Professione Veterinaria, Anno 2008, Nr 23

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laPROFESSIONE

Dermatologia Focus

VETERINARIA 23 | 2008

Le infezioni cutanee nel cane e nel gatto di RALF S. MUELLER Professore, Dott. Med. Vet., Dipl ACVD, FACVSc, Dipl ECVD di ERIC GUAGUÈRE Dott. Vet., Dipl ECVD, DESV DV problemi dermatologici sono un evento comune nella pratica clinica dei piccoli animali e comprendono più del 20% della casistica. In uno studio recente le infezioni batteriche rappresentavano la principale causa di problemi cutanei nel cane e nel gatto. Per questo motivo è essenziale che il veterinario sia in grado di riconoscere la presentazione clinica, diagnosticare e trattare correttamente queste infezioni, in modo da offrire il più elevato standard di cure veterinarie. I microrganismi residenti sono batteri presenti e in grado di proliferare sulla cute sana normale. I microrganismi residenti più comuni nel cane e nel gatto sono Micrococcus spp., gli stafilococchi coagulasi positivi e negativi, gli streptococchi α-emolitici, Clostridium spp. e diversi batteri aerobi Gram negativi. La flora batterica residente può variare a seconda della sede. Sul fusto del pelo, nella parte distale sono presenti gli stafilococchi, mentre i microrganismi Gram negativi vivono nella porzione più prossimale. S. intermedius è un microrganismo abituale delle narici, dell’orofaringe e dell’area perianale del cane. Se vengono eliminati i gruppi di S. intermedius presenti sulle mucose del portatore, la popolazione batterica cutanea si riduce drasticamente, a indicare che S. intermedius è solo un microrganismo che vive in modo transitorio sulla cute.

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MICRORGANISMI FREQUENTEMENTE OSSERVATI IN CORSO DI MALATTIE BATTERICHE DELLA CUTE Staphylococcus spp Il più comune microrganismo coinvolto nelle infezioni batteriche della cute del cane è senza dubbio lo Staphylococcus intermedius. In uno studio recente che ha esaminato più di 100 cani con piodermite batterica, S. intermedius è stato isolato in circa la metà dei cani e in più di un terzo dei pazienti rappresentava l’unico organismo cresciuto in coltura. Tuttavia, nel cane sono stati identificati altri stafilococchi coagulasi positivi. Staphylococcus aureus è la specie più importante in medicina umana, ma viene isolato anche negli animali da compagnia. In alcuni laboratori le specie di stafilococchi non vengono identificate e i ceppi isolati vengono definiti nell’insieme come stafilococchi coagulasi positivi. Tuttavia, a causa della presenza di stafilococchi multiresistenti e di una possibile trasmissione di tali microrganismi dall’uomo agli animali e viceversa, l’identificazione delle diverse specie sta acquistando sempre più importanza. In passato gli stafilococchi coagulasi negativi non venivano considerati microrganismi patogeni, ma da allora S. epidermidis, S. xylosus, S. simulans e S. hominis sono tutti stati isolati in lesioni in corso di piodermite nel cane. Gli stafilococchi possono essere isolati dalla cute e dal pelo di cani e gatti sani, e per questo motivo l’esito positivo di un esame colturale non è necessariamente indicativo di un coinvolgimento batterico nella patologia. Gli stafilococchi producono un notevole nume-

Piodermite mucocutanea del labbro inferiore in un Pastore tedesco. Foto di Ralf Mueller.

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INFEZIONI SUPERFICIALI Le infezioni batteriche superficiali della cute sono comuni, in particolare nel cane. Possono essere classificate in impetigine, piodermite mucocutanea e follicolite superficiale. L’impetigine nel cane è una malattia batterica causata da Staphylococcus ed è caratterizzata dalla presenza di pustole e collaretti epidermici (scaglie aderenti anulari osservate dopo la rottura delle pustole), che interessano le aree ventrali a pelo rado dei cani giovani. La piodermite mucocutanea è un’infezione batterica caratterizzata da depigmentazione, eritema, edema e/o formazione di croste a livello delle aree mucocutanee. L’eventuale presenza di prurito non è utile per distinguere le diverse reazioni di ipersensibilità o le endocrinopatie che possono fungere da fattori predisponenti. La follicolite superficiale è l’infezione batterica più comunemente riscontrata nel cane. È solitamente caratterizzata da un’infezione delle parti superiori dei follicoli piliferi da parte di S. intermedius. La classica lesione osservata è una pustola di piccole dimensioni con un pelo che protrude al centro (pustola follicolare). La sua comparsa è preceduta frequentemente da una papula follicolare. Col passare del tempo il pelo cade e le pustole si trasformano in collaretti epidermici. Nelle forme croniche predominano l’alopecia, l’iperpigmentazione e la lichenificazione. Nei cani a pelo lungo le lesioni iniziali possono passare inosservate e il primo segno clinico evidente può essere semplicemente rappresentato da un pelo opaco con numerose scaglie, conseguenti alla formazione dei collaretti epidermici.

INFEZIONI PROFONDE ro di sostanze attive nel processo patologico osservato nelle infezioni. Le tossine degli stafilococchi, specialmente la proteina A e l’enterotossina C, regolano l’adesione delle molecole sui cheratinociti e facilitano l’aderenza dei batteri, un prerequisito necessario per l’infezione. Inoltre, possono avere la funzione di superantigeni in grado di attivare i linfociti T in modo non specifico e condurre ad un’esagerata risposta immunitaria e causare una grave infiammazione della cute. Batteri Gram negativi Solitamente la presenza di batteri Gram negativi anaerobi obbligati o facoltativi non è rilevante nelle infezioni batteriche superficiali. Nelle infezioni profonde questi microrganismi acquistano molta importanza. Sebbene gli stafilococchi possano causare infezioni tissutali profonde (solitamente come conseguenza di un’infezione superficiale), possono essere coinvolti altri tipi di batteri. In uno studio recente che ha esaminato la piodermite profonda nel cane, sono stati isolati microrganismi Gram negativi nel 30% dei cani e in più del 10% dei soggetti erano gli unici responsabili del processo infettivo. Negli ascessi da morso, vengono identificati frequentemente componenti della flora batterica come la Pasteurella multocida, ma possono essere coinvolti anche microrganismi anaerobi come Fusobacterium, Bacteroides, Clostridium, Peptostreptococcus e Porphyromonas spp.

rea primaria, l’adenite sebacea o la dermatite atopica nel cane, o una grave malnutrizione con insufficiente apporto di acidi grassi possono tutte compromettere il funzionamento della barriera cutanea. Nei cuccioli e nei cani giovani il sistema immunitario può non essere ancora del tutto maturo, facilitando l’insorgenza di malattie come l’impetigine, in particolare in presenza di una dieta sub-ottimale o di una grave endoparassitosi. Anche lo stress può avere un effetto immunodepressivo e in alcuni soggetti può contribuire allo sviluppo di infezioni cutanee. L’immunosoppressione causata da malattie endocrine, come ad esempio l’ipotiroidismo o l’iperadrenocorticismo, viene maggiormente osservata nei cani di mezza età o anziani. Nonostante i numerosi possibili fattori predisponenti, le cause più comuni delle infezioni batteriche secondarie nei piccoli animali sono le reazioni da ipersensibilità. In ogni infezione cutanea, è necessario trovare e risolvere la causa scatenante, oltre ad avviare una terapia antimicrobica per ottimizzare il trattamento e prevenire le recidive.

INFEZIONI CUTANEE In cani e gatti sani non si sviluppano facilmente infezioni cutanee. La barriera cutanea e il sistema immunitario sono i pilastri dell’efficace sistema di difesa dell’ospite. In presenza di un’infezione, uno di questi due sistemi non funziona correttamente. Il trauma fisico rappresenta il motivo più comune per la compromissione della funzione della barriera cutanea, con conseguenze comuni come ascessi e infezioni tissutali profonde. Le malattie come la sebor-

Follicolite superficiale caratterizzata da papule eritematose sul torace di un esemplare femmina meticcio di 15 anni. Foto di Ralf Mueller.

Le piodermiti profonde sono gravi infezioni batteriche che interessano i tessuti profondi. Possono rappresentare la progressione di un’infezione superficiale trattata in modo inadeguato o insufficiente, o non trattata affatto. I microrganismi raggiungono la parte profonda dei follicoli piliferi e, insieme alla risposta infiammatoria, attraversano l’epitelio follicolare per arrivare nel derma e nel sottocute. Le infezioni profonde che interessano ampie aree del corpo sono solitamente associate ad una malattia concomitante che provoca un’alterazione della risposta immunitaria. Oltre alla terapia antimicrobica, per ottenere una remissione dell’infezione, è importante identificare e trattare anche la malattia concomitante. In caso venga osservata un’infezione profonda, la causa più comune solitamente è rappresentata da un trauma, ad esempio dovuto a morso o a corpo estraneo. Follicolite, foruncolosi e cellulite rappresentano solitamente la diffusione di un’infezione superficiale. Normalmente è presente una malattia concomitante che è necessario diagnosticare e trattare per ottenere risultati ottimali a lungo termine. La demodicosi o il kerion micotico sono frequentemente associati a infezioni batteriche profonde. Gli ascessi sottocutanei vengono frequentemente osservati nel gatto in seguito a ferite da morso. Nel cane gli ascessi sono un evento più raro e, oltre ad essere causati da ferite da morso, possono essere provocati anche spesso da corpi estranei. Riassumendo, le infezioni batteriche rappresentano un problema comune nella pratica clinica dei piccoli animali e compaiono quando la funzione della barriera cutanea e/o del sistema immunitario della cute viene alterata. È necessario identificare e trattare i fattori predisponenti che consentono lo sviluppo dell’infezione, oltre a diagnosticare e a trattare l’infezione batterica specifica, al fine di ottenere un esito ottimale per il paziente. ■


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