48a edizione Scivac Rimini - parte1

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48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC

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Patologie dell’articolazione temporomandibolare del cane e del gatto Margherita Gracis Med Vet, Dipl AVDC, Dipl EVDC, Milano

L’articolazione temporomandibolare (ATM) è una condilartrosi sinoviale, costituita dal processo condiloideo o articolare della mandibola e dalla fossa mandibolare o cavità glenoidea dell’osso temporale. La fossa mandibolare è delimitata caudalmente da un processo retroarticolare (o retroglenoideo) e cranialmente da un’eminenza articolare (rima articolare dorsale). Nei felini domestici la fossa mandibolare è molto profonda, con il processo retroarticolare e l’eminenza articolare sottili ma ben sviluppati. Nel cane, l’eminenza articolare è invece decisamente meno sviluppata. Un menisco, che aderisce circumferenzialmente alla capsula articolare, separa lo spazio articolare in due compartimenti distinti. La porzione laterale della capsula è rinforzata dal legamento temporomandibolare laterale. Nel cane, il processo condiloideo è posto trasversalmente rispetto all’asse lungo di ogni emimandibola, con la porzione mediale inclinata in senso ventrale. Durante l’estensione mandibolare, la porzione laterale scivola ventralmente e rostralmente, ponendo in tensione il legamento laterale. Nel gatto, invece, l’asse di rotazione dei condili è comune ed è praticamente perpendicolare al piano mediano del cranio, per cui l’articolazione può essere vista come un vero e proprio cardine, con movimenti laterali molto limitati o nulli. L’apertura della cavità orale è dovuta all’azione del muscolo digastrico e alla forza di gravità, mentre i muscoli temporale, massetere e pterigoideo mediale sono responsabili dell’adduzione mandibolare, e quindi della chiusura della bocca. Il muscolo pterigoideo laterale è il principale responsabile dei lievi movimenti mandibolari in lateralità. Nel cane, a differenza del gatto, vi è una certa mobilità indipendente delle due emimandibole, grazie alla sinfisi mandibolare dotata di un tessuto fibrocartilagineo lungo il bordo dorsocraniale, e di legamenti crociati fibrosi in sede ventrale. Le patologie più comuni che interessano l’articolazione temporomandibolare del cane e del gatto includono la displasia congenita, la dislocazione traumatica, le fratture ossee, e l’anchilosi. La diagnosi di patologia dell’ATM deve essere basata sui reperti clinici e su quelli radiografici. Le proiezioni radiografiche utili all’individuazione di lesioni articolari includono la proiezione ventro-dorsale o dorso-ventrale, le due laterali oblique, e la frontale a bocca aperta che da alcuni autori viene consigliata solo nel caso in cui le prime tre proiezioni non siano sufficienti ad emettere una diagnosi certa. Le radiografie vanno sempre eseguite in anestesia generale poiché anche lievi errori di posizionamento possono rendere la lettura delle immagini estremamente difficile. Anche l’esame tomografico assiale costituisce un ausilio diagnostico di sicura utilità.

La displasia è riconosciuta in particolare, ma non esclusivamente, nei cani di razza Basset Hound, Setter irlandese e San Bernardo. Radiograficamente in questi soggetti si evidenzia la mancanza o più spesso un ispessimento del processo retroarticolare temporale, un appiattimento della rima articolare dorsale e della fossa glenoidea, oltre che del processo condiloideo mandibolare, il cui asse risulta frequentemente deviato, e un aumento dello spazio articolare. La displasia articolare congenita non è sempre accompagnata da una sintomatologia clinica, ma è tuttavia spesso causa di sublussazione mandibolare. Poiché infatti il processo condiloideo dei soggetti displasici è angolato maggiormente rispetto all’asse lungo della mandibola, durante l’estensione mandibolare la sua porzione laterale si sposta in senso laterorostrale, con stiramento del legamento laterale e conseguente lassità dei tessuti di contenimento dell’articolazione. Questa maggior lassità articolare di un lato, accompagnata da una certa mobilità della sinfisi, permette in alcuni soggetti la dislocazione del processo coronoideo controlaterale lateralmente all’arco zigomatico, causando la cosiddetta intermittent open-jaw locking syndrome (la sindrome da blocco della mandibola in posizione aperta). Questa patologia sembra colpire raramente il gatto in quanto l’arco zigomatico in questa specie è molto arcuato e distante dal processo coronoideo, e vi è probabilmente una minor predisposizione alla displasia articolare. Tuttavia vi sono alcuni casi riportati in letteratura, prevalentemente di razza esotica. Tipicamente i soggetti colpiti dislocano la mandibola lateralmente all’arco zigomatico dopo estensione massima della mandibola, come in seguito ad ampi sbadigli. Un certo grado di lassità articolare deve essere forzatamente bilaterale perché la dislocazione avvenga, ma se è unilaterale, sarà il processo coronoideo controlaterale ad accavallarsi esternamente all’arco zigomatico. È frequente il caso di displasia bilaterale con jaw locking recidivante solo da un lato. I segni e i sintomi clinici includono deviazione mandibolare verso il lato in cui avviene la lussazione laterale del processo coronoideo, con rotazione ventrale della mandibola interessata, lo sviluppo di una tumefazione laterale allo stesso arco zigomatico, incapacità a chiudere la bocca, ptialismo, scialorrea, agitazione, e certa dolorabilità alla palpazione. I cani colpiti a volte imparano a riposizionare spontaneamente la mandibola spalancando ulteriormente la cavità orale e liberando il processo coronoideo dall’arco zigomatico, ma è spesso necessario un intervento sotto sedazione o anestesia da parte del veterinario. Sono stati riportati anche alcuni casi in cani Boxer e Labrador in cui l’impossibilità a chiudere la bocca non era ac-


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