Rivista Insight n.5

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impiegava un anno per fare un film. Adesso, il mio montatore, che quest’anno è anche candidato al David di Donatello, può riunire un gruppo di persone che ci mette due o tre settimane per fare circa cento minuti. All’epoca per fare cento minuti si impiegavano sei mesi: quello della pellicola era un altro mondo. I giovani di oggi forse non hanno l’esperienza della pellicola o, se l’hanno avuta, solo di seconda mano. Nel 1981 andai a bussare alle porte delle case di produzione di Londra e trovai un produttore, perché in quel periodo in Inghilterra c’era una tax credit che permetteva ai non americani di costare molto meno degli americani. Era il periodo in cui vennero girati Indiana Jones, James Bond, Guerre stellari. Nell’84 ho avuto la fortuna, insieme ad un gruppo di aiuto registi, di andare a lavorare in Indiana Jones e il tempio maledetto e, da allora, ho lavorato a un film dopo l’altro. Ottenni la tessera sindacale come aiuto regista. La regia vera e propria rappresentava per me in quel periodo un’attività parallela, lavoravo professionalmente come aiuto regista e nel frattempo come regista realizzavo cortometraggi. All’epoca si potevano vedere i primi videoclip, che

tuttora passano su MTV, che peraltro nasce in quel periodo. Ogni gruppo musicale aveva bisogno di fare il proprio videoclip, ed ho avuto la fortuna di realizzarne uno per un gruppo australiano che si chiamava INXS, per il loro primo singolo. Il video ha avuto successo al punto che iniziai a ricevere più richieste per i videoclip, ma nel frattempo continuavo a lavorare come aiuto regista. Alla fine degli anni ’80 mi chiamarono a Milano per fare pubblicità, anche se in Italia non lavoravo molto in questo ambito. Infine mi dissi: “Fammi andare a vedere in giro cosa c’è”, quindi iniziai a girare documentari in Africa, poi a Bucarest dove c’era stata la rivoluzione. A chi intende fare il regista in Italia e non vi riesce, dico spesso: “Guarda che il mondo è grande”, chi ha un po’ di esperienza può andare anche a Shanghai e può lavorare, però ci vogliono spirito d’avventura e volontà. Io ad esempio a Shanghai non ci sono voluto andare, però sono stato in altri luoghi ed ho iniziato a lavorare moltissimo. I primi anni con la pubblicità, che mi ha permesso, grazie ai mezzi e alle idee, di sperimentare tanto. All’epoca c’era un mercato ricco al punto che i clienti dovevano implorare le agenzie perché

Alle persone che intendono fare il regista in Italia e non riescono a farlo, dico spesso: “Guarda che il mondo è grande”


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