Professione Veterinaria, Anno 2009, Nr 30

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laPROFESSIONE

Sivae Dalle Associazioni

VETERINARIA 30 | 2009

Questo è un momento importante per la nostra categoria Capire. Ascoltare. Non dimenticare cosa è successo

Paolo Selleri

di PAOLO SELLERI Presidente Sivae oglio esprimere il mio parere riguardo all'assurdo episodio accaduto a Leonardo Brunetti, Presidente Senior Sivae e maestro per molti di noi. Molti ci chiedono cosa possano fare per aiutare. Certamente si può fare molto: capire, ascoltare, non dimenticare cosa è successo. E soprattutto non arrendersi a pensare che niente cambierà e che tanto, in Italia, i veterinari non hanno forza sufficiente per far valere i loro diritti. Il codice deontologico ci chiede di difendere i cittadini e gli animali. Quando ci sembra che le regole e i diritti non vengano rispettati dobbiamo far sentire le nostre voci. Dobbiamo farlo con professionalità e dobbiamo farlo uniti perché in passato la mancanza di una voce forte e unita è stata la causa dello scarso peso politico della veterinaria.

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BRUNETTI NON ERA UNO CHE PASSAVA DI LÌ La violenza subita dal collega Brunetti deve farci aprire gli occhi su quello che sta accadendo e su cui non dobbiamo smettere di vigilare. Perché non è stato dato ascolto ad un veterinario che per anni e fino a pochi giorni prima è stato un consulente della forestale? Il dottor Brunetti non era un veterinario che passava di lì, era il medico che conosceva le condizioni di salute e le terapie che quegli animali stavano facendo ed era da sempre il punto di riferimento dell’ufficio locale della forestale. Perché rifiutare il suo aiuto per la cattura? Molti di quegli uccelli sono addestrati a salirti in mano, ci sarebbero stati metodi meno traumatici per catturarli. Ma soprattutto, perché l'uso della forza?

Pubblichiamo questo intervento del Collega Paolo Selleri, Presidente della SIVAE, Società Italiana Veterinari per Animali Esotici, che riunisce 517 colleghi. Selleri commenta con argomentazioni personali la vicenda Brunetti e rivolge un appello a tutti i veterinari, e l’appello assume un tono corale che ci auguriamo non vi lasci indifferenti. Se ci saranno reazioni saremo ben lieti di ospitarle. L’ANMVI condivide l’assunto che non si debba dimenticare, che si abbia la maturità di una categoria capace di unità e di solidarietà durevoli. Non basta l’emozione del momento. Il caso specifico ci ha dato anche altri motivi di rammarico. Con il WWF, avevamo sviluppato un progetto che è rimasto lettera morta per molte ragioni, finanziarie innanzitutto (anche se la Provincia di Cremona ci aveva aperto le porte del suo Cras), ma non solo. Le linee guida per la gestione veterinaria degli animali ospitati nei Cras e nei Crase sono un documento a tutt’oggi di grande portata. Ma a volte il meglio non piace, disturba, costa fatica, impegno… A noi, al Wwf e all’allora Sottosegretario alla salute Cesare Cursi era sembrato un grande progetto. Molti l’avevano giudicato tale. Ebbene, siamo sempre in tempo a crederci davvero! Quanto ai rapporti con il Corpo Forestale, l’ANMVI aveva accolto favorevolmente l’accordo definito dalla Fnovi con il Nirda che mette a disposizione del Nucleo le competenze veterinarie. Molti colleghi ci hanno subito creduto. A Montecatini, però, qualche cosa non ha funzionato. Non certo per colpa di Leonardo Brunetti. Carlo Scotti

COME VETERINARIO MI FACCIO TANTE DOMANDE A fine Marzo, sono stato nominato ausiliario di polizia giudiziaria in quanto "esperto autorevole" per valutare le condizioni di detenzione del Circo Victor. Insieme a me è stato nominato uno stimato zoologo, membro della commissione scientifica Cites. Il nostro parere è stato espresso con molta attenzione, cercando di non essere influenzati dalle decine di telefonate che ci arrivavano dalle varie parti in causa. Mi chiedo se è normale che un'associazione animalista possa informarsi sulle indagini. Ho dovuto spegnere il telefono per non ricevere consigli e pressioni. Con orgoglio vi dico che la mia relazione era veramente ben fatta. Alla fine la relazione dello zoologo era assolutamente in linea con la mia. Sinteticamente vi riassumo che la nostra relazione valutava le strutture come inadeguate, troppo piccole e mal strutturate ma gli uccelli si presentavano incredibilmente bene, tranne pochi casi non gravi. Ci siamo potuti spiegare questa condizione solo col fatto che gli animali venivano lasciati liberi di volare due volte al giorno. Nel circo c’erano però anche animali che stavano in condizioni disastrose (a mio umilissimo avviso) e per i quali abbiamo valutato le condizioni di detenzione incompatibili, erano: il leone marino e gli alligatori. Il leone marino viveva in uno spazio di 4 x 5 metri pieno di sue feci e poteva accedere all'acqua sottostante

sporca e senza sistemi di filtraggio attraverso una botola di un metro quadrato. Gli alligatori erano tenuti in vasche così piccole che quasi dovevano tenere la testa o la coda girata per entrarci. Anche per loro l'acqua non era filtrata. Da quanto ho capito le nostre relazioni non furono sufficienti ad ordinare il sequestro. Ora mi chiedo: è normale che in ogni città possa essere convocato un veterinario che obbligatoriamente e gratuitamente dovrà prestare la propria opera; dovrà star lontano dal proprio lavoro, dovrà studiare il caso cercando di offrire la sua migliore prestazione? È normale che se ne possa convocare uno in ogni città finché non si incontri quello (magari meno preparato e quindi più vulnerabile) disposto ad accontentare le richieste di un'associazione animalista e di "Striscia la notizia" che a questo punto doveva portare a casa il successo? Mi chiedo. Ora quegli uccelli sequestrati hanno possibilità di volare? Vi pongo queste domande come amico e come collega perché prima o poi verranno a chiedere aiuto anche a voi. Anzi, del vostro aiuto, magari serio e competente non sapranno cosa farsene. Cercheranno le vostre firme. Le firme che convalidino il sequestro. E cercheranno tra i più deboli di voi, tra i meno preparati perché più imbeccabili.

E DOVE FINISCONO GLI ANIMALI? Da amante degli animali sfido chiunque a dire che un animale in gabbia stia bene e che le sue condizioni di vita "rispettino le sue caratteristiche etologiche". Quindi dare una valutazione su un parco o un circo non è facile ma dobbiamo farla, è tra i nostri doveri sociali ed è giusto che sia un veterinario a farla. Però come veterinari e come cittadini dovete chiedervi anche dove finiscono gli animali? Dobbiamo chiederci come si muovono i finanziamenti, chi prende i soldi? Quando li prende? Quando vengono sequestrati animali maltrattati non ci sono centri statali in grado di accoglierli tutti e così i meno “interessanti” vengono appioppati a strutture private che sarà meglio che li accolgano. Chi paga? Quanto paga? Rispetto della quarantena? Test malattie infettive? Non è che muoiono? E se si ammalano chi paga? I centri che accolgono i pappagalli sono testati almeno per PBFD, Polyoma, Chlamydia? Quelli che accolgono le tartarughe hanno i loro animali testati almeno per herpesvirus? È per questo che un numero enorme di animali durante i mesi del sequestro muore, sparisce, viene mangiato. Non dobbiamo difendere una parte o l’altra per presa posizione ma dobbiamo denunciare che forse gli animali vivono male in alcune strutture, ma vivono. Mi chiedo se sia giusto fare sequestri se poi non si hanno i soldi per rimborsare i centri in cui vengono ospitati e se non si può offrire una medicina veterinaria davvero preparata che impedisca la diffusione di malattie infettive. Se non ci sono i soldi è bene non fare certe azioni, soprattutto perché quando (spesso) gli animali sono restituiti al proprietario, questo scoprendo che sono morti si fa rimborsare il danno dallo Stato. A fare i sequestri sono tutti d'accordo ma del destino e delle cure degli animali a nessuno sembra interessare. Quando si esegue un sequestro si

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deve essere certi di poter garantire condizioni di vita migliori, e in questo intendo un giusto compenso a chi riceve gli animali. Quali sono le dimensioni delle gabbie in cui vivono gli animali sequestrati? Quale veterinario li visita? Chi lo ha pagato? Quanto? È competente?

PARTECIPIAMO E RESTIAMO UNITI L'obbiettivo di certe lobby è proprio il superbusiness degli animali. La tecnica politica è il terrore e loro giocano il ruolo dei salvatori. Spesso non hanno alcuna competenza. Nei tavoli tecnici escludono, mettendoli in minoranza, i veterinari quando propongono norme giuste ma non utili alla causa dei loro affari. Lodano i colleghi che eseguono prestazioni sottocosto ed offrono loro in cambio pubblicità e non si curano dei rischi correlati all'inevitabile cattiva qualità della medicina offerta. Non vi chiedo di difendere a spada tratta clienti vari, parchi e circhi (che hanno enormi responsabilità) ma vi chiedo di informarvi e informare. Concludo avvertendovi che delle future morti degli animali sequestrati accuseranno i veterinari dell'una e dell'altra parte. Non caschiamo in questo gioco. Dobbiamo avere chiaro in mente che i sequestri impongono uno stress tremendo agli animali e devono essere eseguiti solo per metterli in situazioni molto migliori. Partecipiamo, restiamo uniti e offriamo al corpo forestale professionisti competenti e non schierati. La veterinaria italiana può offrire molti nomi di professionisti di livello internazionale ma deve essere ascoltata e rispettata. ■

SI È DAVVERO AGITO NELL’INTERESSE DEGLI ANIMALI? erificare se si sia davvero agito nell’interesse degli animali sequestrati nel rifiutare la qualificata collaborazione di Leonardo Brunetti. Lo chiede l’On Gianni Mancuso ai Ministri Zaia e Maroni. Sulle vicende del 4 agosto, quando a Montecatini Terme il Corpo Forestale ha ammanettato il veterinario Leonardo Brunetti nelle azioni di sequestro degli animali del Circo Victor, il collega parlamentare ha presentato una interrogazione parlamentare ai Ministri delle Politiche Agricole e dell’Interno. Il dottor Brunetti, si legge nel testo dell'interrogazione, "ravvisava scorrette azioni di prelievo e manipolazione nei confronti degli esemplari oggetto di trasferimento; in seguito si è appreso che un pinguino trasferito presso l'acquario di Genova è morto poco dopo il trasferimento coatto". Mancuso chiede alcune azioni urgenti: 1. verificare che il personale del Corpo Forestale dello Stato abbia agito entro i limiti dei poteri attribuitigli dal vigente ordinamento; 2. verificare che detto personale abbia agito con il rispetto dovuto al cittadino e professionista dott. Leonardo Brunetti; 3. verificare se detto personale abbia effettivamente agito nell'interesse del benessere animale nel rifiutare la qualificata collaborazione dell'esperto dott. Leonardo Brunetti; 4. revocare ogni procedimento a carico del dottor Leonardo Brunetti che, prove documentali fotografiche e filmate, dimostrano non aver fatto resistenza a pubblico ufficiale, bensì offerto qualificata collaborazione; 5. scongiurare per il futuro il verificarsi di episodi di incresciosa mancanza di rispetto nei confronti di un cittadino, di un professionista e, non da ultimo, del benessere degli animali oggetto di tutela.

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