Erodoto108 n°7

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ove sono i rapanui? Qualcuno per fortuna c’è, e non è rigido, non è serio. I rapanui (poco meno di 6000) hanno nomi come Pakarati, Tuki, Hito, vagheggiano l’indipendenza dal Cile (a cui l’isola è annessa dal 1888) ma senza lotta armata, e sono per lo più agricoltori, allevatori e tassisti. I moai non sono trasportabili e verrebbe da chiamarli con un nome da critico letterario o scrittore spiantato di Roberto Bolaño. Rogelio Estrada, Sebastián Urrutia Lacroix, Hilario Halubras. A questo punto verrebbe anche da metter loro un cappello di paglia.

D

Dicono che appena atterrati sull’isola si senta un profumo intensissimo di terra, di humus. Non lo sentì Ernesto Guevara. Nel 1951 lui e Alberto Granado persero la nave per l’isola, quella successiva partiva sei mesi dopo. Troppo. Andarono a nord, verso Cuba, incontro a un altro destino. 'L'isola di Pasqua! L'immaginazione ferma il suo volo in verticale e prende a girarci intorno. 'Laggiù per le donne avere un fidanzato di pelle bianca è un onore'. Laggiù lavorare, neanche per sogno, le donne pensano a tutto, uno mangia, dorme e le fa contente'. Quel luogo meraviglioso, dove il clima è ideale, le donne ideali, il cibo ideale, il lavoro ideale (nella sua beata inesistenza). Perché non fermarsi un anno lì, che importano gli studi, lo stipendio, la famiglia, tutto il resto….' (Ernesto Guevara, Diario, 1951)


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