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tela. L’analisi del pH del fluido pericardico è stata descritta come un metodo sensibile e specifico per differenziare le neoplasie dalla pericardite idiopatica, ma questa affermazione potrebbe non essere confermata in altri studi e non è di alcuna utilità nelle nostre mani. Infine, in casi particolari, l’esame istologico del tessuto pericardico risulta estremamente utile per la diagnosi definitiva e la scelta del miglior trattamento possibile. Ciò vale in particolare per i casi con versamento ricorrente, in cui non si riesce con altri mezzi ad identificare alcuna causa sottostante. Il tessuto da esaminare può essere prelevato mediante toracotomia di routine, “mini”-toracotomia o toracoscopia.
Trattamento Il trattamento palliativo iniziale per qualsiasi caso di natura neoplastica o idiopatica consiste nella pericardiocentesi. Pur essendo utile, la guida ecografica non costituisce un prerequisito indispensabile. Il monitoraggio ECG, invece, è fortemente consigliato per rilevare l’insorgenza di aritmie iatrogene. I cani vengono posti in decubito laterale sinistro, e si effettua la rasatura e successiva preparazione chirurgica del lato destro del torace nella zona intorno al 4-5° spazio intercostale in corrispondenza della giunzione costocondrale. L’ago si introduce nel punto in cui si riesce ad apprezzare meglio il battito cardiaco. Servendosi di un deflussore e di una valvola a tre vie, si rimuove tutto il versamento. Nei cani in condizioni critiche, la pericardiocentesi viene eseguita senza sedazione, ma in anestesia locale. In quelli in condizioni stabili e in quelli di piccola taglia e particolarmente nervosi, ricorriamo ad una lieve sedazione con buprenorfinaacepromazina IM per evitare movimenti improvvisi dell’animale durante la puntura e quindi per ridurre il rischio di lesione miocardica iatrogena. L’entità del trattamento successivo dipende dalla causa sottostante e dal decorso della malattia. Nei casi di versamento ricorrente è possibile intervenire mediante semplici pericardiocentesi ripetute, pericardiotomia con palloncino, minitoracotomia, toracoscopia e toracotomia esplorativa. Lo scopo della pericardiotomia con palloncino è quello di determinare con metodi caratterizzati da un’invasività minima la formazione di un grosso foro nel pericardio, in modo da consentire il drenaggio permanente del versamento nello spazio pleurico. Lo svantaggio di questa tecnica è che il foro si può richiudere spontaneamente. L’indicazione primaria per questa procedura nel cane è la neoplasia maligna con prognosi sfavorevole. Un passo più aggressivo è rappresentato dalla minitoracotomia. I vantaggi di questa procedura sono la possibilità di realizzare una finestra più ampia nel sacco pericardico e di ottenere un campione di tessuto da destinare all’analisi istologica, praticando soltanto una piccola incisione toracica in confronto a quella di una normale toracotomia. Gli svantaggi sono la necessità di un’anestesia totale, l’aumento dell’invasività con i costi e le potenziali complicazioni che ciò comporta e la mancanza di un’esplorazione diagnostica. L’approccio più definitivo da un punto di vista diagnostico e terapeutico è rappresentato dalla toracotomia completa. Questa permette l’esplorazione totale della cavità pleurica, la pericardectomia subtotale e l’esame isto-
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logico del tessuto. Gli svantaggi sono l’invasività ed i costi per l’anestesia e l’intervento chirurgico, che possono rappresentare il fattore limitante in un cane anziano con una potenziale neoplasia. Un approccio completo simile, ma meno invasivo, è dato dalla toracoscopia; tuttavia, solo pochi istituti accademici sono attrezzati per effettuare questo intervento, e i costi sono ugualmente elevati. Nei casi di neoplasia, oltre alla pericardectomia palliativa si può utilizzare la chemioterapia adiuvante. La somministrazione sistemica di chemioterapici è indicata principalmente per i rari casi di linfoma maligno. Nei soggetti con mesotelioma pericardico si può utilizzare la chemioterapia sistemica con doxorubicina associata alla chemioterapia intracavitaria con cisplatino, tuttavia i risultati ottenuti sono stati molto variabili. Nei casi caratterizzati dalla presenza di una massa a livello dell’atrio/orecchietta di destra, che molto probabilmente sono rappresentati da un emangiosarcoma, di solito non è giustificato il ricorso a sforzi eroici.
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Indirizzo per la corrispondenza: Tony Glaus, Dipl. ACVIM und ECVIM-CA Leiter Abteilung für Kardiologie Klinik für Kleintiermedizin Universität Zürich Winterthurerstr. 260 CH-8057 Zürich