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Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare Nel medio periodo il costo del lavoro ha continuato a evidenziare in entrambe le branche del settore primario la medesima crescita media annua (+2,1%). Tab. 2.20 - Costo del lavoro per dipendente nella pesca in Italia (valori correnti) Euro

Var. %

T.v.m.a.

2009

09/08

04-09

17.844 17.902 17.848

2,9 3,5 2,9

2,1 2,1 2,1

Branche

Agricoltura, caccia e silvicoltura Pesca, piscicoltura e servizi connessi Totale

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, Conti Nazionali

Occupazione, costo e produttività del lavoro nella pesca nel Mediterraneo Considerando il solo equipaggio impiegato sui battelli che operano nel Mediterraneo11 si riscontra una riduzione dell’1,3% del numero dei lavoratori rispetto al 2008 e una variazione media annua pari a -4,5% dal 2004. È tornato ad aumentare, secondo l’Irepa, il costo del lavoro (+36% sul 2008), anche grazie al recupero fatto registrare dall’attività di pesca, e quindi del reddito dei pescatori12, nell’anno in esame. Comunque, nel periodo 2004-2009, mentre i ricavi per addetto sono rimasti stabili, il costo per addetto è diminuito in media dell’1,9%. Tab. 2.21 - Marittimi impiegati a bordo della flotta peschereccia italiana nel Mediterraneo Unità

Addetti

Equipaggio Equipaggio medio (equip./batt.)

Var. %

T.v.m.a.

2009

09/08

04/09

04/09

28.967 2,2

-1,3 -0,9

-17,4 -5,3

-4,5 -1,4

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Mipaaf-Irepa

Tab. 2.22 - Indicatori economici per addetto Indicatori

Ricavi/addetto Valore aggiunto/addetto Costo del lavoro/addetto

Euro

Var. %

T.v.m.a.

2009

09/08

04/09

40.700 25.679 12.410

10,4 33,8 37,9

0,0 -2,3 -1,9

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Mipaaf-Irepa

11 Fonte:

Mipaaf-Irepa. settore della pesca è molto diffuso il contratto alla parte per disciplinare i rapporti di lavoro tra l’armatore e l’equipaggio. È caratterizzato dalla compartecipazione dei marinai all’andamento della pesca e quindi ai risultati conseguiti, in quanto il salario è direttamente legato alla produzione. Il valore che si ottiene dopo aver sottratto dai ricavi i costi variabili (sono le spese d’esercizio a carico sia dell’armatore sia dell’equipaggio per il consumo, per esempio, di gasolio e lubrificanti, di ghiaccio, di cassette, ecc.) viene ripartito, in base al contratto, tra l’armatore e l’equipaggio (generalmente, la quota di ripartizione oscilla intorno al 50%). La parte destinata ai lavoratori rappresenta il monte salari (che sarà suddiviso fra i singoli marinai), mentre alla quota dell’armatore occorre togliere i costi armatoriali o fissi per ottenere la remunerazione del capitale, ovvero il profitto d’impresa. 12 Nel

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