Ricerca e Analisi sulla rete Italiana Eurodesk

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La seconda C: lavorare in rete costa. Una cooperazione potenzialmente fruttuosa rimane una potenzialità se mancano sistemi di collegamento sufficientemente economici in rapporto allo scopo perseguito e al risultato atteso. Al contrario, la disponibilità di media a basso costo, come il Web e le e-mail, ha reso possibile la creazione di reti di relazioni e scambi che prima potevano avvenire solo tra chi condivideva uno spazio fisico circoscritto, come un quartiere o una città. Fare rete, quindi, significa porsi il problema dei costi della partecipazione. Se le risorse scambiate sono del tutto o in parte immateriali, questo significa: usare Internet. Oggi è difficile immaginare un network che non sfrutti le opportunità offerte dai sistemi di comunicazione elettronica. Il ricorso su larga scala alle tecnologie informatiche per la comunicazione tra persone, solleva nuovi problemi che riguardano i costi del lavoro in rete. In primo luogo per quanto riguarda le dotazioni hardware e software, le competenze minime di accesso (il cosiddetto digital divide) e i problemi di connettività. Posso navigare? Quanto è veloce? Come si installa? Come mi libero del vecchio fornitore? In secondo luogo perché la moltiplicazione delle opportunità di comunicazione e relazione on line sta stressando due risorse che non vengono affatto risparmiate grazie alle nuove tecnologie: “il tempo e la concentrazione da dedicare affinché le informazioni acquisiscano significato”13. Non è un problema solo della comunicazione sul web. Lavorare in rete, ad ogni livello, significa scegliere come investire il proprio capitale di tempo e attenzione, selezionando tra tanti inviti a giocare, a conversare, a cooperare. Nel mondo di Internet, dove il problema è particolarmente sentito, i web designer sono impegnati nella sfida dell’usabilità : riuscire a realizzare luoghi e servizi virtuali sempre più semplici e immediatamente utilizzabili, in modo da far “risparmiare” i navigatori. Tutto il contrario di chi fa spam, cioè ruba tempo e attenzione agli utenti di Internet inviando messaggi e-mail non richiesti che intasano le caselle di posta elettronica. Dalle e-mail alla realtà, il concetto di spam si va estendendo alla pubblicità troppo invadente, alle telefonate promozionali, agli interventi inutili in una riunione, ai saluti delle autorità in un convegno. In una qualsiasi collettività è uno spammer chiunque consumi, inutilmente, il tempo e le energie mentali degli interlocutori. Sono risorse scarse e indispensabili per la sopravvivenza. Per questo, lo spammer gode della stessa simpatia che nel far west era riservata ai ladri di cavalli.

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