ERBORISTERIA DOMANI 357

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GENNAIO 2011 354 2011 357 aprile

Erboristeria ERBORISTERIA domani

AMBIENTE Biodiversità e conservazione delle piante medicinali COLTIVAZIONE Filiera di qualità: la Sardegna è tornata

ISSN 1721-5676

QUALITà Micotossine: i rischi di inquinamento biologico QUALITÀ Tarassaco, attenti a dove lo raccogliamo! FITOCOSMESI Il taccuino del formulatore STORIA Le radici dell’uomo: la Mandragora nel mondo antico

POST-SHOW Cosmoprof: il risveglio nella nuova dimensione Biofach: biologico, avanti con “fair trade”


Depurazione? Planta Medica arriva al punto! NeoDetox

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indice

Erboristeria

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aprile 2011

domani

Mercato 12 18

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In vetrina Le novità, le linee Anteprima fiere Cosmofarma 2011: quindicesima edizione, tre lustri di successi Post-show • Cosmoprof 44°: risveglio nella nuova dimensione • Biofach Vivaness 2011: biologico avanti con “fair trade”, di Marco Basso Dalle aziende Materie prime, specialità, principi attivi, formulazioni, processi industriali Annunci

Strategia per la filiera 9 26

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Editoriale Agenda • Incontri, corsi e congressi Coltivazione La Sardegna è tornata! A Tempio si discute la filiera di qualità Cronache cosmetiche a cura di Paolo Poggi

Scienza e tecnica 36

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Qualità Micotossine: i rischi di inquinamento biologico di derivati vegetali di Aida Maglajlic Review Il taccuino del fitopreparatore, a cura di Paolo Poggi

Cultura 50

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Moderne strumentazioni e nuove metodologie analitiche permettono di vigilare con certezza sulle possibili contaminazioni da muffe che possono interessare anche le droghe vegetali. Riportiamo un esempio di determinazione di livelli di micotossine in campioni vegetali che potrebbe pienamente rientrare nelle competenze di un tecnico erborista

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Lungi da avere concluso un discorso, l’anno della biodiversità ha messo in luce i mille aspetti di questa “unità di misura” del futuro della vita e del pianeta. Per chi studia e lavora con le piante medicinali è iniziata una guerra contro il tempo per conservare nei prossimi decenni il patrimonio floristico che ancora non è emerso alla conoscenza scientifica, e il portato di saperi tradizionali ad esso collegato. I criteri di studio, le strategie di conservazione e alcune importanti esperienze da questa sfida planetaria

Ambiente Biodiversità e conservazione delle piane medicinali di Renato Iguera Recensioni a cura di Vanny Terenzi Piante: miti e leggende Filemone e Bauci Aprile 2011 ERBORISTERIA DOMANI 7


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editoriale

Lavorare per il futuro Tempio Pausania, uno dei centri vitali dell’Alta Gallura, è la capitale di una produzione agricola mediterranea molto particolare: quella della quercia da sughero. Quindici anni dalla messa a dimora alla prima raccolta, la corteccia che darà solo il tipo di sughero più grezzo, meno pregiato, e poi una decorticazione ogni dieci anni, fino ai centocinquanta compiuti dalla pianta. Una pratica per gente paziente, capace di aspettare, e di tramandare i propri valori di generazione in generazione: una scuola di vita preziosa per ogni aspirante coltivatore, anche per un produttore di piante officinali. Officinali che tornano in Sardegna, anzi la è Sardegna che torna bussare al comparto erboristico, proponendosi come territorio d’elezione per una produzione nazionale di alta qualità. Diversi anni fa l’attenzione delle istituzioni locali si era rivolta in modo particolare al nostro settore, promuovendo attraverso l’ente regionale la ricerca e la formazione in campo agricolo, ma cercando anche un confronto con il mercato, sostenendo la nascita di consorzi e di marchi e rivolgendosi con incontri e momenti di dibattito ai canali professionali (nel 1994 si tenne con la collaborazione della nostra rivista anche un congresso nazionale di erboristeria). La tradizione accademica - una grande scuola quella etnobotanica sarda - ha dato vita subito ai corsi universitari, in due sedi, contribuendo a formare un gruppo notevole di tecnici erboristi sull’isola, e una serie di fattori concomitanti hanno portato alla creazione di più di un punto di eccellenza in ambito scientifico e tecnologico focalizzati sullo studio e sullo sviluppo di conoscenze legate alle piante medicinali e alla trasformazione e estrazione delle sostanze attive. Un forte impulso quello dato allora alla filiera, che si è necessariamente attenuato negli anni, per l’influsso di varie condizioni non sempre favorevoli (come la progressiva riduzione delle risorse economiche disponibili, o la parabola discendente subita in tutta Italia dai corsi universitari, per fare degli esempi). Chi si è dedicato alla coltivazione, iniziando allora o proseguendo tradizioni di famiglia, ha continuato tuttavia la propria esperienza, in un mercato difficile non tanto perché poco vivo, ma piuttosto perche lontano e difficile da raggiungere. Gli agricoltori sardi sono tornati a parlare di erboristeria e di piante officinali, con un incontro proprio a Tempio Pausania, reso possibile in particolare dall’impegno della FIPPO. Ma le carte da giocare oggi sono diverse: imparare a fare sistema per raggiungere il mercato e avere peso; guardare al contesto internazionale da un punto di osservazione privilegiato, al centro del Mediterraneo; valorizzare la propria produzione rivolgendosi ai canali che possono arrivare direttamente al consumatore finale (e in Sardegna, è il consumatore stesso a venire incontro al produttore). Ma più di tutto sviluppare la coscienza e la capacità di integrare una attività come quella erboristica nel contesto di un ambiente naturale unico per bellezza e varietà, imparando a farne una attività produttiva in simbiosi strettissima e inscindibile con il territorio che la genera. Permettere anche all’erboristeria di formarsi radici profonde come quelle delle querce da sughero, pensando ora a quello che potrà dare nel prossimo secolo. (D. B.) Aprile 2011 ERBORISTERIA DOMANI 9


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Da Biokyma due integratori per far nascere la bellezza dal benessere interiore Da Biokyma, azienda attiva da oltre 15 anni in Valtiberina nella coltivazione e trasformazione di prodotti erboristici di qualità, una doppia proposta di integratori alimentari mirati alla riduzione dell’accumulo di radicali liberi e di altri fattori di danno cellulare: in Kyma Age sono presenti i frutti di Rosa canina (fonte naturale di vitamina C), Mirtillo nero e Vite rossa (con il loro contenuto in antocianosidi), la Carota (betacarotene) e il Pino marittimo (fonte di picnogenolo): un pool di antiossidanti utile per mantenere in fisiologica salubrità l’organismo e ritardare gli effetti dell’invecchiamento “dentro”, e “fuori”. Se poi lo stress contribuisce ad “appesantire” le forme con gonfiori addominali, disagio e senso di pesantezza, il prodotto adatto può essere il Kyma Vita OK con Malva, Equiseto, Asperula, Liquirizia, Cumino, Agro secco di sidro di mele: un prodotto naturale al 100% che agevola la funzione digestiva aiutando a contrastare l’eccessiva produzione di gas intestinali, principali responsabili di fastidiosi gonfiori addominali. * info@biokyma.com

Omega 3 AC I benefici effetti degli acidi grassi Omega 3 sono stati scoperti studiando il rischio cardiovascolare di popolazioni eschimesi che consumavano grandi quantitativi di pesce azzurro, salmone e merluzzo, alimenti molto ricchi di questi acidi grassi polinsaturi. Tali popolazioni presentavano una scarsa incidenza di malattie cardiovascolari rispetto alla media dei Paesi occidentali, differenza principalmente dovuta alla dieta ricca in acidi grassi Omega 3: essi, come gli altri acidi polinsaturi, sono definiti “essenziali”, in quanto non possono essere sintetizzati dall’organismo umano e pertanto devono essere assunti con gli alimenti. Oggi, alla luce delle migliaia di pubblicazioni che ne confermano l’utilità, dietologi e nutrizionisti suggeriscono di integrare la dieta quotidiana con almeno 1 grammo di Omega 3. NORMOLIP Omega 3 AC è un integratore che ESI ha formulato per garantire garantisce una alta concentrazione di Omega 3: ben 750 mg per perla, di cui 426 mg di EPA e 219 mg di DHA. La dose giornaliera di 4 perle apporta quindi 3 grammi di Omega 3. Inoltre, contiene anche un elevato dosaggio di Vitamina E (il 300% dell’RDA), che conferisce un’importante azione antiossidante. Una regolare integrazione con NORMOLIP Omega 3 AC favorisce una corretta funzionalità delle arterie e di tutto il sistema cardiocircolatorio. La sua assunzione è anche consigliata in gravidanza, perché gli Omega 3 sono necessari per la sintesi dei fosfolipidi delle membrane cellulari dei neuroni e dei recettori della retina: un supplemento di tali nutrienti può favorire uno sviluppo più armonioso. Si consiglia l’assunzione di 2-4 perle al giorno, preferibilmente prima o durante i pasti. ESI S.p.A. Tel. 019486923 * info@esitalia.it 12 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011


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02/03/11

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Myolife La cistite è l’infezione urinaria più diffusa in ambito femminile. Ne soffre almeno una volta nella vita ben il 90% delle donne e, per chi ne va soggetta, l’estate è uno dei momenti più a rischio. Per chi va soggetta alla cistite, i laboratori Bios Line hanno messo a punto NeoCistin, un integratore specifico la cui formula ha ottenuto il brevetto da parte del Ministero dello Sviluppo Economico (Formula Brevettata N 0001381761) In modo naturale, la sua composizione aiuta, infatti, a contrastare l’attacco dei batteri (in particolare l’Escherichia coli, che è il principale responsabile delle infezioni alle basse vie urinarie) alla mucosa del tratto urinario, creando un ambiente sfavorevole alla loro proliferazione. Per questo NeoCistin è consigliato sia ai primi sintomi, per scongiurare l’aggravarsi del disturbo, sia come trattamento complementare durante l’assunzione degli antibiotici. La particolarità della sua azione è legata soprattutto ad uno specifico estratto del frutto di Cranberry (mirtillo rosso americano) che è ricco di proantocianidine, sostanze che impediscono ai microrganismi (in particolare l’Escherichia coli) di aderire alla mucosa del tratto urinario e quindi di proliferare. In NeoCistin l’estratto di Cranberry utilizzato apporta 36 mg di PAC (Proantocianidine), il dosaggio considerato ottimale dalla AFSSA (Agence Francaise de Sécurité Sanitaire des Aliments), che è l’equivalente del Ministero della Salute italiano. Oltre all’estratto di Cranberry, NeoCistin Bios Line contiene: D-mannosio: è uno zucchero semplice, un monosaccaride, che il nostro organismo non è in grado di utilizzare. Pertanto, dopo essere stato assorbito, viene eliminato per via renale e, una volta giunto alla vescica, impedisce ai batteri di aderire alla mucosa; Melaleuca alternifolia: dalle foglie ricche di olio essenziale noto per le proprietà antimicrobiche; Vitamina C: questa vitamina rende più acide le urine con le quali viene eliminata. Abbassando il pH, si crea di conseguenza un ambiente meno ospitale per l’Escherichia coli. Per informazioni: Bios Line, * info@biosline.com

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I Colori di Helan Una linea make-up tutta da scoprire I Colori di Helan, formulata secondo i principi di del laboratorio genovese prima di tutto su saldi principi di sicurezza, attuando una selezione accurata delle materie prime (le più efficaci, sicure, e innocue), ricercando una armonia sinergica di funzioni ed effetti, progettando processi di produzione scrupolosi per garantire efficacia e stabilità dei prodotti. Il risultato è una linea trucco in grado di garantire ipoallergenicità, assenza di ingredienti di origine animale, assenza di petrolati, di oli minerali e loro derivati, assenza di lanolina e derivati, conservanti limitati all’utilizzo in pochi casi di sorbato di potassio, ammesso da tutti i protocolli biologici. Tutti i prodotti sono testati per garantire il rischi di allergia da metalli pesanti. Molti estratti vegetali compongono il profilo di principi attivi che valorizzano la linea: Camomilla, Aloe Vera, Bardana, Ginko biloba, Melissa, Rosa canina, Tiglio. La linea è supportata da una serie di oli e burri vegetali quali Argan, Avocado, Girasole e Jojoba, Mandorli dolci, oli di Oliva e di Sesamo, Burro di Karitè. Le formulazioni sono arricchite anche da acido jaluronico, vitamine e filtri solari, che sviluppano un’azione antirughe, idratante e protettiva. La gamma di decine di referenze (area occhi, area viso, area labbra) è realizzata grazie all’utilizzo di pigmenti minerali naturali, ottenuti con particolari processi di purificazione e micronizzazione, riscoprendo con tecnologie moderne una pratica legata ad antiche tradizioni quando i minerali erano le uniche sostanze utilizzate per i rimedi di bellezza decorativa (la linea utilizza alcuni pigmenti organici in modo molto restrittivo). Grazie al lavoro svolto negli ultimi anni dai Laboratorio Helan verso una cosmesi garantita e di qualità, ben 16 delle referenze della linea trucco possono vantare il claim BIO. La linea I Colori di Helan può avvalersi per essere presentata di efficaci supporti di merchandising, per l’arredo della vetrina e del negozio stesso. Helan srl Tel. 010830711 * cosmeticinaturali@helan.it

Un integratore alimentare per la difesa della bocca Da Fitomedical una proposta innovativa: PURAL – PARODONT e un integratore alimentare utile per l’igiene della bocca, in caso di in caso afte, infiammazioni gengivali, infiammazioni e infezioni (ortodonzia, bite, implantologia), glossiti e stomatiti, malattia periodontale, altri disturbi infiammatori e infettivi del cavo orofaringeo e delle prime vie respiratorie. Agisce favorevolmente sul benessere e sul trofismo fisiologico delle mucose orali, a sostegno di una azione rispotsa antibatterica, antinfiammatoria e immunomodulante. La formulazione si basa su soluzione idroalcolica al 33% di Propoli, soluzione idroalcolica da pianta fresca di Echinacea (Echinacea angustifolia DC.) pianta intera, di Ribes nero (Ribes nigrum L.) foglie e soluzione idroalcolica (E/D 1:1) di Uncaria (Uncaria tomentosa DC.) corteccia. Componenti aromatizzanti sono oli essenziali di Anice (Pimpinella anisum L.) frutti, Menta (Mentha x piperita L.) foglie, Lentisco (Pistacia lentiscus L.) resina. Si consiglia di assumere 30 gocce tre volte nell’arco della giornata Fitomedical Tel. 0290781896 www.fitomedical.com * info@fitomedical.com 14 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011


La linea Nel nome della primula

C

’è un fiore che attesta il sospirato arrivo della primavera e per questo viene considerato come messaggio di buon augurio: la Primula. Un augurio di bellezza viene offerto anche alla pelle da questa linea in cui la ricerca de L’Erbolario ha racchiusolaforzaantiossidanteetonificantedell’estrattodifiori e quello di radice di Primula veris. Primula veris è una piantina erbacea che cresce spontaneamente nei prati e nei boschi e appartiene alla famiglia delle Primulaceae. Il nome del genere Primula deriva dal latino primus (primo) e l’etimologia del nome specifico (“Primula veris”) sarebbe “vera primavera”. La pianta è dotata di una radice carnosa che viene lavorata con glicerina vegetale, per ottenere un generoso estratto, dove sono stati isolati composti come le saponine. Le proprietà di questo estratto sono completate nella Crema Fluida Corpo dall’attività specialmente idratante ed elasticizzante di un innovativo complesso vegetale a base di Frumento, Soja, Avena e Mais, Carota e Trehala Manna, unita a quella degli Oli di Girasole e Babassu e della frazione insaponifi cabile dell’Olio di Oliva, deputati a tenere lontano il rischio di infeltrimenti e inestetici rilassamenti. Un trattamento che la pelle di tutto il corpo eleggerà come naturale alleato per conservare il suo aspetto compatto e fresco, setoso al tatto, facendosi rivestire, a ogni piacevole applicazione, dal più inedito, verde e fruttato sentore di primavera. Il Bagnoschiuma che integra la linea deve l’azione detergente e filmogena alle proteine estratte dal Grano, combinate con un tensioattivo funzionale lipoaminoacidico derivato dal Cocco.

Il complesso conferisce al bagnoschiuma proprietà detergenti delicate e protettive, essenziali per un prodotto che è consigliato anche alle pelli più sensibili o facilmente arrossabili e per un uso frequente. Le proteine idrolizzate di Mandorla, abilmente miscelate agli altri componenti del bagnoschiuma, sono ingredienti altamente dermocompatibili che addolciscono la detergenza, donano elasticità e vitalità all’epidermide e insieme la proteggono, creando un sottile film invisibile che preserva tono e idratazione cutanee. Completano la linea le fragranze dell’Acqua di Profumo e del Profumo solido, concentrato e persistente. Caratterizzare da una nota di testa fresca-fruttata (dal Bergamotto, Limone, Mandarino, Pesca, Mango, Papaia) nota di cuore: verde-fiorita (foglie di Mughetto, petali di Rosa, Fresia e Primula) e da una nota di fondo muschiata-ambrata (Muschi, Ambra). La presentazione in panetto solido nasce da un’equilibrata fusione di lipidi di derivazione vegetale (Cera Carnauba, derivati dell’olio di Ricino e Cera d’api), che rendono piacevole l’applicazioneerapidol’assorbimentosullapelle.L’impalpabile ed evanescente presenza dell’amido di Tapioca aiuta a rendere l’impasto non untuoso e di facile assorbimento. Le doti emollienti e protettive dell’estratto oleoso da fiori di Primula veris e la forza antiossidante della Vitamina E ricavata dai semi di Soja aumentano inoltre la piacevolezza e la praticità di questa forma cosmetica, impreziosita da un accordo di sentori fioriti e fruttati L’erbolario srl Tel. 0371 4911 * erbolario@erbolario.com

Aprile 2011 ERBORISTERIA DOMANI 15


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anteprima fiere

DI VANNY TERENZI

A Bologna, dal 13 al 15 maggio

Cosmofarma quindicesima edizione tre lustri di successi

Le grandi trasformazioni che negli ultimi anni hanno interessato anche l’universo della farmacia trovano vivo riflesso nella principale manifestazione del comparto: respiro internazionale, focus professionale e scientifico sull’affermazione delle sostanze naturali, analisi dei trend – tra cui centrale l’interesse per la cosmesi naturale - con approfondimento dei metodi e delle garanzie per il consumatore. Nell’alternanza di sede tra Nord e Centro, Cosmofarma attende gli operatori quest’anno nella sede emiliana itorna a Bologna, quest’anno, dal 13 al 15 maggio l’importante appuntaRmento dedicato al mondo della farma-

cia, ma non solo… A guardare l’elenco degli espositori, numerosissimi e di alto livello ancora più degli anni passati, si evince come soprattutto il comparto del dermocosmetico, fitoterapico, e alimentare-dietetico abbia avuto un incremento sorprendente, in linea sicuramente con il bisogno “di naturale“ che si sta 18 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011

evidenziando ormai da qualche anno tra le fila dei consumatori. Sempre più espositori, la cui produzione si fregia di aggettivi come “biologico e naturale”, prendono parte a questa manifestazione, cresciuta negli anni con ritmo costante, rispondendo in modo preciso e puntuale alle aspettative di operatori professionali non solo con una formula flessibile e dinamica, ma anche con un processo di interna-

zionalizzazione che mira a collocare l’evento fra le più importanti fiere del settore nel mondo. Partecipata nella sua totalità da BolognaFiere s.p.a., che gestisce Cosmoprof Worldwide Bologna e il collegato “sistema” a livello internazionale, Cosmofarma testimonia una volta ancora il primato della struttura organizzativa nell’ambito di eventi della sfera “bellezza e salute” e si pone come l’evento


nazionale principe del settore, con la stretta partecipazione, a livello istituzionale, delle principali Associazioni di categoria, quali la F.O.F.I. e la Federfarma e la collaborazione con altri importanti realtà quali Sifap, Fenagifar, Siste, Afi, Federsalus, Unipro GCF e tante altre ancora. Per il suo quindicesimo “compleanno” Cosmofarma si è rinnovata esteriormente anche nel logo, in linea con il carattere sempre più internazionale dell’evento e finalizzato a rispecchiare anche a livello di riconoscibilità, la sua impronta fortemente dinamica. Ma soprattutto festeggia questo importante traguardo con un pieno di espositori ed una vetrina ricca come mai si era verificato in passato; questo è tanto più importante se si considera la situazione di difficile congiuntura economica purtroppo ancora vigente, ma “racconta” in modo diretto e convincente quanto la manifestazione sia considerata un evento centrale e irrinunciabile per tutti gli operatori del settore. E la parte convegnistica ne dà una ulteriore e significativa testimonianza: oltre trenta tra workshop, convegni, corsi ecm e presentazioni aziendali rendono l’appuntamento fieristico anche un polo di grande attrazione come possibilità di aggiornamento culturale e professionale. In particolare si terranno convegni molto vicini, per contenuti, alla “filosofia” della nostra rivista: in particolare vogliamo citare quello organizzato da SISTE in collaborazione con Sitox, con crediti ecm, “Approcci scientifici alla valutazione della sicurezza dei prodotti a base di piante e loro derivati”, come pure il seminario che il Consorzio CCPB presenta sempre in collaborazione con SISTE “Il cosmetico biologico e naturale: cosa fare per essere certificati”. Un tema, questo, di stretta attualità, dal momento che il consumatore ha sviluppato una particolare sensibilità nei confronti del biologico alla luce della normativa europea che apparve per la prima volta nel 1991. Purtroppo, nonostante già da un quinquennio siano stati prodotti norme e standard privati dedicati al cosmetico naturale e biologico, l’UE non ha ancora ritenuto di dover intervenire per stabilire i requisiti in materia di preparazione, ingredientistica, etichettatura e controllo. “Il cosmetico biologico – afferma Fabrizio Piva, AD di CCPB e tra i relatori del seminario – richiede

una certificazione volontaria e l’azienda deve sottoporre formule e processo produttivo all’attenzione di un organismo di certificazione riconosciuto che deve verificare, secondo l’approccio della certificazione di prodotto, il possesso dei requisiti previsti dallo standard”. Il seminario ha proprio lo scopo di affrontare sul piano pratico le problematiche che si potrebbero incontrare nel percorso del processo di certificazione ed evidenziarne le possibili soluzioni. Sempre venerdì 13, come per i due appuntamenti sopra citati, sarà impegnata la FEDERSALUS in un convegno con crediti ecm dal titolo “Le categorie emergenti nel mercato degli integratori alimentari. Le evidenze scientifiche e i criteri di una corretta formulazione ed etichettatura dei prodotti”: una iniziativa che testimonia l’impegno alla divulgazione di contenuti tecnici e scientifici che consentano una maggiore qualificazione del prodotto e del mercato, a beneficio di un consumatore messo in condizioni di fare scelte razionali e oculate nell’acquisto di integratori alimentari. Verranno illustrate le dinamiche e le tendenze emergenti del mercato degli integratori alimentari, approfondendone in particolare gli aspetti scientifici e regolatori, di grande interesse per le aziende. Sabato 14, al mattino, si terrà il consueto, grande convegno organizzato da Fofi, Federfarma e Cosmofarma che quest’anno, in omaggio all’anniversario della

fondazione dell’Italia, proporrà un tema in linea con la realtà della ricorrenza e di estrema importanza per la farmacia: “Da 150 anni al servizio del cittadino. La farmacia italiana di ieri, oggi e…domani?”, mentre il pomeriggio vedrà l’alternarsi di numerosi convegni, eventi e corsi ecm tra i quali ci piace ricordarne uno in particolare, organizzato da VANDA OMEOPATICI: “Microimmunoterapia del terzo millennio, tra diagnosi clinica e metodi di laboratorio”. La microimmunoterapia è una terapia immunitaria omeopatica che utilizza i principi attivi immunoregolatori più innovativi (gli interferoni, le interleuchine e gli acidi nucleici specifici). “La vertiginosa progressione delle conoscenze nell’ambito della immunologia – dice Giuseppe Di Fede relatore del convegno – ha permesso non solo di scoprire meccanismi biologici particolarmente sofisticati, ma anche di ottenere rimedi che siano in grado di modificare le perturbazioni che coinvolgono il Sistema Immunitario”. Nell’applicazione pratica si sono però rilevati anche gravi effetti collaterali, mentre la microimmunoterapia supera questi limiti utilizzando le sostanze secondo i principi e le diluizioni sperimentati dell’omeopatia, in modo da essere efficace senza effetti collaterali per il paziente. Per maggiori informazioni consigliamo di consultare il sito: www.cosmofarma.com. n

La sicurezza dei prodotti a base di piante e loro derivati

A

bbiamo chiesto alla Dr.ssa Marinella Trovato, Presidente S.I.S.T.E e relatore al convegno organizzato in collaborazione con la SITOX (Società Italiana di Tossicologia) il perché della scelta di questo argomento. “Il dibattito – afferma la Dr-ssa Trovato – sulla valutazione della sicurezza delle sostanze naturali o di origine naturale o di derivati da piante usati in prodotti o come prodotti finiti è quanto mai attuale in tutte le sedi istituzionali e presso la comunità scientifica . Verte essenzialmente – prosegue – su come effettuare la valutazione della sicurezza

di una pianta, di un suo derivato sulla base delle sostanze, chimicamente definite, naturalmente contenute negli stessi.” Riteniamo che questo seminario, con punti ecm per farmacisti, biologi, chimici e medici, sia oltremodo interessante in quanto intende informare ed aggiornare, sia pure in forma sintetica, circa gli approcci e le metodologie applicabili in tema di valutazione della sicurezza delle piante e dei loro derivati, fornendo informazioni pratiche in merito alla ricerca di fonti di informazione utili allo scopo.

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I risultati della 44° edizione di Cosmoprof

Il risveglio nella nuova dimensione

Numeri sorprendenti per l’agorà globale della cosmesi, un netto balzo in avanti della visitazione che spiega la vitalità e l’energia che hanno caratterizzato l’appuntamento di quest’anno. Un rinnovamento strategico della concezione di fiera, con al centro lo sviluppo della comunicazione e della interazione diretta tra professionista e produttore, che apre prospettive nuove per ruolo della manifestazione

“Il Risveglio della Bella Addormentata”. Aureliana De Sanctis, ha commentato in maniera alquanto fiabesca lo strepitoso risultato della 44ma edizione del Cosmoprof Mondiale svoltasi a Bologna. Un’edizione anticipata di un mese rispetto agli anni precedenti: lo hanno richiesto le aziende per tornare a presentare agli operatori del settore i lanci delle collezioni primavera/estate con il dovuto anticipo. Un’edizione straordinaria anche perché si è concentrata in quattro giorni, cancellando l’apertura anticipata del Cosmopack, che ha invece aperto e chiuso con il Cosmoprof. Andando così incontro alle esigenze degli innumerevoli operatori internazionali che a Bologna volevano poter visitare l’intera manifestazione. Grande anche l’affluenza delle aziende, ben 2.300. Hanno riconsacrato il Cosmoprof come l“agorà” internazionale di incontri professionali di alto livello. Il 65 % delle imprese proveniva dall’estero, con un incremento del più 13% sul 2010, conferma che la manifestazione è un Aprile 2011 ERBORISTERIA DOMANI 21

appuntamento annuale inderogabile. L’Italia è uno dei maggiori produttori al mondo, l’industria cosmetica con la sua filiera garantisce più di 300.000 posti di lavoro. “Il fatto che l’evento clou dedicato al settore della cosmetica sia stato ospitato nel nostro paese in occasione dei centocinquanta anni d’Italia, ci rende orgogliosi” dice Aureliana De Sanctis. “L’innovazione e i grandi investimenti sono stati la parola d’ordine del 2010 e 2011. I risultati hanno confermato la scelta fatta”. Il concetto di “bellezza = bontà” che improntava questa edizione ha prodotto almeno tre punti cardine essenziali per il successo di questa edizione, e che l’AD di Sogecos Aureliana De Sanctis sintetizza così’: “tornare a fare un evento di contenuto,ad avere presenze e nuovi lanci di prodotto che richiedono innovazione scientifica ai massimi livelli; sviluppare una efficace comunicazione - un plauso va alle aziende che hanno programmato in anticipo i loro appuntamenti di business con


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agende fittissime che hanno consentito loro una presenza di successo (sono finiti i tempi del “banchetto espositore di prodotto”…). E infine, bontà del riposizionamento dell’evento, strategicamente definito dal management SoGeCos, che negli ultimi cinque anni è passato da “fiera campionaria” a “contenitore di eventi multimediali” a tutti gli effetti, andando oltre il concetto di “vecchia fiera”. Il mercato ha condiviso e supportato la svolta, i visitatori l’hanno premiata con un’affluenza senza precedenti e la qualità di visitazione professionale da tutto il mondo è stata elevatissima”. è stata un’edizione con volto tecnologico che ha visto la presenza di sei blogger internazionali, ben 540 giornalisti accreditati da tutto il mondo e 14 tv collegate, attraverso Stream tv sul sito web Cosmoprof, tutti potevano essere a Bologna, assistendo in diretta a tutti gli eventi significativi della manifestazione. Wi-Fi free in manifestazione e bluetooth attivo per aggiornamento della propria agenda appuntamenti e una continua informazione sugli eventi della manifestazione. Grande attenzione anche alle aree ad alto contenuto “ispirazio-

nale” e tecnologico. “Il successo - dice Fabio Roversi Monaco, presidente di BolognaFiere - è la dimostrazione della qualità organizzativa di SoGeCos, la nostra società, e del suo amministratore delegato, Aureliana De Sanctis. Insieme mostra la capacità di creare “esperti del settore” in grado di traghettare le nostre aziende in altri paesi, garantendo loro la qualità e la professionalità tutte italiane di ricreare all’estero eventi di alto livello. Credo che questa sia la formula vincente”. Anche Bologna è stata messa a dura prova: “Abbiamo registrato 177.287 presenze in soli quattro giorni”. - aggiunge Roversi Monaco - “La città ha mostrato le proprie potenzialità di accoglienza, da tempo non veniva attraversata da un’ondata di ottimismo simile”. n

I numeri del 2011 ESPOSIZIONE 194.000 mq di superficie occupata 2.300 espositori, da 58 paesi del mondo VISITATORI 177.287 presenze in quatto giorni 36.076 visitatori esteri (+8% rispetto al 2010) (ancora in crescita la vendita on-line dei biglietti: +19,6% rispetto all’anno precedente)

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La green-volution sempre più al centro della parte espositiva, e dei momenti di approfondimento. Sabato giornata di full immersion nelle tematiche della cosmesi naturale: focus sulla certificazione eco-biologica, analisi del mercato e delle ragioni del netto orientamento ai criteri della sostenibilità di tutta la filiera produttiva


E Cosmoprof premia la bellezza naturale

I

valori della scelta naturale e della sostenibilità sempre più al centro della dinamica del mercato internazionale della cosmesi, e prontamente colti e posti alla ribalta da Cosmoprof sia nell’area espositiva, che nei momenti di confronto e di approfondimento. Una intera sessione di lavori è stata dedicata nella giornata di sabato all’analisi del mercato - dati e tendenze nel panorama globale – alle problematiche della certificazione e alla presentazione, dai parte dei diretti protagonisti di modelli di impresa e di esperienze professionali provenienti da diverse aree geografiche e di mercato. Una riflessione molto istruttiva per chi proviene dal settore specializzato per rendersi conto di come questo orientamento sia già una tendenza che impronterà sempre più l’evoluzione dell’intero comparto. E tre le iniziative che hanno innovato quest’anno il rapporto tra la manifestazione e i suoi protagonisti, la nascita dei Cosmoprof Awards ha tributato anche il mondo del naturale. Il premio Green Beauty Award ha saputo cogliere e differenziare quelle che sono a tutti gli effetti eccellenze, su piani molto diversi a testimoniare della complessità e della profondità del concept alla base della cosmesi naturale. Ecco i premi, i vincitori e le motivazioni

CATEGORIA IMPEGNO SOCIALE: PROGETTO DI COMMERCIO EQUO SOLIDALE Florame – Francia Fin dal 2008 la società ha sviluppato il Progetto Madagascar combinando l’impegno etico e la produzione di oli essenziali di alta qualità. Questo nuovo modo di fare business promuove l’impegno sociale nei progetti equo solidali. CATEGORIA IMPEGNO AMBIENTALE: Romain Ruth UNA PRODUZIONE Managing Director Florame ECOSOSTENIBILE Unique Beauty – Danimarca L’obiettivo dell’ azienda danese é raggiungere un più alto livello di ecologia utilizzando ingredienti organici derivati da altre produzioni come ad esempio la produzione di succhi o formaggi biologici con procedimenti che non richiedono l’utilizzo del terreno o grandi quantitativi d’acqua. Jorgen Mortensen titolare Unique Beauty con Claudia Bonfiglioli, SoGeCos France

CATEGORIA COLTIVAZIONI GREEN: BIODIVERSITA’, BIODINAMISMO E FILIERA KM 0 Weleda – Svizzera L’ agricoltura segue i ritmi naturali di sole, luna e pianeti come guida per i periodi di semina, rotazione delle colture e raccolta. La produzione locale reduce l’impronta carbone e crea un modello di business trasparente in tutti i suoi passaggi. CATEGORIA BEST SUCCESS STORY MODEL Dida da fare ?????????? L’Erbolario – Italia È sempre stata una realtà imprenditoriale familiare, una magica Mirja Kloss Head International combinaMarketing Weleda zione tra ciò che loro producono e le persone che continuano a sceglierli. Forte icona internazionale riconoscibile nella sua distribuzione sia a livello prodotto che a livello retail store, un valore sicuro che ha permesso al marchio di accompagnare differenti generazioni. CATEGORIA LA SCELTA DEI BUYER Daniela Villa INTERNAZIOResponsabile R&D e NALI cofondatrice de L'Erbolario Novexpert – Francia La scienza deve essere “estremamente tecnologica” e pulita è il motto di questa società francese. Essere in grado di combinare natura e progresso, alta tecnologia e rispetto dell’ Cyrille Telinge ambiente, ecologia e l’economia. fondatore Novexpert Tutto ciò porta ad un efficienza che diventa naturale. Ecokid – Australia Ecologia e valore etico sono parte del DNA di questa azienda australiana che si distingue per essere eco- responsabile ed eco-sostenibile attraverso processi che selezionano materie prime biodegradabili e procedure green-oriented nella produzione del prodotto cosmetico. Peter Francis Product Development Director Ecokid

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DI MARCO BASSO

BioFach-Vivanes 2011

Biologico avanti con “fair trade” Declinare biologico e equo-solidale è la grande sfida che si è posta nelle ultime edizioni la manifestazione tedesca, leader per il sistema agro-alimentare biologico a livello globale. Anche quest’anno l’Italia ha saputo collocarsi tra le nazioni trainanti del mercato internazionale, per eccellenze quali i vini e l’olio di oliva, ma con un peso sempre maggiore dell’offerta legata alla coltivazione di piante officinali e oli essenziali, al mondo dell’erboristeria e della cosmesi naturale al 16 al 19 febbraio 2011 si è svolto a Norimberga BioFach (Salone Mondiale per Prodotti Biologici) e Vivaness D(Salone Pilota della Cosmesi Naturale e del Wellness). Durante i quattro giorni della fiera mondiale, ben 44.592 visitatori specializzati, provenienti da 131 paesi, si sono incontrati e confrontati sui temi legati al settore bio con i 2.544 espositori del mercato degli alimenti biologici, dei prodotti tessili ecologici e dei cosmetici naturali provenienti da 86 paesi. Accanto alla Germania, padrona di casa, con 752 aziende, i paesi con il numero maggiore di espositori sono stati l’Italia (419), la Spagna (181), la Francia (184), l’Austria (104) ed i Paesi Bassi (86). I numeri dell’accoppiata fieristica, in crescita per quanto riguarda i visitatori (43.669 nel 2010) e sostanzialmente stabili per quanto riguarda gli accuratamente selezionati espositori (2557 nel 2010), confermano il trend positivo del mercato mondiale del settore biologico (nel 2008 il mercato bio internazionale ha superato i 50 mld di US$), che ha tenuto testa con successo alla crisi ed ha confermato la crescita sia

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in Europa che negli USA. Unicamente in Gran Bretagna si è verificato un impercettibile calo, che per altro non ha colpito il settore della cosmesi naturale che come in tutta Europa e nel mondo è in ascesa verticale. Nel 2009 in Italia è stato realizzato un fatturato di 2.35 mld di EUR, dei quali 850 mio nelle esportazioni. Stando ai dati dell’Istituto di ricerche di mercato ISMEA/Nielsen, nei primi sei mesi del 2010 in Italia le vendite di prodotti ecologici trasformati sono salite del 9%. L’Italia con 1,1 mio Ha, non è più la nazione europea con la maggior superficie agricola coltivata con tecniche biologiche, ma è stata superata dalla Spagna con 1,33 mio Ha e forti incrementi sono stati registrati nei paesi dell’est europeo con Polonia e Repubblica Ceca, come riferisce l’istituto per la ricerca in agricoltura biologica Forschungsinstitut fur biologischen Landbau FiBL (CH). Questo dato è stato confermato dall’elevato numero di


produttori di piante officinali, oli essenziali, e droghe in genere per il mercato della cosmesi biologica, presente alla rassegna fieristica e dalla loro provenienza da ogni continente, in prevalenza da paesi dell’est europeo (Bosnia-Erzegovina, Polonia, Bulgaria, Ungheria e altri), ma anche da paesi come Cile, Egitto, Nepal, India a rappresentare la globalità del fenomeno. Questa edizione di BioFach si è svolta all’insegna del “fair trade” cioè del commercio equo e solidale, ed ha lanciato la sfida di come l’intera umanità possa essere sfamata applicando metodi di coltivazione e produzione sia biologici, sia ecologici, adottando uno stile di vita ed una corretta alimentazione da parte di tutti. A sostegno di questo filo conduttore della rassegna fieristica, è stata allestita una sezione speciale della fiera “Organic + Fair”, dedicata ai prodotti biologici del commercio equo-solidale, con 46 espositori da tutto il mondo in rappresentanza di 19 paesi ed una serie di incontri e forum specifici sul fair trade organizzati da IFOAM (International Federation of Organic Agricolture Movements) quale ente internazionale patrocinante Biofach e dalla federazione dell’industria alimentare biologica BÖLW (Bund Ökologische Lebensmittelwirtschaft) quale ente tedesco ospitante. Vista la visibilità mondiale di BioFach/Vivaness, il proporre l’industria alimentare ecologica e la sua clientela come la giusta strada per garantire il diritto al cibo per tutti gli abitanti del nostro pianeta, è stato un coraggioso atto politico e sociale da parte degli organizzatori verso nuove soluzioni nutrizionali e di consumo globali. Va comunque segnalato quanto questa proposta di gestione economica sostenibile ed ecologica dei consumi alimentari, si sposi perfettamente con la volontà degli organi di certificazione biologica europei di trovare nuovi mercati da certificare e con il bisogno di acquisire credibilità tramite autorevoli certificazioni da parte dei paesi meno ricchi. Oltre alle sezioni dedicate al tessile biologico, ai vini ottenuti con uve da coltivazioni biologiche e all’olio di oliva biologico, che hanno visto una rilevante presenza degli espositori italiani, parallelamente a BioFach, si è svolta la quinta edizione di Vivaness: Salone Pilota della Cosmesi Naturale e del Wellness. Come è sottolineato da Riccardo Anouchinsky, esperto dell’area tessile e cosmetica bio di ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale) “a causa del minor costo della manodopera dei mercati orientali, nonostante l’altissima professionalità dei tecnici del settore tessile biologico nel nostro paese, mentre il mercato del tessile biologico segna un ulteriore lieve aumento, il numero delle aziende italiane produttrici di cotone biologico è in sensibile calo. Per contro gli auspici per il mercato della cosmesi naturale internazionale sono ottimi” Anche durante la crisi il settore è rimasto stabile ed ha registrato persino delle crescite a livello internazionale, in Germania per esempio nel 2009 il giro di affari è cresciuto del 7% circa. Secondo gli studi questo settore del biologico continuerà a crescere in maniera superiore alla media anche nei prossimi anni. Anche in Italia questo mercato è in continua ascesa anche se non è ancora sui livelli della Germania dove il mercato della cosmesi biologica ha toccato la quota del 5,6% del mercato complessivo della cosmesi ed della Francia dove si aggira attualmente intorno al 3%. “Nonostante i consumatori italiani siano sempre più attenti al

mercato dei cosmetici bio, quello italiano rimane un mercato con una grande competizione ed i grandi marchi dell’area tedesca per ora concentrano le loro attenzioni su clientele consolidate e consapevoli come quelle di Germania, Francia, Svizzera e Austria” questa è l’opinione di Jean-Claude Richard del consiglio di amministrazione del marchio svizzero “Farfalla Essential AG” La conferma della tendenza positiva del mercato dei cosmetici biologici è data dalla fiducia d’investimento dei produttori tradizionali e dal fatto che in questa fetta di mercato approdino sempre più sia aziende di cosmesi internazionali che piccoli produttori con molte idee creative ed innovative.

n Sotto il tricolore

L’Italia si è proposta a Vivaness con realtà di grande tradizione - come Argital o il laboratorio erboristico Sangalli - con aziende leader a livello internazionale - come Aboca con i suoi dispositivi medici con ingredienti da agricoltura biologica - con una qualificata rappresentanza del mondo della cosmesi naturale - come L’Amande con linea cosmetica certificata Eco Biologica, L’Erbolario con la sua linea Bioecocosmesi, il Laboratorio di ricerca Bema Cosmetici - e con realtà innovative come “N&B Natural is better” ed emergenti come “Le fate della Terra” che come base per propri prodotti cosmetici utilizza l’Olio Extra Vergine di oliva certificato biologico ”Orcio Sannita” prodotto sulle colline del Sannio Beneventano e per quanto riguarda la produzione fair trade la linea Natyr di cosmesi naturale e cosmesi biologica realizzate con ingredienti equo solidali da Altromercato.

n Le organizzazioni di certificazione: una presenza appariscente

E’ indubbio che la certificazione dei prodotti cosmetici biologici procura la credibilità degli stessi, ma è comunque da segnalare, che in taluni casi, tra gli stands di Vivaness, la presenza degli organi di certificazione al fianco di queste aziende italiane del settore erboristico/cosmetico è risultato prevaricante, sicuramente più evidente rispetto alle aziende degli altri paesi ed ciò deve quantomeno indurre a riflettere sulla figura imparziale di garante di prodotto biologico degli organi di certificazione. In mancanza di una normativa in materia della UE, la concorrenza in Europa tra gli standard internazionali di certificazione di prodotti cosmetici Cosmos (BDIH tedesca, Cosmbio e Ecocert francesi, ICEA italiana e la Soil Association britannica) e NaTrue fondato da una serie di aziende prevalentemente di area tedesca tra cui Wala-Dr. Hauschka Skin Care, Weleda e Farfalla Essentials, mantiene molto rigoroso il livello di certificazione per i cosmetici biologici e di riflesso sinonimo di garanzia dei prodotti certificati con questi standard. L’accoppiata fieristica BioFach/Vivaness ancora una volta si è dimostrata un’ottima piattaforma di incontro a livello mondiale tra fornitori, rivenditori e produttori del settore del biologico, sia per quanto riguarda gli alimenti biologici, che per i cosmetici naturali ed i prodotti tessili ecologici. Il messaggio che ci lascia è chiaro: per un prodotto biologico è ormai limitativo un “bollino” per renderlo credibile e competitivo, è ormai imprescindibile la sua storia: chi c’è dietro quel prodotto, da dove viene e chi lo ha prodotto in quali condizioni lo ha fatto. Il prodotto biologico come portatore di cultura e veicolo per una gestione sostenibile ed ecologica delle risorse del pianeta. n Aprile 2011 ERBORISTERIA DOMANI 25


agenda

I ncontri n Casola Valsenio è in fiore!

Il Giardino delle Erbe “A. Rinaldi Ceroni” con il patrocinio della Regione Reggio Emilia, della Provincia di Ravenna e del Comune di Casola Valsenio (RV), organizza l’11° edizione di “Erbeinfiore”: nelle

giornate del 28 e del 29 maggio 2011 sarà un fiorire di iniziative interamente dedicate alle piante officinali. Ci si può iscrivere (su prenotazione allo 054673158, 5 euro) a laboratori didattici sulla raccolta, la preparazione, la conservazione delle piante officinali da tisana (il 28 e il 29), girare per il mercatino dei prodotti con i fiori officinali per cucina ed erboristeria, partecipare alla visita guidata al Giardino delle Erbe e all’Escursione tra le erbe spontanee del Parco della Vena del Gesso Romagnolo (il 29, con ritrovo alle 17.00 al Giardino delle Erbe). Sempre nella giornata del 29 maggio, oltre a “Giocando con i Fiori” che il centro “il Fiordaliso” dedica ai bambini dai 5 ai 12 anni, i ristoranti casolani presentano i loro menù ai fiori officinali: durante tutta la giornata infatti tutti i ristoranti di Casola Valsenio faranno sbocciare le loro creazioni culinarie a base a base di fiori ed erbe eduli primaverili. Per informazioni: Giardino delle Erbe “A. Rinaldi Ceroni” Tel. e fax 0546 73158 * info@giardinodelleerbe.it www.ilgiardinodelleerbe.it

LE ERBE DI QUALITÀ

n Aromatiche e oli essenziali: una giornata di studio a Modena

È in programma per martedì 31 maggio, nel pomeriggio dalle ore 15, la giornata di studio organizzata dalla Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Modena (già Accademia dei Dissonanti), con il patrocinio della Facoltà di Farmacia Università di Modena e Reggio Emilia il seminario Dalla pianta aromatica all’olio essenziale, che presenterà le seguenti tre lezioni: Piante aromatiche: aspetti botanici e biologici del prof. Carlo Romagnoli, L’olio essenziale: variabilità, metodiche estrattive, tecnologie del prof. Michele Melegari e Utilizzo clinico degli oli essenziali del dott. Alessandro Camporese. Agli studenti dei corsi della Facoltà che interverranno saranno assegnati 0,5 CFU in quanto la Giornata di Studio viene riconosciuta fra le “Altre Attività Formative” Per adesioni: Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena Tel. e fax 059 225566 * info@accademiasla-mo.it

n C’è nell’aria l’aroma del Golfo Dianese

Laboratori Biokyma s.r.l. - Anghiari (AR) - (39) 0575 749989 - www.biokyma.com

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Aromatica, il festival delle profumate erbe liguri torna dal 2 al 5 giugno ad animare il Golfo della Dea Diana. Benessere, Cucina, Famiglia e Musica: è da questi quattro temi che riparte Aromatica Festival, manifestazione biennale che da tre edizioni reinterpreta il territorio della costa e dell’entroterra attraverso esperienze multisensoriali e coinvolgenti, al sapore dei variegati profumi aromatici. I Comuni coinvolti nella manifestazione,


tutti affacciati sul Golfo Dianese, sono sette: Cervo, San Bartolomeo al Mare e Diano Marina sulla costa; Diano Castello, Diano San Pietro, Diano Arentino e Villa Faraldi nell’entroterra. Per maggiori informazioni: * pilar.rainoldi@interfacetourism. com

Istituto Prosa: proposte di corsi per la primavera

L’Istituto Prosa è un’associazione no“L’auricoloterapia risulta avere un’azioprofit che nasce verso la metà degli anni ne particolarmente efficace nel trattasettanta con l’obiettivo di promuovere la mento di 245 differenti patologie”… ricerca, lo studio e il dibattito intorno al (dall’Università di Nanchino, il prof. concetto di salute, per permetterne un’ac- Chen Gong-sun). quisizione più ampia attraverso l’azione di recupero di esperienze provenienti da Teoria e pratica clinica in diversi ambiti culturali nazionali e inter- Auricoloterapia nazionali. L’auricoloterapia è un microsistema Il nome Prosa nasce per esprimere questo efficace, specie in alcune patologie tipo di azione in quanto è la contrazione acute, dolorose e allergiche; economico di due termini propulsione e salute che e poco invasivo – non prevede l’impiego rappresentano lo spirito con cui l’Istituto di alcun apparecchio, ma solo l’osservaintende svolgere questa attività. zione del padiglione - è ben accettato da In questa azione di recupero con il tempo ogni tipologia di paziente. n Analisi e controllo hanno acquisito via via sempre maggiore L’Istituto Prosa, Scuola di qualità:in ottobre il importanza le medicine tradizionali e Formazione e Aggiornamento, simposio AOAC Europe popolari, per le loro peculiarità e per propone un seminario teorico-pratico Organizzato da AOAC International (l’asl’azione svolta in modo non invasivo, con condotto dalla dott.ssa Maria Rosa sociazione scientifica internazionale indirispetto delle caratteristiche dell’essere Speronello rivolto ad agopuntori e opepenendente che dal 1884 si promuove l’ecumano. ratori tuina. cellenza nelle discipline analitiche) presso La raccolta di dati, informazioni e Il programma dei due week-end prevede l’Università di Erlangen (Germania) si materiali ha portato nel tempo la costrulo studio della localizzazione e della terrà dal 10 al 12 ottobre prossimi il simzione di una vera e propria biblioteca funzione dei punti auricolari; diagnosi posio Quality Control of Botanicals,TCM, di settore, che funge anche da centro di auricolare; principi di selezione dei Herbal Food Supplements and Herbal documentazione per tutte le attività di punti; metodi di stimolazione; attenzioni Medicinal Products. ricerca, che oggi può contare su alcune e controindicazioni; prescrizioni per il Preso atto dell’importanza crescente dei migliaia di volumi e l’abbonamento trattamento delle malattie più comuni. Istituto Prosa – Scuola ed Aggiornamento prodotti a base di piante in tutta la comucorrente a numerose riviste di settore pro- dièFormazione prevista inoltre una parte pratica. nità, la sezione europea di AOAC, e i labovenienti da tutto il mondo. Le date del seminario vanno da sabato International Workshop ratori PhytoLab intendono presentare la I nostri lettori conoscono Prosa anche 18 giugno a domenica 10 luglio. più avanzata rassegna di tutte le tecniche per le frequnei e qualificati collaboraIl seminario si terrà presso la sede delQuality di analisi e Control identificazioneof utiliBotanicals, neo nostro zioni in tema di MTC e di discipline l’Istituto Prosa a Spinea (VE) campo,TCM, nonchò gliHerbal aspettii regolamentari erboristiche. Il costo, comprensivo di materiale didatFood e legali, soprattutto in tema di contamiPresentiamo qui due interessanti propotico e libro di testo è di 360,00 euro. Supplements and Herbal ste di corsi per l’inizio della primavera: nazioni. 18-19 e 25-26 Giugno 2011 L’invito alla partecipazione è rivolto a tutti Omeopatia per la famiglia Medicinal Products coloro che sono interessati ai botanicals Ciclo di 6 incontri teorico-pratiIl corso una proposta messa a punto dallo ed anche a studenti che desiderino parci èper avvicinare all’omeopatia e ai staff della Scuolasuoi di Formazione dell’Istituto Prosa ed è articolato in tecipare (con othsenza una presentazione th meccanismi d’azione, attraverso due week-end per un totale di circa 20 ore tra teoria e Monday Wednesday poster), per10 i qualitoè stata prevista una12 informazioni base e una riflessione pratica. tariffa speciale (100 euro2011 per tre giorni), sull’utilizzo della terapia omeopatica October Secondo il Prof. Guan Zun Xin (Istituto di Agopuntura che comprende una visita allo stabilimento che possa domande Auricolare della rispondere Provincia alle dello Yunnanche- Cina) di Martin Bauer di Vestenbergreuth. spesso sorgono: E’ “l’auricoloterapia risulta cos’è avere l’omeopatia? un’azione nel trattamento di oltre 300 differenti patologie in oltre 200 risulta Per informazioni e adesioni: una terapia efficace? Puòeessere usata particolarmente efficace” ... “tra queste ultime in oltre AOAC Europe Section (c/o PhytoLab GmbH) nei bambini?… 160 l’indice di efficacia supera il 50%. Alcuni esempi di * kluas.reif@phytolab.de dott.ssasono: M. R.l’acne Speronello, G. con il questeLa patologie (89% il di dott. efficacia) metodo combinato agopuntura auricolare e coppettazione, www.aoaceurope.com n Nobile e la dott.ssa F.Stocco conducono il cloasma, la congiuntivite acuta (sanguinamento su i 6 incontri a cadenza settimanale il Apice dell’orecchio-Erjian), la faringite acuta, la tonsillite, martedì, dalle 20.15 alle 21.45 (a cui la dismenorrea, la presentazione podalica del feto, la seguirà di il dibattito), in agenda dacronica aprile (97% di stipsi (91,6% efficacia), l’appendicite efficacia), l’otite media (63% di efficacia), le sindromi Bi a giugno. (92% di efficacia), ecc.” Per informazioni e iscrizioni: Istituto Prosa tel. 041 999366 Alcuni* vantaggi dell’auricoloterapia istprosa@tin.it www.propulsionesalute.it L’utilità di questo microsistema può essere così riassunta: è un metodo molto efficace, in

Teoria e Pratica Clinica in Auricoloterapia

University ErlangenNuremberg

particolare nelle patologie, acute, dolorose ed allergiche;·è un metodo semplice da applicare (molto più semplice rispetto all’agopuntura corporea);·è un metodo molto pratico e comodo sia per il medico che per il paziente;·è un metodo poco invasivo e ben accettato da ogni tipo di paziente;·è un metodo economico, ed inoltre si tratta di 2011 una ERBORISTERIA metodica utile anche Aprile DOMANI 27 per la diagnosi di numerose patologie, anche attraverso la semplice osservazione del padiglione, senza l’impiego di apparecchi di alcun tipo.


coltivazione

di demetrio benelli

A Tempio si discute la filiera di qualità

La Sardegna è tornata! Un potenziale unico di biodiversità, tradizioni isolane che si conservano nei secoli, una volontà chiara degli imprenditori agricoli di mantenere e sviluppare le coltivazioni, alla luce delle esperienze già realizzate, e la dichiarazione di intenti delle istituzioni locali a fare il possibile per sostenere la filiera: la Sardegna potrebbe tornare a essere un punto di riferimento, anche internazionale, al centro del Mediterraneo, per l’erboristeria italiana soddisfazione annunciamo ai nostri che la Sardegna vuole tornare Cdaonlettori protagonista sulle scenario delle regioni italiane vocate alla produzione delle piante officinali, affrontando uno sviluppo della coltivazione integrato in un ambiente e in un territorio che potrebbe essere per potenzialità e per tradizione uno dei più importanti in Europa in ambito erboristico. L’iniziativa questa volte parte dal nord dell’isola, dalla provincia di OlbiaTempio e dalle istituzioni territoriali dell’Alta Gallura, che al richiamo di uno splendido mare uniscono valli e boschi particolarmente lussureggianti e ricchi di biodiversità. Con il basilare sostegno della agenzia regionale per lo sviluppo rurale, che ha assunto negli ultimi anni il nome evocativo di Laore (che significa lavoro) al posto del precedente e più freddo Ersat, e con la fattiva partecipazione ideativa e organizzativa della FIPPO con il suo distaccamento sardo, la cittadina di Tempio Pausania ha promosso e organizzato a tempo di record lo scorso 25 e 26 marzo un importante convegno di respiro internazionale sulla qualificazione della nostra filiera. Tempio Pausania è la capitale di una particolare produzione agricola mediterranea quella della quercia da sughero: ed è la Stazione Sperimentale del Sughero, divenuta un moderno centro congressi, ad ospitare i lavori, che vedono affluire produttori, ricercatori, studenti e imprenditori da tutta la regione. Il programma delle due giornate è intenso: si vogliono affrontare le strategie 28 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011

di produzione, approfondendo particolari aspetti agronomici quali la propagazione da seme (trattata da Stefano Benvenuti dell’Università di Pisa), le tecniche di lotta alle infestanti (tema di Stefano Bona, dell’università di Padova), e nuovi dati colturali sul mirto (esperienze riportate da Daniela Satta, della Agenzia Agris Sardegna). Una particolare attenzione, in ambito agronomico, è quella richiamata espressamente più volte dalla presidenza della FIPPO: non solo la specie, ma la varietà fa la differenza. Se infatti, anni fa,

quando una nuova stagione produttiva muoveva i primi passi in Italia ci si chiedeva quali specie coltivare e quali potevano essere quelle maggiormente richieste dal mercato, oggi questa stessa domanda non è più esaustiva, e va completata anche dall’altra: quali varietà? Il mercato internazionale distingue nettamente tra varietà della stessa specie officinale, valorizzandole spesso in modo radicalmente diverso tra loro (su questo tema la relazione accurata e documentata di Nicola Aiello).


n Esperienze dal mercato Ma il confronto atteso da tutti ancora una volta riguarda il mercato, le opportunità, le sfide. Partiamo dalla storia delle coltivazioni officinali in Sardegna. Bruno Satta, dirigente della Agenzia Laore si fa carico di ripercorrerla per tutti: le aree a vocazione tradizionale, le esperienze avviate e sostenute dalla Regione nei decenni passati, i momenti di stallo e le difficoltà del mercato e della sua mutevole regolamentazione. Al tempo stesso una nuova presa di attenzione e di impegno della agenzia, che sa bene che le officinali possono essere una alternativa proficua per molte aziende agricole e una occasione di recupero di territorio già oggetto o destinato a un progressivo abbandono. Poi due preziose esperienze dal continente, entrambe incentrate sulla produzione di oli essenziali. Il progresso tecnico e storico delle distillazioni essenziere della provincia di Cuneo, raccontata tra ricordi personali e familiari da Franco Chialva, e poi i dati e le analisi del più grande raggruppamento europeo di produttori e utilizzatori di oli essenziali, il consorzio francese Cepparm, rappresentato al convegno di Tempio dal suo direttore, Michael Krausz. Il punto di vista dei produttori, a confronto infine con quello di un utilizzatore, di una azienda che sta sul mercato, e che vede le relazioni sottili che collegano il grossista, il singolo punto vendita e anche il consumatore finale: Mauro Cornioli traccia un quadro sensibile del contesto, nazionale ed internazionale, in cui Biokyma, la sua azienda, ha imparato a navigare. Da tutte queste relazioni si ricava un insegnamento importante: lo sviluppo dell’attività di coltivazione di piante officinali è possibile solo grazie alla formazione di un sistema coordinato e attivo di relazioni tra i produttori, i potenziali partner e utilizzatori, gli esperti e le figure professionali e le istituzioni locali. La domanda del mercato, per quanto la tendenza positiva sia accertata ormai da più di un decennio, non è un fattore sufficiente in mancanza di quel tessuto connettivo che permette la circolazione del prodotto, la risoluzione dei problemi tecnici e il miglioramento necessario ad affrontare le sfide competitive, la gestione dei flussi o la crescita repentina della domanda e i successivi momenti di

L’apertura dei lavori: il convegno Erbe officinali in Sardegna, svoltosi presso l’agenzia Agris di Tempio, è stato promosso dal Comune di Tempio Pausania, della Provincia di Olbia Tempio, dall’agenzia Laore e dall’Unione dei Comuni dell’Alta Gallura e dall’Ente Foreste della Sardegna

calo e saturazione del mercato. Considerazione ancora più vera in un contesto normativo molto complesso, data la natura del prodotto erboristico, e non solo per l’industria e per l’erborista esercente, ma anche per il coltivatore-raccoglitore (quadro che si è fatta carico di delineari interamente la presidente della S.I.S.T.E., Marinella Trovato). n Al centro di un sistema coordinato

La giornata a Tempio ha voluto proporre la creazione di un sistema di questo tipo. I produttori sardi, anche in silenzio, hanno continuato in questi anni la loro pratica produttiva, confrontandosi spesso singolarmente con il mercato, ma acquisendo esperienza e consapevolezza delle caratteristiche specifiche del mercato erboristico. Le istituzioni locali, pur in un momento di difficoltà per la scarsità di risorse finanziare, hanno rinnovato la loro disponibilità e il loro impegno a fornire assistenza e supporto. E, ultima nota, ma non per questo meno importante, anzi, il Ministero delle Politiche Agricole, grazie all’azione di sensibilizzazione e informazione svolta in questi anni dalle associazioni di categoria (FIPPO, SISTE, ASSOERBE) guarda oggi con riguado ad una filiera che proprio nel

riconoscimento politico ed istituzionale potrebbe trovare ragioni per consolidarsi e crescere, come ha commentato Alberto Manzo, dirigente del ministero nel suo intervento al convegno. L’affermazione della Sardegna come riserva di biodiversità e potenziale luogo di elezione per la coltivazione di piante officinali proprio al centro del Mediterraneo può rappresentare sul piano internazionale una credenziale importante per tutto il comparto erboristico italiano. A Tempio si è mosso un passo in questa direzione, manteniamo la marcia nel prossimo futuro. n

Per chi non c’era

P

er chi non ha potuto partecipare al convegno di Tempio Pausania, ma vorrebbe conoscere più approfonditamenteicontenutitrattati dai docenti e dai relatori della due giornate di studio, su incarico degli organizzatori dell’incontro, e della FIPPOinparticolare,potretetrovare, e scaricare dal nostro sito www. erboristeriadomani.it tutte le presentazioni. Ringraziamo i relatori per la gentile concessione. Aprile 2011 ERBORISTERIA DOMANI 29


cronache cosmetiche

Gli oli esotici in cosmesi L’impiego cosmetico degli oli esotici si è diffuso in concomitanza ad un fenomeno che, proprio in questi ultimi decenni si è verificato nel mondo: lo sfruttamento industriale, intensivo delle grandi foreste africane ed amazzoniche. Le esigenze ecologiche moderne, la ricerca di nuovi prodotti ottenibili da fonti alternative rinnovabili, la prospettiva dell’alto interesse economico-sociale che l’operazione avrebbe potuto rappresentare, il beneficio che ne avrebbero tratto - addirittura in certi casi ai fini della sopravvivenza - certe popolazio-

ni locali poverissime, hanno mosso la ricerca scientifica allo studio di queste piante ed alla valorizzazione di certi loro derivati, in particolare gli oli, i cui principi attivi si sono confermati veramente efficaci ai fini del loro sfruttamento terapeutico e cosmetico. Questo spiega ampiamente la continua e progressiva, inarrestabile diffusione di questi oli esotici quali componenti di pregio nei vari e diversificati preparati cosmetici. E così, a quelli noti ed utilizzati da più antica data, tipo l’olio di Joioba ed il burro di Karitè, senza dimenticare quelli di Mango e di Avocado, se ne sono aggiunti altri. Anche l’olio di Argan – di cui proprio in questo numero della nostra

Formulazioni “over 50” Alle formulazioni di note aziende fabbricanti di cosmetici pubblicate sulle riviste del settore contenenti 20 ed anche 30 componenti, ormai eravamo abituati da tempo. Ma ora sono stati fatti ulteriori “passi in avanti”; infatti non è raro che si incontrino formule realizzate da una associazione di 50 ed oltre componenti (ne abbiamo sotto gli occhi due, la prima ne contiene 53, la seconda, due pagine dopo nella stessa rivista, 58!). Nessuna critica, per amor di Dio, da parte nostra a chi ritiene opportuno formulare con questi concetti di “abbondanza” (melio abundare quam deficere, recita del resto un vecchio detto latino), ma siamo proprio sicuri che una buona crema, un buon latte non si possano realizzare senza dover ricorrere al saccheggio di un intero banco di laboratorio? Osservando queste “generose” formulazioni, però, qualche critica viene come dire… spontanea. Per spiegarci meglio, scendiamo nei particolari. Gli esteri: in certune di queste formulazioni ne abbiamo contati sino a 7, 8. da un miristato ad un palmitato, da un ottildodecanolo ad un caprilato/caprato, ecc.. Ma sono proprio tutti indispensabili? Gli umettanti, ne esistono di tradizionali tre o quattro, la glicerina, il

30 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011

glicole, propilenico, il butilenico, il sorbitolo. Mettiamoli tutti, avranno detto i formulatori di una nota marca, vuoi mettere l’effetto?! E così per gli emulsionanti, stearati e loro etossilati di vario tipo, sorbitani e loro etossilati, tribehenil esteri, esteri del saccarosio, ecc.. Bello studiare l’idoneo HLB del sistema! Quando si passa ai componenti di derivazione vegetale, oli ed estratti, la cosa si fa ancora più interessante, qui bisogna spingere per farsi spazio, una ressa: a decine, in una delle formule sotto nostra osservazione ne contiamo tredici: dalla soia alla scutellaria, dal gelso all’orzo, dalla betulla all’alga, e così via sino a tredici. Potremmo continuare per i corpi addensanti, stabilizzanti di emulsioni: copolimeri di vario tipo, derivati della cellulosa, xantan gum, derivati del guar, carbomer, perchè no, tutti nella stessa formula. L’idea di questa nota non è solo nostra, ma pienamente condivisa e promossa per la pubblicazione da numerosi formulatori di ottimi prodotti con i quali abbiamo avuto più di una occasionedidiscuteresull’argomento. Uno di questi ha esclamato: Quasi quasi vado a casa a buttare via la mia crema che contiene solo 18 componenti! Siamo riusciti a fermarlo.

rivista presentiamo una vasta monografia – è da ritenere un olio conosciuto da un qualche decennio (il primo brevetto di cosmetico che ne contempla l’impiego risale al 1984), ma è solo di recente che il suo sfruttamento in campo cosmetico si è diffuso. Tra gli oli di origine esotica accolti di recente con soddisfazione dal mercato cosmetico è facile ricordarne alcuni rivelatisi veramente interessati: l’olio di Marula (Sclerocarya birrea), ricco in acidi grassi polinsaturi, tocoferoli e sostanze fenoliche che ne spiegano la potenzialità ristrutturante cutanea ed antiossidante, l’olio di Tamanu (Calophyllum inophyllum), dotato di azione antinfiammatoria e rigenerante cutanea, quello di Babassu (Orbignya olearia), un lipide multifunzionale che ha trovato varie utilizzazioni anche in preparati per l’igiene personale. Non è a noi possibile e non è nostro intento enumerarli tutti, ne ricorderemo ancora qualcuno. L’olio di Andiroba, estratto dalla noce di Carapa guyanensis, l’olio di Inca Inchi (Plukenetia volubilis), l’olio sicuramente più ricco in omega-3 (acido α-linolenico), quello di Ximenia (Ximenia americana), di Maringa (Maringa oleifera), quello estratto dal frutto del Pracaxi (Pentaclethra macroloba), di Copaiba, ottenuto da diverse specie del genere Copaifera, di Mungono (Schinziophyton rautanei) e numerosi altri. La nostra considerazione relativamente a questi oli è che, almeno buona parte di essi hanno interessato in un primo tempo i formulatori proprio in ragione della loro origine: il claim dell’esotico, l’olio che viene da lontano, la novità della rarità, il mistero dei suoi principi attivi sconosciuti, ecc, ecc. e, questa presentazione ha certamente fatto presa anche sui consumatori. Poi il secondo tempo: il riscontro, cioè, che questi lipidi naturali nuovi, venuti da foreste incontaminate, erano veramente validi e, pertanto, il loro utilizzo più che giustificato. Carapa guyanensis


Sull’impiego cosmetico dell’olio di Oliva e dei suoi derivati Abbiamo riferito, in una precedente nota, degli oli esotici e del loro diffuso impiego in cosmesi. Una breve riflessione, ora, sull’olio di Oliva. A questo nostro caro, domestico, olio di Oliva, oltre le sue straordinarie proprietà dietetiche e nutrizionali, nulla mancherebbe anche per quanto concerne una sua potenziale utilizzazione in campo cosmetico, in ragione delle sue evidenti e riconosciute proprietà eudermiche: emollienti, lenitive, seborestitutive, antiossidanti, protettive, ecc. Perché, a differenza di altri oli vegetali oggi largamente impiegati (nostrani ed esotici), quest’olio trova, allo stato ‘tal quale’ una così scarsa utilizzazione in campo cosmetico? Esistono in mercato poche linee cosmetiche a base di questo lipide (una ditta ligure, in particolare è sicuramente leader e specialista nel campo da parecchi decenni) ma, in relazione alla qualità ed alla disponibilità ed accessibilissimo costo della materia prima in discussione, il suo impiego nel settore specifico riteniamo sia alquanto limitato. La fortuna che in campo cosmetico non ha sorriso all’olio di Oliva come tale, sembra invece non cessi di arridere ai

suoi derivati o “elaborati”, la cui comparsa sul mercato è in costante, regolare crescita. A parte il suo insaponificabile, le cui proprietà ed impieghi sono troppo noti e questa non è la sede per ulteriormente parlarne, sono in mercato emulsionanti non ionici a base olio di Oliva; per un estere di sorbitano, generalmente realizzato partendo da acido oleico, Olea europaea

si è utilizzato l’olio “in toto”; numerosi i suoi esteri, nochè derivati etossilati e carbossilati. Da segnalare un derivato dell’olio di Oliva reso idrosolubile tramite un particolare processo di transesterificazione che permette di sostituire una parte della frazione glicerica presente nell’olio di partenza con glicerolo vegetale etossilato. Di recente introduzione altri elaborati, soprattutto a base di insaponificabile ed altri esteri. Non ce ne vogliano i fabbricanti di tal genere di prodotti se non troveranno questa nota completa, sappiamo benissimo che esistono altri interessanti termini di questi elaborati. Ci preme invece rimarcare, con piacere, che è proprio un’azienda italiana all’avanguardia nella produzione di questa categoria di derivati dell’olio di Oliva di alto interesse cosmetico. Questa nota non può che terminare con una riflessione, su un caso piuttosto raro: un grande lipide che si usa poco, in compenso trovano un sempre più diffuso sfruttamento suoi elaborati. Così come un padre di famiglia, colto, in gamba, che ha fatto molte cose nella vita ma non è riuscito a farsi conoscere ed apprezzare per quanto valeva. In compenso ha generato figli, altrettanto bravi ed esperti il cui operato è riconosciuto e noto e sanno farsi rispettare.

Conservanti naturali per cosmetici

Seppure presenti nelle liste positive delle regolamentazioni internazionali in materia, i conservanti di sintesi incontrano spesso problemi correlati alle loro non sempre ben definite potenziali proprietà tossicologiche, con conse-

guente possibile insorgere di manifestazioni avverse, tipo irritazioni, sensibilizzazioni ed allergie in particolare. Proprio relativamente all’allergia dei conservanti, una recente ricerca sul possibile insorgere di manifestazioni allergiche a seguito impiego dei preparati cosmetici, ci dice che tale insorgere è quasi sempre da attribuire alla presenza nel preparato di un conservante individualmente non tollerato. è ben noto quanti siano gli oli essenziali di piante che contengono ingredienti attivi ad azione antimicrobica: le piante hanno da tempo sviluppato specifici meccanismi di difesa non solo da insulti ambientali, ma anche dall’attacco di microrganismi.

Questi antimicrobici naturali contenuti negli oli essenziali ne citiamo solo alcuni tra i tanti conosciuti: l’acido cumarico presente nel Sambuco, l’acido rosmarinico del Rosmarino, l’acido Citraria islandica

Aprile 2011 ERBORISTERIA DOMANI 31

Ripetutamente, sulle pagine di questa rivista l’argomento oggetto del titolo è stato affrontato ed approfondito. La domanda è: esiste una valida, possibile alternativa all’uso di conservanti naturali in luogo dei tradizionali conservanti di sintesi?


cronache cosmetiche

anisico della Camomilla, il feniletanolo dell’essenza di Rosa, l’acido perillico (contenuto in numerose piante), gli antrachinoni dell’Aloe, il sodio fitato del Riso, alcuni cheto-derivati isolati da alcune specie di Rutaceae ecc.) sono tutti dotati di efficacia più o meno marcata verso batteri e funghi. Senza ovviamente, dimenticare il più importante di essi, l’acido unico contenuto in un lichene (Citraria islandica)

di cui è ben nota l’attività antibioticosimile. Ora, anche volendo considerare che la loro efficacia può non essere pari a quella dei tradizionali conservanti di sintesi, il che comporterebbe di doverne usare dosi più elevate, è peraltro innegabile il fatto che uilizzandoli in associazione a questi, quantomeno si riesce a ridurne il loro contenuto nella formula e quindi a garantire al pro-

dotto finito una maggiore sicurezza di impiego. Da notare che questi “ntimicrobici naturali”, potenziali conservanti, non sono iscritti come tali nelle liste positive sopra citate. Per cui è possibile, e spiegabile, che possa trovarsi in commercio un prodotto che recita “non contiene conservanti”, in quanto è preservato con quelli di derivazione vegetale.

Il mercato italiano dei cosmetici nel 2010 Puntuali come le rondini (le poche rimaste, dicono siano calate negli ultimi anni del 40%) a primavera appaiono i dati UNIPRO sull’andamento del mercato cosmetico in Italia relativi alla precedente annata. Riportiamo tali dati nella tabella acclusa, divisi per categoria di prodotti, non ovviamente – per questioni di spazio – per tipo di prodotto, per la cui visione si rimanda alle tabelle originali UNIPRO. Il preambolo dell’Ente che associa le imprese cosmetiche italiane è moderatamente ottimistico: “L’industria cosmetica chiude il 2010 con dinamiche sostenute grazie alla robusta ripresa delle esportazioni, ai trend di consumi del canale farmacia ed alla crescita superiore alla media del canale erboristeria. Soffre la grande distribuzione, salvata dalle grandi superfici specializzate”. Fiducia espressa anche per quanto concerne previsioni dell’anno in corso, che si prospetta in ulteriore ripresa. La tenuta dei consumi cosmetici, che come spesa sono secondi solo a quella per le abitazioni – dice il rapporto – conferma che il cosmetico è entrato da tempo nel vissuto quotidiano e nelle abitudini degli italiani. A livello di produzione, l’incremento registrato nell’anno è stato del 5,2% , accreditabile in buona parte all’aumentato valore nelle esportazioni (crescita attorno al 17%) ed anche questo è un dato confortante. Riferendoci ai prodotti, la categoria dei “prodotti per il corpo” è quella che, an32 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011

che nel 2010 ha fatto registrare il valore di consumo più alto (16,2% sul totale delle vendite) ed, all’interno di questa categoria una particolare performance è attribuibile ai prodotti contro la cellulite (incremento del 4,9%) e di acque ed oli per il corpo (+4,5%). Tra i “prodotti per il viso”, prevedibile il buon andamento dei ‘cosmetici antietà ed antirughe’ (+3,1%). Dall’esame della tabella si può invece verificare il netto calo nelle vendite di “prodotti solari e pigmentanti” (-1,9%) e di depilatori (-0,9%). Come spiegabile: forse meno gente è andata al mare ed in montagna? Una certa contrazione anche nel comparto “prodotti per capelli e cuoio capelluto”, in pratica per quasi tutti i tipi di prodotti, dalle lacche fissative ai coloranti, dalle mousse alle fiale urto, ecc., addirittura agli shampoo (-0,4%).

Così come in controtendenza anche vari tipi di “prodotti igiene corpo”: saponi e syndet -3%; ci siamo lavati meno? Di questo comparto si salvano prodotti per piedi (+5,8%, peraltro su un valore totale scarsamente significativo: 41 milioni di euro) e igiene intima (+2,5%). Bene invece il comparto “prodotti per le mani’: smalti e correlati con un +16% e la profumeria alcolica (+3,1%). Per concludere questo breve escursus, su un totale vendite di quasi 8.000 milioni di euro, l’incremento rispetto al precedente anno è stato dello 0,6%. Non ci sembra un gran che, a dire il vero, ma, visto il vento che tira da un paio di anni, forse è bene accontentarsi e sperare in un futuro migliore. In una prossima nostra nota analizzeremo e commenteremo le vendite per canale di distribuzione. n

CONSUMI ANNO 2010 COSMETICI IN ITALIA (Prezzi al pubblico, in milioni di euro) Categoria Farmacia Capelli, cuoio capelluto 148,15 Prodotti per il viso 414,24 Prodotti per trucco viso 40,65 Cofanetti trucco 0,01 Prodotti trucco occhi 15,11 Prodotti per le labbra 38,82 Prodotti per le mani 32,80 Prodotti per il corpo 357,92 Prodotti igiene corpo 227,66 Prodotti igiene bocca 11,96 Prodotti dermoigien. bimbi 77,84 Prodotti linea maschile 9,95 Profumeria alcolica 3,45 Confezioni regalo Totale 1.478,78

Profumeria 88,94 435,03 199,01 45,70 155,05 99,85 51,36 185,77 58,21 4,40 4,93 52,43 782,16 101,98 2.259,91

(*) di cui circa il 50% presso Super-Iper mercati

Altri canali Totale Var.% 10/09 917,41 1.154,50 -2,3 330,37 1.179,64 0,9 92,23 331,89 3,1 14,13 59,84 11,8 92,26 262,42 1,6 116,63 255,31 -3,0 123,32 207,49 8,5 728,23 1.271,93 0,4 780,07 1.065,93 -0,7 537,70 645,06 -0,2 50,57 133,33 0,8 144,51 206,90 -2,2 148,15 933,76 3,1 11,30 113,20 7,9 (*)4.086,88 7.825,57 0,6



fitocosmesi il libro Un volume che colma una lacuna nel panorama della pubblicistica tecnicoscientifica sulle piante officinali: un manuale di riferimento per tutte quelle persone che per ragioni di studio, professionali o anche per pura curiosità vogliono saperne di più e avere dati certi sull’impiego delle piante e dei loro derivati in cosmesi. Scritto con la passione, l’intelligenza e il mestiere di chi ha vissuto i cambiamenti dell’industria cosmetica e in particolare l’affermarsi di una tendenza, quella dell’applicazione di derivati naturali, in continua e dinamica trasformazione. Uno strumento di immediata utilità per tutti gli operatori e gli studiosi della piante medicinali e officinali, utile a tutti: al ricercatore e al tecnico formulatore, all’addetto alla produzione, all’imprenditore o al professionista a contatto con il pubblico, e al consumatore stesso.

di Paolo Poggi edizione a cura di Erboristeria domani Formato 17x24, rilegatura cartonata.

pagine544

Prezzo di copertina: € 60,00 Prezzo speciale abbonati: € 48,00 Contributo spese di spedizione: € 6,00



qualitĂ

di Aida Maglajlic

Micotossine:

i rischi di inquinamento biologico di derivati vegetali

Moderne strumentazioni e nuove metodologie analitiche permettono di vigilare con certezza sulle possibili contaminazioni da muffe che possono interessare anche le droghe vegetali. Riportiamo un esempio di determinazione di livelli di micotossine in campioni vegetali, sintesi di uno studio di tesi, per offrire una panoramica su controlli di qualitĂ che potrebbero pienamente rientrare nelle competenze di un tecnico erborista 36 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011


D

Fungo produttore

Aspergillus flavus, parasitius, nomius

Penicillium verrucosum, Aspergillus ochraceus Penicillium expansum

più elevati. Le micotossine sono un gruppo di composti di natura non proteica, chimicamente diversi tra di loro, in grado di esercitare effetti tossici di vario tipo quando ingeriti o inalati. La produzione di micotossine avviene in condizioni bendeterminate;essepossonovenireriversate nel mezzo di crescita o rimanere nel micelio. Sono prodotte da funghi filamentosi saprofiti, come metaboliti secondari(attiviinquantitàmoltopiccole, dell’ordine del miliardo), appartenenti principalmente al genere Aspergillus, Penicillium e Fusarium. Le micotossine insieme ad altri prodotti fungini (es. alcaloidi)sonoconsideratiunprodottodel metabolismo secondario delle muffe. Lemicotossinerappresentanoungrosso problema per l’uomo in quanto possono essere presenti sia nelle materie prime

agricole sia negli alimenti di origine animale (in seguito all’ingestione di alimenti contaminati); in quest’ ultimo caso, possono essere presenti nei tessuti o nei liquidi corporei sia in forma invariata (per esempio l’ocratossina A nei tessuti suini), sia come prodotto metabolico (per esempio l’aflatossina M1 nel latte che deriva dal metabolismo animale dell’ aflatossina B1). Nella tabella seguente sono mostrate le micotossine principali con i funghi produttori e i possibili effetti sulla salute. Ecco i principali gruppi di micotossine ricercate e analizzate in questo studio: Aflatossine B1 G1 B2 G2 Aflatossine sono le micotossine più pericolose per la salute umana e animale. Sono prodotte dalle specie Aspergillus flavus (aflatossine B1 e B2) e A. parasi-

Micotossina

Alimento contaminato

Effetto tossico

Aflatossine (B1, B2, G1, G2, M1, M2)

Latte, mais, nocciole, arachidi, caffé, erbe, fichi, noci, birra, avena, pistacchi, spezie

Epatotossica Cancerogena Inibizione difese immunologiche Sviluppo infezioni

Ocratossina A

Cereali, caffè, prosciutti crudi, erbe, vino, frutta secca

Nefrotossica

Patulina

Succo di mele

Cancerogena

Fusarium spp

Deossinivalenolo

Orzo, frumento, mais, mangimi

Fusarium spp

Fumonisine B1, B2, B3

Mais, sorgo, miglio

Fusarium spp

Tossina T2

Orzo, frumento, mais, mangimi

Fusarium spp

Zearalenoni (Zearalenone, Zearalanone, Zearalenolo)

Orzo, frumento, mangimi, mais

Dermatiti Emorragie Vomito Rifiuto del cibo Disturbi nervosi Cancerogena Blocco sintesi sfingolipidi Necrosi mucose Vomito Diarrea Anemia Deficit immunitario Infezioni Emorragie Azione estrogenica Infertilità

Aprile 2011 ERBORISTERIA DOMANI 37

a tempo le micotossine ricevono sempre maggior attenzione sia dall’opinione scientifica internazionale, sia dagli enti deputati al controllo igienico-sanitariodeglialimenti.Inparticolar modo negli ultimi decenni sono venuteallaribaltaacausadelverificarsi di importanti casi clinici di micotossicosi nell’uomo e negli animali. E’ noto che le micotossine sono prodotte da un numero limitato di muffe e si sviluppano in determinate condizioni ambientali caratterizzate da rapide escursioni termiche accompagnate da umidità elevata generano un ambiente particolarmente adatto al loro accrescimento. Lo sviluppo di nuove strumentazioni e di nuove metodologie analitiche consentono la determinazione delle micotossine a livelli di sensibilità sempre


qualità

Micotossine: i rischi di inquinamento biologico di derivati vegetali

ticus (aflatossine B1, B2, G1 e G2), funghi saprofiti che possono svilupparsi sia in campo che in magazzino. La temperatura ottimale di crescita per questi funghi è di circa 25°C (sebbene possano accrescersi a temperature comprese tra 6 e 46°C); il loro sviluppo è, inoltre, favorito da un’umidità relativa dell’ambiente pari o superiore all’85%. La sintesi e il rilasciodiaflatossinepossonoverificarsi sia nella fase di pre raccolta che di post raccolta in condizioni di elevato contenuto di umidità e a temperature relativamente alte. Ocratossina A Ocratossina A è prodotta principalmente da Aspergillus ochraceus e da Penicillium verrucosum, muffe saprofite ubiquitarie e agenti di ammuffimento di granaglie, mangimi e alimenti. Per la crescita dei funghi produttori di ocratossine nei cereali sono necessari un contenuto minimo di umidità del 15-16% e temperature di 4-37°C. Le temperature più elevate favoriscono l’attività di A. ochraceus che è anche diffuso nelle regioni temperate, mentre le temperature più basse sono favorevoli a P. verrucosum che è più diffuso nelle regioni fredde. L’esposizione per l’uomo deriva soprattutto dal consumo di cereali, legumi, caffè e vino anche se in alcune zone del Nord Europa il contributo di alimenti di origine animale, è notevole.

Un’attenzione particolare per la filiera del biologico

P

aradossalmente tra gli alimenti più soggetti a contaminazione da parte di micotossine ci sono gli alimenti correntemente definiti “biologici”. Questo per due ragioni principali: vi è la convinzione generalizzata e largamente accettata che una materia prima o un alimento prodotti con procedimenti naturali non abbiano bisogno di controlli in quanto “genuini”; il mancato utilizzo di prodotti fitosanitari può comportare danni causati dagli insetti o da altri parassiti che, danneggiando la coltura, favoriscono l’insorgenza di contaminazioni fungine e successiva produzione di micotossine.

38 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011

Analisi delle Aflatossine Le analisi sulle aflatossine sono state effettuate sulle matrici riportate nel grafico

Deossinivalenolo Deossinivalenolo è una tossina largamente distribuitanegli alimenti. Questa specie è importante agente di fusariosi dei cereali che si sviluppano prevalentementeinzonetemperate,concondizioni ambientali di elevata umidità relativa e temperature moderate (10-30 °C). Gli alimenti più esposti alla contaminazione diretta sono i prodotti vegetali, soprattutto cereali (mais, orzo, segale ecc.), semi oleaginosi (arachidi, girasole, semi di cotone ecc.), frutta secca ed essiccata, legumi, spezie, caffè, frutti e prodotti della vite. È stata tuttavia documentata la possibilità di sviluppo fungino e formazione di micotossine in altri tipi di prodotti, quali formaggi e insaccati, durante le fasi di maturazione e di conservazione. Tuttavia, dal momento che la contaminazione di matrici alimentari da parte di funghi tossigeni è ubiquitaria,nessunalimentopuòessere escluso dal rischio di contaminazione da micotossine. Uno dei problemi principali nell’analisi delle micotossine consiste nella modalità di esecuzione del campionamento. Soprattutto nelle matrici vegetali, a esempio le granaglie, la contaminazione può non interessare uniformemente tutto il substrato, ma essere localizzata in alcune zone. Pertanto si possono verificare delle differenze notevoli nei livelli di contaminazione da un punto all’altro della massa del campione. Il regolamento CEE 27/2002 stabilisce, a seconda della matrice e del peso dei lotti di produzione, le modalità di raccolta di campioni da sottoporre ad ana-

lisi. Pertanto, al fine di poter operare un controllo adeguato sui livelli di contaminazione da micotossine, un punto di partenzafondamentaleconsisteproprio nella rappresentatività del campione. In genere la determinazione analitica si basa sulle seguenti fasi: - estrazione della micotossina di interesse dal campione, generalmente mediante l’uso di solventi organici polari; - purificazione dell’estratto da parte di eventuali sostanze interferenti (usate le cosiddette colonnine di immunoaffinità monouso) - identificazione e dosaggio (metodo HPLC) La quantità complessiva dei campioni relativi alle aflatossine è di 449. Per quanto riguarda le tisane nominate nel grafico si tratta di: camomilla, menta, finocchio, anice, tisane miste, invece le spezie erano la noce moscata, il peperoncino, il rosmarino. I campioni che sono risultati maggiormente contaminati, peraltro in accordo con le fonti di letteratura, sono stati i derivati di semi oleaginosi e di frutti con guscio quali arachidi, nocciole, castagne, pistacchi, poi i cereali tra cui riso e mais e infine spezie varie. Su 449 campioni il 4,3% è risultato non conforme, mentre il 3,7% è risultato positivo (soprattuttoicereali)purrientrandonei limiti di legge. Le concentrazioni di AFB1 (espresse in ppb) trovate su vari campioni (non conformi) sono riportate nella seguente tabella qui sopra. Il valoredi concentrazionedeterminato sui campioni al di fuori del limite di leg-


Castagne 1011 28,4 20,1

Pistacchi 26,8 15,7

Mandorle 23,6 5,6

Riso 79,9 18,3 7,3 6,8 3,8

Pasta di nocciole 18,1 15,3 13,4

Farina di grano 6,7 5,3

Farina di mais 7,8 4,8

Valori massimi ammissibili di aflatossine nei prodotti alimentari (valori espressi in ppb) riferiti al 2005. Prodotto

B1

B1 +B2 + G2 + G2

Arachidi, frutta a guscio e frutta secca e relativi prodotti di lavorazione destinati al consumo umano diretto, ovvero all’utilizzazione quali ingredienti per la produzione di derrate alimentari

2

4

8

15

5

10

2

4

2

4

5

10

Arachidi da sottoporre a cernita o ad altri trattamenti fisici prima del consumo o dell’impiego come ingrediente di derrate alimentari Frutta a guscio secca da sottoporre a cernita o ad altri trattamenti fisici prima dell’impiego come ingrediente di derrate alimentari Cereali (ivi compreso grano saraceno, Fagopyrum sp) e relativi prodotti della lavorazione destinati al consumo umano diretto o all’impiego come ingrediente di derrate alimentari Cereali (ivi compreso grano saraceno, Fagopyrum sp) destinato alla cernita o ad altri trattamenti fisici prima del consumo umano o dell’ impiego come ingrediente di derrate alimentari Granoturco da essere sottoposto a cernita o ad altro trattamento fisico prima del consumo umano o dell’impiego quale ingrediente di derrate alimentari Latte (latte crudo, latte destinato alla fabbricazione di prodotti a base di latte e latte trattato termicamente conforme alla definizione della direttiva 92/46/CE Le seguenti spezie: Capsicum spp (frutti secchi dello stesso, interi o macinati, compresi peperoncini, peperoncini in polvere, pepe di Caienna e paprica); Piper spp. (frutti dello stesso, compreso pepe bianco e pepe nero); Myristica fragrans (noce moscata); Zingiber officinale (zenzero); Curcuma longa (curcuma) Alimenti per l’infanzia e alimenti a base di cereali destinati a lattanti e prima infanzia Alimenti per lattanti e alimenti di proseguimento compresi il latte per lattanti e il latte per lo svezzamento Alimenti dietetici a fini medici speciali destinati in modo specifico ai lattanti

M1

0,05 10

20

0,10 0,10

0,025 0,025

Aprile 2011 ERBORISTERIA DOMANI 39

ge è stato confermato ripetendo l’analisi su campioni in doppio e calcolando la media dei risultati ottenuti. I risultati delle prove in doppio devono cadere all’interno di un intervallo di variabilità specifico per il metodo adottato dell’azienda: ciò consente di verificare che nonsianostaticompiutierroridimetodo o sistematici e funge da verifica della ripetibilità della misura. Il limite per aflatossine nelle spezie è stato recentemente modificato: dal regolamento 165/2010 ed è di 5 ppb per AFB1 e di 10 ppb per le aflatossine totali. La quantità complessiva dei campioni relativi alla Ocratossina A è 147. Per quanto riguarda le spezie nominate nel grafico si tratta di noce moscata e


qualità

Micotossine: i rischi di inquinamento biologico di derivati vegetali

lavoro (2005). Per quanto riguarda l’ocratossina A i limiti sono stati stabiliti dal Regolamento 1881/2006 e sono di 30 ppb fino al 30.06.2012 e poi di 15 ppb. Riguarda le seguenti specie di spezie: - Capsicum spp. (suoi frutti secchi, interi o macinati, tra cui peperoncini, peperoncini in polvere, pepe di Caienna e paprica) - Piper spp. (suoi frutti, compreso il pepe bianco e nero) - Myristica fragrans (noce moscata) - Zingiber officinale (zenzero) - Curcuma longa (curcuma) - miscele di spezie contenenti una o più delle suddette spezie Analisi della Ocratossina A Le analisi sull’ocratossina A sono state effettuate sulle matrici nel grafico

peperoncino. Per quanto riguarda le analisi di ocratossina A i campioni che più frequentemente sono risultati contaminati sono stati cacao, frutta secca e spezie varie. Complessivamente su 147 campioni analizzati il 4,7 % è risultato fuori legge, invece il 8,8% è risultato positivo ma conforme. Le concentrazioni trovate dei campioni nonconformi sono riportate nella tabella seguente. I dati sono espressi in ppb. Cacao 4,9 3,5 2,9

Cioccolato 3,2

Crusca 5,7

Farina di mais 5,6 4,7

I limiti di legge erano nel 2005: cacao 2 ppb cioccolato 0,5 ppb crusca 5 ppb farina di mais 3 ppb Invece, le matrici del tipo peperoncino, liquirizia e noce moscata qualche volta sono risultate contaminate da ocratossina A (le concentrazione trovate andavano da 3,4 a 6,7 ppb), ma sono state comunque conformi, anche perché il limite di legge per le spezie e erbe officinali non era previsto nel momento del 40 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011

Tenore massimo ammissibile per l’ocratossina A riferiti al 2005 (valore espresso in ppb) Prodotti Cereali non lavorati (compresi riso non lavorato e grano saraceno) Tutti i prodotti derivati dai cereali (compresi i prodotti lavorati a base di cereali e i cereali destinati al consumo diretto) Uve secche (uva passa di Corinto, uva passa, uva sultanina) Caffè crudo Caffè torrefatto macinato, a eccezione del caffè solubile Caffè solubile (istantaneo) Vino (rosso, bianco e rosé) e altri vini e/o altre bevande a base di mosto d’uva Succo d’uva, ingredienti a base di succo d’uva in altre bevande, incluso il nettare di uva e il succo d’uva concentrato, ricostituito Mosto d’uva e mosto d’uva concentrato ricostituito, destinati direttamente al consumo umano Alimenti per bambini e alimenti a base di cereali per lattanti e bambini Alimenti dietetici destinati a fini medici speciali, soprattutto all’alimentazione dei lattanti Carne suina e prodotti derivati Cacao e prodotti derivati in polvere Cioccolato Spezie: peperoncini, peperoncini in polvere, pepe di Caienna e paprica, pepe bianco e pepe nero, noce moscata, zenzero, curcuma Birra

Ocratossina A 5 3 10 8 5 10 2 2

2 0,50 0,50 1 2 0,5 0,2


Rispetto al caso delle aflatossine, i cromatogrammi risultano semplici per la presenza di un solo picco (come per il Deossinivalenolo, mentre le aflatossine presentano quattro picchi); tuttavia, in molti casi, i campioni hanno presentato interferenticherendevanopiùcomplicatalaletturadeicromatogrammi.E’stato il caso di un campione di liquirizia, pesantementecontaminatodaocratossina A (all’epoca dei fatti conforme, perchè non esisteva il limite) e da numerose intereferenze. Il caso è stato risolto utilizzando lo stesso metodo applicato nelle provedirecupero,ovveroaddizionando il campione con una quantità nota di ocratossina e valutando il conseguente incremento del picco cromatografico, normalizzato sul valore di recupero medio per questa ocratossina. Le prove di recupero sull’ocratossina risultano più efficienti rispetto a quelle delle aflatossine a causa della maggior efficacia delle colonnine di immunoaffinità, che devonointrappolareunasolacomponente. Inoltre l’Ocratossina è meno sensibile a degradazioni,sbalzitermici,ecc.rispetto alle aflatossine. Per il Deossinivalenolo gli atti della Grain Conference of the Grain Research Association indica i limiti in 500 μg/kg per cereali e derivati per consumo umano diretto o come ingrediente e 100 μg/ kg per prodotti dietetici e per l’infanzia. (sempre riferito al 2005). La spezia in questione era la noce moscata. Dai pochi campioni analizzati (solo 21) sono state trovate positive le crusche e il mais con le concentrazioni da 0,45 - 1 ppb (crusca); e da 0,13 - 2,1 ppb (mais). I dati presentati in questa tesi non possono essere oggetto di statistica, sia per Bibliografia

Dispensa “Difesa biologica ed integrata delle colture officinali dalle fitopatie” Prof.ssa M.L. Gullino www.venetoagricoltura.org www.chemicalcontrol.it “The aflatoxins” European Mycotoxin Awareness Network www.lfra.co.uk./ eman/fsheet2.htm “Ochratoxin A” European Mycotoxin Awareness Network www.lfra.co.uk./ eman/fsheet3.htm “Micotossine negli alimenti e micotossicosi animale ed umana” di M. Naceur Haouet & M. Serena Altimissimi

Analisi del Deossinivalenolo Le analisi sul Deossinivalenolo sono state eseguite sulle matrici nel grafico

ché il numero di analisi effettuate è limitato, sia perché le matrici sulle quali holavoratosonoestremamenteeterogenee tra loro per tipologia, provenienza, settori di impiego ecc. Su 617 campioni totali, 68 rappresentano le spezie e le tisane e fanno il 10,13%. Ilcampod’indaginesullacontaminazione da micotossine è in continua evoluzione; a es., fino a dieci anni fa non si sarebbe mai pensato a una contaminazione da ocratossina A nel vino e nella birra, oggi si è visto che si tratta di un problema estremamente grave sia dal punto di vista economico che sanitario. Altricasiinteressantisonorappresentati dallespezie(cherisultavanocontaminate principalmente da ocratossina A, ma per le quali non erano previsti limiti di legge e ora sono stati stabiliti dal 2006) e dal latte (per il quale la legge impone limiti di tolleranza molto elevati). uno Encyclopedia of Analytical Chemistry -“Pesticides, Mycotoxins and Residues Analysis in Food” di M. Volante & P. Branca “Ocratossina A nei vini: Stato delle conoscienze” di J. Rousseau “Ochratoxin A” di T. Urhahn “Le Aflatossine” prof.ssa Lucia Bailoni – Università Veterinaria Padova “L’Analisi del rischio da micotossine” di M. Miraglia – Istituto Superiore di Sanità “Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana” del 11/06/1999 n° 135 “Gazzetta Ufficiale della Repubblica

stretto monitoraggio su matrici alimentari diverse, in parallelo a studi di tossicità e a indagini epidemiologiche, consentirà, nei prossimi decenni, una più chiara valutazione del rischio. Tuttavia i risultati delle ricerche eseguite in tutto il mondo suggeriscono che il problema delle micotossine debba essere posto come una priorità assoluta nel campo della sicurezza alimentare. L’analisi e la gestione del rischio da micotossine sono temi particolarmente complessi e delicati, a causa dei conflitti tra necessità di tutela della salute pubblica e interessi nazionali e commerciali. n

Un ringraziamento particolare alla Prof. ssa Elena Ghibaudi, (Facoltà di Scienze MFN dell’Università di Torino. Italiana” del 10/12/2003 n° 286 “Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea” del 16/03/2001 n° L77 “Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea” del 15/04/2004 n° L106 “PropertiesofAflatoxinanditProducing Fungi” www.aflatoxin.info/healt.asp “Micotossine e allevamento bovino – considerazioni” del prof. G. Piva (ISAN) Dalla relazione del prof. G. Piva su “Le micotossine e le produzioni casearie: attualità e prospettive” esposta durante la Giornata Tecnica organizzata dal consorzioFormaggioParmigiano–Reggiano del 07/05/2003

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DI PAOLO POGGI

Il taccuino del formulatore I Baffi del Gatto: prima o poi gli estratti di questa pianta dovevano rivelare la loro azione sebo-regolatrice. Ma anche il maestoso albero brasiliano della Copaiva nascondeva una potenzialità inaspettata per la protezione delle carie dentarie. Si arricchisce la rassegna degli attivi vegetali ad azione antinfiammatoria, degli antiossidanti; interessanti principi a funzione protettiva UV, e ancora qualche novità dal Mar dei Sargassi nel angolo delle alghe

Aprile 2011 ERBORISTERIA DOMANI 43

n Estratti vegetali ad azione antibatterica n Principi attivi della Copaiva protettivi Andrographys paniculata, è una piccola pianta erbacea, orida carie dentaria ginaria dei paesi asiatici. Da noi è nota come Carmantina e In una recente nota di questa rubrica (vedi ED n.354, genn anche come Chiretta verde. I rametti della pianticella asso2011), abbiamo già avuto occasione di riferire di droghe migliano molto a quelli della menta, solo che le foglie sono un vegetali a funzione protettiva dei denti: il Sommaco, grazie poco più allungate. all’azione astringente dei suoi tannini li protegge da demineSi tratta di una pianta molto nota nella medicina tradizionale ralizzazione, mentre l’estratto del Caffè inibisce l’attività di orientale e anche ayurvedica,considerata efficace comeantiStreptococcus mutans, uno dei microrganismi maggiormente settico,riparativadilesioniepiccoleferite,antinfiammatoria, responsabili della formazione della carie dentaria. Abbiamo epatoprotettiva,ecc.Nellasuadrogasonostatiidentificatipoin proposito altre due segnalazioni. lifenoli e flavonoidi e in particolare diterpen-lattoni. Quali potenziali agenti anticariogenici sono Unestrattonon-polare(indiclorometano) statistudiatinovelabdan-diterpeniequattro sesquiterpeni contenuti nella droga di Coe uno polare (soluzione idroalcolica) di Andrographys paniculata paifera langsdorffii. sono stati valutati (in vitro) al fine Due parola per la presentazione di questa di verificarne la loro potenziale pianta, da noi nota come Copaiva e anche attivitàantibatterica.Idueestratti Copaiba. Si tratta di un maestoso albero da pianta intera sono stati testati brasiliano, assai simile come fogliame e nei confronti di sei ceppi batterifiori (bianchi, a mazzetti) al Tiglio. Della ci Gram-positivi (Staphylococcus pianta sono noti antichi usi terapeutici saprophyticus, S. epidermidis, S. tradizionali, da stimolante a diuretico, aureus, S. pyogenes, Bacillus anda carminativo a lassativo, efficace conthracis, Macrococcus luteus) e verso tro catarro e bronchiti, ecc. Ma la sua fama quattro Gram-negativi (Proteusmiraè legata al fatto che il suo frutto fornisce bilis, P. vulgaris, Neisseria meningitis, una resina dalla quale viene estratto Pseudomonas aeruginosa), usando il un olio noto come “biodisel” usato metodo a diffusione su disco a tre difcome carburante. ferenti concentrazioni: 1000, 500 e 250 Ma torniamo ai terpenoidi della μg/disco. pianta; in precedenti studi era Entrambi gli estratti hanno rivelato una stata verificata una loro più o marcataattivitàantibattericasianelconfronmeno marcata proprietà antimito dei ceppi Gram-positivi, sia Gram-negativi, crobica e anche anticariogenica. in particolare, l’estratto acquoso verso M. luteus Tra questi vari metaboliti, quello e quello in diclorometano verso N. meningitis (250 che ha dimostrato di possedere le μg/disco). più marcata attività anticariogenica La minima concentrazione inibente (MIC) osserè risultato essere l’acido copalico, un vata è stata tra 150 e 300 μg/mL e la minima labdan-diterpene, il cui MIC (minima concentrazione battericida (MBC) tra 250 e 400 concentrazione inibente) è risultato μg/mL, in relazione al tipo di microrganismo e da 2 a 6 μg/mL nel confronto di alal tipo di estratto. cuni batteri ritenuti tra i maggiori Entrambi gli estratti hanno dimostrato di posresponsabili della manifestazione sedere attività battericida in particolare verso cariogenica: Streptococcus salivamicrorganismiGram-positiviebatteriostatica rius, S. sobrinus, S. mutans, S. mitis, Potentilla erecta sia verso questi sia verso i Gram-negativi. (1) S. sanguinis e Lactobacillus casei.


review

Il taccuino del formulatore

Al time-kill test (verso S. mutans, il batterio più importante) l’acido copalico ha rivelato di inibire entro le prime 12 ore lacrescitadell’inoculo(effettobatteriostatico),mentrelasua azione battericida si sviluppa tra le 12 e le 24 ore. Per contro, il test con acido copalico in associazione ad anticariogenicitradizionali,comeclorexidina,nonhaevidenziato una attività sinergica. (2)

fotoprotettive,antinfiammatoriee,soprattuttoantiossidanti. Le due piante citate godono di una certa fama anche per loro antichiimpieghinellamedicinapopolare,esonosfruttateper la loro attività carminativa, antispasmodica, espettorante. Sono state invece studiate e valutate le potenzialità antinfiammatorie di altri componenti la droga delle due piante e precisamente di cumarine sesquiterpeniche, che sono stata ampiamente confermate, tanto che il loro impiego è preconizzabile sia in preparati per uso topico, sia in terapia. (4)

In un altro studio si è valutata la potenzialeattivitàanticariogenica di un estratto da Potentilla erecta. Questa pianta, della n Attivi antinfiammatori famiglie delle Rosaceae, è da vegetali in sistemi noinotacome“tormentilla”e liposomali anche “erba della biscia”. Il L’azione oltre che infiammatosuo estratto, ricco in tannini ria (dovuta in particolare al catechici, è noto all’uso in prebisabololo e all’acido angelico), ma anche stimolante dei parati a funzione astringente, processiriparativideitessuantinfiammatoria. ti lesi (piccole ferite o abraLo studio, in vitro, è stato effetsioni cutanee), migliorante tuatoutilizzandovariefrazioni la granulazione e l’epitelizdell’estratto in solventi a dizazione degli estratti di Caversa polarità (acqua, etanolo momilla (Matricaria cha50%, dietil etere, etile acemomilla L.) è stata scientitato e n-butano) nei confronti ficamente dimostrata. di vari ceppi cariogenici del Ai fini della valutazione delgenere Streptococcus. Si è visto la loro efficacia antinfiamche tutti e cinque i campioni matoriasonostaterealizzate testati inibiscono la crescita due formulazioni contenenti di Streptococchi orali e la forunaegualequantitàdiestratto mazione di placche anche su dafioridiCamomillaarricchito denti artificiali. La frazione in inapigenina.Questoflavonoide etil acetato si è rivelata come la più efficace nell’inibire la forè un altro dei componenti tipici mazione di biofilm indotti da S. della droga della pianta che consobrinus, risultando attiva già a corre ad esaltarne l’ azione antindosaggi di 6,25 μg/mL. fiammatoria. è stato esaminato il profilo fitoIl test è stato effettuato su pazienti chimico dei costituenti gli estratvolontariutilizzandodapprimauna ti; è stato identificato un alto concrema normale, e quindi un prepatenuto in vari polifenoli (tannini, rato in forma liposomale. Ad un iniacidi fenolici, proantocianidine, ziale test in vitro, la forma liposomale ha flavonoidi),lapiùaltaconcentraziorivelato, come previsto, un superiore rilane dei quali è stata rilevata proprio scio di ingrediente attivo. Anche a test in vivo, il Hippophae rhamnoides nell’estratto in etile acetato per cui è trattamento con il preparato in forma liposomale si a questa frazione, dato questo più elevato è rivelato leggermente più efficace di quello con emulsione contenuto in ingredienti attivi, che viene riconosciuta la più semplice. L’esperimento descritto, starebbe a confermare il marcata attivita anticariogenica. potenzialeinteressedell’impiegodiantinfiammatorinaturali Pertanto, anche agli estratti da Tormentilla è ascrivibile un in alternativa ai più pericolosi corticosteroli, se ben opportupotenziale impiego in preparati per l’igiene orale, tipo collunamente formulati e veicolati. (5) tori, paste dentifricie, ecc. (3) n Attività antiossidante e inibente la n Sesquiterpeni antinfiammatori dalla glucosidasi degli estratti di Olivello spinoso Ferula Del genere Hippophae esistono una decina di specie, di cui L’Asa fetida (Ferula assa-foetida L.) e il Finocchiaccio (Ferurhamnoides è la più nota. Stiamo parlando dell’Olivello spila communis L.) sono le due specie più note del genere Ferunoso, una pianta assai diffusa anche da noi, utilizzata in gela, della famiglia delle Apiaceae. La prima deve parte della nere come siepe ornamentale e divisoria nei giardini. Il picsua notorietà per il fatto che dalla sua droga è stato isolato colo frutto della pianta è una delle più interessanti fonti di per la prima volta l’acido ferulico, un acido aromatico monoVitamina C e contiene anche fitosteroli. Sono appunto questa carbossilico (acido 4-idrossi-3-metossicinnamico) che libero vitamina, oltre a carotenoidi e tocoferoli e una cospicua assoo esterificato è presente in molte droghe naturali (oltre che ciazionediderivatipolifenolici(flavonoidi,proantocianidine, nella Ferula). In cosmesi vengono sfruttate le sue proprietà ecc.) ad impartire alla droga della pianta una riconosciuta 44 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011


marcata funzione antiossidante. In uno studio si è valutata la funzione antiossidante e inibente la α-glucosidasi di un estratto da foglie della pianta e di frazioni isolate di composti. L’α-glucosidasi, lo ricorderemo, è un enzima che appartiene alla classe delle idrolasi, cioè enzimi che inducono idrolisi di un prodotto scindendolo. L’α-glucosidasi, in particolare, scinde molecole zuccherine, tipo il maltosio, da cui per lisi si formano due molecole di glucosio. I sei composti isolati risultano essere: kaempferol-cumarilglucoside,feruloil-glucopiranoside,unisoramnetin-glucoside,quercetin-3-O-glucopiranoside,quercetin-glucopiranosilramnopiranosideeisoramnetin-utoside.Lafrazionebutanolicacontenente quercetin-3-O-glucopiranoside è quella cheha rivelatodiesplicarelapiùmarcataattivitàantiradicali-liberi e potere riducente. Questa frazione, è quella che contiene anche la più elevata concentrazione in derivati fenolici e che presenta la maggiore efficacia ai fini inibenti l’α-glucosidasi (86% alla concentrazione di 5 μg/mL). Irisultatidellostudiohannoconfermatoilfortepotereantiossidante anche della droga estratta dalle foglie della pianta, oltre che di quella ottenuta dai frutti e dai semi. (6)

tare il potere radical scevenging e antiossidante degli estratti di quest’ultimo, quando utilizzati sia in campo alimentaredietetico, sia cosmetico. (7) n Da una Cucurbitacea flavonoidi antiossidanti Sicana odorifera è una strana pianta, erbacea, rampicante, della famiglia delle Cucurbitaceae, originaria dell’America del Sud. è nota col nome di “cassabanana” mentre gli indigeni la chiamano “melon de olor”. L’aspetto del frutto è quello di una grossa zucchina (può arrivare ad una lunghezza di 50 cm), dapprimagiallamachediventarosso-violaamaturazione Anche le foglie sono simili a quelle della zucchina, ma più piccole. Il frutto è edule. Inlavoriprecedenti,erastataverificatal’attivitàantiossidante dell’estratto ottenuto dalla scorza del frutto della pianta in cui si era riscontrata presenza di vari flavonoidi e antocianine.Sièvoluto,conunulteriorestudio,verificarequalifossero gli ingredienti attivi responsabili di tale attività e si è ricorso pertanto al loro isolamento con tecniche spettrometriche e spettroscopiche(ESI-MSeNMR).Traivariflavonoidiisolati, se ne è scoperto uno sinora mai identificato nel regno vegetale,unaquercetin-malonil-glucopiranoside-glucopiranoside); a questo e ad altri flavonoidi a similare struttura è stata attribuita la significativa attività antiossidante di un estratto metanolico ottenuto dalla scorza del frutto. (8)

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n Maggior potere antiossidante nella pula di Riso pigmentato Riso nero e Riso rosso sono due qualità di Riso caratterizzati da un particolare colore, sul nero o sul rosso causa pigmenti che contengono, nel primo caso antocianine scure, nel seconn Flavonoidi naturali a difesa do è una muffa che impartisce tale colorazione. Nella cucina da radiazioni UV orientale sono utilizzati in genere per impartire particolari è ben noto che le radiazioni UV causano i danni maggiori sul toni colorati a cibi, ad esempio al tofu o all’aceto di Riso. tessuto connettivo cutaneo a seguito degradazione del collaIn uno studio si è identificato il contenuto in sostanze antiosgene,proteinastrutturalecomponentedellamatriceextracelsidanti (acidi fenolici, antocianine, tocoferolo eγ-orizanolo) lulare. Questo processo è mediato dalle MMPs (metallopropresente in pula di Riso pigmentato (nero e rosso) e quindi teinasi della matrice) che risultano particolarmente attivate se ne è studiata la loro attività antiradicalica sotto radiazioni UV. Cambi della struttura colOriza sativa e antiossidante. lagenica sono correlati a forme di invecchiaSi è visto che l’estratto da pula di Riso pigmento precoce della pelle. mentato sviluppa un potere riducente più Si è condotto uno studio al fine di vemarcato di quello di un estratto da pula di rificarelafunzioneprotettivacheponormale Riso bianco. Entrambi gli estrattevanoesplicareapigeninaeluteolina ti da Riso nero e da Riso rosso, hanno alfinedipreveniredannicutaneiindotdimostrato un alto potere inibente la ti da raggi UV. perossidazione dell’acido linoleico L’apigeninaèunderivatonaturaleflavonoi(60-85%). Per analisi HPLC (Highdico(5,7,4’-triidrossiflavone);èpresentein performance liquid chromatography) forma glucosidica nella droga di numerose degli antiossidanti presenti nella pula piante (Matricaria chamomilla L, Achillea, del Riso pigmentato, si è potuto staAntemis nobilis L., ecc,) bilire che il γ-orizanolo (39-63%) e gli Anche la luteolina è un derivato naturale, un acidi fenolici (33-43%) sono i componenti flavone(5,7,3’,4’-tetraidrossiflavone),presena maggiore attività antiossidante. Il Riso te in molte droghe vegetali (Reseda luteola, da nero contiene anche una elevata frazione cui il nome, Arnica, Ginestra tintoria,ecc.). Il (18-26%) in antocianine (in particolare test è stato condotto su cheratinoci umani immorcianidin-3-glucoside)cherinforzanotale talizzati (HaCaT). Queste sono cellule-segnale; a effetto. Nei campioni di pula di Riso pigseguito di loro irradiazione con raggi UV, si manimentato in esame è stata pure rilevata festa subito un elevato aumento in ROS (specie di presenza di acido ferulico quale acido ossigeno reattive. Si è visto che numerosi estratti fenolicodominante,oltreadacidigallivegetali (resveratrolo, silibina, ecc.) sono in grado co, idrossibenzoico e protocatechico. di proteggere queste cellule da stress ossidativi inQuesto studio, secondo gli autori, stadotti da UV. rebbe a dimostrare che una aggiunta Le cellule HaCaT, a tempi progressivi dopo irrag(basta il 5%) di Riso pigmentato ad giamento sono state incubate con apigenina e luunnormaleRiso,potrebbeincrementeolina e con vari metodi si sono rilevati gli effetti


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Il taccuino del formulatore

deltrattamento.Sièpotutoverificare che entrambi i derivati flavonoidici aumentano la vitalità delle cellule esposte ai raggi UV e diminuiscono la produzione di ROS. Si è anche potuto dimostrare che un pretrattamento delle cellule con i due attivi naturali inibisce la formazione di MMP-1 collagenasi indotta da UV. Questi due flavonoidi e, ovviamente gli estratti in toto che li contengono, sono pertanto da considerarsi ingredienti attivi funzionali in preparati cosmetici edermofarmaceuticiprotettivida danni indotti da raggi UV. (9)

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n Estratti di Iperico a funzione ristrutturante cutanea è da secoli che gli estratti di Iperico (Hypericum perforatum L.) trovano vasto impiego nella medicina tradizionaleestemporanea,oltre che come balsamico e antiflogistico negli stati infiammatori,anchecomecicatrizzantedi ustioni,ulcere,piaghe.Basterebbericordare,inproposito, l’olio vulnerario di Iperico, un unguento ottenuto facendo macerare le sommità fiorire della pianta in olio di Oliva, che si spalmava su piaghe e Antemis nobilis ferite. In uno studio, l’attività rigenerante cutanea di estratti da due subspecie di Iperico (H. perforatum ssp. perforatum e H. perforatum ssp. veronense) è stata valutata, in confronto a quelle di un estratto da Centella asiatica, una pianta a ben nota e riconosciuta attività restitutiva, rigenerante cutanea, su fibroblasti murini NIH-3T3. Le cellule sono state incubate con gli estratti. Con osservazione al microscopio sono stati visionati i cambi morfologici, la capacità mitotica, la produzione di collagene e altre funzioni biologichecorrelateadunapotenzialefunzionalitàrigenerante cellulare. L’attività riparatrice di danni superficiali cellulari esplicata dall’azione dei due estratti si è manifestata sotto forma di un incremento di fibroblasti poligonali e in un aumento del numero di granuli di collagene. Il primo estratto ha fatto registrare un più elevato sviluppo di cellule mitotiche, il secondo di cellule poligonali. L’incremento nell’espressione in collagene si è manifestato già utilizzando estratti in concentrazione di 1 μg/mL. L’esperimento è servito a dimostrare che i due estratti da Ipericomanifestanounamarcataattivitàstimolantelamigrazione dei fibroblasti e la sintesi del collagene, contribuendo quindi ad una evidente rigenerazione cellulare cutanea. (11) n Funzione idratante di esteri dello Jojoba Quello che comunemente viene denominato olio di Jojoba (Simmondsia chinensis Schneider), in realtà, lo sappiamo tutti, è una cera. Infatti, la frazione lipidica del seme non è costituita da trigliceridi di acidi grassi, come in genere succede per gli oli vegetali, ma da esteri ad elevato peso molecolare tra acidi lineari C20-22 e alcoli lineari C20-22. Un’altra ben nota prerogativa di questa cera è quella di rimanere liquida a temperatura ambiente.

n Funzione seboregolatrice degli estratti di Baffo di gatto La pianta di cui in questa nota descriveremolaparticolarefunzioneseboregolatrice botanicamente si chiama Orthosiphon stamineus Bentham, nota anche come Ortosifon. Ma presso il volgo ha un nomignolo curioso e più che giustificato dal suo aspetto: baffo di gatto. Infatti, dai fiori candidi disposti a spiga sull’apice dei rami, si diparte un gruppo di .. di baffi (nonsapremmocomealtrodenominarli)bianchissimi,assolutamente simili a quelli di un bel micione. Nella medicina popolare tradizionale, questa pianta viene usata per le sue proprietà diuretiche e disinfettanti delle vie urinarie. Da notare che la pianta è anche nota come ‘tè di Giava’ e viene impiegata e consumata proprio come i vari tipi di Tè per fare infusi a simile funzione. Nella droga della pianta sono stati identificati glucosidi flavonici(ortosifonina),saponine,acidorosmarinico,salidipotassio, ecc. A seguito di vari test si è potuto verificare che un estratto ottenuto da foglie della pianta esplica una marcata funzione seboregolatrice, agendo quale inibente la 5-α-reduttasi. è questo, come ben sappiamo, un enzima che, in alcune zone delcorpo ricche di recettori ormonali (follicoli capillari, viso, parte centrale del tronco) converte il testosterone in un altro ormone molto più potente, il 5-α-diidrossitestosterone, il quale,traglialtridisturbichepuòingenerarepresentaquello di una iperproduzione di sebo. Un eccessiva produzione di sebo può creare inestetici, indesiderabili effetti sulla pelle, che diventa untuosa, lucida, si ha estensione dei pori, ecc. In un primo test in vitro si è potuto verificare la statisticamente notevole riduzione dell’espressione della 5-α-reduttasi, operandoconl’estrattosucheratinocitidinormaleepidermide umana. Uno stesso effetto riducente l’attività del detto enzima è stato confermato da un primo test in vivo, prendendo come marker l’espressione in squalene, che come si sa è uno dei maggiori componenti del sebo umano. In un successivo test in vivo su numerosi volontari, utilizzando un preparato (crema O/A) contenente il 2% di estratto da foglie, si è potuto ancora riscontrare la sua attività seboregolatrice,identificabiledaunaevidenteriduzionedell’untuosità

della pelle, da un suo aspetto più regolare e liscio, da una ridotta dimensione dei pori. In relazione ai risultati dei test effettuati, gli A. asseriscono che l’effetto riducente la iperproduzione di sebo ottenuto a seguito trattamento con un preparato contenente il 2% di estratto è praticamente comparabile a quello ottenibile con trattamento con un preparato che contiene l’1% di zinco gluconato, uno degli ingredienti di più noto e diffuso impiego in preparati a funzione seboregolatrice. (10)


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Il taccuino del formulatore

Tra le numerose funzionalità a fini cosmetici dell’olio di Jojoba ( protettiva, emolliente, stimolante il processi di rigenerazionecutanea)èdaascriverelasuaproprietàdiincrementare l’idratazione relativa della cute, oltre che funzionare da barriera occlusiva alla perdita di acqua per traspirazione. Si è ricorso alla preparazione di esteri idrolizzati per parziale saponificazione del lipide dello Jojoba, realizzando poi due prodotti distinti, uno al 20% in esteri idrolizzati e l’80% di acqua, e uno all’80% in frazione esteri idrolizzati col 10% di esteri tal quali e il 10% di acqua. Il primo prodotto che forma un gel ed è più facile ad usarsi (meno untuoso, aspetto meno simile a quello di lipidi tipo vaseline) si è visto che presenta un marcato effetto umettante, paragonabile a quello della glicerina. Il test è stato condotto utilizzando un latte che ne conteneva almeno il 5%. Si è potuto verificare che l’impiego di tale estere idrolizzato in associazione a glicerina, può consentire di usare una percentuale inferiore di questa pur garantendo la stessa funzionalità umettante, ma con il raggiungimento di effetti estetici e sensoriali migliori. Si ritiene che il meccanismo di azione di questi esteri idrolizzati sia spiegabile col fatto che intrappolano molecole di glicerina sulla superficie cutanea, incrementando così l’effetto umettante. Ma non solo, tale effetto si manifesta per un tempo più prolungato. Si ritiene anche che gli esteri idrolizzati dello Jojoba possano trattenere sulla superficie cutanea altre piccole molecole (tipo quelle di principi attivi componenti di un formulato, ad esempio un filtro UV) impedendone l’indesiderato assorbimentocutaneoe,quindi,percontro,prolungandonel’effetto attivo sul substrato da proteggere. (12) n Attivi vegetali a funzione antinfiammatoria Nellostudiosiriferiscedellafunzioneantinfiammatoriadiun preparato a base estratti vegetali e di un complesso contenente un derivato del pantenolo. Si è visto che i due complessi testati sono in grado di inibire la trascrizione e quindi il conseguente rilascio di citochine e chemochine pro-infiammatorie in cheratinociti umani. La prima associazione testata risulta costituita da acido gallico ottenuto da un estratto da Quercia (Quercus robur) e da epigallocatechin gallato estratto da Te verde (Camellia sinensis) e purificato. Sia del primo che del secondo ingrediente sono ben note le proprietà antinfiammatorie: l’acido gallico inibisce in vitro il rilascio di istamina e la produzione di citochine; è in grado inoltre di inibire NF.kB (Nuclear factor kB), fattore di trascrizione,regolatoredell’attivitàdelgene,èresponsabiledellaformazione di prodotti del gene che sono in grado di indurre una rispostainfiammatoria.L’epigallocatechingallatoèasuavolta attivonell’inibireresponsiinfiammatori,adesempioilrilascio di IL-8 in cheratinociti umani e l’inibizione di NF.kB. Il secondo prodotto oggetto dello studio è costituito da un complesso tra pantenil acetato e naringenina. Il primo è un derivato del pantenolo la cui funzione antinfiammatoria è da tempo declamata. La naringenina è un flavonoide particolarmente abbondante negli agrumi, noto come antiossidante e antiradicalico.Recentementesièscopertochelanaringenina presentaproprietàriparativedidannialDNAindottidaraggi UV, e siccome i danni al DNA sono correlati a fatti infiammatori cutanei se ne deduce che tale flavonoide può avere un 48 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011

ruolo importante nel ridurre stati infiammatori. I due complessi, incorporati a differenti concentrazioni in adatto veicolo, sono stati testati su cute irradiata di volontari umani;illoroeffettoantinfiammatorioèrisultatodose-dipendente. Il primo complesso si è rivelato più pronto nella risposta antinfiammatoria, mentre il secondo è efficace dopo un più lungo periodo di tempo; questo è forse spiegabile col fatto che intercorre un certo tempo prima che il derivato pantenil triacetato,quandoacontattodellapelle,sitrasforminellaforma attiva acido pantotenico. Entrambi i complessi si è anche visto che sono in grado di inibire la perdita di acqua per traspirazione (TEWL) indotta dall’irritazione.(13) n Derivati della soia attivi quali depigmentanti L’impiego dei derivati della Soia (Glycine soya Siebold) in cosmetica, e in particolare del suo olio, sono troppo noti perchè se ne debba qui fare cenno. Ricerche degli ultimi anni hanno scoperto un altro interessante potenziale impiego di derivati di questa leguminosa: la sua attività antimelanogena. Studi pre-clinici hanno dimostrato che derivati della Soia esplicanounafunzioneinibentesullaserina-proteasi,enzima coinvolto nel processo di sintesi della melanina. Infatti modulano l’espressione di un recettore attivante la proteasi che interagisce nel trasferimento dei melanosomi ai cheratinociti, al che risulta un cambio nella produzione e deposizione di pigmenti e quindi di pigmentazione cutanea. Pertanto, derivati della soia contenenti inibitori della serina proteasi sono da considerarsi una nuova opzione nei trattamenti diretti a ridurre l’iperpigmentazione cutanea. (14) n L’angolino delle alghe Sargassum hepiphyllum è una varietà di alga bruna tipica delle coste est-asiatiche, da lungo nota nella medicina tradizionale cinese per la sua funzione antinfiammatoria. In effetti, le proprietà antinfiammatorie dei principi attivi di questaalgasonostaticonfermatianchedallamodernaricerca scientifica, anche se i meccanismi di azione sinora non sono stati ben elucidati. Nello studio oggetto di questa nostra recensione si esaminano le potenziali attività antinfiammatorie della frazione solfopolisaccaridica isolata dall’alga. Il test è stato eseguito su un sistema-modello, celle macrofage murine attivate con lipopolisaccaride. Si è potuto osservare che l’espressione in citochine proinfiammatorie (IL-18 e IL-6), nonché TNF-α e NO risulta significativamente ridotta dopo trattamento con il solfopolisaccaride algale (usato in dose da 1 a 5 mg/mL). L’ attività, si è visto, è dose-dipendente. Pur avendolo molte volte citato in questa nostra rubrica, ripetiamo ancora che TNF-α (acronimo di Tumor necrosis factor-α), è un fattore di crescita tumorale, come l’istamina e le interleuchine e uno dei più importanti mediatori infiammatori. Si sono studiati preparati contenenti estratti vegetali (ad es. da olio di Oliva) in grado di inibire l’attività di tale composto e quindi ridurre l’irritazione cutanea. Perquantoconcernel’azionedell’estrattosull’espressionedi TNF- α, si ritiene che l’inibizione si sviluppi a livello del nucleo del mediatore. (15) n


abbronzante – Prodotto o preparato che assorbe i raggi UV (vedi) eritematogeni e lascia passare quelli che stimolano la sintesi di melanina e quindi favoriscono l’abbronzatura (vedi) della cute.

 Bibliografia

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abbronzatura – Nella pelle sana significa manifestazione di una più attiva produzione di melanina da parte dei melanociti sotto lo stimolo dei raggi solari (vedi abbronzante). abrasiva (sostanza) – Sostanza con leggera, delicata azione abrasiva utilizzata in cosmesi nella realizzazione di preparati a funzione esfoliante (vedi) cutanea. In genere si tratta di polveri finissime ottenute per macinazione di semi duri di frutti, oppure pigmenti o polimeri di sintesi (es. nylon) anche questi in polvere finissima. ABTS – Acronimo di azin–ethylbenzothiazolin sulfonic acid; è una sostanza cromogena che può essere convertita nella sua forma radicalica ABTS+ colorata se trattata con un agente ossidante. Si usa pertanto in un test idoneo a valutare la capacità antiossidante di una sostanza (in particolare principi attivi vegetali). acantosi – Rara malattia della pelle dovuta ad abnorme sviluppo delle papille dermiche e ad ispessimento degli strati epidermici. acantogeno – Prodotto o sostanza che provoca una proliferazione delle cellule dell’epidermide con conseguente ispessimento dello strato corneo. acaule – Dicesi di pianta mancante di fusto (vedi caule) o che lo presenta molto ridotto. acemannano – Polimannosio acetilato, è il polisaccaride specifico del succo di Aloe. Agisce da protettivo sul sistema gastro-intestinale: grazie alla sua forte capacità ritentiva di acqua ne permea la superficie aumentando la fluidità e la permeabilità delle membrane, facilitando l’espulsione di tossine e l’assorbimento di fattori nutritivi. Gli è riconosciuta anche una funzione attivante il sistema immunitario non specifico di difesa (vedi). acetali – Composti che si ottengono quando gruppi aldeidici reagiscono con molecole opportune, ad esempio con un alcole. acetilasi – Enzima che catalizza la formazione di acetil esteri. acetil-coenzima A – È il più importante dei derivati del CoA (Coenzima-A), un coenzima che catalizza il trasporto di gruppi acilici (vedi acilazione). Dà luogo a diverse reazioni a livello di formazione di esteri, di ammidi e di gruppi carbonilici; opera inoltre nella biosintesi degli acidi grassi. acetilcolina – Mediatore chimico degli impulsi a livello della maggior parte delle terminazioni nervose; possiede inoltre azione ipotensiva periferica. Viene scissa da un enzima, l’acetilcolinesterasi, per cui la sua azione cessa immediatamente continua...

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ambiente

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DI RENATO IGUERA

conservazione delle piante medicinali Lungi da avere concluso un discorso, l’anno della biodiversità ha messo in luce i mille aspetti di questa “unità di misura” del futuro della vita e del pianeta. Per chi studia e lavora con le piante medicinali è iniziata una guerra contro il tempo per conservare nei prossimi decenni il patrimonio floristico che ancora non è emerso alla conoscenza scientifica, e il portato di saperi tradizionali ad esso collegato. I criteri di studio, le strategie di conservazione e alcune importanti esperienze da questa sfida planetaria

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naturalmente, il costo (Hamilton A.). Si stima che sono circa 70.000 le specie vegetali usate a scopi medicinali, ma di queste solamente 3000 sono commercializzate intensamente nel mondo, come dire che solo una piccola parte è uscita dai suoi confini originali per diventare “famosa” nell’intero globo (Scippmann, Leaman & Cunnincgham, 2006). Secondo una valutazione di Bramwell è stimato che

circa il 21% della flora mondiale è minacciata, e facendo un’estrapolazione sono almeno 15.000 le specie medicinali di conseguenza minacciate (Bramwell D. 2002). A questo elevato rischio dobbiamo aggiungere pure che solo il 15-17% delle angiosperme sono state intensamente studiate per il loro potenziale medicinale, che più della metà della flora mondiale si trova nelle foreste tropicali e almeno la metà

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ulla terra esiste un livello elevatissimo di risorse genetiche che ancora non possiamo determinare con esattezza, giacché ogni anno nuove piante e organismi sono scoperti per la prima volta e al contempo altri si estinguono. Ognuno di questi organismi ha la capacità di produrre un vasto numero di composti chimici, per lo più ancora sconosciuti e che difficilmente siamo in grado di replicare. Circa 150.000 sono i composti naturali caratterizzati riconducibili a circa 6000 scheletri di carbonio diversi (Cordell G. A. 2010). Conseguentemente ogni discussione sulla diversità biologica è anche una discussione sulla diversità chimica e l’uso potenziale di questa diversità. E’ illogico, sotto tutti i punti di vista, sia biologico che chimico, distruggere questa diversità considerata l’enorme opportunità che ha rappresentato in passato per l’uomo, che rappresenta ancora oggi, e per il ruolo che avrà per il nostro benessere in futuro. Le piante sono state la principale risorsa alimentare per la specie umana sin da tempi immemorabili, come sono state la principale risorsa contro le malattie. Persino oggi è stato valutato che la maggioranza delle persone al mondo fa affidamento alla medicina tradizionale a base di piante; le ragioni sono diverse: la loro efficacia, la disponibilità e,


ambiente

Biodiversità e conservazione delle piante medicinali

di queste in foreste pluviali o umide tropicali, vale a dire solo sul 7% della superficie terrestre (Soejarto D. 1996). E’ facile quindi indovinare dove si deve concentrarelosforzoperscoprirenuovi possibili farmaci, sforzo oggi definito come prospezione della biodiversità. Una priorità rinforzata dal fatto che queste foreste oggi costituiscono habitat fortemente a rischio e si teme la loro scomparsa prima che venga conosciuto interamente il loro potenziale, vale a dire prima che la prospezione sia completata. Un altro aspetto legato alla deforestazionechedovremmoconsiderare è la perdita di conoscenza sulle specie della medicina tradizionale usate da popolazioni che vivono dentro o ai margini di queste aree, un fenomeno definito “burning the library” da Schultes (Soejarto D. 1996). La deforestazione o più in generale la distruzione degli habitat in cui vivono le specie medicinali è quindi il primo e forse il maggiore rischio che corre la biodiversità chimica fornita dai vegetali. Altri fattori giocano un ruolo distruttivo o limitante della biodiversità, come per esempio una raccolta selvaggia e senza controllo delle specie spontanee. Sebbene, infatti, la coltivazione di specie medicinali sia sempre esistita e fortunatamente sempre più praticata, la grande maggioranza delle specie

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medicinali ancora oggi, proviene dalla raccolta di piante spontanee. L’esportazioneinternazionaledi piante medicinali è dominata dalla Cina, la quale esporta oltre 120.000 tonnellate l’anno e l’India che esporta oltre 30.000tonnellatel’anno(Rajasekharan P.E., Ganesan S. 2002). In Cina sono censite oltre 4000 specie medicinali, per la gran parte provenienti dalla raccolta spontanea, mentre in India sono circa 2500 le specie medicinali di cui solo il 10% sono coltivate (Ayensun E.S.1996;RajasekharanP.E.,Ganesan S. 2002). Il destino di molte specie a uso medicinale è legato quindi alla loro distribuzione e densità in paesi oltretutto non considerati sviluppati e di cui alcuni (India e Cina) stanno vivendo una crescita economica portentosa e per certi versi squilibrata. Organizzazioni locali e internazionali (TRAFFIC, IUCN, UNEP-WorldConservationMonitoring Centre) monitorano quanto possono sulle specie a rischio e legislazioni interne ai Paesi o a livello internazionale (CITES) cercano di intervenire quando la situazione è particolarmente grave. Comunque a volte mancano seri censimenti sullo stato della specie anche in aree geografiche limitate e mancano dati sulla distribuzione, densità, grado di sopportazione delle popolazioni al

continuo prelievo, prodotti e mercati di destinazione, livello e controllo del commercio. Quale ruolo hanno in tutto questo le aziende che commerciano piante o prodotti medicinali a base di piante? Produttori,agenti,esportatori,importatori, commercianti, fornitori di materie prime,distributori,aziendeproduttrici ed estrattive e aziende farmaceutiche formano una complessa e talvolta lunga e intricata catena e può benissimo accadere che molti di questi soggetti conoscano poco o nulla circa le condizioni di raccolta del prodotto e la sua origine, specialmente se si tratta di prodotto spontaneo. Inoltre poche aziende attuano politiche ambientali scritte nero su bianco. Alcune di queste si basanosustandardinternazionalicome ISO 14001 oppure le GACP. Molto più raroinvecetrovarepoliticheambientali che esplicitamente riferiscono a concetti di sostenibilità. La conoscenza da parte dell’industria di trattati e convenzioni internazionali è spesso lacunosa, pocheaziendeconosconolaConvention on Biological Diversity (CBD) mentre viceversa conoscono il CITES che rispetto alla CBD ha un forte impatto sull’importazione e il commercio dei prodotti derivati da specie incluse nella convenzione (Laird S.A., Pierce A.R., Schmitt S.F. 2005).


 Quali sono i possibili rimedi? La principale sfida nel migliorare le chances di sopravvivenza delle specie medicinali è legata alla messa in campo di strategie volte a proteggere gli ecosistemi più vulnerabili e a una migliore gestione delle popolazioni spontanee. La conservazione di queste specie nel loro habitat naturale integrando strategie volte a: conservazione degli ecosistemi in cui vivono, conservazione della riproduzione delle popolazioni nel loro range naturale e conservazione della biodiversità genetica all’interno della specie è la strategia ampiamente preferita dalle organizzazioni ambientaliste. Una strategia di questo tipo, anche definita in situ, è gradita poiché consentirebbedipreservareladiversità genetica della specie e al contempo coinvolgere nel progetto le popolazioni locali che in questo modo si vedrebbero non private anche dei proventi della produzione e commercio dei prodotti correlati. Un approccio di questo tipo consentirebbe un immediato beneficio economico per le popolazioni coinvolte che potrebbe tradursi in incentivi alla conservazione delle risorse vegetali e degli habitat. Diversamente dalla conservazione in situ la conservazione ex situ potrebbe giocare un importante ruolo, anche se rispetto alla prima è considerata una strategia complementare. La conserva-

e standardizzazione dei principi attivi. Questa è la ragione per cui la coltivazione è in genere incoraggiata da grosse aziende farmaceutiche le quali richiedono grandi volumi di materiale vegetale di qualità elevata e riproducibile. Si assiste in genere a una fase di sviluppo di nuovi prodotti, cui fa seguito una seconda fase che rappresenta l’immissione in commercio dei prodotti studiati e clinicamente testati. Durante queste due fasi vediamo un aumento elevato della domanda di materia prima vegetale, dove l’unica fonte è quella naturale. Solo in seguito e in genere purtroppo quando una specie diventa scarsa e i controlli e le leggi si fanno più stringenti, si assiste a un incremento della fonte vegetale coltivata la quale in un ragionevole periodo può sostituire in tutto o quasi la fonte naturale. Una dinamica di questo tipo è avvenuta per esempio nel caso delle specie del genere Taxus. Queste specie sono state per anni, e lo sono tuttora, la fonte primaria di composti denominati tassani, dei quali il Paclitaxel ha dimostrato un’interessante attività nei confronti di alcuni tipi di tumore, particolarmente quello a danno dell’utero e del polmone, tanto che oggi è comunemente usato regolarmenteinchemioterapiaperquesti scopi. Il Paclitaxel è stato scoperto grazie a un progetto di ricerca promosso dal NCI (US National Cancer Institute) che attraverso un esteso screening nei primi anni ’60, coinvolse numerose Aprile 2011 ERBORISTERIA DOMANI 53

zione ex situ si prefigge di preservare la più ampia possibile variabilità genetica delle specie a rischio attraverso banche genetiche, arboreti, orti botanici e sviluppando coltivazioni preferibilmente nei pressi dei luoghi d’origine. Tra queste senz’altro gioca un ruolo di primo piano per la conservazione delle specie naturali la messa in coltura di queste piante sia passando o meno attraverso una selezione. Coltivazioni su larga scala di specie vulnerabili come Echinacea, Ginseng, Idraste e Tasso hanno di fatto permesso la permanenza sul mercato di molti prodotti da loro derivati che altrimenti sarebbero scomparsi o fortemente ridimensionati nella disponibilità (Laird S.A., Pierce A.R., Schmitt S.F. 2005). La coltivazione è in grado di ridurre la pressione della raccolta sulle piante spontanee, ma si applica prevalentemente per specie relativamente facili da addomesticare e sono supportate da uno stabile e prevedibile mercato. E’ viceversa meno applicabile in altri casi per varie ragioni: difficoltànell’addomesticamento,tempi relativamente lunghi prima che la coltivazione sia produttiva, costi troppo elevati e quindi bassa economicità rispetto alprodottonaturale,minorequalitàche si riflette sul costo finale, necessità di investire notevoli fondi in ricerca e incentivi per i coltivatori. è indubbio che la coltivazione, ove possibile, a costi accessibili, apporti numerosi vantaggi in termini di qualità


ambiente

Biodiversità e conservazione delle piante medicinali

Un progetto in Africa

R

ecentemente Indena spa, azienda italiana leader mondiale nella produzione di prodotti medicinali a base di piante, ha scelto di sostenere il progetto “Non-detriment findings for Prunus africana (Hook. f.) Kalman in Camerun” promosso dall’International Tropical Timber Organisation (ITTO), un’associazione intergovernativa che promuove la conservazione e la gestione sostenibile delle risorse delle foreste tropicali. Il progetto, sviluppato attraverso un programma di collaborazione tra ITTO e il CITES (the Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), ha l’obiettivo di fornire informazioni complete e aggiornate sullo status della specie in Camerun, e raccoglierà dati sulla biologia, la disponibilità, la ge s t io ne, l’uso e il commercio dei prodotti a base di Prunus. Attraverso questi dati l’organo di gestione CITES del Camerun sarà in grado di disciplinare la raccolta della corteccia di Prunus, garantendo una gestione sostenibile della risorsa naturale. Prunus africana, albero sempreverde ad alto fusto (può persino superare i 40 m) della fascia sub-montana e montana dell’Africa centrale e meridionale e del Madagascar, è, infatti, classificato come specie vulnerabile nella speciale Red List dello IUCN (International Union for Conservation of Nature) e perciò sottoposto a tutela da parte del CITES sin dal 1993. La corteccia del tronco di questa specie è la materia prima per numerosi prodotti presenti sul mercato e utilizzati per ridurre i sintomi correlati all’ipertrofia prostatica benigna in fase precoce e prevenirne lo sviluppo (Indenature 2010).

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piante e trovò proprio nella corteccia di Taxus brevifolia, una delle tre specie di Taxus presenti nell’America settentrionale,un’interessantissimaattivitàantitumorale. Problemi legati alla sostenibilità della raccolta di questa specie e la ricerca di fonti maggiori spostarono in breve l’interesse sulle altre specie di Taxus diffuse al mondo. Questi nuovi sviluppi avvenuti nei primi anni ’90, non solo incrementarono la disponibilità di materia prima ma espansero l’interesse anche ad altri parti delle piante come le foglie, una risorsa più sostenibile rispetto alla corteccia. Nel frattempo si moltiplicarono gli sforzi per le coltivazioni che in pochi anni, almeno in Europa e negli USA, sostituirono sensibilmente la fonte spontanea. Raccolta che proseguiva invece in Cina e India per far fronte alle richieste del mercato domestico e che portò a un rilevante declino delle popolazioni, tanto che Taxus wallichiana fu incluso nell’appendice II del CITES nel 1995 e in seguito nel 2004 il medesimo destino toccò a tutte le altre specie di Taxus diffuse in Asia (Mulliken T., Crofton P. 2008).  Conclusione Secondo differenti studi e opinioni è quindi ormai chiaro che esiste una sovra-raccolta di talune piante medicinali dall’ambiente e ancor più grave una distruzione o segmentazione di habitat idonei al loro sviluppo. Lo sviluppo di strategie alternative alla raccolta di specie medicinali spontanee, oppure l’impostazione di una raccolta veramente sostenibile che permetta una reale conservazione dell’ambiente e della specie rappresentano grandi sfide.  Bibliografia

- Ayensun E.S. 1996, World Medicinal Plant Resources. Conservation for Productive Agriculture, 11-92, ICAR New Dheli, 1996. - Bramwell D. 2002, How many plant are there? Plant Talk 28:32-34. - Cordell G. A. 2010, The convention on Biological Diversity and its impact on Natural Product Research. RSC Biomolecular Science No. 18, Chapter 4, 2010 - Hamilton A., Medicinal plants, conservation and livelihood. Biodiversity and Conservation 13, 1477-1517.

Ciò che è essenziale perché si realizzi un’efficace conservazione di queste risorse, è innanzi tutto la capacità di fare ricerca in questo campo. E’ fondamentale per la pianificazione di strategie di conservazione, per una raccolta sostenibile e lo sviluppo di strategie alternative,un’approfonditaconoscenza della specie dal punto di vista botanico e chimico, l’incentivazione di studi sull’ecologia,distribuzione,frequenza, densità delle popolazioni e naturalmen- Indenature 2010 (prossima pubblicazione): www.indena.com - Laird S.A., Pierce A.R., Schmitt S.F. 2005, Sustainable raw materials in the botanicals Industry: constraints and opportunities. WOCMAP III, Vol. 2: Conservation, Cultivation % Sustainable Use of MAPs. Acta Hort. 676 ISHS 2005. - Mulliken T., Crofton P. 2008, Review of the Status, Harvest, Trade and Management of Seven Asian CITESlisted Medicinal and Aromatic Plant Species. Bfn.Skripten 227, 2008. - Rajasekharan P.E., Ganesan S.

te lo sviluppo di metodi agronomici per l’addomesticamento e selezione della specie con l’obiettivo di una rapida diminuzione della pressione sull’ambiente esercitata dalla raccolta in natura. Andrebberosemprepreseinconsiderazione, anche partendo da studi chemio tassonomici ed etnobotanici, specie affini o meno tra loro, ma comuni nella biosintesi di determinati costituenti d’interesse e che al contempo non presentano problemi di sostenibilità. n 2002, Conservation of medicinal plants biodiversity in Indian perspective. Journal of Medicinal and Aromatic Plant Science 24 (1): 132-147. - Scippmann U., Leaman D. & Cunningham A. B. 2006, Cultivation and wild collection of medicinal and aromatic plant under sustainable aspects. Medicinal and Aromatic Plants, Wageningen UE Frontis Series n. 17, 2006 - Soejarto D. 1996, Biodiversity prospecting and benefit-sharing perspective from the field. Journal of Ethnopharmacology 51 (1996) 1-15.

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recensioni

n Il giardino di Dio

Questo libro vuole offrire la possibilità di un contatto diretto, quasi intimo, con la Natura e far vedere come nelle piante, perfino nelle più banali, niente sia lasciato al caso, ma tutto si realizzi secondo un progetto unitario che lega ogni forma vivente alla Terra e alla Vita: quelle “creature” tanto amate da Francesco d’Assisi, materializzate in animali e umili ma preziose erbe selvatiche ch’egli raccomandava di lasciar crescere in un angolo dell’orto. In effetti la poetica e religiosa visione francescana della natura, che impregna il pensiero medievale, coinvolge e trascina l’uomo verso Dio. Al centro di tutto c’è il Creato, la terra con tutte le sue creature, il Giardino che Dio ha dato agli uomini per sostentamento. Il Giardino di Dio, nella concezione francescana, è bellezza, splendore, armonia, fino al limite della perfezione. Ogni fiore, anche il più semplice, ha l’impronta armonica che contraddistingue e caratterizza gli esseri viventi. Questo incantevole libro di Alessandro Menghini, professore ordinario di Botanica Farmaceutica presso l’Università di Perugia, attraverso le immagini, racconta l’incanto e fa scoprire l’equilibrio delle forme vegetali; il libro parla per immagini, si legge con gli occhi, come quelli innocenti di San Francesco che vedeva riflessa nel creato la grandezza dell’Altissimo. Se è poi vero che bellezza e armonia corrispondono, nel pensiero comune, 56 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011

a cura Di vanny terenzi

a bontà e qualità ne deduciamo che la natura è anche buona, è guaritrice o, comunque, fonte di benessere fisico. L’idea che essa sia il miglior strumento per la salvaguardia della salute è sicuramente antica, essendo già presente nel pensiero ippocratico. Ma gli uomini del Medioevo, dotati di un forte senso religioso della vita, elevarono il Creato al rango metaforico di Giardino della salute. Le qualità salutari possedute dalle piante erano quelle impresse dal Creatore al momento della loro creazione: di conseguenza il loro potere terapeutico si caricava di una componente sacrale, così da sembrare quasi taumaturgico. L’interprete delle capacità curative della natura era più che un giardiniere, era un uomo di scienza, un sapiente che indagava sulla “qualità” delle piante; un’idea, questa, travasata poi entro le mura dei conventi che attivarono aree apposite alle quali fu dato il nome di Giardino dei medicamenti semplici o più comunemente Giardino dei semplici. Ma uno sguardo, dice l’autore, vale più senz’altro di mille parole: ecco dunque che, attraverso una serie di immagini eccezionali, ci fa entrare nel microcosmo del giardino floreale per intraprendere un viaggio figurato quasi al limite della fantasia, per farci affascinare da mille forme e colori con cui gli organismi vegetali trovano il modo di “esprimersi” nell’ambito del sistema vita di cui sono parte integrante. Le bellissime fotografie sono dello stesso autore e di Franco Ciminari. Il Giardino di Dio Armonia francescana della Natura Alessandro Menghini Aboca Edizioni, 2010, Pagine 319, € 24,90.

n Gli alambicchi di Gubbio

è una ricerca “di nicchia”, puntuale e certosina questa di Roberto Finesi, che ha recentemente avviato un percorso di studio sui medicinali in uso dal 1500 al 1800, con particolare riguardo all’impiego degli alambicchi per l’ottenimento delle acque distillate medicinali. Il volume prende in esame i vari capitelli di alambicchi del Museo Civico di Gubbio che, indipendentemente dalla loro provenienza, rappresentano un’eccezionale testimonianza non solo delle modalità costruttive, ma anche delle forme adottate per questi tipi di apparecchiature che venivano usati per

la distillazione o per la sublimazione. Tra questi l’autore ne scova due che potevano essere usati come vasi sublimatori nella Farmacia dell’Ospedale di Gubbio, insieme con “il libro giornale” delle spese effettuate dall’Ospedale per l’acquisto dei materiali che servivano alla preparazione dei medicinali, unitamente alla attrezzatura tecnica, per il periodo 1788-1822. Una bella fonte di notizie, senza dubbio, che ci informa anche sulle modalità di produzione delle acque distillate medicinali che erano fatte all’interno della Spezieria, come testimoniano anche le ricette riportate nell’inventario. Vale la pena di citare qui, come curiosità culturale, la ricetta di una preparazione, ad esempio, dell’Acqua di Menta che recita “Prendi foglie di menta fresche – o meglio tutta la punta col fiore – libbre quattro; acqua comune libbre sedici; macera in tamburano di rame per un giorno, e stillane libbre otto. L’acqua aromatica ottenuta è leggermente eccitante, diffusiva e giova nelle malattie di stomaco”. Alcune delle ricette, desunte dai testi originali, sono ancora terapeuticamente valide mentre altre potrebbero indicare la strada da seguire per ottenere farmaci che, a tutt’oggi, non possediamo. Gli alambicchi di Gubbio Roberto Finesi Edizioni Progetto Cultura, Marzo 2011 õinfo@progettocultura.it; www.progettocultura.it Pagine 269, € 15,00. n


piante: miti e leggende

Filemone e Bauci Nell’iniziare questa nuova rubrica ci siamo ispirati a una leggenda narrata da Ovidio (43 a.C.-18 d.C. - libro VIII delle Metamorfosi), che è stata in seguito oggetto di attenzione di numerosi altri grandi autori e di grandi pittori “...Iuppiter huc specie mortali cumque parente venit Atlantiades positis caducifer alis, mille domos autiere locum requiemque petentes, mille domos clausure serae…”

Zeus e Hermes, sotto sembianze umane e dimessamente vestiti, stanno vagando attraverso la Frigia, bussano a mille porte, domandando ospitalità e ovunque viene loro negata l’accoglienza. “…tamen una recepit, parva quidam, stipuli set canna tecta palustri; sed pia Baucis anus parilique aetate Philemon illa sunt annis iuncti iuvenalibus, illa consenuere casa…”

Una sola casa infine li accoglie, piccola, il tetto coperto di paglia e di canne palustri. In essa, uniti sin dalla giovinezza vivono Bauci, una pia vecchietta e il consorte Filemone, della stessa età che in quella casetta sono invecchiati. “...Ergo ubi caelicolae parvos tetigere penates summisoque humile intrarunt vertice postes, membra senex posito iussit relevare sedili, quo super iniecit textum rude sedula Baucis inque foco tepidum cinerem dimovit et ignis suscitat ...”

Quando i due abitanti del cielo arrivano alla piccola casa ed entrano abbassando il capo causa la piccola porta, il vecchio li invita a sedere accostando una panca, sulla quale Bauci stende un rozzo telo e rimuove la cenere tiepida del focolare per riattizzare il fuoco. Il racconto prosegue: Bauci alimenta il fuoco con rami secchi quindi, aiutata dal marito prepara una frugale cena ai due ospiti, con quel poco che hanno, ortaggi, olive nere, latte cagliato e una spalla di maiale affumicata che l’uomo stacca da una trave annerita. Le stoviglie sono di terracotta. Alla fine del pasto ecco noci e fichi secchi, datteri grinzosi e prugne. “…interea medias fallunt sermonibus horas..”

Intanto ingannano il tempo conversando e fanno in modo che l’attesa non pesi. Poi, in un catino che riempiono di acqua scaldata al fuoco, lavano i piedi ai due ospiti celesti per ristorarli, quindi preparano loro un misero letto, con un materasso di morbide alghe palustri e lo ricoprono con una coperta consunta, che erano soliti usare nei giorni di festa. Alla fine, commossi dalla bontà d’animo, dalla cordialità e dalla sincera accoglienza dei due vecchi, gli dei rivelano la loro natura celeste. Annunciano inoltre che gli empi che non hanno loro concesso ospitalità saranno puniti (gli abitanti dell’Olimpo, lo hanno sempre dimostrato, erano assai permalosi e vendicativi!). “Ma voi sarete immuni da questi mali’ – aggiungono – lasciate la vostra casa e seguiteci in cima al monte”: “… vobis immunibus huius esse mali dabitur; modo vostra

delinquite tecta ac nostro comitate gradus et in ardua monti site simul....”

Filemone e Bauci, appoggiandosi sul bastone, seguono i due celesti sino in cima all’erto monte. Qui giunti, rivolgendo lo sguardo verso il basso, vedono che tutte le case nella pianura sottostante sono state sommerse dall’acqua, tranne la loro: “… tantum aberant summo quantum semel ira sagitta missa postes; flexere oculos et mersa palude cetera prospiciunt, tantum sua tecta manere…”

A un certo punto anche la loro casa sembra crollare, sparire nella palude, invece si trasforma in un tempio. Zeus invita loro a tornare alla loro casa, ora tempio, di cui saranno i custodi e, in compenso della loro bontà d’animo palesemente dimostrata con l’accoglienza a loro riservata chiedono cosa desiderano come ricompensa: “…diciate, iuste senex et femina coniuge iusto digna quid optetis...”

Dopo un breve consulto col marito, Bauci esprime agli Dei il loro più vivo desiderio: “Siamo sempre vissuti assieme, amandoci, per tanti anni, da giovanetti sino alla vecchiaia, fateci morire assieme, che io non veda la sepoltura di mio marito, che lui non veda la mia”: “…quondam concordes egimus annos, bufera hora duos eadem ne coniugis; umquam busta mea videam, neu sim tumulandus ab illa...”

Come finisce la storia di Filemone e Bauci? Finché vissero custodirono il tempio, quindi, consunti dall’età, stavano in attesa della loro dipartita. Un giorno Bauci vide il marito che, lentamente stava trasformandosi in un albero, vedeva la corteccia che lo avvolgeva, i rami che si formavano, le foglie che si sviluppavano su questi. Ne sortì una forte quercia. Altrettanto vide Filemone, anche lui vide la consorte trasformarsi in una pianta, un tenero tiglio. E per fugare ogni dubbio – finisce il narratore - vi dico che sui colli di Frigia c’è una quercia, vicina a un tiglio, circondati da un muro; io stesso ho visto quel luogo: “…Quoque minus dubites, tiliae contermina quercus collibus est Phrygiis, modico circumadata muros, ipse locum vidit...”

Da quel giorno, in ricordo di questa delicata storia d’amore, la quercia rappresenta la forza e il fiore del tiglio è diventato il simbolo dell’amore coniugale. P. P Aprile 2011 ERBORISTERIA DOMANI 57


produzione

Dalle aziende

Materie prime, specialità, principi attivi, formulazioni, processi industriali: note dalle aziende Nuovo filtro UV inorganico ad elevata funzionalità protettiva Il rischio di esposizione incauta della cute alle radiazioni UV, cioè la protezione effettuata con preparati protettivi non adatti, è con sempre maggiore responsabilità sentito dai consumatori. I quali, pertanto richiedono ai fabbricanti prodotti protettivi solari a sempre più elevato fattore di protezione SPF. I protettivi solari devono essere dotati, oltre che di un elevato valore di protezione, anche di caratteristiche apprezzabili dal punto di vista sensoriale: l’aggiunta di dosi maggiori di fltri UV organici oleo-solubili potrebbero, quindi, peggiorare queste caratteristiche, rendendo il preparato finale sgradevole nell’applicazione e poi troppo untuoso, appiccicoso una volta applicato. Una logica alternativa a questa indesiderabile evenienza è quella di formulare unendo ai filtri UV organici oleo-solubili, idonei filtri inorganici. L’unione dei due tipi di prodotti, si è visto che spesso può anche sviluppare un’attività sinergica. Croda ha recentemente presentato Solaveil CT-12W (INCI: Aqua (and) Titanium dioxide (and) Oleth-10 (and) Isodeceth-6 (and) Aluminium stearate (and) Simethicone (and) Phenoxyethanol); si tratta di una miscela idrodispersibile a base biossido di Titanio, la quale consente la sua facile incorporazione nella fase acquosa dell’emulsione, mentre il filtro UV organico viene inserito nella fase oleosa e quindi additivato di adatti solventi ed emollienti senza che questo possa interferire sull’altra fase. Cioè, praticamente, non si ha interazione tra i due tipi di filtri. Le particelle inorganiche favoriscono la formazione sul substrato di un efficace ed omogeneo rivestimento protettivo UV ed inoltre, essendo questo idrofobo, attivano anche la resistenza all’asportazione con acqua del preparato.

Due nuovi attivi vegetali a funzione antiaging ed antimelanogena Res Pharma S.r.l. consolida la sua reputazione di produttore di ingredienti cosmetici innovativi e ispirati a trend di naturalità. Il laboratorio di biologia cellulare continua a offrire la sua esperienza e supporto scientifico al team di ricerca e sviluppo. In occasione di in Cosmetics 2011 a Milano, la società di Trezzo s/A, ha presentato due nuovi ingredienti attivi contenenti Rhus 58 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011

coriaria, una pianta autoctona dell’area mediterranea, ricca in antiossidanti. Il primo prodotto, Pantrofina® SLIM (INCI: Rhus coriaria leaf/stem extraxt (and) acetyl carnitine HCl) è un complesso attivo snellente che agisce a più livelli: azione preventiva sulla differenziazione da preadipociti ad adipociti ed azione lipolitica sugli accumuli localizzati già esistenti. Il secondo, Pantrofina® White (INCI: Methyl dihydroxybenzoate (and) nicotinamide (and) Rhus Punica granatum coriaria leaf/stem extract (and) Lecithin (and) Punica granatum fruit extract) è un complesso sbiancante che agisce modulando le varie fasi della sintesi di melanina: riduzione della fase ossidativa grazie ad un forte potere antiossidante; inibizione dell’attività di tirosinasi; inibizione del trasferimento di melanina prodotta dai melanociti ai cheratinociti dello strato corneo; supporto al metabolismo delle cellule epidermiche, promuovendo il mantenimento di una pelle sana.

Bioestratto funzionale ai fini della sintesi dei lipidi epidermici Il nome commerciale del prodotto, presentato dalla ISP è Lipigenine. Si tratta di un estratto ricavato dai semi di Lino, suggerito quale efficace ingrediente atto ad ottimizzare l’omeostasi lipidica della pelle e supportare quindi la corretta funzione della barriera protettiva cutanea. Lo strato corneo, come si sa, è composto da corneociti e lipidi intercellulari (ceramidi, colesterolo, acidi grassi). La cute produce regolarmente questi lipidi ai fini di mantenere l’integrità della barriera protettiva, ma tale funzione diminuisce con l’avanzare dell’età, col risultato di uno sbilanciamento nel-


l’omeostasi e quindi, con conseguente formazione di pelle secca. Il nuovo ingrediente attivo rinforza la sintesi dei lipidi intercellulari cutanei e promuovendo la formazione di corpuscoli lamellari, vescicole secretorie, ne favorisce lo stoccaggio, il traLinum usitatissimum sporto e la secrezione. Il prodotto assicura quindi una ottimale omeostasi lipidica, fornendo allo strato corneo corretta protezione e migliorato stato estetico (la cute guadagna in tono, elasticità, luminosità).

Nuovo polimero condizionante non cationico Destinato al trattamento dei capelli, non solo quale condizionante, ma con marcato effetto protettivo ai fini di diminuirne il rischio di rottura, un nuovo polimero non cationico recentemente presentato dalla Dow Personal care (Dow Chemical): EcoSmoothSilk (INCI: Ethylene/Octene copolymer (and) Sodium acrylate Copolymer). Praticamente si tratta di un copolimero (poliolefina) disperso in acqua con una resina disperdente a base acrilica, che non utilizza il meccanismo di coacervazione tipico dei condizionanti cationici, ma piuttosto si lega idrofobicamente allo stelo del capello e sostituisce gli acidi grassi che, per ragioni fisiologiche o meccaniche ne sono stati asportati. Una importante prerogativa del nuovo copolimero è quella di non creare accumulo sul substrato, inconveniente, questo, spesso correlato all’impiego di certi tipi di condizionanti, che ingenera pesantezza e perdita di volume e lucidità della chioma. Il copolimero, con un contenuto solido tra il 40 e 45%, con valore pH tra 9,5 e 10,5 è particolarmente suggerito nella realizzazione dei tipici shampoo ‘2 in 1’ nei quali esplica funzionalità protettive e condizionanti paragonabili a quella di specifici derivati siliconici.

Inaponificabile da olio di Oliva ad alto titolo in squalene

Dalla Stella Alpina un antiaging eco-sostenibile Leontopodium alpinum Cass è il nome botanico della Stella alpina, una pianta rara e protetta che cresce spontanea ad elevate quote nelle zone montane. è nota anche col nome di Edelweiss. Sono riconosciute da tempo le proprietà protettive antiossidanti ed antiradicaliche degli estratti di questa pianta, caratterizzati dal contenere potenti antiossidanti ed altre sostanze con funzione antinfiammatoria e citoprotettiva. Alcune di queste molecole, gli acidi leontopodici A e B, appartengono alla classe dei fenilpropanoidi che sono molecole attive prodotte dalla pianta in difesa da insulti esterni. Si tratta di sostanze idrosolubili, difficili ad estrarsi dalle piante e difficili ad ottenersi per sintesi chimica per cui, recentemente, Leontopodium alpnum Cass sono state realizzate con una tecnologia innovativa (HTN, High Tech Nature) basata sull’uso di cellule vegetali non OGM. Oltre che funzione antiossidante, hanno dimostrato anche di sviluppare importanti effetti ai fini del processo di riparazione tissutale e di riepitelizzazione. Secondo questo sistema, la IRB (Istituto di Ricerche Biologiche), ha recentemente presentato un nuovo innovativo ingrediente cosmetico estratto dall’Edelweiss, Leontopodium alpinum stems G®; il prodotto a titolo standardizzato, assicura costantemente un titolo minimo pari allo 0,1% di acido leontopodico. L’ingrediente, oltre che il detto principio attivo di base, contiene anche altre sostanze di supporto quali polisaccaridi, fitosteroli, aminoacidi e sali minerali.

Antiaging naturale per la difesa della pelle da stress ossidativi ed irritazioni Al recente in Cosmetics 2011 a Milano, la Symrise, in Italia Biochim, ha presentato un nuovo ingrediente naturale, ideale componente nella realizzazione di preparati indicati al mantenimento della pelle sana e giovane. Il prodotto, SymFinity® 1298 Aprile 2011 ERBORISTERIA DOMANI 59

Realizzato dalla CMR International (in Italia: Variati) con una innovativa tecnica industriale, un insaponificabile da olio di oliva altamente purificato da cui è stata isolata la frazione cerosa. Il prodotto, Olive Active HP (INCI: Olea europea oil unsaponifiable) presenta un elevato contenuto (90% min) in squalene, uno dei più importanti componenti la frazione dei lipidi di superficie. è noto che la quantità di questo idrocarburo, che rappresenta una delle maggiori difese e protezione delle membrane da ossidazione a seguito reazioni con radicali liberi, diminuisce nel sebo con l’avanzare dell’età, così che la

cute diventa più suscettibile a stress ambientali. Il nuovo ingrediente può pertanto rappresentare un valido agente antiaging, riducente il danno indotto da raggi UV ed inibente la propagazione della perossidazione lipidica. Squalene e tocoferoli sono infatti in grado di inibire di oltre l’85% la perossidazione dell’acido linoleico. Nella applicazioni in campo cosmetico è suggerito all’impiego sia in emulsioni (dal 2 al 20%), sia in oleoliti (sino al 30%). In preparati protettivi solari Olive Active HP, in combinazione con gli altri attivi della formulazione, si è visto che è in grado di agire da ‘SPF booster’, cioè di incrementare il valore effettivo di protezione.


produzione

(INCI: Echinacea purpurea extract) ,è un estratto secco al 100% ottenuto da parti fresche della pianta, della quale è ben noto da tempo l’elevato potere normalizzante ed antinfiammatorio, nonché protettivo ant io s s ida nt e, antiradicalico ed inibente la iauluronidasi. L’ingrediente attivo esplica funzioni di difesa, protettive e riparative da stress ambientali o perossidativi, manteEchinacea purpurea nendo la cute sana e tonica. I produttori si sono così espressi: abbiamo cercato di realizzare un prodotto che presentasse proprietà protettive antiossidanti paragonabili a quelle del resveratrolo ma che, nel contempo, garantisse una maggiore stabilità, una facile manipolazione ed un costo più conveniente. L’efficacia dell’ingrediente attivo è stata valutata in test sia in vitro, sia in vivo. I risultati hanno confermato che il preparato è in grado di fornire un significativo effetto di difesa della cute da stress ossidativi indotti da radiazioni UV: in dosaggi pari allo 0,1% ha esplicato la sua azione anche dopo 48 ore.

Innovazione in preparati a funzione snellente Quelli a funzione snellente sono preparati di notevole richiesta da parte dei consumatori i quali, peraltro, non sempre riscontrano, a seguito del loro uso, risultati confacenti o, quantomeno, paragonabili a quella che era l’attesa. Di qui una sempre più viva ricerca e valutazione di nuovi ingredienti attivi consoni all’uso. Alchemilla vulgaris L. IMPAG, distributore unico per l’Europa della compagnia francese Phytodia, ha recentemente presentato Coralea Bio, un composto organico che rappresenta un’innovazione nel settore specifico degli attivi a funzione snellente. Si tratta di una combinazione di due derivati vegetali, estratti da foglie di Oliva (Olea europea L.) e da foglie di Alchemilla (Alchemilla vulgaris L.). La combinazio60 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011

ne dei due estratti ha rivelato di sviluppare un innovativo meccanismo di azione confermato non solo da palesi risultati in vivo, ma da test clinici; stando ai risultati di tali test la miscela dei due estratti agirebbe a livello del centro energetico della cellula, particolarmente all’interno degli adipociti, sui mitocondri. Sono questi piccoli organelli che si trovano in quasi tutte le cellule, da considerarsi centri energetici di queste. Coralea bio favorisce la combustione dei lipidi stoccati negli adipociti, creando un effetto “brucia grassi”. Test condotti in parallelo con una formulazione placebo hanno dimostrato che un preparato contenente il 2,5% di sostanza attiva, a seguito trattamento di due mesi per due volte il giorno, è in grado di indurre una significativa riduzione della massa adiposa trattata, mentre nessun effetto è riscontrabile con il preparato placebo.

Ingrediente naturale la funzione ipolitica La Rahn, una importante azienda svizzera, ha recentemente introdotto in mercato una sua nuova specialità, Slimexir®, una composizione in ingredienti attivi naturali a specifica funzione lipolitica. Il preparato è costituito da una miscela sinergica di metil xantine estratte da Carciofo (Cynara scolymus) e di levano, un polisaccaride a catena fruttosio. Tale miscela, dicono i fabbricanti, previene l’accumulo di grassi entro gli adipociti, riducendone quindi il loro tasso di maturazione. Ogni componente la miscela attiva la lipolisi e quindi favorisce la frammentazione e decomposizione dei grassi esistenti. I componenti dell’ingrediente stimolano inoltre la microcircolazione cutanea e facilitano il trasporto dei grassi frammentati. Il polisaccaride agisce inoltre da rinforzante della pelle. Con Slimerix è stato possibile verificare la rimodellazione del volume dell’addome con risultati di riduzione misurabili e ben visibili. n



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62 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2011

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