PET TREND NOVEMBRE 2015:ok
27-10-2015
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Mammiferi SOCIEVOLI E MOLTO VIVACI, IN ITALIA SONO SEMPRE STATE ALLEVATE PER ORNAMENTO E COMPAGNIA
La capretta tibetana
Igor Pelizzone Medico veterinario, vice presidente Sivae Società italiana veterinari per animali esotici
L
a capretta tibetana, o capra nana africana, è molto probabilmente una derivazione della capra comune Capra hircus, nella sua varietà più piccola, appunto nana, che alcuni indicano di origine somala, altri del Cile o delle Ande. Introdotta in Italia al solo scopo orna-
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PetTrend • Novembre 2015
mentale, è molto diffusa soprattutto negli zoo, nelle fattorie didattiche e negli spazi con animali da cortile annessi a grandi garden. Molto socievoli con l’uomo, è consigliabile tenerle lontane da tutte le piante ornamentali edibili: giovani piante appena piantate, con rami con foglie tenere, fiori e siepi. Può accadere che, presa confidenza con il recinto circostante, provino a uscire scavando nel terreno, per fortuna in genere senza mai allontanarsi troppo. Conformazione anatomica La capretta tibetana è minuta, muscolosa e “panciuta” avendo con un rapporto tra la circonferenza del corpo e l’altezza decisamente superiore a quello di tutte le altre capre. Le femmine sono più
leggere e hanno colli meno tozzi dei maschi. La spina dorsale nella zona lombare è di solito più pronunciata. Il garretto è molto basso e, rispetto alle altre specie, la capretta tibetana ha la tibia e il femore più lunghi. La coda, piccola a tal punto da apparire mozza, è tenuta normalmente verso l’alto. Le gambe posteriori allontanate tra loro sono robuste e adatte al salto. Le corna posizionate sulla fronte sono corte e sottili e hanno funzione difensiva e pratica permettendo di decorticare le piante più coriacee e quindi nutrirsi della corteccia. Gli occhi hanno pupille rettangolari. Peculiarità Se confrontate con le altre capre hanno maggior resistenza fisica e forza anche