dall’abilità dell’operatore e dalle preferenze del cliente. È possibile che i proprietari dei felini colpiti non desiderino o non siano disposti a collaborare alle indicazioni di terapia aggiuntiva, facendo spesso sì che l’intervento chirurgico nei carcinomi squamocellulari di stadio III e IV venga effettuato con fini terapeutici. Soddisfare questo scopo richiede un’aggressiva resezione in blocco per ottimizzare i margini indenni da tumore. Il concetto di escissione locale completa di tutto il tumore visibile seguita da o contemporaneamente a chemioterapia o radioterapia per il trattamento di presunte micrometastasi è stato ampiamente accettato in terapia oncologica umana e sta iniziando ad essere applicato in medicina veterinaria. Questo piano terapeutico multimodale considera la chirurgia come una componente integrante, specialmente nel caso delle grandi neoplasie aggressive. Lo scopo dell’intervento chirurgico nei tumori della testa e del collo nel cane e nel gatto nella maggior parte dei casi è rappresentato dalla resezione curativa o palliativa. In medicina veterinaria viene spesso richiesta una procedura operatoria che offra le massime possibilità di guarigione, ripristino o mantenimento della funzione e si accompagni a risultati esteticamente accettabili. I lembi assiali regionali possono servire da compromesso fra quelli locali e quelli liberi, offrendo un tessuto durevole e indenne da tumore per la ricostruzione delle ferite. La disponibilità di lembi cutanei cervicali o frontali con vascolarizzazione cutanea diretta per la ricostruzione della testa e del collo può consentire l’esecuzione di interventi di resezione chirurgica radicale evitando i disturbi funzionali ed assicurando al tempo stesso un risultato esteticamente valido.

Lembo auricolare caudale (parte laterale del collo) Il lembo laterale del collo si è dimostrato un’utile tecnica chirurgica ricostruttiva dopo la resezione delle neoplasie della testa e del collo nell’uomo. Il complesso muscolocutaneo possiede una versatilità che lo rende adatto a molteplici lesioni della testa e del collo, consentendo di utilizzare margini generosi, con una massa tissutale minore in confronto ad altri lembi regionali, associata a lunghezza adattabile e vascolarizzazione affidabile. Il muscolo pellicciaio (platisma) del cane e del gatto è intimamente associato ai tessuti sottocutanei. Nella sua regione cervicale laterale si osserva decorrere l’apporto vascolare cutaneo derivante da molteplici vasi, come le branche cutanee dell’arteria e della vena auricolari caudali. Come nell’uomo, sulla base delle osservazioni effettuate la vascolarizzazione diretta al lembo laterale del collo nel cane e nel gatto ha una localizzazione costante, con una base craniale ed un orientamento orizzontale. Il lembo è versatile, secondo quanto è stato stabilito da studi chirurgici in cui sono state effettuate manipolazioni intraoperatorie prima del riposizionamento ortotopico e dell’applicazione clinica in due gatti. Secondo quanto rilevato nei casi in cui l’intervento è stato applicato in ambito clinico, non sembrano esserci risultati deleteri riferibili alla sottigliezza del lembo o agli effetti della gravità. I risultati degli studi condotti su cadavere e sulla vascolarizzazione nel cane e nel gatto evidenziano una branca cutanea dell’arteria e della vena auricolari caudali che contribuiscono a vascolarizzare la parte craniale della cute cervicale e del muscolo platisma, mentre l’angiografia rivela un orientamento dorsale e caudale dei vasi che decorrono parallelamente alla regione cervicale centrale. La branca cutanea dell’arteria auricolare caudale osservata durante l’intervento chirurgico è intimamente associata al muscolo platisma e si divide in prossimità della sua origine localizzata nell’area fra la parte laterale dell’ala dell’atlante ed il tratto verticale del condotto uditivo. Le linee guida per la localizzazione del lembo sono state basate su risultati di studi su cadavere e sulla vascolarizzazione. Il lembo è centrato sulla faccia laterale dell’ala dell’atlante. Inoltre, è posizionato al centro del collo entro linee ventrali e dorsali che decorrono parallelamente alla base del lembo misurato ed hanno la medesima ampiezza centrata sulla spina della scapola. La lunghezza del lembo può variare e non si estende necessariamente alla spina della scapola. Il muscolo platisma è intimamente associato al sottocute del lembo.


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