272
48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Aritmie in corso di patologie sistemiche Francesco Migliorini Med Vet, Roma
Introduzione: alcune patologie sistemiche sono associate ad aritmie cardiache, soprattutto di origine ventricolare: complesso dilatazione-torsione gastrica, patologie spleniche, disordini della funzione tiroidea, alterazioni dell’equilibrio elettrolitico, traumi, patologie del sistema nervoso centrale, piometra, pancreatite sono condizioni che possono predisporre a disturbi del ritmo cardiaco. Alcune di queste condizioni sono particolarmente frequenti nella pratica clinica quotidiana e il riconoscimento dei disturbi del ritmo a loro associati riveste un ruolo di primaria importanza durante la loro gestione terapeutica. L’elettrocardiografia di base spesso non consente una valutazione corretta del fenomeno aritmico e, soprattutto nel paziente emodinamicamente instabile, è auspicabile un monitoraggio continuo del tracciato elettrocardiografico durante l’ospedalizzazione per aumentare la possibilità di svelare la presenza di aritmie e per la loro più corretta valutazione. Le aritmie secondarie a patologie sistemiche possono avere gravità diverse e richiedere o meno interventi terapeutici finalizzati a ripristinare il ritmo sinusale normale. I disturbi del ritmo cardiaco che provocano segni clinici di bassa portata, debolezza, sincope, stato di shock, devono essere diagnosticati con tempestività ed eventualmente trattati per ripristinare un normale equilibrio emodinamico e impedire il peggioramento del fenomeno aritmico che potrebbe avere conseguenze fatali.
Dilatazione-torsione gastrica: la sindrome dilatazione-torsione gastrica è una delle emergenze più comuni in campo veterinario. I pazienti con GDV che sviluppano fenomeni disritmici sono tra il 40 e il 50%: la tachicardia sinusale è spesso presente in questi soggetti che arrivano solitamente in stato di shock; il periodo post-detorsione e post-chirurgia è invece quello più critico per lo sviluppo di aritmie ventricolari: depolarizzazioni premature ventricolari, tachicardia ventricolare, ritmi idio-ventricolari accellerati, tachicardie ventricolari polimorfe. Le alterazioni del circolo portale e del circolo di ritorno dalla vena cava caudale, indotte dalla dilatazione e torsione gastrica, provocano calo della gittata cardiaca, diminuzione della pressione arteriosa e del flusso arterioso coronarico1. Sono stati dimostrati danni ischemici miocardici in corso di GDV nel cane2, che possono spiegare in parte l’alta incidenza di disritmie in questi pazienti. Alterazioni dell’equilibrio acido-basico, dell’equilibrio elettrolitico e modificazioni a carico del Sistema Nervoso Autonomo sono altri fattori modulanti coinvolti nel meccanismo dell’aritmogenesi. Il fatto che le aritmie insorgano tardivamente, quando gli squilibri acido-base ed elettrolitici sono già stati corretti, fa pensare che il danno ischemico sia, tra i fattori scatenanti, quello più consistente e che i danni da ri-
perfusione possano avere un ruolo primario anche nell’aritmogenesi in corso di GDV3. Sembra che non ci sia una correlazione significativa tra aritmie ventricolari insorte nel periodo post-operatorio e prognosi ad vitam nei cani colpiti da GDV: questo tipo di aritmie non sembrano essere tra i fattori che aumentano il rischio di mortalità in corso di GDV, maggiore importanza, tra i fattori prognostici negativi, è invece attribuita alla presenza di necrosi della parete gastrica al momento dell’esplorazione chirurgica e alle scadenti condizioni cliniche al momento della presentazione4. Al contrario la presenza di aritmie nel periodo pre-operatorio sembra essere associata con un maggiore tasso di mortalità. La scelta del trattamento del fenomeno aritmico prevede la valutazione dei dati clinici, dei segni di bassa portata, e dei caratteri di malignità della disritmia, fenomeni di R su T, tachicardie polimorfe, tachicardie sostenute ad elevata frequenza. I farmaci abitualmente usati per il trattamento di queste aritmie sono: la lidocaina in boli di 2-8 mg/kg seguita da CRI a 40-80 µg/kg/min; la procainamide a 0,5-4 mg/kg seguita da CRI a 40 µg/kg/min o per via IM a 6-8 mg/kg QID.
Patologie spleniche: le patologie spleniche nel cane sono spesso accompagnate da aritmie ventricolari, in particolare tachicardia ventricolare. Questo tipo di aritmie si possono manifestare prima o dopo l’intervento di splenectomia e sono particolarmente frequenti in corso di rottura della neoplasia splenica, con conseguente emoaddome. L’anemia è una delle condizioni associate più frequentemente a disritmie in corso di masse spleniche: in corso di anemia acuta, l’aumento della frequenza cardiaca e l’aumentato inotropismo a scopo compensatorio, provocano un incremento delle necessità metaboliche del miocardio e un suo aumentato consumo di ossigeno; questi eventi sono accompagnati da un diminuito apporto di ossigeno anche a livello miocardico secondario all’anemia, l’ipossia miocardica che ne consegue spiega in parte la genesi delle aritmie. Le metastasi cardiache di neoplasie spleniche possono coinvolgere il miocardio di conduzione o danneggiare il miocardio di lavoro generando fenomeni aritmici5.
Traumi: nelle prime 48 ore successive ad un evento traumatico possono rendersi evidenti alterazioni del tracciato elettrocardiografico, tra le più comuni: depolarizzazioni premature ventricolari, tachicardia ventricolare, tachicardia sinusale, fibrillazione atriale, alterazioni del tratto ST. Uno dei meccanismi che possono produrre disritmie in seguito a traumi è quello della contusione diretta o indiretta del miocardio. Questo evento può portare allo sviluppo di aree di emorragia miocardica, danno cellulare fino alla necrosi e