Rapporto economia reale nei parchi nazionali

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Rapporto 2014

L’Economia Reale nei Parchi Nazionali e nelle Aree Naturali Protette

cui si sottopongono, angeli perché, mantenendo i muretti a secco che modellano e contengono il terreno, tutelano l’equilibrio idrogeologico, evitando le frane e quindi salvaguardando il territorio. E, allo stesso tempo, si fanno garanti di un’antica tradizione locale, quella vitivinicola, che altrimenti sarebbe completamente scomparsa. Fra questi viticoltori c’è anche Samuele Heydi Bonanini, titolare dell’azienda Possa, che a 36 anni può essere già considerato un veterano del settore. Ha iniziato a coltivare le vigne quando di anni ne aveva 19, partendo da un piccolo appezzamento di famiglia, e non ha più smesso. Le Cinque Terre sono la sua casa: qui è nato e cresciuto e qui ha deciso di rimanere per realizzare un sogno: il recupero di una costa particolare, quella di Possaitara, una delle più dure ma anche delle più belle della Liguria, dove la roccia cade a picco sul mare. In questa valle Heydi ha trascorso ogni periodo di vacanza durante l’infanzia e l’adolescenza e ricorda ancora le persone che coltivavano questo difficile territorio solo per la soddisfazione di farlo, per portare a casa qualche limone, un po’ di uva e alcune primizie. Col passare degli anni, molti di loro, a causa dell’età, hanno lasciato il duro lavoro e l’incuria ha preso il sopravvento. Agli inizi degli anni Novanta, erano rimaste coltivate solo poche porzioni di terrazzamenti e le frane avevano devastato il profilo del versante e distrutto parte dei muretti a secco. La Possaitara era così destinata a scivolare inesorabilmente verso il mare, trascinando con sé, oltre ad alcuni secoli di storia, anche uno dei sentieri più suggestivi delle Cinque Terre, quello che conduce a Canneto. Invece di lasciare la valle al suo degrado, Heydi Bonanini ha deciso di piantarvi l’uva e altri frutti, rinvigorendo i fasti di una terra soleggiata, da sempre vocata alla viticoltura. Un progetto che lo ha portato a creare, nel 2004, un’azienda per la produzione di vino, recuperando 3.500 metri di collina e ricucendo, attraverso i terrazzamenti, la zona alta del versante con quella a mare. Per far questo, ha portato avanti numerosi interventi sia nel recupero del territorio - come la ricostruzione dei muretti a secco franati per piantumare nuovi vigneti, agrumi, piante aromatiche, officinali e da frutta - sia nella ristrutturazione di alcuni rustici per l’attività aziendale. Ancora oggi, Heydi smonta e rimonta i muretti a secco da solo, imbracato, sospeso nel vuoto. E’ un lavoro durissimo. Non a caso, da queste parti si parla di viticoltura eroica. Per capire fino in fondo la fatica, basterebbe una mezza giornata di vendemmia ad agosto. Heydi è un autodidatta, ma ha un nume tutelare che porta il nome di Elio Altare, vignaiolo di Langa e inventore del barolo, che si è innamorato delle Cinque Terre e ha incoraggiato i giovani del luogo a recuperare la viticoltura. Così l’Azienda Agricola Possa ha deciso di produrre vini che rappresentano appieno il forte legame col territorio. Primo fra tutti lo sciacchetrà, l’antico passito color d’ambra che per secoli i contadini hanno prodotto in minime quantità e attorno al quale si poteva raccogliere la famiglia o la comunità per le occasioni di festa. Un vino raro, che è stato molto citato in letteratura e ha ottenuto la Denominazione di Origine Controllata. La genesi del nome è oggetto di discussione, forse deriva dal verbo sciacàa (schiacciare), che indica la pigiatura dell’uva. I puristi dicono che si dovrebbe utilizzare la forma ligure sciachetrà con una sola ‘c’, ma da queste parti il vino è altrettanto noto come refursà (rinforzato) o vin duse (vino dolce). Tra i tanti passiti dell’Italia e del Mediterraneo in generale, lo Sciacchetrà si distingue non solo per il prezzo, tra i più elevati del mondo, ma anche perché non deriva da uve aro-

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