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I farmaci procinetici facilitano la motilità gastrointestinale. La metoclopramide, descritta in precedenza quale antiemetico, potenzia il rilascio di acetilcolina in determinate aree della muscolatura liscia gastrointestinale. Vengono facilitate la contrazione dell’antro e il rilassamento piloroduodenale, mentre viene intensificata la contrattura dello sfintere esofageo inferiore. Gli effetti della metoclopramide sono limitati allo stomaco ed all’intestino anteriore e vengono antagonizzati dai farmaci che contrastano gli effetti dell’acetilcolina. Il cisapride (0,16-1,25 mg/kg PO, tre volte al giorno (cane); 2,5/5/10 per cani di peso, rispettivamente pari a <5, 5-18 e >18 kg tre volte al giorno PO [cane]; 5 mg/kg PO tre volte al giorno [cane]: T. Tams, ACVIM 1994) è un farmaco procinetico il cui uso nell’uomo è stato approvato di recente negli Stati Uniti. Il prodotto è stato studiato anche negli animali. Analogamente alla metoclopramide, svolge effetti procinetici; tuttavia, a differenza del precedente, agisce sull’intero tratto gastrointestinale. L’attività del farmaco deriva dagli effetti esercitati sui recettori serotoninergici e dall’accresciuto rilascio di acetilcolina a livello della muscolatura liscia del tratto gastrointestinale. A differenza della metoclopramide, il cisapride non è dotato di effetti antidopaminergici ad azione centrale e non è di alcuna utilità quale antiemetico; tuttavia, la sua somministrazione non comporta effetti collaterali a livello del SNC. L’attività del farmaco sulla muscolatura liscia gastrointestinale lo rende utile nei casi di megacolon e megaesofago. Si noti tuttavia che l’efficacia del prodotto a livello esofageo nel cane (dove la muscolatura scheletrica è preponderante) e probabilmente anche nel gatto, è molto limitata. Le azioni periferiche sono antagonizzate dagli anticolinergici. Nell’uomo, il cisapride è caratterizzato da un metabolismo di primo passaggio e da un grado significativo di legame alle proteine. Diversi altri farmaci sono dotati di attività procinetica. Gli effetti gastrointestinali dell’eritromicina probabilmente ne riflettono la capacità di stimolare la contrazione della muscolatura liscia gastrointestinale. Anche gli antagonisti dei recettori H2 svolgono attività procinetica.
DIARREA La terapia farmacologica della diarrea si basa sull’uso di farmaci che modifichino la motilità e/o la secrezione intestinale. La motilità normale comprende contrazioni della muscolatura liscia longitudinale, che spingono il contenuto del lume lungo l’intestino e contrazioni segmentarie della muscolatura liscia circolare, che garantiscono resistenza al flusso del contenuto stesso. Dei due tipi di motilità, l’assenza di segmentazione assume maggiore importanza clinica nella patogenesi della diarrea, dal momento che è il movimento segmentario che induce la ritenzione dei materiali nell’intestino e quindi assicura un ampio riassorbimento di liquidi. Il modulatore ottimale della motilità gastrointestinale deve favorire i movimenti segmentari e inibire la peristalsi. Tale attività è garantita dai derivati della morfina che agiscono a livello della muscolatura liscia intestinale (in virtù degli effetti svolti sull’acetilcolina) favorendo la segmenta-
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zione e rallentando la peristalsi. Tuttavia, la maggiore efficacia di questi prodotti probabilmente deriva dalla capacità di stimolare l’assorbimento di liquidi ed elettroliti a livello intestinale. I farmaci che vengono utilizzati nel controllo della diarrea sono rappresentati da tintura di oppio canforata o paregoric (0,05-0,06 mg/kg da due a tre volte al giorno, PO, nel cane e nel gatto), tintura di oppio (0,01-0,02 mg/kg due volte al giorno, PO, cane o gatto) e loperamide, disponibile come preparato da banco [2 mg/25kg quattro volte al giorno, oppure 0,8 mg/kg tre volte al giorno, PO (cane) e 0,1-0,3 mg/kg PO, da una a due volte al giorno (gatto)]. La loperamide differisce dal difenossilato (0,063 mg/kg ogni 4-6 ore [cane]) in quanto non supera la barriera ematoencefalica e quindi non può essere utilizzato come droga. Il difenossilato (che viene associato ad atropina - che gli conferisce un sapore amaro - per controllarne l’uso improprio nell’uomo) (0,05-0,1 mg/kg da tre a quattro volte al giorno, PO) può essere utilizzato anche nel cane, mentre la somministrazione nel gatto è molto controversa. Gli effetti collaterali di tutti i derivati narcotici comprendono costipazione in seguito ad uso protratto e sedazione. I derivati della morfina sono controindicati nelle diarree associate a endotossine/enterotossine e non devono essere utilizzati unitamente agli anticolinergici. L’efficacia dei farmaci anticolinergici nel trattamento della diarrea rimane controversa. Questi prodotti inibiscono sia la muscolatura liscia longitudinale che quella circolare; pertanto, anche movimenti peristaltici limitati sono sufficienti a indurre diarrea quando la segmentazione è inibita. Infatti, in dosi elevate, questi farmaci provocano la comparsa del disturbo. Tuttavia, gli anticolinergici agiscono anche inibendo la secrezione di elettroliti e liquidi e quindi si dimostrano efficaci nel controllo di determinate forme diarroiche. Questi farmaci sono anche indicati per alleviare il dolore associato alla motilità spastica. Gli anticolinergici che possono essere somministrati per il controllo della diarrea sono stati descritti in precedenza fra gli antiemetici ad azione periferica. In alcuni animali, per il trattamento della diarrea indotta da stress o da cause psicologiche viene utilizzata un’associazione anticolinergica/sedativa. L’uso della ciproeptadina è stato descritto in precedenza. L’utilizzo dei prodotti ad azione protettiva e adsorbente nel controllo della diarrea è tuttora controverso. L’unica eccezione è rappresentata dal salicilato basico di bismuto che in realtà è un antisecretivo [1-2 mg/kg tre-quattro volte al giorno, PO (cani e gatti)] contenente un’antiprostaglandina che può effettivamente modulare la secrezione intestinale degli elettroliti. Inoltre, questo farmaco svolge alcuni effetti antibatterici e antiendotossici. Per questi motivi, è il farmaco d’elezione dell’autore per la terapia sintomatica a breve termine della diarrea. La refrigerazione può migliorarne l’appetibilità. Nel gatto, la porzione salicilica del farmaco viene ben assorbita, per cui in questa specie animale bisogna attenersi ai dosaggi indicati e, se possibile, limitare l’uso del prodotto a 2-3 trattamenti. Allo scopo di adsorbire le tossine associate alla diarrea, è possibile ricorrere al carbone attivo (0,7-1,4 g/kg PO). Altri farmaci antisecretori sono rappresentati dai gluco-