46a edizione Scivac Rimini

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46° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC

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Emobartonellosi e bartonellosi: due malattie molto differenti Susan E. Shaw BVSc (Hons), MSc, MRCVS, Dipl ACVIM, Dipl ECVIM, FACVSc, Cert Arts (Arch), Università di Bristol, Regno Unito

Estratto breve Anche se i nomi sono simili, queste infezioni del gatto sono caratterizzate da differenti quadri epidemiologici, patogenetici e patologici. I microrganismi di Haemobartonella felis sono stati riconosciuti da lungo tempo come microparassiti del gatto e sono rappresentati da batteri Gram-negativi, emotrofi e privi di parete cellulare. Si fissano alla superficie degli eritrociti dell’ospite e sono, al momento, impossibili da coltivare. L’analisi della sequenza del DNA ha dimostrato che questi microrganismi presentano la più stretta correlazione con il genere Mycoplasma, e di recente sono stati riclassificati di conseguenza. Sono state identificate due specie, Mycoplasma haemofelis ed M. haemominutum; il primo è un parassita più grande ed associato ad una malattia clinicamente manifesta nel gatto, mentre il secondo è un microrganismo più piccolo, anche se comune, che sembra essere non patogeno. La modalità di trasmissione degli emoplasmi felini non è stata determinata, sebbene sia stata ipotizzata una trasmissione da artropodi. I segni clinici sono ben noti e riferibili ad anemia emolitica che può essere Coombs-positiva. La diagnosi mediante identificazione al microscopio dei microrganismi negli strisci di sangue è ora complicata dal riconoscimento dell’esistenza della specie apparentemente apatogena M. haemominutum. Anche se un esame morfologico accurato può consentire di differenziare la specie più grande di emoplasmi da quella più piccola, la natura ciclica della parassitemia rende poco sensibile questo metodo di identificazione. La diagnosi molecolare mediante reazione a catena della polimerasi (PCR) è definitiva e consigliata. Nei gatti con anemia clinicamente manifesta si raccomanda la somministrazione di doxiciclina (5-10 mg/kg) o enrofloxacin (5-10 mg/kg) per os per 3-4 settimane, da associare a trasfusioni di sangue e prednisolone nei casi Coombs-positivi gravemente colpiti. Benché spesso si ottenga una risposta clinica, la guarigione parassitologica può essere meno sicura ed i gatti trattati con successo possono diventare portatori asintomatici. Anche se non esiste alcuna prova definitiva della trasmissione mediante artropodi, spesso si raccomanda un aggressivo controllo delle pulci. Al contrario, l’infezione nel gatto da parte di Bartonella spp. è stata riconosciuta solo in tempi relativamente recenti. Si tratta di batteri Gram-negativi, emotrofi e, a differenza delle specie di emoplasma del gatto, intraeritrocitari e, anche se con particolari accorgimenti, coltivabili. Il gatto può essere infettato da diverse specie, ma predomina Bartonella henselae. La presenza dei portatori asintomatici è ampiamente diffusa nei vari territori geografici e la prevalenza della batteriemia è elevata (9-90%). Tuttavia, vengono raramente descritti segni clinici definitivamente associati all’infezione da Bartonella. Questa viene trasmessa da

un gatto all’altro mediante inoculazione transdermica di feci di pulci e la sua importanza si fonda sul fatto che i gatti infetti sono considerati i principali serbatoi per l’infezione nell’uomo. Le implicazioni zoonosiche sono gravi e la malattia umana varia dalla semplice malattia da graffio di gatto, solitamente autolimitante, a disordini vasculoproliferativi, endocarditi, batteriemia prolungata e vari disturbi neurooculari. I microrganismi del genere Bartonella non sono dimostrabili negli strisci ematici felini e la coltura, pur avendo valore definitivo, presenta speciali esigenze e richiede parecchie settimane di incubazione. I gatti batteriemici possono essere identificati mediante PCR su campioni di sangue, ma l’associazione dell’infezione con la patologia riscontrata richiede la specifica identificazione dei microrganismi del genere Bartonella o del DNA nei campioni di tessuto mediante metodi immunoistochimici o molecolari. Dal momento che i gatti batteriemici sono raramente ammalati, il trattamento della bartonellosi può essere richiesto soltanto nei casi in cui esiste il rischio di infezione umana. Tuttavia, l’eliminazione della batteriemia è problematica. Doxiciclina e amossicillina, da sola o con acido clavulanico, utilizzate a dosi più elevate di quelle consigliate sono riuscite a sopprimere la batteriemia in infezioni sperimentali. È stata anche descritta l’efficacia di rifampicina ed enrofloxacin. Tuttavia, l’eliminazione totale dell’infezione può essere impossibile da ottenere nonostante l’impiego di una terapia combinata come quella a base di rifampicina e doxiciclina e di durata prolungata (4-6 settimane). Inoltre, il rischio di riesposizione attraverso le pulci infette può essere elevato. La prevalenza della batteriemia da Bartonella nel gatto ed il rischio di malattia associata a questo microrganismo nei proprietari degli animali da compagnia viene ridotto da un energico programma di controllo integrato delle pulci. Quando gatti non infetti vengono ricoverati con gatti SPF (specific pathogen-free) con batteriemia da B. henselae in un ambiente libero da ectoparassiti, non si riscontra alcun segno di trasmissione di Bartonella tra animali. Attualmente non è disponibile alcuna vaccinazione per nessuno dei due gruppi di microrganismi. L’occorrenza di molteplici ceppi con mancanza di reattività crociata nel caso di Bartonella suggerisce che ogni eventuale vaccino necessiterebbe di molteplici epitopi. È anche necessario che i vaccini eventualmente adottati inducano un’immunità sia cellulare che anticorpo-mediata.

Bibliografia 1. 2. 3.

Breitschwerdt, EB; Kordick, DL. Bartonella Infection in Animals: Carriership, Reservoir Potential, Pathogenicity, and Zoonotic Potential for Human Infection. Clin Micro Rev. (2000); 13: 428-438. Glaus, TR; Hofmann-Lehmann, R; Greene, C; et al Seroprevalence of Bartonella henselae infection and correlation with disease status in cats in Switzerland. J. Clin Microbiol. 1997; 35: 2883-2885. Chomel, BB; Kasten, RW; Floyd-Hawkins, K et al. Experimental transmission of Bartonella henselae by the cat flea. J. Clin Microbiol. 1996; 34: 1952- 1956.


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