46a edizione Scivac Rimini

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46° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC

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Il trattamento della lussazione della rotula. Solcoplastica e cranializzazione della cresta tibiale Daniel Koch Dr Med Vet, Dipl ECVS - Università di Zurigo, Svizzera

Estratto breve Introduzione L’indicazione del trattamento chirurgico della lussazione rotulea del cane e del gatto è basata sui segni clinici e sul grado della lussazione stessa. Per ristabilire la normale funzione del ginocchio è necessario effettuare un’osteotomia della cresta tibiale con solcoplastica femorale. Nei soggetti con meno di 5 mesi di vita, si esegue una solcoplastica subcondrale, mentre in quelli di età superiore si ricorre alla solcoplastica a cuneo. Il dolore postoperatorio può essere attenuato quando si riduce la forza retrorotulea. Questo risultato si ottiene mediante cranializzazione della cresta tibiale osteotomizzata. Si esegue un’osteotomia obliqua, che consente un’ampia correzione della lussazione rotulea ed anche un avanzamento craniale della cresta tibiale e del legamento rotuleo. Per le lussazioni rotulee mediali, i punti di repere caudali per l’osteotomia sono il margine craniale del menisco mediale ed il tendine del muscolo estensore delle dita. Oltre a queste correzioni ossee, nel periodo postoperatorio risultano utili le ricostruzioni dei tessuti molli, che però non devono essere impiegate come unico metodo di terapia.

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Tecnica (lussazione rotulea mediale) 1. Tosare l’arto posteriore compresa l’area tarsale e collocare l’animale in decubito dorsale. 2. Dopo l’incisione della cute, si esegue un’artrotomia sulla faccia laterale e mediale, rispettando le fibrocartilagini pararotulee. Si esegue la lussazione della rotula. 3. Si ispeziona il ginocchio (legamenti, menischi, condromalacia, deformità, sinovite). 4. Come punti di repere per l’osteotomia, si identificano la tuberosità di Gerdy lateralmente ed il bordo craniale del menisco mediale. 5. Con una sega, si pratica un’osteotomia obliqua cranialmente ai punti di repere e la si estende in direzione distale. La cresta tibiale osteotomizzata viene ribaltata prossimalmente. 6. Solcoplastica a cuneo: contrassegnare l’inizio della solcoplastica a cuneo con una lama da bisturi. Il punto più alto del solco deve rimanere intatto. Pianificare accuratamente lo spessore della porzione aggiuntiva da rimuovere. Servirsi di una sega X-ACTO per realizzare il cu-

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neo. Fare attenzione a non danneggiare l’origine del legamento crociato posteriore. Rimuovere una porzione aggiuntiva sul lato della lussazione rotulea. Scontinuare il margine acuto alla base del cuneo ed approfondire ulteriormente il taglio sul femore con una pinza ossivora. Riposizionare ed adattare il cuneo fino a che non si ottiene un solco soddisfacente ed una situazione stabile. Se risulta troppo stretto, l’ingresso sopratrocleare del solco può essere ingrandito con una raspa. Riposizionare la rotula e definire l’entità della trasposizione della cresta tibiale laterale senza torcere il legamento rotuleo. Fissare la cresta con un cerchiaggio di tensione in filo metallico utilizzando due chiodi endomidollari da 0,8 mm (gatti) o 1,6 mm (cani di grossa taglia) e un cerchiaggio ad 8 in filo metallico da 0,6 mm (gatti) o 1,2 mm (cani di grossa taglia). Ricostruzioni dei tessuti molli (possibili, secondo necessità): - rilascio del muscolo mediale: resecare il muscolo sartorio ed il vasto mediale separandoli dalla rotula e fissandoli in posizione più prossimale al retto femorale. - Embricatura laterale: la fascia lata viene chiusa con una sutura squamosa. - Le incisioni della capsula mediale e del retinaculum possono essere lasciate senza sutura. - Sutura di derotazione: applicare una sutura intorno alla fabella laterale e nel legamento rotuleo per accentuare la tensione laterale in caso di lussazione mediale della rotula con eccessiva rotazione verso l’interno della tibia. Cura postoperatoria: applicare sull’arto un bendaggio per 3-7 giorni e poi attuare una fisioterapia energica. Controllare la riparazione con esami radiografici immediatamente dopo l’intervento, dopo 6 settimane e dopo 3 mesi.

Bibliografia Schmökel H.G., Montavon P.M. (1993). Versetzung der Tuberositas tibiae mit einer Kranialisation bei der Patellarluxation beim Hund. Kleintierpraxis 38, 805-808. Koch D.A., Montavon P.M. (1997). Klinische Erfahrungen bei der Therapie der Patellarluxation des Kleintieres mittels Sulkoplastik und seitlicher und kranialer Verschiebung der Tuberositas tibiae. Schweiz Arch Tierheil 139, 259-264. Koch D.A., Grundmann S., Savoldelli D., L’Eplattenier H., Montavon P.M. (1998). Die Diagnostik der Patellarluxation des Kleintieres. Schweiz Arch Tierheil 140, 371-374. Slocum B., Slocum D., Devine T. (1982). Wedge recession for treatment of recurrent luxation of the patella. Clin Orthop 164, 48.


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