La Professione Veterianria 12-2013

Page 13

Professione Veterinaria 12-2013:ok

12-04-2013

11:58

Pagina 13

laPROFESSIONE

Riproduzione Focus

VETERINARIA 12| 2013

13

Le fasi pre e post parto nella cagna Come gestire al meglio il momento più importante e delicato di tutta la vita di una fattrice di MARIA CERMELA PISU Med Vet, Libero Professionista - Torino li studi recenti di neonatologia dimostrano una percentuale di mortalità perinatale nel cane pari al 17-25%, con una mortalità nei primi 5 giorni di vita pari al 70% di questi. Gli stessi studi dimostrano inoltre l’effetto del parto sulla vitalità e sulla sopravvivenza perinatale evidenziando come l’intervallo che intercorre tra la nascita del primo e dell’ultimo cucciolo o tra l’inizio delle doglie attive e la nascita del cucciolo siano in relazione inversa con la sopravvivenza perinatale. Personalmente sono convinta della necessità dell’assistenza al parto cioè della presenza di un veterinario al momento: nonostante la maggior parte delle cagne sia perfettamente in grado di condurre il parto senza aiuti, è comunque necessario valutare i neonati e nel caso intervenire per aiutarli nelle primissime fasi della vita. Proprio per la necessità di monitorare il parto in modo corretto è fondamentale poterlo datare in modo preciso. La datazione potrà avvenire in fase precoce, durante la gravidanza stessa e a termine di gravidanza. La datazione in fase iniziale è possibile conoscendo la data ovulatoria: la gravidanza della cagna dura infatti 63±1 giorni dall’ovulazione. A termine di gravidanza è possibile conoscere la data del parto considerando le variazioni che si hanno in questo periodo: crollo della progesteronemia seguito dal crollo della temperatura rettale a circa 12 ore; comportamento della cagna. Se invece la cagna viene portata in visita durante la gravidanza e non è stato effettuato un corretto monitoraggio dell’ovulazione è possibile datare la gravidanza attraverso misurazioni ecografiche di strutture embrionali (vescicola embrionale) o fetali (diametri cranici, addominali). Convenzionalmente il parto viene suddiviso in 4 fasi: preparazione, stadio dilatativo, stadio espulsivo e secondamento. La fase di preparazione comprende tutte le modificazioni ormonali materne e fetali che portano all’innescarsi del parto e alle modificazioni comportamentali che ne derivano. Nei feti l’ultimo organo a raggiungere la maturazione sono le ghiandole surrenali e, quando queste iniziano la loro attività stimolate anche dallo stress dovuto alla diminuita circolazione placentare, il cortisolo fetale viene riversato nel circolo materno causando un rilascio di prostaglandine F2α le quali hanno azione luteolitica sui corpi lutei gravidici ormai vecchi con conseguente crollo della progesteronemia. Lo stesso cortisolo fetale poi, per attivazione delle aromatasi placentari, stimola la produzione e la secrezione di estrogeni. È proprio l’inversione del rapporto plasmatico tra la progesteronemia e l’estrogenemia ad essere ritenuta responsabile della sensibilizzazione dei recettori uterini all’ossitocina e dei recettori di cervice e canale del parto alla relaxina. In questa fase la modificazione più significativa rilevabile è crollo della temperatura rettale di circa 1,5°C che precede di circa 12-18 ore il parto. A livello fisico iniziano le prime saltuarie, leg-

G

Ecografia di gravidanza con misura del biparietale

Ecografia di gravidanza

gere contrazioni uterine. La cagna si mostra nervosa, cerca un posto per fare il nido e può ricercare la compagnia del proprietario o sfuggirgli. Durante la fase dilatativa, sotto l’influenza della relaxina secreta, inizia il rilassamento dei tessuti vulvari, perineali e l’allargamento della sinfisi pubica e di tutti i tessuti del canale del parto; la cervice si appiattisce dilatandosi in modo graduale; le contrazioni uterine diventano attive e ritmiche e aumentano di intensità e di frequenza man mano che il travaglio avanza. Pur essendo non percepibili dall’esterno queste contrazioni aumentano in modo significativo la pressione endouterina e, per un fenomeno chiamato brachistasi, le fibre muscolari che si sono accorciate durante la contrazione non tornano alla lunghezza iniziale durante la fase di rilassamento accorciando in questo modo significativamente l’utero. Le contrazioni inoltre stimolano i feti a distendere gli arti anteriori e il collo e a disporsi in presentazione cefalica, durante la gravidanza infatti i feti sono disposti cefalici o podalici in egual misura, in un parto eutocico invece almeno il 60% dei feti risulta in presentazione cefalica; la presentazione podalica per quanto ritenuta fisiologica nel cane è sicuramente più rischiosa per ipossia intraparto. Le contrazioni uterine non sono però seguite da contrazioni addominali. La cagna si guarda spesso il fianco perché avverte le contrazioni, la maggior parte delle cagne diventa anoressica. Alcuni autori indicano come durata normale della fase dilatativa 6-12 ore ma non essendo possibile rilevare in modo preciso l’inizio delle contrazioni uterine non è un dato valutabile. Il passaggio dalla fase dilatativa a quella espulsiva coincide di solito con il rialzo della temperatura rettale che indica quindi che il parto è stato innescato e quindi il primo cucciolo deve nascere entro massimo 3 ore. Quando le contrazioni diventano ravvicinate e spingono il primo feto verso il canale del par-

to, è proprio la pressione del feto sui recettori pressori della cervice che, attraverso il riflesso di Ferguson, attiva le contrazioni del torchio addominale: iniziano quindi le vere doglie espulsive. Nello stesso momento il feto, spingendo contro la cervice, rompe il sacco allantoideo favorendo così la lubrificazione del canale del parto e per un meccanismo ben conosciuto nella donna ma ancora poco studiato nella cagna i liquidi degli invogli accelerano la dilatazione del canale del parto e rafforzano le contrazioni. L’intervallo tra l’inizio delle contrazioni addominali e la nascita del primo cucciolo è variabile dai 15 minuti alle 2 ore, più lungo nelle cagne primipare e nelle cagne ansiose. Intervalli superiori all’ora devono comunque allertare e richiedono una visita della paziente. L’intervallo normale tra la nascita di un cucciolo e l’altro è di circa mezz’ora con intervalli più lunghi in cucciolate poco numerose con distanze che possono tranquillamente superare le 3 ore. L’ultimo stadio del parto è il secondamento. Vengono quindi espulsi gli invogli fetali e le placente. Solitamente gli invogli vengono espulsi attaccati al cordone ombelicale e la placenta subito dopo la nascita di ogni cucciolo. In cucciolate numerose è possibile che nascano 2 o 3 cuccioli di seguito e le rispettive placente siano espulse insieme dopo un intervallo variabile di tempo ma di solito inferiore ai 15 minuti. In un parto eutocico la madre subito dopo la nascita libera il cucciolo dagli invogli e gli libera le vie respiratorie, con il lambimento inoltre provvede ad asciugare il neonato e soprattutto a stimolargli il riflesso del respiro. I cuccioli subito dopo si dirigono verso la mammella per succhiare , stimolando così un ulteriore rilascio di ossitocina che riattiverà le successive contrazioni che spingeranno il prossimo nascituro verso la cervice. La fase espulsiva e il secondamento si susseguono quindi sino al completamento del parto.

PUERPERIO Il puerperio è la fase che segue il parto nella quale l’utero e i genitali esterni tornano a dimensioni simili a prima della gravidanza, l’utero completa il suo svuotamento e tutto l’assetto ormonale si prepara per il ciclo successivo. Il puerperio nella cagna dura dalle 4 alle 6 settimane. Questa fase è caratterizzata da perdite vulvari ematiche o verdastre e successivamente mucose; poiché la placentazione nella cagna è di tipo endotelio-coriale non c’è perdita di tessuto al parto e anche le perdite ematiche sono minime. Poiché la cervice rimane aperta per tutta la durata del puerperio e poiché il sangue e le secrezioni uterine sono un ottimo terreno di coltura per i batteri, il puerperio è una fase molto delicata e a rischio di infezioni uterine.

PATOLOGIE PUERPERALI La tetania puerperale o eclampsia è una patologia metabolica dovuta al consumo di calcio per la produzione di latte. Benché possa insorgere anche negli ultimi stadi di gravidanza, è tipica delle prime 3 settimane di puerperio quando la produzione lattea è massima. Le razze di piccola taglia sono predisposte, mentre un fattore di rischio è la numerosità della cucciolata per l’aumentata richiesta di latte.

L’eziopatogenesi è da ricercarsi in un alterato metabolismo del calcio con una deplezione di quello extracellulare. Un’alimentazione sbilanciata in gravidanza può predisporre all’eclampsia per l’inibizione della funzione delle paratiroidi e della spinta verso lo stoccaggio osseo di questo minerale. La sintomatologia iniziale è caratterizzata da irrequietezza, polipnea, secchezza delle mucose, se l’ipocalcemia non viene corretta in breve tempo inizieranno le contrazioni muscolari tonico-cloniche con iperestensione degli arti sino ad arrivare al trisma mandibolare tipico della tetania da cui la patologia riprende il nome; l’ipocalcemia porta poi a ipertermia, tachicardia e a ipocinesia cardiaca. Se non si interviene con terapia entro poche ore può sopraggiungere la morte. La terapia si basa sulla somministrazione EV lenta di Ca gluconato (dai 2 ai 20 ml a seconda della gravità e del peso) associato ad infusione lenta di destrosio al 5%. Durante la somministrazione è fondamentale un corretto monitoraggio cardiaco per riconoscere e correggere tempestivamente eventuali aritmie o forti bradicardie. Non appena la paziente sarà di nuovo in grado di alzarsi e alimentarsi, l’integrazione di calcio potrà essere mantenuta per os. È poi importante allontanare alternativamente i cuccioli dalla madre e integrare con alimentazione artificiale e, se dovessero ripresentarsi sintomi anche lievi di ipocalcemia, allontanare l’intera cucciolata e intervenire con antiprolattinici per interrompere la lattazione.

ENDOMETRITE POST PARTUM È la patologia puerperale più frequente: poiché lo scolo vaginale è costante e la cagna si lecca, frequentemente la causa primaria sono i batteri della cavità orale che risalgono il canale del parto e trovano nell’utero le condizioni favorevoli per colonizzarlo. I sintomi sono quindi quelli di una endometrite acuta con scolo vulvare purulento e maleodorante, ipertermia, abbattimento, disinteresse verso i cuccioli e spesso agalassia associata. Per poter intervenire in modo corretto con la terapia sarebbe necessario un esame batteriologico dei fluidi uterini ottenuti mediante lavaggio. La terapia si basa quindi sull’antibiotico indicato dall’antibiogramma, associato a protocollo con cloprostenolo per ottenere un perfetto svuotamento uterino e a lavaggi uterini con soluzioni antibiotate. Per prevenire le endometriti puerperali è necessario assicurare un perfetto svuotamento uterino post partum, è quindi consigliato somministrare a 2 ore dalla fine del parto e almeno una seconda volta entro le 24 ore 2-5 UI di ossitocina IM o SC così da promuovere i premiti da secondamento. Non è utile invece somministrare ossitocina dopo questo intervallo perché entro le 48 ore dal parto si disattivano i recettori. È invece sconsigliato l’uso di metilergometrina perché promuove sì la contrazione del miometrio ma in modo tonico e non peristaltico, ne risulta quindi una contrazione uterina molto dolorosa ma poco efficace.

SUBINVOLUZIONE DEI SITI PLACENTARI Nella cagna, l’involuzione uterina si completa in 12-13 settimane, entro questo termine l’utero deve essere tornato alle sue dimensioni


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
La Professione Veterianria 12-2013 by E.V. Soc. Cons. a r.l. - Issuu