Lineaverde gennaio/febbraio

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IL PUNTO

INTERVISTA

PAESAGGIO

Florovivaismo europeo: evoluzione e prospettive

Vivai Ideaverde specialisti nella produzione di cipressi e lecci di prima classe

Intervista ad Anna Letizia Monti, presidente AIAPP

Lineaverde ATTUALITÀ

E I NFORMAZIONE

T ECNICA

PER

V IVAISTI , P ROGETTISTI

E

C OSTRUTTORI

DEL

V ERDE

40 ANNI

Lineaverde

SPECIALE FITOPATOLOGIA Anoplophora chinensis e A. glabripennis aggiornamenti normativi Hyphantria cunea un insetto diffuso e dannoso che tende ad allargare la sua influenza Interventi fitosanitari alternativi: lotta biologica e insetti competitori

Gennaio - Febbraio 2014 Anno 40 - N° 1



> SOMMARIO <

INFORMARE ......................................................................... PAG. 3 Speciale Fitopatologia Anoplophora chinensis e A. glabripennis: aggiornamenti normativi ....................................................... PAG. 18 di Matteo Maspero e Andrea Tantardini Schede Tecnico-Botaniche ............................................... PAG. 23 Acer palmatum ‘Fire Glow’ Nandina domestica ‘Obsessed ’ Cupressus ‘Totem’ di Renato Ferretti e Silvia Vigé

Lineaverde è edita da EPE Edizioni Srl Redazione: Via Spezia, 33 - 20142 Milano Tel. 02.89.50.18.30 - Fax 02.89.50.16.04 E-Mail per richiesta abbonamenti o informazioni: info@linea-verde.net E-Mail per invio comunicati o altro materiale alla redazione: lineaverde@linea-verde.net Sito Web: www.linea-verde.net Direttore responsabile: Massimo Casolaro massimo.casolaro@epesrl.it

Il punto Florovivaismo europeo: evoluzione e prospettive .................. PAG. 28 di Renato Ferretti Intervista - il vivaista Vivai Ideaverde specialisti nella produzione di cipressi e lecci di prima classe ........................................... PAG. 32 di Silvia Vigé Speciale Fitopatologia Un insetto diffuso e dannoso che tende ad allargare la sua influenza .................................................. PAG. 36 di Giorgio Badiali Architettura del Paesaggio Intervista ad Anna Letizia Monti, presidente AIAPP ........... PAG. 40 di Biagio Guccione Speciale Fitopatologia Interventi fitosanitari alternativi: lotta biologica e insetti competitori ............................................................... PAG. 44 di Silvia Vigé e Andrea Pellegatta FIERE ...................................................................................... PAG. 48

Direttore editoriale: Renato Ferretti renatoferretti@tin.it

Editor: Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Hanno collaborato: Giulia Arrigoni, Giorgio Badiali, Ilaria Bonanno, Biagio Guccione, Giulio Lazzerini, Stefano Mengoli, Paolo Merante, Francesco Paolo Nicese, Daniela Romano, Silvia Vigé Comitato tecnico: Giorgio Badiali Francesco Ferrini Franca Gambini Biagio Guccione Laura Schiff Redazione: Claudia Perolari claudia.perolari@epesrl.it

Segretaria di redazione: Silvia Mariani silvia.mariani@epesrl.it

Impaginazione: Claudia Bellelli claudia.bellelli@epesrl.it

Abbonamento annuale Italia: 40 euro da versare su c/c postale n°12059200 intestato a: EPE srl - 20142 Milano Via Spezia, 33 Stampa: Ingraph - Seregno (Mi)

> INSERZIONISTI < / André Briant

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/ Nippon Bonsai

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/ Bonato

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/ Pazzaglia

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/ Bruschi Vivai

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/ Romiti Vivai

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/ Capitanio Vivai

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/ Tecnovivai

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/ Franchi Costantino

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/ Tesi Ubaldo

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/ Gilardelli Vivai

III cop.

/ Vannucci Piante

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/ GT Piante

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/ Zelari

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/ Mati Piante

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Spedizione in abbonamento Postale 45% Art. 1 Comma 1, Legge 46 del 27/2/2004 Filiale di Milano. Iscrizione al registro degli operatori di comunicazione (ROC) n° 3231 del 30/11/2001. Autorizzazione Tribunale di Milano n° 27 del 18/1/1999. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale. Lineaverde è un marchio registrato di proprietà della EPE Edizioni Srl.

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1938 2013 75째 ANNIVERSARIO

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Lineaverde News GENNAIO/FEBBRAIO 2014

Attualità

Approvato dalla Regione Toscana i progetti di filiera del vivaismo pistoiese La Regione Toscana ha approvato le relazioni finali conclusive dei primi 4 progetti integrati di filiera (Pif) che hanno partecipato al bando attivato nel 2011. Tra questi, il progetto “Pistoia: gli stilisti del vivaismo” vede come azienda capofila l’azienda Agricola Vannucci Piante. Gli investimenti totali ammontano a 4.462.925,00 euro. Il contributo della Regione è pari a 1.999.870 euro. Tramite la realizzazione del progetto si è creata una "rete" fra più aziende, ognuna specializzata in una fase o in un prodotto e tutte insieme tese ad offrire sul mercato una gamma merceologica completa e di alta qualità. Ciò ha permesso anche la riduzione in maniera sostanziale dei consumi idrici, ma soprattutto il miglioramento delle condizioni di vendita grazie alla programmazione della produzione e alla creazione di una vetrina dedicata all'esposizione e commercializzazione. Sono stati inoltre realizzati 10 ettari tra nuovi vivai e ristrutturazione completa di impianti obsoleti. I nuovi vivai sono stati dotati d'impianto irriguo a goccia, che permette un sostanziale miglioramento ambientale con risparmio idrico superiore al 25%. E' stato realizzato un vivaio esposizione, denominato, Pistoia Nursery Park, in cui vivaio sono raccolte circa 1.500 piante. Fonte: fai.informazione.it ■

Attualità

Confagricoltura, investire nel verde pubblico conviene Una politica di public spending sul fronte del verde pubblico. E’ questa la proposta degli imprenditori vivaistici di Confagricoltura per un rilancio dell’economia che apra le porte ad una ripresa dei consumi delle famiglie. Ad esporla al sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe Castiglione, è stato lo stesso presidente della Federazione di prodotto florovivaistica Francesco Mati, nel corso del question time organizzato nella sede della Confederazione, a cui hanno partecipato numerosi imprenditori del settore. Hanno preso parte all’incontro, Francesco Ferrini, dell’Università di Firenze; Anna Letizia Monti, presidente dell’Associazione italiana di Architettura del Paesaggio, Massimiliano Atelli, capo della segreteria tecnica del ministero dell’Ambiente e Alberto Manzo dell’ufficio Ex PQA II – Sviluppo imprese e cooperazione del Mipaaf. Il verde pubblico è un investimento e non una spesa: ogni dieci euro investiti l’amministrazione ne guadagna circa uno e mezzo l’anno. Lo dimostrano i dati del Centro Studi di Confagricoltura. Oggi il verde urbano nazionale “conta” per poco più di 106 mq pro capite in media. Se solo si riuscisse ad incrementare dell’1 per cento questa dotazione, si aggiungerebbero circa 64 milioni di mq di verde gestito dagli enti pubblici a disposizione dei cittadini. Ipotizzando un costo di gestione medio pari a 1,5 euro/mq, questo investimento aggiuntivo si tradurrebbe in 95 milioni di euro, che corrisponde a oltre il 2% del valore della produzione florovivaistica nazionale. Praticamente si potrebbe più che compensare il calo del valore della produzione registrato nel 2012. Senza considerare che un investimento in verde pubblico comporta una serie di vantaggi non solo di tipo economico (aumento della manodopera del settore, oggi pari al 10% del totale di quella agricola, e di quella dell’indotto, incremento del turismo), ma anche e soprattutto di tipo ambientale quale: tutela del territorio, salute pubblica, risparmio energetico, miglioramento del clima, del benessere e della qualità della vita dei cittadini. Su questi temi Confagricoltura ha annunciato la realizzazione di un “Vertice nazionale sul vivaismo italiano” da tenersi nei primi mesi del 2014, per mettere a sistema il patrimonio di conoscenze e gli strumenti di tutti i partecipanti, con l’obiettivo di trovare le migliori soluzioni per lo sviluppo economico e ambientale del comparto, e quindi del Paese, e sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sulla necessità di operare scelte rapide ed effettuare investimenti. Fonte: www.agenparl.it ■ Pag. 3 • Lineaverde Gen/Feb 2014


Lineaverde News Arboricoltura

Che succederà alle piante con il cambiamento climatico? Sul sito dell’Accademia dei Georgofili (www.georgofili.info) segnaliamo un articolo di notevole interesse di Francesco Ferrini “Che succederà alle piante con il cambiamento climatico?” L'articolo riassume in modo sommario i risultati delle più recenti ricerche su un tema di fondamentale per vivaisti e paesaggisti: come e quanto il riscaldamento globale del pianeta influenzerà i tempi e la profondità di dormienza invernale e di conseguenza il risveglio primaverile negli alberi e come questo fenomeno potrebbe variare tra le specie ed ecotipi. Nella sostanza Ferrini - professore ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all'Università degli studi di Firenze - sottolinea come sia urgente avviare sperimentazioni approfondite pluriennali sulle diverse specie per verificare le conseguenze di questo fenomeno che certamente avrà effetti importanti sugli alberi. ■

Riconoscimenti

Gianfranco Giustina premiato dalla Royal Horticultural Society La comunicazione della Royal Horticultural Society, a firma del suo presidente sir Nicholas Bacon, è giunta a Palazzo Borromeo sull’Isola Bella. E ha, ovviamente, fatto piacere innanzitutto al mastro giardiniere di Casa Borromeo, Gianfranco Giustina, appunto, che dal 2006 è diventato ufficialmente curatore dei giardini Borromeo. Ma anche ai Principi che gli hanno affidato da anni la direzione tecnica dei loro magnifici giardini sull’Isola Bella e sull’Isola Madre. Il 10 aprile, alle 15,30, a Londra nella Lindley Hall, sede della RHS Awards Ceremony, Gianfranco Giustina sarà insignito della RHS Veitch Memorial Medal che, annualmente, viene assegnata alla persona che ha contributo maggiormente, nel mondo, ai progressi delle conoscenze scientifiche in orticoltura, anzi più esattamente all’“Avanzamento dell’arte,

della scienza o della pratica dell’orticoltura”. Va detto che la traduzione di Horticultural in “orticoltura” è limitativa. Nel linguaggio del settore non si fa riferimento all’orto ma più estesamente al giardinaggio. Nel novero dei Premi del settore al mondo i RHS Awards sono considerati equivalenti ai Nobel che si assegnano per altre discipline. Va anche notato come raramente uno di questi riconoscimenti sia stato assegnato ad un italiano. Particolarmente interessante il percorso di nomina, molto simile a quello che porta all’assegnazione dei Premi Oscar. Ogni anno, i membri della Royal Horticultural society procedono a formulare le loro nominations. I candidati che hanno ottenuto più segnalazioni entrano nella fase finale e da questa ulteriore, durissima selezione esce il nome del vincitore. ■

Mercati

Meno prodotti fitosanitari nei campi italiani Nel 2012, la quantità dei prodotti fitosanitari distribuiti per essere utilizzati nella protezione delle coltivazioni agricole risulta complessivamente in calo del 5,7% rispetto all'anno precedente. Rispetto al 2002, la diminuzione è del 19,8%. Un moderato incremento riguarda soltanto i prodotti erbicidi (+0,6%), mentre il calo più consistente è registrato dai prodotti vari (-10,1%), seguiti dai fungicidi (-7,9%) e dagli insetticidi (-2,5%). Diminuisce del 12,5% la quantità di principi attivi contenuti nei preparati distribuiti per uso agricolo; tali preparati sono rappresentati per il 59,7% dai fungicidi, per il 10,8% dagli insetticidi e dagli acaricidi, per il 13% dagli erbicidi, per il 16% dai vari e per lo 0,5% dai biologici. La contrazione dei principi attivi, insieme con quella dei formulati che li contengono, determina anche una riduzione nella concentrazione delle sostanze attive contenute nei prodotti fitosanitari, che, rispetto al 2011, scende dal 49,6 al 46,1%. ■ Pag. 4 • Lineaverde Gen/Feb 2014


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Lineaverde News Giardini

A Roma il giardino degli alberi monumentali Nel settembre scorso è stato inaugurato a Roma - a Villa dei Quintili, ingresso da via Appia Nuova n. 1092 - il Giardino dei Patriarchi dell’Unità d’Italia. Si tratta di un giardino davvero speciale, dove sono stati messi a dimora i “gemelli” degli alberi monumentali più significativi di tutte le regioni d’Italia. Venti Patriarchi, uno per regione o provincia autonoma: la Liguria dal millenario olivo di Sanremo, per secoli faro naturale dei naviganti che si avvicinavano alla costa; la Sardegna dall’olivo di Luras, il più antico d’Europa, vecchio 3.800 anni e dalla circonferenza ampia ben 13 metri; la Val d’Aosta dal pero Brusson; il Piemonte dal melo Pum dal Bambin; il Trentino dal melo di Fondo; la Toscana dal corniolo di Montilieri; il Lazio dal melograno di San Giovanni in Laterano, e così via. Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione fra la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, Arpa Emilia-Romagna, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ispra, il Comitato per la Bellezza e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna. Il progetto ha ricevuto l’adesione del Presidente della Repubblica. www.beniculturali.it ■

Mostre e convegni

Formazione

48ª mostra della camelia di Verbania e Cannero Riviera

Andata in onda la prima sessione della iTurf Webinar Academy

Il Lago Maggiore con le sue atmosfere suggestive ed i suoi incantevoli scorci dedica un weekend alla sua Regina: la camelia. Il 29 e 30 marzo Verbania Pallanza e Cannero Riviera ospitano la 48ª edizione della mostra della camelia promossa dal Consorzio Fiori Tipici del Lago Maggiore. Due esposizioni e tante iniziative collaterali per far conoscere una pianta che sul Lago Maggiore viene coltivata in 5 milioni di esemplari da oltre un centinaio di aziende floricole e che, negli anni, ha ampliato la sua gamma di varietà grazie al lavoro di ricerca di esperti botanici, sapienti vivaisti e appassionati collezionisti come l’industriale lombardo Antonio Sevesi che fondò nel 1965 a Cannero Riviera la Società Italiana della Camelia, tuttora attiva. Sabato mattina a Villa Giulia è in programma il terzo meeting relativo alla camelia nell’ambito del progetto ForESTFlowers, il quale mira a stabilire un collegamento tra centri di ricerca europei e orientali (Italia, Belgio, Francia, Giappone e Cina) per approfondire la ricerca su quattro specie ornamentali di origine asiatica: azalea, camelia, ortensia e peonia. Il programma di scambi di personale, previsto dal progetto, è volto allo sviluppo e all'applicazione di metodi di caratterizzazione di risorse genetiche vegetali d'interesse per il breeding. Il progetto è finanziato da Unione Europea nell'ambito del Programma internazionale di scambio Marie Curie per il personale di ricerca (IRSE S-FP7). Info: www.camelieinmostra.it ■ Pag. 6 • Lineaverde Gen/Feb 2014

Il 28 gennaio è “andata in onda” la prima sessione della iTurf Webinar Academy, il primo modello in Italia di conferenze web nel mercato del tappeto erboso. Oltre 200 partecipanti hanno seguito la lezione “Le specie da tappeto erboso” tenuta dal Dr. Nicola Grossi dell’Università di Pisa che dal 1994 si occupa di ricerca sui tappeti erbosi. Al suo attivo più di 80 pubblicazioni scientifiche e la collaborazione con la Texas A&M University (USA), condotto dal prof. James B. Beard. Grazie alla modalità “webinar” ciascuno ha potuto seguire la lezione dal proprio computer, tablet o smartphone senza spostarsi, senza tempi morti e in modo gratuito. Si tratta di un servizio che mira ad innalzare le competenze in un modo veloce, pratico, moderno ed efficiente. Il corso consiste di 8 lezioni. A chi è incluso nel database di Everris l’invito arriverà automaticamente, in caso contrario è sufficiente inviare una mail a info.italia@everris.com. Per info www.everris.it ■


Attualità

Collegato Agricoltura più competitività e meno burocrazia per il settore Con il Collegato Agricoltura alla Legge di Stabilità approvato in Consiglio dei Ministri approvato il 31 gennaio 2014 sono state adottate una serie di misure per dare più competitività al settore agricolo. Tra queste ricordiamo le più significative. Sul fronte della semplificazione si interviene sui controlli, attraverso un rafforzamento del coordinamento delle attività degli organi di vigilanza, il divieto della duplicazione degli accertamenti e l’interscambio di dati informatici tra gli organi stessi. Grazie alle norme del collegato sarà possibile aprire un’attività agricola in tempi più rapidi, considerato che il termine per il silenzio assenso per i procedimenti amministrativi è stato tagliato di due terzi, passando da 180 a 60 giorni, con una piccola rivoluzione per le start-up agricole. Per il ricambio generazionale e l’imprenditoria giovanile si completa l’intervento iniziato con il decreto “Destinazione Italia” di dicembre 2013. L’obiettivo è sostenere le piccole e micro imprese condotte da under 40 attraverso mutui agevolati che consentano investimenti nella produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, alleviando i problemi di accesso al credito. In linea con gli obiettivi di razionalizzazione della spesa pubblica e di spending review, si prevede una delega al Governo per la riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Il riordino risponderà a criteri di efficienza, di valorizzazione delle professionalità e prevede la destinazione del 50% dei risparmi di spesa generati per il finanziamento di politiche a favore del settore agroalimentare. In particolare si prevede la riorganizzazione dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), anche attraverso possibilità di concentrare delle attività sul Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; la razionalizzazione del Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura (CRA), che assorbirà anche le funzioni dell’Istituto nazionale di economia agraria (INEA) che viene soppresso; il potenziamento dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, ISMEA, al quale vengono demandate le funzioni di ISA s.p.a, che viene soppressa. ■


Lineaverde News Ricorrenza

Venticinquesimo anniversario Camaflor Il venticinquesimo anniversario Camaflor è stato festeggiato nel polo commerciale Baricentro, sede storica dell’azienda, che ha anche una seconda sede a Ruvo di Puglia. Innovazione, ricerca e proposte professionali hanno caratterizzato l’azienda nel corso di questi 25 anni. L’amministratrice dell’azienda, Teresa Stragapede, ha ringraziato tutti i partecipanti, per la fiducia accordata, ma principalmente per il rapporto umano instaurato negli anni. Ha evidenziato che la missione aziendale ha avuto come obiettivo non solo l’aspetto commerciale, ma anche, e soprattutto, quello professionale; negli anni unitamente alle innovative proposte di prodotti di qualità, diversi professionisti si sono avvicendati per dare valide indicazioni sui trend da seguire. Anche in occasione di questo evento è stata realizzata dal noto designer Fabio Vecchiato un’idea originale di tavola natalizia, predisposta per 25 commensali ognuno dei quali rappresentava un anno di attività. Lucrezia Pagano, responsabile commerciale dell’azienda, ha invitato tutti a guardare con ottimismo quello che sarà il prossimo futuro, ha incitato i presenti a non cadere nella trappola della sfiducia, ma al contrario, pensare e agire con determinazione e positività nell’affrontare gli impegni futuri. Solo credendoci si può superare questo momento di criticità e sperare in una ripresa che alla fine, certamente arriverà. Ha ringraziato i collaboratori per lo spirito di determinazione nel perseguire gli obiettivi assegnati; in questo particolare momento il “gioco di squadra” fa sicuramente la differenza. Cosimo Pagano, ideatore del gruppo Camaflor, ha ringraziato tutti i presenti e dopo un breve filmato, che in pochi minuti ha attraversato i momenti più importanti della società dalle varie opere realizzate ai diversi riconoscimenti ricevuti, ha tracciato quelli che saranno i futuri programmi. Ha fatto presente che la direzione dell’azienda sarà tutta al femminile, alla moglie Teresa si affiancheranno le figlie Lucrezia e Francesca che prenderanno la guida della società, mentre lui si dedicherà ai prossimi progetti della Pagano Fiori di cui è amministratore. ■

Formazione

Leggi e normative

La prima scuola di alta formazione targata Vannucci

Regolamento UE 212/2013: le applicazioni sulle aromatiche

Sorgerà a Pistoia la prima scuola di alta formazione per il vivaismo. Un vero campus sul modello anglosassone, che richiamerà giovani da tutta Europa. Si tratta del Pistoia Nursery Campus, che sarà realizzato dalla Vannucci Piante, azienda leader del settore a livello europeo. Il progetto è stato illustrato il 16 dicembre dal titolare dell'azienda, Vannino Vannucci, che è anche presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia. La struttura, pronta alla fine del 2014, è costituita da una foresteria per i corsisti, che arriveranno anche dall'estero, da un'area ristorativa, una biblioteca dedicata al settore, un'area multimediale e molti spazi esterni in cui poter affrontare in modo pratico gli argomenti trattati: tecniche e tecnologie innovative nel vivaismo, ricerca sperimentale, management e cultura d'impresa, ottimizzazione delle risorse naturali, architettura del paesaggio e relazioni tra ambiente e impresa. Fonte: www.lanazione.it ■ Pag. 8 • Lineaverde Gen/Feb 2014

E’ stato approvato il Regolamento (Ue) n. 212/2013 della Commissione dell'11 marzo 2013 che modifica la direttiva 91/414/CEE del Consiglio, in particolare l’articolo 4, riguardante i livelli massimi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale. Il regolamento riguarda molte specie orticole e destinate a produrre mangimi animali, ma non solo, tra le specie citate, infatti, compaiono anche le piante aromatiche e petali di fiori usati nell’industria alimentare. Il testo completo è disponibile al seguente link: http://eurlex.europa.eu ■


Formazione

Open days della Formazione e della Consulenza al Vivaio Mati A Pistoia, presso il Vivaio Mati 1909, via Bonellina 49, il 7 e 8 marzo si svolgeranno gli open days della formazione e della consulenza. Obiettivo delle due giornate è di fornire a professionisti della progettazione e ad imprenditori della recettività e del benessere, spunti e contenuti che legano il mondo del verde, della progettazione, della gestione, del marketing e della comunicazione. Durante le due giornate saranno presentati contenuti e strumenti derivanti dall'esperienza dei relatori, inoltre in concomitanza sarà possibile avere un confronto diretto sugli argomenti trattati con aziende e professionisti con i quali riservare un appuntamento mirato e gratuito. A corredo dell’evento, saranno allestiti alcuni salottini gestiti da professionisti e aziende che permetteranno a tutti gli interessati di approfondire gli argomenti trattati così come di riservare un appuntamento durante il quale confrontarsi con chi agisce in questo ambito in forma incisiva e significativa, con la massima qualità e professionalità. Indicando via mail l'argomento intorno al quale verte la richiesta, si avrà infatti la possibilità di fissare, in occasione degli open days, un incontro – gratuito dedicato e personalizzato. La partecipazione è totalmente gratuita e soggetta alla disponibilità di posti all’interno della sala convegni. Per informazioni: Mati 1909 tel. 0573.380051, referente Lucrezia Mati cel. 366.6657487 mail commerciale@piantemati.com ■

Leggi e normative

Slitta di una anno il termine per la revisione delle macchine agricole Con il decreto legge di fine anno, detto anche Milleproroghe, è stato posticipato di un anno il termine per l’obbligo della revisione delle macchine agricole. In particolare la modifica inserita nel decreto prevede il differimento del termine per l’emanazione del decreto con cui disporre la revisione dal 28 febbraio 2013 al 30 giugno 2014 (differimento di 6 mesi) e del termine di avvio del processo di revisione dal 1 gennaio 2014 al 1 gennaio 2015 (differimento di 12 mesi). Il provvedimento si riferisce a tutte le attrezzature di lavoro, utilizzate dai lavoratori del settore agricolo (ad esempio carrelli, ecc.) non solo ai trattori agricoli e forestali. ■


Lineaverde News Pubblicazioni

Vivaismo sostenibile: manuale gratuito in pdf sul sito CE.SPE.VI. CE.SPE.VI. di Pistoia ha realizzato, all'interno del progetto "VIS vivaismo sostenibile", un completo manuale che raccoglie una serie di esperienze sul campo e fornisce utili indicazioni per un processo produttivo vivaistico maggiormente compatibile con l’ambiente. Il contenimento del consumo delle risorse, attraverso l’introduzione di sensori e software dedicati, e il reimpiego dei prodotti di scarto, i cosiddetti scarti verdi, rappresentano due dei principali temi affrontati nel corso delle ricerche e per i quali si è giunti a proporre soluzioni alternative ed efficaci. Il progetto ha affrontato anche nuovi approcci a metodologie di diserbo sempre meno dipendente dai mezzi chimici di sintesi e ad analisi dei processi produttivi tipici del vivaismo toscano con l’applicazione della metodologia LCA (Life Cycle Assessment), utile strumento per la valutazione degli impatti ambientali nei percorsi di certificazione ambientale. E' possibile scaricarlo gratuitamente al seguente link: http://cespevi.it/vis/Manuale_VIS.pdf ■

Attualità

“La floricoltura è allo stremo”. Appello della Cia Abbattere realmente l’accisa sul gasolio agricolo, costituire un sistema unico dei mercati dei fiori della Toscana, dare nuovo impulso al distretto floricolo. Cia Versilia traccia un bilancio a fine 2013, tornano a fare quadrato sulle criticità ormai croniche del settore floricolo. Il cosiddetto “decreto del fare” approvato in estate dal governo Letta andrebbe infatti incontro ai floricoltori permettendo di spendere per l’accisa 25 € anziché 88 ogni 1.000 litri di gasolio acquistato. Ferma al palo anche la costituzione di un sistema unico dei mercati floricoli toscani gestiti sulla base di un regolamento comune, così come ipotizzato e condiviso da tutti già a partire dal convegno organizzato a Lucca nel 2008 dalla Regione Toscana: “A distanza di cinque anni niente si è mosso, con il risultato che, nell’incertezza del futuro, le attuali strutture di mercato di Viareggio e Pescia non sono state oggetto neppure di ordinaria manutenzione, costringendo gli operatori a lavorare in condizioni indecorose” spiegano i responsabili Cia. Ed inoltre servono un nuovo piano floricolo nazionale, un piano di sviluppo rurale che per la programmazione che partirà nel 2014 preveda misure specifiche per il florovivaismo, la promozione di una nuova cultura del verde per la salute dei cittadini nei centri urbani. Fonte: www.versiliatoday.it ■ Pag. 10 • Lineaverde Gen/Feb 2014


Convegni

A Torino il convegno nazionale “associazionismo florovivaistico italiano: chi fa cosa?” Per la prima volta una giornata di confronto tra le Associazioni, i Consorzi di produttori e le Istituzioni all’appuntamento del 18 febbraio a Torino, presso la sede As.Pro.Flor-Associazione Nazionale Produttori Florovivaisti, in cui si sono riuniti più di 100 floricoltori da tutta Italia, incentrato sul tema del mercato del florovivaismo che sfida la congiuntura e si interroga sulle prospettive per il 2014. Una giornata nel segno del dibattito aperto e del confronto tra le diverse realtà che operano nel settore e che si sono trovate per la prima volta allo stesso tavolo, a tracciare le linee guida di una strategia comune. Obiettivo: vincere la crisi, insieme, attraverso nuove sinergie e una più incisiva azione collettiva. Per i partecipanti al convegno si è trattato di un’importante opportunità di condivisione e di approfondimento delle strategie, delle conoscenze normative e delle prospettive per il nuovo anno e occasione per lo scambio di opinioni e la condivisione di esperienze relative all’ottimizzazione dei costi, sia a livello associativo che aziendale. Si è tenuta il 18 febbraio a Torino, nella sede nazionale As.Pro.Flor, la prima giornata di confronto tra le Associazioni, i Consorzi di produttori e le Istituzioni dedicata al mercato del florovivaismo, alle nuove sfide imposte dalla congiuntura e alle prospettive per il 2014. "Parlare di florovivaismo in questi mesi - spiega Renzo Marconi, Presidente AsProFlor - significa anticipare cenni di ripresa economica, individuando nel turismo verde una forma di attrattiva per l'intera nostra penisola". ■


Lineaverde News Pubblicazioni

Un’opera di interesse scientifico internazionale per la Giorgio Tesi Editrice E’ stato tradotto in sei lingue e ancor prima della sua presentazione ufficiale vanta già decine di prenotazioni da ogni parte del mondo. Monografia sul Genere Cornus di André Gayraud è la prima opera di risonanza internazionale edita dalla Giorgio Tesi Editrice, società che fa parte della Giorgio Tesi Group. André Gayraud, paesaggista francese, è uno dei massimi esperti di botanica e di giardinaggio. Figlio d’arte (per la precisione, figlio, nipote e bisnipote di una famiglia di professionisti del giardinaggio), si occupa di botanica sin dalla più giovane età. Nel suo vivaio di 12 ettari, tra alberi e arbusti, non manca una grande collezione di Cornus, pianta che adora e che lo ha sempre affascinato per la sua bellezza e per le sue numerose varietà. E’ inoltre il primo professionista ad aver introdotto in Francia i Cornus della Rutgers University, le English Roses di David Austin, gli Alberi Rari, gli antichi Alberi da Frutta, la potatura a nuvola dei grandi vegetali. Con quest’opera Gayraud raccoglie per la prima volta tutte le 620 varietà di questa pianta meravigliosa e include tutte le specie, le varietà, gli ibridi e i cultivar presenti nei 5 continenti. La monografia contiene i lavori dei massimi esperti a livello internazionale del Cornus: il dottor Elwin Orton e il Prof. Molnar dell’università del New Jersey (USA), e la professoressa Klymenko dell’Accademia delle Scienze di Kiev, Ucraina. Nella redazione dell’opera, l’autore si è avvalso dell’aiuto della botanicaAnnie Claude Bolomier. Per l’acquisto del libro: Giorgio Tesi Editrice 0573 530051 marketing@giorgiotesigroup.it contatti@giorgiotesigroup.it ■

Eventi

Mostre mercato

In aprile dal quartiere Isola a Milano parte la “green line” di Landscaping

Franciacorta in Fiore 2014 punta su un concorso per paesaggisti di alto livello

Grazie a una fattiva collaborazione con le istituzioni olandesi, consolato e ambasciata, la nuova edizione di “Green Island 2014 ‘Landscaping. Dutch Design for a new city garden’’, propone un programma molto articolato che sarà realizzato dall’8 al 13 aprile 2014, in concomitanza con la settimana del design. Partirà dall’Isola, quartiere storico, che ora occupa un posto centrale nella nuova trasformazione urbana, per poi espandersi alla conquista di tutta la città attraverso un percorso tutt’altro che casuale. L’iniziativa ‘Landscaping’ è ideata da Claudia Zanfi, direttrice di Green Island, programma internazionale impegnato da oltre un decennio in attività che l’hanno portato, tra le altre cose, a creare un Green network al quale hanno aderito oltre 100 realtà tra istituzioni pubbliche e private, promuovere l’apertura serale di studi, laboratori e gallerie, realizzare un progetto di riqualificazione territoriale e un altro, pionieristico, di riflessione sui temi della sostenibilità, ecologia e del riciclo. Il programma dettagliato su www.amaze.it. ■

La sedicesima edizione di Franciacorta in Fiore si terrà nel weekend dal 16 al 18 maggio 2014 a Bornato, frazione del comune di Cazzago San Martino della provincia di Brescia. La nuova filosofia della manifestazione prevederà la riproposizione accresciuta nella qualità del concorso dei paesaggisti del verde: la ricerca di soluzioni nuove e competitive a livello di pensiero, stile e soprattutto ambiente costituirà il futuro della rassegna, il vero passaporto verso i grandi festival europei di garden design. A tale scopo, i partecipanti al concorso saranno selezionati esclusivamente tra le figure professionali più competenti e abilitate. Tema dominante di Franciacorta in Fiore 2014 sarà la promozione della cultura del verde, intesa come fattore di benessere domestico e come elemento di qualità del paesaggio, attraverso un’attenta selezione degli espositori presenti in fiera e la valutazione della qualità degli allestimenti. L’evento sarà arricchito da convegni, seminari e workshop tecnico-creativi. www.franciacortainfiore.it ■

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Ricerca

Scoperti i legami tra condizioni ambientali e metabolismo delle piante Una ricerca della Scuola superiore di Sant'Anna mette in luce il legame tra sistema ormonale delle piante e condizioni ambientali. In base al livello di zuccheri di cui le piante dispongono durante la notte, esse 'decidono' come produrre gli ormoni per crescere il giorno dopo: questo meccanismo influenzato dalle condizioni ambientali in cui la pianta si trova è stato messo in luce di recente da una scoperta del PlantLab dell’Istituto di scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il processo di crescita delle piante dipende strettamente da condizioni ambientali favorevoli: è la fotosintesi a fornire gli elementi necessari a garantire la crescita, ma la fotosintesi richiede ottimali condizioni di illuminazione. Piante cresciute in ambienti scarsamente illuminati cresceranno meno di piante cresciute in ambienti ottimali. La ricerca tuttavia evidenzia il legame tra il sistema ormonale delle piante e i processi di accrescimento dipendenti dagli zuccheri prodotti dalla fotosintesi. In pratica, se la fotosintesi è stata scarsa di giorno, durante la notte successiva la pianta soffre di carenza di zuccheri. Ciò fa sì che il livello ormonale dei giorni successivi sia ridotto, per rallentare la crescita e renderla compatibile con il minor livello di zuccheri disponibile. I risultati della ricerca, condotta tra gli altri da Eleonora Paparelli con il coordinamento di Pierdomenico Perata, sono pubblicati sull’ultimo numero della prestigiosa rivista di biologia vegetale, "The Plant Cell". Le prove raccolte dimostrano la stretta relazione tra metabolismo ormonale, segnali ambientali e produzione di biomassa, evidenziando come variazioni climatiche possono portare ad una riconfigurazione dei processi di accrescimento con conseguenze sulla produttività delle piante in agricoltura. ■


Lineaverde News Attualità

Mipaaf: un solo ministero per agricoltura, ambiente e paesaggio? «Serve una vera riorganizzazione del Ministero delle Politiche Agricole, che comprenda non solo l’agricoltura, ma anche l’ambiente, il paesaggio e la tutela del territorio. Serve un unico Ministero, così come in gran parte dei casi avviene nel resto d’Europa». Lo sottolinea Andrea Sisti, presidente del Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali. «Un accorpamento quanto mai opportuno, anche in una logica di rilancio economico e sociale del nostro Paese. Non possiamo più permetterci, infatti, di tenere distanti e slegati l’ambiente con il paesaggio, il territorio con l’agroaolimentare: questa è una direzione obbligata che dobbiamo percorrere per avere un settore primario competitivo nei mercati internazionali. Bisogna riprogrammare le strategie evitando talvolta anche conflitti di attribuzione di competenze o comunque visioni contrastanti che non tendono a risolvere e a dare soluzioni alle problematiche esistenti. E’ per questo che riteniamo strategico, per una crescita competitiva del Paese, legata all'identità dei paesaggi e dei territori e delle relative produzioni, la formazione di un ministero dove si possano organicamente organizzare le competenze dell’ambiente, del paesaggio e dell’agroalimentare. Sarebbe quindi auspicabile avere un Ministero delle politiche agroalimentari, ambientali e paesaggistiche». ■

Formazione

Workshop sul sistema albero “Il sistema albero” un nuovo approccio alla biologia e alla cura degli alberi ornamentali” – XII edizione, è questo il titolo del seminario-workshop che la FitoConsult di Varese ha organizzato da martedì 10 a venerdì 13 giugno p.v. che si terrà presso il complesso “La casa del sole” a Barasso (Va). “Solo chi tocca gli alberi e ne conosce la biologia e l’anatomia, può prendersene cura in modo professionale e appropriato”: questa frase di Alex Shigo racchiude la filosofia e gli scopi del seminario. Ideatore e conduttore del corso sarà il dott. Daniele Zanzi, agronomo, esperto in arboricoltura ornamentale, pioniere dell’arboricoltura moderna – settore nel quale opera da più di 30 anni ottenendo i migliori riconoscimenti internazionali. Il corso è rivolto a tecnici del settore, amministratori, studenti, appassionati e cultori della materia, che saranno coinvolti in lezioni tecniche ma soprattutto in attività pratiche, volte alla cura degli alberi ornamentali. La partecipazione al seminario dà diritto a dottori agronomi e dottori forestali a CF. I corsisti si cimenteranno in valutazioni di campo, dissezioni da loro stessi realizzate, analisi microscopiche, “toccando” letteralmente con mano gli alberi, analizzando ogni parte anatomica delle piante per capirne, discutendone, le funzioni e la fisiologia. Alcune di queste osservazioni saranno svolte presso il Laboratorio del Dipartimento di Biologia dell’Università Insubria a Varese che riconosce la validità e l’elevato profilo dell’iniziativa didattica. Scopo del corso è quello di introdurre nuovi concetti sulla biologia degli alberi, e discuterne le implicazioni nelle tecniche arboricole, nonché sfatare inesattezze che ancora oggi condizionano l’arboricoltura urbana. Il programma, diviso in quattro giornate, prevede discussioni su varie tematiche: anatomia applicata agli alberi, differenze anatomiche e fisiologiche del legno, meccanismi difensivi Codit, fisiologia vegetale, aspetti anatomici e fisiologici con collegamenti a risultati pratici, associati del legno: microrganismi e micorrize. La parte pratica prevede esecuzione di dissezioni, escursioni con raccolta di materiali, visite a vivai. È prevista anche una visita ad un parco urbano durante la quale verranno valutati alcuni elementi del patrimonio arboreo della Città Giardino. Verrà rilasciato attestato di partecipazione. Sono riconosciuti CF per Dott. Agronomi e Forestali. Scadenza iscrizioni 24 maggio p.v. Programma del workshop, modulo di prenotazione e dettagli sul corso su www.fito-consult.it oppure 0332/241316, monica.castiglioni@fito-consult.it ■

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Lineaverde News iBooks

Linneus il primo libro interattivo a fumetti sulla cultura del verde nasce a Pistoia Il 10 gennaio è una data simbolica, è stato infatti pubblicato il libro interattivo (o iBook come viene definito) a fumetti "Linneus ed i segreti di piante e giardini" su Apple Store. Il personaggio Linneus, ideato da Francesco Mati e disegnato da Giovanni Ballati, nasce tre anni fa come idea per diffondere la cultura del verde a piccoli e grandi, in un mondo che legge sempre meno e guarda di più a strumenti digitali, entrati ormai nel quotidiano. Il personaggio illustra il mondo delle piante e dei giardini con parole semplici, disegni colorati e fotografie. Grazie ai moderni mezzi di sviluppo ecco che di supporto al fumetto è possibile aggiungere immagini di piante e fiori con informazioni, un glossario per le parole più difficili, un test riepilogativo, alcune immagini interattive ed infine un fiaba. Linneus è una guida alla scoperta di cosa sono le piante, non senza qualche sorpresa, come si nutrono e come si curano. Nel fumetto si spiega cosa sono i giardini, quali attenzioni dobbiamo avere per la loro realizzazione e manutenzione ed infine quali sono le regole da seguire per avere piante e giardini di qualità. Il libro è stato realizzato da Francesco Mati utilizzando disegni di Giovanni Ballati con il prezioso aiuto di Anna Mati che ha curato i testi e la post produzione. Al momento il fumetto è in vendita su iBook ed Apple store per ipad e mac. In sintesi: per lettori dai 12 ai 99 anni, 5 fumetti, 5 sezioni fotografiche di piante, 3 immagini interattive, un facile test, una fiaba, 148 pagine. https://itunes.apple.com ■

Formazione

Nasce il Centro studi CONAF

SANDRO BRUSCHI GREEN DESIGN

Via Nuova di Castellare, 22 - 51100 Bottegone (Pistoia) Italy ph. +39 0573 946400 / +39 0573 545829 - fax +39 0573 545504 info@vivaisandrobruschi.it - www.vivaisandrobruschi.it

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Ottimizzare le conoscenze e rafforzare la figura professionale del dottore agronomo e dottore forestale. Con questi obiettivi nasce il Centro studi CONAF presentato in occasione dell’Assemblea dei presidenti degli Ordini provinciali. Il Centro Studi è un organo del Consiglio nazionale con finalità di ricerca, analisi, confronto delle tematiche inerenti la professione, compresi gli aspetti sociali, economici e culturali. Oltre al coordinatore Giancarlo Quaglia, dottore forestale e consigliere nazionale per il periodo 2008-2013 è previsto un Comitato tecnico scientifico, il Servizio legislativo, consulenti CONAF, ma soprattutto borsisti e collaboratori del progetto. Essendo una struttura di appoggio al CONAF, verranno coinvolti tutti i dipartimenti e le federazioni regionali; si articolerà in quattro macroaree di studio e approfondimento: Professione (per definire gli ambiti operativi della professione di dottore agronomo e dottore forestale e tutelarla); Università (per armonizzare i percorsi di accesso alla professione); Ordine (per inquadrare la funzione ordinistica e migliorare il coordinamento della struttura); Immagine (per migliorare la percezione della professione nella società). ■


C AMPAGNA A BBONAMENTI 2013 Mostre mercato

A Coniolo le più belle rose del mondo Coniolo fiori torna, con la quattordicesima edizione della manifestazione il 17 e 18 maggio a Coniolo (AL), nelle splendide colline del Monferrato. A decorare tutto il paese sarà la mostra mercato florovivaistica con tantissimi esemplari di rose, fiori, piante e arbusti sempreverdi e caducifoglie che verranno esibiti in tutta la loro bellezza. Alcuni rivenditori esporranno anche attrezzature ed arredi giardino. Novità dell’anno sarà l’oggetto d’epoca che farà bella mostra di sé in ogni aiuola. I florovivaisti creeranno una dimensione fiorita che metterà in risalto la rosa in tutte le sue varietà e categorie. Questi colorati e profumati arbusti, parteciperanno ai concorsi “La rosa più bella”. II pubblico votando l’aiuola preferita, parteciperà al concorso Vota & Vinci una rosa. Tutti gli esemplari di piante ornamentali in genere parteciperanno inoltre al concorso come migliore piante sempreverdi, caducifoglie, conifere, da appartamento e di tipo mediterraneo. Il Circolo Ravasenga, noto per i suoi artisti, presenterà “I Colori di Maggio” con una esposizione –creazione pittorica che verrà allestita in piazza Carlo Alberto, cuore del Paese. La domenica mattina caccia al tesoro per i bambini e al pomeriggio si terranno tutte le premiazioni dei concorsi di Coniolo fiori 2014. Gli orari di apertura della manifestazione sono a orario continuato dalle ore 9 alle 20. Sabato mattina l’inaugurazione sarà alle ore 11 alla presenza di autorità e giornalisti. Per saperne di più: www.coniolofiori.com ■

Leggi e normative

Riserva del 20% dei terreni agricoli per affitto a under 40 “Favorire i giovani imprenditori nell’accesso alla terra è fondamentale per incentivare il loro ingresso nel mondo dell’agricoltura, facilitando così il ricambio generazionale che è una priorità per il comparto e per tutto il Paese. Ecco perché considero una buona notizia l’approvazione dell’emendamento che riserva il 20% dei terreni agricoli demaniali per l’affitto agli under 40”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, sull’emendamento alla Legge di Stabilità approvato in Commissione Bilancio della Camera, che interviene sulla normativa riguardante l’alienazione e la locazione dei terreni demaniali agricoli e a vocazione agricola, non utilizzabili per altre finalità istituzionali, di proprietà dello Stato, inserendo una riserva, dell’ordine del 20%, a favore della locazione dei terreni in questione da parte dei giovani imprenditori agricoli, che abbiano un’età compresa tra i 18 ed i 40 anni. www.politicheagricole.it ■

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Anoplophora chinensis e A. glabripennis: aggiornamenti normativi Dr. agr. Matteo Maspero Centro MiRT Fondazione Minoprio Dr. agr. Andrea Tantardini Laboratorio Fitopatologico Regione Lombardia

Aggiornamenti e riferimenti normativi relativi alle misure fitosanitarie adottate per contrastare l’introduzione e la diffusione di Anoplophora chinensis e A. glabripennis.

fitolab@regione.lombardia.it

Tutte le foto dell’articolo sono del dr. agr. Matteo Maspero

a globalizzazione dei mercati ha determinato lo sviluppo di una grande attività commerciale, con conseguente introduzione all'interno del territorio italiano e quindi comunitario di molte derrate e prodotti vegetali provenienti dai più svariati paesi del mondo.

L

Femmina adulta di A. chinensis su Platanus spp.

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Dal punto di vista della tutela fitosanitaria questa elevata attività commerciale ha determinato un aumento esponenziale del rischio di introdurre specie alloctone che, in ambienti nuovi e il più delle volte con scarsi competitori naturali, possono creare gravi problemi al sistema produttivo agricolo italiano e comunitario (dal 1945 ad oggi, solo per gli insetti, si calcola siano state introdotte più di 100 nuove specie). Anoplophora chinensis (Forster) nota con il nome comune di Citrus Longhorned Beetle (CLB) e Anoplophora glabripennis (Motschulsky) conosciuta anche come Asian Longhorned Beetle (ALB) sono insetti di origine asiatica di recente introduzione in Italia e in alcuni Paesi europei. Le due specie di coleotteri cerambicidi una volta arrivate nei nostri ambienti hanno la capacità di creare uno squilibrio a livello di ecosistema e un elevato danno economico. A. chinensis e A. glabripennis vengono comunemente indicate in Italia rispettivamente con il termine di “Tarlo asiatico delle radici” e “Tarlo asiatico del fusto”. Le due specie si sviluppano a spese del legno di numerose essen-


ze ornamentali, forestali, agrarie: tra le piante ospiti maggiormente suscettibili alle infestazioni di A. chinensis troviamo quelle appartenenti ai generi Acer, Alnus, Betula, Cornus, Corylus, ma è in grado di attaccare anche Cotoneaster, Crateaegus, Fagus, Lagerstroemia, Malus, Platanus, Populus, Pyrus, Rosa, Salix, Ulmus Prunus laurocerasus e Aesculus hippocastanum. Le piante ospiti di A. glabripennis appartengono principalmente ai generi Acer, Betula, Populus e Salix. Visto il gran numero di generi di piante suscettibili alle infestazioni e data la polifagia di A. chinensis e A. glabripennis, queste due specie parassite rappresentano una seria minaccia per i vivai, per le piante del verde urbano e per le coltivazioni di piante da frutto. Attualmente le due specie sono considerate a livello internazionale tra gli organismi nocivi più temuti; sicuramente hanno già guadagnato il primato mondiale per quantificazione economica del loro danno e per impegno finanziario messo in campo per contrastarne la diffusione sia nel nuovo che nel vecchio continente. Considerati i gravi danni economici che questi insetti possono causare, per la normativa fitosanitaria i due cerambicidi sono considerati organismi nocivi da quarantena. Per questi motivi sono state emanate normative comunitarie, recepite a livello nazionale, che prevedono misure di emergenza finalizzate ad impedire l’introduzione e/o la diffusione di Anoplophora spp. sul territorio comunitario. Il Tarlo asiatico delle radici ha fatto la sua comparsa in Lombardia nel 2000 mentre il tarlo asiatico del fusto è stato rinvenuto per la prima volta nel 2007. Oggi in Italia sono presenti focolai di A. chinensis in Lombardia e Lazio e di A. glabripennis in Lombardia, Veneto e Marche. Tutti i servizi fitosanitari regionali sono impegnati da anni in un costante monitoraggio del territorio per indi-

Foto 1: particolare della granulosità sull’elitra di A. chinensis.

viduare in modo tempestivo la presenza di eventuali nuovi focolai; solo una precoce individuazione - early detection - permette di attuare con successo programmi di eradicazione. Per il raggiungimento di questo obiettivo, molto efficaci risultano inoltre le campagne di comunicazione articolate nelle diverse regioni.

Ciclo biologico Gli adulti sfarfallano indicativamente dall’ultima decade di maggio sino a fine agosto. Appena fuoriusciti dalla pianta ospite si dirigono verso la chioma per alimentarsi a spese della corteccia dei giovani rametti. Dopo circa due settimane, una volta raggiunta la maturità sessuale, si accoppiano e le femmine iniziano ad ovideporre sotto la corteccia. I maschi sfarfallano generalmente per primi e hanno una vita più breve, di

Foto 2: particolare dell’elitra liscia di A. glabripennis.

circa 25 giorni. Le femmine hanno vita più lunga, oltre i 40 giorni e si possono rinvenire sino a fine estate. Ogni femmina è in grado di deporre un centinaio di uova incidendo con le mandibole la corteccia e inserendole singolarmente nella zona del cambio. Le larve scavano gallerie di alimentazione nel legno delle radici o del fusto. Le gallerie, inizialmente superficiali, in seguito si approfondiscono arrivando ad intaccare anche la zona degli organi legnosi. L’attività trofica viene interrotta nei mesi più freddi per riprendere la primavera successiva. Giunte a maturità le larve si spostano a ridosso della corteccia dove costruiscono una camera pupale. A questo punto la larva compie la metamorfosi, si trasforma in pupa e poi in adulto che fuoriesce dall’ospite attraverso un caratteristico foro perfettamente circolare.

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> SPECIALE FITOPATOLOGIA <

Foto 3: caratteristici fori di sfarfallamento alla base di una pianta colpita da A. chinensis.

Foto 4: fori di sfarfallamento sulle branche apicali di una pianta colpita da A. glabripennis.

Caratteristiche di Anoplophora chinensis e di Anoplophora glabripennis A. chinensis (CLB) e A. glabripennis (ALB) sono due specie di cerambicidi morfologicamente molto simili: entrambe presentano elitre di colore nero con macchie bianche di forma irregolare. La dimensione del corpo degli adulti varia tra 20 e 40 mm in lunghezza. È possibile distinguere le due specie per le caratteristiche della parte anteriore delle elitre: ricoperta da piccoli granuli in A. chinensis (foto 1) e liscia in A. glabripennis (foto 2). I due xilofagi sono originari di Cina e Korea; in Giappone è presente la forma malasiaca di A. chinensis. Le due specie si differenziano per il loro comportamento nella fase di ovideposizione: A. chinensis depone le uova nelle parti basali del tronco e le larve si sviluppano nella zona del colletto e nelle radici affioranti (foto 3). A. glabripennis depone invece nelle parti alte del tronco e sulle branche principali (foto 4). A. chinensis si diffonde attraverso il commercio internazionale di piante vive (foto 5) mentre A. glabripennis viaggia nascosta all’interno degli imballaggi in legno, casse e bancali (foto 6). Pag. 20 • Lineaverde Gen/Feb 2014

Foto 5: piccoli aceri innestati importati dall’oriente che rappresentano il potenziale vettore (pathway) di introduzione degli stadi preimmaginali (uova, larva e pupa) di A. chinensis. Foto 6: gli imballaggi in legno (Wood Packaging Material) rappresentano la principale via d’ingresso per le larve e le pupe di A. glabripennis.


Riconoscimento dell’infestazione: sintomi e danni di A. chinensis e A. glabripennis

Disposizioni per le aziende vivaistiche in merito ad A. chinensis

I sintomi attribuibili al Tarlo asiatico delle radici e del fusto sono costituiti da cumuli di rosura (foto 7). Ancor più evidenti e caratteristici sono i fori di sfarfallamento presenti alla base delle piante nel caso di infestazioni di A. chinensis e nella parte aerea, nel caso di A. glabripennis. Entrambe le specie, nella fase trofica degli adulti producono scortecciature sui giovani rametti. I danni maggiori sono tuttavia causati dalle larve che scavano nel legno lunghe gallerie di alimentazione. I fori di sfarfallamento e le gallerie possono fungere da vie d’ingresso per marciumi secondari con conseguente danno strutturale alla pianta (foto 8).

Le aziende vivaistiche che coltivano o commercializzano piante sensibili all'interno della zona delimitata sono oggetto degli specifici controlli da parte del Servizio Fitosanitario Regionale. La movimentazione delle piante ospiti di A. chinensis avviene con l’emissione del passaporto delle piante a condizione che: - il luogo di produzione deve avere una zona buffer di 1 km di raggio in cui non è presente nessuna pianta con sintomi di A. chinensis; - nessun sintomo nel luogo di produzione è stato rinvenuto nei due anni precedenti l’autorizzazione all’emissione del passaporto delle piante.

La legislazione fitosanitaria riguardante A. chinensis e A. glabripennis A. chinensis e A. glabripennis sono due specie da quarantena secondo la Direttiva 2000/29/CE “Misure di protezione contro l’introduzione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali e contro la loro diffusione nella Comunità” per le quali vige l’obbligo di mettere in atto tutte le misure necessarie all’eradicazione o al contenimento. In particolare per A. chinensis è stata emanata la Decisione di emergenza 2012/138/UE contro la sua introduzione e la diffusione. Tale Decisione europea è stata recepita a livello nazionale dal Decreto 12.10.2012 del Ministero delle Politiche agricole e Forestali “Misure d’emergenza per impedire l’introduzione e diffusione di A. chinensis (Forster) nel territorio della repubblica Italiana”.

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Foto 7: caratteristici cumuli di rosura e fori di sfarfallamento alla base di una pianta di acero colpita da A. chinensis.

Foto 8: particolare della sezione basale di una pianta seriamente compromessa dallo sviluppo di numerose larve di A. chinensis.

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> SPECIALE FITOPATOLOGIA <

Per A. glabripennis è in fase di scrittura una specifica Decisione di emergenza. In Lombardia, Veneto e Marche sono stati presi provvedimenti di lotta obbligatoria locale. Per quanto riguarda A. chinensis, la Decisione 2012/138/CE oltre ad individuare le piante ospiti, definisce le procedure per il controllo presso

i punti di ingresso comunitari per i vegetali e i prodotti vegetali provenienti da paesi terzi in cui è nota la presenza dell’insetto. Sono inoltre definiti i criteri per delimitare le aree in cui è presente l’insetto, le misure fitosanitarie per la lotta e le regole per la movimentazione delle piante ospiti prodotte

in aree con presenza del Tarlo asiatico delle radici. La Decisione 2013/92/EU, prevede misure specifiche per il controllo degli imballaggi in legno provenienti dalla Cina al fine di ridurre i rischi di introduzione nel territorio comunitario di A. glabripennis. ■

Le misure di lotta obbligatoria nel caso di ritrovamento di A. chinensis. Nel caso le ispezioni e l’attività di monitoraggio confermino la presenza di A. chinensis, il Servizio Fitosanitario Regionale individua con proprio atto le zone delimitate, comprendenti una zona infestata e una zona cuscinetto: - la zona infestata è l’area in cui è stata confermata la presenza dell’insetto e che include tutte le piante che presentano sintomi (foto 9); - la zona cuscinetto è la zona con un raggio di 2 km al di là del confine della zona infestata. Le misure applicate variano a seconda del fatto che lo status fitosanitario sia di eradicazione o contenimento. Nel primo caso, in situazioni in cui è ancora tecnicamente possibile eliminare completamente le popolazioni di A. chinensis, le misure da applicare sono le seguenti: - l’abbattimento immediato delle piante infestate e delle piante che presentano sintomi causati dall'organismo specificato (foto 10), nonché rimozione completa delle radici (foto 11); - clear-cut cioè l’abbattimento di tutte le piante ospiti asintomatiche nel raggio di 100 m intorno alle piante infestate; - il divieto dello spostamento di materiale potenzialmente infestato al di fuori della zona delimitata adottando specifiche misure fitosanitarie; - il divieto di messa a dimora delle piante sensibili nella zona infestata; - il monitoraggio intensivo; - l’attività di comunicazione. In aree in cui si applica il principio del contenimento, ovvero dove non è più tecnicamente possibile eradicare l’organismo nocivo, si applicano le misure fitosanitarie previste per il contenimento con l’esclusione del clear-cut.

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9 10

Foto 9: abbattimento coordinato dal Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia su piante di faggio colpite nell’area demarcata. Foto 10: cippatura della parte aerea di piante colpite. Foto 11: accurata fresatura di una ceppaia colpita da A. chinensis.

11


Gen/feb 2014

SCHEDE TECNICO-BOTANICHE

Lineaverde

Schede tecnico-botaniche di Lineaverde dr. agr. Renato Ferretti e dr. agr. Silvia Vigé

Nota Introduttiva La realizzazione di queste schede tecnico-botaniche nasce

scrizione tipologica più aggiornata di varietà nuove presen-

dalla volontà di realizzare uno strumento che collega le pro-

ti sul mercato o quelle molto interessanti ma poco usate

poste commerciali dei nostri vivaisti con le esigenze pro-

perché poco conosciute.

gettuali di chi realizza opere verdi, dall’architetto all’agrono-

Abbiamo così raggruppato molte informazioni dalla descri-

mo, dal giardiniere dalle imprese edili. Le schede vogliono

zione della pianta, dove vengono evidenziate caratteristiche

quindi essere un punto d’ispirazione per la progettazione e

botaniche e agronomiche, ai criteri di scelta, come dimensio-

realizzazione di aree a verde con l’uso più ampio possibile di

ni e portamento e utilizzo. Emergono così aspetti legati alla

specie scelte sia per le loro caratteristiche estetiche che

resistenza all’inquinamento e le caratteristiche allergeniche,

agronomiche.

le misure vivaistiche e i diversi tipi di allevamento.

Libri sulle piante ce ne sono tanti e ultimamente sono an-

Per la realizzazione di queste schede fondamentale sarà la

che ben descritte nei cataloghi commerciali dei vivai ma

costante collaborazione dei vivaisti i quali si vogliono fin da

questa proposta editoriale vuole differenziarsi per la de-

ora ringraziare per il tempo dedicato.

1

Acer palmatum ‘Fire Glow’

2

Nandina domestica ‘Obsessed ’

3

Cupressus sempervirens ‘Totem’


1

Gen/feb 2014

SCHEDE TECNICO-BOTANICHE

Lineaverde

Acer palmatum ‘Fire Glow’ Caratteristiche agronomiche

Caratteristiche botaniche nome boTanico: Acer palmatum ‘Fire Glow’

Suolo: ben drenato e subacido

FamiGlia: Sapindaceae (ex Aceraceae)

eSPoSizione alla luce: pieno sole

chioma: ampia

o mezz’ombra

FioriTura ePoca: aprile-maggio

ruSTiciTà: si

FioriTura colore: giallo-rossastro

reSiSTenza all’inquinamenTo

FoGlie colorazione: rosso vivace

aTmoSFerico: si

FoGlie Forma: tipicamente palmate

reSiSTenza al calcare: no reSiSTenza alle baSSe

possiedono 7 lobi ovato-lanceolati ed acuminati, con margini finemente seghettati. colorazione auTunnale: rosso acceso FruTTi: piccole disamare

Visto da: F.lli Gilardelli V.le delle Industrie, 2 Agrate Brianza (Mi) Tel. 039653216 www.gilardelli.it

TemPeraTure: si reSiSTenza al riSTaGno idrico: no reSiSTenza al Sale: no PianTa allerGenica: no

Dimensioni e Portamento alTezza maSSima: 4-5 metri PorTamenTo: inizialmente eretto e poi espanso miSura vivaiSTica: sia zolla che in contenitore PorTamenTo ProPoSTo dai vivai: a cespuglio modaliTà di commercializzazione: in zolla/in contenitore

Utilizzo Parco: adatto Giardini: adatto SiePi e bordure: non adatto TaPPezzanTi: non adatto aree induSTriali: non adatto arGini Fluviali e zone umide: non adatto Schermi anTirumore: non adatto zone coSTiere marine: non adatto in vaSo in Fioriere e Terrazzi: adatto SiePi aGrarie e uSo PaeSaGGiSTico: non adatto arTe ToPiaria: non adatto verde verTicale: non adatto


2

Gen/feb 2014

SCHEDE TECNICO-BOTANICHE

Lineaverde

Nandina domestica ‘Obsessed ’ ®

Caratteristiche botaniche

Utilizzo

nome boTanico: Nandina domestica

Parco: adatto

‘Obsessed’

Giardini: adatto

FamiGlia: Berberidaceae

SiePi e bordure: adatto

chioma: compatta

TaPPezzanTi: non adatto

FioriTura ePoca: estate

aree induSTriali: adatto

FoGlie: sempreverde, foglie

arGini Fluviali e zone umide:

lanceolate verde scuro ma

non adatto

rosso brillanti da giovani

Schermi anTirumore: non adatto

FruTTi: bacche rosse in autunno FioriTura colore: bianco colorazione auTunnale: verde scuro

Caratteristiche agronomiche Suolo: adatto a qualsiasi tipo di suolo eSPoSizione alla luce: pieno sole/mezz’ombra ruSTiciTà: si reSiSTenza all’inquinamenTo aTmoSFerico: media reSiSTenza al calcare: media reSiSTenza al riSTaGno idrico: no reSiSTenza alle baSSe TemPeraTure: si reSiSTenza al Sale: media caraTTeriSTiche FiToSaniTarie: resistente alle malattie PianTa allerGenica: no

Dimensioni e Portamento alTezza maSSima: 80-100 cm Forma e PorTamenTo: globosa miSura vivaiSTica: vaso 24 diSTanza oTTimale d’imPianTo: 40cm SeSTo d’imPianTo o PianTe/mq: 3-4 TemPi di creSciTa: media PorTamenTo ProPoSTo dai vivai: a cespuglio modaliTà di commercializzazione: in contenitore

zone coSTiere marine: non adatto Visto da: vivai nord Via Brianza, 1/A Lurago D'Erba (Co) Tel. 031699749 www.vivainord.it

in vaSo in Fioriere e Terrazzi: adatto SiePi aGrarie e uSo PaeSaGGiSTico: non adatto arTe ToPiaria: adatto verde verTicale: non adatto


3

SCHEDE TECNICO-BOTANICHE

Gen/feb 2014

Lineaverde

Cupressus ‘Totem’ Caratteristiche botaniche

Caratteristiche agronomiche

nome boTanico: Cupressus sempervirens ‘Totem’

Suolo: sciolto

FamiGlia: Cupressacee

eSPoSizione alla luce: pieno sole

chioma e rami: colonnare

o mezz’ombra

FoGlie colorazione: aghi verde brillante

ruSTiciTà: inferiore agli altri cloni

FoGlie PerSiSTenza: sempreverde

reSiSTenza all’inquinamenTo

FruTTi: quasi inesistenti

aTmoSFerico: si reSiSTenza al calcare: no reSiSTenza alle baSSe

Visto da: ideaverde s.s.agr. strada Tuderte, 174 06132 Perugia - Italy Tel. +39.075.388569 mail@vivaiideaverde.it

TemPeraTure: si reSiSTenza al riSTaGno idrico: no reSiSTenza al Sale: no PianTa allerGenica: si

Dimensioni e Portamento alTezza maSSima: 10 metri PorTamenTo: molto compatto miSura vivaiSTica: fino ai 250-300cm SeSTo d’imPianTo: 2,5-6 metri velociTà di creSciTa: medio bassa PorTamenTo ProPoSTo dai vivai: fastigiato modaliTà di commercializzazione: in contenitore

Utilizzo Parco: adatto Giardini: adatto SiePi e bordure: non adatto aree induSTriali: adatto arGini Fluviali e zone umide: non adatto Schermi anTirumore: adatto zone coSTiere marine: adatto in vaSo in Fioriere e Terrazzi: adatto SiePi aGrarie e uSo PaeSaGGiSTico: non adatto arTe ToPiaria: non adatto verde verTicale: non adatto


3 D ] ] D JO L D 6 S $ _ ZZZ S D ] ] D J O L D L W _ L QI R #S D ] ] D J O L D L W 3D]] D J O L D 6 S $ _ ZZZ SD]] D J O L D L W _ L Q I R #S D ]]D J O L D L W

3 = /

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> IL PUNTO <

Florovivaismo europeo: evoluzione e prospettive Il florovivaismo Europeo è nel mezzo di un processo di trasformazione caratterizzato dalla crescita di nuove realtà produttive internazionali specie per i fiori recisi e le piante in vaso. Da non sottovalutare anche i nuovi problemi agronomici e fitosanitari che continuamente debbono essere fronteggiati dai produttori. di Renato Ferretti renato.ferretti@tin.it

Dottore agronomo e dirigente della Provincia di Pistoia l 2013 è stato caratterizzato da un andamento climatico alquanto sfavorevole per le produzioni florovivaistiche: infatti il prolungarsi del clima invernale fino a primavera inoltrata e la copiosa piovosità hanno ridotto lo spazio temporale del mercato delle piante vive. Le fiere autunnali ad eccezione di Paysalia a Lione hanno confermato la grave difficoltà in cui versa il

I

settore anche a causa della crisi economica generale e della diminuzione sia delle possibilità di spesa private che della minore o come in Italia quasi del tutto azzerata capacità d’investimento del sistema pubblico. Il florovivaismo Europeo è ancora nel mezzo di un processo di trasformazione caratterizzato dalla crescita di nuove realtà produttive, dall’aumento dell’offerta soprattutto nel campo dei prodotti di maggior consumo e dalla crescente concorrenza internazionale specie per i fiori recisi e le piante in vaso, infine da non sottovalutare i nuovi problemi agronomici e fitosanitari

Gli scambi commerciali nel mondo

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che continuamente debbono essere fronteggiati dai produttori. La produzione florovivaistica è articolata in diverse tipologie con caratteri e mercati differenti: fiori da recidere e fogliame ornamentale, piante in vaso per interni, piante da balcone, piante da esterno, bulbicoltura e piante da vivaio; per i quali non esistono percorsi produttivi e commerciali univoci. Il contesto creatosi richiede in particolare nel nostro paese ed in Europa ingenti investimenti per ampliare l'assortimento ed offrire un prodotto di alta qualità in modo da mantenere un vantaggio competitivo almeno verso la fascia di mercato più esigente, perché non possiamo pensare di competere sul fronte dei prezzi con paesi i cui costi sono largamente inferiori a quelli europei anche a causa delle diverse normative e delle minori garanzie di qualità totale del prodotto e di salvaguardia dell’ambiente sulle quali occorrerebbe un azione decisa dell’Unione Europea a livello di organismi internazionali. Secondo le statistiche ufficiali nel mondo sono destinati alle produzioni florovivaistiche circa 1,3 milioni di ettari di terreno, suddivisi tra fiori e piante in vaso (530.000 ettari), piante da vivaio (oltre 700.000 ettari) e bulbi (70.000 ettari). In valore la produzione di fiori e piante in vaso, piante da vivaio e bulbi raggiunge quasi i 38.000 milioni di euro e coinvolge circa 170.000 aziende. In Europa e negli Stati Uniti la produzione di fiori e piante riveste una notevole importanza economica e sociale; coinvolge circa il 31% della superficie mondiale destinata a fiori e piante ornamentali e il 62% della produzione


mondiale florovivaistica. Dall’inizio di questo secolo però si sta registrando un trend negativo sia di superfici investite sia del valore del prodotto nell'area dell'Unione Europea. Nel 2012 (grafico 1) il valore della produzione florovivaistica Europea è stimata dalla Commissione in 21 miliardi di Euro con una diminuzione, a prezzi costanti, dello 0,4% rispetto al 2011. I paesi principali sono l’Olanda con il 30% (=), l’Italia con il 14% (0,4%), la Francia 12% (=), la Germania 12% (-5%), la Spagna 11% (=), il Regno Unito 6% (+4%) ed il Belgio 5% (2%). La produzione florovivaistica rappresenta oltre il 5% della produzione agricola dell'UE a 27; l'Italia è seconda in termini di valore della produzione florovivaistica solo all'Olanda: la produzione ai prezzi base del settore piante e fiori nel 2012 è stimata in circa 2,7 miliardi di euro, pari al 7% circa dell'intera produzione agricola nazionale. Per quanto riguarda la superficie siamo di fronte ad un andamento altalenante ma ormai stabilizzato sui 200.000 ettari coltivati di cui il 40% in Olanda dove si invertito il trend in diminuzione che durava dal 2008 con un +3% soprattutto grazie agli aumenti di superficie a vivaio, mentre in Germania, Spagna e Polonia abbiamo una certa diminuzione ad eccezione della Polonia dove la superficie a vivai è tornata quella del 2009 segno evidente che come si riteneva i 25.000 ettari del 2011 fossero il risultato di una errata rilevazione. Stazionaria l’Italia ed in crescita +6% la Francia. Per quanto riguarda le aziende sono generalmente diminuite per i fiori recisi e le piante in vaso (attestandosi sulle 60.000), segno evidente di un processo di ristrutturazione in corso ed imputabile agli alti costi energetici ed all'aumento della pressione competitiva, mentre in generale aumentano per i vivai (attestandosi sulle 55.000). Per quanto riguarda i flussi commerciali dell’Unione Europea è da sottolineare che le importazioni nel 2012 (grafico 2) sono diminuite in volume del 4% rispetto al 2011 ed in valore so-

1

Produzione di fiori e piante nella UE Valori alla produzione, prezzi costanti

2

Importazioni di verde vivo e prodotti di floricoltura In tonnellate. %=quota nel 2012

no aumentate del 1,6% raggiungendo il valore di 1,58 miliardi di Euro. Le previsioni per il 2013 parlano di un 5,5% in volume e di un -3,4% in valore come se in questo ultimo anno le produzioni interne fossero consistentemente aumentate per far fronte alla crescente esportazione. Infatti le esportazioni nel 2012 (grafico 3) sono aumentate del 15,4% in volume e del 10,3% in valore per una somma di 1,9 miliardi di euro e le previsioni per il 2013 parlano di un +6,6% in volume e di un +6,1% in valore che conferma se era necessario l’ulteriore contrazione dei consumi interni, dato peraltro ormai strutturale e che deve far riflettere. Infatti la costante e progressiva diminuzione del consumo pro capite in Europa che nel 2013 è attestato a 37€ per persona con una evidente diffe-

renza fra i paesi della vecchia Europa dove è pari a 44€ e quelli della nuova dove è pari a 10€ che evidenzia come vi siano grandi possibilità di crescita del consumo se aumenteranno i redditi delle popolazioni dei paesi che sono entrati recentemente nell’Unione. Per quanto riguarda l’Italia dobbiamo evidenziare una contrazione, ancora più accentuata a seguito della crisi finanziaria mondiale. Infatti la spesa media pro-capite degli italiani per l'acquisto di prodotti ornamentali, è passata dai 70 euro spesi all'inizio degli anni ‘90 ai 43 euro spesi nel 2013; ciò anche a causa della pressione esercitata sul consumatore da parte di altri beni di consumo, che hanno dirottato la capacità di spesa di quest'ultimo su altri settori. Occorre pertanto interve-

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Pag. 29 • Lineaverde Gen/Feb 2014


3

Esportazioni di verde vivo e prodotti di floricoltura

> IL PUNTO <

In tonnellate.

4

Bilancia commerciale di verde vivo e prodotti di floricoltura In migliaia di euro.

nire con norme sia fiscali di uniformare e possibilmente ridurre la tariffazione IVA sui fiori e le piante e poi individuare strumenti che incentivino il consumo di fiori e piante a livello pubblico. Quest’ultimo aspetto è peraltro fondamentale per migliorare la qualità della vita delle aree urbane ed anche l’accoglienza turistica. Il sistema commerciale europeo di fiori e piante ornamentali ruota intorno all'Olanda, che svolge una funzione centrale negli scambi sia extracomunitari, sia intra-comunitari. Grazie alla crescita delle esportazioni di piante in vaso e di piante ornamentali dal 2002 il saldo della bilancia dei pagamenti è in positivo ed è addirittura raddoppiato nell’ultimo con una progressiva riduzione del saldo negativo di fiori e fronde recise (grafico 4). E’ chiaro che nei prossimi anni assisteremo ad un riassetto complessivo delle condizioni produttive e delle rePag. 30 • Lineaverde Gen/Feb 2014

lazioni competitive fra i vari paesi europei e fra l’Europa e le altre aree produttive mondiali (schema 1) che comporterà una capacità di ricerca ed innovazione eccezionale per mantenere la forza produttiva ed il ruolo nel panorama mondiale. Tutto ciò avverrà all’interno di in quadro normativo che l’Unione Europea sta delineando con una serie di regolamenti improntati alla reciprocità commerciale ed alla sostenibilità produttiva. Sono infatti crescenti gli accordi di reciproco e libero scambio con molti paesi a livello internazionale; sono ormai in fase di definizione le norme fitosanitarie per impedire l’importazione dai paesi terzi di nuovi agenti patogeni, ma anche per impedirne la loro diffusione all’interno dell’Unione Europea; sono allo studio procedure e norme per il controllo della diffusione delle specie aliene che possono alterare l’equilibrio ecologico ed al tempo stesso la

valorizzazione della biodiversità dei vari territori. Non sfugge a nessuno che diventa irrinunciabile per qualunque paese avere una propria capacità di ricerca e di riproduzione di specie tipiche del territorio e di valore ornamentale, perché sarà insieme alla capacità di garantire la sicurezza fitosanitaria un elemento determinante della capacità competitiva sia europea che mondiale. Accanto a questo è però necessario un maggiore ed incisivo ruolo politico-istituzionale per evitare che le nostre produzioni siano vessate all’esportazione come sta accadendo sempre più spesso, in specie per le piante vive, con i nostri principali importatori (Russia e Turchia). Le prospettive del florovivaismo Europeo si possono sintetizzare in un lento ampliamento dei consumi totali ed è sperabile anche di quelli procapite, in un aumento delle esportazioni e probabilmente anche delle importazioni extra-UE. Si renderà più cogente la concorrenza internazionale sui prodotti standard e giocoforza i produttori europei dovranno sempre di più orientarsi verso prodotti a maggior contenuto tecnologico ed agronomico, ma anche verso prodotti in grado di rispettare le normative e la domanda più evoluta dei consumatori sia privati che pubblici. Per farvi fronte occorrerà una crescente capacità di sviluppare prodotti ornamentali innovativi e specifici per i vari territori, ecologicamente idonei a vincere le sfide del cambiamento climatico e della globalizzazione dei parassiti. Ci vorrà un moderno sistema di fare impresa nel florovivaismo che dovrà necessariamente, e, con reciproci scambi, dialogare con il mondo pubblico. L’impresa florovivaistica infatti non può ne essere avulsa e neanche subalterna al sistema pubblico ma dovrà lavorare in sinergia con l’insieme delle Istituzioni per poter esprimere compiutamente le potenzialità produttive e la competitività delle produzioni florovivaistiche Europee. ■



> INTERVISTA - IL VIVAISTA <

Vivai Ideaverde specialisti nella produzione di cipressi e lecci di prima classe I Vivai Ideaverde producono cipressi e lecci selezionati sia per le caratteristiche di resistenza alle malattie che per le caratteristiche estetiche che li contraddistinguono. Abbiamo intervistato il dottor Luigi Pagliani che ci ha raccontato qualche piccolo segreto della sua produzione esclusiva.

di Silvia Vigé silvia.vige@epesrl.it

Dottore agronomo, redazione

ll’interno di questo numero di Lineaverde, che è dedicato agli aspetti fitopatologici, non poteva mancare un’intervista a chi si dedica giornalmente alla coltivazione e alla selezione di piante resistenti alle malattie. In particolare siamo andati a intervistare il titolare dei Vivai Ideaverde, il dottor Luigi Pagliani, che produce cipressi resistenti al cancro e lecci, partendo dallo studio attento del luogo di coltivazione,dalle situazioni agroclimatiche ma anche delle esigenze di mercato.

A

Come nasce l’azienda? La storia dei Vivai Ideaverde è abbastanza recente. L’azienda, che si trova nella provincia di Perugia, nasce nel 1992 prima come Garden Center e poi, dopo un paio di anni, abbiamo avviato anche l’attività vivaistica. Il nostro vivaio si estende nella piana tra Perugia e San Martino in campo su una superficie di circa 30 ettari così suddivisa: 23 ettari per le coltivazioni in piena terra, 4,5 ettari di piazzali per piante in vaso e 3.000 metri quadrati di superficie occupati da serre fredde, serre calde e ombrai. In tutto vi lavorano 15 dipendenti. Dottor Luigi Pagliani, titolale dei Vivai Ideaverde.

Pag. 32 • Lineaverde Gen/Feb 2014

Com’è caratterizzata la produzione dei cipressi e com’è nata questa scelta? Abbiamo deciso da subito di specializzarci nella produzione di Cupressus sempervirens pyramidalis. Questa scelta è avvenuta a seguito di analisi di mercato e dall’attento studio delle piante che crescevano meglio nei nostri terreni. Siamo passati poi alla grande opera di selezione varietale. Agli inizi eravamo indirizzati alla scelta esclusiva di piante resistenti al Seiridium cardinale (cancro del cipresso) ma poi, per rispondere alle esigenze del mercato ornamentale, abbiamo selezionato anche piante che rispondevano a requisiti estetici. I cloni che abbiamo conservato arrivano principalmente da Pistoia e dalla Francia ma abbiamo piante che arrivano anche dall’Australia. Oggi siamo arrivati a specializzarci ormai su due o tre cloni e uno in particolare il ‘Sancorey’, pianta brevettata nel 1990 dai vivai Jean Rey per la resistenza al cancro, ha buone caratteristiche sia ornamentali che di rusticità, ha una forma più piramidale che colonnare, nelle piante giovani tende a vegetare nella zona apicale, ha una scarsa fruttificazione. L'‘Obelisco’, di probabile origine francese, è stato scelto dopo un lavoro di selezione tra molte varietà disponibili in centro Italia e da noi coltivate per parecchi anni; pur mantenendo tutte le caratteristiche dei cloni pistoiesi sia in rusticità che in velocità di crescita, presenta una fronda fine e fitta.


Infine, abbiamo la varietà "Totem", pur essendo sempre della specie sempervirens non appartiene alla varietà pyramidalis, é stata selezionata probabilmente in Francia all’inizio del secolo scorso, con fogliame estremamente compatto e con superbe caratteristiche ornamentali produce pochissimi frutti. La velocità di crescita e la rusticità sono leggermente inferiori agli altri cloni della varietà pyramidalis. La forma molto compatta permette la coltivazione senza potature. Oggi è una pianta abbastanza diffusa, un po’ meno quando abbiamo incominciato a coltivarla vent’anni fa. Dall’analisi di mercato degli ultimi trent’anni la domanda del cipresso è cresciuta con regolarità e questo mi ha dato fiducia nel dedicarmi appieno a questa pianta e ancora oggi non ne sono deluso. Noi coltiviamo tutte le piante in piena terra e poi le trapiantiamo in vaso per ottenere prodotti radicati pronti per la commercializzazione. Nel caso del cipresso usiamo solo piante innestate perché questo ne aumenta sia lo sviluppo radicale, quindi maggior resistenza alle sollecitazioni meccaniche (vento), sia la compattezza delle squame quindi una maggior resistenza meccanica alle neve. Lavoriamo comunque le piante con due o tre potature l’anno per avere rami più corti e quindi meno esposti. La resistenza si estende anche al discorso del cancro, giacché la patologia ha come punto d’ingresso proprio le ferite dei rami piegati o lesionati. Le piante sono tutte innestate con marze esclusivamente di nostra produzione ma il lavoro viene eseguito da tecnici pistoiesi specializzati e questo passaggio ci permette di avere una mortalità più bassa delle piante rispetto un tempo, quando lo facevamo direttamente noi. Del cipresso offriamo un assortimento completo in altezza da 1 ai 6 metri e sulla produzione siamo abbastanza costanti anno su anno producendone circa 10 mila esemplari mentre con la coltivazione in piena terra arriviamo ai 50 mila pezzi.

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Coltivazione di cipresso in vaso.

Cupressus sempervirens ‘Totem’.

Coltivazione di Quercus ilex.

Coltivazione di lecci a forma piramidale.


> INTERVISTA - IL VIVAISTA <

Avete anche altre produzioni esclusive? Oltre al cipresso ci siamo col tempo anche specializzati nella produzione di Quercus ilex e Viburnum tinus. Per i lecci la storia è molto simile al cipresso, abbiamo osservato ciò che in natura cresce nei nostri territori. Anche in questo caso abbiamo una produzione completa di dimensioni non eccessive. Lo produciamo ormai da 15 anni e siamo circa sui 1.800 alberetti l’anno e circa 400-500 tra piramidi e cespugli a forma libera sopra i 2 metri. Punto forte nella produzione del leccio è l’aver superato il problema della grossa mortalità dopo la fase del trapianto di cui frequentemente soffrono queste piante. Siamo riusciti a ridurre questo inconveniente grazie ai nostri terreni che si trovano nella piana alluvionale del Tevere e sono poco compatti e a medio impasto limoso. Abbiamo poi in produzione il Viburnum tinus 'Eva price' e altre piante mediterranee. Il viburno è anch’esso una pianta autoctona nel nostro territorio e sebbene 20 anni fa si poteva pensare che la coltivazione in pianura potesse essere soggetta a soventi gelate, forse i cambiamenti climatici ci hanno dato una mano e negli ultimi anni questo non si è più verificato. Di recente, ci stiamo dedicando alla coltivazione del Pinus nigra (Pino nero) e Pinus sylvestris (Pino silvestre) sia a cespuglio che ad alberetto. Questa è l’unica pianta non autoctona che coltiviamo sebbene sia stata utilizzata abbondantemente dalle comunitá montane per la riforestazione delle aree collinari della nostra regione. Abbiamo incominciato perché c’è stata una certa richiesta sul mercato. Il pino nero e/o silvestre, dal punto di vista della coltivazione, ha bisogno di sesti d’impianto ampi e terreno sciolto. Il pino coltivato viene principalmente rivenduto nel Nord Europa; la crescita è veloce perché grazie alle caratteristiPag. 34 • Lineaverde Gen/Feb 2014

Potatura cipressi.

Piazzale con piante di Viburnum tinus 'Eva price' .

che dei nostri ambienti abbiamo un ciclo vegetativo più lungo (primavere anticipate); inoltre otteniamo una ramificazione piú fitta e ampia soprattutto nella zona basale con il risultato di avere così piante con costi inferiori e con un profilo estetico superiore. In tutto abbiamo un 45% della produzione lorda vendibile data dal cipresso, un 35% dal leccio e un 20% dalle altre produzioni. Quali sono le tecniche su cui puntate per la vostra produzione specializzata? Nonostante l’azienda sia altamente meccanizzata, il personale è occupato per il 50% del tempo nella potatura manuale delle piante, operazione che non è sostituibile in altro modo per gli alti standard che vogliamo ottenere ed è anche questa una cosa che sicuramente differenzia il nostro prodotto

sul mercato e lo fa apprezzare ai nostri clienti. La meccanizzazione resta dedicata allo spostamento delle piante, alla zollatura e alla legatura sia dei cespugli sia degli alberi. Abbiamo inoltre già da tempo investito anche su altri due punti importanti. Da una parte abbiamo conseguito nel 2002 la certificazione ISO 9001-2000 per la produzione e la vendita di piante di cipresso nero e di altre piante ornamentali, mentre, nel 2009, l’azienda si è dotata di un impianto fotovoltaico da 44 kWh che ci rende autonomi dal punto di vista energetico. ■

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Un insetto diffuso e dannoso che tende ad allargare la sua influenza Si tratta del Lepidottero Hyphantria cunea che anche nell’anno in corso ha provocato diffuse ed intense defogliazioni spesso non considerate, con danni evidenti di natura sia ambientali che ornamentali. Tuttavia con opportuni accorgimenti anche senza il ricorso ad interventi chimici invasivi, può essere adeguatamente controllato al fine di contenerne almeno gli effetti più negativi e la sua ulteriore diffusione. di Giorgio Badiali giorgiobadiali@libero.it

Fitopatologo, dottore agronomo, già dirigente della Regione Emilia Romagna

Adulto femmina di Hyphantria cunea in fase di ovideposizione su pagina inferiore fogliare durante la stagione primaverile.

Pag. 36 • Lineaverde Gen/Feb 2014

’insetto defogliatore Ifantria americana o Bruco americano (Hyphantria cunea) è un Lepidottero di origine americana, introdotto in Italia negli anni ’70-’80, quindi già conosciuto da molto tempo ma evidentemente non da tutti, come purtroppo in diverse occasioni si è potuto rilevare anche recentemente. Da quel lontano periodo si è sempre presentato in forma più o meno virulenta anche a seconda degli andamenti stagionali, soprattutto nell’Italia

L

centro-settentrionale (Lombardia, Emilia/Romagna, ecc.), dove ha provocato frequenti ed anche vistose defogliazioni su diverse specie di piante ornamentali (aceri, gelsi, tigli, liriodendri, pioppi, liquidambar, salici, olmi, ecc.), forestali ed anche su alcuni fruttiferi tra cui la vite. L’insetto è facilmente identificabile soprattutto per le evidenti scheletrizzazioni fogliari che provoca e per la formazione di nidi sericei sui rametti mediante l’addensamento del fogliame eroso, ma soprattutto per la intensa e vistosa defogliazione che può provocare specialmente durante il periodo estivo. Gli adulti sono farfalle che presentano le ali di colore bianco uniforme o punteggiato di nero forse solo nei maschi della prima generazione e si possono già notare sul fogliame in primavera (fine aprile - maggio) a seguito della loro schiusura più o meno precoce, dalle crisalidi che hanno passato l’inverno alla base o tra le cortecce delle piante. Dopo gli accoppiamenti e le ovideposizioni effettuate nelle pagine inferiori fogliari, nascono in poco tempo le larvette della 1ª generazione che si nutrono della vegetazione per tutto il


Larve già sviluppate in piena attività su fogliame di liquidambar, mentre nella parte più in alto si nota l’iniziale formazione del nido.

mese di giugno, provocando quasi subito anche visibili scheletrizzazioni fogliari, solitamente localizzate su alcuni rametti nelle zone medio-basse delle chiome, dando così origine ai primi abbozzi di nidi larvali per i quali si dovranno eseguire il più presto possibile, gli interventi che verranno di seguito descritti. Terminata l’alimentazione e provocate le prime defogliazioni, le larve si incrisalidano e danno poi origine ai nuovi adulti di 2ª generazione che si notano orientativamente in volo già dalla metà di luglio e fino alla metà di agosto. Questi adulti si accoppiano e depongono le uova in ovature di colore verde chiaro sulle pagine inferiori fogliari, dalle quali prenderanno origine le larve di 2ª generazione che rappresentano la fase maggiormente pericolosa e già molto attiva dalla fine di luglio, per tutto agosto e per gran parte del mese di settembre. Il massimo della loro attività si registra di regola dalla seconda decade fino al termine del mese di agosto. Dalla fine di settembre iniziano gli incrisalidamenti di queste larve che una volta trasformate in crisalidi, rappresentano la fase svernante dell’insetto, pronta nella primavera successiva a riproporre la nuova infestazione per mezzo dei nuovi adulti che da loro avranno origine. I danni alle piante che spesso si defogliano completamente, vengono quindi prodotti soltanto dalle larve, soprattutto da quelle di 2ª generazione (da fine luglio in poi), pertanto l’insetto deve essere avvistato precocemente e contenuto sin dall’inizio delle sue comparse e delle prime attività larvali che abbiamo già ricordato corrispondere circa al mese di giugno. In questo periodo occorre quindi prestare la massima attenzione, per riconoscere subito la presenza dell’insetto e per ridurre preventivamente le possibilità di una sua elevata diffusione

nei mesi successivi, con il risultato negativo delle più consistenti defogliazioni che in diversi casi si sono riscontrate anche recentemente e che dimostrano la tendenza ad una maggiore diffusione. Accorgimenti ed interventi da effettuare per ottenere il contenimento dei molti possibili danni. Bisogna subito evidenziare che è diventato necessario smettere di eseguire interventi a caso e di qualsiasi tipo, abbandonando per quanto possibile quelli di natura chimica ed orientando la difesa in modo prevalente verso tutte le attuabili attività fisico-meccaniche e su quelle oggi lodevolmente sempre più rivolte verso le tecniche e gli accorgimenti di natura biologica. Per ottemperare a queste esigenze sempre più fondamentali, la prima cosa necessaria anche per questo caso è rappresentata dal riconoscimento molto rapido della presenza dell’insetto, in quanto sono proprio le larve molto giovani che possono essere più facilmente eliminabili, con una notevole riduzione dei danni che con il passare del tempo certamente arrecheranno e con la contemporanea riduzione del numero di presenze dell’insetto di certo altrimenti influente in forma esponenziale, sulla popolazione della successiva generazione estiva. Il riconoscimento si ottiene con l’osservazione costante, soprattutto nei luoghi e sulle piante che hanno già subito danneggiamenti negli anni prece-

Queste larve di Hyphantria già molto attive, sono in fase di formazione del nido.

denti e particolarmente nell’ultimo appena trascorso. Gli adulti che sono schiusi dalle crisalidi svernanti si notano in volo tra le piante, soprattutto durante gli accoppiamenti e le ovideposizioni che si verificano già all’inizio della buona stagione. Oltre al mezzo visivo ed alla particolare attenzione, un altro mezzo efficace per la loro identificazione e cattura, è rappresentato dai dispositivi biotecnici di monitoraggio da tempo conosciuti, come in particolare le trappole a feromoni o sessuali che vengono appese tra le piante in primavera, già dalla fine del mese di aprile per la cattura dei primi adulti già in volo in quel periodo. Mediante la rilevazione delle catture

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Pag. 37 • Lineaverde Gen/Feb 2014


> SPECIALE FITOPATOLOGIA <

Raccolta meccanica dei nidi, effettuata manualmente da terra con le forbici.

Pianta infestata dalle prime larve all’inizio della stagione e su cui si notano già i nidi che devono essere raccolti prima che vengano abbandonati dall’insetto.

degli adulti da loro effettuate, si può già precocemente constatare la presenza in zona degli insetti e quindi delle larve che poco dopo si svilupperanno, valutandone la reale intensità e quindi la loro possibile quanto successiva dannosità. Questo fatto è molto importante, soprattutto considerando che le giovani larve nei confronti di quelle più grandi, sono molto sensibili a qualsiasi tipo di intervento che si andrà di volta in volta a proporre e soprattutto che riuscendo ad eliminare sul nascere gran parte delle giovani larve attive che non potranno così riproporre l’infestazione, la dannosità effettiva che si potrà registrare solitamente ed in prevalenza per l’azione maggiormente aggressiva delle larve di 2ª generazione durante il mese di agosto, si presenterà sicuramente più contenuta se non addirittura di entità trascurabile. Terminati i freddi invernali, occorre anche verificare attentamente l’avvenuta asportazione dei cespugli infestanti cresciuti in diversi tratti dei territori interessati dalle infestazioni e se tale operazione non è stata ancora correttamente eseguita, cercare di provvedere al più presto, senza attendere che vengano infestati dalle nuove larve dell’insetto e nel caso si notassero già attaccati, asportarli e distruggerli immediatamente.

Vecchi residui di nidi primaverili non raccolti e nuovi attacchi defoglianti da parte di larve estive.

Pag. 38 • Lineaverde Gen/Feb 2014

A questo punto, riscontrata il più precocemente possibile la presenza dell’insetto, effettuando i controlli citati con la massima attenzione, soprattutto dove gli attacchi si erano dimostrati con certezza e con intensità nell’anno precedente, oppure impiegando le citate trappole per la cattura dei primi adulti in volo, si dovranno attendere gli sviluppi delle prime larve che si noteranno già in attività durante il mese di giugno sui giovani rametti delle piante. Durante tutto questo mese si seguiranno le formazioni dei primi nidi larvali, rappresentati dai rametti con le foglie erose che vi restano attaccate e che vengono unite tra loro dai fili sericei prodotti dalle stesse larve durante tutto il periodo di nutrizione. E’ proprio questo il momento consigliabile per la sollecita raccolta manuale-meccanica della massima quantità dei nidi presenti che di solito non sono molti e si presentano anche abbastanza facilmente raggiungibili o da terra con le forbici inserite sulle apposite prolunghe, oppure stando a bordo del cassone dell’automezzo che servirà anche per trasportare i sacchetti in cui vengono raccolti e rinchiusi i nidi con le larve al loro interno, dopo avere effettuato il taglio dei rametti infestati. Si raccomanda di intervenire subito e

Il rametto defogliato, con il nido già abbandonato dalle larve, non è più necessario venga raccolto.


Piante di robinia completamente defogliate dalle larve dell’insetto alla fine dell’estate.

di non disperdere il materiale residuato dai tagli, distruggendolo possibilmente col fuoco il più presto possibile ed in luogo adatto. Non si consigliano fino a questo punto e per tutto il periodo, interventi di altra natura alle chiome soprattutto di natura chimica che potrebbero anche influenzare negativamente la presenza dei vari antagonisti dell’insetto, sempre presenti nell’ambiente e necessariamente da salvaguardare, aspettando e verificando con frequenti controlli, gli eventuali sviluppi della successiva 2ª generazione larvale. Se la raccolta dei rametti infestati è stata eseguita con attenzione ed in elevata percentuale, considerando anche che i rametti più colpiti in questo periodo, si trovano di solito nella zona media o medio-bassa della vegetazione presente sulla pianta quindi spesso facilmente raggiungibili e che gli attacchi risultano quasi sempre minimi per la minore presenza di larve giovani in questo primo periodo, l’intervento di taglio e raccolta eseguito, potrebbe risultare sufficiente a contenere le successive presenze larvali durante l’estate, limitandole almeno a livelli accettabili anche senza dovere intervenire con altri mezzi. Tuttavia, qualora non fosse stata possibile l’esecuzione dei citati interventi e/o l’infestazione si presentasse di no-

tevole entità durante la fase iniziale di presenza ed attività delle larve estive (fine luglio e inizio agosto), si dovranno eseguire ma sempre nella fase giovanile delle larve, uno od al massimo due interventi con prodotti biologici a base di Bacillus thuringiensis spp. kurstaki (Btk), distribuiti sulle chiome ed in grado certamente di eliminare la massima parte degli insetti presenti, evitando così le più plateali defogliazioni e limitando le presenze larvali diversamente destinate dopo l’incrisalidamento e lo svernamento, a riproporre le infestazioni dell’insetto per gli anni seguenti. L’impiego di questi prodotti non è consigliabile sulle larve di 1ª generazione presenti in giugno, se non in forma localizzata contro i nidi in fase di formazione contenenti le giovani larve od in eventuali situazioni di particolare intensità aggressiva presso le aziende vivaistiche di produzione. Possibilmente gli interventi vanno eseguiti nel tardo pomeriggio o nelle ore serali, al fine di ottenere dal prodotto le prestazioni migliori, sia perché riuscirà ad asciugare in assenza di elevata luminosità sia per la maggiore attività larvale che si registra di solito in quelle ore della giornata. E’ doveroso infine citare anche quei prodotti chimici che possiedono un’azione certamente efficace contro que-

Defogliazione intensa di arbusti infestanti che dovevano essere eliminati, sui quali si notano sia i vecchi nidi che le larve estive in attività con la evidente formazione dei nuovi ricoveri.

sti insetti, come in particolare i diversi chitino-inibitori o gli acceleratori delle mute o gli altri prodotti di sintesi fra quelli dotati di tossicità più limitata, comunque solo quei pochi debitamente autorizzati per l’impiego dalla vigente legislazione e previa prescrizione da parte di un tecnico specialista in materia, ma come già in precedenza ricordato, si raccomanda di evitarne l’impiego soprattutto nel verde ambientale per le arcinote caratteristiche negative possedute da tutti i prodotti chimici distribuiti nei luoghi abitati e per le perturbazioni che possono arrecare negli equilibri, comunque sempre presenti anche se spesso profondamente alterati, tra gli insetti dannosi ed i loro naturali antagonisti che in ogni caso devono essere salvaguardati. ■

Piante di liquidambar già completamente spoglie di vegetazione, accanto ad altre in fase di incipiente defogliazione.

Pag. 39 • Lineaverde Gen/Feb 2014


> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

Intervista ad Anna Letizia Monti, presidente AIAPP Dopo la fondazione nel 1950 e il rilancio nel 1979, dal 2009 è in atto un rinnovamento sostanziale dell'AIAPP, grazie a molteplici iniziative di ampio respiro questa Associazione è diventata riferimento autorevole sui temi del paesaggio in Italia. Ne discutiamo con la sua Presidente.

di Biagio Guccione guccione@paesaggio2000.it

Docente di architettura del Paesaggio all’Università degli Studi di Firenze

on la tua elezione a Presidente dell’AIAPP, il salto generazionale già registrato con la presidenza di Paolo Villa è stato portato a termine. Personalmente pur appartenendo ai pionieri che nel 1979 rilanciarono l’AIAPP in Italia mi sembra che questo passaggio di testimone sia arrivato un po’ in ritardo. Con questo cambio è innegabile che molte cose sono cambiate, azzarderei anche ad usare il termine di mutazione genetica, mi sai dire quelle a tuo giudizio i cambia-

C

Anna Letizia Monti. (Foto Jacopo Chelli)

Pag. 40 • Lineaverde Gen/Feb 2014

menti più significativi? Credo di poter dire con orgoglio che AIAPP ha ripreso la visione forse un po’ folle dei fondatori: nel 1950 immaginarono un’associazione professionale per una disciplina che nel nostro Paese si era persa nei meandri della storia, nel 2009 abbiamo dato nuova energia e vigore a questa Associazione, proprio in un momento assai difficile per il nostro Paese e per la nostra professione, per ripartire con rinnovato entusiasmo e con obiettivi a lungo termine un po’ immaginifici, a volte quasi onirici, che mettano il progetto di paesaggio (e i paesaggisti) al centro delle attività strategiche per lo sviluppo del nostro Paese. Ma noi per deformazione professionale vediamo

Iscritta ad AIAPP da venti anni, dal 2012 ne è Presidente Nazionale dopo aver ricoperto la carica di Vicepresidente nel precedente mandato (2009-2012). Agronomo e Dottore di Ricerca in Studio e progettazione del Paesaggio, lavora in Italia e all’estero, spaziando dal progetto dello spazio pubblico urbano agli interventi di rinaturalizzazione e riqualificazione ambientale, agli studi e progetti per la sistemazione paesaggistica di siti archeologici. Privilegia il lavoro in equipe transdisciplinari, perché è convinta che anche in ambito professionale la scoperta non consiste nel trovare nuovi territori ma nel vederli con occhi nuovi.


il bello oltre l’immanente, quindi non si tratta di mutazione genetica, ma di conservazione genetica... insomma tutto nella norma. Quello che successo in AIAPP dal 2009 è molto semplice, eppure fondamentale: il coinvolgimento e la partecipazione attiva alla vita associativa di un numero sempre più alto di Soci, con obiettivi comuni e condivisi per aumentare l’autorevolezza dell’Associazione, ma anche per far conoscere L'allestimento della mostra al MACRO. (Foto Francesco Tonini)

a una platea sempre più vasta, l’architettura del paesaggio, nelle sue diverse forme e declinazioni. In questi ultimi cinque anni probabilmente si sono ritrovate insieme le persone giuste e le situazioni favorevoli per dare nuovo slancio e nuova vitalità ad AIAPP, così come avvenne nel 1979. L’auspicio è che questi obiettivi comuni, affinità e sinergie, possano perseguire un processo virtuoso che aumentino nel corso dei prossimi anni l’importanza della disciplina e il riconoscimento della nostra figura professionale.

Noi più di 30 anni fa ci muovevamo in un mondo dove nessuno sapeva chi

Convegno AIAPP al MACRO 13 dicembre 2013. (Foto Francesco Tonini)

fosse il paesaggista. Il fatto che oggi tutti si autodefiniscano “paesaggisti” o quanto meno esperti di paesaggio, facilita il compito dell’Associazione o

nella nostra Associazione dei due cep-

è un problema? Oggi è terminata la fase 1 in cui, quan-

cora piena conoscenza delle profes-

pi di origine dei nostri associati non si

do dicevo che facevo la paesaggista

sionalità specifiche della disciplina,

riesca a superare questa distinzione?

confusione di ruoli e forse non c’è an-

mi rispondevano, che meraviglia allo-

ma ormai siamo sulla buona strada.

ra lei dipinge! E siamo nella fase 2, in

Uno degli impegni principali dell’As-

Una tua opinione franca. La maggioranza degli aiappini non si

cui tutti si definiscono paesaggisti: an-

sociazione è di dipanare tale confusio-

neppure accorta di questo. Segno che

che chi non ha competenze idonee e

ne e mi auguro che si arrivi in fretta al-

non è importante. Sono il primo Presi-

preparazione adeguata. Spesso non è

la fase 3, che significa fattiva e con-

dente AIAPP a sottoscrivere un proto-

facile per i non addetti ai lavori distin-

creta consapevolezza dell’importanza

collo d’intesa con l’Ordine Nazionale

guere un vero paesaggista da un se-

di quest’ambito professionale, richie-

degli Architetti … credo sia di tutta evi-

dicente. Mentre prima si parlava al

sta di professionalità da parte dei

denza quindi che non c’è alcun irrigidi-

vento, ora parliamo tutti assieme.

committenti (siano essi Enti, Istituzio-

mento o compiacimento corporativo,

Non sarebbe un problema se tutti af-

ni, aziende, privati), seria volontà di

anzi! Una delle cose più stimolanti e affasci-

frontassero l’argomento con compe-

progettare e realizzare interventi a mi-

tenza e onestà intellettuale, ma pur-

sura di paesaggio e a misura d’uomo.

nanti di questo mestiere è proprio la necessità assoluta, improcrastinabile di

troppo spesso non è così. Tra i nuovi convertiti al paesaggismo si masche-

Qualcuno ha sottolineato che con la

lavorare in team, con colleghi di diver-

rano una serie di persone che non

tua elezione per la prima volta una

sa formazione, con differenti compe-

hanno affatto smesso di pensare ed

professionista con la laurea in Agra-

tenze, e quindi mi sento di dire che il

agire come prima, che prestano atten-

ria, presiede la nostra Associazione,

compiacimento corporativo, il duali-

zioni alla natura e alle risorse, solo...

quasi con un compiacimento corpo-

smo architetto/agronomo è da tempo

teoricamente.

rativo. E’ possibile che dopo anni di

superato all’interno dell’Associazione:

Purtroppo in questa fase c’è molta

stretta collaborazione e di convivenza

»»

Pag. 41 • Lineaverde Gen/Feb 2014


> ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO <

Sopra e sotto, Mostra Bergamo. (Foto Leonardo Tagliabue)

la trasversalità, la complementarietà sono caratteristiche intrinseche in ogni professionista che si occupi di paesaggio. Le battaglie corporative, sintomo di scarsa lungimiranza e di una visione debole dell’attività professionale, spero siano ormai un ricordo del passato, anche al di fuori di AIAPP. Una delle prime cose attuate da questo Consiglio di Presidenza è stata la modifica delle norme di accesso all’Associazione, sulla base di una visione transdisciplinare e complementare. Ora possono diventare Soci non solo i laureati in architettura del paesaggio, ma anche tutti coloro che hanno una laurea attinente (Architettura, Agraria), coniugata a conoscenze e interessi di studio e di lavoro specifici nell’architettura del paesaggio, grazie a percorsi formativi specialistici (master, dottorato), oppure attraverso una consolidata e provata attività sul campo. Nel 1979, anno del rilancio dell’AIAPP, muoveva i primi passi la Scuola di GePag. 42 • Lineaverde Gen/Feb 2014

nova diretta dalla prof. Maniglio. Ora le Università italiane dove si insegna Paesaggistica sono numerose: Master, Corsi di Laurea triennali ed anche Biennali specialistici, anche se oramai tutti rischiano di chiudere per mancanza di docenti strutturati, data la profonda crisi di risorse dell’Università. In ogni caso, ora che i “laureati paesaggisti” esistono, ed uno degli primi obbiettivi dell’AIAPP è stato raggiunto, che ruolo l’AIAPP può avere in questo nuovo quadro, non essendo un ordine professionale? Un’associazione ha un ruolo ben diverso da un Ordine. Noi comunque siamo un punto di riferimento consolidato per la disciplina. A tutt’oggi sento intorno all’Associazione molto interesse e grandi motivazioni. AIAPP non ha interessi corporativi, ma raccoglie i professionisti che operano nel campo dell’architettura del paesaggio con competenza, cercando di dare soddisfazione alla passione, alla voglia di migliorare, alla vocazione di

intendere il paesaggio come punto di incontro di molti saperi. Un’Associazione sempre più aperta e libera di muoversi. AIAPP ha innanzi tutto un ruolo culturale e non può sostituirsi ad un ordine professionale, ma è evidente che l’Associazione segue da vicino le vicende relative alla formazione universitaria, purtroppo con rammarico e preoccupazione. E’ da evidenziare che tutta l’Università italiana versa in uno stato di enorme difficoltà e confusione, sia a causa dei tagli ai fondi per la ricerca e per la didattica, che si traduce in un proliferare di corsi con un numero risibile di docenti strutturati e conseguenti grandi difficoltà a far quadrare didattica, ricerca e aggiornamento, sia a causa dello spezzettamento e proliferazione di corsi di laurea analoghi nelle titolazioni, ma in alcuni casi anche assai differenti fra loro, che certamente non aiutano gli studenti a scegliere il proprio piano di studi. Il passaggio dalle lauree a ciclo unico a quelle triennali e specialistiche è senza dubbio a detrimento della formazione strutturata e organica, anche in una disciplina come l’architettura del paesaggio, e pertanto AIAPP vede con speranza alla nuova nascita di un corso a ciclo unico quinquennale, che strutturi e raccolga gli ambiti d’insegnamento specifici e peculiari della disciplina, con programmi e percorsi didattici specifici. Quali sono le iniziative più significative dell’AIAPP in questo periodo. Per esser più esplicito, ogni presidenza si ricorda per qualche azione caratterizzante, la tua presidenza già si è mossa con manifestazioni importanti (Napoli e Roma), mi dici cosa pensate di fare con il nuovo gruppo dirigente che ti affianca? Consolidamento dell’identità, autorevolezza e visibilità dell’Associazione, sono i cardini importanti, da mantenere e implementare promuovendo convegni, incontri, manifestazioni, semi-


nari, workshop. E questa è per noi un’azione fondamentale. Inoltre stiamo rinnovando la comunicazione di AIAPP: è uscito a gennaio 2014 il nuovo numero della nostra rivista ‘Architettura del Paesaggio’, completamente rinnovata nella struttura e nella grafica; è on line il nuovo sito (www.aiapp.net); è già attiva da un anno la nuova NewsLetter, che tutti (anche i non iscritti all’Associazione!) possono richiedere di ricevere gratuitamente (segreteria.nazionale@aiapp.net). Abbiamo inoltre stabilito un tema-guida per ogni anno, attorno a cui ruotano le attività delle Sezioni, le manifestazioni a carattere nazionale (almeno un convegno all’anno, la manifestazione del 13 e 14 aprile prossimo ‘Giardini e Paesaggi Aperti), e anche un numero monografico della nostra rivista ‘Architettura del Paesaggio’. Il tema del 2013 è stato ‘Paesaggi e Archeologie’, che si è sviluppato nella manifestazione ‘Giardini e Paesaggi Aperti‘, con visite guidate da Soci AIAPP in oltre 50 luoghi di valore archeologico, con un importante convegno a Napoli, con una mostra di 25 poster sul tema, che è stata allestita in 7 città italiane fra giugno e dicembre 2013, con il numero monografico ‘Paesaggi e archeologie del quotidiano’ della nostra rivista ‘Architettura del Paesaggio’, uscito a gennaio di quest’anno. Per il 2014 il tema è ‘Il progetto di paesaggio: motore di sviluppo economico’, mentre nel 2015 il tema sarà ‘Paesaggio e Agricolture’. E anche questa novità del tema annuale è una in-

Ingresso a Capo Bove 15 dicembre 2013.

novazione a cui teniamo molto. Ad AIAPP inoltre è stata assegnata l’organizzazione del congresso mondiale IFLA (International Federation Landscape Architects), che si svolgerà a Torino tra il 18 e il 23 aprile 2016, sul tema Tasting the landscape. Un appuntamento straordinario, attuabile grazie alla proposta di candidatura italiana effettuata dal precedente Consiglio di Presidenza, che noi vogliamo sia occasione di conoscenza della disciplina, di riconoscimento dell’autorevolezza dei professionisti in essa specializzati, di affermazione della qualità della filiera italiana: produzione delle piante, progettazione del paesaggio e realizzazione delle opere.

Insomma noi contiamo che grazie al congresso IFLA 2016 il nostro Paese possa di nuovo essere considerato punto di riferimento e d’eccellenza nell’ambito dell’architettura del paesaggio, come siamo sempre stati ….fin del sedicesimo secolo! Siamo convinti che paesaggio, cultura, ambiente, storia, architettura siano la vera ricchezza, non riproducibile altrove, del nostro Paese. E’ per questo che vediamo un grande futuro per la disciplina e per l’Italia, e siamo convinti che molto possa dipendere anche dalle azioni che l’Associazione promuove. Per questo non ci fermiamo e guardiamo all’appuntamento di Torino con entusiasmo e fiducia: sarà un’occasione straordinaria per far conoscere a tutti il nostro ambito disciplinare, strategico per lo sviluppo del nostro Paese. ...E qui torniamo alla questione di essere un po’ visionari, cui parlavamo all’inizio. Ma se non lo fossimo, probabilmente non faremmo i paesaggisti. ■ Pag. 43 • Lineaverde Gen/Feb 2014


> SPECIALE FITOPATOLOGIA <

Interventi fitosanitari alternativi: lotta biologica e insetti competitori Capita ormai di dover fare i conti non solo con le nuove malattie che attaccano le piante ma anche con quelle che colpiscono l’uomo verso le quali una corretta gestione del verde può aiutare e molto. Voglio pertanto sottoporre all’attenzione un caso accaduto alle porte di Milano – i cui risultati sono ancora in fase di sperimentazione - ove ai tradizionali interventi chimici sono state adottate anche tecniche di lotta biologica. di Silvia Vigé* e Andrea Pellegatta** silvia.vige@epesrl.it

*Dottore agronomo, redazione ** Perito agrario, Titolare BioConsult Strategie di Lotta biologica

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egli ultimi anni ci siamo ormai abituati a leggere, anche tra le pagine di questa rivista, notizie in merito all’arrivo nel nostro paese di nuovi insetti o malattie che intaccano le piante del nostro bel paese. Non sempre le soluzioni per risolvere i proble-

N

mi sono immediate e spesso hanno bisogno di molto tempo per dimostrare la loro efficacia. Siamo invece più abituati a risolvere le comuni malattie patologiche e fitofaghe con l’utilizzo di sostanze chimiche commercializzate da diverse ditte di rinomata fama su scala internazionale. E fin qui tutto nella norma, soprattutto come nel mio caso, quando, in qualità di agronomo, mi occupo di consulenze in ambito di gestione del verde sia in ambito pubblico che privato. Avviene purtroppo in questi ultimi anni che anche l’uomo abbia in un certo senso subito delle mutazioni nel rapporto con l’ambiente circostante manifestando nuove malattie. Nei primi mesi del 2013, presso un complesso residenziale del sud Milano che seguo ormai da qualche anno, mi sono imbattuta in un caso particolarmente significativo: un condomino era affetto da Sensibilità Chimica Multipla (MCS). La MCS è un disturbo provocato da esposizioni a sostante chimiche dell’ambiente. Le sostanze che sono coinvolte nei meccanismi di scatenamento sono molteplici, in genere fan-


Forte attacco di cocciniglia su esemplari di pittosporo.

no parte di alcune specifiche categorie biochimiche tra cui per citarne solo alcune: tensioattivi anionici e actionici, idrocarburi, esteri, eteri e resine. I sintomi si manifestano a più di un sistema o di un apparato di organi del corpo umano, come il sistema nervoso e i polmoni. L'esposizione può essere nell’aria, nel cibo o nell’acqua o attraverso il contatto della pelle. I sintomi possono somigliare a un'allergia perché tendono a comparire e/o a regredire con le esposizioni. Con il peggioramento della MCS, le reazioni diventano più severe e in modo crescente si cronicizzano, colpendo appunto più funzioni corporee. Evitare le sostanze chimiche che possono innescare le reazioni è una parte essenziale nel trattamento della MCS. Le persone affette da MCS che sono capaci di evitare rigorosamente le esposizioni sperimentano spesso un miglioramento della loro salute. Tuttavia la profusione e il moltiplicarsi di nuove e non sperimentate sostanze chimiche sintetiche, però rende questo estremamente difficile. Da un’iniziale richiesta da parte del condomino di sospendere i trattamenti adulticidi delle zanzare adulte, la problematica si è allargata a tutta la gestione chimica del giardino: dai trattamenti fitosanitari al diserbo, dalla concimazione finanche alla stesura della corteccia di pino nelle aiuole. Problema questo di non facile soluzione, almeno agli inizi quando, contatta-

Vasetti con Adalia bipunctata e Cryptolaemus montrouzierì pronti per essere immessi nel codominio.

te diverse ditte che pubblicizzavano prodotti “biologici”, il cui utilizzo mi sembrava il più confacente alle esigenze specifiche, visto anche le stringenti tempiste con cui bisognava intervenire in giardino, le stesse mi hanno caldamente consigliato di trovare e provare altre strade. Dopo un’attenta analisi del problema e dopo essermi consultata con alcuni medici specialisti e con il diretto interessato, con la ditta di giardinaggio e con l’amministratore condominiale, cercando in qualche modo di trovare un equanime accordo, una soluzione agli interventi da intraprendere è stata infine trovata. Prodotti biologici per il trattamento fitosanitario sono stati trovati e usati ma, convita che ciò non fosse l’unica vera soluzione per debellare problemi quali afidi, cocciniglie, tingidi e ragnetto rosso, mi sono rivolta anche a ditte che forniscono i cosiddetti “insetti competitori” ovvero una sorta di silenzioso esercito che per operare chiede solo di mangiare a sazietà qualche altro “collega”. Per questo mi sono rivolta alla BioConsult, nella persona del titolare Andrea Pellegatta, che già conoscevo anche di fama per diversi interventi pubblici nel campo della lotta biologica. Ecco alcune delle domande che gli ho fatto prima di intervenire nel condominio. In cosa consiste esattamente la lotta biologica?

Nella sua concezione più classica la lotta biologica consiste nella conservazione e nell’uso degli antagonisti naturali esistenti nell’ambiente, con l’obiettivo di controllare i parassiti per mantenerli entro limiti inferiori alle soglie di danno. L'uso di popolazioni di organismi utili per il controllo degli organismi dannosi ha numerosi vantaggi: riduzione dell’uso di pesticidi, rispetto degli equilibri naturali, nessun rischio di resistenza, nessun tempo di carenza, nessuna citotossicità e facilità di applicazione. La lotta biologica può essere applicata attraverso due linee di azione fondamentali, vale a dire: la protezione e il potenziamento degli antagonismi presenti in natura (lotta naturale) e l’introduzione nell’ambiente di agenti biotici (insetti, acari, nematodi, batteri, virus, funghi) che, inserendosi nell’ecosistema, ne divengono forza regolatrice di controllo, in molti casi durevole nel tempo (lotta biologica). La prima linea di azione consiste nel realizzare attività indirizzate alla conservazione e all’aumento delle popolazioni dei nemici naturali dei fitofagi nell’ambiente (lotta naturale). La seconda linea di azione consiste invece nell’utilizzo di agenti biotici (entomofagi in particolare) che vengono immessi nell’ambiente per controllare la popolazione di un determinato parassita. Le maggiori possibilità applicative si riscontrano nella

»»

Pag. 45 • Lineaverde Gen/Feb 2014


> SPECIALE FITOPATOLOGIA <

lotta biologica contro gli insetti, attraverso l’impiego (lancio) di tutti quegli organismi che predano o parassitizzano gli insetti e gli acari fitofagi. Entrambe queste tipologie di azione possono essere applicate in programmi di difesa biologica del verde urbano. Come funziona la lotta con insetti competitori? Così come in agricoltura, anche nei giardini è possibile favorire i meccanismi naturali di controllo dei parassiti mediante opportuni interventi: la scelta mirata delle specie vegetali, la creazione di siepi, il mantenimento di strisce erbose non sfalciate, il lancio di insetti (“ausiliari”) che predano o parassitizzano i nemici (“fitofagi”) delle piante ornamentali. Come qualsiasi altro ecosistema, infatti, anche il verde ornamentale è popolato da molte specie di organismi viventi, in un’associazione molto stretta detta “biocenosi”, nella quale ogni specie interagisce con le altre in maniera complessa. Sulle piante ornamentali delle nostre case e delle

Sopra, il lancio degli insetti avviene in modo attento a portando fuori l’insetto dal barattolo e distribuendolo nelle zone a ombra dl cespuglio da trattare. A destra, momento in cui Andrea Pellegatta diffonde gli insetti su un cespuglio di rose.

Pag. 46 • Lineaverde Gen/Feb 2014

nostre città vivono moltissimi organismi, ma solo una minima parte di essi sono “dannosi”. Questi fitofagi sono per lo più acari o insetti dei seguenti gruppi: afidi, tripidi, cocciniglie, lepidotteri o coleotteri. Alcuni di essi (es. lepidotteri e coleotteri) si cibano direttamente delle parti verdi o di quelle legnose, altri invece (es. afidi, cocciniglie e spille) succhiano la linfa delle piante provocando un danno diretto e talora anche un danno indiretto, meno grave per la pianta, legato all’emissione di un’escrezione zuccherina detta “melata” che imbratta la chioma delle piante e i manufatti sottostanti. La problematica legata alla produzione di melata, pur esteticamente poco piacevole da vedersi e fastidiosa per l’effetto di “appiccicaticcio” che determina, rappresenta una condizione il più delle volte poco problematica e ben tollerata dalle alberature urbane. Un abbondante acquazzone primaverile, infatti, può portare a una naturale risoluzione, con dilavamento della melata e rallentamento del ciclo degli insetti infestanti.

Quali insetti vengono maggiormente utilizzati e contro quali avversità? Gli organismi utilizzati nei programmi di lotta biologica come antagonisti dei fitofagi sono insetti, acari e nematodi ma anche microrganismi. In ambito di verde ornamentale gli insetti più utilizzati sono coccinellidi come Adalia bipunctata e Orius laevigatus contro afidi e Cryptolaemus montrouzierì contro cocciniglia cotonosa. Il fitoseide Phytoseiulus persimilis colpisce i ragnetti rossi, mentre Crisopa (Chrysoperla carnea) preda gli afidi. Secondo le diverse problematiche si ricorre all’utilizzo di una o più specie di insetto. La scelta dell’insetto da utilizzare varia anche in base alla pianta, al contesto e alla stagione. È possibile utilizzarli su un giardino condominale? Quali precauzioni bisogna prendere per il loro mantenimento? Anche in città la valorizzazione della lotta naturale è di fondamentale importanza per una gestione a basso impatto ambientale del verde. Essa


Gli insetti si possono anche inserire all’interno di piccoli cestellini di carta che si appendono ai rami.

Il barattolo degli insetti può contenere, come in questo caso, anche materiali inerti per facilitare la distribuzione senza maneggiare direttamente gli organismi e un alimento per il trasporto dalla ditta di produzione al cliente finale.

può essere realizzata, innanzi tutto,

buzione senza maneggiare diretta-

sale, come ad esempio per le pro-

sfruttando l’azione di piante che consentono la moltiplicazione, l’alimentazione o il rifugio di insetti utili. In particolare, preservando le siepi e mantenendo, dove possibile, strisce di piante erbacee spontanee non sfalciate, si incentiva la presenza d’insetti predatori e parassitoidi nell’ambiente e se ne favorisce il passaggio verso le piante ornamentali infestate. Per il mantenimento di questo ecosistema, sia che si tratti di un giardino privato, verde condominiale o di un’area pubblica è necessario evitare trattamenti indiscriminati che ovviamente vanno a colpire anche l’entomofauna utile.

mente gli organismi e un alimento per il viaggio. L'uso degli insetti è molto semplice. Secondo i casi il contenuto delle confezioni si rilascia direttamente sulle piante oppure all’interno di piccoli cestellini di carta che si appendono ai rami. E’ importante rilasciare gli insetti nelle vicinanze delle parti più colpite dai parassiti in modo che gli insetti utili trovino subito le prede senza disperdersi alla ricerca di cibo.

cessionarie del pino e della quercia.

Come vengono forniti gli insetti e come devono essere deposti sulle piante? Gli insetti possono essere spediti direttamente dalla biofabbrica oppure consegnati direttamente da un distributore. Sono contenuti all’interno di piccole confezioni, la cui forma e dimensione dipende dall’insetto e dalle piante da “trattare”: barattoli,

Ci sono accorgimenti particolari o altri prodotti biologici che si possono utilizzare e come funzionano? Gli insetti andrebbero introdotti non dopo essere ricorsi a trattamenti chimici, come ultima possibilità, ma in prevenzione della problematica, così da ricreare l’equilibro tra insetto dannoso e insetto utile. Raggiunti questo equilibrio è importante mantenerlo, eventualmente anche con interventi di soccorso con prodotti selettivi, a basso impatto per l’ambiente e attraverso l’esecuzione di corrette pratiche agronomiche. Oltre agli insetti i programmi di lotta biologica prevedono l’utilizzo di microrganismi, come ad esempio nematodi per la lotta all’ozziorinco o al

flaconi o piccoli sacchetti, che oltre agli insetti possono contenere anche materiali inerti per facilitare la distri-

punteruolo rosso della palma, di funghi entomopatogeni e funghi antagonisti, di trappole di cattura mas-

Hanno interazioni con l’uomo? Gli insetti utili utilizzati nei programmi di lotta biologica non hanno alcuna interazione con l’uomo.

Da circa un anno ormai gli insetti fanno parte integrante del verde condominiale e il loro utilizzo ha avuto un risultato molto soddisfacente: rose e spiree sono senza afidi, il numero di cocciniglie su pittospori si è decisamente ridotto. Nel complesso anche gli altri trattamenti hanno dato risultati sinceramente non sperati. Unica operazione chimica rimasta è il diserbo del prato e dei vialetti e il trattamento alle zanzare adulte, poiché espressamente richiesto dagli altri condomini, non avendo individuato sul mercato nessun altro prodotto la cui scheda tecnica non avesse riportato comunque sostanze chimiche tollerate. Per queste operazioni si è così concordata una specifica pianificazione dando preventivamente modo al citato condomino la possibilità di poter prendere delle specifiche precauzioni, anche allontanandosi dal contesto per qualche giorno. Infine anche il posizionamento della semplice corteccia di pino (i cui residui di resina possono scaturire allergie) molto probabilmente sarà sostituito a breve con materiale inerte. ■ Si ringraziano per la collaborazione l’Amministratore Condominiale Sig. Paolo Ramin e la ditta RAPPO S.r.l..

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Fiere In Italia Florshow

Verona

27 febbraio-1 marzo 2014

www.florshow.eu

Flormart

Padova

10-12 settembre 2014

www.flormart.it

Ghent (Belgio)

4 – 5 marzo 2014

www.florall.be

Orchid Show

Taiwan (Cina)

8-17 marzo 2014

www.tios.com.tw

Giardinia Zürich

Zurigo (Svizzera)

12-16 marzo 2014

www.giardina.ch

Garden München

Monaco (Germania)

12-18 marzo 2014

www.garten-muenchen.de

Celje (Slovenia)

12-16 marzo 2014

www.ce-sejem.si

All’estero Florall Taiwan International

Flora Garden & Flower Show

Piscine & Jardin

Marsiglia (Francia)

14-17 marzo 2014

www.salonpiscineetjardin.com

Floraholland

Naaldwijk (Olanda)

19-21 marzo 2014

www.floraholland.com

Hortiflorexpo Ipm China Pechino (Cina)

23-26 aprile 2014

www.hortiflorexpo-ipm.com

I.F.T.EX.

Nairobi (Kenya)

4-6 giugno 2014

www.iftex.org

Florall

Ghent (Belgio)

26-27 agosto 2014

www.florall.be

Plantarium

Boskoop (Olanda)

27-30 agosto 2014

www.plantarium.nl

Gafa+Spoga

Colonia (Germania)

31 ago.-2 sett. 2014

www.spogagafa.com

Glee

Birmingham (UK)

14-16 settembre 2014

www.gleebirmingham.com

Pag. 48 • Lineaverde Gen/Feb 2014


Produciamo aceri, ma non solo...

...con la stessa attenzione e professionalitĂ , con le piĂš evolute tecnologie, coltiviamo alberature, arbusti, rosai, conifere e rampicanti F.lli GILARDELLI

20041 Agrate Brianza (MI) Viale Delle Industrie, 21 Tel. 039/653.216 r.a. - Fax 039/653826 FILIALE DI PISTOIA - Via Malallevo, 16 Tel. 0573/947511 - Fax 0573/946062


PIANTE MATI

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dal 1909

Jn^k\nl kh[nk \bk\' \f *))(**)

TRADIZIONE QUALITÀ INNOVAZIONE SERVIZI

Platanor® oZeebl <eZnlZ \bk\' \f -)(-.

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Platanus Platanor® “Vallis Clausa” il Platano resistente al Cancro Colorato

Firenze viale Redi - Platanor® OZeebl <eZnlZ g^ee^ _hmh3 bfibZgmh +)*) & g^e +)** ^ g^e en`ebh +)*,

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AT T E N Z I O N E

Il Platanor® “Vallis Clausa” viene sempre venduto con un numero di codice kbihkmZmh Zee bgm^kgh ]b ng microchip inserito nel tronco, con il modulo per la segnalazione del luogo di piantagione e dal \^kmbÛ \Zmh ]b Znm^gmb\bm¨' Senza queste garanzie non è Platanor® “Vallis Clausa”

PIANTE MATI

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via Bonellina, 49 - 51100 Pistoia m^e )),2 ).0, ,1)).* & _Zq )),2 ).0, ,1+,/* ppp'ibZgm^fZmb'bm & bg_h9ibZgm^fZmb'bm ppp'`kniihfZmb'\hf & bg_h9`kniihfZmb'\hf


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