La cooperazione italiana negli anni della crisi

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Tabella 8. Valore aggiunto attivato dalla cooperazione in Italia: contributo totale. Anno 2009

In milioni di euro

Agricoltura, pesca e silvicoltura Estrazione minerali

In %

10.612 41,7 453 9,8

Alimentari, bevande e tabacco

8.320 22,2

Tessile e abbigliamento

1.206 6,4

Articoli in pelle

396 5,7

Legno

484 9,3

Carta e stampa

1.324 10,2

Coke e raffinazione petrolio

2.319 9,4

Prodotti chimici e farmaceutici

917 5,4

Articoli in gomma e altre lavorazioni non metallifere

1.546 7,9

Metallurgia e prodotti in metallo

1.926 5,1

Diversamente, nei servizi le principali mobilitazioni (diretta, indiretta e indotta) di valore aggiunto sono quelle relative all’intermediazione monetaria e finanziaria, con il 16,6% (5,6%, 4,7% e 6,3%); all’informatica e altri servizi alle imprese, con il 13,7% (3,7%, 4,4% e 5,6%); al trasporto, con il 12,0% (4,6%, 3,8% e 3,6%); al commercio, con il 10,5% (2,3%, 2,1% e 6,1%) e agli altri servizi pubblici, sociali e personali, con il 10,3% (1,8%, 1,8% e 6,7%). L’analisi dell’occupazione non si discosta dai risultati settoriali ottenuti con l’analisi del valore aggiunto. Le uniche differenze sono rappresentate dal leggero aumento del peso nelle attività terziarie, che raggiunge il 10,2% e il 10,5%, rispettivamente sui dipendenti e sul totale degli addetti, e, per converso, dalla leggera diminuzione del contributo cooperativo nell’industria in senso stretto, 7,5% su entrambe le variabili (Tabella 9). Ciononostante, è utile mettere in evidenza il numero delle ULA attivate in Italia per via diretta, indiretta e indotta dalla cooperazione nei principali settori economici nell’anno in esame (2009): 528 mila, di cui 199 dipendenti, nell’agricoltura; 333 mila, di cui 277 dipendenti, nell’industria in senso stretto; 233 mila, di cui 151 dipendenti, nelle costruzioni – attività immobiliari e 1.661, di cui 1.244 dipendenti, nei servizi.

Macchinari vari, mezzi di trasporto e altra manifattura 3.651 4,5 Distribuzione di energia e acqua

4.004 10,1

Industria in senso stretto

26.546 8,7

Costruzioni e attività immobiliari

30.374 10,7

Commercio Alloggio e ristorazione

15.870 10,5 4.788 9,0

Trasporto, magazzinaggio e comunicazione

10.932 12,0

Intermediazione monetaria e finanziaria

12.362 16,6

Informatica, R&S e altri servizi alle imprese

18.581 13,7

Pubblica amministrazione

126 0,1

Istruzione

1.796 2,7

Sanità e assistenza sociale

6.087 7,3

Altri servizi pubblici, sociali e personali

6.929 10,3

Servizi Totale

77.471 9,5 145.003 10,1

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, Aida e Istat

Il modello d’analisi dell’impatto utilizzato esalta la capacità delle produzioni cooperative di attivare domanda presso imprese non cooperative, soprattutto attraverso l’effetto indotto18, a seguito del fatto che la quasi totalità della domanda finale è soddisfatta da imprese non cooperative. In particolare, il sottosistema cooperativo ha mobilitato nelle altre imprese un ammontare di valore aggiunto pari a: 3.370 milioni di euro nel primario, di cui 1.121 per via indotta19; 20.685 nel secondario, di cui 12.750 per via indotta; 53.922 nel terziario, di cui 35.326 per via indotta e 17.302 nell’edilizia, di cui 12.877 per via indotta. Per quanto riguarda invece l’industria in senso stretto, le attività dove maggiori sono state le attivazioni complessive (diretta, indiretta e indotta) prodotte dalla cooperazione sono l’alimentare e le bevande, con il 22% (12,1%, 3,8% e 6,3%); la carta e la stampa, con il 10,2% (1,1%, 3,8% e 5,3%); la distribuzione di energia e acqua, con il 10,1% (0,2%, 3,7% e 6,2%); l’estrazione di minerali, con il 9,8% (1,1%, 4,1% e 4,6%); il legno, con il 9,4% (2,6%, 3,2% e 3,5%) e la coke e raffinazione del petrolio, con il 9,3% (0,0%, 3,6% e 5,8%).

Tabella 9. Occupazione attivata dalla cooperazione in Italia per settore economico (in migliaia di ULA): contributo totale. Anno 2009

Dipendenti In %

Agricoltura, pesca e silvicoltura

Addetti In %

199 42,3

528 41,9

3 10,6

4 10,7

Alimentari, bevande e tabacco

62 18,7

79 17,2

Tessile e abbigliamento

24 6,8

30 6,8

Estrazione minerali

Articoli in pelle

7 6,0

9 6,0

Legno

9 10,1

14 9,3

Carta e stampa Coke e raffinazione petrolio Prodotti chimici e farmaceutici

21 10,9

2 9,4

10 5,5

11 5,5

Articoli in gomma e altre lavorazioni non metallifere 28 Metallurgia e prodotti in metallo

8,1

37 5,4

Macchinari vari, mezzi di trasporto e altra manifattura 61 Distribuzione di energia e acqua

26 10,8

2 9,4

4,6

32 8,2 43 5,5 70

4,6

13 10,2

13 10,3

Industria in senso stretto

277 7,3

333 7,3

Costruzioni e attività immobiliari

151 11,6

233 10,8

237 13,0

382 11,0

Commercio Alloggio e ristorazione

90 9,5

130 9,1

Trasporto, magazzinaggio e comunicazione

204 15,9

239 14,7

Intermediazione monetaria e finanziaria

103 19,3

115 18,3

Informatica, R&S e altri servizi alle imprese

262 16,8

389 14,5

Pubblica amministrazione

2 0,1

2 0,1

35 2,5

39 2,5

Sanità e assistenza sociale

125 9,6

138 8,9

Altri servizi pubblici, sociali e personali

184 11,1

228 11,3

Istruzione

Servizi

1.244 10,5 1.661 10,2

Totale

1.871 10,7 2.756 11,4

Fonte: elaborazioni su dati In.balance, Aida, Istat e Unioncamere - Tagliacarne Si ricorda che tale effetto ricostruisce i consumi finali non cooperativi attivati dai redditi generati nei contributi diretto e indiretto e la relativa catena produttiva di beni e di servizi intermedi non cooperativi. 19 Nell’agricoltura il più basso coefficiente di consumo, ovvero della quota dei redditi spesa nell’acquisto di prodotti agricoli, attenua l’attivazione indotta. 18

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