46° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
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Le rickettsiosi nei cani e nei gatti europei Susan E. Shaw BVSc (Hons), MSc, MRCVS, Dipl ACVIM, Dipl ECVIM, FACVSc, Cert Arts (Arch), Università di Bristol, Regno Unito
Estratto breve Fatta eccezione per Rickettsia rickettsii, agente eziologico della febbre maculosa delle Montagne Rocciose negli USA, questi batteri intracellulari trasmessi da artropodi del genere Rickettsia vengono raramente segnalati come causa di malattia clinicamente manifesta nel cane e nel gatto domestici. Tuttavia, il riscontro sierologico dell’infezione da Rickettsia spp. non è insolito nei cani e nei gatti dell’Europa meridionale, che possono svolgere un ruolo importante nell’epidemiologia della malattia nell’uomo attraverso l’interazione con i serbatoi selvatici dell’infezione e gli artropodi vettori. Rickettsia conorii, trasmessa dalla zecca Rhipicephalus sanguineus, è l’agente della febbre bottonosa da zecche nell’uomo in Europa meridionale, medio oriente e sud Africa. È stata segnalata l’infezione del cane e del gatto, ma non sono stati riferiti segni clinici della malattia. Tuttavia, altre specie di Rickettsia che possono essere trasmesse da zecche ixodidi come R. helvetica ed R. slovaca e le specie recentemente descritte isolate in Ixodes ricinus sia in Italia che in Germania possono essere patogene nel cane, in particolare se vengono coinvolte in coinfezione. Oggi sono note due cause di tifo umano trasmesso da pulci; Rickettsia typhi, veicolata dalle pulci dei roditori con distribuzione mondiale, ed R. felis, recentemente segnalata, che è stata identificata nel gatto, nel cane e nelle pulci del gatto (Ctenocephalides felis) nelle Americhe e nell’Europa meridionale. Nelle aree endemiche degli USA, gli opossum periurbani sono i principali ospiti serbatoio di R. felis, ma non sono stati accertati i serbatoi potenziali del cane e del gatto. In Nord America, le infezioni da R. typhi sono state riscontrate nelle pulci e nell’uomo nelle stesse aree geografiche in cui è presente R. felis, anche se la coinfezione non è comune. L’infezione sperimentale dei gatti da parte di R. felis è stata dimostrata, così come la sieropositività ad R. typhi. I gatti infettati con R. felis mediante ripetute esposizioni a morsi di pulci sviluppano una malattia subclinica con un periodo di incubazione di 2-4 mesi. Tuttavia, il potenziale patogeno dell’infezione naturale determinata da entrambe le specie di Rickettsie nel cane e nel gatto è sconosciuta. Ciò che è indubbio è il fatto che i cani ed i gatti veicolano Ct. felis negli ambienti domestici e che, dal momento che è stata dimostrata la trasmissione transovarica e transtadiale di R. felis, è possibile che si instauri un focolaio domestico di infezione per l’uomo. Rickettsia rickettsii resta la specie di Rickettsia trasmessa da zecche meglio studiata nei piccoli animali e quella nota per causare una malattia clinicamente manifesta. Può essere utilizzata come modello per riconoscere i casi probabili dovuti
ad altre specie. Si osservano febbre, letargia, ottundimento del sensorio, anoressia, andatura rigida con dolore articolare e muscolare. È comune il riscontro di linfoadenopatia generalizzata e, man mano che il danno endoteliale peggiora, si può avere un edema sottocutaneo ed occasionalmente una necrosi del derma. A differenza di quanto avviene nell’uomo, i cani sviluppano raramente emorragie petecchiali cutanee (“febbre maculosa”), mentre sono più frequenti le microemorragie delle mucose e, in particolare, della retina. Può essere presente sia il coinvolgimento miocardico che quello polmonare. In una fase più avanzata dello sviluppo della malattia, si possono osservare segni clinici di meningite quali iperestesia, dolore spinale, crisi convulsive e disfunzioni vestibolari. L’iniziale leucopenia è seguita da leucocitosi ed è comune la trombocitopenia, mentre è improbabile un’emorragia palese. Sino a non molto tempo fa la diagnosi si fondava sull’identificazione di metodi sierologici quali la microimmunofluorescenza per le IgM o l’aumento dei titoli delle IgG ad intervalli di 2-3 settimane. Tuttavia, fra le diverse specie di Rickettsia si può avere una reattività crociata. Per la diagnosi clinica o necroscopica di R. Rickettsii è stata utilizzata la colorazione immunoistochimica diretta dei tessuti. Per identificare in campioni di sangue e di tessuto il DNA delle rickettsie, che può persistere per un certo periodo di tempo dopo l’avvio della terapia antimicrobica, sono stati impiegati metodi basati sulla PCR. La coltura delle rickettsie comporta dei rischi e può essere effettuata soltanto in strutture che assicurino un’elevata biosicurezza. La febbre maculosa delle Montagne Rocciose clinicamente manifesta e non trattata è una malattia altamente fatale. Se viene trattata precocemente, la risposta è rapida, ma se l’intervento è ritardato si può avere un prolungamento della guarigione e deficit neurologici permanenti. Gli antibiotici d’elezione sono le tetracicline come la doxiciclina (5-10 mg/kg) e il trattamento deve continuare per 3-4 settimane. Sono efficaci anche i fluorochinoloni ed il cloramfenicolo. Nei cani con ipotensione, coagulopatia o segni di disfunzione organica è necessaria una terapia di supporto, ma l’infusione di fluidi deve essere strettamente monitorata per prevenire l’esacerbazione dell’edema.
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