390
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Trattamento chirurgico delle patologie delle ghiandole salivari Mark M. Smith DVM, Dipl ACVS, Dipl AVDC, Blacksburg, Virginia, USA
Il mucocele è la patologia delle ghiandole salivari più comunemente riconosciuta nel cane. Si tratta di un accumulo di saliva nel tessuto sottocutaneo e della conseguente reazione tissutale alla saliva stessa. La lesione presenta un rivestimento non epiteliale e non secernente costituito primariamente da fibroblasti e capillari. L’incidenza del mucocele salivare, secondo quanto segnalato in letteratura, è inferiore a 20 cani su 4000. Anche se è stata descritta in cani di appena 6 mesi di età, la condizione si riscontra con maggiore frequenza in quelli fra due e quattro anni. Il mucocele salivare colpisce più frequentemente il pastore tedesco ed il barbone nano. Come causa del problema è stato ipotizzato il trauma, dato l’elevato livello di attività dei cani giovani e la documentazione del danneggiamento del complesso ghiandola-dotto salivare e la formazione del mucocele. L’incapacità di indurre traumaticamente la comparsa della lesione in cani sani suggerisce la possibilità di una predisposizione allo sviluppo della malattia dei soggetti che vengono colpiti. Quella sottolinguale è la più comune ghiandola salivare associata al mucocele. La sialografia ha dimostrato che l’origine della lesione nella maggior parte dei casi è situata nella porzione rostrale del complesso ghiandoladotto sottolinguale (cioè nella parte della ghiandola sovrapposta alla mandibola). Indipendentemente dalla localizzazione dell’origine, il mucocele di solito si forma in prossimità dell’area intermandibolare (mucocele cervicale). Altre localizzazioni associate alla formazione del mucocele a causa di un difetto del complesso ghiandola-dotto sottolinguale sono rappresentate dalla zona sotto la lingua, che comprende il pavimento della bocca (mucocele sottolinguale) e la faringe (mucocele faringeo). I segni clinici associati al mucocele salivare dipendono dalla sua localizzazione. La forma cervicale si presenta inizialmente come una massa dolente e acuta derivante da una risposta infiammatoria. La cessazione di quest’ultima esita in una marcata diminuzione delle dimensioni. Il calo della risposta infiammatoria consente la comparsa del quadro che si riscontra più comunemente al momento della presentazione alla visita, cioè di una massa non dolente e piena di liquido che si ingrossa lentamente o in modo intermittente. I segni clinici che possono essere associati al mucocele sottolinguale sono rappresentati da saliva striata di sangue secondariamente al trauma causato dall’assunzione del cibo, anomalie della prensione degli alimenti o riluttanza a mangiare. Le ma-
nifestazioni più comuni che accompagnano il mucocele della parete faringea sono difficoltà respiratoria e difficoltà di deglutizione secondarie a ostruzione parziale della faringe. I mucocele salivari zigomatici sono segnalati con scarsa frequenza nel cane. Di solito, il segno clinico di questa condizione è rappresentato da una massa periorbitale visibile. Le manifestazioni oftalmiche secondarie al mucocele dipendono dalla localizzazione e dalle dimensioni dello stesso (ad es., esoftalmo o enoftalmo). La diagnosi del mucocele salivare si basa su segni clinici, anamnesi e risultati della paracentesi. Quest’ultima rivela un fluido filamentoso, talvolta striato di sangue, con un basso numero di cellule. L’analisi dei livelli di mucina e di amilasi nel fluido non sono procedure diagnostiche affidabili. Un mucocele cervicale cronico può contenere noduli duri apprezzabili con la palpazione, che sono residui di tessuto infiammatorio che in precedenza rivestivano la lesione ed in seguito si sono distaccati. Col termine di sialoliti si indicano concrezioni di fosfato di calcio o carbonato di calcio che si possono formare nel mucocele cronico. L’esame clinico e l’anamnesi di solito evidenziano l’origine del mucocele. Le forme cervicali che si presentano sulla linea mediana in genere si spostano verso il lato di origine quando il paziente viene posto esattamente in decubito dorsale. Per stabilire il lato colpito, se l’accurata osservazione o la palpazione non hanno successo, è possibile utilizzare la sialografia. Quest’ultima risulta anche utile ai fini diagnostici per considerare i danni traumatici a carico di una delle ghiandole salivari, neoplasie salivari o masse o tragitti fistolosi di origine sconosciuta nella regione della testa e del collo oppure un corpo estraneo nelle stesse sedi. Gli svantaggi della sialografia sono rappresentati dalla necessità di ricorrere all’anestesia generale e dalla difficoltà associata alla localizzazione degli sbocchi dei dotti. Per il trattamento del mucocele cervicale sono stati utilizzati vari approcci. Sono stati riportati il drenaggio del mucocele, la sua sola rimozione e la sua cauterizzazione chimica. La base di questa terapia era la convinzione che un mucocele fosse un’autentica cisti con un rivestimento secernente. In realtà non si tratta di una cisti, ma di una struttura incapsulante reattiva; ciò ha suggerito la rimozione chirurgica del complesso ghiandola-dotto colpito. L’intima associazione anatomica delle ghiandole sottolinguali e mandibolari e dei loro dotti impone la re-