Secundum Flumen

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Il Veneto Centrale e la città contemporanea

che si fanno sempre più evidenti sul territorio si moltiplicano anche le ricerche che cercano di cogliere tale processo nel farsi, evidenziandone di volta in volta le problematiche o gli elementi di maggiore novità rispetto allo scenario precedente. Riprendendo la suddivisione tracciata da Cristina Bianchetti12 si possono individuare negli studi che hanno affrontato il tema della città contemporanea in Italia negli anni ‘90 cinque differenti correnti di pensiero. La prima è costituita dalla linea “neo-riformista” che raggruppa posizioni anche molto diverse: insieme ai più aspri detrattori della dispersione, che individuano in essa un processo a-morale da ricondurre entro i canoni della città tradizionale si incontrano anche posizioni più aperte (come quella di Indovina) che pur evidenziando gli esiti negativi della città diffusa guarda con interesse ad essa come all’espressione di un contesto profondamente mutato, in grado di dare spunti di intervento anche in campo economico, politico e sociale; in generale comunque si può dire che queste ricerche si caratterizzano per un approccio tradizionale che individua nella pianificazione urbanistica la risposta alla dispersione edilizia. La seconda posizione è stata definita “elementarista” e fa riferimento alle posizioni di Bernardo Secchi, che definisce la dispersione come l’espressione di diverse “razionalità minimali”, liberate delle forme tradizionali di contenimento dell’individualismo (come in fondo è la forma città) ed in conflitto l’una con l’altra. Su questo pensiero si imposta una ricerca che 12 (Bianchetti 2003)

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