Vincenzo Caruso. I Forti dello Stretto di Messina. 1862 1914. Edas 2006

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I l P I a n o G e n e r a l e d I d I f e s a P e r l’ a r e a d e l l o s t r e t to d I M e s s I na

tot. spesa totale per lo stretto

£. 4.910.000 £. 13.070.000

Infine, per la stazione di rifornimento della r. Marina e per la difesa marittima locale (esclusa la costruzione della Batteria lanciasiluri alla bocca del porto di Messina) occorreva la spesa di circa £. 1.000.000 tra le quali era compresa la spesa di £. 265.000 per i lavori del canale e delle Banchine d’approdo del lago lungo. allegato alla relazione, la commissione mista unì il rapporto per gli studi dei lavori necessari per la costruzione di un campo trincerato occasionale sulle ultime pendici dei Peloritani in sicilia ed in calabria, di fronte allo stretto. Proposta di un Campo Trincerato con opere occasionali sulle pendici dei Peloritani e in Calabria. Il Ministro della Guerra, col dispaccio del 14 maggio 188234 aveva infatti ordinato che la commissione mista, incaricata degli studi di difesa dello stretto e del porto di Messina, estendesse il suo mandato allo studio dei provvedimenti che si riconoscessero necessari per costruire in caso di guerra, con opere occasionali, un campo trincerato sulle ultime pendici dei Monti Peloritani a portata delle batterie da costa e della città di Messina e per riunire in detta piazza i materiali occorrenti per la costruzione e l’armamento di tali opere35. la commissione pertanto, partendo dai dati raccolti dagli ufficiali di stato Maggiore, capitano Besta e Maggiore Pistoia, autori per conto del Ministero degli studi tattico-logistici, estese le sue perlustrazioni sopra le pendici tirreniche dei Monti Peloritani e i piani di campo calabro e Melia. lo studio per la formazione di un campo trincerato, che avesse come obiettivo quello di fungere da testa di Ponte sulla costa siciliana dello stretto per mantenere protetta la comunicazione tra il continente e l’isola, condusse ad individuare come luogo più idoneo per tale scopo, la regione compresa tra il Passo di s. rizzo, Gesso, salice, castanea, le Masse e il campo Inglese. In essa, presso i villaggi di castanea e salice e in prossimità delle Masse, vi erano in realtà i luoghi adatti per accampare le truppe ed acqua sufficiente per due divisioni. I movimenti delle truppe sarebbero stati agevolati dalla strada carreggiabile in costruzione a collegamento dei villaggi di s. Giovanni, curcurace, faro superiore, s. agata e da quella (già progettata) destinata a congiungere la strada ora detta con quella esistente s. rizzocastanea, facenti entrambe parte della nuova rete stradale militare necessaria per le comunicazioni carrettiere tra le nuove opere da costruirsi sul Poggio Polveriera, sul Monte della Grotta e sulla pendice Menaja del Monte cicci, per battere le acque dello stretto e gli ancoraggi davanti a Pace. I tronchi di strada parziali per accedere dalle indicate strade principali alle posizioni delle opere occasionali previste, si sarebbero potuti in parte costruire contemporaneamente riadattando le mulattiere esistenti; mentre i tronchi principali della rete stradale militare e quelli di accesso alle opere, per le quali mancavano interamente

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le comunicazioni, era necessario attivarne con urgenza lo studio e la realizzazione. una importante strada da realizzare, era quella che doveva servire a far avanzare, in caso di necessità, le truppe del campo trincerato per operare nei terreni a sud di Messina, senza dover attraversare la città. tale strada, con inizio presso il Baraccone (Monte correale), dalla strada Messina - s. rizzo, passando sui contrafforti di cataratti e spadafora, avrebbe raggiunto, per la fiumara, la provinciale litoranea. Il campo trincerato, nella proposta, si sarebbe appoggiato naturalmente alle opere da realizzare per la difesa di Messina lungo la dorsale dei monti e sarebbe stato integrato a completamento, da opere occasionali con lo scopo di consentire alle truppe di far fronte efficacemente ad attacchi provenienti dalla strada di Milazzo o da sbarchi sulla spiaggia tirrenica. a tale scopo, la commissione individuò i seguenti siti per le opere occasionali, da armarsi ciascuna di 4 bocche da fuoco di medio calibro e con 3 di calibro più piccolo, che avrebbero costituito tanti punti saldi di resistenza per appoggiare l’azione tattica delle truppe raccolte nel campo: davanti a serro (260 m) davanti a Gesso (210 m) Monte dei centri (340 m) Monte castellaccio costa tirrenica (320 m) Piano scudellaro (400 m) Piano dei rovelli (410 m) davanti s. Giorgio (310 m) Pianaccio di s. lucia (315 m) tali opere occasionali si sarebbero potute costruire, in caso di guerra, in 4 settimane con l’impiego di 100 uomini per ciascuna opera. a tal fine, si propose che le costruzioni del fortino del Poggio Polveriera (che fa parte della difesa costiera verso lo stretto), del Monte telegrafo, del Puntale ferraro, di croce cumia, Monte dei centri e di antennamare, che costituivano sulla cresta dei monti il necessario appoggio alle opere occasionali, fossero progettate in forma permanente, trattandosi di luoghi rocciosi dove era necessario, con un regolare lavoro, intervenire in tempo di pace. In calabria la forza necessaria sarebbe stata di una divisione di truppe. le ricognizioni locali indicarono che l’area da tenere sotto controllo, per impedire che truppe nemiche sbarcate potessero prendere di rovescio le opere dello stretto o interrompere le comunicazioni col resto del continente, era quella compresa tra il serro carruba, ove aveva inizio il Vallone di favazzina, il torrente catona e la sponda del mare. Poiché il lato di tale posizione costituito dal Vallone di favazzina era impraticabile, la sponda calabrese dello stretto sarebbe stata difesa dalle batterie basse e da quelle alte. non si prevedevano ulteriori possibilità di attacco all’infuori che dai piani d’aspromonte e dalla parte di reggio. Venne prevista l’occupazione del passo di tampone (o Puntone) dell’arena con la proposta di


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