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o la legatura. • Identificare le principali branche vascolari. Quando il lembo viene sollevato e ci si avvicina alla localizzazione del peduncolo, è possibile di solito identificare varie branche vascolari che si estendono a partire da esso. Queste branche principali devono essere conservate. Seguendone il decorso, è possibile identificare il peduncolo vascolare ed effettuarne la dissezione. • Recidere le connessioni cutanee alla base del lembo dopo aver identificato il peduncolo vascolare. Una volta che l’arteria e la vena siano state individuate e isolate, è possibile scontinuare senza rischi le connessioni cutanee residue immediatamente adiacenti ai vasi. • Praticare un’incisione di connessione dal sito donatore a quello ricevente. Il lembo deve essere suturato all’interno del difetto così realizzato. • Per il posizionamento del lembo si applicano diversi punti staccati nelle zone principali. I margini restanti possono essere rapidamente riaccostati utilizzando una sutura continua semplice o delle graffette metalliche. Bisogna evitare di utilizzare le suture sottocutanee profonde per chiudere lo spazio morto, poiché potrebbero interferire con l’apporto vascolare del lembo. • Chiudere il sito donatore con le tecniche di routine. • Al di sotto del lembo assiale si deve applicare un drenaggio di Penrose o un sistema di aspirazione attiva, per facilitare la rimozione dei fluidi della ferita. Di solito, i drenaggi possono essere rimossi dopo 3-5 giorni. • Evitare di applicare dei bendaggi, o farlo con estrema cautela, a meno che non sia possibile coprire l’intero lembo con la stessa tensione. In caso di bendaggio degli arti, i lembi prelevati dalla parete corporea (toracodorsale, epigastricocaudale superficiale) e trasferiti sugli arti sono esposti al rischio di compromissione del deflusso venoso.
Lembi cutanei assiali comunemente utilizzati Lembo cutaneo toracodorsale La branca cutanea diretta dell’arteria e della vena toracodorsali fuoriesce a livello della depressione caudale della spalla, apprezzabile con la palpazione sotto forma di una depressione situata in posizione immediatamente caudale al capo lungo del muscolo tricipite a livello dell’acromion. I vasi decorrono dorsocaudalmente al di sotto del muscolo cutaneo del tronco, seguendo un percorso grossolanamente parallelo alla spina della scapola. L’angiosoma del lembo si estende cranialmente fino a quest’ultima. Il tratto compreso fra i vasi cutanei diretti e la spina scapolare costituisce la metà craniale del lembo. Una linea tracciata alla stessa distanza ma caudalmente ai vasi cutanei diretti e parallela alla spina della scapola delinea il margine caudale del lembo. L’angiosoma si estende dorsalmente fino alla linea mediana e ventralmente fino al livello del peduncolo vascolare. La dissezione può essere estesa oltre il livello della linea mediana dorsale per “allungare” il lembo. Il lembo toracodorsale è utile per la ricostruzione fino a livello della metà dell’avambraccio nel cane e del carpo nel
38° Congresso Nazionale SCIVAC
gatto. I suoi principali svantaggi sono rappresentati dall’estesa dissezione di tessuti molli, dalla formazione di spazio morto e da un risultato estetico non ottimale.
Lembo cutaneo epigastrico caudale superficiale L’arteria e la vena epigastrica caudale superficiale fuoriescono dall’anello inguinale esterno a livello della quinta ghiandola mammaria e si estendono cranialmente parallelamente alla catena mammaria. Il margine mediale dell’angiosoma del lembo è costituito dalla linea mediana addominale. La linea parallela alla catena mammaria e che si estenda lateralmente per una distanza uguale a quella esistente fra i capezzoli e la linea mediana forma il bordo laterale del lembo. All’interno dell’angiosoma primario sono incluse le tre ghiandole mammarie più caudali, ma la dissezione può essere continuata fino a comprendere anche la seconda senza grandi rischi di necrosi. Questo lembo è utile per la ricostruzione dei difetti della faccia mediale degli arti posteriori fino a livello della metà della tibia nel cane e del tarso nel gatto. Il lembo può essere utilizzato per la riparazione di ferite laterali, ma con minore estensione distale.
Lembo del condotto safeno inverso Questo non è un autentico lembo assiale, ma viene dissezionato e si comporta in modo simile. L’apporto vascolare al lembo deriva dai vasi safeni mediali. Questi non formano un apporto vascolare cutaneo diretto come nel caso del lembo assiale, ma piuttosto danno origine a numerose branche cutanee lungo tutto il loro decorso; da qui, il termine di lembo di “condotto”. Normalmente, il flusso del sangue arterioso attraverso i vasi safeni mediali decorre in senso prossimo distale, e viceversa per il flusso venoso. Nella realizzazione del lembo safeno inverso, tuttavia, l’arteria e la vena safena mediale vengono legate in corrispondenza della loro origine a livello dell’arteria e della vena femorale. Il flusso attraverso i vasi viene quindi a dipendere da quello retrogrado proveniente dalle comunicazioni collaterali fra vasi safeni ed altre arterie e vene dell’estremità distale; da qui, il termine di lembo “retrogrado”. Il lembo viene realizzato incidendo la cute trasversalmente a livello dell’origine dei vasi safeni mediali, che successivamente vengono legati. Le incisioni craniali e caudali vengono estese fino a livello del tarso, badando a comprendere all’interno del lembo sia le branche craniali che quelle caudali dei vasi safeni mediali. Il lembo viene sollevato al di sotto dei vasi safeni. È necessario stare attenti a dissezionare il nervo tibiale separandolo dalla branca caudale dell’arteria safena dove si trova vicino al tratto distale della tibia. Insieme al lembo è possibile sollevare una porzione della fascia del gastrocnemio, per assicurare l’integrità della vascolarizzazione. Una volta sollevato il lembo, si pratica un’incisione di connessione fra il sito donatore e quello ricevente e si effettua la trasposizione. Il difetto donatore viene chiuso primariamente. Per i primi giorni il flusso venoso è tipicamente lento, conferendo al lembo un aspetto