Professione Veterinaria, Anno 2011, Nr 25

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8-07-2011

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laPROFESSIONE

Palazzo Chigi Attualità

VETERINARIA 25| 2011

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La Finanziaria è una “manovra” contro le professioni? Rientrata la minaccia dell’aumento IVA, il Governo rilancia lo spauracchio delle liberalizzazioni LE LIBERALIZZAZIONI GIÀ IN VIGORE ’Art. 2 (Disposizioni urgenti per la tutela della concorrenza nel settore dei servizi professionali) della legge Bersani prevede i tre seguenti punti, già recepiti nell’ordinamento veterinario: 1. In conformità al principio comunitario di libera concorrenza ed a quello di libertà di circolazione delle persone e dei servizi, nonché al fine di assicurare agli utenti un'effettiva facoltà di scelta nell'esercizio dei propri diritti e di comparazione delle prestazioni offerte sul mercato, dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono abrogate le disposizioni legislative e regolamentari che prevedono con riferimento alle attività libero professionali e intellettuali: a) la fissazione di tariffe obbligatorie fisse o minime ovvero il divieto di pattuire compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti; b) il divieto, anche parziale, di pubblicizzare i titoli e le specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio offerto e il prezzo delle prestazioni; c) il divieto di fornire all'utenza servizi pro-

L l Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha confermato: “Vogliamo entrare seriamente nel campo delle professioni”. La dichiarazione è arrivata nel corso della conferenza stampa di presentazione della finanziaria. La prima versione della manovra conteneva norme per lo sviluppo e le liberalizzazioni che, in maniera confusa, coinvolgevano le professioni regolamentate. Queste norme, espunte dalla manovra, sono ricomparse in un ddl delega a sé, di cui conosciamo una bozza ufficiosa. Già due giorni prima, il Sottosegretario all’Economia Luigi Casero, intervenuto ad un convegno alla Bocconi, dichiarava: “Chiederemo un aiuto anche all’Europa perché è ai modelli più avanzati che dobbiamo guardare”. Potrebbe essere creata una “alta Commissione” con membri italiani, esperti dell’Ocse e dell’Unione Europea. I contatti sono già stati avviati e Tremonti ha chiarito che “saranno avviate attività preliminari di studio coinvolgendo organismi internazionali”. La bozza di proposta di legge delega “in materia di liberalizzazione dell’esercizio delle professioni regolamentate”, all’articolo 1 dà un anno di tempo al Governo per concertare con i Ministeri dell’Economia e della Giustizia, uno o più decreti legislativi. L’iter prevede poi un passaggio al Consiglio di Stato e alla Commissione parlamentare per la semplificazione.

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sani, la bozza del Governo riconosce come principio di liberalizzazione il fatto di prevedere “che gli Ordini non possono vietare la pubblicità all’attività professionale su categorie di mezzi di comunicazione per ragioni di trasparenza, correttezza, dignità e decoro professionale”. Si tratterà di “stabilire che ogni valutazione da parte degli Ordini deve essere riferita al caso concreto e adeguatamente motivata”.

SOCIETÀ PROFESSIONALI Un altro principio sancito dalla bozza di riforma riguarda le società tra professionisti, un aspetto oggi non coperto da nessuna normativa. Ad oggi, le forme societarie (che sono cosa diversa dalle associazioni professionali) sono mutuate dal diritto commerciale (srl, snc). Si prevede invece di introdurre la possibilità di costituire società professionali di capitali, al fine di consentire la realizzazione di iniziative economiche congiunte tra professionisti e soci di mero investimento. Si prevede inoltre la possibilità per i professionisti iscritti agli albi di partecipare a più di una società e la facoltà di esercitare a più di una società e la facoltà di esercitare anche in imprese commerciali. Gli Ordini professionali non potranno fissare “alcun limite o contingente complessivo all’apertura ed esercizio delle attività regolamentate”.

TARIFFE ABOLITO IL DECORO Oltre a confermare i contenuti della Legge Ber-

Confermando i precetti della Bersani e vietando anche la fissazione di tariffe massime, la

bozza di delega vieta agli Ordini “la possibilità di verificare la corrispondenza del compenso richiesto al decoro della professione e all’importanza dell’opera”. Il divieto è introdotto “in coerenza con gli orientamenti dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato”.

fessionali di tipo interdisciplinare da parte di società di persone o associazioni tra professionisti, fermo restando che il medesimo professionista non può partecipare a più di una società e che la specifica prestazione deve essere resa da uno o più professionisti previamente indicati, sotto la propria personale responsabilità. 2. Sono fatte salve le disposizioni riguardanti l'esercizio delle professioni reso nell'ambito del Servizio sanitario nazionale o in rapporto convenzionale con lo stesso, nonché le eventuali tariffe massime prefissate in via generale a tutela degli utenti. 3. Le disposizioni deontologiche e pattizie e i codici di autodisciplina che contengono le prescrizioni di cui al comma 1 sono adeguate, anche con l'adozione di misure a garanzia della qualità delle prestazioni professionali, entro il 1° gennaio 2007. In caso di mancato adeguamento, a decorrere dalla medesima data le norme in contrasto con quanto previsto dal comma 1 sono in ogni caso nulle.

PRATICANTATO Per le professioni che lo prevedono, il praticantato obbligatorio propedeutico all’abilitazione professionale, potrà essere anticipato durante il corso di studi in favore degli studenti che hanno già conseguito un terzo dei crediti previsti dal corso di laurea.

PREVIDENZA

ABILITAZIONE

Fra i criteri di riordino contenuti nella delega figura anche quello di “rivedere il regime dei minimi contributivi previdenziali al fine di introdurre misure agevolative per i giovani professionisti anche attraverso misure compensative interne alla categoria”.

Per le professioni di commercialista e avvocato l’unica condizione per l’iscrizione all’ordine, oltre al titolo di studio, sarà “un periodo di praticantato obbligatorio di durata pari a due anni per l’esercizio della professione forense e di tre anni per quella di dottore commercialista. ■

Anche le Casse nella manovra finanziaria l decreto Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria, si occupa delle casse e degli enti di previdenza, fornendo una interpretazione autentica all'annosa questione della gestione separata INPS, "nel senso che i soggetti che esercitano per

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professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo tenuti all'iscrizione presso l'apposita gestione separata INPS sono esclusivamente i soggetti che svolgono attività il cui esercizio non sia subordinato all'iscrizione ad appositi albi professionali", ovvero attività non soggette al versamento contributivo agli Enti di previdenza privatizzati. Si risolve così una questione annosa, contestata da tutte le Casse, Enpav compreso, secondo le quali il contributo all’INPS è incompatibile con il principio di unicità della posizione previdenziale. Il reddito che viene percepito per l'ulteriore attività svolta dal professionista (pensionato e non) deve infatti essere attratto nella normativa contributiva prevista dall'ente di previdenza verso il quale vi è l'obbligo di iscrizione. La tesi ministeriale è sempre stata di partire dal principio che "chi lavora deve versare i contributi", anche se lavora da pensionato, oltre i 65 anni. Una tesi che si confronta con la norma sulla privatizzazione degli enti previdenziali dei professionisti che appunto si fonda sulla solidarietà di categoria interna senza apporto finanziario dello Stato. Per i

soggetti già pensionati, la manovra 2011 assegna agli enti previdenziali sei mesi di tempo dalla data di entrata in vigore, per adeguare i propri statuti e regolamenti prevedendo "l'obbligatorietà dell'iscrizione e della contribuzione a carico di tutti coloro che risultino aver percepito un reddito, derivante dallo svolgimento della relativa attività professionale". Per tali soggetti "è previsto un contributo soggettivo minimo con aliquota non inferiore al cinquanta per cento di quella prevista in via ordi-

naria per gli iscritti a ciascun ente". Altra novità la soppressione del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale. Un decreto ministeriale attribuirà alla Covip le funzioni che erano del Nucleo, con titolarità al controllo sugli investimenti delle risorse finanziarie e sul patrimonio. Infine, la manovra dà tempo sei mesi ai ministeri dell'Economia e del Lavoro per fissare disposizioni in materia di investimenti finanziari, secondo principi già vigenti per la previdenza integrativa. ■

BLOCCATI I CONTRATTI SSN e disposizioni urgenti per la stabilità finanziaria (DL 98/2011 - Gazzetta Ufficiale n. 155 del 6 luglio) bloccano i contratti fino al 2014 per dipendenti e convenzionati. Sul blocco del turn over, la deroga per le Regioni in piano di rientro sarà effettuata solo in caso di reale necessità per assicurare i Lea. Il Fondo sanitario nazionale potrà aumentare («soltanto» aggiungono i più critici) dello 0,5% nel 2013 e dell'1,4% nel 2014. Per quanto riguarda il

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personale, anche nel 2013-2014 la spesa andrà contenuta entro il valore del 2004 con una riduzione dell'1,4% e la misura sarà applicabile anche sui contratti a tempo determinato e atipici. L’Intersindacale della dirigenza medica e veterinaria ha proclamato lo stato di agitazione e convocheranno gli stati generali della sanità entro il mese di luglio a Roma, chiedendo a tutti gli operatori medici di concordare forme unitarie di protesta.


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