CIELO TERRA
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l’arte contemporanea si mette all’asta per beneficenza
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CIELO TERRA
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l’arte contemporanea si mette all’asta per beneficenza
BOLOGNA TORINO FIRENZE settembre > ottobre 2011
in collaborazione con
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TRA CIELO E TERRA l’arte contemporanea si mette all’asta per beneficenza
Bologna Esposizione: 16-20 settembre 2011 Asta: martedi 20 settembre 2011 ore 20.00 Fondazione Carisbo Via Farini 15, Bologna Torino Esposizione: 23-27 settembre 2011 Asta: martedi 27 settembre 2011 ore 20.00 Palazzo Barolo Via delle Orfane 7, Torino Firenze Esposizione: 23-27 ottobre 2011 Asta: giovedi 27 ottobre 2011 ore 20.00 Museo Marino Marini Piazza San Pancrazio, Firenze 2
Concept e produzione Veryweb Direzione artistica Silvia Litardi Curatela e coordinamento Firenze Rubina Romanelli
Progetto grafico Matteo Gregorietti Ufficio stampa e PR Bologna e Torino GK Project
Ente benefico Fondazione Paideia, Torino
Comunicazione Firenze Neri Torrigiani
In collaborazione con Christie’s
Comunicazione online Viralbeat Stampa AZ Color Informazioni tracieloeterra.aeroportodimonaco.it tracieloeterra@aeroportodimonaco.it tel +39 045 2886140
Soggetti promotori Air Dolomiti Aeroporto di Monaco
Allestimento e logistica Valentino Structure
Comitato Scientifico
Si ringraziano
Daniela Argentero Vice presidente Fondazione Paideia
Gli artisti e le gallerie che hanno generosamente donato le opere in asta
Gabriele Basilico Fotografo Silvia Litardi Curatrice
Aeroporto di Bologna, Aeroporto di Torino e Aeroporto di Firenze Fondazione Carisbo di Bologna Palazzo Barolo di Torino Museo Marino Marini di Firenze e inoltre:
Rubina Romanelli Direttrice Studio Galleria Romanelli, Firenze. Giulio Sangiuliano Direttore del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea, Christie’s Italia
Giacomo Bracci, Franco Fiorino, Viola Guastafierro, Federica Liscio, Patrizia Martello, Angela Nardi, Filippo Podestà, Chiara Puglia, Giorgia Salvadori, Gabriella Sorelli, Giuliano Tedesco, Alessia Zampano. Un ringraziamento speciale a:
Luciano Marocco Vice Presidente Opera Barolo Fabio Roversi-Monaco Presidente Fondazione Carisbo Alberto Salvadori Direttore Museo Marino Marini 3
Air Dolomiti e Aeroporto di Monaco fanno del volo un’opera d’arte
Air Dolomiti e Aeroporto di Monaco fanno del volo un’opera d’arte. Sembra una frase fatta, ma non lo è. La cura minuziosa che mettiamo in ogni dettaglio del nostro lavoro permette di trasformare un semplice volo in un’esperienza unica, indimenticabile, emozionante. Proprio come un’opera d’arte. Da questo concetto semplice è germogliato e cresciuto il progetto “Tra cielo e terra”. Da sempre siamo promotori nei cieli europei della cultura italiana in tutte le sue forme, dallo stile alla moda, dalla cucina al design. Quest’anno aggiungiamo un nuovo tassello: l’arte contemporanea ed i suoi artisti, alcuni già conosciuti e quotati a livello nazionale, altri forse meno noti ma con un alto potenziale ai quali desideriamo 4
dare una concreta opportunità di affermazione perché possano “spiccare il volo” nel complicato ed affascinante mondo dell’arte. Senza la presunzione di volerci considerare dei moderni mecenati abbiamo strutturato questo progetto con una duplice finalità: dare visibilità a nuovi artisti e, allo stesso tempo, sostenere la fondazione Paideia di Torino nel suo importante lavoro di aiuto a nuclei familiari di bambini con malattie o disabilità. Strada facendo il progetto ha raccolto il consenso di tante istituzioni importanti a partire da Christie’s, che da sola basterebbe a garantire il valore del progetto, fino agli aeroporti di Bologna, Torino e Firenze, passando per Fondazione Carisbo, Palazzo Barolo
Un grande esempio di responsabilità sociale
e Museo Marino Marini, fino al comitato scientifico, composto da personalità di spicco della cultura contemporanea. Siamo orgogliosi della continua evoluzione di questo progetto e siamo soddisfatti perché il nostro entusiasmo ha contagiato ed appassionato altre realtà che hanno condiviso con noi mesi di intenso lavoro e di risultati positivi. Ciò conferma la nostra convinzione che “fare sistema” tanto in ambito industriale quanto nella cultura, è il modo migliore per promuovere i tanti tesori d’Italia. Cristina Silvestri Direttore Marketing Air Dolomiti
Grazie alla passione per l’arte e alla disponibilità dei collaboratori della Christie’s Italia, siamo stati fortunatamente coinvolti in questa splendida iniziativa. Tra cielo e terra nasce con l’obiettivo di sostenere artisti emergenti, ma allo stesso tempo mostra il suo carattere sociale e si offre come importante progetto di solidarietà. Il ricavato, infatti, consentirà alla Fondazione Paideia di sponsorizzare un progetto “ad hoc” in atto da alcuni anni: Estate Paideia, che prevede l’offerta di soggiorni-vacanza per nuclei familiari che hanno bambini con malattia o disabilità. Si tratta di un’occasione molto importante per le famiglie, che per una settimana si ritrovano a condividere la propria esperienza con quella di altri, ma anche – grazie
all’aiuto dei nostri volontari – ad approfittare di qualche momento di riposo spesso negato nella vita di tutti i giorni. Il valore principale del progetto, infatti, è rappresentato dalle opportunità di incontro che permettono ai bambini e alle famiglie di ricreare momenti di benessere e relazioni. Estate Paideia è un modo per far sperimentare alle famiglie, anche in presenza di disabilità complesse, che la vacanza non solo è possibile, ma è anche un’occasione preziosa per cambiare prospettiva e ripartire con maggior fiducia. Nello sforzo di sostenere tre eventi in cui l’arte contemporanea si mette all’asta per beneficenza, Air Dolomiti e Areoporto di Monaco dimostrano una spiccata e non comune sensibilità nei confronti
della responsabilità sociale. Non possiamo, dunque, che esprimere loro gratitudine per questa occasione di crescita doppia: per gli artisti partecipanti, che avranno l’opportunità di aumentare la propria visibilità, ma anche per la Fondazione stessa, che potrà inseguire nuovi e stimolanti obiettivi nell’aiuto costante alle famiglie. La speranza, da parte nostra, è che si tratti di una esperienza costruttiva e vincente, che possa essere ripetuta con successo in futuro. Perché cielo e terra, in fondo, non sono così lontani. Daniela Argentero Vice presidente Fondazione Paideia
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Dal dono...
Si fonda sul dono tutta la macchina di “Tra Cielo e Terra”: la fiducia riposta dagli artisti è un atto di totale libertà che ha il potere di alimentare il legame sociale tra i vari attori che si trovano a condividere i risultati dell’iniziativa. Nella catena progettuale, il dono sta all’inizio e alla fine del processo che, proprio in quanto tale, chiama il pubblico a decretarne il successo: la “responsabilità sociale dell’arte” viene così condivisa con un pubblico chiamato ad essere intermediario attivo e responsabile nella traduzione del dono iniziale a beneficio della Fondazione Paideia. In un momento storico in cui le aziende riducono l’investimento in progetti per l’arte e la cultura in generale, cogliere un segnale positivo equivale 6
Gli artisti
a registrare una fiducia nell’innovazione. Cosa ha a che vedere l’arte contemporanea con l’innovazione? Non solo i manufatti d’arte, ma anche i progetti e i servizi funzionano come dispositivi di senso capaci di predisporre la riflessione sull’agire in termini nuovi. Nel caso di “Tra Cielo e Terra” assistiamo alla nascita di un microsistema capace di alimentare creatività e generare sostegno soddisfacendo, al contempo, esigenze etiche e creative. I 32 artisti sono stati selezionati per mezzo di un bando voluto per garantire la totale democraticità del sistema. Il risultato raccolto in questo catalogo e nella mostra è una sorpresa per gli stessi addetti ai lavori che hanno selezionato e raccolto le opere di artisti già noti
ed affermati, e non solo nel panorama italiano, al fianco di artisti sconosciuti di cui si sono apprezzate le proposte. A loro si uniscono due grandi nomi: Gabriele Basilico e Maurizio Cannavacciuolo hanno voluto contribuire al battesimo di “Tra Cielo e Terra” non solo, come nel caso del grande fotografo, partecipando al comitato scientifico, ma anche con la loro arte. L’eterogeneità dell’insieme assomiglia a quella sensazione di libertà che si ha quando si spicca il volo...
Paolo Angelosanto
Silvia Iorio
Folco Salani
Roberto Antonioletti
Vénera Kastrati
Guendalina Salini
Roberto Atzori
Julia Krahn
Andrea Salvatori
Pier Paolo Bandini
Alessandra Longoni
Aldo Soligno
Simona Boglietti
Alessandro Majocchi
Gianluigi Toccafondo
Andrea Buttazzo
Isabella Mara
Stefano Tondo
Giorgio de Finis
Franco Menicagli
Antonello Viola
Cristina Falasca
Mattia Montemezzani
Linyuan Wei
Flavio Favelli
Rachel Morellet
Marco Garofalo
Giovanni Ozzola
Ospiti d’onore:
Silvia Litardi Curatrice
Sergio Ghetti
Giuseppe Pietroniro
Gabriele Basilico
Simone Ialongo
Kevin Pineda
Maurizio Cannavacciuolo
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Christie’s rinuncia ai diritti d’asta sulle opere. Le opere non hanno riserva e saranno aggiudicate al miglior offerente. Le opere sono state donate dagli autori e dalle gallerie.
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LE OPERE IN ASTA A BOLOGNA Fondazione Carisbo 20 settembre 2011
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1 Paolo Angelosanto S.Denis, Francia, 1972
Vive e lavora a Roma. Il proprio corpo è sempre centrale nel suo lavoro, prevalentemente performativo. Le sue azioni aprono al pubblico la sfera privata, puntando l’attenzione sull’identità: individuale, nazionale, sessuale, culturale. Il corpo funziona allora come cassa di risonanza di istanze comuni, come luogo politico in cui le sensibilità soggettive e personali si possono metaforizzare in quelle proprie di una collettività. Come nel caso del disegno Per amore solo per amore, l’oggetto d’arte funziona come traccia di un evento in cui “l’artista mette in scena se stesso con un’azione poetica, per esplorare lo spazio e le proprie capacità mediante il gesto, con determinazione estetica e competenza cognitiva, attraverso il segno grafico”.
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Tra le performance realizzate: Lacrime di coccodrillo, The Road to Contemporary Art, Ex Mattatoio-Roma, 2011; Per amore solo per amore, Reload- Ex OfficineAutomobilistiche, Roma, 2011; Je me souviens, La Chambre Blanche, Quebec City, 2010; Stay as it is, everything must change, Martedì crtici, Roma, 2010; Wunderkammer Soap, Festival di Drammaturgia Contemporanea, Viterbo, 2006; Welcome, a cura della Nuova Icona, nell’ambito della Biennale di Venezia - 49° Esposizione internazionale d’Arte, Venezia, 2001; Venezia Souvenir, Galleria Gabriela Mistral, Santiago del Cile, 2001; Souvenir, Palazzo Carminati, Venezia, 1999; Mani di fata, Ex Convento Santa Maria, Gonzaga (MN), 1999;
Tra le mostre personali: Je me souviens, Galleria La Chambre Blanche, Quebec City, 2010; Wunderkammer, MLAC, Museo Laboratorio Arte Contemporanea Università La Sapienza, Roma, 2007; Gemine Muse, Sederholm House, Helsinki City Museum, 2005; Welcome, Galleria Animal, Santiago del Cile, 2003. È invitato alla Biennale di Venezia - 54° Esposizione internazionale d’Arte, Padiglione Lazio, Roma, 2011.
Paolo Angelosanto Per amore solo per amore, 2011 grafite su carta 150 x 110 cm courtesy dell’artista Valore stimato 1.100 euro
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2 Roberto Atzori alias ROBBERTO Cagliari, 1989
Vive, studia e lavora a Roma. È attualmente iscritto all’Accademia di Belle Arti di Roma; possiede un talento naturale per il disegno, con il suo tratto fluido e spontaneo ritrae una galleria di personaggi reali e fantastici spesso immersi, come nelle tre opere grafiche donate, tutte del 2011, in una dimensione fiabesca. Nel 2010 mette in moto, per la prima volta a Roma, la bike-gallery: un sistema autogestito e assolutamente autonomo per esporre e vendere prevalentemente i propri disegni.
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Da qualche anno partecipa a varie collettive, in particolar modo a Roma e Cagliari, tra cui si segnalano: Return, Royal Accademy of Fine Arts, Antwerp - Belgio, 2011; Pinocchio pop, Sala Civica - radio meda, Milano, 2011; Pre-opening, the room gallery, Roma, 2011; Assenze, Teatro Leone Magno, Roma, 2010; Gemine muse “eroe”, Caffè letterario, Roma, 2010; Emergenze, Basilica SS Apostoli, Roma, 2010.
Roberto Atzori L’epine, 2011 foglia d’oro, acquerello, matita e tinta su compensato 30 x 40 cm courtesy dell’artista Valore stimato 390 euro
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3 Pier Paolo Bandini Roma, 1966
Vive e lavora a Roma. Dal 1986 conduce un’attività artistica indipendente e solitaria fino a conseguire il diploma all’Accademia di belle Arti di Roma nel 2000. Al centro della sua produzione è la figura umana: il disegno ossessivo, spesso su grandi superfici, segue le tensioni muscolari dell’uomo solo, seppur moltiplicato e frammentato, fuori da qualsiasi riferimento spazio-temporale. Il tratto rapido traduce la velocità smaniosa di contenere gli spasmi del soggetto umano, del montare graduale di uno stesso effetto come in Climax 01. Apparentemente di segno opposto la produzione di light-box in cui maschere stereotipate di tipi post-moderni sorridono beffarde.
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Tra le mostre Personali: Light Drawings con Thomas Libetti, b > gallery, Roma 2010; Backbone, Monty&Company, Roma, 2010; Climax, Sesto Senso Gallery, Roma 2009; Umanità, Palazzo Valentini, Roma, 2008.
Tra le mostre collettive: 1st Year, Contemporanearoma, Roma; Grand Tour, Castello di Grobnik, Croazia 2010; Security, Auditorium Parco della Musica, Roma, 2010; Black and White Reflections, Montoro Gallery, Roma, 2009; Salviamo l’Abruzzo, Sesto Senso Gallery, Roma, 2009.
Pier Paolo Bandini Climax 01, 2008 disegno a mano su carta, stampato in digitale su alluminio 140 x 100 cm courtesy dell’artista Valore stimato 1.300 euro
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4 Simona Boglietti alias Marlen und Marlen Torino, 1981
Vive e lavora a Biella. Frequenta l’Accademia di Belle Arti dove si laurea in scenografia con indirizzo multimediale. Usa rigorosamente la fotografia analogica: nulla è lasciato al digitale, alla rielaborazione in post-produzione per quanto la sua ricerca linguistica sconfini nel cinema. Costruisce le immagini come sequenze dello stesso frame sottolineando l’orizzontalità su cui si innestano, trasversalmente, fatti, forme, sentire: l’unicità dello scatto lascia il posto a un montaggio ordinato di realtà per affermare l’idea che, nella ripetizione, la banalità del reale si disperda in un ritmo poetico.
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Tra le mostre collettive: Aspettando Miart | Con – temporary art, Casa dell’Energia, Milano, 2008; Manifesta, Madonna di Campiglio, 2008; Futuri-AMO, Galleria 9 Colonne, Bologna e Fondazione D’Ars, Milano; 10° Premio Novara, Palazzo Bellini, Oleggio (NO).
Simona Boglietti Aesthetic, 2010 fotografia analogica - stampa su alluminio 30 x 45 cm courtesy dell’artista Valore stimato 300 euro
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5 Andrea Buttazzo Lecce, 1974
Vive e lavora a Lecce. Ha studiato scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Attualmente affianca all’attività artistica quella dell’insegnamento di discipline plastiche e comunicazione visiva. Come molti artisti contemporanei Andrea Buttazzo indirizza la sua profonda cultura per una tradizione locale, nel suo caso per la pietra leccese, per realizzare delle sculture che sono veri e propri divertissement. Qualcosa gioca con l’effetto del trompe l’oeil: un quadro incartato con della comune carta da imballaggio e impacchettato con tanto di spago e piombino salva garanzia non è altro che una scultura in pietra da appendere al muro. Solo un lembo squarciato di carta/pietra lascia intravedere l’angolo di una cornice in legno laccato in foglia d’oro facendo intuire quello che non è. L’artificio concettuale forza la relazione tra realtà e rappresentazione anche nel caso di Palla al piede dove il peso, indicato dal titolo e dalla materia, si scontra con l’immagine di un palloncino di plastica ad aria compressa, leggermente sgonfio e stanco. 18
Tra le mostre personali: Incubo, Edicola Notte, Piazza degli Eroi, Galugnano (LE), 2006 e 2 Misure, Basilica di Santa Croce, Lecce, 2001; Essenzassenza, Palazzo Carafa, Lecce, 1999/2000.
Tra le mostre collettive: Biennale di Venezia - 54° Esposizione internazionale d’Arte, Padiglione Puglia, Lecce, 2011; Borgo in festa, frantoio ipogeo, Borgagne (LE), 2010; Fiera del Levante, Eventi di cambiamento, installazione, Bari, 2007; Arte in comune, Palazzo Ducale, San Cassiano (LE), 2005; Cool !!! Mistero & Ironia nella creatività contemporanea, Primo Piano Living Gallery, Lecce, 2004; Terza Triennale d’Arte Sacra contemporanea, Piazza Duomo, Lecce, 2004; Kontemporanea …panorami dello spirito della cultura, ex- Convento dei Teatini, Lecce, 2002; Arte in scena, Cantieri Teatrali Koreja, Lecce, 2002; Kontemporanea ’00 …in viaggio, Ex-Squadra Rialzo F.S, Lecce, 2000; Artisti in copertina, Fondazione Memmo, Lecce, 2000; 1° Premio Internazionale per la scultura Umberto Mastroianni, Palazzo Colonna, Marino, Roma, 1999.
Andrea Buttazzo Qualcosa, 2006 pietra leccese, spago, piombo 70 x 48 x 6 cm courtesy dell’artista Valore stimato 2.500 euro
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6 Flavio Favelli Firenze, 1967
Vive e lavora a Savigno (BO). Dopo la Laurea in Storia Orientale all’Università di Bologna, prende parte al Link Project (1995-2001). La sua frastagliata produzione è il punto d’unione di un immaginario che attinge liberamente alla memoria personale e collettiva, alle produzioni d’eccellenza italiane (artigianali e industriali), alle storie e alla Storia che continuamente si incontrano e si scontrano negli oggetti con cui condividiamo l’esistenza. La Rotonda è parte di un lavoro fatto sul Mausoleo di Teodorico, luogo mitico di Ravenna e occasione per costruire una narrazione fatta di “stati di visione”.
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Flavio Favelli ha esposto in importanti spazi pubblici e privati in Italia e all’estero. Tra le numerose mostre personali e progetti: Hotel Giappone, Ex-Brun Farnespazio, Bologna, 2011; Sale Interne, Galleria S.A.L.E.S., Roma, 2010; La Rotonda, Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro, 2010; China Purple, in collaborazione con Via Farini DOCVA, No Soul for Sale, A Festival of Independents, Turbine Hall, Tate Modern, Londra, 2010; Abito vs Habitat, Museo Marino Marini, Firenze, 2009; Acrobazie #5, Ospedale Psichiatrico Fatebenefratelli, San Colombano al Lambro (MI), 2009; Bureau, Fondazione Maison Rouge, Parigi, 2007; Ambient Tour, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino 2007; Rosé Royal, Projectspace176, Londra 2005.
Tra i molti progetti pubblici vale ricordare Sala d’Attesa nel Pantheon di Bologna all’interno del Cimitero Monumentale della Certosa che accoglie la celebrazione di funerali laici. Tra le principali mostre collettive: Sotto quale cielo?, Palazzo Riso, Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia, Palermo, 2011; La scultura italiana del XXI secolo, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano, 2010; SPAZIO, Mappe del Reale, MAXXI, Roma, 2010; Italics, Palazzo Grassi, Venezia, 2009; XV Quadriennale di Roma, 2008; L’Alba di Domani. Arte Contemporanea in Italia da Collezioni Italiane, Elgiz Museum, Istanbul, 2008.
Flavio Favelli La Rotonda, 2010 smalto su cartolina, cornice opera unica composta da 2 opere 18,5 x 21,5 cm - 21,5 x 19 cm courtesy dell’artista Valore stimato 2.000 euro
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7 Simone Ialongo Latina, 1977
Vive a Sabaudia (LT). Dagli studi in Archeologia Preistorica presso l’Università di Firenze prende avvio l’interesse per la sopravvivenza delle matrici preistoriche nelle civiltà superiori nonché per i materiali naturali, come ocre e argille, che si ritrovano nella sua attuale ricerca artistica. L’orante lascia pensare ad un fantastico reperto preistorico, piccola scultura di terracotta, immagine ieratica e minima; guarda alla tassonomia come strumento limitato di analisi e ricerca, ereditato dalla cultura illuminista, L’infinito (l’individuo, la coppia, la famiglia), collage con elementi da stampe originali dell’800 dell’Encyclopédie di Diderot. Di segno formalmente opposto One Hundred Shots (Punch), parte di una serie di cinque pezzi (One Hundred Shots): cinque pani di argilla cruda sono stati colpiti dall’artista con 100 pugni (nel caso dell’opera proposta), 100 colpi di bastone, 100 di catena, 100 coltellate e 100 colpi di pistola. La terra, come carne, trattiene le impronte 22
di una pulsazione facendo rientrare queste sculture nell’ordine semantico degli indici: sono il frutto non mediato della relazione fisica intercorsa tra oggetto e soggetto. Allo stesso tempo sono anche una metafora sulla genesi delle armi per quanto la smaltatura bianca le sublimi e le astragga.
Mostre personali: Il Visibile | L’Invisibile, Galleria Margini Arte Contemporanea, Massa, 2010; Vita da Artista, Brac, Libreria di Arte Contemporanea, Firenze, 2009; Tra le mostre collettive: Null#1-Festival della Creatività, Ex Carcere delle Murate, Firenze, 2010; Private Flat#6-BOI (Babylon Optical Illusion), Firenze, 2010; SecreAzioni - da Piero Manzoni al fallimento Lheman Brothers, Museo Archivio degli Artisti Abruzzesi Contemporanei, Castello di Nocciano (PE), 2009; Emerging Talents, Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze, 2009.
Simone Ialongo L’orante, 2011 ceramica 10,5 x 7 x 7 cm courtesy dell’artista Valore stimato 250 euro
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8 Julia Krahn Juelich-Aquisgrana, Germania, 1978
Vive e lavora a Milano. Per dedicarsi completamente alla fotografia nel 2000 lascia gli studi di medicina alla Albert Ludwig Universitaet di Friburgo e nel 2001 si trasferisce a Milano dove inizia la sua collaborazione con la Galleria Magrorocca. La ricerca fotografia è tesa a cogliere le sensazioni della realtà, la fluida sintonia tra gli attori della percezione; è frequente nel suo lavoro il proprio corpo in autoscatti che sono apparizioni, visioni, istanti che fermano sulla pellicola il momento dell’esperienza nel suo svolgersi. Vitello D’Oro nasce dalla ricerca sui valori sbilanciati della società, della famiglia, della religione: nella tradizione cristiana il vitello rappresenta il tradimento dell’uomo di fronte a Dio, ma anche l’idolatria, traducibile in termini contemporanei con “il culto dell’immagine”. Un concentrato di trasgressioni, ma, d’altronde, come ci ricorda l’artista: “è il peccato che ci insegna il sacro”. 24
Nel 2003 inaugura le sue prime personali Schatten e Von Gaensen und Elefanten a Milano e partecipa ad alcune collettive a Milano, Londra e Tokyo; nel 2007 espone al Museum Ludwigforum, Aachen in Germania, e inaugura The Creation Of Memory alla Galleria Magrorocca, Milano; nel 2008 è stata selezionata per la partecipazione alla Biennale di Theran (Istambul), vince il Premio San Fedele a Milano e il Premio de Fotografìa de CCM di Barcellona. Nel 2009 riceve la Special mention in the Tequila Cuervo Centenario Award for Emerging artist in Zona al Maco Art Fair 2009 a Città del Messico.
Nel 2010 espone a VOLTA 6 a Basilea, alla fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, partecipa alla collettiva Mutter nel Kulturzentrum bei den Minoriten a Graz ed infine inaugura la sua prima personale a Berlino Ja, Ich Will! alla Zirkumflex Galerie. Con la sua personale Angelus Militans / Nunc Instantis a Milano inizia nel febbraio 2011 la collaborazione con Carlotta Testori Studio; sempre nel 2011 partecipa alla collettiva Difraccion alla Patricia Conde Galerìa, Città del Messico.
Julia Krahn Vitello D’Oro_canto, 2010 stampa fotografica 50 x 40 cm courtesy dell’artista Valore stimato 1.900 euro
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9 Alessandra Longoni Milano, 1985
Vive a Milano. Frequenta la facoltà di Filosofia all’Università degli Studi di Milano. Dal 2007 è allieva del Professor Italo Bressan presso la Scuola di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Ispirata dal fare artistico in quanto processo generativo pari ad un atto naturale e fisiologico, che vuole le opere portatrici di un senso metamorfico e di tolleranza: “diventeranno figlie, si proteggeranno le più deboli perché maturino in forza e autonomia fino a che le si lascerà andare perché siano vive e raccontino la propria storia”. L’artista gioca con la manipolazione delle figure, penetra la natura ibridandola: Naturans è un carapace doppio, un esercizio di coabitazione e convivenza tra regni diversi.
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È stata invitata a numerose collettive tra cui: Km 20+1, Torrione Farnese - Castell’Arquato (PC), 2010; La memoria dei pensieri, Grafiche Oldoni, Milano, 2010; Diventare il presente, Teatro dei Filodrammatici, Milano, 2010; Progetto IS: identità sociale, NABA, IED e Politecnico di Milano - Spazio Forma, Milano, 2009; Le culture artistiche del Sacro, Nuovo Auditorium - Trenzano (BS), 2009; Made in Brera, Fuori Salone 2009, Ex Chiesa di San Carpoforo, Milano, 2009; Euroluce Buzzi&Buzzi News 2009, Salone del Mobile 2009 - Fiera Rho/Pero, Milano, 2009; Omaggio ad Hermann Hesse, SpazioStudio, Milano, 2009.
Alessandra Longoni Naturans, 2010 inchiostro, bitume e sale su carta martellata 30 x 40 cm courtesy dell’artista Valore stimato 450 euro
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10 Isabella Mara Seregno (MB), 1977
Vive e lavora a Milano. Ha studiato all’Accedemia di Belle Arti di Brera di Milano e presso la Kunstiaccadeemia in Tallinn. Usa il collage e l’installazione per ristabilire un ordine alla realtà visibile che ci circonda. La scala dei suoi lavori è minima e massima, come la realtà stessa. I tre collage sono parte della serie PASSHOME (EAST/WEST EUROPE), un vero e proprio album di drawing-collage dove l’artista ha ricostruito un lungo viaggio che l’ha portata da Milano verso i Balcani Occidentali. Per osservare il rapporto tra le persone, la propria casa e la realtà urbana si è sforzata di trattare il tema del legame con il luogo d’origine abbandonando la metafora delle radici per seguire quella dell’ancora, suggerita delle teorizzazioni sull’identità di François de Singly,: “con l’immagine dell’individuocasa-ancora ho lavorato sul materiale che avevo raccolto ogni giorno, piccoli pezzi, e ho disegnato con dei ritagli di giornale, memoria di persone, luoghi, sogni, differenze e speranze”. 28
Tra le mostre personali: Giornateicontatè, Palazzo Ferrero, Biella, 2010; Fixing Fashion Format, performance, Guru Lab, Parma, 2009.
Tra le mostre collettive: Quotidiana11, Palazzo Trevisan, Padova, 2011; Con.fondere - VI Biennale di Pisa, Centro Museale SMS, Pisa, 2011; Non qui / Non ora, Archiattack Studio, Benevento, 2010; You can’t try this at home | Step 09, Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci, Milano, 2010; Per Cambiare la rotta II, Spazio Pestalozzi, Milano, 2009; Como Contemporary Contest, Pinacoteca Civica, Como, 2009; C014 OpenStudio, Oostereiland Prison, Hoorn - NL, 2008; A portrait by Katie Jane, Galleria MariaKapel, Hoorn - NL, 2008; CupHouse, Fondazione Granata Braghieri, Imbersago (LC), 2008; Leipzig Book Fair, Leipzing - D, 2007; Seoul International Books Arts Fair, Seoul - KOR, 2007; 11° Prague Quadriennal of Scenography, Praga - CZ, 2007; International Artist’s Book Triennal, Vilnius - LIT, 2006; 10th Sidney Art on Paper Fair, Sidney - AU, 2006.
Isabella Mara Pass-Home II, 2011 disegno a china e collage su carta 29,7 x 21 cm courtesy dell’artista Valore stimato 500 euro
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11 Alessandro Majocchi Milano, 1969
Vive e lavora a Milano. Si Diploma in Fotografia al CFP R.BAUER nel 1993. Dal 2008 ad oggi riceve ogni anno la Menzione d’Onore al Prix de la Photographie Paris. Cultore del bianconero, affida alla pellicola una lettura antropologica dei soggetti che incontra nei suo viaggi: tra i lavori più noti i reportage in Etiopia e a Prishtina. Le foto in mostra sono state scattate nello Sichuan (Repubblica Popolare Cinese) nel 2001; il ritratto di una tenda nomade è bipartito così come sono distribuiti gli spazi vitali tra uomini e donne; la tenda, al tempo stesso simbolo di identità culturale, è colta come una entità viva, in contatto con il cielo della notte.
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Tra le esposizioni: European Project HangingAround, Cluj , CasaMatei, Romania, 2008 - PhoenixPark, Dortmund, Germania, 2010; Sguardo su Molinari, Fondazione ArteVision, AV Gallerie, Torino, 2008. È responsabile del Laboratorio fotografico dell’Accademia di Comunicazione di Milano dove insegna anche camera oscura.
Alessandro Majocchi Sichuan, tenda nomade, 2001 stampa digitale b/n da negativo su carta baritata montata su alluminio 20,50 x 60 cm courtesy dell’artista Valore stimato 500 euro
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12 Kevin Pineda Manila, Filippine 1989
Attualmente vive a Roma. Si laurea a Londra in Architettura alla London Metropolitan University per poi trasferirsi a Roma nel 2009 dove inizia una collaborazione con la galleria Lorcan O`Neil. Si dedica principalmente alla fotografia di moda e di architettura, alla quale affianca una sperimentazione scultorea decisamente singolare: Sand Tower e New York sono topografie miniaturizzate, realizzate usando l’olio per la sua solidità materica. Nell’epoca di google maps queste piccole pietre e lame di metallo, ci fanno l’effetto di reperti archeologici testimoni di una distribuzione spaziale tanto mitica da essere trattati come amuleti. Allo stesso tempo queste opere, viste come un corpus, equivalgono a un taccuino che raccoglie le vedute aeree di città e territori sorvolati.
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Tra le mostre collettive: Urban Rituals Exhibtion, installazione, London Metropolitan University, Londra e Istanbul, 2009; Sony Photography Awards, Cannes, Francia, 2009.
Kevin Pineda Sand Tower, 2008 olio su pietra 10 x 20 cm courtesy dell’artista Valore stimato 180 euro
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13 Folco Salani Firenze, 1970
Vive e lavora a Firenze. È architetto, inizia nel 2006 a usare la fotografia per sondare la percezione dinamica che si instaura tra le persone e gli oggetti; in quest’ottica si inscrive lo scatto donato: lo scorcio mette al centro un gruppo di segnali stradali, immortalati come una famiglia ferma al semaforo prima di attraversare la strada. Umanizzare la relazione tra le cose, in questo caso tra elementi dell’ambiente urbano, diventa una specie di antidoto alla frequente mediocrità e alienazione dello spazio costruito. Su questo discorso si inscrive la progettazione di eventi in cui la relazione tra gli oggetti precede e segnala la relazione tra le persone; è il caso del lavoro in progress “ricette per appartamento, manuale di cucina azionista” con la Fondazione March per l’arte contemporanea di Padova con cui ha già esposto e collaborato in diverse occasioni. È stato invitato a mostrare al festival fotografia europea - circuito off, Reggio nell’Emilia, 2010. 34
Folco Salani senza titolo #0, 2010 stampa lambda su dibond e plexiglass 37,5 x 50 x 2,7 cm courtesy dell’artista Valore stimato 400 euro
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14 Andrea Salvatori Faenza (RA), 1975
Vive e lavora a Solarolo (RA). L’artista si è formato presso l’Istituto d’arte per la ceramica di Faenza nel 1995 e si è diplomato in scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2000. Nel 2009 il MIC - Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, gli riconosce il primo premio alla 56° edizione Premio Faenza, concorso internazionale della ceramica d’arte contemporanea. Grazie all’uso magistrale dei materiali ceramici l’artista dà corpo ad un irriverente mondo fantastico fatto di robot di prima generazione, super eroi, animali mostruosi e sovraeccitati che spesso perdono la loro virilità di fronte a piccolissime ballerine scese dal carillon. Andrea Salvatori nobilita un immaginario di mostriciattoli consumistici ibridati dall’incontro con un’oggettistica minore e pop.
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Tra le mostre personali: Five Solo Exhibitions, ThePoolNyc, Corte Malipiero, Venezia, 2009; Collezione di Ceramiche, Galleria Estro, Padova, 2003.
Tra le mostre collettive: Saul l’Opera Mancata, Una Mostra [Im]Possibile, Casa Dei Palazzi, Brescia, 2010; Elogio della ghigliottina, Laboratorio dell’Imperfetto, Gambettola (FC), 2010; Festa Mobile, sedi varie, Bologna, 2009; Il Castello Di Rivara Apre Le Cantine, Castello di Rivara (TO), 2009; UPUPA, Fortino S. Antonio – Museo Nuova Era, Bari, 2008; Nuove Argille, FRAC Baronissi, Galleria dei Frati e Antiche Cisterne, Salerno 2008; Allarmi III Nuovo Contingente, Caserma De Cristoforis, Como, 2007; Ahasvero, Zelle Arte Contemporanea, Palermo 2007; European Ceramic Context, 2006, Bornholms Kunstmuseum, Danimarca, 2006; Contemporary Ceramic Art design, Castello di Spezzano (MO), 2005; BJCEM XII Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, Castel S. Elmo, Napoli, 2005.
Andrea Salvatori Mini Moon, 2010 ceramica (terraglia smaltata) e centrino in cotone 16 x 12 x 12 cm courtesy dell’artista Valore stimato 300 euro
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15 Aldo Soligno Napoli, 1983
Vive e lavora a Modena. Ha studiato Fisica, ma nel 2005 inizia a dedicarsi alla fotografia di reportage che approfondisce presso John Kaverdash School a Milano. È il viaggio in Kosovo nel 2007 ad essere la prima esperienza di lavoro sul campo. Iniziano i suoi reportage da luoghi post-bellici come Kosovo, Israele-Striscia di Gaza, Cisgiordania e Palestina, ma anche in zone di confine come la foresta amazzonica brasiliana e territori specifici di cui racconta segreti e contraddizioni: è questo il caso dell’indagine sulla Padania.
Il trittico che Aldo Solgino ha voluto donare è composto da immagini realizzate a Gaza nella primavera 2011. Le rivolte in Egitto e in Tunisia hanno rafforzato l’arma pacifica dell’informazione in Palestina e la fiducia nella potenza mediatica della “rete”. I blogger di Gaza, come prima quelli tunisini e egiziani, raccontano il desiderio dei più giovani per un paese senza più divisioni interne; questo spirito ha portato in piazza il 15 marzo 2011 vari gruppi tra i quali i GYBO (Gaza Youth Breaks Out), la manifestazione è stata battezzata: “End of Division”; ma la festa pacifica è stata rotta da duri scontri: Asma Al Ghoul, una delle blogger più famose, che dichiara: “Il nostro leader è facebook!”, durante un interrogatorio di Hamas viene accusata di essere il capo della rivolta.
Aldo Soligno è stato invitato ad esporre: XV Biennale dei Giovani Artisti Europei, Salonicco, 2011; Istituto Italiano di Cultura di Washington, Washington, 2011; Officine fotografiche, Roma, 2011; Spazio Gerra, Reggio Emilia, 2010; MART di Rovereto, 2010; Gemine Muse, Palazzo dei Musei di Modena, 2010. Pubblica su Repubblica, Repubblica.it, Loop Magazine, L’eco di Bergamo, Vanity Fair e lavora con l’agenzia Emblema
Aldo Soligno A Scorching Summer - Striscia di Gaza, Marzo 2011 stampa fotografica 20 x 68,56 cm courtesy dell’artista Valore stimato 900 euro
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16 Gianluigi Toccafondo San Marino, 1965
Vive e lavora a Bologna. È un artista d’animazione indipendente. Il suo lavoro nasce direttamente dalle suggestioni del cinema e i suoi personaggi, in continua metamorfosi, attraversano i classici del cinema muto, l’immaginario felliniano e le favole come Pinocchio. I suoi film e i suoi disegni sono il risultato della rielaborazione di fotocopie e fotografie che l’artista inabissa nel colore, come fosse un magma materico da cui escono storie nuove e fluide, figure inaspettate come Miss Olimpia.
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Ha realizzato moltissimi spot; tra i suoi video più noti: La coda (1989), La pista del maiale (1992) e Le criminal (1993) presentato alla Biennale di Venezia del 1993. Ha collaborato con le riviste Linea d’Ombra, Lo straniero, Abitare, Tèlema e Internazionale. Suoi i disegni della scenografia per lo spettacolo/reading Iliade di Alessandro Baricco, 2004. Tra le moltissime mostre personali: Modifiche, Galleria Il Segno, Roma, 2011; Gianluigi Toccafondo film e disegni, Istituto Italiano di Cultura di Chicago, Chicago, 2010; Cahier D’école, galerie sur Cour, Parigi, 2009; Jolanda la figlia del corsaro nero, galleria Corraini, Mantova, 2006; Pinocchio, Palazzo delle Papesse, Siena, 1999; Mutazioni Galleria Pescheria, Pesaro, 1998; Pinocchio, Space Try, Tokyo, 1998.
Suoi disegni sono stati pubblicati da Fandango, Einaudi, Feltrinelli, Mondadori e altre case editrici; tra cui: Essere morti o essere vivi è la stessa cosa, 200 disegni per il cortometraggio dedicato a Pier Paolo Pasolini, Centro Studi Pier Paolo Pasolini, Casarsa della Delizia (PN), 2011; Padre Marella, di Alberto Sebastiani, Bononia University Press, Bologna, 2010; L’arte in tasca, di Lucia Corrain, Bononia University Press, 2008; La favola del pesce cambiato, di Emma Dante, L’arboreto edizioni, Mondaino, 2007; Il calabrone assassino. Pitture, Fandango libri, Roma, 2006; Jolanda la figlia del Corsaro Nero di Emilio Salgari, Corraini editore, Mantova, 2006.
Gianluigi Toccafondo Miss Olimpia, 2010 tecnica mista su carta 40 x 30 cm courtesy Galleria Il Segno, Roma Valore stimato 1.000 euro
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17 Antonello Viola Roma, 1966
Vive e lavora a Roma. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1989. Trascorre un lungo periodo di studio in Spagna, dove effettua un dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Belle Arti dell’Università de La Laguna; qui, nel 1990, inizia ad esporre le sue opere. Dal 1996 insegna Scienza e Tecnica del colore all’Accademia di Belle Arti di Bologna. La monocromaticità è l’orizzonte di riferimento della ricerca pittorica di questo artista fatta di lunghe fasi di accumulazione e sedimentazione del colore che si materializza in superfici dense o distese. blu deep e azzurro reale chiaro fanno parte dell’ultima produzione dove il supporto è una carta leggerissima in contrasto con la viscosità del colore ad olio, rigorosa costante di un operare in cui riecheggia la sensibilità coloristica dei maestri romani di Forma1, come Piero Dorazio e dei grandi astrattisti americani.
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Tra le mostre personali: MONOcromalia, Galleria Goethe 2, Bolzano, 2010; Helio, Galleria Il Segno, Roma, 2009; Licht in der zeit, Carloni SpazioArte, Frankfurt am main, 2007; Planetarisch, con Francesco Bocchini, Galleria Goethe 2, Bolzano, 2006; Rosso e Viola, Galleria L’Affiche, Milano, 2005; Lavori recenti, Galleria Officina14, Roma, 2004; Antonello Viola – Icone Mediterranee, Carloni SpazioArte, Francoforte, 2003; Recent Paintings, Magnet Gallery, New York, 2002; fragile rosso, Galleria Image, Istituto di Cultura Italiano, Vienna, 2001.
Tra le mostre collettive: Biennale di Venezia - 54° Esposizione internazionale d’Arte, Padiglione Lazio, Roma, 2011; Impresa pittura, CIAC Centro Internazionale Arte Contemporanea, Genazzano (RM), 2010; Experimenta, Ministero Affari Esteri, Roma, 2008; Dal profondo, Mainzer Katakomben, Kupferbergterasse/Ecke Drusustraße, Magonza, 2004.
Antonello Viola blu deep, 2011 olio e matita su carta 44 x 35.5 cm courtesy dell’artista Valore stimato 1.400 euro
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LE OPERE IN ASTA A TORINO Palazzo Barolo 27 settembre 2011
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18 Roberto Antonioletti alias Roberto Pastore Galderio Domodossola (VB), 1967
Vive e lavora a Domodossola (VB). Sulle strade che lambiscono terre spopolate, di confine, guardate sovrappensiero, catturate in movimento in viaggio su mezzi di trasporto collettivi: di questo sono fatti gli scatti di Roberto Pastore Galderio. Non è rilevante il luogo geografico, la località dove si realizza un frame piuttosto che un altro: lo stesso spazio in cui si dà l’immagine è borderline come le terre di frontiera. L’attività fotografica degli ultimi cinque anni è relativa a questo tema.
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Tra le mostre personali: L’uomo della pioggia, Galleria Fotografica Oca Blu, Omegna (VB) 1999; Memorie Storiche, Teatro Galletti, Domodossola (VB) 1994.
Tra le mostre collettive: Autani, Palazzo Arcangeli, Vogogna (VB), 2004; Ricercazione, Compagnia dei Fotografi, Milano 1994; Auto, Facoltà di Architettura - Politecnico, Milano - Mai de la Photo, Reims 1993;
Roberto Antonioletti Untitled, 2006 stampa fotografica su carta baritata montata su alluminio 20 x 50 cm Ed. 1/5 courtesy dell’artista Valore stimato 300 euro
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19 Roberto Atzori alias ROBBERTO Cagliari, 1989
Vive, studia e lavora a Roma. È attualmente iscritto all’Accademia di Belle Arti di Roma; possiede un talento naturale per il disegno, con il suo tratto fluido e spontaneo ritrae una galleria di personaggi reali e fantastici spesso immersi, come nelle tre opere grafiche donate, tutte del 2011, in una dimensione fiabesca. Nel 2010 mette in moto, per la prima volta a Roma, la bike-gallery: un sistema autogestito e assolutamente autonomo per esporre e vendere prevalentemente i propri disegni.
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Da qualche anno partecipa a varie collettive, in particolar modo a Roma e Cagliari, tra cui si segnalano: Return, Royal Accademy of Fine Arts, Antwerp - Belgio, 2011; Pinocchio pop, Sala Civica - radio meda, Milano, 2011; Pre-opening, the room gallery, Roma, 2011; Assenze, Teatro Leone Magno, Roma, 2010; Gemine muse “eroe”, Caffè letterario, Roma, 2010; Emergenze, Basilica SS Apostoli, Roma, 2010.
Roberto Atzori La mère et le fille, 2011 acquerello, matita e tinta su compensato 25 x 40 cm courtesy dell’artista Valore stimato 340 euro
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20 Gabriele Basilico
ospite d’onore
Milano, 1944
Vive e lavora a Milano. Dopo la laurea in architettura (1973), si dedica con continuità alla fotografia. La forma e l’identità delle città, lo sviluppo delle metropoli, i mutamenti in atto nel paesaggio postindustriale sono da sempre i suoi ambiti di ricerca privilegiati. Considerato uno dei maestri della fotografia contemporanea, è stato insignito di molti premi, e le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private italiane e internazionali. Milano ritratti di fabbriche (1978-80), è il primo lungo lavoro che ha come soggetto la periferia industriale, e corrisponde alla sua prima mostra presentata in un museo (1983, PAC, Milano). Nel 1984-85 con il progetto Bord de mer partecipa, unico italiano, alla Mission Photographique de la DATAR, il grande mandato governativo affidato a un gruppo internazionale di fotografi con lo scopo di rappresentare la trasformazione del paesaggio francese. 50
Nel 1991 partecipa alla mission su Beirut, città devastata dalla guerra civile durata 15 anni. Lo scatto donato fa parte di questo progetto in cui Gabriele Basilico si trova a documentare la situazione postbellica cercando di portare lo sguardo oltre i segni della guerra: “il vuoto per me non significa mai vera assenza: si tratta piuttosto di una frase di silenzio”. Da allora, Gabriele Basilico ha prodotto e partecipato a numerosissimi progetti di documentazione in Italia e all’estero, che hanno generato mostre e libri, tra i quali Porti di mare, 1990; L’esperienza dei luoghi, 1994; Italy, cross sections of a country, 1998; Interrupted City, 1999; Cityscapes, 1999; Berlino, 2000; Scattered City, 2005; Appunti di viaggio, 2006; Intercity, 2007.
Tra i lavori recenti: Roma, 2007; Silicon Valley, 2008 (su incarico del San Francisco MoMa); Mosca Verticale indagine sul paesaggio urbano di Mosca, ripresa dalla sommità delle Sette Torri Staliniane, Istanbul, 2010; Shanghai, 2010; Beirut, 2011. Nel 2010 ha partecipato alla grande mostra Le arti di Piranesi, presentata alla Fondazione Giorgio Cini, Venezia. Da sempre Gabriele Basilico intreccia la sua instancabile indagine fotografica sulla morfologia e le trasformazioni della città e del paesaggio contemporaneo con attività seminariali, lezioni, conferenze, e riflessioni presentate anche attraverso la parola scritta.
Gabriele Basilico Beirut, 1991 stampa ai sali d’argento, vintage print, 1992 30 x 40 cm courtesy dell’artista Valore stimato 3.500 euro
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21 Simona Boglietti alias Marlen und Marlen Torino, 1981
Vive e lavora a Biella. Frequenta l’Accademia di Belle Arti dove si laurea in scenografia con indirizzo multimediale. Usa rigorosamente la fotografia analogica: nulla è lasciato al digitale, alla rielaborazione in post-produzione per quanto la sua ricerca linguistica sconfini nel cinema. Costruisce le immagini come sequenze dello stesso frame sottolineando l’orizzontalità su cui si innestano, trasversalmente, fatti, forme, sentire: l’unicità dello scatto lascia il posto a un montaggio ordinato di realtà per affermare l’idea che, nella ripetizione, la banalità del reale si disperda in un ritmo poetico.
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Tra le mostre collettive: Aspettando Miart | Con – temporary art, Casa dell’Energia, Milano, 2008; Manifesta, Madonna di Campiglio, 2008; Futuri-AMO, Galleria 9 Colonne, Bologna e Fondazione D’Ars, Milano; 10° Premio Novara, Palazzo Bellini, Oleggio (NO).
Simona Boglietti Suburban Suicide, 2010 fotografia analogica - stampa su alluminio 30 x 45 cm courtesy dell’artista Valore stimato 300 euro
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22 Andrea Buttazzo Lecce, 1974
Vive e lavora a Lecce. Ha studiato scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Attualmente affianca all’attività artistica quella dell’insegnamento di discipline plastiche e comunicazione visiva. Come molti artisti contemporanei Andrea Buttazzo indirizza la sua profonda cultura per una tradizione locale, nel suo caso per la pietra leccese, per realizzare delle sculture che sono veri e propri divertissement. Qualcosa gioca con l’effetto del trompe l’oeil: un quadro incartato con della comune carta da imballaggio e impacchettato con tanto di spago e piombino salva garanzia non è altro che una scultura in pietra da appendere al muro. Solo un lembo squarciato di carta/pietra lascia intravedere l’angolo di una cornice in legno laccato in foglia d’oro facendo intuire quello che non è. L’artificio concettuale forza la relazione tra realtà e rappresentazione anche nel caso di Palla al piede dove il peso, indicato dal titolo e dalla materia, si scontra con l’immagine di un palloncino di plastica ad aria compressa, leggermente sgonfio e stanco. 54
Tra le mostre personali: Incubo, Edicola Notte, Piazza degli Eroi, Galugnano (LE), 2006 e 2 Misure, Basilica di Santa Croce, Lecce, 2001; Essenzassenza, Palazzo Carafa, Lecce, 1999/2000.
Tra le mostre collettive: Biennale di Venezia - 54° Esposizione internazionale d’Arte, Padiglione Puglia, Lecce, 2011; Borgo in festa, frantoio ipogeo, Borgagne (LE), 2010; Fiera del Levante, Eventi di cambiamento, installazione, Bari, 2007; Arte in comune, Palazzo Ducale, San Cassiano (LE), 2005; Cool !!! Mistero & Ironia nella creatività contemporanea, Primo Piano Living Gallery, Lecce, 2004; Terza Triennale d’Arte Sacra contemporanea, Piazza Duomo, Lecce, 2004; Kontemporanea …panorami dello spirito della cultura, ex- Convento dei Teatini, Lecce, 2002; Arte in scena, Cantieri Teatrali Koreja, Lecce, 2002; Kontemporanea ’00 …in viaggio, Ex-Squadra Rialzo F.S, Lecce, 2000; Artisti in copertina, Fondazione Memmo, Lecce, 2000; 1° Premio Internazionale per la scultura Umberto Mastroianni, Palazzo Colonna, Marino, Roma, 1999.
Andrea Buttazzo Palla al piede, 2010 pietra leccese, catena in ferro, valvola in PVC 28 cm (diam.) courtesy dell’artista Valore stimato 1.500 euro
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23 Giorgio de Finis Roma, 1966
Vive e lavora a Roma. Antropologo, giornalista, regista e fotografo. Ha svolto ricerca e attività didattica presso atenei italiani e stranieri. Dal 1991 al 1997 ha condotto ricerche etnografiche tra i Batak di Palawan come visiting research associate dell’Ateneo de Manila University. Da dieci anni si occupa del fenomeno urbano, ricerca che lo ha condotto a saldare una lunga collaborazione con Stalker/ON; dai loro progetti nascono i film documentario: «Rome to Roma. Diario nomade», «Otnarat. Taranto a futuro inverso», «C’era una volta… Savorengo Ker, la Casa di Tutti», «Appunti dal Grande Raccordo Anulare». È nella vasta produzione fotografica che convergono le molte direttrici dell’analisi del reale come pratica; dice di lui Marc Augé: “di passaggio a Roma o New York, Torino o Bilbao svoltando l’angolo di una strada, l’atrio di una stazione, Giorgio de Finis capta degli istanti, dei pezzetti di tempo” (postfazione a Diari Urbani). L’attenzione ai temi dello spazio architettonico gli hanno valso la direzione 56
artistica, dal 2006, del Dipartimento di Videocomunicazione dell’Acquario Romano - Casa dell’Architettura di Roma. Ha ideato “Monumentalia. Videocatalogo dell’architettura italiana” e la Festa dell’Architettura di Roma.
I suoi video e le sue fotografie sono state presentate alla IX alla X e alla XI Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, al Museo Nazionale della Cina di Pechino, alla Triennale di Milano, alla Biennale di Atene, alla Biennale di Rotterdam, alla Biennale di Buenos Aires e nell’ambito di «FotoGrafia Festival internazionale di Roma» (edizioni 2008 e 2009). Oltre che autore di libri e contributi scientifici ha visto pubblicati i libri fotografici: Postcards, Ed. Prospettive, Aut not Out. Ritratti di bambini con autismo, Ed. Postcart, Umani, Urbani & Marziani, Ed. Postcart, Diari urbani, Ed. Prospettive. Attualmente è impegnato con Fabrizio Boni nel docufiction «Space Metropoliz».
Giorgio de Finis Dies Irae, Seggiano, 2005 stampa fotografica da negativo b/n 50,8 x 61 cm courtesy dell’artista Valore stimato 2.000 euro
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24 Marco Garofalo Milano, 1976
Vive e lavora a Milano. Si dedica alla fotografia di reportage principalmente in ambito sociale e culturale dopo aver lavorato nel campo della moda e pubblicità. È particolarmente attento alle metamorfosi dello spazio naturale e costruito come indice di cambiamento sociale. Tra gli ultimi progetti fotografici: Purgatorio, storia dell’anno calcistico della Juventus in serie B, il 2007: per molti tifosi e giocatori questa retrocessione è stata vissuta come un ‘Purgatorio’; il titolo non fa che sottolineare la sacralità della fede calcistica. Tra i progetti sviluppati in giro per il mondo: Kinois, ragazzi di Kinshasa, raccolta fotografica del suo progetto di insegnamento della professione di fotografo nella capitale congolese; Chinese dream sul sogno di trasformazione sociale in Cina, da cui lo scatto Beijing dream; L’Africa nel pallone sul calcio in Africa prima dei mondiali di calcio del 2010; Expossible sulla trasformazione urbana della città di Milano. È il fotografo ufficiale del progetto Porta Nuova, la grande riqualificazione 58
urbana che coinvolge le zone Isola, Garibaldi, Repubblica, Varesine di Milano. Nel 2007 ha esposto insieme al maestro Gabriele Basilico in Milano si mostra, la più grande esposizione all’aperto organizzata a Milano, con il progetto Passaggio 35 sulla rappresentazione della trasformazione urbana e sociale della città di Milano.
Ha preso parte a numerose collettive tra le quali vale ricordare, tra le più recenti: Prima Visione, Galleria Belvedere, Milano, 2011; Grande Venezia, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2010; festival FOTOSINTESI di Piacenza, 2010; EXPOssible, Fondazione Corrente, Milano, 2010. Collabora con le maggiori testate giornalistiche nazionali ed internazionali ed è membro della neo-agenzia fotografica LUZ.
Marco Garofalo Beijing dream, 2005 serie: ‘Chinese dream’ stampa fotografica 50 x 70 cm courtesy dell’artista Valore stimato 600 euro
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25 Simone Ialongo Latina, 1977
Vive a Sabaudia (LT). Dagli studi in Archeologia Preistorica presso l’Università di Firenze prende avvio l’interesse per la sopravvivenza delle matrici preistoriche nelle civiltà superiori nonché per i materiali naturali, come ocre e argille, che si ritrovano nella sua attuale ricerca artistica. L’orante lascia pensare ad un fantastico reperto preistorico, piccola scultura di terracotta, immagine ieratica e minima; guarda alla tassonomia come strumento limitato di analisi e ricerca, ereditato dalla cultura illuminista, L’infinito (l’individuo, la coppia, la famiglia), collage con elementi da stampe originali dell’800 dell’Encyclopédie di Diderot. Di segno formalmente opposto One Hundred Shots (Punch), parte di una serie di cinque pezzi (One Hundred Shots): cinque pani di argilla cruda sono stati colpiti dall’artista con 100 pugni (nel caso dell’opera proposta), 100 colpi di bastone, 100 di catena, 100 coltellate e 100 colpi di pistola. La terra, come carne, trattiene le impronte 60
di una pulsazione facendo rientrare queste sculture nell’ordine semantico degli indici: sono il frutto non mediato della relazione fisica intercorsa tra oggetto e soggetto. Allo stesso tempo sono anche una metafora sulla genesi delle armi per quanto la smaltatura bianca le sublimi e le astragga.
Mostre personali: Il Visibile | L’Invisibile, Galleria Margini Arte Contemporanea, Massa, 2010; Vita da Artista, Brac, Libreria di Arte Contemporanea, Firenze, 2009; Tra le mostre collettive: Null#1-Festival della Creatività, Ex Carcere delle Murate, Firenze, 2010; Private Flat#6-BOI (Babylon Optical Illusion), Firenze, 2010; SecreAzioni - da Piero Manzoni al fallimento Lheman Brothers, Museo Archivio degli Artisti Abruzzesi Contemporanei, Castello di Nocciano (PE), 2009; Emerging Talents, Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze, 2009.
Simone Ialongo L’infinito (l’individuo, la coppia, la famiglia), 2011 collage su carta 49 x 62,5 cm courtesy dell’artista Valore stimato 500 euro
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26 Silvia Iorio Roma, 1977
Vive e lavora a Berlino. Dagli studi in biologia molecolare e storia dell’arte contemporanea, prende avvio la sua ricerca che attinge costantemente al mondo fenomenologico e insiste sul paradosso, l’errore, il caso. ‘Αιθηʹρ (Etere), l’opera donata, è un’immaginaria mappa celeste che rappresenta il viaggio della Luce nello Spazio e nel Tempo. Questo seducente acquerello e luce è parte di Odyssey, un progetto ampio e articolato inaugurato a Londra nel 2010 e proseguito poi a Berlino, con cui Silvia Iorio ha voluto lavorare sulla percezione fisica della dislocazione, sul tempo di trasmissione delle informazioni: l’ordinaria esperienza dell’istantaneità viene poeticamente ribaltata per sottoporre il visitatore ad una riconsiderazione delle coordinate abituali dell’esistere.
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Tra le mostre personali: Odisseia, Galerie Mario Iannelli, Berlino, 2011; The Viewing Cabinet, Bay Window Project, Fitzrovia - Cleveland Street, Londra, 2010; Chromatèma, Artist’s Corner, Auditorium Parco della Musica, Roma, 2007; N-Kiloton, Silvia Iorio, Biennale di Venezia - 51° Esposizione internazionale d’Arte, Venezia, 2005; Farmacopea, Silvia Iorio/ Vedovamazzei, Tra-Monti, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2003.
Tra le mostre collettive: Sorry, We Are Open!, London Metropolitan University & Whitechapel Art Gallery, Londra, 2010; Galleria Vistamare, Artissima 16, Torino, 2009; Clinch/Cross/Cut, Team 404 & John Armleder, New Jersey, 2008; 3500 cm2, Art Poster Project, Uqbar, Berlino, 2008; Across Art and Science, MAKRÁCˇ Institute of Macromolecular Chemistry, Praga, 2007; Prospettive Ribaltate, Czech Cultural Institute, Roma, 2007; Il Video in Tavola: 8 Variazioni sul Cibo, OffiCina, Italian Embassy Cultural Office, Beijing, 2006; European Researchers’ Night, INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Frascati (Roma), 2006.
Silvia Iorio ‘Αιθηʹρ (Etere), 2011 acquerello e luce su carta 30 x 40 cm Op. unica courtesy dell’artista Valore stimato 1.800 euro
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27 Vénera Kastrati Tirana, Albania, 1975
Vive e lavora a Milano. Artista multimediale, si è laureata presso l’Accademia di Brera di Milano e l’Accademia di Belle Arti di Tirana. La sua poetica è profondamente caratterizzata dall’attenzione per la condizione umana in stato di emergenza, dai sistemi di controllo, alla permeabilità della vita privata e intima, alla realtà storica di riferimento. Vissuta a Tirana fino all’età di quindici anni, Vénera Kastrati attinge alla propria esperienza personale e familiare. Le opere recenti fanno spesso riferimento all’antica arte del teatro delle ombre, che è anche la matrice della fotografia e del cinema. Male toy 06, è parte del progetto The woman produces the man. The man will kill her (La donna crea l’uomo. Lui la uccide) in cui l’artista si ispira al detto albanese “la mano che dondola la culla, domina il mondo”: i giocattoli funzionano come elemento simbolico della formazione nelle prime fasi dell’identità di una persona. 64
Tra le mostre collettive: Doppio Legame - Double Bind, Casa Masaccio / Centro per l’Arte Contemporanea, San Giovanni Valdarno (AR), 2011; IL MA, Fabbrica del Vapore, Milano, 2010; Who want to use my windows?, Paolo Maria Deanesi Gallery, Rovereto, 2010; 25° Biennale d’Alessandria d’Egitto per i Paesi del Mediterraneo, Alessandria, 2010; Krossing - 53° Biennale di Venezia, Forte Marghera, 2009; Mediterranean, The Road to Contemporary, Palazzo Rospigliosi, Roma, 2009; Premio Terna, Piazza del Campidoglio, Roma, 2008; Chère Louise, Il Museo di Arte Moderna, Ascona, Svizzera; Sound&Vision, Palazzo della Penna, Perugia, 2006; Colors of Albania, Museo Nazionale delle Arti, Tirana - Albania, 2004; Blood & Honey, Future’s in the Balkans, Sammlung Essl, Vienna, Austria, 2003.
Vénera Kastrati Male toy 06, 2008 cartoncino, matita e pennarello su carta e vetro 25 x 25 x 4,3 cm courtesy dell’artista Valore stimato 450 euro
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28 Isabella Mara Seregno (MB), 1977
Vive e lavora a Milano. Ha studiato all’Accedemia di Belle Arti di Brera di Milano e presso la Kunstiaccadeemia in Tallinn. Usa il collage e l’installazione per ristabilire un ordine alla realtà visibile che ci circonda. La scala dei suoi lavori è minima e massima, come la realtà stessa. I tre collage sono parte della serie PASSHOME (EAST/WEST EUROPE), un vero e proprio album di drawing-collage dove l’artista ha ricostruito un lungo viaggio che l’ha portata da Milano verso i Balcani Occidentali. Per osservare il rapporto tra le persone, la propria casa e la realtà urbana si è sforzata di trattare il tema del legame con il luogo d’origine abbandonando la metafora delle radici per seguire quella dell’ancora, suggerita delle teorizzazioni sull’identità di François de Singly,: “con l’immagine dell’individuocasa-ancora ho lavorato sul materiale che avevo raccolto ogni giorno, piccoli pezzi, e ho disegnato con dei ritagli di giornale, memoria di persone, luoghi, sogni, differenze e speranze”. 66
Tra le mostre personali: Giornateicontatè, Palazzo Ferrero, Biella, 2010; Fixing Fashion Format, performance, Guru Lab, Parma, 2009.
Tra le mostre collettive: Quotidiana11, Palazzo Trevisan, Padova, 2011; Con.fondere - VI Biennale di Pisa, Centro Museale SMS, Pisa, 2011; Non qui / Non ora, Archiattack Studio, Benevento, 2010; You can’t try this at home | Step 09, Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci, Milano, 2010; Per Cambiare la rotta II, Spazio Pestalozzi, Milano, 2009; Como Contemporary Contest, Pinacoteca Civica, Como, 2009; C014 OpenStudio, Oostereiland Prison, Hoorn - NL, 2008; A portrait by Katie Jane, Galleria MariaKapel, Hoorn - NL, 2008; CupHouse, Fondazione Granata Braghieri, Imbersago (LC), 2008; Leipzig Book Fair, Leipzing - D, 2007; Seoul International Books Arts Fair, Seoul - KOR, 2007; 11° Prague Quadriennal of Scenography, Praga - CZ, 2007; International Artist’s Book Triennal, Vilnius - LIT, 2006; 10th Sidney Art on Paper Fair, Sidney - AU, 2006.
Isabella Mara Pass-Home I, 2011 disegno a china e collage su carta 29,7 x 21 cm courtesy dell’artista Valore stimato 500 euro
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29 Mattia Montemezzani Codogno (LO), 1986
Vive e lavora a Livraga (LO). Le ampie campiture di colore, la morbidezza dei grigi e i toni terrosi di Senza titolo del 2006, trovano l’incipit del loro moto nelle mani poggiate sui fianchi: luogo simbolico in cui risiede l’esperienza del tempo. L’eloquenza simbolica della figura umana è una costante nel lavoro di questo giovane pittore che all’impasto denso del colore affida il passaggio dei valori, in una circolarità di dialogo tra giovani ed anziane figure femminili.
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Tra le ultime mostre personali: Attraverso, Oratorio della Passione, Basilica di S. Ambrogio, Milano, 2011; L’Unità d’Italia attraverso i volti del futuro, Galleria Clas Art, Lodi, 2011; Mattia Montemezzani - Incisioni, Libreria Cardano, Pavia.
Tra le ultime mostre collettive: ArteXpo, Arezzo, 2011; Di-Segno In-Segno, Studio 303, Bologna, 2010; SERVUS!, Gartenhaus der kunst, Monaco, 2010; AAM Arte Accessibile, Palazzo Sole24ore, Milano, 2010; KUNSTART 09, 6° Fiera Internazionale dell’Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano, 2009.
Mattia Montemezzani Senza titolo, 2006 tecnica mista su tela 80 x 100 cm courtesy Galleria Clas Art, Lodi Valore stimato 1.800 euro
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30 Rachel Morellet St Pierre des champs, Francia, 1975
Vive e lavora a Prato. Nata nel Sud della Francia da una famiglia di artisti, si forma all’Università di Montpellier come storica dell’arte per poi diplomarsi in conservazione e restauro dei beni d’arte moderna e contemporanea alla Scuola di restauro di Avignone. Trasferitasi in Toscana, inizia una lunga collaborazione con il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci in qualità di conservatrice delle opere in collezione. Il suo linguaggio si adatta ai diversi mezzi e tecniche per giocare con l’ambiguità, ingrediente costante in tutta la sua produzione. Sempre in bilico tra senso e controsenso come nel fotografare un pezzo di Lego al microscopio e farlo diventare Ego o nel chiamare in causa, come nel caso di Ball of rejection, l’aspetto conturbante dell’essere umano: un corpo nauseabondo elevato a prezioso feticcio. Dal 2004 inizia ad esporre il suo lavoro.
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Tra le mostre personali e collettive: New Babylon: osservatorio di metamorfosi, Private Flat event, Firenze, 2010; “...” François Morellet, Rachel Morellet/Julien Lavigne, Florent Morellet, Spazio Vault, Prato, 2010; HSP - Hallucinatory Sleep Paralysis, Prato, 2009; DAB-Roma, Design for Artshop e Bookshop, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2009; Rachel Morellet – contrastes, Cuccirelli art passages, Cassano Magnano (VA), 2007; 9 Zoom sulla quotidianità, Officina giovani, Prato, 2007; Selected ID 2006, Stazione Leopolda, Firenze, 2006.
Rachel Morellet Ego x 4, 2009 stampa fotografica 50 x 80 cm courtesy dell’artista Valore stimato 700 euro
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31 Giuseppe Pietroniro Toronto, 1968
Vive e lavora a Roma. Al centro della poetica di questo artista, tra gli eredi più interessanti dei maestri dell’Arte Povera e del Concettuale, c’è la consistenza metafisica dello spazio. Che si tratti di grandi installazioni o di disegni sottili, come per l’opera donata, i protagonisti sono sempre gli oggetti qualunque, purificati del loro valore e forzati nelle dimensioni e nei limiti per porre l’accento sul potere dei luoghi di modificare chi li abita o li attraversa. Giuseppe Pietroniro per molti anni ha condotto la sua ricerca spaziale utilizzando la fotografia e costruendo una realtà specchiata: immagini-limbo tra realtà e rappresentazione.
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Tra le mostre personali: Risonanza, nell’ambito di Meteorite in giardino, Fondazione Merz, Torino, 2011; Smarginazione, Cardi Black Box gallery, Milano, 2011; Lo scandalo del vuoto, Spazio Gerra, Reggio Emilia 2009; GIUSEPPE!!! W WARSZAWIE, Zachta Galeria, Varsavia, 2008; Perluciditas, Galleria Maze, Torino 2007.
Tra le mostre collettive: When in Rome, IIC, Hammer Museum, LA x Art, Los Angeles CA, 2011; Progetto ITALIA, Phillips de Pury & Company, Howick Place, Londra, 2011; The belly of an architect, in occasione della 12° Biennale di Architettura di Venezia, Spazio Jarach, Venezia 2009; Speranze & Dubbi, Arte giovane tra Italia e Libano, Fondazione Merz,Torino, 2009, The Dome City Center, Beirut, 2008; Cui Prodest?, New Gallery De France, Parigi, 2009; The Buffer Zone, America Academy in Rome, Roma, 2009; Speculazioni d’artista-Quattro generazioni a confronto, Museo Carlo Bilotti, Roma, 2008; Italian camera, Isola di San Servolo – Venezia, 2005. Una sua opera è stata recentemente acquisita nella collezione del MACRO di Roma.
Giuseppe Pietroniro senza titolo, 2011 matita su carta 21 x 29 cm courtesy dell’artista Valore stimato 2.000 euro
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32 Andrea Salvatori Faenza (RA), 1975
Vive e lavora a Solarolo (RA). L’artista si è formato presso l’Istituto d’arte per la ceramica di Faenza nel 1995 e si è diplomato in scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2000. Nel 2009 il MIC - Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, gli riconosce il primo premio alla 56° edizione Premio Faenza, concorso internazionale della ceramica d’arte contemporanea. Grazie all’uso magistrale dei materiali ceramici l’artista dà corpo ad un irriverente mondo fantastico fatto di robot di prima generazione, super eroi, animali mostruosi e sovraeccitati che spesso perdono la loro virilità di fronte a piccolissime ballerine scese dal carillon. Andrea Salvatori nobilita un immaginario di mostriciattoli consumistici ibridati dall’incontro con un’oggettistica minore e pop.
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Tra le mostre personali: Five Solo Exhibitions, ThePoolNyc, Corte Malipiero, Venezia, 2009; Collezione di Ceramiche, Galleria Estro, Padova, 2003.
Tra le mostre collettive: Saul l’Opera Mancata, Una Mostra [Im]Possibile, Casa Dei Palazzi, Brescia, 2010; Elogio della ghigliottina, Laboratorio dell’Imperfetto, Gambettola (FC), 2010; Festa Mobile, sedi varie, Bologna, 2009; Il Castello Di Rivara Apre Le Cantine, Castello di Rivara (TO), 2009; UPUPA, Fortino S. Antonio – Museo Nuova Era, Bari, 2008; Nuove Argille, FRAC Baronissi, Galleria dei Frati e Antiche Cisterne, Salerno 2008; Allarmi III Nuovo Contingente, Caserma De Cristoforis, Como, 2007; Ahasvero, Zelle Arte Contemporanea, Palermo 2007; European Ceramic Context, 2006, Bornholms Kunstmuseum, Danimarca, 2006; Contemporary Ceramic Art design, Castello di Spezzano (MO), 2005; BJCEM XII Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, Castel S. Elmo, Napoli, 2005.
Andrea Salvatori Candelabro, 2011 ceramica (semirefrattario smaltato) e porcellana 46 x 35 x 32 cm courtesy dell’artista Valore stimato 400 euro
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33 Stefano Tondo Lecce, 1974
Vive e lavora a Fiesole (FI). L’artista costruisce forme scultoree, installative e ambientali con le quali dà spazio a un mondo primordiale. Orior, titolo dell’opera donata, è parola latina che significa “nasco, sorgo”: racchiude in sé l’idea della radice delle cose. L’opera è fisicamente composta da una sottile lastra d’ottone sagomata con morsura ad acquaforte; nel retro vede applicato un dispositivo elettronico che consente l‘emissione di un’onda sonora a bassa frequenza (non udibile ad orecchio umano) che fa entrare in vibrazione la lastra. Il metallo funziona come una membrana, mossa da un fiat originario che mette vita nel mondo inanimato. Da lontano si percepisce il baluginante bagliore di un metallo che sembra oro, da vicino il moto che ne genera l’effetto.
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Tra le mostre personali: Una ciliegia sul tram, con Fabio Cresci, Galleria Il Ponte, Firenze, 2008; Patiens, Patrizia Pepe, Firenze, 2007; Irena Kalodjera & Stefano Tondo, Villa Pandolfini, Firenze, 2006; Lastra, Galleria La Corte Arte Contemporanea, Firenze (2005); In-cognito, Limonaia di Villa Strozzi, Firenze, 2005.
Tra le mostre collettive: Start point, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, 2010; V International Student Triennial, Marmara University, Istanbul, 2010; HSP Hallucinatory Sleep Paralysis, Studio MDT, Prato, 2009; L’ordine del caos: costellazioni e miti, Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze, 2009; XV Quadriennale d’arte di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2008; 5 pezzi facili, Galleria D’A Spazio d’Arte, Empoli, 2009; XII Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, Museo della Scultura, Carrara, 2006; Sopra-Luoghi, Giardino di Villa La Scagliola, Verbania-Pallanza, 2005; Co-fondatore dello Studio MDT Prato, spazio no profit per l’arte contemporanea nato nel 2004.
Stefano Tondo Orior IX, 2011 lastra d’ottone (0,5 mm) e hardware 126 x 109 x 19 cm courtesy dell’artista Valore stimato 3.000 euro
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34 Linyuan Wei Shaoguan-PRC, 1984
Attualmente vive ad Urbino. A Pechino si è laureata in Storia dell’Arte presso l’Università Normale e oggi continua il suo percorso di ricerca all’Accademia di Belle Arti di Urbino. Ha viaggiato moltissimo tenendo fede ad un insegnamento del suo maestro di Pechino: “viaggiare per migliaia di chilometri equivale a leggere migliaia di libri”. La giovane artista ha un grande interesse per la figura umana che suole rappresentare di schiena mentre emerge da un fondo giallo monocromo, solare, luminosissimo. Anche se in pose diverse, non dipinge mai il volto delle persone e lei stessa lo spiega in un italiano imperfetto eppure carico di forza: “abbiamo tanti ‘se stesse’. Con un gruppo di gente mostriamo un carattere, con altri gruppi mostriamo altro. Sempre nascosto qualcosa”.
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Nelle due opere donate Girl and the bench (1) e Girl and the bench (2), entrambe del 2010, lo spettatore è immediatamente attratto dalla figura che mostra le spalle e cela il volto, da quello sguardo non dipinto, ma reale. Non essendoci niente all’orizzonte ci si domanda cosa ci sia di così importante da meritare tanto interesse; di colpo ci troviamo alleati della ragazza nel volgere lo sguardo verso un medesimo infinito giallo. Aspettando che appaia qualcuno, qualcosa?
Linyuan Wei Girl and the bench (1), 2010 olio su tela 70 x 90 cm courtesy dell’artista Valore stimato 600 euro
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LE OPERE IN ASTA A FIRENZE Museo Marino Marini 27 ottobre 2011
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35 Roberto Antonioletti alias Roberto Pastore Galderio Domodossola (VB), 1967
Vive e lavora a Domodossola (VB). Sulle strade che lambiscono terre spopolate, di confine, guardate sovrappensiero, catturate in movimento in viaggio su mezzi di trasporto collettivi: di questo sono fatti gli scatti di Roberto Pastore Galderio. Non è rilevante il luogo geografico, la località dove si realizza un frame piuttosto che un altro: lo stesso spazio in cui si dà l’immagine è borderline come le terre di frontiera. L’attività fotografica degli ultimi cinque anni è relativa a questo tema.
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Tra le mostre personali: L’uomo della pioggia, Galleria Fotografica Oca Blu, Omegna (VB) 1999; Memorie Storiche, Teatro Galletti, Domodossola (VB) 1994. Tra le mostre collettive: Autani, Palazzo
Arcangeli, Vogogna (VB), 2004; Ricercazione, Compagnia dei Fotografi, Milano 1994; Auto, Facoltà di Architettura - Politecnico, Milano - Mai de la Photo, Reims 1993;
Roberto Antonioletti borderline, 2002 stampa fotografica su carta baritata montata su alluminio 20 x 50 cm Ed. 1/5 courtesy dell’artista Valore stimato 300 euro
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36 Roberto Atzori alias ROBBERTO Cagliari, 1989
Vive, studia e lavora a Roma. È attualmente iscritto all’Accademia di Belle Arti di Roma; possiede un talento naturale per il disegno, con il suo tratto fluido e spontaneo ritrae una galleria di personaggi reali e fantastici spesso immersi, come nelle tre opere grafiche donate, tutte del 2011, in una dimensione fiabesca. Nel 2010 mette in moto, per la prima volta a Roma, la bike-gallery: un sistema autogestito e assolutamente autonomo per esporre e vendere prevalentemente i propri disegni.
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Da qualche anno partecipa a varie collettive, in particolar modo a Roma e Cagliari, tra cui si segnalano: Return, Royal Accademy of Fine Arts, Antwerp - Belgio, 2011; Pinocchio pop, Sala Civica - radio meda, Milano, 2011; Pre-opening, the room gallery, Roma, 2011; Assenze, Teatro Leone Magno, Roma, 2010; Gemine muse “eroe”, Caffè letterario, Roma, 2010; Emergenze, Basilica SS Apostoli, Roma, 2010.
Roberto Atzori Le renard et l’enfant, 2011 pastelli a cera e tinta su compensato 20 x 25 cm courtesy dell’artista Valore stimato 300 euro
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37 Maurizio Cannavacciuolo
ospite d’onore
Napoli, 1954
Vive e lavora a Roma. Le sue tele sono trappole caleidoscopiche, mondi dal maquillage perfetto, affollate di concetti, figure, animali, più o meno mostruosi, dove la gerarchia del mondo così come siamo abituati a leggerlo è del tutto ribaltata. Lo spettatore entra in un turbine iper-color dove incontra figure retoriche della grande tradizione dell’arte occidentale, mixate a temi volgari e macabri, il tutto nobilitato da una sensibilità pittorica di estrema raffinatezza. Positive woman, dettaglio 1 si ispira ad una sua opera precedente Positive woman del 2007. L’artista, partendo da questo quadro, immagina di concentrarsi su una sezione dello stesso ed eseguirne un’alterazione, una variazione jazzistico - contrappuntistica. Il risultato è un’icona sospesa tra rimando evocativo ed apparente incompiutezza. Il tentativo è di trascinare il fruitore in un lieve stato di disequilibrio, caratteristica fondante dell’opera di Cannavacciuolo. 86
Maurizio Cannavacciuolo, è attivo sulla scena artistica internazionale dalla fine degli anni ’70. Ha lavorato con galleristi quali Lucio Amelio a Napoli e Gian Enzo Sperone a Roma ed a New York; ha tenuto mostre personali a Roma (Incontri Internazionali d’Arte, 2002), Rio de Janeiro (Museo da Repubblica, 2002), Londra (galleria Sprovieri, 2003, 2006 e 2009), Santiago del Cile (Museo de Arte Contemporaneo, 2003), Boston (Isabella Stewart Gardner Museum, 2004) e Newcastle (Baltic Centre for Contemporary Art, 2005), solo per citarne alcune.
Ha esposto in luoghi inconsueti, come è accaduto nel 2002 in occasione della mostra Le opere e i giorni curata da Achille Bonito Oliva nella Certosa di San Lorenzo a Padula (SA); nel 2003 nella vetrina su strada di Edicola Notte a Roma e nella sala di riunione dell’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv; oppure nel 2004 nell’Ambasciata d’Italia a Santiago del Cile. È, inoltre, presente nelle collezioni della Farnesina, della Camera dei Deputati a Roma e nella stazione “Cilea - Quattro Giornate” della Metropolitana di Napoli.
Maurizio Cannavacciuolo Positive woman, dettaglio 1, 2008 olio su tela 50 x 50 cm courtesy dell’artista Valore stimato 6.000 euro
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38 Giorgio de Finis Roma, 1966
Vive e lavora a Roma. Antropologo, giornalista, regista e fotografo. Ha svolto ricerca e attività didattica presso atenei italiani e stranieri. Dal 1991 al 1997 ha condotto ricerche etnografiche tra i Batak di Palawan come visiting research associate dell’Ateneo de Manila University. Da dieci anni si occupa del fenomeno urbano, ricerca che lo ha condotto a saldare una lunga collaborazione con Stalker/ON; dai loro progetti nascono i film documentario: «Rome to Roma. Diario nomade», «Otnarat. Taranto a futuro inverso», «C’era una volta… Savorengo Ker, la Casa di Tutti», «Appunti dal Grande Raccordo Anulare». È nella vasta produzione fotografica che convergono le molte direttrici dell’analisi del reale come pratica; dice di lui Marc Augé: “di passaggio a Roma o New York, Torino o Bilbao svoltando l’angolo di una strada, l’atrio di una stazione, Giorgio de Finis capta degli istanti, dei pezzetti di tempo” (postfazione a Diari Urbani). L’attenzione ai temi dello spazio architettonico gli hanno valso la direzione 88
artistica, dal 2006, del Dipartimento di Videocomunicazione dell’Acquario Romano - Casa dell’Architettura di Roma. Ha ideato “Monumentalia. Videocatalogo dell’architettura italiana” e la Festa dell’Architettura di Roma.
I suoi video e le sue fotografie sono state presentate alla IX alla X e alla XI Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, al Museo Nazionale della Cina di Pechino, alla Triennale di Milano, alla Biennale di Atene, alla Biennale di Rotterdam, alla Biennale di Buenos Aires e nell’ambito di «FotoGrafia Festival internazionale di Roma» (edizioni 2008 e 2009). Oltre che autore di libri e contributi scientifici ha visto pubblicati i libri fotografici: Postcards, Ed. Prospettive, Aut not Out. Ritratti di bambini con autismo, Ed. Postcart, Umani, Urbani & Marziani, Ed. Postcart, Diari urbani, Ed. Prospettive. Attualmente è impegnato con Fabrizio Boni nel docufiction «Space Metropoliz».
Giorgio de Finis Castel del Monte, 2006 stampa fotografica da negativo b/n 50,8 x 61 cm courtesy dell’artista Valore stimato 2.000 euro
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39 Cristina Falasca Roma, 1981
Vive e lavora tra Roma e Berlino. Si è laureata in storia dell’Arte Contemporanea per poi specializzarsi all’Accademia di Belle Arti di Roma in Scultura. Come danzatrice professionista ha fatto parte della compagnia Altroteatro di Lucia Latour, esperienza che le ha permesso di sondare le potenzialità e poeticità del corpo, divenuto poi oggetto e soggetto della sua produzione: il mondo scultoreo che genera è astratto e piccolo, vicino alla polimorfica e segreta intimità che scava. I disegni, al contempo, rappresentano una sorta di bestiario di forme antropomorfe e organiche.
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La galleria AOCF58 di Roma l’ha invitata quest’anno per la sua prima mostra personale dal titolo Che sia tu che sia io.
Tra le mostre collettive: Altre Narrazioni, MLAC, Roma, 2011; Buen viage, Galleria a.g. artecontemporanea, Roma 2010; My Generation – under 35, Museo Pietro Canonica, Roma, 2010; Interiors, Galleria Ugo Ferranti, Roma, 2010; Germinazioni #2 Step Forward, Palazzo Penna, Perugia, 2009; Frammenti, Villa Sciarra, Frascati (RM), 2006; Legami – un segno nel parco, Simposio di scultura - Travertino Romano, Tivoli (RM), 2008; Avvertenze Artistiche, Mercati di Traiano, Roma, 2009.
Cristina Falasca Animale, 2009 grafite su carta 50 x 34 cm courtesy dell’artista Valore stimato 300 euro
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40 Marco Garofalo Milano, 1976
Vive e lavora a Milano. Si dedica alla fotografia di reportage principalmente in ambito sociale e culturale dopo aver lavorato nel campo della moda e pubblicità. È particolarmente attento alle metamorfosi dello spazio naturale e costruito come indice di cambiamento sociale. Tra gli ultimi progetti fotografici: Purgatorio, storia dell’anno calcistico della Juventus in serie B, il 2007: per molti tifosi e giocatori questa retrocessione è stata vissuta come un ‘Purgatorio’; il titolo non fa che sottolineare la sacralità della fede calcistica. Tra i progetti sviluppati in giro per il mondo: Kinois, ragazzi di Kinshasa, raccolta fotografica del suo progetto di insegnamento della professione di fotografo nella capitale congolese; Chinese dream sul sogno di trasformazione sociale in Cina, da cui lo scatto Beijing dream; L’Africa nel pallone sul calcio in Africa prima dei mondiali di calcio del 2010; Expossible sulla trasformazione urbana della città di Milano. È il fotografo ufficiale del progetto Porta Nuova, la grande riqualificazione 92
urbana che coinvolge le zone Isola, Garibaldi, Repubblica, Varesine di Milano. Nel 2007 ha esposto insieme al maestro Gabriele Basilico in Milano si mostra, la più grande esposizione all’aperto organizzata a Milano, con il progetto Passaggio 35 sulla rappresentazione della trasformazione urbana e sociale della città di Milano.
Ha preso parte a numerose collettive tra le quali vale ricordare, tra le più recenti: Prima Visione, Galleria Belvedere, Milano, 2011; Grande Venezia, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2010; festival FOTOSINTESI di Piacenza, 2010; EXPOssible, Fondazione Corrente, Milano, 2010. Collabora con le maggiori testate giornalistiche nazionali ed internazionali ed è membro della neo-agenzia fotografica LUZ.
Marco Garofalo Elvis Platini, 2007 serie: ‘Purgatorio Juventus’ stampa fotografica 50 x 70 cm courtesy dell’artista Valore stimato 600 euro
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41 Sergio Ghetti Bologna, 1964
Vive e lavora a Milano. Laureato in architettura allo IUAV di Venezia dove tuttora è attivo il suo studio. Ha viaggiato molto e ha vissuto a lungo a New York. È specializzato nella fotografia d’architettura e dal 2003 è corrispondente dagli Stati Uniti per la rivista The Plan. Ha ritratto grandi personaggi della cultura da Kiki Smith a James Turrell. Una costante nei suoi scatti è la sensazione che i soggetti siano avvolti in atmosfere raffinatamente costruite quando non sono le stesse architetture o gli spazi naturali ad entrare in stretto rapporto, quasi identitario, con loro: ne nascono potenti sovrapposizioni, interferenze e riflessi.
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Pubblica regolarmente nei principali magazine nazionali ed internazionali tra i quali: Vogue Italia, Vogue Uk, Vogue Brasil; STYLE Corriere della Sera, Io Donna, Sportweek; Marieclaire Italia, Elle Decor; D La Repubblica, Internazionale, The Guardian, Very StyleNY, A10, Linus. Ha esposto alla XXI Arte Fiera in Bologna con la Galleria Arte Tre e la Galleria BelVedere di Milano 2009/2011; IX Biennale del Mediterraneo, Roma, 1999; Knitting Factory, New York, 2003.
Sergio Ghetti Alba a Contatto, 2011 stampa digitale 70 x 50 cm courtesy dell’artista Valore stimato 500 euro
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42 Simone Ialongo Latina, 1977
Vive a Sabaudia (LT). Dagli studi in Archeologia Preistorica presso l’Università di Firenze prende avvio l’interesse per la sopravvivenza delle matrici preistoriche nelle civiltà superiori nonché per i materiali naturali, come ocre e argille, che si ritrovano nella sua attuale ricerca artistica. L’orante lascia pensare ad un fantastico reperto preistorico, piccola scultura di terracotta, immagine ieratica e minima; guarda alla tassonomia come strumento limitato di analisi e ricerca, ereditato dalla cultura illuminista, L’infinito (l’individuo, la coppia, la famiglia), collage con elementi da stampe originali dell’800 dell’Encyclopédie di Diderot. Di segno formalmente opposto One Hundred Shots (Punch), parte di una serie di cinque pezzi (One Hundred Shots): cinque pani di argilla cruda sono stati colpiti dall’artista con 100 pugni (nel caso dell’opera proposta), 100 colpi di bastone, 100 di catena, 100 coltellate e 100 colpi di pistola. La terra, come carne, trattiene le impronte 96
di una pulsazione facendo rientrare queste sculture nell’ordine semantico degli indici: sono il frutto non mediato della relazione fisica intercorsa tra oggetto e soggetto. Allo stesso tempo sono anche una metafora sulla genesi delle armi per quanto la smaltatura bianca le sublimi e le astragga.
Mostre personali: Il Visibile | L’Invisibile, Galleria Margini Arte Contemporanea, Massa, 2010; Vita da Artista, Brac, Libreria di Arte Contemporanea, Firenze, 2009; Tra le mostre collettive: Null#1-Festival della Creatività, Ex Carcere delle Murate, Firenze, 2010; Private Flat#6-BOI (Babylon Optical Illusion), Firenze, 2010; SecreAzioni - da Piero Manzoni al fallimento Lheman Brothers, Museo Archivio degli Artisti Abruzzesi Contemporanei, Castello di Nocciano (PE), 2009; Emerging Talents, Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze, 2009.
Simone Ialongo One Hundred Shots (Punch) 2, 2011 ceramica, smalto bianco 15 x 50 x 50 cm courtesy Galleria Margini Arte Contemporanea, Massa Valore stimato 1.500 euro
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43 Isabella Mara Seregno (MB), 1977
Vive e lavora a Milano. Ha studiato all’Accedemia di Belle Arti di Brera di Milano e presso la Kunstiaccadeemia in Tallinn. Usa il collage e l’installazione per ristabilire un ordine alla realtà visibile che ci circonda. La scala dei suoi lavori è minima e massima, come la realtà stessa. I tre collage sono parte della serie PASSHOME (EAST/WEST EUROPE), un vero e proprio album di drawing-collage dove l’artista ha ricostruito un lungo viaggio che l’ha portata da Milano verso i Balcani Occidentali. Per osservare il rapporto tra le persone, la propria casa e la realtà urbana si è sforzata di trattare il tema del legame con il luogo d’origine abbandonando la metafora delle radici per seguire quella dell’ancora, suggerita delle teorizzazioni sull’identità di François de Singly,: “con l’immagine dell’individuocasa-ancora ho lavorato sul materiale che avevo raccolto ogni giorno, piccoli pezzi, e ho disegnato con dei ritagli di giornale, memoria di persone, luoghi, sogni, differenze e speranze”. 98
Tra le mostre personali: Giornateicontatè, Palazzo Ferrero, Biella, 2010; Fixing Fashion Format, performance, Guru Lab, Parma, 2009.
Tra le mostre collettive: Quotidiana11, Palazzo Trevisan, Padova, 2011; Con.fondere - VI Biennale di Pisa, Centro Museale SMS, Pisa, 2011; Non qui / Non ora, Archiattack Studio, Benevento, 2010; You can’t try this at home | Step 09, Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci, Milano, 2010; Per Cambiare la rotta II, Spazio Pestalozzi, Milano, 2009; Como Contemporary Contest, Pinacoteca Civica, Como, 2009; C014 OpenStudio, Oostereiland Prison, Hoorn - NL, 2008; A portrait by Katie Jane, Galleria MariaKapel, Hoorn - NL, 2008; CupHouse, Fondazione Granata Braghieri, Imbersago (LC), 2008; Leipzig Book Fair, Leipzing - D, 2007; Seoul International Books Arts Fair, Seoul - KOR, 2007; 11° Prague Quadriennal of Scenography, Praga - CZ, 2007; International Artist’s Book Triennal, Vilnius - LIT, 2006; 10th Sidney Art on Paper Fair, Sidney - AU, 2006.
Isabella Mara Pass-Home III, 2011 disegno a china e collage su carta 29,7 x 21 cm courtesy dell’artista Valore stimato 500 euro
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44 Alessandro Majocchi Milano, 1969
Vive e lavora a Milano. Si Diploma in Fotografia al CFP R.BAUER nel 1993. Dal 2008 ad oggi riceve ogni anno la Menzione d’Onore al Prix de la Photographie Paris. Cultore del bianconero, affida alla pellicola una lettura antropologica dei soggetti che incontra nei suo viaggi: tra i lavori più noti i reportage in Etiopia e a Prishtina. Le foto in mostra sono state scattate nello Sichuan (Repubblica Popolare Cinese) nel 2001; il ritratto di una tenda nomade è bipartito così come sono distribuiti gli spazi vitali tra uomini e donne; la tenda, al tempo stesso simbolo di identità culturale, è colta come una entità viva, in contatto con il cielo della notte.
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Tra le esposizioni: European Project HangingAround, Cluj , CasaMatei, Romania, 2008 - PhoenixPark, Dortmund, Germania, 2010; Sguardo su Molinari, Fondazione ArteVision, AV Gallerie, Torino, 2008. È responsabile del Laboratorio fotografico dell’Accademia di Comunicazione di Milano dove insegna anche camera oscura.
Alessandro Majocchi Sichuan, monastero di Catok, 2001 stampa digitale b/n da negativo su carta baritata montata su alluminio 40 x 60 cm courtesy dell’artista Valore stimato 400 euro
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45 Franco Menicagli Campiglia Marittima (LU), 1968
Vive e lavora tra Prato e Donoratico (LI). L’incipit degli assemblaggi scultorei di Franco Menicagli è spesso un elemento di riciclo, epurato della sua funzionalità originaria e immesso in un nuovo sistema di legami filiformi. I volumi appaiono spogliati di qualsiasi massa e privi di gravità, sembra che importi loro solamente di segnare la traiettoria di una possibile espansione, come vettori nello spazio; la serie Clues indica l’interesse a spostare lo scultoreo verso una dimensione proiettiva, a tendere l’opera alla sua possibilità generativa: la forma non è bloccata nella finalità materica, si da in potenza richiamando il concetto spaziale di Lucio Fontana, e nella flessibilità parla della dimensione attuale dell’esistere spaziale come relazionale.
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Tra le ultime mostre personali: Open Studios, Firenze Prato Pistoia, a cura del Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, 2010; Strain Gage, Gallery Nicola Ricci, Pietrasanta (LI), 2008.
Tra le ultime mostre collettive: Tempi Osceni, Northern Photographic Centre, Oulu, Finlandia, 2011; The Wall (archives) #3, Nosadella.Due, Bologna, 2011; SuspenseSculture sospese, EX3 Centro per l’arte contemporanea, Firenze, 2011; Mediarc: International Festival of Architecture in Video, Casa Della Creatività, Firenze, 2008; In Luogo, Foundation Sautherige, Matera, 2005; Venezia Immagine - Retentiva, Padiglione Italia - Giardini di Castello, Venezia, 2003. Co-fondatore dello Studio MDT Prato, spazio no profit per l’arte contemporanea nato nel 2004.
Franco Menicagli Clues 11, 2011 metallo, legno, fascette ferma cavo 38 x 38 x 126 cm courtesy dell’artista Valore stimato 1.700 euro
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46 Rachel Morellet St Pierre des champs, Francia, 1975
Vive e lavora a Prato. Nata nel Sud della Francia da una famiglia di artisti, si forma all’Università di Montpellier come storica dell’arte per poi diplomarsi in conservazione e restauro dei beni d’arte moderna e contemporanea alla Scuola di restauro di Avignone. Trasferitasi in Toscana, inizia una lunga collaborazione con il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci in qualità di conservatrice delle opere in collezione. Il suo linguaggio si adatta ai diversi mezzi e tecniche per giocare con l’ambiguità, ingrediente costante in tutta la sua produzione. Sempre in bilico tra senso e controsenso come nel fotografare un pezzo di Lego al microscopio e farlo diventare Ego o nel chiamare in causa, come nel caso di Ball of rejection, l’aspetto conturbante dell’essere umano: un corpo nauseabondo elevato a prezioso feticcio. Dal 2004 inizia ad esporre il suo lavoro.
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Tra le mostre personali e collettive: New Babylon: osservatorio di metamorfosi, Private Flat event, Firenze, 2010; “...” François Morellet, Rachel Morellet/Julien Lavigne, Florent Morellet, Spazio Vault, Prato, 2010; HSP - Hallucinatory Sleep Paralysis, Prato, 2009; DAB-Roma, Design for Artshop e Bookshop, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2009; Rachel Morellet – contrastes, Cuccirelli art passages, Cassano Magnano (VA), 2007; 9 Zoom sulla quotidianità, Officina giovani, Prato, 2007; Selected ID 2006, Stazione Leopolda, Firenze, 2006.
Rachel Morellet Ball of rejection #2, 2010 stampa fotografica 30 x 60 cm courtesy dell’artista Valore stimato 400 euro
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47 Giovanni Ozzola Firenze, 1982
Vive e lavora fra Parigi e Prato. Le sue immagini, fotografiche e video, provengono da un impero delle luci dove oggetti e soggetti vi transitano per segnare un luogo d’incontro. Sembrano arrivare da molto lontano dopo essersi distaccate da un fondo ctonio e plumbeo; che si tratti di interni domestici o spazi ampissimi, la sensibilità pittorica dà forma ad un evento di pura luce e colore: ne è un esempio Sole-Istanbul, scatto in cui si dà esplicitamente l’autorità del reale.
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Tra le principali mostre personali: Settecento, Galleria Continua, San Gimignano (SI), 2011 e In a Sentimental Mood, sempre presso la Galleria Continua, 2006; Naufragio, Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro, 2011; On the Edge, Elgiz Museum, Istanbul, Turchia, 2010; Recollection in time, A3M Brixia bv, Amsterdam, Olanda, 2009; Rencontres lors d’une promenade nocturne, Villa Bardini, Firenze, 2009; Giovanni Ozzola, Galleria Fabio Tiboni, Bologna, 2009; Giovanni Ozzola - Video Works, Waseda University Department of Arts and Letters, Tokyo, 2008; Giovanni Ozzola, Sala della Palazzina di Forte Belvedere, Firenze, 2007; Art First, Palazzo Re Enzo, Bologna, 2007; Giovanni Ozzola, Dryphoto Arte Contemporanea, Prato, 2004.
Tra le principali e più recenti mostre collettive: Talenti emergenti, CCCS – Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Palazzo Strozzi, Firenze, 2011; Sphère, Galleria Continua/ Le Moulin, Boissy-le-Châtel, Francia, 2010; Talent prize 2010, Museo Centrale Montemartini, Roma, 2010; Linguaggi e sperimentazioni, MART Rovereto, Rovereto, 2010; China Purple, No Soul For Sale, ViaFarini –Tate Modern – Turbine Hall Bridge, Londra, UK, 2010; A World within the World – Un Mondo dentro il Mondo, Milano, 2010; Niente da vedere tutto da vivere, Eventi paralleli XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, Istituto del Marmo Pietro Tacca, Carrara, 2010; Sensibili Energie, a cura di Alberto Salvadori, GCAMC, Arezzo, 2009; The Difference, Centre d’Art Bastille, Grenoble, Francia, 2009; P.T 01, Chelsea Art Museum, New York City, USA, 2009.
Giovanni Ozzola Sole-Istanbul, 2011 stampa a pigmenti su carta fatta a mano 29 x 21 cm Ed. 1/2 + pda courtesy Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Le Moulin Valore stimato 1.500 euro
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48 Kevin Pineda Manila, Filippine 1989
Attualmente vive a Roma. Si laurea a Londra in Architettura alla London Metropolitan University per poi trasferirsi a Roma nel 2009 dove inizia una collaborazione con la galleria Lorcan O`Neil. Si dedica principalmente alla fotografia di moda e di architettura, alla quale affianca una sperimentazione scultorea decisamente singolare: Sand Tower e New York sono topografie miniaturizzate, realizzate usando l’olio per la sua solidità materica. Nell’epoca di google maps queste piccole pietre e lame di metallo, ci fanno l’effetto di reperti archeologici testimoni di una distribuzione spaziale tanto mitica da essere trattati come amuleti. Allo stesso tempo queste opere, viste come un corpus, equivalgono a un taccuino che raccoglie le vedute aeree di città e territori sorvolati.
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Tra le mostre collettive: Urban Rituals Exhibtion, installazione, London Metropolitan University, Londra e Istanbul, 2009; Sony Photography Awards, Cannes, Francia, 2009.
Kevin Pineda New York, 2009 olio su metallo 20 x 8 cm courtesy dell’artista Valore stimato 200 euro
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49 Guendalina Salini Roma, 1972
Vive e lavora a Roma. Non c’è un mezzo visivo di cui quest’artista non si serva pur di rimarcare l’assoluto primato della visione sulla realtà. I titoli, ben oltre la definizione, sono un elemento fondamentale per innescare il gioco di fruizione delle sue opere, spesso dei veri e propri dispositivi per guardare il mondo, per filtrarlo ed accedere alla natura segreta delle cose. Così accade che una banale passeggiata di domenica mattina si converta in un attraversamento onirico della città vista insieme ad un pesce rosso, in un atto semplice e di pura libertà dal titolo evocativo: Come un pesce fuor d’acqua. Si è formata a Londra dove nel 2001 inizia la sua attività espositiva con una projectroom presso la galleria Sprovieri.
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Tra le mostre personali: Segreto Manifesto, Ex-elettrofonica, Roma, 2011; Attraverso, s.t. gallery, Roma, 2010; L’uomo che non c’è. Non c’è che l’uomo, Artist’s Corner, Auditorium Parco della Musica, Roma, 2007; Guendalina Salini, Banfield Teatro Ensamble, Buenos Aires, Argentina, 2005.
Tra le mostre collettive: Roomates/Coinquilini, bi-personale con Marinella Senatore, MACRO, Roma, 2011; Usine de rêve, 26cc, Roma, 2009; Nothing’s gonna change my world, Istituto Svizzero, Roma, 2008; Zoom. Inside the human space, Isola di San Servolo, Venezia, 2008; Detour, the Moleskine experience, Centre Georges Pompidou, Parigi, 2008; Attori/ spettatori, Fondaziona Alda Fendi, Roma, 2007; Dissertare/Disertare, CIAC Centro Internazionale d’Arte Contemporanea, Genazzano (RM), 2006; L’esperienzadivenire delle arti, Romapoesia, Fondazione Baruchello, Roma, 2005; ha inoltre partecipato al Festival del Cinema del Molise, Festival del Cinema di Locarno e al Festival del Cinema di Roma.
Guendalina Salini Come un pesce fuor d’acqua, 2005 still da video stampa lambda su alluminio 40 x 60 cm courtesy dell’artista Valore stimato 800 euro
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50 Antonello Viola Roma, 1966
Vive e lavora a Roma. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1989. Trascorre un lungo periodo di studio in Spagna, dove effettua un dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Belle Arti dell’Università de La Laguna; qui, nel 1990, inizia ad esporre le sue opere. Dal 1996 insegna Scienza e Tecnica del colore all’Accademia di Belle Arti di Bologna. La monocromaticità è l’orizzonte di riferimento della ricerca pittorica di questo artista fatta di lunghe fasi di accumulazione e sedimentazione del colore che si materializza in superfici dense o distese. blu deep e azzurro reale chiaro fanno parte dell’ultima produzione dove il supporto è una carta leggerissima in contrasto con la viscosità del colore ad olio, rigorosa costante di un operare in cui riecheggia la sensibilità coloristica dei maestri romani di Forma1, come Piero Dorazio e dei grandi astrattisti americani.
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Tra le mostre personali: MONOcromalia, Galleria Goethe 2, Bolzano, 2010; Helio, Galleria Il Segno, Roma, 2009; Licht in der zeit, Carloni SpazioArte, Frankfurt am main, 2007; Planetarisch, con Francesco Bocchini, Galleria Goethe 2, Bolzano, 2006; Rosso e Viola, Galleria L’Affiche, Milano, 2005; Lavori recenti, Galleria Officina14, Roma, 2004; Antonello Viola – Icone Mediterranee, Carloni SpazioArte, Francoforte, 2003; Recent Paintings, Magnet Gallery, New York, 2002; fragile rosso, Galleria Image, Istituto di Cultura Italiano, Vienna, 2001.
Tra le mostre collettive: Biennale di Venezia - 54° Esposizione internazionale d’Arte, Padiglione Lazio, Roma, 2011; Impresa pittura, CIAC Centro Internazionale Arte Contemporanea, Genazzano (RM), 2010; Experimenta, Ministero Affari Esteri, Roma, 2008; Dal profondo, Mainzer Katakomben, Kupferbergterasse/Ecke Drusustraße, Magonza, 2004.
Antonello Viola azzurro reale chiaro, 2011 olio e matita su carta 44 x 35.5 cm courtesy dell’artista Valore stimato 1.400 euro
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51 Linyuan Wei Shaoguan-PRC, 1984
Attualmente vive ad Urbino. A Pechino si è laureata in Storia dell’Arte presso l’Università Normale e oggi continua il suo percorso di ricerca all’Accademia di Belle Arti di Urbino. Ha viaggiato moltissimo tenendo fede ad un insegnamento del suo maestro di Pechino: “viaggiare per migliaia di chilometri equivale a leggere migliaia di libri”. La giovane artista ha un grande interesse per la figura umana che suole rappresentare di schiena mentre emerge da un fondo giallo monocromo, solare, luminosissimo. Anche se in pose diverse, non dipinge mai il volto delle persone e lei stessa lo spiega in un italiano imperfetto eppure carico di forza: “abbiamo tanti ‘se stesse’. Con un gruppo di gente mostriamo un carattere, con altri gruppi mostriamo altro. Sempre nascosto qualcosa”.
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Nelle due opere donate Girl and the bench (1) e Girl and the bench (2), entrambe del 2010, lo spettatore è immediatamente attratto dalla figura che mostra le spalle e cela il volto, da quello sguardo non dipinto, ma reale. Non essendoci niente all’orizzonte ci si domanda cosa ci sia di così importante da meritare tanto interesse; di colpo ci troviamo alleati della ragazza nel volgere lo sguardo verso un medesimo infinito giallo. Aspettando che appaia qualcuno, qualcosa?
Linyuan Wei Girl and the bench (1), 2010 olio su tela 70 x 90 cm courtesy dell’artista Valore stimato 600 euro
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Regole di partecipazione e modalità di assegnazione delle opere
Christie’s rinuncia ai diritti d’asta sulle opere. Le opere non hanno riserva e saranno aggiudicate al miglior offerente. 1. Christie’s agisce quale mandataria senza rappresentanza della Fondazione Paideia. Salvo diverso accordo, l’aggiudicazione dei lotti avviene tra la Fondazione Paideia e l’Aggiudicatario mediante la sottoscrizione del verbale di aggiudicazione, che sarà effettuata direttamente dopo l’asta, se l’Aggiudicatario è presente in sala, ovvero mediante scambio di fax o mail, se l’Aggiudicazione avviene su offerta scritta. 116
2. Sarà cura dell’Aggiudicatario, direttamente o per interposta persona, verificare sotto la sua responsabilità le condizioni degli oggetti e le descrizioni contenute in catalogo prima di sottoscrivere il verbale di Aggiudicazione. 3. Le dichiarazioni scritte in catalogo o effettuate oralmente o per iscritto altrove circa la paternità, l’origine, la data, le dimensioni, la tecnica, l’autenticità, la provenienza e la condizione di qualsiasi lotto si fondano sulle dichiarazioni degli artisti donatori e delle gallerie donatrici e non costituiscono dichiarazioni di scienza. Né Christie’s né la Fondazione Paideia sono responsabili
della correttezza di tali dichiarazioni, sia per eventuali errori nelle descrizioni dei lotti, sia per eventuali difetti dei lotti (si veda precedente articolo 2). Le illustrazioni in catalogo sono puramente indicative. 4. I lotti sono aggiudicati al miglior offerente a discrezione del Banditore. 5. Il Banditore, durante l’asta, ha facoltà di rifiutare un’offerta e di condurre l’asta a sua discrezione; in caso di errore o controversia, il Banditore ha facoltà di effettuare una nuova aggiudicazione. 6. Dopo l’Aggiudicazione, l’Aggiudicatario
comunicherà alla Fondazione Paideia i dati personali necessari per il perfezionamento della donazione e la compilazione del verbale di Aggiudicazione (si veda articolo 1). 7. Partecipazione all’asta da parte di persone non presenti in sala Fondazione Paideia, con la collaborazione di Christie’s, può accogliere offerte scritte - cosiddetti mandati di Aggiudicazione - da coloro che non possono essere presenti all’asta attraverso il presente Modulo a pag 119. Fondazione Paideia non sarà responsabile per offerte inavvertitamente non eseguite o per errori relativi all’esecuzione delle stesse, soprattutto in caso di compilazione
errata, incompleta o poco chiara del Modulo offerte scritte. Il Modulo offerte scritte deve pervenire, debitamente compilato, via fax a: +39 011 5520453 almeno 48 ore prima dell’asta. Fondazione Paideia confermerà via fax tutte le offerte pervenute entro il giorno successivo all’invio del fax. Qualora un potenziale Aggiudicatario conferisca mandato scritto alla Fondazione Paideia di presentare l’offerta per suo conto, Fondazione Paideia, tramite il Banditore, si impegna a eseguire tale mandato con la migliore diligenza a condizione che il modulo sia pervenuto nei tempi stabiliti. Le offerte dovranno essere formulate in euro.
8. La Fondazione Paideia, con la collaborazione di Christie’s, svolgerà il/i mandato/i per l’Aggiudicazione ricevuti attraverso il Modulo offerte scritte, effettuando rilanci mediante il Banditore in gara con il pubblico partecipante all’asta. In caso di offerte identiche, l’offerta scritta prevarrà su quella orale manifestata in asta. Nel caso in cui si ricevano due o più offerte scritte di pari importo per uno stesso lotto e tali offerte risultino le migliori nell’ambito dell’asta, il lotto sarà aggiudicato all’Aggiudicatario la cui offerta sia pervenuta per prima in ordine di tempo. Ciascun interessato può conferire uno o più mandati scritti per opere diverse. 117
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CIELO TERRA
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l’arte contemporanea si mette all’asta per beneficenza
Modulo offerte scritte 9. Pagamento dei lotti Il valore dei lotti aggiudicati dovrà essere versato per intero nei 5 (cinque) giorni immediatamente successivi all’asta. 10. La donazione potrà essere effettuata tramite bonifico bancario sul conto corrente bancario intestato Fondazione Paideia Onlus: CF97552690014, UNICREDIT BANCA, AGENZIA 08134 Via XX Settembre 31, IBAN IT 82H 02008 01046 000101009744 (specificare nome, cognome e/o ragione sociale, indirizzo e causale “Tra cielo e terra”). Trattandosi di una donazione Paideia rilascerà una ricevuta valida al fine della detrazione fiscale. 118
11. Consegna dei lotti I lotti aggiudicati verranno spediti all’acquirente solo dopo l’ultima asta. In ogni caso la consegna avverrà solo dopo che sia stato effettuato il pagamento per intero del prezzo di Aggiudicazione. 12. Proprietà dei lotti Il trasferimento della proprietà del lotto all’Aggiudicatario avverrà solo dopo l’effettuazione del pagamento per intero alla Fondazione Paideia. Onore e onere di ogni lotto saranno trasferiti all’Aggiudicatario al momento della consegna del lotto all’Aggiudicatario stesso. I lotti acquistati saranno garantiti
da copertura assicurativa fino al momento della consegna all’Aggiudicatario stesso o suo delegato. 13. Foro competente Le presenti condizioni di aggiudicazione sono soggette alla legge italiana. Per qualsiasi controversia è stabilita la competenza esclusiva del Foro di Torino.
Il presente modulo offerte consente di effettuare un’offerta scritta e deve pervenire via fax al n. 011 5520453 entro 48 ore prima dell’inizio dell’asta. Fondazione Paideia confermerà via fax tutte le offerte pervenute.
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