40° Congresso Nazionale SCIVAC
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SINDROME VESTIBOLARE PERIFERICA SECONDARIA A COLESTEATOMA BILATERALE DELLA BOLLA TIMPANICA IN UN CANE Adamo P. Filippo* Med Vet, Dipl. E.C.V.N., Cantile C.** Med Vet, Mocavero A.* Med Vet, Marioni C.*** Med Vet *Centro Medico Veterinario “Villa S. Francesco”, Roma, Italia ** Laboratorio Istopatologia, Dipartimento di Patologia Animale, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Pisa *** Studio Veterinario Associato, Grosseto Viene descritto un caso di sindrome vestibolare secondaria a colesteatoma bilaterale della bolla timpanica in un cane di razza Carlino, intero, di sei anni di età. Il cane veniva portato a visita neurologica a causa di una sindrome vestibolare ad insorgenza acuta. L’anamnesi recente riferiva improvvisa difficoltà a tenere la stazione quadrupedale e a camminare, testa ruotata a sinistra con tendenza a cadere dallo stesso lato. L’anamnesi remota riferiva una otite esterna cronica bilaterale purulenta, da circa cinque mesi, di grado maggiore a destra che non si risolveva con la terapia antibiotica locale. La visita neurologica rivelava una sindrome vestibolare di tipo periferico del sistema vestibolare di sinistra ed ipoacusia. L’esame auricolare evidenziava materiale purulento nell’orecchio destro con parziale stenosi del canale auricolare, l’integrità della membrane timpanica risultava di difficile valutazione. L’esame auricolare dell’orecchio sinistro rivelava lieve essudazione infiammatoria ed una normale membrana timpanica. L’esame radiografico delle bolle timpaniche rivelava una lieve radiopacità della bolla timpanica sinistra mentre quella destra appariva nella norma. Per una migliore visualizzazione della bolla timpanica sinistra veniva eseguito un esame di Risonanza Magnetica (RM). La RM rivelava la presenza di materiale patologico che occupava totalmente entrambe le bolle timpaniche e di grado maggiore a sinistra. Le caratteristiche di RM facevano presupporre un’origine infiammatoria della lesione. Il materiale patologico veniva rimosso attraverso una bollectomia ventrale bilaterale, esso risultava adeso alla parete ossea delle bolle, facilmente dissecabile, di consistenza fibrosa ed asportabile in grossi frammenti. L’esame istologico lo tipizzava come colesteatoma. Nelle successive settimane il cane compensava la sintomatologia vestibolare, l’otite esterna si risolveva con lavaggi auricolari usando una soluzione di acqua e aceto al 50%; l’ipoacusia e la testa lievemente piegata a sinistra risultavano permanenti. Il colesteatoma della bolla timpanica è una forma di cisti epidermoide dell’orecchio medio costituita da epitelio squamoso cheratinizzato stratificato spesso associato a otite media. In questo caso la sintomatologia neurologica vestibolare periferica di sinistra poteva essere spiegata dal coinvolgimento dell’orecchio interno da parte del colesteatoma e l’ipoacusia dal coinvolgimento bilaterale delle strutture dell’orecchio medio. Conclusioni. L’esame radiografico delle bolle timpaniche in questo caso si è rivelato insufficiente nel delineare la presenza della stessa patologia nella bolla timpanica controlaterale. La RM ha permesso di riconoscere accuratamente l’estensione ed il carattere bilaterale della lesione. In medicina veterinaria questo è il primo caso di colesteatoma bilaterale delle bolle timpaniche.
TECNICHE DIAGNOSTICHE INNOVATIVE PER L’EHRLICHIOSI CANINA Allione Alessandra PhD , Canale Lorena* PhD, Bollo Enrico** MedVet, Poletti Paolo* PhD, *Agrolabo S.p.A., Divisione Diagnostici, Romano C.se (TO), Italia **Dip. Patologia Animale, Università degli Studi di Torino Il genere Ehrlichia appartiene alla famiglia delle Rickettsiaceae e comprende numerose specie, per lo più trasmesse da zecche, che parassitano i leucociti sia degli animali domestici che dell’uomo. Il cane può subire l’infezione naturale da parte di E. canis, E. platys, E. equi, E. risticii. Solamente l’ehrlichiosi dovuta a E. canis rappresenta un’entità clinica importante dal punto di vista epidemiologico; tale infezione colpisce essenzialmente il cane e i canidi selvatici. In Europa l’ehrlichiosi canina si riscontra soprattutto nelle regioni mediterranee. La diagnosi viene effettuata mediante il riscontro di segni clinici ed ematologici, la dimostrazione del parassita nei monociti del sangue periferico e il rilievo di anticorpi specifici. Il riconoscimento dell’agente patogeno è di particolare importanza in soggetti sottoposti a terapia al fine di valutare l’efficacia dei protocolli terapeutici oltre che per confermare un’infezione attiva. Lo scopo del presente studio è di illustrare i risultati di indagini di laboratorio per la messa a punto di un test immunocromatografico per la ricerca di anticorpi diretti contro E. canis e di una metodica basata sulla tecnica PCR per l’identificazione della Rickettsia su campioni di sangue di animali con sospetta infezione. Al fine di ottenere un’elevata specificità del test immunocromatografico è stato utilizzato come antigene di cattura una proteina ricombinante del peso molecolare di 30 kDa. Tale proteina è un antigene dominante costantemente riconosciuto dai sieri di cani infettati sperimentalmente e con infezione naturale. Le prove cliniche effettuate con un elevato numero di sieri hanno dimostrato elevati valori di specificità e sensibilità. Tale test pertanto si configura come un interessante strumento diagnostico a disposizione del medico veterinario per la determinazione rapida e semplice della presenza di anticorpi in cani con sospetto di infezione da Ehrlichia. L’identificazione di E. canis tramite PCR è stata messa a punto utilizzando primers che riconoscono e amplificano la sequenza di DNA codificante la stessa proteina utilizzata per il test immunocromatografico. Questa tecnica è particolarmente sensibile e consente una diagnosi conclusiva e un controllo della terapia.