46a edizione Scivac Rimini

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46° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC

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Approccio diagnostico e terapeutico alla disfagia nel cane e nel gatto Massimo Gualtieri Med Vet - Università di Milano

Estratto breve La disfagia consiste in una difficoltà di deglutizione e può manifestarsi come sintomo di una malattia sistemica o come problema a se stante. I segni clinici più frequentemente associati a questa patologia sono rappresentati da ptialismo o pseudoptialismo, scolo nasale, odinofagia, alitosi, perdita di peso, rigurgito, appetito vorace ed, occasionalmente, anoressia. L’animale può compiere ripetuti ed esagerati tentativi di deglutizione e tenere la testa in posizione anomala (estensione, flessione, rotazione). La tosse e la dispnea causate da inspirazione nelle vie aeree di cibo ed acqua sono una frequente complicazione di disfagia e spesso vengono confuse con la patologia principale. Le condizioni cliniche degli animali variano a seconda della gravità del processo. La disfagia può avere cause di natura funzionale o morfologica. I difetti funzionali originano da disordini neuromuscolari e spesso coinvolgono contemporaneamente faringe, sfintere esofageo superiore (UES) ed esofago craniale, in quanto vengono coordinati collettivamente dal centro della deglutizione. La maggior parte dei disordini funzionali consistono in difetti dell’attività contrattile muscolare (incoordinazione, flaccidità o contrazione spastica) dovuti a disordini neurologici centrali o periferici, a patologie della giunzione neuromuscolare o a patologie muscolari. Essi possono essere di natura congenita o acquisita, primari o secondari. Le alterazioni morfologiche possono avere cause intrinseche od estrinseche al tratto digerente quali corpi estranei, neoplasie, lesioni traumatiche, stenosi e processi infiammatori. In base alla suddivisione del normale processo di deglutizione in fasi successive, la disfagia si può manifestare come: 1) disfagia orofaringea, a sua volta suddivisibile in disfagia orale, faringea, faringoesofagea e orofaringea mista; 2) disfagia esofagea e 3) disfagia gastroesofagea. Il pri-

mo passo per la diagnosi di disfagia consiste nella raccolta di un’anamnesi molto accurata, nell’osservazione diretta dell’assunzione di cibo ed acqua e in un esame fisico che deve comprendere un attento esame del cavo orale e della faringe. L’esame radiografico diretto o con mezzo di contrasto è una procedura essenziale per lo studio dei problemi della deglutizione e deve permettere di esaminare il cavo orale, la faringe e l’esofago per intero. È tuttavia necessario sottolineare che, sebbene queste tecniche diagnostiche si rivelino indubbiamente di grande utilità nell’individuazione di corpi estranei, masse intrinseche ed estrinseche o anomalie anatomiche, esse sono inadeguate per la valutazione dei disordini funzionali della deglutizione ed in particolar modo della fase orofaringea a causa della complessità dei movimenti e della velocità con la quale i vari stadi si succedono. Al contrario la cinefluorografia e la videofluorografia sono di incomparabile ausilio per lo studio dinamico della sequenza di eventi che caratterizzano il normale processo di deglutizione. La diagnosi si basa su una dettagliata osservazione del processo di formazione del bolo, del rilassamento del muscolo cricofarngeo e del passaggio del bolo attraverso le parti cervicale e toracica dell’esofago fino allo stomaco e dell’attività contrattile e dell’estensibilità dei vari muscoli. Lo studio dovrebbe includere l’osservazione di 3-6 atti deglutitori completi di sospensione liquida di bario seguiti da un numero simile di boli misti cibo-bario. L’endoscopia è molto utile per la valutazione di problemi faringei, esofagei e della giunzione gastroesofagea, per effettuare biopsie e per l’individuazione di segni di esofagite, ulcere o emorragie. La manometria esofagea e l’elettromiografia servono per valutare la pressione esofagea e la motilità la prima e la localizzazione e la causa la seconda. Naturalmente si dovrà ricorrere ad esami di laboratorio che possono dare utili indicazioni riguardo le diverse patologie sistemiche che possono essere la causa di disfagia.


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