38a edizione Scivac Rimini

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il margine cutaneo verso il centro della ferita. Uno svantaggio di queste suture è che fissano la cute ai tessuti sottostanti, non elastici. Nelle aree soggette a movimento, la cute non è in grado di scivolare sui tessuti profondi, per cui forma delle pieghe anormali o risulta orientata in modo insolito quando l’animale assume certe posizioni. A parere dell’autore queste suture sono raramente necessarie o indicate per ottenere la chiusura della ferita.

38° Congresso Nazionale SCIVAC

golo variabile da 30° a 90°; l’angolazione più comune è quella di 60°. L’entità della liberazione ottenuta lungo il corpo centrale è direttamente proporzionale all’angolo formato da questo e le “braccia della Z”. Il corpo centrale viene realizzato lungo la deformazione contratturale, mentre le braccia se ne allontanano. I due triangoli così realizzati vengono sollevati e trasportati, invertendo la conformazione della Z. Ciò esita in un aumento della lunghezza in direzione del corpo centrale originale della Z.

INCISIONI LIBERATORIE (PLASTICHE) Le incisioni liberatorie e le tecniche di plastica sono rappresentate da espansione a rete, plastica a V-Y, plastica ad H e plastica a Z. Espansione a rete. L’espansione a rete può essere utilizzata quando lo scollamento e l’avanzamento diretto dei tessuti circostanti risultano inadeguati per ottenere la chiusura. Questo può essere un particolare problema a livello delle estremità, dove la tensione indesiderata in corrispondenza della chiusura di una ferita può determinare un effetto da laccio emostatico. L’espansione a rete viene eseguita praticando molteplici file parallele di incisioni sfalsate che attraversano a tutto spessore il tessuto scollato che circonda la ferita. Questa operazione consente l’avanzamento della cute verso il centro della lesione riducendo al minimo la tensione. Le piccole soluzioni di continuo determinate dall’espansione della rete guariscono per contrazione ed epitelizzazione. Plastica a V-Y. La plastica a V-Y è una forma di incisione liberatoria in cui si realizza un lembo bipeduncolato che viene poi portato a coprire una soluzione di continuo. La plastica a V-Y nella maggior parte dei casi viene utilizzata per evitare le deformazioni secondarie alla chiusura delle ferite adiacenti a strutture come l’occhio, la bocca e l’ano. Nella cute vicino alla soluzione di continuo si pratica un’incisione a forma di “V” con l’apice diretto in senso opposto al difetto. La cute a livello dell’apice della V viene accostata in modo da formare la “gamba” della “Y”. Ciò permette al lembo bipeducolato di avanzare verso la ferita. Una volta che il lembo sia avanzato sino al punto di consentire la chiusura senza porre sotto tensione le strutture adiacenti, le porzioni restanti della V vengono chiuse in modo da formare le “braccia” della “Y”. L’autore ha riscontrato che questa procedura è particolarmente utile per prevenire l’ectropion secondario conseguente ad escissione di masse adiacenti alle palpebre. Plastica ad H. La plastica ad H viene utilizzata per mantenere la normale conformazione durante la riparazione di deformazioni quadrate o rettangolari. Consiste essenzialmente nel realizzare due lembi peduncolati contrapposti che vengono fatti avanzare verso la ferita. Plastica a Z. La plastica a Z viene utilizzata principalmente per correggere le deformazioni contratturali della cute lungo le superfici flessorie. È formata da un’incisione suddivisa in due braccia ed un corpo centrale. Le braccia possono unirsi al corpo centrale in modo da formare un an-

LEMBI REGIONALI PER LA RIDISTRIBUZIONE DELLA TENSIONE I lembi cutanei vengono comunemente utilizzati nei piccoli animali per la ricostruzione di grandi deficit tissutali conseguenti a traumi o ad ablazioni chirurgiche. Per definizione, un lembo cutaneo si differenzia da un innesto perché mantiene almeno una connessione con il sito donatore. Attraverso di essa, il lembo conserva un apporto vascolare e, quindi, non dipende dalla rivascolarizzazione proveniente dal letto ricevente come avviene invece nel caso degli innesti cutanei. Rispetto a questi ultimi, i lembi presentano numerosi vantaggi ai fini della ricostruzione. Dal momento che conservano l’apporto vascolare, possono essere utilizzati per riparare dei difetti localizzati al di sopra di tessuti non vascolarizzati quali ossa esposte, cartilagini e tendini. Inoltre, tollerano meglio l’applicazione su superfici non uniformi, le contaminazioni e le infezioni, la mobilità e la raccolta di fluidi a livello del sito ricevente. Gli svantaggi dei lembi rispetto agli innesti sono rappresentati dalla maggiore difficoltà nel trovare una corrispondenza di colore, lunghezza e direzione di crescita dei peli e nella dissezione necessaria per il prelievo, potenzialmente più estesa. In generale, l’uso dei lembi cutanei rispetto ai trapianti viene consigliato nelle situazioni in cui è possibile utilizzare un lembo locale regionale.

Classificazione dei lembi cutanei I lembi cutanei possono essere suddivisi in base al loro apporto vascolare, alla localizzazione in relazione al sito ricevente, ed alla direzione o metodo di spostamento. Apporto vascolare. La cute del cane e del gatto riceve il proprio apporto vascolare primario attraverso numerose arterie cutanee dirette. Questi vasi si ramificano in un plesso sottodermico orientato in modo relativamente casuale. I lembi che incorporano un’arteria cutanea diretta nella loro connessione con il sito donatore e che vengono sollevati lungo il decorso di questo vaso vengono indicati con il nome di lembi assiali. Quelli che non comprendono un vaso cutaneo diretto dipendono invece dal plesso sottodermico per l’apporto vascolare e vengono detti lembi a vascolarizzazione casuale o lembi con plesso sottodermico. I lembi assiali hanno il vantaggio di possedere un apporto vascolare affidabile e ben definito. L’area del lembo che può essere prelevata e trasferita con successo quando nella sua connessione è compreso un vaso cutaneo diretto è maggiore del 50% circa rispetto a quella dei lembi prelevabili utilizzando il plesso


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