Secundum Flumen

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Il Veneto Centrale e la città contemporanea

e all’esaltazione del vuoto e dell’individualismo. In anni più recenti, soprattutto con l’avvento della crisi economica e di una generale frenata dell’urbanizzazione periurbana, si può registrare un cambio di approccio da parte degli studi sulla città diffusa, che tendono ad assumere un atteggiamento più “pragmatico” e progettuale nei confronti dei territori diffusi. In questo senso vanno lette le più recenti ricerche nate all’interno dello IUAV e dell’EMU a Venezia, promosse dal gruppo guidato dallo stesso Bernardo Secchi ed ora proseguite da Paola Viganò, che pongono al centro del loro percorso i concetti di riciclo, di riuso e di rigenerazione.13 Sempre in questo senso possono essere lette altre esperienze14 che si confrontano con la necessità di applicare correttamente i nuovi strumenti urbanistici nati dalle riforme che a cavallo del 2000 hanno cambiato il mondo della pianificazione territoriale in Italia e che assumono la crisi economica come un “momento di problematizzazione” che dovrebbe spingere a ripensare alcune delle prassi nella progettazione territoriale.

1.3 Caratteristiche e particolarità del territorio veneto centrale Il toponimo “Veneto Centrale” è stato ampiamente utilizzato per descrivere la pianura veneta interessata da fenomeni di dispersione insediativa, con esso ci 13 (Munarin & Tosi 2015, Fabian 2015, Pellegrini 2010), il lavoro Recycle Italy, e in Particolare Recycle veneto) 14  Cfr. (Magnaghi 2009, Savino 2012, Merlini 2015)

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