48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
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Incontinenza urinaria e chirurgica Dale E. Bjorling DVM, MS, Dipl ACVS, Madison, Wisconsin, USA
Col termine di incontinenza urinaria si indica la ritenzione o emissione inappropriata di urina, anche se di solito l’espressione viene comunemente riferita ad un’emissione inappropriata di urina o all’incapacità di ritenerla. In condizioni normali la continenza urinaria viene mantenuta da una varietà di forze che agiscono sull’uretra, come il tono della muscolatura liscia e striata, la tensione elastica all’interno della parete uretrale, la pressione endoaddominale che agisce sulla superficie esterna del condotto e la lunghezza dello stesso. Questi fattori combinati costituiscono il meccanismo dello sfintere uretrale.1,2 Le fibre elastiche all’interno dell’uretra nella cagna sono orientate in direzione longitudinale ed è stato ipotizzato che il tessuto elastico non contribuisca in modo significativo alla continenza urinaria nelle femmine di questa specie animale. Nel cane, l’incontinenza urinaria conseguente all’abnorme funzione del meccanismo dello sfintere uretrale si ha più comunemente nelle femmine; tuttavia, l’incompetenza di questo meccanismo è stata segnalata anche nei maschi.3,4 Come causa di incontinenza urinaria è stata ipotizzata la riduzione della lunghezza dell’uretra,2 e questa condizione, così come la diminuzione della lunghezza della porzione di uretra attraverso la quale la pressione intrauretrale supera la pressione vescicale a riposo, è stata correlata all’incontinenza urinaria nelle cagne. Si ritiene che la dislocazione caudale del collo vescicale nel canale pelvico (“vescica pelvica”) accorci l’uretra e impedisca l’esposizione della parete uretrale alla pressione endoaddominale; la condizione è stata correlata all’incontinenza urinaria in cani di entrambi i sessi.3,5 Benché nel cane la vescica pelvica si possa osservare senza che sia presente anche l’incontinenza urinaria, si ritiene che, nei casi in cui le due condizioni sono concomitanti, a determinare l’insufficienza del meccanismo dello sfintere uretrale contribuisca in modo significativo la localizzazione intrapelvica del collo vescicale e del tratto prossimale dell’uretra.5
Trattamento medico dell’incontinenza urinaria L’infezione del tratto urinario può contribuire a determinare l’irritazione della vescica e perciò in tutti gli animali portati alla visita a causa di un’incontinenza urinaria si rende necessaria un’accurata valutazione per rilevare la presenza di questo problema. La vaginite cronica o la dermatite perivulvare (spesso associata a vulva introflessa) può contribuire ad un’infezione persistente del tratto urinario. Il processo infettivo va affrontato in modo aggressivo prima di iniziare il trattamento delle altre eventuali cause di incontinen-
za. L’incontinenza urinaria dovuta all’incompetenza del meccanismo dello sfintere nelle cagne ovariectomizzate spesso risponde alla terapia con estrogeni (DES 0,5-1,0 mg/die per 5-7 giorni, seguiti dalla stessa dose ogni 5-14 giorni), ed è stato ipotizzato che questi ormoni esercitino il loro utile effetto aumentando la contrattilità della muscolatura liscia e la sensibilità alla stimolazione alfa-adrenergica ed incrementando l’elasticità uretrale.2 Tuttavia, l’esatto meccanismo con cui gli estrogeni intervengono positivamente nel trattamento dell’incontinenza urinaria nelle cagne ovariectomizzate non è chiaro. Per trattare l’incontinenza urinaria associata all’incompetenza dello sfintere uretrale anche nelle cagne ovariectomizzate che non rispondono alla terapia con estrogeni, sono stati utilizzati efficacemente gli agonisti alfa-adrenergici come la fenilpropanolamina (1,53,0 mg/kg ogni 8 ore). Nei cani maschi, rispetto alle femmine, questa terapia risulta di gran lunga meno efficace per il trattamento dello stesso problema. In alcuni cani sono stati utilizzati gli anticolinergici come la ossibutinina (0,2 mg/kg ogni 8-12 ore) per sopprimere le contrazioni vescicali spastiche che possono contribuire all’incontinenza urinaria. La terapia medica dell’incontinenza urinaria non è priva di complicazioni e in seguito alla somministrazione di DES in alcuni cani sono stati segnalati casi di soppressione midollare fatale. La fenilpropanolamina può causare ipertensione, diarrea o iperattività/ipereccitabilità. I potenziali effetti collaterali indesiderabili della ossibutinina sono rappresentati da vomito, ileo, costipazione e ritenzione urinaria.
Trattamento chirurgico dell’incontinenza urinaria Il trattamento chirurgico dell’incontinenza urinaria nel cane e nel gatto è stato volto ad aumentare la resistenza al flusso di urina attraverso l’uretra con una varietà di tecniche, nessuna delle quali ha ottenuto un successo uniforme. L’iniezione periuretrale di collagene è stata impiegata per trattare efficacemente l’incontinenza urinaria nella donna, mentre nelle cagne colpite dalla medesima condizione si sono ottenuti risultati incoraggianti in seguito all’iniezione periuretrale di collagene o di politetrafluoroetilene (Teflon) in pasta. Tuttavia, questa tecnica non è stata valutata in modo estensivo in medicina veterinaria. Nelle cagne sono stati utilizzati a livello sperimentale degli sfinteri artificiali che possono essere sgonfiati per consentire la minzione e poi reinsufflati per mantenere la continenza, ma non sono pratici per l’impiego clinico. Analogamente, nella specie canina è stata descritta sperimentalmente, ma non valutata clinicamente, la realizza-