ATTI 42° completo
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12-02-2001
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42° Congresso Nazionale SCIVAC
L’IMPIEGO DELLA CICLOSPORINA NEL TRATTAMENTO DELLE FISTOLE PERIANALI DEL CANE: ESPERIENZE PRELIMINARI Mussi Daniela A.* Med.Vet., Mortellaro Carlo M.** Med.Vet. *Libero professionista, Desio (MI) **Professore Ordinario di Patologia Chirurgica - Istituto di Clinica Chirurgica e Radiologia Veterinaria, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Milano Introduzione. Con il termine fistole perianali del cane s’intende un’infiammazione cronica aspecifica delle ghiandole perianali. L’adenite, sterile all’esordio, evolverebbe in una infezione cronica, necrotizzante e piogranulomatosa, responsabile della progressiva distruzione degli elementi ghiandolari e della comparsa di ulcere e tragitti di varia estensione e profondità, con possibile coinvolgimento dei tessuti anali, perirettali e perineali. Il Pastore tedesco sembra essere maggiormente predisposto a questa patologia. I trattamenti sintomatici, medici e/o chirurgici, hanno garantito risultati variabili e non infrequenti complicanze: recidiva, incontinenza e stenosi anale. Oggi, sebbene l’eziopatogenesi rimanga ancora non chiarita, gli studi si orientano verso una eziologia di tipo immuno-mediata. Obiettivo. Sono proposte le esperienze degli Autori nell’impiego della ciclosporina per il trattamento di fistole perianali di varia gravità, non complicate da stenosi anale. Materiali e metodi. Lo studio ha incluso 11 cani con fistole perianali di estensione tra 45° e 360°, non complicate da stenosi, accompagnate da lambimento frequente della regione perianale, tenesmo, dischezia ed ematochezia. Si richiedeva un profilo ematologico di base con protidogramma da ripetersi ogni 30 giorni ed una valutazione ogni 2 settimane mediante ispezione, palpazione e fotografia della regione perianale. In 4 casi si è effettuato un controllo della ciclosporinemia (riferimento: 400-600 ng/ml). La ciclosporina (5 mg/kg PO ogni 12 ore) è stata somministrata in associazione con metronidazolo (15 mg/kg PO ogni 12 ore) per 14 giorni, quindi da sola allo stesso dosaggio fino al raggiungimento di un grado di miglioramento stabile prossimo al 95%; infine alla dose di 2,5-3 mg/kg PO ogni 12 ore per 6 settimane. Laddove il grado di miglioramento non raggiungeva la completa guarigione si è proceduto a fistolectomia e sacculectomia bilaterale. Risultati. Sono stati inclusi 10 cani Pastore tedesco, di cui 2 incroci, ed 1 incrocio Setter: 5 maschi interi, 6 femmine (3 ovariectomizzate), di età media di 7,3 anni e peso medio di 32,1 kg. Al 14° giorno di terapia, scomparsi tutti i sintomi, il miglioramento delle lesioni variava tra il 50 ed il 100%. Un miglioramento stabile prossimo al 95% era ottenuto in 4-23 settimane. Trascorse le altre 6 settimane, per il residuare di 1-2 lesioni fistolose puntiformi, 5 cani erano sottoposti a fistolectomia e sacculectomia bilaterale: essi sono attualmente liberi da malattia (4,5-18 mesi); per altri 2 casi non si era ottenuto il consenso del proprietario alla chirurgia: il loro quadro clinico è attualmente stabile. Un cane, esente da malattia da 7 mesi, è stato soppresso per l’insorgenza di mielopatia degenerativa. I rimanenti 3 soggetti sono attualmente esenti da malattia (6,5-7,5 mesi). In 4 cani la cicatrizzazione delle lesioni è stata “esuberante” con comparsa di proliferazioni similpolipoidi diffuse. Due cani sono stati sottoposti a mastectomia (adenocarcinoma). Conclusioni. La ciclosporina ha consentito di ridurre (a volte con rapidità stupefacente) estensione e profondità delle lesioni, permettendo o una remissione totale (soprattutto per i casi meno gravi) o una che, seppur incompleta, ha concesso il ricorso ad una chirurgia meno demolitiva. Purtroppo i suoi costi, soprattutto per la lunghezza trattamento, ne limitano fortemente le possibilità d’impiego. Un più lungo follow-up ed una più ampia casistica sono inoltre imprescindibili per una completa valutazione del farmaco, in particolare per un suo impie go esclusivo.