48a edizione Scivac Rimini - parte1

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ecografico è patognomonico di un unica patologia. Anche la visualizzazione di lesioni a complex mass non deve spingere a commettere l’errore di diagnosticare una neoplasia vascolare maligna vista la possibilità di diagnosi differenziale con gli emangiomi, gli ematomi e gli ascessi. L’esame ecografico risulta fondamentale per l’esecuzione di prelievi ecoguidati per la conferma della diagnosi. La biopsia ecoguidata ha una sensibilità diagnostica bassa mentre decisamente più elevata è la possibilità di ottenere risposte con un prelievo ad ago sottile da eseguire nelle aree parenchimatose nel caso di lesioni focali e soprattutto cercando di evitare le zone a contenuto liquido e quindi più probabilmente necrotiche dove la possibilità di eseguire un prelievo diagnostico è nettamente inferiore. È importante valutare la capacità coagulativa prima di eseguire l’esame e controllare il soggetto nelle ore successive all’aspirazione. Una nota di rilievo merita il mastocitoma splenico, la patologia più frequente in grado di provocare splenomegalia nel gatto; in caso di sospetto è bene considerare la procedura di aspirazione molto più rischiosa rispetto ad altre patologie per la possibilità di liberazione di sostanze vasoattive. Alla luce di quanto scritto è chiaro come sia fondamentale eseguire un esame istologico preferibilmente dopo asportazione dell’organo per poter emettere una diagnosi di certezza. Allorché si riscontrino dei quadri di splenomegalia e si proceda alla splenectomia, è necessario valutare l’aspetto macroscopico dell’organo (splenomegalia uni-multinodulare o diffusa) e delle lesioni: i maggiori rischi diagnostici sono generalmente riferibili alla distinzione tra ematomi ed emangiosarcomi per la frequente presenza in entrambi di aree emorragiche e necrotiche e per la difficoltà nell’esecuzione di un corretto campionamento. In tali casi si impone un’esame ispettivo accurato del tessuto anormale e la scelta di aree non necrotiche ai fini di un esame istologico. La milza può presentare svariate alterazioni strutturali; si distinguono: Alterazioni cadaveriche: presenza di chiazze blu-verdastre a livello della capsula in corrispondenza delle aree di contatto con stomaco e intestino oppure un rammollimento-enfisema-autolisi riferibili a fenomeni degradativi post-mortem. Alterazioni congenite: agenesia (asplenia, evento raro), eterotopia toracica, presenza di incisure, lobature, milze accessorie a livello del leg. gastro-lienale, dell’omento, del peritoneo, del pancreas. Processi regressivi: atrofia, infiltrazione amiloidotica, patologie da accumulo (tesaurismosi), emosiderosi, placche sidero-fibrotiche-calcaree, necrosi. Alterazioni di posizione: torsione, rotazione, ptosi. Alterazione dell’integrità: rottura post-traumatica, conseguente a distensione per flogosi, infiltrazione tumorale e non.

48° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC

Disturbi circolatori: congestione-iperemia passiva (milza da stasi in corso di ostacolo al deflusso venoso) o attiva (in corso di infiammazione) con conseguente infarcimento emorragico; ematomi, infarti. Emopoiesi extra-midollare o metaplasia mieloide. Infiammazione: splenite iperemico-emorragica, iperplastica, purulenta, necrotizzante, cronica, granulomatosa, in corso di parassitosi. Noduli d’iperplasia linfoide. Alterazioni neoplastiche. Gli studi sulla patologia splenica rivelano una frequenza variabile delle forme neoplastiche. Nel cane spiccano per frequenza i tumori vascolari (rappresentati principalmente dall’emangiosarcoma) mentre le neoplasie mesenchimali fuso-cellulari (fibrosarcoma, istiocitoma fibroso maligno, leiomiosarcoma, sarcomi indifferenziati) e le neoplasie rotondo-cellulari (linfoma, mastocitoma, istiocitosi etc) sembrano essere relativamente meno frequenti. Al contrario, nel gatto1 risultano più frequenti le neoplasie a cellule rotonde (mastocitoma e linfoma). Recentemente sono stati descritti nel cane i noduli fibro-istiocitiari quale nuova entità patologica splenica2,3: si tratterebbe di ammassi nodulari macroscopicamente evidenziabili e di dimensioni variabili, la cui analisi cito-istologica rivela la presenza di elementi linfoidi e fibroblastico-istiocitari, in percentuali variabili ed associati ad aree emorragiche o necrotiche. Per questa costituzione cellulare tale lesione si pone al limite tra una proliferazione linfoide nodulare di tipo iperplastico (non tumorale) ed una neoplasia mesenchimale (istiocitoma fibroso maligno).

Bilbiografia 1.

2.

3.

Spangler WL e Culbertson MR (1992), Prevalence and type of splenic diseases in cats: 455 cases (1985-1991), J Am Vet Med Assoc, 201: 773-776. Spangler WL e Hass PH (1998), Pathologic and prognostic characteristics of splenomegaly in dogs due to fibrohistiocytic nodules: 98 cases, Vet Pathol 35: 488-498. Bettini G, Mandrioli L, Brunetti B, Marcato PS (2001) Canine splenic pathology; a retrospective study of 109 surgical samples, with special emphasis on fibrohistiocytic nodules. Eur. J Vet Pathol, 7(3): 101-109.

Indirizzo per la corrispondenza: Sergio Fanfoni Ambulatorio Veterinario Santa Cristina 464, 52048 Monte San Savino Arezzo, tel. 0575/810574 e-mail: fanfoni@ntc.it Pierluigi Fant Laboratorio d’Analisi Veterinarie “San Marco” Istopatologia, Via Sorio 114/c, 35141 Padova, tel. 049 8561039 fax 02 700518888, e-mail: plf@sanmarcovet.it


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