46a edizione Scivac Rimini

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46° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC

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Diarrea infettiva nel cane e nel gatto: una revisione critica Stanley L. Marks BVSc, PhD, Dipl ACVIM (Internal Medicine, Oncology), Dipl ACVN - University of California, Davis, USA

Estratto breve In ambito clinico, la dimostrazione di Clostridium perfringens, Clostridium difficile, Campylobacter spp. e Salmonella spp. come cause di diarrea nel cane e nel gatto è complicata dalla presenza di questi microrganismi come componenti normali della microflora intestinale indigena. La diagnosi di diarrea da C. perfringens e C. difficile viene tradizionalmente formulata sulla base del riscontro delle tossine nelle feci in associazione con la presenza di segni clinici di enterite, colite o enterocolite. La diagnosi di diarrea da Campylobacter e Salmonella si fonda sulla positività delle coprocolture accompagnata da segni clinici di enterite. È possibile esaminare strisci fecali colorati alla ricerca di microrganismi Gram-negativi, incurvati o “ a forma di gabbiano” compatibili con Campylobacter spp., tuttavia questi riscontri vanno interpretati con cautela, dal momento che molti cani sani sono portatori asintomatici di questi microrganismi. Clostridium perfringens è un bacillo anaerobio sporigeno Gram-positivo che è stato associato ad episodi di diarrea acuta spesso grave nell’uomo, nel cavallo, nel cane e nel gatto. La sua enterotossina (CPE) è un fattore di virulenza ben caratterizzato la cui produzione è regolata di concerto con la sporulazione. Attualmente, la diagnosi di diarrea da C. perfringens nel cane e nel gatto viene formulata sulla base del riscontro di questa enterotossina nei campioni di feci in associazione con la presenza dei segni clinici della malattia. L’esito delle coprocolture quantitative e dei conteggi delle spore fecali si è dimostrato di scarso valore diagnostico, dal momento che il microrganismo viene isolato da più del 75% dei cani sani e non esiste alcuna correlazione fra il conteggio delle spore e il riscontro dell’enterotossina. Esiste un solo kit ELISA disponibile in commercio (Techlab Inc., Blacksburg, VA) per l’identificazione della CPE nei campioni fecali; tuttavia, le caratteristiche di rendimento di questo saggio non sono state validate sino ad oggi per il cane ed il gatto. È plausibile che, in alcuni animali, ceppi enterotossigeni di C. perfringens possano fare parte della flora normale. Nei cani e nei gatti asintomatici, la sporulazione può avvenire a velocità ridotta, per cui la quantità di enterotossina rilasciata da questi ceppi enterotossigeni commensali è troppo bassa per causare una malattia; in alternativa, è possibile che l’enterotossina rilasciata venga distrutta dalle proteasi prodotte dalla normale popolazione batterica commensale dell’intestino. La diarrea può quindi essere dovuta ad alcune modificazioni sco-

nosciute nell’ambiente intestinale (esposizione ad antibiotici, variazioni della dieta, mutamenti di pH) che inducono un aumento della sporulazione di C. perfringens commensale (ed il successivo rilascio di una gran quantità di enterotossina da parte dei ceppi enterotossigeni) e/o l’alterazione della flora intestinale in modo tale da causare una drastica riduzione della distruzione dell’enterotossina rilasciata. Una seconda indagine recentemente portata a termine presso il Companion Animal Gastrointestinal Laboratory della UC a Davis ha valutato i quadri enterici fecali di 260 cani con diarrea ed ha dimostrato una forte associazione fra il riscontro di CPE mediante test ELISA e la sindrome diarroica emorragica acuta (AHDS, acute hemorrhagic diarrheal syndrome). La CPE è stata riscontrata nelle feci di 8 cani su 12 (67%) che presentavano segni clinici compatibili con l’AHDS. Inoltre, nei quattro cani che mostravano segni iperacuti e morirono a causa della malattia, tutti i campioni fecali erano CPE-positivi. Clostridium difficile è un bacillo Gram-positivo, anaerobico, sporigeno, che nei pazienti umani costituisce la principale causa di colite pseudomembranosa associata ad antibiotici. C. difficile è stato anche abbinato alla diarrea ed all’enterocolite nel puledri e nei cavalli adulti, nonché alla diarrea nel cane. Si ritiene che la malattia che si accompagna alla presenza del microrganismo sia dovuta principalmente a due tossine, A e B, sebbene anche altre possano svolgere un ruolo in questo senso. Attualmente la diagnosi di diarrea associata a C. difficile viene formulata principalmente sulla base del riscontro della tossina A o B nei campioni di feci con il metodo ELISA. L’isolamento del microrganismo da solo non è sufficiente alla diagnosi per la presenza di ceppi non tossigeni. Inoltre, nel corso di studi precedenti non sono state riportate significative differenze nell’isolamento di C. difficile da cani diarroici e non diarroici, sebbene una recente ricerca abbia rivelato che il riscontro della tossina A con il metodo ELISA è significativamente associato alla presenza della diarrea. Analogamente a C. perfringens, è stata stabilita una forte associazione fra il riscontro della tossina A di C. difficile e la presenza di AHDS, mentre non è stata riscontrata alcuna associazione fra la prevalenza della stessa tossina e la somministrazione di antibiotici in nessuna delle due popolazioni. Sebbene la diarrea associata a C. difficile si accompagni principalmente all’ospedalizzazione ed alla somministrazione di antibiotici nell’uomo, in uno studio condotto presso la UC a Davis non è stata riscontrata alcuna significativa associazione fra la somministrazione di antibiotici ed i risultati colturali per C. difficile.


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