Il Tempo Ritrovato

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Il tempo ritrovato

Ali Al Jabiri Mauro Baldino Young Sil Choi Ahmed Felemban Massimo Fiocco Antonio Laglia Michela Lenzi Cristina Madini Mariza Pauluk Germana Ponti Claudio Recchi Gianluca Tedaldi

A cura di Tiziana Di Bartolomeo

7 Luglio - 30 Agosto 2007 Biblioteca Elsa Marante Via A. Cozza, 7 - Lido di Ostia


espressioniarte@gmail.com a cura di Tiziana di Bartolomeo


Il tempo ritrovato Parlare di tempo è come tornare alle origini della coscienza umana, al mito, ai fondamenti e ai misteri della nostra condizione. Il tempo fugge, plasma, dona e ruba, come Cronos genera e divora le sue creature. Come nel mito greco, si può usare qualche astuzia per ingannare questo inesausto logorio delle cose stabili e sostituire ciò che il tempo divorerebbe con qualche altra cosa, insomma salvare il salvabile. Proseguiamo, infatti, col mito. Per salvare il giovane Zeus dall’inevitabile fine toccata ai suoi fratelli, la madre Gea – cioè la Natura, la terra – ingannò il consorte che ingurgitò una pietra invece del neonato e così, cresciuto, Giove conquistò poi l’Olimpo. Giove è espressione della coscienza vigile, della ragione, della certezza, della nuova consapevolezza che la stirpe umana ha raggiunto nel suo crescere. Pur nella nuova condizione di dominio sul tempo (tempo minutamente incatenato dai nostri cronografi, descritto nel succedersi annuale, disciplinato in ogni sua fase), il progenitore Cronos sembra aver mantenuto un potere incantatore che sfugge alle certezze. Fuggono gli istanti più cari, si allontanano i volti, sbiadisce la gloria; per contro, anche il dolore più fiero si stempera e negli antichi sarcofagi si trastullano i pesci della fontana. Il Tempo ha mantenuto un suo sotterraneo potere, si rimette all’opera ad ogni assopimento della ragione, della vigilanza del nostro volitivo controllo sulle cose. Questa mostra si lega al tema, vago e allo stesso tempo profondo, della nostalgia per ciò che abbiamo non più a portata di mano che ci era caldo al contatto e si è allontanato inesorabilmente. Come dice il titolo, però, la mostra si concentra su ciò che a questo fuggitivo tempo è caduto per strada e che, nel vano nostro rincorrerlo, abbiamo ritrovato. Spoglie, naturalmente, piccole cose, alimento per le illusioni o per un collezionismo disincantato eppure testimoni della nostra perenne condizione di pellegrini dell’esistenza. A nessuno forse piace questa definizione di itinerante pellegrino che, pure, ha tutto il rispetto dei Padri della Chiesa. Forse, fare pace con il nostro predone personale, quello che ci sottrae il tesoro delle certezze è già un momento di verità che non può essere più rubato. L’arte offre immagini, le immagini entrano attraverso l’occhio nel cuore e spaziano, si avvoltolano in ciò che stava prima di loro e creano un teatro di personaggi. Lasciamo che questa esperienza possa prendere anche noi spettatori. La scelta è varia. Ci sono linguaggi franchi e inoppugnabili, ci sono allusioni che parlano alla cultura o, all’opposto, alle viscere. Ci sono diaframmi poetici per velare il troppo certo e verità scoperte per allontanare la compagnia dei tentennamenti. Ce n’è per molti. Storico dell’Arte Gianluca Tedaldi

La memoria delle cose I Greci dicevano nella loro mitologia che le Muse, le virtù della creatività e della fantasia, sono le figlie di Memoria, ossia Mnemosine. Basterebbe questa considerazione a far comprendere quanto vasto e di quale importanza sia il tema della memoria – anche – in rapporto alle arti visive. La memoria, come capacità di conservare determinati “fatti” e sensazioni, rimanda a un complesso di funzioni psichiche, che i Latini distinguevano usando due diversi termini. Chiamavano infatti memoria la facoltà che custodisce le percezioni dei sensi, e reminiscentia, quella che le restituisce. Nel punto di incontro tra queste due caratteristiche e, più in generale, tra memoria e percezione, sta il concetto centrale di immagine. Ma, parlando di memoria, è lecito pensare non solo in termini individuali, ma anche di memoria cosiddetta collettiva, o storica: ad essa infatti attinge la storia, che a sua volta la alimenta, per salvare il passato e soprattutto per giovare al presente e al futuro. In questo senso è di fondamentale importanza l’esistenza di luoghi della memoria comune: musei, biblioteche. La disponibilità dei documenti di una comunità diventa finalmente pubblica, e gli spazi di raccolta e di fruizione di collezioni in origine private divengono aperte e accessibili a tutti. Così accade in questa esposizione d’arte, raccolta di opere di artisti a volte diversi per stili e percorsi personali ma accomunati da un intento di ricerca e di riflessione che ruota intorno a temi come il tempo e, appunto, la memoria, condizioni essi stessi della creatività. Un’ultima osservazione: Il tempo ritrovato è ospitata, non a caso, proprio presso una biblioteca, che per l’occasione si fa contenitore di arte nelle sue molteplici accezioni. Storico dell’Arte Cristina Danese


I nostri artisti ALI AL JABIRI

La pittura di Ali Al Jabiri riesce a fondere la tradizione con la modernità, la lezione dell’arte mesopotamica, culla della civiltà occidentale, con una libertà di tratto e una matericità del tutto contemporanee. I suoi soggetti sono drammaticamente divisi tra la rivisitazione di elementi “mitici”, specie in alcuni volti e storie, alla urgente attualità delle opere ispirate dalle devastazioni di anni di guerra nell’Iraq da cui proviene.

Ali Al Jabiri Astratto 1 polimiterica

Ali Al Jabiri Astratto 2 polimiterica


Mauro Baldino Ponte rotto

Mauro Baldino Foro romano

MAURO BALDINO

Autore di pitture di paesaggio che traggono ispirazione da luoghi a lui cari, spesso elementi architettonici o monumentali della Roma del passato, oppure vedute marine. Questi soggetti nella loro “classicità”, sono filtrati dalla rilevanza dell’elemento cromatico e dalla fisicità di un colore steso in pennellate dense e pastose che danno forma a visioni poetiche.


YOUNG SIL CHOI

La sua produzione artistica affronta con sicurezza temi della figurazione come il paesaggio e la figura umana. La progressiva semplificazione delle forme reali si spinge fino a diventare momento di contatto tra figurativo e astratto, attraverso l’uso di colori che trovano tra loro un equilibrio che restituisce le impressioni di lontananza e plasticità del dato di realtà raffigurato.

Young Sil Choi L’imbrunire

Young Sil Choi Riverberi


AHMED FELEMBAN

Nelle sue tele Felemban riesce ad imprimere una notevole potenza cromatica, creando superfici di straordinaria modernità. La figura umana, spesso donne, forse velate, comunque avvolte in manti colorati, costituiscono i personaggi privilegiati di una personalissima rappresentazione dell’esistenza, i cui colori e la cui intensità hanno un’evidenza quasi espressionistica.

Ahmed Felemban Ricordi

Ahmed Felemban Ricordi


Massimo Fiocco Paesaggio sul fiume MASSIMO FIOCCO

Chi l’avrebbe detto a Massimo Fiocco che la sua intensa e anche fortunata attività di scrittore teatrale, (con quella così forte premessa del genitore tutto votato alla letteratura drammatica) dovesse poi aver esito nella pittura (che per fare un ultimo inciso - lo aveva pur affascinato nella primissima adolescenza) e, soprattutto, in una pittura tutta di pasta, di colore: formale e non letteraria. Massimo è un uomo appassionato, giovane intimamente, sempre pressato dall’urgenza di sviscerare il suo lancio vitale; al vederlo ha il cappello a larghe tese, spesso il soprabito, le maniere del gentiluomo. Nello studio ha la febbre, divora e sovrappone storie d’arte della modernità con avida capacità prensile e quando si pone di fronte al dipinto parla una lingua di solo colore. Non che la forma non esista per lui ma ha la funzione dei versi di certe canzoni, che tengono dietro alla melodia. La materia lo interroga, lui tenta le sue risposte, si crea un dialogo e poi il dialogo si interrompe o si ricostituisce con una contraddizione. É un rapporto segreto, profondamente sincero, l’ambizione è quella di ricostruire il tessuto emotivo della vita nelle mutate dimensioni della tela e del pigmento. Metamorfosi per una palingenesi. Paroloni? Si, ma con una ragione. Come diceva Picasso, la pittura è una menzogna che serve a scoprire il vero. Ci si trasforma per liberarsi di ciò che non ci appartiene; d’altra parte, ciò che si cerca coincide quasi sempre con ciò che si è perduto in un momento imprecisato della nostra storia passata, forse l’adolescenza. Sotto le sue mani la Natura si trasforma, le rocce diventano organiche, la vegetazione si fa, alla Cezanne, petrosa. La Palingenesi è una rinascita di ciò che era esausto. Nella pittura di Fiocco si succedono continuamente queste fasi di espansione, di ripensamento e di recupero di energie che sono quasi tangibili nei ragionamenti cromatici con i quali si esprime.

Massimo Fiocco Terre bruciate


ANTONIO LAGLIA

Il rapporto con il vero è un tratto fondante nelle opere di Antonio Laglia, si tratti della raffigurazione di oggetti, di paesaggi o, come spesso accade, di ritratti. La perseveranza del suo lavoro di conformità con il dato reale da luogo a tele in cui l’armonia cromatica del tonalismo di matrice realista si accompagna a una spiccata capacità di introspezione, in un’atmosfera di palpabile intensità.

Antonio Laglia Natura morta con calzini scarpa cappello e scatola

Antonio Laglia Claudia


MICHELA LENZI Ricorre al colore puro, con un rimando quasi incalzante tra i toni fondamentali che vanno a comporre tasselli di immagini. Partendo da soggetti reali e procedendo per scomposizione e attenzione al dettaglio, Michela Lenzi crea composizioni che si avvicinano al non figurativo, per ricomporsi però, non appena l’osservatore se ne distanzi, nell’unitarietà dell’elemento fattuale di partenza

Michela Lenzi Da una quercia innevata

Michela Lenzi Reef


Cristina Madini Senza tempo

Cristina Madini Imperfetto

CRISTINA MADINI Cristina Madini è ideatrice di quadri che sembrano fuoriuscire dal tempo in una dimensione di relatività e di silenzio, sulle tracce di misteri primari e assoluti. Una luminosità atmosferica e diffusa crea la distanza tra gli oggetti e chi li guarda, e immette in essi una sorta di bagliore interno. Sono oggetti in cerca di autore, che dia loro un ruolo e un senso definiti, in quello che lei stessa definisce un “universo sospeso tra realtà e finzione, tra la norma e l’assurdo, tra l’ordine e il caos”.


Mariza Pauluk Foresta Mariza Pauluk Calle

MARIZA PAULUK Nei suoi still life Mariza Pauluk si serve di pochi colpi di pennello per stendere una materia pittorica che delinea campiture di colori accesi e sfavillanti e che si fa, letteralmente, rappresentazione. Impasta le luci e le poche ombre in un insieme a volte fedele alla realtà, a volte liberamente mediato, emblema della realtà vitale, limpido e allo stesso tempo distante.

Germana Ponti Pescatori Germana Ponti Pescatori

GERMANA PONTI Racconta paesaggi, luoghi, situazioni quotidiane con inquadrature sospese, quasi immobili. Dipinge ciò che vede, scene di lavoro o momenti di solitudine, con sincerità, attraverso volumi plastici che esprimono l’istanza perentoria della sua pittura.


Claudio Recchi Natura morta barattoli

Claudio Recchi Natura morta Sedia

CLAUDIO RECCHI La produzione artistica di Claudio Recchi, per quanto decisamente figurativa, tuttavia interpreta la realtà attraverso un uso estremamente libero del colore, che crea una pittura quasi tattile. Come ha scritto G. Tedaldi “spesso i suoi paesaggi sono lente stratificazioni di esperienze interiori nelle quali grandissima importanza ha il rapporto con la materia, che lo rende un interprete straordinariamente vicino, pur nella sua natura di creatore di immagini, alle esperienze dell’informale”.


GIANLUCA TEDALDI La densità dei colori adoperati suggerisce effetti quasi materici che definiscono la volumetria delle figure. Gli accordi tonali si risolvono in un’alta intensità luminosa e le tele sembrano spesso immerse in una dimensione atemporale. Tedaldi si è nel tempo avvicinato, come lui stesso ha detto, “alla ricerca di temi o spunti che diano al dipinto una qualità narrativa, con qualche riferimento al realismo magico”.

Gianluca Tedaldi Leonessa

Gianluca Tedaldi Senza titolo


Si ringraziano:

Ceramiche Artistiche e Bomboniere Via dei Misenati, 30 - Ostia Lido.

Maria Pia Pompili.

Alaska Yogurteria Via Vasco de Gama, 61 - Ostia Lido



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