Frutteto Diffuso - Public Orchard

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Frutteto Diffuso

progettazione per una agricultura del paesaggio

Erica Boito 2011



indice 7 9 11 17 23 27 35 37 43 49 55 61 65 69 73 77 81 85 89

Introduzione

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Contesto e analisi Paesaggio pedemontano bellunese Frutteto antico 117 Frutteto antico e coltura intensiva 119 Progetti e ricerche di riferimento 123 Strategia Diversità coltivata Scelta delle varietà coltivate Cosa valorizziamo dell’antico Cosa introduciamo Utenti del Frutteto Diffuso Frutteto nelle stagioni Rete del frutteto Racolta e immagazzinamento Distribuzione Strumenti agricoli Microarchitetture nel campo Elementi informativi

Progettazione di alcuni elementi Casa sull’albero Camicia rivisitata Conclusioni Bibliografia Webgrafia


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Dedicato a mio padre



introduzione

progettare per il riemergere di antichi valori agricoli Queste pagine nascono dall’interesse per un territorio e la sua comunità, cioè dall’amore controverso per un paesaggio, inteso, quest’ultimo, come prodotto della relazione fra abitanti e abitato.¹ L’atteggiamento è di natura progettuale: avanzare una proposta che sia strumento di sviluppo locale, cioè che sia capace di valorizzare le risorse specifiche del luogo, e nel quale il ritorno dell’investimento sia il ben-essere della comunità e dell’ambiente in cui vive; il modello locale si distingue per originalità e autenticità rispetto al contesto in cui viene sviluppato, caratteristica che si estende dal modello di funzionamento ai prodotti ottenuti. In questi termini, tale sviluppo non può

che non abbracciare risorse e finalità di natura culturale: si vedrà come questo termine si trovi all’origine stessa del progetto. Il paesaggio interessato da questa ricerca è la pedemontana bellunese, per la sua ambiguità intrinseca di territorio né prettamente montano né prettamente urbano (non coinvolta nelle dinamiche urbanistiche della pianura e non inserita nel sistema turistico delle alte Alpi) e perché, a fronte delle specificità naturalistico-ambientali, risulta deficitaria di corposi progetti di valorizzazione del territorio. Infine, perché luogo di origine di chi scrive, da cui la buona conoscenza, non geografica ma vissuta. Esiste implicita (o tralasciata nel tempo) una possibilità di cultura ed economia introduzione

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rurale, come esistono campi e boschi, che sia dedizione e non fruttamento dell’ambiente. In questo contesto, e data la presenza nel territorio di un patrimonio genetico di biodiviersità sia spontanea che coltivata, un sistema-frutteto di antichi frutti locali sembra uno strumento adatto per un progetto che abbia come obiettivo autenticità e cultura, e che coinvolga i cittadini nel disegno del paesaggio e nella costruzione del benessere. Si recuperano le varietà di frutti coltivate anticamente e si istituisce un sistema di frutteti-giardino, a sostenere la dimensione ri-creativa e piacevole dell’attività agricola e dell’ambiente coltivato. I vantaggi che se ne traggono sono la sostenibilità del progetto in 8

termini di produzione e consumo locali, il piacere e l’effetto terapeutico delle pratiche di coltivazione, la qualità dell’alimentazione, la sperimentazione a livello organolettico delle differenze, la pluralità coltivata come paragone per le pluralità culturali, la conoscenza e l’apprezzamento della stagionalità, la diffusione della sensibilità sul tema dell’abitare consapevole. Il progetto nasce in seno ad alcune dinamiche e sensibilità già attive: gli studi etnobotanici condotti dal Parco delle Dolomiti Bellunesi e dal Museo Etnografico della provincia di Belluno, dedicati alla raccolta e conservazione di antichi saperi agricoli e della rispettiva cultura, e al progetto della Comunità Montana Bellunese di catalogazione delle piante da frutto, in collaborazione

con Veneto Agricoltura. Alla luce di questi studi, l’obiettivo progettuale può essere descritto in questi termini: attivare dinamiche e progettare gli strumenti che favoriscano il riemergere degli antichi valori agricoli e coniugarle al tempo presente. Chiamiamo questa proposta Frutteto Diffuso: una controproposta allo sprowl urbano, che coniuga le esigenze e i caratteri diversificati e diversificanti dell’epoca contemporanea (tecniche, culture, approcci, ruoli..) con la lentezza e la spaziosità del frutteto antico e con l’invito che esso porge a prendersi cura. ¹ tratto dal convegno Per un Osservatorio del Paesaggio, Belluno 23 ottobre 2010.


contesto e analisi



paesaggio pedemontano bellunese lo sguardo di un abitante Il frutteto è il pretesto e lo strumento per prendesi cura, coltivare nuovamente il territorio, secondo le necessità e le dinamiche contemporanee. La pedemontana bellunese non è stata totalmente inghiottita dallo sprowl urbano che dilaga nel Veneto e non è stata destinata alla agricoltura intensiva, sia per ragioni storiche che in grandi misura per questioni morfologiche: il rilievo (che la caratterizza assieme alla valle) è responsabile di generali codizioni sfavorevoli per l'alta industrializzazione e organizzazione razionale e produttiva del territorio.¹ Se ci guardiamo intorno dal finestrino di un treno o di un auto, o se osserviamo un'immagine satellitare, ci rendiamo

conto della dominanza del “verde” o del “naturale” rispetto ai modesti agglomerati urbani situati nelle valli, lungo le vie di comunicazione. Queste vaste porzioni di territorio costituiscono le risorse ambientali. Le attività economiche e i centri abitati si sono concentrati a partire dalla seconda metà del '900 in valle, causando un lento abbandono delle zone collinari e montane. I nuovi aggregati urbani sembrano seguire lo lo stile del “nonluogo”, si sviluppano lungo le principali vie di comunicazione, disponendo attività economiche, commerciali e parcheggi senza una progettazione di qualità degli spazi pubblici e dei servizi ai cittadini. La configurazione del territorio non rispetta gli interessi degli abitanti, ma piuttosto segue quelli contesto e analisi

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dell'edilizia e di una economia grezza, che non attribuisce valore a cultura, originalità, qualità della vita... La montagna abbandonata, non più lavorata, causa lo spargersi della boscaglia di poco pregio, la discesa in paese di cervi e cerbiatti, la diffusione del fenomeno zecca... in generale provoca un inselvatichimento paragonabile ad un giardino trascurato, dove qua e là si trovano ancora i segni di presenza umana attiva. Nel giardino trascurato troviamo vecchie piante rare, frutti antichi, nicchie di preservazione biologica, disordine, conoscenze antiche, colline, boschi, ancora prati falciati, muretti a secco, mulattiere, chiesette, case in pietra, ecosistemi; una ricchezza biologica e culturale che si è preservata, proprio 12

grazie al disagio del rilievo che ha conservato una originalità locale. Com’era prima? È la domanda che spesso ci si pone nostalgicamente. Il punto è recuperare il patrimonio genetico e culturale che sentiamo di star abbandonando, e declinarlo al presente secondo le dinamiche, le necessità e caratteristiche a noi contemporanee. Perciò la domanda diviene: quali strumenti e quali dinamiche attiviamo per la realizzazione del progetto attuale? ¹ Gilles Clément, Manifesto del Terzo paesaggio, Quodlibet 2004, Macerata. Immagine sattellitare del Comune di Ponte nelle Alpi, caso studio preso in analisi. Fonte: googlemaps


contesto e analisi

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Localizzazione del caso studio: aree individuate per l’impianto dei frutteti giardino


MONTE SERVA

MONTE DOLADA

cortina 60 km

PONTE NELLE ALPI

belluno

COI DE PERA

PIAVE

venezia100 km



il frutteto antico giardino e diletto

Del frutteto antico ci interessa, come suggestione e riferimento, l’immagine del frutteto-giardino: l’obiettivo è aprire l’antico giardino padronale a tutta la cittadinanza, facendone un luogo dall’utilizzo pubblico. Non vi è mai stata una vera e propria economia del frutteto nella storia del bellunese; tuttavia, questa coltura è stata presente, documentata a partire dal secolo diciasettesimo, seppure in forma minoritaria rispetto ad altre colture e dedizioni dei terreni (cioè campi e pascoli). Il frutteto era, infatti, più che terra di rendita, un giardino che accompagnava la casa padronale. In questi termini, come leggiamo nel prezioso testo del Barpo del 1633,¹ il frutteto era un luogo per la coltura

della mente, un luogo dell'ozio, che permetteva al signore di fuggire dalla difficoltà della città. Il frutteto antico vantava di molteplici varietà, ottenute e preservate secondo la tecnica dell'incalmo, su specie vigorose e selvatiche, che davano alla pianta aspetto maestoso e vita secolare. La vicinanza alla casa padronale era dovuta solamente in parte alla prevenzione dei furti del raccolto, ma anche per il diletto stesso del possidentedi occuparsi e di oziare nel giardino stesso. Per quanto riguarda l'economia bellunese, i prodotti della frutticoltura erano principalmente destinati all'autosostentamento: il commercio ebbe un solo momento di espansione quando, grazie all'iniziativa di contesto e analisi

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commercianti e alla sistemazione delle strade, si aprirono i commerci con l'Austria e con zone adiacenti; la cosa però durò poco e si tornò alla produzione per autoconsumo.² Con il dissolversi della struttura latifondiera delle terre e con il diffondersi di contadini proprietari, il frutteto inizia ad essere dominio anche del popolano, il quale lo dispone nei pressi della propria casa; il contadino continua a considerare il frutteto una coltura secondaria per importanza economica, dopo i campi e il bestiame, e ad intenderlo come luogo della sperimentazione e della produzione di un sur-plus alimentare e culturale. Un’attenta analisi della relazione fra l’uomo, l’albero da frutto ed il sapere (infine: la coltura della 18

frutticolura), si trova negli studi di etnobotanica condotti dal Parco delle Dolomiti Bellunesi, in particolare nella pubblicazione Biodiversità coltivata nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Indagini agronomiche ed etnobotaniche sulle varietà dell’agricoltura tradizionale, oppure nei percorsi e del Museo etnografico della provincia di Belluno (Seravella di Cesiomaggiore, BL). ¹ Gianluigi Secco, Trascrizione ragionata dell’opera di Giovan Battista Barpo Le delizie e i frutti dell’agricoltura e della villa, tre libri svolti in trattatelli dettagliati dove con avvedutezza diligenza e perfetta esperienza si scopre la grandezza della raccolta e il profitto abbondante che dal farla ottimamente coltivare se ne raccoglie. Anno di fine scrittura 1632,

Bellumat Editrice 2008, Belluno. ² Antonio Maresio Bazolle, Il Possidente Bellunese (1887), a cura di Daniela Perco, Comune di Belluno, Biblioteca Civica 1986-1987, Feltre.

Modello del frutteto antico, con rete economica, sociale e strumenti utilizzati. Con frutteto antico intendiamo i caratteri che si sono mantenuti a partire dal XVII secolo fino alla prima metà del XX.


elementi e dinamiche presenti nel giardino...

giardino privato il frutteto in prossimitĂ della casa

biodiversitĂ coltivazione di varietĂ differenti e alberi a simmetria radiale

... e fra giardino e territorio

rete economica autoconsumo vendita diretta vendita nei mercarti locali rete sociale attivitĂ agricole familiari feste paesane

tradizione il frutteto come luogo di tra-dizione di saperi e scambio di conoscenze

strumenti per innesto, per la raccolta, trasporto ed essicazione

ricreazione il frutteto antico inteso come luogo del diletto e della coltura della mente

contesto e analisi

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Oggetti presenti nel Museo Etnografico della Provincia di Belluno. Dall’alto a sinistra in basso a destra: utensili per l’innesto e la potatura, camicia per la raccolta delle mele, strumenti per la raccolta dei frutti, cesto in vimini, essicatoio per frutta. Il Museo Etnografico della Provincia di Belluno e del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi (Seravella di Cesiomaggiore , BL) si configura come centro di coordinamento delle attivitĂ e delle iniziative riguardanti la cultura popolare nel territorio, fornendo strumenti scientifici e supporti operativi per il loro sviluppo; si occupa di rappresentazione del patrimonio di conoscenze e di esperienze riguardanti la vegetazione e gli animali finalizzate alla sopravvivenza nel territorio montano; propone una interessante raccolta di strumenti e tecniche.


strumenti antichi

contesto e analisi

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frutteto antico e coltura intensiva perché scegliamo l’antico In un progetto di sviluppo che si basi sull'attività agricola, non può non essere considerata la coltura intensiva, cioè il fenomeno piu diffuso nel mondo dell'agricoltura. Vogliamo comparare questo modello con il modello antico, che invece rimane il nostro primo riferimento. Il frutteto antico si differenzia fortemente dalle colture moderne non solo per le tecnologie impiegate, ma soprattutto per il differente obiettivo della coltivazione; se infatti il frutteto moderno ha come imperativo la produzione in grandi quantità e la razionalizzazione del processo produttivo, il frutteto antico, inteso come giardino, affianca alla produzione la funzione dello svago e del diletto; del piacere. La relazione con l’albero è

affettiva, il sapere e la curiosità sono tramandati oralmente. Il frutteto antico, insomma, è abitato. A livello ambientale e paesaggistico il frutteto antico è molto più sostenibile: richiede minori apporti di irrigazione e trattamenti, produce piante sane e non rifiuti speciali (contrariamente alla coltura intensiva),¹ invita la popolazione a prendersi cura del territorio. La sostenibilità è anche nella filiera distributiva, in quanto il consumo e la produzione sono locali, e nelle biodiversità delle coltivazioni (versus monocolture). L’offerta è di alto valore, con prodotti di qualità nutritiva e organolettica oltre che culturale, differenziati fra loro e differenziati dai prodotti normalmente commercializzati. Per contro, le attività agricole di contesto e analisi

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raccolta richiedono maggior tempo e laboriosità, date le dimensioni delle piante; per lo stesso motivo (la secolarità della pianta), nel frutteto antico ci si deve attrezzare di pazienza e lentezza, sapendo che la pianta impiegherà almeno 5 anni prima di entrare in regime produttivo, per poi mantenersi in attività per decenni. La forma e gli spazi del frutteto dipendono principalmente dalla tipologia di pianta, cosiddetta portinnesto, su cui si esegue l’innesto, appunto; il frutteto antico è formato da grandi alberi secolari, mentre la coltivazione intensiva utilizza piccole piante, meno resistenti, facilmente gestibili e dal ciclo di vita breve. Queste piante si trovano normalmente disposte “a spalliera”, forma che si 24

ottiene “tirando” i rami lungo ifilari e quindi riducendo la simmetria radiale dell’albero ad uno sviluppo bidimensionale. La geometria del campo è fortemente segnata dal disegno del filare, cui contrapponiamo una distribuzione libera e non ortogonalizzante degli alberi a piena chioma che si avvale di alberi maestosi e selvatici. Possiamo sintetizzare che la coltura intensiva risponde agli interessi di un proprietario produttore, mentre il frutteto antico è la chiave di lettura per una agricoltura che rispetti gli interessi e i valori della popolazione e dell’ambiente, e perciò modello di sviluppo locale.

¹ Giorgio Bargioni, Manuale di frutticoltura, Edizioni Edagricole,Bologna 2001

Confronto fra impianto del frutteto antico e coltura intensiva, secondo i parametri di irrigazione, trattamento, produzione e forma. fonte: Giorgio Bargioni, v, Edizioni Edagricole,Bologna 2001


frutteto antico

trattamenti poca frequenza, bassa intensitĂ

coltura intensiva

forma del frutteto alberi differenti fra loro

trattamenti alta frequenza e intensitĂ

prodotti frutti in grandi quantitĂ

prodotti frutti, relazioni, cultura irrigazione poca necessitĂ

forma del frutteto piante identiche a spalliera

irrigazione costante e programmata

contesto e analisi

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progetti e ricerche esistenti

progetti di conservazione di antichi frutti, didattica e diffusione e consumo Frutteto Diffuso nasce in un terreno fertile e sensibile per quanto riguarda le tematiche della coltivazione consapevole, del recupero di antiche varietà, del valore e del piacere del nutrirsi bene; troviamo infatti progetti e ricerche sia a livello locale, che internazionale. Molti progetti si dedicano alla riscoperta e conservazione di antiche varietà e alla loro diffusione; spesso le attività si aprono alla didiattica, specialmente dedicata ai ragazzi in età scolare (per es. nella forma di orti didattici), e integrano l’attività produttiva con un’offerta e didattica e turistica; è il caso degli agriturismi e delle fattorie didattiche. Un aspetto molto sviluppato è quello alimentare, cioè legato alla salute, al

piacere e all’arte del mangiare bene, con i movimenti del biologicoe di Slow Food.

contesto e analisi

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Biodiversità Coltivata

Civlità Contadina

Oasi Galbusiera Bianca

A livello locale è importantissimo lo studio di etnobotanica “biodiversità coltivata” condotto dal Parco delle Dolomiti Bellunesi e dal Museo Etnografico di Seravella. È consultabile in rete il catalogo delle piante censite, organizzato in “scheda agronomica”, “iconografia” e “testimonianze”. A livello regionale, VenetoAgricoltura sta curando un progetto di recupero e valorizzazione di germoplasma autoctono veneto di melo e pero, con conservazione ex situ.

Civiltà Contadina è una associazione presente sul territorio nazionale, dedicata alla salvaguardia della biodiversità rurale. Si occupa di conservazione di semi, di orti scolastici ed in particolare, fra le funzioni del portale web, fornisce una mappa de Cibo Locale, cioè delle fattorie che producono biologicamente o biodinamicamente.

Fra i progetti affini di interesse che aprono i propri spazi alla didattica, troviamo la realtà dell’Oasi Galbusiera Bianca (Rovagnate, Lecco), oasi protetta del WWF; propone orti didattici, visite per le scuole, uno spazio per seminari e aree di coltura biodinamica. Integra le attività produttive con quelle educative e ricreative; struttura gli spazi per accogliere visitatori ed eventi.


Slow Food

Fondazione Campagna Amica

Rete GAS: Gruppi di Acquisto Solidale

Slow Food è il movimento per la tutela e il diritto al piacere. Promuove, comunica e studia la cultura del cibo in tutti i suoi aspetti.La sua mission è: educare al gusto, all’alimentazione, alle scienze gastronomiche; salvaguardare la biodiversità e le produzioni alimentari tradizionali ad essa collegate: le culture del cibo che rispettano gli ecosistemi, il piacere del cibo e la qualità della vita per gli uomini.; promuovere un nuovo modello alimentare, rispettoso dell’ambiente, delle tradizioni e delle identità culturali, capace di avvicinare i consumatori al mondo della produzione, creando una rete virtuosa di relazioni internazionali e una maggior condivisione di saperi.

Campagna Amica si rivolge a consumatori, produttori agricoli, cittadini, per mettere insieme le risposte ai temi dell’alimentazione, turismo, ecologia. E inaugurare così una nuova qualità della vita.Gli strumenti sono la vendita diretta, i punti Campagna Amica (Farmer’s market, punti vendita aziendali, cooperative agricole, consorzi agrari, imprese aderenti al circuito km zero, aderenti ai gruppi d’acquisto), i Mercati Campagna Amica (mercati gestiti direttamente dai produttori) e la Spesa informata. Dall punto di vista del turismo organizza vacanze in campagna e attività per il tempo libero nella natura (agriturismi, itinerari).

Un gruppo d’acquisto solidale è formato da un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro. Un gruppo d’acquisto diventa solidale nel momento in cui decide di utilizzare il concetto di solidarieta’ come criterio guida nella scelta dei prodotti. Solidarieta’ che parte dai membri del gruppo e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, al rispetto dell’ambiente, ai popoli del sud del mondo e a colore che subiscono le conseguenze inique di questo modello di sviluppo.

contesto e analisi

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progetti nei giardini

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PAV: Parco d’Arte Vivente

Andy Goldsworthy:Fieldgate

MADE: Vines Pavilion

Centro sperimentale d’arte contemporanea, è un sito espositivo all’aria aperta, un nuovo museo interattivo, un luogo di incontro e di esperienze in laboratorio, un centro di ricerca attento al dialogo tra arte contemporanea, natura, biotecnologie ed ecologia, pubblico e artisti.

Lavorando direttamente con materiali naturali del posto e senza le protesi artificiali che sono gli strumenti, la coordinazione triangolare fra occhio mano mente si associa al mondo della condizione infantile, all’ammirazione per le cose minuscole e i primi tentativi di ordinare piccoli rami e foglie.

Un pergolato che richiama, per struttura e materiali, i giochi per bambini all’aria aperta e le case sull’albero; si intreccia e si costruisce con la vegetazione.


Slinkachu: Big Bad City

Playground naturali (Friburgo)

Tom Chudleigh: Tree Sheres

L’opera dell’artista crea un piccolo mondo parallelo urbano: una sorta di catalogo delle attività umane; utile suggestione per studiare dei dispositivi di gioco e ri-creazione e per guardare differentemente gli oggetti del quotidiano.

Realizzazione di una serie di parchi gioco utilizzando materiali naturali e lasciando ai bambini la fantasia e la possibilità di sperimentazione, in chiave ludica, delle funzioni e possibilità implicite.

Il desiderio di arrampicarsi su un albero viene dall’infanzia e porta con sé qualcosa di primordiale. Questa è una delle molte case sull’albero possibili che ne derivano: sono luoghi intimi, piacevoli, nell’ambiente naturale; dei rifugi per leggere, giocare, riposare, in una relazione speciale uomo-ambiente.

contesto e analisi

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progetti di design e agricoltura sostenibile

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PIppi Engstedt: Oddapp Farmer’s IPhone App

Buildingstudio: Botanical Garden Pavilion

Pippi Engstedt ha creato la Oddapp Farmer’s IPhone App, che permette di localizzare ed avere informazioni sui produttori agricoli e mercati biologici presenti nel territorio svedese, individuando il rivenditore più vicino.

Padiglione come comunicazione e esemplificazione di sistemi sostenibili; si occupa di dimostrare il funzionamento di tecnologie ecosostenibili a favore dell’abitare e del coltivare.

Aldo Cibic: Rethinking Happiniess Pensa all’agricoltura come parte integrante di un modello di sviluppo sociale ed economico, costruito a partire da un gruppo di progetto composito (economisti, sociologi, deisigner, semplici cittadini) e come scenario del futuro.


Gionata Gatto: Urbanbuds

Jef Geys: Quadra Medicinalis

L’agricoltura come pratica sociale di piacere nel contesto urbano, e l’autoproduzione come soluzione sostenibile, è tema del progetto Urbanbuds di Gionata Gatto.

L’opera dell’artista estrapola le erbe medicinali spontanee presenti nella città; un passo di un percorso più ampio che vede nella coltivazione una pratica artistica e si fonda nel pensiero del “Cradle to Cradle” di Mcdonough e Braungart. contesto e analisi

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strategia



biodiversità fra gli alberi

diversità coltivata: valori, funzioni, strumenti Alla biodiversità coltivata, cioè alla pluralità di varietà vegetali coltivate, si accosta una biodiversità di interventi e relazioni del frutteto diffuso; il frutteto infatti è usato come prestesto per la concretizzazioni di valori, a cui corrispondono differenti tipoligie e strategie di intervento; la diversità si manifesta ad un ulteriore livello: quello della rete fra frutteti ed altri luoghi, come i mercati, le scuole, le biblioteche; il Frutteto Diffuso, per definizione e caratteristiche, non potrà essere infatti concentrato in un unico campo, ma dovrà svilupparsi in una rete che coinvolge diversi terreni e soggetti.

I valori che sostiene il progetto sono la Biodiversità, l’Incontro, come confronto con l’alterità e come base dell’essere sociale, la Coltivazione, come buona pratica e buon atteggiamento nei confronti del bios, il Saper Fare, agricolo e tecnico, la Tradizione e l’Intergenerazionalità, intese come trapasso e scambio di informazioni, valori e storie fra le generazioni; si intende valorizzare i saperi degli anziani e coinvolgere tutte le fasce generazionali nel progetto, con particolare attenzione ai bambini, futuri cittadini. Altro valore fondante è l’Autenticità rispetto al luogo, principio per uno sviluppo locale; questo è possibile grazie alla originalità delle risorse utilizzate (materiale biologico, rete strategia

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sociale, ambiente). Stagionalità e Lentezza sono altri valori che vogliamo far riemergere, intesi come conoscenza, rispetto e apprezzabilità dei tempi e dei prodotti della natura. Gioco e Sperimentazione, come diritto di tutti i cittadini; infine la Sostenibilità, come sistema rispettoso e intelligente nei confronti dell’ambiente e delle persone. Le funzioni del frutteto diffuso che ne derivano possono essere organizzate in quelle che riguardano la parte agricola, quelle che rispondono all’idea giardino, e che insieme quelle che concorrono alla creazione della piazza come luogo di incontro, e ciò che riguarda la gestione dell’informazione e la diffusione del sapere agricolo. Non si tratta in ogni modo di una 38

categorizzazione rigida, ma piuttosto una semplificazione esplicativa. La parte agricola è organizzata in attività agricole collettive, in un programma educativo, nella distribuzione dei prodotti e nella sensibilizzazione alle tematiche della sostenibilità. La dimensione del giardino è supportata da un programma culturale e dai dispositivi presenti nel frutteto; la piazza è pensata come spazio di scambio e incontro, sia dei prodotti agricoli che di materiale artistico-culturale.

Biodiversità fra gli alberi: biodiversità degli alberi e diversità di interventi attorno agli alberi.


diversità coltivata VALORI DEL PROGETTO Biodiversità Coltivazione Saper-Fare frutteto come opportunità per concretizzazione di valori

Tradizione e Intergenerazionalità Stagionalità e Lentezza Autenticità

biodiversità degli alberi

Sostenibilità

biodiversità di attività attorno agli alberi

Gioco e Sperimentazione Incontro

strategia

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Le funzioni del progetto appartengono a due aree principali: quella produttivoagricola e quella culturale-ricreativa, o del giardino; alla prima, appartiene la distribuzione ed il commercio dei prodotti agricoli e del materiale genetico (marze e sementi) e tutta la sfera delle attività agricole, specie nella forma colelttiva. La meta-funzione del giardino è organizzata in programma culturale ed attività ricreative. Fra le due sfere, quella del campo agricolo produttivo e quella del giardino come luogo del piacere, troviamo troviamo altre due funzioni: quella didattica e quella relativa all’informazione e alla gestione del sapere. Ogni funzione trova i propri strumenti e si organizza nelle specifiche attività, come illustrato nello schema accanto. 40


- attività con le scuole - corsi e laboratori nel frutteto

strumenti e funzioni del progetto Strumenti FUNZIONI

- strumenti per l’innesto - strumenti per la raccolta - sistema di - immagazzinamento sistema di trasporto

ATTIVITÀ DIDATTICHE

ATTIVITÀ AGRICOLE COLLETTIVE

PROGRAMMA CULTURALE

- feste stagionali - manifestazioni artistiche - seminari e dibattiti

Frutteto Diffuso -

vendita diretta mercati contadini mercato del giardino rifornimento mense vendita ai GAS distribuzione di marze

ATTIVITÀ RICREATIVE

DISTRIBUZIONE E COMMERCIO

- dispositivi per il gioco - collaborazione con biblioteca - spazi del giardino

INFORMAZIONE E SAPERE

-

catalogo delle varietà mappa dei frutteti sito internet agenda delle attività strategia

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scelta delle varietà coltivate

catalogo degli antichi frutti del frutteto diffuso Le tipologie di piante da frutto locali coltivate constano nelle varietà censite dalla Comunità Montana Bellunese, con il progetto “Antichi Frutti” per un totale di 31 varietà di mele, 8 di pere, 4 di susine, 4 di uva e 1 di ciliegia; a queste vanno integrate piante di piccoli frutti, tipiche dell'ambiente pedemontano (ribes, fragoline, lamponi) ed erbe officinali montane, che, combinate in differenti ricette, comporranno specifici ed originali frutteti-giardino. Nell'insieme si comporrà il catalogo delle varietà del Frutteto Diffuso.

“Le varietà di piante erano un tempo così numerose quanti erano i fazzoletti di terra coltivati. Ogni zona aveva le proprie piante, ogni stagione i propri frutti. Tutte le specie coltivate erano quindi caratterizzate da una grande ricchezza genetica, un enorme mosaico di varietà ed ecotipi locali, determinato non solo dall’evoluzionet biologica, ma anche da una serie di interazioni come le tecniche colturali in relazione al suolo e al clima o le caratteristiche culturali dell’ambiente antropico interessato”. Barbara De Luca, La cultura del melo in Val Belluna, in Erreffe. La Ricerca Folklorica, n. 47, aprile 2003, pp. 59-71

strategia

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varietĂ di mele

1. pon calimano

6. pon de l’imperatore

11. pon de la roseta

2. champagne

7. pon de l’oio

12. pon de la roseta bianco

3. pon bianchi

8. pon de la fragola

13. pon de la segala immagine non pervenuta

4. pon de l’aceto

9. pon de la madona

14. pon de la terza

5. pon de l’acqua

10. pon de la madona de agosto

15. pon del fer

immagine non pervenuta

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16. pon de santa ana (bianco)

21. pon del ruden

27. pon museloi

17. pon de canadĂ

22. pon del signor

28. pon paradiso

18. pon del canadĂ inglese

23. pon ferati

29. pon rosi

19. pon del corlo

24. pon gialet

30. pon verdoi

immagine non pervenuta

immagine non pervenuta

20. pon del roson

25. pon limon

31. pon mantovana

strategia

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varietĂ di pere

varietĂ di ciliegie

1. per butiro

6. per spada

2. per canarin

7. perete

immagine non

immagine non

pervenuta

pervenuta

8. perete sanguigne

3. per de san giacomo immagine non

immagine non

pervenuta

pervenuta

4. per del diaol

5. per moscatei

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1. ciliegia marasca


varietĂ di uve

varietĂ di susine

1. uva clinton

1. susino senza nome

2. uva bacò

2. susino senza nome

3. uva seibel

3. susino senza nome

4. uva americana

4. susino senza nome

strategia

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cosa valorizziamo dell’antico frutteto strumenti, attività, relazioni, prodotti e distribuzione Dell’antico frutteto mantieniamo ciò che era relazionato con la gestione familiare e con la dimensione “giardino”. Le attività agricole collettive e familiari, o comunque dedicate all’autosostentamento, vengono riproposte in chiave contemporanea. Con esse, la rivisitazione degli strumenti di raccolta, trasporto e immagazzinamento. Si recupera la dimensione piacevole e ricreativa del frutteto, come campo di giochi, luogo della lettura e della riflessione, dello svago; la conoscenza e la relazione con l’albero da frutto. Si valorizzano alcune pratiche sociali legate ad esso: le feste del raccolto o comunque stagionali, lo scambio

di saperi e materiali (le marze da innestare o i frutti stessi); lo scambio si istituisce come mercato interno. Per quanto riguarda la distrbuzione locale, si mantiene la vendita diretta e la vendita presso i mercati contadini, anche di prodotti elaborati, come conserve, succhi, frutta essiccata e sotto spirito.

strategia

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“Le conoscenze locali, i saperi, non sono qualcosa di astratto, ma elementi vivi di una cultura, e rimangono tali fino a quando sono praticati da concrete persone, sono perciò strettamente legati alle persone, alla loro storia personale e familiare. E per lo piĂš sono saperi incorporati, che si esplicitano nella pratica, che si sono sedimentati nei gesti, nelle azioni. Sono saperi legati ad un particolare contesto storico e ambientale.â€? Barbara De Luca, La cultura del melo in Val Belluna, in Erreffe. La Ricerca Folklorica, n. 47, aprile 2003, pp. 59-71


elementi valorizzati dell’antico frutteto biodiversità coltivata

attivitĂ agricole collettive

feste

attrezzi agricoli per autoproduzione scambio e trapasso di conoscenze ricreazione

prodotti trasformati

gioco e sperimentazione vendita diretta

mercati contadini 51


descrizione degli elementi antichi valorizzati Gli strumenti del frutteto antico sono strumenti per l’autoproduzione, funzionali alla raccolta su piante alte. Consistono principalmente in scale e sistemi di raccolta dei frutti: un “acchiappa” frutti a manico lungo, una camicia per riporli quando ci si trova sulla scala e utensili vari per innesto e potatura. Si prevedono giornate di attività agricole collettive, oltre che occasioni di scambio di sementi e marze e di saperi. Lo spazio del giardino viene strutturato affinché sia adatto allo svolgimento di attività ricreative spontanee e all’osservazione; nel giardino perciò saranno studiati dei dispositivi per il gioco e gli accorgimenti neccessari nel disegno degli spazi del giardino. Per quanto riguarda la produzione 52

agicola, naturalmente si ripristinano le antiche varietà coltivate, ma anche le dinamiche di distribuzione a filiera corta, cioè la vendita diretta presso il produttore e il mercato contadino. Della produzione, vogliamo valorizzare anche i prodotti trasformati, un tempo molto diffusi, poiché garantivano il consumo di frutta anche nei mesi in cui non si trovava fresca, come le conserve, le frutte secche e i prodotti sotto spirito.


organizzazione degli elementi recuperati

strumenti e microarchitetture

attivitĂ e releazioni

distribuzione e prodotti

attrezzi

ozio

biodiversitĂ

ricovero attrezzi

gioco

vendita diretta

raccolta collettiva

feste

prodotti trasformati

scambio

mercati contadini

strategia

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cosa introduciamo nel frutteto

informazione, didattica, rete, programma culturale Gli elementi innovativi rispetto al sistema antico appartengono alla grande categoria dei servizi; ed, infatti, fra gli elementi introdotti vi è proprio la stessa collaborazione con altri servizi pubblici, come la scuole e le biblioteche, le mense scolastiche. L'ambito di influenza e di relazione del Frutteto Diffuso nella rete sociale è molto più ampio rispetto al frutteto antico coinvolgendo una complessità di soggetti: si allarga e tesse relazioni con servizi pubblici, con gruppi di acquisto, con aziende agricole, agriturismi e chiaramente è presente nel web. Nel dettaglio, l'innovazione più forte è l'introduzione di un sistema informativo e di documentazione del sapere, organizzato in: catalogo delle varietà coltivate, mappe dei frutteti con diario

degli alberi, agenda delle attività e calendario agricolo, il tutto supportato da un portale internet. Il sistema inoltre utilizza i prodotti agricoli (la frutta) come veicolo di tale informazione, grazie alle informazioni e ai rimandi contenuti nell'etichetta. Un carattere forte della presenza in internet è la possibilità di scambiare e archiviare informazioni ed esperienze, come osservazioni, ricette o commenti. Altra attività importante introdotta è il programma Edu, un programma didattico che si dedica da un lato alle scuole e dall'altro propone corsi e laboratori per adulti e ragazzi, in ambito extra scolastico. La biblioteca viene coinvolta per potenziare la dimensione ri-creativa e riflessiva del giardino. strategia

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L'antica piazza dove avevano luogo i mercati viene riproposta e inglobata nel frutteto, ampliando la funzione di vendita diretta; questo per recuperare la dimensione pubblica e di incontro-scambio della piazza, elemento mancante negli sviluppi urbani contemporanei. Per favorire le dinamiche della piazza (cioè perché essa non si riduca a spiazzo, campo da calcio o parcheggio, nella peggiore delle ipotesi; o perché la piazza non sia solamente un parcheggio convertito un mattino alla settimana in piazzamercato), sono progettate alcune attività di scambio: il mercato dei prodotti del frutteto, gli scambi di marze e sementi, eventi come spettacoli o dibattiti e feste paesane stagionali, come la diffusa “brusa la vecia”, festa di fine inverno 56

o la festa del raccolto, introdotte in un ambiente certamente più piacevole e appropriato. Si introducono anche delle accortezze sul tema della gestione responsabile dell'ambiente e delle energie: innanzitutto una gestione dell'acqua per l'irrigazione, immagazzinando in cisterne l'acqua piovana (abbondante nella zona) e l'attivazione di un programma di attenzione e studio della sostenibilità, sia dal punto di vista agricolo, che dei materiali utilizzati, che di divulgazione ed educazione. Accanto alla cisterna dell'acqua, fra le microarchitetture presenti, viene disposta una cassa-container per le attività didattiche ed un magazzino temporaneo per la frutta, oltre al già presente deposito degli attrezzi.

Introduciamo inoltre un programma culturale: Letture, racconti, tecniche, cultura, attorno al tema del campo catalogo. La sezione Cultura si occupa di trasmettere e creare domande e saperi, grazie ai sistemi della comunicazione, del progetto e dell’arte. Specialmente dedicata ai giovanissimi, è pensata per tutta la polazione.


rete del Frutteto Diffuso

corsi e laboratori

collaborazione con mense, biblioteche, scuole

gestione sostenibile

eventi in campo

sistema informativo analogico e digitale

mercato nel frutteto

introduzione al progetto

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elementi antichi

strumenti e microarchitetture

attivitĂ e releazioni

distribuzione e prodotti 58

attrezzi

lettura

biodiversitĂ

ricovero attrezzi

gioco

raccolta collettiva

vendita diretta

feste

prodotti trasformati

scambio

mercati contadini


elementi introdotti

cisterna acqua, contenitori per varie attivitĂ

collaborazione con servizi sociali e culturali

mecato nel frutteto

vendita on-line

elementi informativi

rete

attivitĂ didattiche

eventi culturali

Elenco degli elementi antichi mantenuti (in grigio, pagina a fianco) ed elenco degli elementi introdotti ex novo (a colori, questa pagina), organizzati per tipoligia. Genericamente, vengono mantenute e implementate con la rete attuale le attivitĂ e le relazioni sociali, e si introduce un sistema informativo piĂš complesso.

strategia

59



utenti del frutteto diffuso cittadini nel frutteto

Gli utenti possono essere organizzati in categorie con il fine di individuare gli strumenti e le dinamiche più adatte al funzionamento del Frutteto. Prima categoria, è quella dei bambini in età scolare, coinvolti in attività didattiche, ludiche, artistiche, organizzate in collaborazione con la scuola. I bambini partecipano al Frutteto Diffuso anche con le proprie famiglie, entrando quindi nella seconda categoria coinvolta. Le famiglie possono scegliere varie forme e gradi di partecipazione: dal semplice acquisto e consumo dei prodotti del frutteto, dalla frequentazione degli spazi ricreativi del frutteto-giardino e dei suoi eventi (feste, spettacoli..), alla partecipazione alle attività didattiche e alle attività agricole collettive. I cittadini infatti possono

partecipare alla gestione e alla raccolta del frutteto, sia nel frutteto-giardino di uso pubblico, sia presso le aziende agricole che offrono la disponibilità. La partecipazione può essere regolata da formule associative, sia in forma libera e saltuaria. Altri utenti coinvolti nel progetto sono gli anziani, considerati e valorizzati per la loro saggezza agricola e culturale; vengono coinvolti nelle attività didattiche, partecipano agli eventi e alle attività organizzate nel frutteto; sono chiamati ad interagire con i giovani ed i bambini nello scambio intergenerazionale. Soggetti coinvolti in maniera totalmente attiva sono gli operatori e gestori del Frutteto Diffuso, cioè coloro che sono responsabili, che sia nella forma strategia

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operatori del progetto

agricoltori

gestiscono tutto il programma del frutteto diffuso

sono la forza produttiva del sistema

di associazione o di cooperativa, della gestione degli spazi pubblici del frutteto, dell’informazione, delle attivitĂ didattiche e culturali. Si affiancano a questi, gli agricoltori delle aziende agricole, degli agriturismi e i responsabili delle altre strutture coinvolte (scuole, produttori artigiani, biblioteca...) nel Frutteto Diffuso. Altri utenti del frutteto sono visitatori saltuari, passanti e turisti. La partecipazione è curiosa, seppur passiva; in questo caso in particolare diviene fondamentale un’ottima comunicazione del progetto.

Organizzazione delle tipologie di utenti secondo il grado di partecipazione 62

partecipazione attiva


famiglie

anziani

bambini

visitatori

partecipano alle attivitĂ agricole collettive, sono i primi fruitori dello spazio

sono i “saggi� di riferimento per il progetto

partecipano con la scuola

sono saltuari frequentatori e consumatori

partecipazione passiva strategia

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il frutteto nelle stagioni

quali attività, in che periodo? Il frutteto a cielo aperto rispetta per definizione la stagionalità e la manifesta. Le attività sono maggiormente concentrate nel periodo estivo, cioè quello di produzione e lavorazione dei prodotti; anche in virtù del fatto che all’attività fruttifera delle piante in epoca estiva corrisponde ad una maggiore predisposizione ad attività sociali e all’aria aperta da parte dell’uomo. Durante i mesi invernali, le attività sociali continuano, seppur con minore densità: il commercio dei prodotti raccolti nell’estate (alcune qualità possono durare fino ad aprile)e dei prodotti trasformati, e soprattutto l’uso dello spazio nel tempo libero, approfittando di qualche bella giornata e dei dispositivi che dispongono lo

spazio a luogo pubblico, nella forma di piazza e di giardino. Si può osservare perciò che la vita della piazza-giardino copre tutto l’anno, facendosi preponderante rispetto a quella prettamente agricola.

strategia

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distribuzione delle attivitĂ secondo le stagioni


autunno-inverno

primavera

didattica e attività agricole

eventi culturali

mercati e attività ricreative

eventi culturali e feste

mercati e attività ricreative

estate

didattica e attività agricole

eventi culturali e feste

mercati e attività ricreative

frutteto come piazza-giardino frutteto come campo agricolo strategia

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la rete del frutteto

soggetti coinvolti e forme di coinvolgimento Il Frutteto Diffuso è un sistema che attiva e coinvolge una serie di differenti soggetti, specialmente in ambito locale, ma anche globale, nel momento in cui si situa nel web e tesse rapporti con progetti simili ed organizza eventi ed attività a livello internazionale. Il Frutteto è gestito da una associazione di promozione sociale, la quale si occupa di gestire le attività e le relazioni del progetto: al Frutteto Giardino, spazio ad uso pubblico di piena competenza dell’associazione, si affiancano i produttori agricoli ed i ristoratori (compreso compromesso dell’agriturismo); i collaboratori sono le scuole, le biblioteche e in generale le strutture pubbliche sociali ed educative; partecipano al Frutteto Diffuso anche i produttori ed artigiani locali di oggetti

d’uso, ed i cittadini, ed infine i cittadini (partecipando alle attività, consumando i prodotti, condividendo saperi). I luoghi del frutteto diffuso perciò sono molti: non citati ancora, troviamo i frutteti familiari (supportati con materiali e consulenze dal Frutteto Diffuso), ed i mercati contadini.

strategia

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Illustrazione della rete del Frutteto Diffuso: i soggetti coinvolti sono i produttori, i ristoratori, i cittadini tutti, gli enti sociali.


la rete del Frutteto Diffuso

attivitĂ artigianali e produttive locali

aziende agricole agriturismi e ristorazione

mercati

Frutteto Giardino

biblioteca, scuola

frutteti familiari

strategia

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raccolta e immagazzinamento modello e strumenti per le attività La raccolta della frutta, così come le altre attività di gestione del frutteto (potatura, irrigazione, trattamenti), sono organizzate a più livelli. Con il primo livello si garantisce la gestione costante ed efficiente del sistema: sono gli agricoltori delle aziende agricole ed il personale predisposto ad occuparsi costantemente del frutteto. Garantito ciò, il frutteto si apre ad il pubblico di amatori ed interessati, offrendo la possibilità di partecipare alle attività agricole, condotte con attenzione alla didattica, in forma più o meno saltuaria. Il frutteto si apre, cioè, per supportare una sorta di autoproduzione mediata dai gestori del frutteto stesso. Gli utenti che vi partecipano possono essere soci del frutteto, e quindi impegnarsi con

maggiore costanza in un rapporto di “adozione” o “usofrutto” delle piante, oppure partecipare saltuariamente alle attività, in maniera non continuativa. A seconda del caso si stabilisce il tipo di contributo dell'utente per svolgere l'attività ed aquisire I prodotti raccolti. I frutti che non vengono direttamente smerciati il giorno della raccolta, vengono immagazzinati temporaneamente in apposite strutture. Il magazzino, la cassa degli attrezzi, la cisterna dell’acqua e la cassa per materiali delle attività didattiche, costituiscono le microarchitetture con cui si attrezza il frutteto per le attività agricole.

strategia

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La raccolta collettiva è gestita dagli operatori del frutteto, i quali distribuiscono agli utenti i materiali necessari per l'attività. I materiali, cioè le scale, gli strumenti per la raccolta, le ceste e le etichette, sono custoditi in una cassa degli attrezzi mobile, la quale può essere caricata e spostata a traino di un'automobile o caricata in un mezzo cassonato. I frutti vengono raccolti in ceste apposite, impilabili e dotate di maniglia. Gli utenti possono utilizzare le ceste stesse come contentitori per i prodotti che porteranno a casa, nella formula del vuoto a rendere, previa cauzione. I frutti e le ceste saranno etichettati, in modo da consentire la tracciabilità del prodotto rispetto all’albero e al frutteto, 74

indicare l’appartenza al progetto, suggerire la partecipazione alle iniziative del Frutteto Diffuso. La raccolta collettiva è il primo strumento per la diffusione dei valori del Frutteto Diffuso,peché coinvolge a pieno i cittadini nelle attività agricole e nel consumo dei prodotti, ottentendo quindi una responsabilizzazione del cittadino stesso nei confronti della richezza coltivata di cui si occupa il progetto. Le pratiche di raccolta collettiva inoltre abbassano i costi di manutenzione del frutteto-giardino e danno la possibilità a coloro che non possiedono un terreno proprio di goderne i piaceri.


modalitĂ della raccolta collettiva

1. Distribuzione dei materiali necessari alla raccolta, presso il frutteto, con la supervisione di un operatore addetto

2. AttivitĂ di raccolta collettiva, manuale, con scale e sistemi opportuni

3. L’utente può portare a casa la frutta raccolta, oppure lasciarla alla gestione del frutteto, secondo gli accordi presi

strategia

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distribuzione

filiera corta / km 0-100 La distribuzione dei prodotti è uno degli aspetti importanti del progetto, perché è un'attività economica che permette il sostentamento del sistema Frutteto Diffuso e al contempo un veicolo di informazione del progetto stesso, nonché uno strumento per la conoscenza e la sperimentazione della pluralità e stagionalità dei prodotti della terra. Le scelte dei canali e dei metodi distributivi rispettano l'obiettivo di sostenibilità nella logistica e di comunicazione e mantenimento dell'originalità del prodotto. La prima forma di distribuzione è la vendita diretta, cioè la vendita direttamente presso il produttore; il vantaggio è di natura economica e culturale: gli acquirenti infatti

conoscono l'ambiente e la tipologia di produzione dei loro frutti. La seconda forma considerata è quella dei mercati contadini (o farmers' market), con vantaggi simili alla vendita diretta: accorciano la filiera in quanto permettono l’incontro diretto tra produttore e consumatore, sono luoghi di convivialità dove è possibile fermarsi, parlare, consumare un pasto e un bicchiere in compagnia, utilizzano la vendita di prodotti su scala locale (provinciale-regionale), sono aperti puntualmente anche alle "agricolture di fatto" (piccolissimi produttori, come chi coltiva per l’autoconsumo, ma periodicamente ha delle eccedenze da vendere) , sostengono le tecniche biologiche di coltivazione dei prodotti, rispettano la stagionalità ¹ ( per la strategia

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tipologia di produzione, cioè in campo aperto, gli acquirenti sono sicuri di acquistare solo prodotti di stagione, o, nel caso delle mele, prodotti di stagione che si conservano anche 6 mesi). Data l'anima educativa e sociale del progetto, il frutteto è tenuto a fornire, secondo accordi vantaggiosi per entrambe le parti, le mense scolastiche e altri servizi sociali presenti nel territorio. La distribuzione presso queste strutture è accompagnata da un programma di educazione e sperimentazione. Altra forma di distribuzione è l'istituzione del mercato del Frutteto Diffuso, negli spazi stessi del frutteto giardino ad uso pubblico; questo mercato concorre, assieme ad altre forme di scambio, al recupero della funzione di piazza. Il 78

mercato è anche luogo di scambio di altri materiali, come sementi, marze da innesto, libri e in generale conoscenze. Il mercato può avere cadenza settimanale o mensile. Infine, l'aquisto, anche supportato dal portale internet, è possibile per i GAS (gruppi di aquisto solidale)² o altri gruppi che presentino ordini sufficientemente corposi e che si impegnino a visitare o ad aderire alle proposte del Frutteto Diffuso. A proposito della distribuzione, non va scordato che oltre al prodotto fresco, saranno disponibili anche i prodotti trasformati, che garantiscono la distribuzione per tutto l'anno.

¹ Fonte: www.mercatidelcontadino.it (01/03/2011) ² Un gruppo d’acquisto e’ formato da un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro. [...] Un gruppo d’acquisto diventa solidale nel momento in cui decide di utilizzare il concetto di solidarieta’ come criterio guida nella scelta dei prodotti. Solidarieta’ che parte dai membri del gruppo e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, al rispetto dell’ambiente, ai popoli del sud del mondo e a coloro che - a causa della ingiusta ripartizione delle ricchezze - subiscono le conseguenze inique di questo modello di sviluppo. fonte: www.retegas.org (01/03/2011)


distribuzione filiera corta

100km vendita ai gruppi d’acquisto

mercati contadini

strategia mense 30km vendita diretta

mercato nel frutteto

auto-raccolta

0km

azienda agricola

frutteto pubblico strategia

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strumenti agricoli

gli strumenti per la raccolta collettiva e l’autoproduzione Distanziandosi dalla coltivazione intensiva, il progetto deve individuare quali siano gli strumenti e i mezzi che permettono di praticare le attività agricole in una forma “familiare”, cioè per piccole produzioni dedicate principalmente all’autoproduzione e finalizzate alla pratica colturale stessa. Con queste premesse, abbiamo guardato agli strumenti antichi (pensati in un sistema di autoproduzione e sostentamento, per svolgere il lavoro manualmente e per essere realizzati in maniera semplice ed economica) individuando quelli più interessanti per le attività contemporanee e aggiungendone alcuni. Fondamentale è il ritorno delle scale (multiuso e trepiedi con cerniera), come degli strumenti a manico lungo

per “acchiappare” i frutti; riprendiamo anche la camicia per la raccolta, assieme ai cesti. Nel sistema proposto, della camicia se ne sfrutta la potenziale versatilità, facendone un sitema di trasporto e packaging. Similmente, cioè semplificando e agevolando le funzioni, viene introdotta nel campo un magazzino temporaneo per i frutti raccolti.

strategia

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1

2

4

5

3

1.2. Scale e strumento per raccogliere il frutto; pensati per la autoproduzione, sono versatili e leggeri. 3. Rivisitazione dell’antica camicia per la raccolta di mele, permette di lavorare sull’albero con le braccia libere e di raccogliere fino a 10 kg di frutta. La camicia fa anche da sacca personale trasporta frutta.

4. I frutti si ripongono in ceste o cassette impilabili, ergonomiche, adatte ad essere appese; le ceste sono un “vuoto a rendere” in dotazione all’utente.

5. L’immagazzinamento provvisorio avviene in campo con una cassascaffalatura, basata sul modulo delle ceste; ventilata, ripara dalle intemerie ed è facilmente trasportabile, a traino o come carico di un mezzo cassonato.

strategia

83



microarchitetture nel campo Il frutteto viene attrezzato con microarchitetture, utili alla realizzazione delle funzioni predisposte. Caratteri comuni delle microarchitetture sono la mobilità, cioè il fatto di essere facilmente rimovibili dal luogo per minimizzare l'invasione della parte naturale e agricola, la semipermeabilità, dove possibile, alla luce e all'aria, e la scelta di materiali e metodi produttivi attenti alle questioni ambientali. Vi sono i dispositivi dedicati alla gestione della attività agricola, cioè la cisterna dell'acqua piovana ed alcune casse mobili (una per gli utensili, alcune come magazzino temporaneo dei frutti, un'altra dedicata alle attività educative); vi sono i dispositivi che supportano l'esperienza e la conoscenza in campo,

cioè strutture ludiche, giochi ad hoc; si trovano poi i dispositivi che ausiliano le attività di scambio ed incontro: primi fra tutti gli espositori per il mercato, poi le strutture per il gioco, temporanei allestimenti, tavole, sedute, etc.

strategia

85


Organizzazione delle microarchitetture presenti nel campo, lungo l’asse “permanenzatemporaneità” e secondo le funzioni.


microarchitetture nel campo

piazza: scambio e incontro

esperienza e conoscenza

informazione

giochi

espositori dei prodotti

casa sull’albero

giochi

dispositivi per eventi artistici

tavoli, sedute, tendoni

cassa per materiali didattici

meridiana delle stagioni

gestione dell’attività agricola

cisterna dell’acqua permanenti

magazzino della frutta e degli attrezzi temporanee



elementi informativi analogici e digitali

Un sistema di informazione strutturato certamente costituisce un'introduzione innovativa rispetto al modello antico, il quale si reggeva sulla comunicazione orale, spesso ristretta al nucleo familiare. L'informazione attuale è intesa come informazione sul progetto e sulle sue attività (una sorta di pubblicità), ma anche informazione intesa come diffusione di conoscenze e documentazione (nella forma di archivi o altri strumenti) delle stesse. L'informazione del Frutteto Diffuso è in gran parte digitalizzata, con i vantaggi che non è necessario qui esplicare, ma utilizza anche dei media analogici, in virtù del profilo dell'utenza (anziani in primo luogo) e della appropriatezza in taluni casi del media fisico (brochure,

poster, manifesti, tabelle di varia natura). Primo elemento informativo è il Catalogo delle varietà disponibili del frutteto; il catalogo contiene le informazioni più interessanti per l'utente, che può essere un semplice consumatore del prodotto, oppure interessato alla coltivazione di un frutteto familiare. Al catalogo è strettamente legata la Mappa delle piante e dei frutteti, una sorta di database aggiornato della situazione di fatto; terzo elemento del sistema è l'Etichetta di frutti e piante, aggiungendo quindi il servizio di tracciabilità del prodotto. Altro elemento importante è l'Agenda delle attività del Frutteto Diffuso, la qualè è strettamente collegata con i strategia

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Ordinamento degli elementi informativi secondo l’asse orizzontale “analogico-digitale” e raggruppamento secondo la localizzazione (nel frutteto, nella città, nella rete web).


elementi informativi

in rete portsle internet

in cittĂ

in campo brochure

analogico

manifesti

meridiana delle stagioni

etichette

catalogo varietĂ

agenda calendario

mappa frutteti

digitale


il Calendario del frutteto, strumento che indica la stagionalità e ciclicità degli interventi e delle attività. Gli elementi informativi che si trovano fisicamente in campo sono ridotti al materiale cartaceo e alle etichette degli alberi; a questi va aggiunto un segno riconoscitivo di appartenenza al progetto: la merdiana delle stagioni. La meridiana indica naturalmente le attività stagionali e funge da segno identificativo del Frutteto Diffuso; la meridiana è punto di riferimento e supporta alcune informazioni temporanee, come l'genda delle prossime attività. Gli elementi informativi sono supportati, naturalmente, dal sito internet.

92

pon de la roseta caratteristiche

12546902


dal’albero alla frutta e ritorno Il catalogo è il documento che raccoglie sinteticamente le informazioni e le conoscenze del progetto biodiversità del frutteto. Raccoglie le tavole di ogni cultivar presente dei campi catalogo, illustrando le qualità del frutto e della pianta. Il catalgo quindi è una sorta di manuale per l’utente e al contempo, integrandosi con la è la mappa-database aggiornabile delle piante presenti nel frutteto, uno strumento fondamentale per i gestori del frutteto. L’idea del catalogo non risponde solo alla necessità di organizzare e conservare le preziose informazioni relartive ai cultivar (come le qualità del frutto, la resistenza al clima, alle malattie, etc,) secondo l’approccio botanico e la metodologia

scientifica; il catalogo riguarda anche la pratica del catalogare, incasellare, chiamare per nome, riconoscere e descrivere anche con metafore e altre figure del pensiero, intesa come processo di conoscenza e appropriazione, quindi come cultura di un luogo. Il catalogo dei cultivar disponibili si interseca alla mappa delle piante del campo-catalogo, collegando le conoscenze “fisse” delle tipologie di colture, alla storia delle piante reali; si crea un database dove aggionare le informazioni delle piante del campo catalogo: il numero, la localizzazione, il periodo di fruttificazione, eventuali malattie e problematiche, numero di marze richieste per quella specie, quantità di strategia

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raccolto, etc. Il catalogo prevede anche un accesso attivo da parte degli utenti e della popolazione, che possono inserire, in sezioni dedicate , sia la localizzazione di piante antiche, che informazioni su di esse (opinare sul nome, scoperte di nuovi cultivar, di utilizzi, ricette, etc.). Il catalogo delle varietà e la mappadatabase esistono in formato digitale e sono consultabili nel sito del progetto; una versione ridotta ed adattata è presente in formato cartaceo, in brocures e tabelloni, all'occorrenza. Il sistema di informazione utilizza come principale media il frutto stesso: è infatti l'etichetta a supportare l'informazione e l'indicizzazione al sistema catalogomappa, in un duplice formato: con un 94

codice QR e con la scrittura alfabetica dell'indirizzo del sito e del codice numerico della pianta di riferimento.


strategia

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progettazione di alcuni elementi



casa sull’albero

un rifugio-osservatorio La casa sull’albero è un dispositivo che permette al frutteto di diventare giardino, cioè che lo rende un luogo abitato. La vita sull’albero è il fulcro del topos della casa sull’albero, di cui troviamo tantissimi esempi. La casa sull’albero è un rifugio prima di tutto, un angolo in quiete, separato dal contesto reale e quotidiano; è anche desiderio di sollevarsi da terra ed osservare dall’alto (quindi sempre separarsi dal contesto reale e quotidiano in cui siamo immersi); infine, è un gioco, non solo per bambini, quasi archetipico. La casa sull’albero del Frutteto Diffuso, in particolare, vuole essere un luogo della lettura; per questo nel frutteto vengono messi a disposizione, in

collaborazione con la biblioteca comunale, alcuni materiali selezionati; la lettura, dall’albero scende ai suoi piedi, e si diffonde per il frutteto giardino. Come immaginario, il rifugio ricorda un nido, il primo e reale rifugio sull’albero; un promemoria per la progettazione del Frutteto Diffuso: guardare ai sistemi naturali e considerarli come esempi di funzionamento efficiente. A proposito, il rifugio vuole avere il carattere della semi-permeabilità, a luce, acqua, ed aria, per mimesi con l’albero stesso e della sua struttura. Pensata specialmente per i bambini, le dimensioni sono dirotte.

progettazione di alcuni elementi

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lettura e osservazione

nido

permeabilitĂ 100


concept

nido

a misura di bambino

semi permeabilitĂ a luce, aria, acqua

spazio di lettura n. 3

accesso ai rami

veranda con cielo libero

spazio di lettura n.2

appoggio versatile sull’albero appoggio a terra

spazio di lettura n.1

progetto di alcuni elementi 101


studio degli appoggi

102


evoluzione del progetto

progettazione di alcuni elementi 103


modello della casa sull’albero

104






camicia rivisitata

strumento personale di raccolta e trasporto del prodotto Curiosando fra gli antichi sturmenti per la raccolta delle mele, troviamo una particolare camicia, capace di contenere findo a 10 kg di frutta, una soluzione geniale che permette al raccoglitore di salire e scendere dalla scala e muoversi da un ramo all’altro; la soluzione risolve il problematico appoggio di una cesta e di un contenitore rigido in tale situazione; inoltre dispone il peso della frutta lungo il corpo, evitando al minimo gli sbilanciamenti e permettendo di lavorare e muoversi a mano libera. In effetti, quante volte trovandoci senza contenitori, abbiamo sollevato la maglietta e vamo bisogno? L’idea è stara ripresa e adattata al nuovo Frutteto Diffuso: la camicia non serve più soltanto per la raccolta, ma

diventa il contenitore per trasportare i frutti a casa (senza bisogno di un travaso), oppure il contenitore per l’acquisto dei prodotti al mercato; e ancora, una volta aperto totalmente, una base per pic-nic nel giardino o per semplicemente consumare i prodotti in tranquillità. Questo contenitore, in cotone, può essere inoltre direttamente aperto e disposto sul fondo nelle cassette di frutta o nelle fruttiere (senza dover scaricare i frutti ed estrarre la sacca),essendo un materiale traspirante.

progettazione di alcuni elementi 109


utilizzo per la raccolta

utilizzo per il trasporto dopo la raccolta 110

utilizzo per il consumo dei prodotti

utilizzo per il trasporto dopo l’acquisto


concept l’antico

il nuovo

Esiste un semplice oggetto per la raccolta personale ed il trasporto dei frutti a casa; è una rivisitazione dell’antica camicia per frutta, coniugata ad una maggiore trasportabilità e versatilità. L’oggetto si ricava da un uncio pezzo di tela provvisto di due laccetti. Per la raccolta si indossa quasi come un marsupio per bebé, infilando le braccia nei 4 anelli e chiudendola ai lati stringendo i laccetti. Una volta riempita, si sciolgono i lacci e si sfilano due dei 4 anelli lasciando cadere i frutti nelle cassette. Diversamente, il raccoglitore può trasportare direttamente con quel contenitore i frutti raccolti a casa, utilizzando il raccoglitore a modo di zaino oppure di borsa (su una spalla

oppure in mano). La borsa viene data in dotazione come vuoto a rendere, oppure venduta come borsa per gli acquisti presso gli stand. Se aperta totalmente, funziona come tovaglietta per pic nic, nel giardino frutteto.

progettazione di alcuni elementi 111


112


sistema per la raccolta dei frutti, ...

progettazione di alcuni elementi 113


114


... packaging e base per pic-nic

progettazione di alcuni elementi 115



conclusioni A partire dalla volontà di agire sul paesaggio di un territorio, sondati i campi fertili e scoperto un rinnovato interesse per la frutticoltura (interesse da parte della popolazione, di studi antropologici e ambientali), si è studiata una strategia di sviluppo locale, che contempli la parte produttiva e soprattuto quella dei servizi alla popolazione: spazi di svago, di incontro, di scambio, di informazione ed educazione, per la quale l’agricoltura è un pretesto; o meglio, uno strumento. Sono stati individuati i singoli elementi da progettare; fra questi, alcuni sono stati estrapolati sviluppati. Il progetto è stato possbile e può essere possibile grazie alla collaborazione interdisciplinare, fra il campo agricolo,

quello ambientale, sociale e del design. Il progetto a partire dalla studio dell’antico frutteto, recupera la diversità coltivata e struttura le attività in maniera tale da supportare la diversità ed il confronto culturale. Il risultato è il Frutteto Diffuso, una rete che coinvolge frutteti pubblici, aziende agricole, cittadini ed altri soggetti; si organizza in attività agricole collettive, in piazza (mercato, giochi, eventi), in giardino (lettura, giochi, spazio ricreativo) e propone un programma educativo e culturale per la cittadinanza. In ultima inalisi incentiva il turismo della zona.

conclusioni 117



bibliografia coltura, cultura, sviluppo

AA. VV., Biodiversità coltivata nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Indagini agronomiche ed etnobotaniche sulle varietà dell’agricoltura tradizionale, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi 2006, Belluno; Giorgio Bargioni, Manuale di frutticoltura, Edizioni Edagricole, Bologna 2001; Antonio Maresio Bazolle, Il Possidente Bellunese (1887), a cura di Daniela Perco, Comune di Belluno, Biblioteca Civica 1986-1987, Feltre; Barbara De Luca, La cultura del melo in Val Belluna, in Erreffe. La Ricerca Folklorica, n. 47, aprile 2003, pp. 59-71; William McDonough, Michael Braungart, Dalla culla alla culla. Come conciliare tutela dell’ambiente, equità sociale e sviluppo, Blu 2003, Torino; Serge Latouche, Breve trattato sulla decrescita serena, Bollati Boringhieri 2008, Milano; Michael Pollan, La botanica del desiderio. Il mondo visto dalle piante, Saggiatore 2005, Milano; bibliografia 119


Gianluigi Secco, Le delizie e i frutti dell’agricoltura e della villa, Bellumat Editrice 2008, Belluno; Vandana Shiva, Monocolture della mente. Biodiversità, biotecnologia e agricoltura “scientifica”, Bollati Boringhieri 1995, Milano; AA.VV., VerDeSign, Percorsi e riflessioni fra arte e paesaggio, Francoangeli 2010, Milano; Italo Calvino, Palomar, Einaudi 1983, Torino; Gilles Clément, Manifesto del Terzo paesaggio, Quodlibet 2004, Macerata; Francisco Asensio Cerver, Landscape Art, in World of Environmental Design, Arco Editorial 1995, Barcelona; Sonya Faure, Hideaways. Cabins, Huts, and Tree House Escapes, Flammarion 2004, Paris;

120

design, giardino, paesaggio, gioco


Eleonora Fiorani, Il sogno del giardino, Lupetti 2000, Milano; Alberto Iacovoni, Game Zone. Playground tra scenari virtuali e realtĂ , Edilstampa 2006, Roma; Phyllis Richardson, XS Green. Big ideas, Small Buildings, Thames & Hudson 2007, London; Slinkachu, Big Bad City, Leboski 2010, Amsterdam; Piero Zanini, Significati del confine. I limiti naturali, storici, mentali, Mondadori 2000, Milano.

bibliografia 121



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webgrafia 123


ringrazio Kristian Kloeckl Valentina De Col Marilisa Maffei Rosaria Murabito Idoia Mendiola Daniele Cossalter Giulia Lonardi



UniversitĂ Iuav di Venezia FacoltĂ di Design e Arti Corso di Laurea Specialistica in Disegno Industriale del Prodotto


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