Erodoto108 n°19

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GLI OCCHI DI ERODOTO ERODOTO108 • 14

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VEDIAMO CIÒ CHE SIAMO ogni giorno lo scrittore paolo Ciampi va a dormire con l’idea di un viaggio che prima o poi dovrà assolutamente fare.

Vai a capire perché una storia entra nella tua vita e decidi di raccontarla.

intervista di Stefano busolin ‘La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo’. Non so esattamente perché dopo avere riletto l’intervista a Paolo Ciampi mi è affiorata questa frase scritta da Fernando Pessoa. Uno che non viaggiava, non si muoveva proprio. Poco anche nella sua città, Lisbona. Tempo fa lessi un libro scritto da uno zelante studioso che ha ricostruito, attraverso libri, lettere e diari, articoli di giornale i movimenti dello scrittore. Ebbene Pessoa durante la sua vita si è mosso in un raggio massimo di 2 km dalla sua abitazione. Proprio il contrario del nostro ‘un uomo in viaggio’. Paolo Ciampi fa fatica a definirsi scrittore, ma giornalista lo è di sicuro, anche se non disdegna una riflessione critica sulla professione. Ha lavorato molti anni come redattore o corrispondente per diversi quotidiani: da Il Giornale di Montanelli al Manifesto, dal Secolo XIX a Il Tirreno. È stato Presidente dell’Associazione Stampa della Toscana e oggi dirige l’Agenzia di informazione della Giunta Regionale Toscana. Che altro dire? Non ci resta che viaggiare con lui nell’intervista.

Viaggiatore, scrittore o giornalista? Chi è Paolo Ciampi? non so se sia una manifestazione di vanità, ma mi viene da rispondere come Fernando Pessoa, il poeta portoghese delle identità incerte e degli infiniti io che siamo noi: ‘sono variamente altro da un io che non so se esiste’. Lavoro da molti anni come giornalista, ma con crescenti perplessità sul senso di questa professione. Ho pubblicato due dozzine di libri e faccio ancora fatica a considerarmi uno scrittore. Ho sempre per la testa qualche viaggio, però mi domando se i viaggi più belli non siano quelli che mi allontanano con la fantasia… Se proprio devo, provo a definirmi ‘un uomo in viaggio’. Quando hai capito che la scrittura sarebbe diventata una componente essenziale della tua vita e ne avresti fatto la tua professione? In realtà forse non l’ho ancora capito. A ogni libro mi stupisco ogni volta, come un autore inedito che finalmente trova la strada della pubblicazione. Semmai col tempo sono diventato meno ansioso rispetto a ciò che posso e non posso proporre a un editore. Prima di tutto, ci deve essere un viaggio bello come un racconto, una storia che merita di essere scoperta. Poi si vedrà. Però per ritornare alla domanda: prima sono stato – e sono – un lettore vorace.


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