Craco: The Place to Build

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Tesi di laurea in Design e comunicazione visiva

Studente: Elisa Lacicerchia Relatore: Michele Cafarelli



Indice

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La storia

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Dalla frana ad oggi

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Paesaggio

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Architettura

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Texture

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Vite che furono

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Casi studio

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Scenario e concept

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IdentitĂ visiva

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Bibliografia

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Sitografia


Perchè una tesi su Craco?


«Tutta la Storia umana è un raschiamento della coscienza e soprattutto della coscienza di ciò che sparisce.» C. Magris La motivazione che mi ha spinta ad iniziare questo progetto è l’amore che provo per questo paese, al quale sono legata anagraficamente ma soprattutto affettivamente: Craco, il cosiddetto “paese fantasma”, a volte esaltato ed a volte limitato da questa sua definizione. Sarebbe bello trovare una nuova definizione per un luogo non più abitato da persone, ma da idee. Le cui strade non sono più calpestate dagli abitanti delle case ma da turisti che provengono da diversi luoghi e che hanno differenti punti di vista o da artisti affascinati proprio dal suo paesaggio, o ancora da studiosi del territorio che vogliono trovare soluzioni innovative per questo e per gli altri territori a rischio. Trovare un nome ad un luogo in cui la bellezza è nata dalla tragedia. È questo desiderio che mi ha fatta arrivare a The place to build, ad uno spazio ideale e pratico di partecipazione e condivisione che vuole essere la città di Craco.




la storia

La storia

Craco è un centro di origine medioevale della provincia di Matera, in Basilicata. La sua è una storia particolare e travagliata, poiché il territorio è stato spesso vittima di eventi franosi; anno chiave è il 1959, quando un movimento franoso molto complesso colpisce il centro di Craco e diviene dirompente nel ‘62-63 innescando un processo che ha azzerato l’intero patrimonio edilizio del centro storico, in parte andato distrutto definitivamente e irrimediabilmente, e in alcuni anni ha portato al totale abbandono del paese da parte dei suoi abitanti. A seguito della frana i cittadini furono evacuati nell’insediamento abitativo ai piedi della collina che oggi ha il nome di Craco Peschiera. Prima di parlare di com’è Craco oggi vorrei fare un breve excursus storico. La storia degli insediamenti umani nel territorio di Craco riveste una elevata complessità dovuta all’assenza di ricerche archeologiche mirate e specifiche. Alcuni ritrovamenti avvenuti alla fine degli anni ’60 ed in particolare armi e corredi militari conservati presso il museo di Metaponto, testimoniano una presenza tardo micenea nella

Valle del Cavone. Sembra che la presenza tardo micenea, testimoniata dalla famosa spada micenea di Craco, giunga sino all’VIII secolo a.c. e sia localizzata nelle aree della valle del Cavone e dell’Agri a ridosso dell’area metapontina interessata successivamente dagli insediamenti della Magna Grecia . Del periodo medioevale è la Torre Normanna costruita dopo l’anno mille che testimonia l’importanza strategica del sito; la complessa configurazione urbanistico architettonica del centro medioevale e rinascimentale è segno di un’abilità ed una padronanza delle tecnologie costruttive molto elevate. Nel centro si sviluppano attività artigianali nel campo orafo della lavorazione di utensili in ferro e nella lavorazione dell’argilla.

In alto: decorazione del 1630 sulle pareti del Monastero francescano di San Pietro In basso: brocca in terracotta con motivo decorativo a tenda, dai ritrovamenti in loc. Sant’Angelo

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la storia

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la storia


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innesca smottamenti, lesioni e cedimenti delle infrastrutture e delle abitazioni. Nel 1969 vengono investiti oltre 900 milioni di lire ma la frana inesorabile spazza via tutte le palificazioni e muri di sostegno realizzati e nel ‘72-73 riparte il movimento franoso investendo anche tutta la sezione da consolidare, la quale in realtà si presenta come la più colpita dal movimento. Il processo di trasferimento completato nel 1980 che dà vita al nuovo centro abitato di Craco Peschiera determina di fatto, e per incuria delle amministrazioni locali, uno stato di abbandono e di degrado generalizzato che innesca anche crolli di edifici e consente un saccheggio selvaggio del vecchio centro con gravi danni al patrimonio storico. Sul piano demografico e sociale la frana porta una accentuazione del già drammatico fenomeno migratorio, la popolazione passa da 1871 abitanti nel 1961 a 793 abitanti nel 2008.

A sisistra: vista e dettaglio della torre normanna

la storia

La storia locale, al pari della storia del Mezzogiorno italiano , con il suo susseguirsi di dominazioni delle diverse case regnanti — ­ normanni, svevi, angioini, aragonesi e successivamente nell’epoca baronale, consente di leggere anche i valori del patrimonio urbanistico e architettonico. Nel ‘600 grazie all’insediamento di una comunità di frati minori dell’Osservanza si determina la nascita di una moderna borghesia delle professioni di origine agraria che sul finire del settecento anima i moti repubblicani. La presenza di monaci ha sicuramente influito anche nella diffusione delle conoscenze tecniche impiegate a Craco dai tanti artigiani che nel ‘600 e nel ‘700 operavano a Craco e dagli abili agricoltori che fecero ne uno dei paesi agricoli più importanti del comprensorio. A Craco si producevano frumenti duri e legumi di pregio dovuti alle caratteristiche orografiche e alla qualità dei terreni agricoli ed a condizioni microclimatiche favorevoli per tali colture. La coltivazione dei legumi è continuata sino agli anni ’70 ed il suo abbandono è fortemente condizionato proprio dalla frana del ’63. Come detto prima, il moto franoso diventato dirompente nel ’63



Sopra, a sinistra e nelle pagine 13-16: foto della frana, Archivio storico del Comune di Craco

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la storia


la storia

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la storia

Articoli de l’Unità del 1964 e 1965 su crollo ed evacuazione, Archivio storico del Comune di Craco

Sopra e a fianco: manifestazioni di protesta degli abitanti di Craco per la situazione di disagio e precarietĂ delle abitazioni, Archivio storico del Comune di Craco

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la storia


la storia


dalla frana ad oggi

Dalla frana ad oggi

Durante il periodo ’95-’99 si posero le basi per studi, ricerche e una prima programmazione dell’amministrazione locale tesa alla tutela e al recupero, all’avvio di attività di ricerca e di monitoraggio che hanno consentito di ipotizzare un recupero a fini scenografici, culturali e artistici del vecchio centro storico. In questa situazione Craco diventa una straordinaria location cinematografica, il suo fascino, la sua verità, la sua bellezza e il suo dramma portano grandi registi italiani e internazionali ad ambientare a Craco i loro film. Produzioni cinematografiche da ricordare sono La lupa di Alberto Lattuada, Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi, King David di Bruce Beresford, Il sole anche di notte di Paolo e Vittorio Taviani, Ninfa Plebea di Lina Werthmuller, La passione di Cristo di Mel Gibson, Nativity di Catherine Hardwicke, The Big Question di Francesco Cabras e Alberto Molinari, Nine Poems in Basilicata di Antonello Faretta, Agente 007 - Quantum of Solace, di Marc Forster con Daniel Craig e Giancarlo Giannini, oltre a molte produzioni pubblicitarie e televisive e produzioni indipendenti realizzate da giovani registi italiani e stranieri, reportage giornalistici e fotografici, produzioni multimediali creative come l’episodio del progetto Nigth(e)scape di Fabrica, recentemente esposto al Maxxi di Roma ed il video con drone “The Abandoned Town” promosso dalla rivista Domus.

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A sinistra: set di The big question di F.Cabras e A.Molinari, 2004 Pagine 21-22: Nine Poems in Basilicata di Antonello Faretta, foto Salvatore Laurenzana Pagine 23-24: still di Night(e)scape, produzione Fabrica

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dalla frana ad oggi

Scena da Cristo si è fermato ad Eboli di Francesco Rosi, 1979




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dalla frana ad oggi

Nel 2009 la nuova amministrazione ha messo al centro della propria azione il recupero, la tutela e la valorizzazione del centro storico istituendo il Parco Museale Scenografico, avviando attività di messa in sicurezza, restauro di edifici ed elementi architettonici, progettando e realizzando in un arco temporale di 6 anni con piccoli progetti e un intervento di restauro conservativo e valorizzazione del Monastero di San Pietro. Grazie alla candidatura alla call del World Monument Fund, promossa dall’attuale sindaco, il centro storico di Craco è stato incluso nella Watch List 2010 tra i siti a rischio di estinzione nel mondo da salvare. Insieme ai percorsi di visitabilità in sicurezza, al Museo

Emozionale collocato nel Monastero di San Pietro, all’Atelier dell’arte e del cinema e ad una Mediateca Reception realizzata nel rione Sant’Angelo, il Parco Museale Scenografico è divenuto un attrattore culturale, turistico, creativo e una improntante infrastruttura scientifica in campo aperto dove molti enti di ricerca hanno in questi anni realizzato attività di ricerca, interventi di monitoraggio satellitare, studi e tesi di laurea. Accademie, università, politecnici italiani e stranieri hanno insieme all’amministrazione comunale dato vita ad una intensa attività di valorizzazione delineando uno scenario di recupero fondato su arte, cultura, cinema, ricerca e innovazione.

Chiostro del Monastero di San Pietro

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dalla frana ad oggi

Pagine 26-29: progetti per il borgo di Craco svolti dagli studenti dell’atelier Aires Mateus all’Accademia di Architettura di Mendrisio. Foto Marco Cappelletti

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«La Natura è un tempio dove colonne viventi Talvolta lasciano uscire confuse parole; l’uomo vi passa attraverso foreste di simboli che l’osservano con sguardi familiari. Come lunghi echi che si confondono in lontananza, in una cupa e profonda unità, vasta come l’oscurità e come la luce, profumi, colori e suoni si rispondono. Vi sono profumi freschi come carni di bimbi, dolci come gli oboi, verdi come i prati, - E altri, corrotti, ricchi e trionfanti, che hanno l’espansione delle cose infinite, come l’ambra, il muschio, il benzoino e l’incenso, che cantano l’ebbrezza dello spirito e dei sensi»

Correspondances, C. Baudelaire da Les fleurs du mal, 1893


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paesaggio


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paesaggio Foto Pietro Favale

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paesaggio Sopra: foto Stefano Santucci Successiva: foto Mario Albano

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«La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole.»

Da Le città invisibili, Italo Calvino



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Veduta di Craco da drone

Pagine 40-44: vedute di Craco foto di Stefano Santucci

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architettura


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architettura


architettura

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Dal generale al particolare, dal materico all’astratto, dalla tridimensionalità alla bidimensionalità . I nostri occhi guardano e la mente interpreta le forme, i segni, i colori.

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texture

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texture


texture

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«[...] per stabilire i rapporti che reggono la vita della città, gli abitanti tendono dei fili tra gli spigoli delle case, bianchi o neri o grigi o bianco-e-neri a seconda se segnano relazioni di parentela, scambio, autorità, rappresentanza. Quando i fili sono tanti che non ci si può più passare in mezzo, gli abitanti vanno via: le case vengono smontate; restano solo i fili e i sostegni dei fili. [...] Riedificano la città di Ersilia altrove. [...] Poi l’abbandonano e trasportano ancora più lontano sé e le case. Così viaggiando nel territorio di Ersilia incontri le rovine delle città abbandonate, senza le mura che non durano, senza le ossa dei morti che il vento fa rotolare: ragnatele di rapporti intricati che cercano una forma.»

Da Le città invisibili, Italo Calvino


vite che furono

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Da pagina 60 a 68: foto dell’Archivio storico del Comune di Craco

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vite che furono

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Casi studio Andando al progetto di identità visiva, ho selezionato una serie di casi studio circoscritti al Sud Italia ed a progetti che si focalizzano sullo studio della cultura locale e alla sua comunicazione in forma molto contemporanea. Conducendo la ricerca ho avuto la conferma della scarsa diffusione di una cultura visiva nell’ambito della comuni-

cazione istituzionale; si trovano abbastanza difficoltosamente progetti di qualità che sono contemporaneamente dedicati ad un ampio target. Chiaramente i seguenti casi studio superano questo scoglio, fornendo esempi di comunicazione molto appropriati.

casi studio

Gravina di Puglia ― Mauro Bubbico Re-design dell’identità visiva della città e comunicazione eventi. È interessante la ripresa di elementi della della cultura popolare (il santo, la tradizione della terracotta) e degli edifici decontestualizzate tramite l’illustrazione.

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San Nicola ― FF3300 Identità visiva della festa patronale di San Nicola e Bari. Anche qui c’è la riproposizione di una figura religiosa e tradizionale in una nuova veste, ovvero quella illustrata, oltre al profondo studio della cultura locale con l’utilizzo della Beneventana barese, stile di scrittura molto popolare durante il ‘500 a Bari, che possiamo notare nei manifesti.

casi studio

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Matera Basilicata events ― Ego55

casi studio

Portale per gli eventi culturali in Basilicata. Selezionato principalmente per la vicinanza geografica è anche il primo progetto di comunicazione a tutto tondo (web e cartaceo) che promuove la Basilicata attraverso un’immagine coordinata.

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The View from Lucania Ăˆ un’organizzazione culturale che si occupa di workshop, eventi ed autoproduzione. Molto interessante il trattamento fotografico che si può trovare nella fanzine Sudario, che ritrae i luoghi e gli abitanti della Basilicata visti da parte di diversi artisti.

casi studio

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«Tempo presente e tempo passato sono forse entrambi presenti nel tempo futuro e il tempo futuro è contenuto nel tempo passato. Se tutto il tempo è eternamente presente tutto il tempo è irredimibile.»

Da Four Quartets di T.S. Eliot

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Scenario

VISIBILE/INVISIBILE

Questa contrapposizione rispecchia perfettamente la realtà di Craco perché la città, nel suo ambiente architettonico e materico contiene in sé quello che non c’è più ― o meglio, quello che era: le parti mancanti delle rovine e degli edifici, la vita degli abitanti che noi ora possiamo solo immaginare, ricostruire idealmente in un livello astratto, appunto.

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scenario+concept

Dal contesto al concept Andando ad analizzare il tema dell’identità troviamo che questa si compone di passato, presente e futuro insieme. Il passato è la tradizione, la storia, gli eventi che la segnano. Craco è stata inevitabilmente segnata dalla frana, evento che può essere letto su due livelli: quello materico che si compone di paesaggi, di rovine, quindi di architetture, materiali e texture; ed il livello astratto, più suggestivo, popolato da concetti come il movimento, la frammentazione, l’instabilità, la separazione, l’effimero. Questi due aspetti possono essere ricondotti a due altri fenomeni: il materico al visibile e l’astratto all’invisibile.


Ed entrando a Craco e muovendosi entro i limiti fisici della città tutto può succedere e si può immaginare.

scenario+concept

Tuttavia queste ricostruzioni ideali sono in gran parte soggettive: nonostante i dati, le immagini d’archivio, le analisi storiografiche, in fondo ognuno ha un proprio punto di vista quando visita una città.

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scenario+concept

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scenario+concept

Ma come fa l’identità a permanere nel tempo, tra passato e futuro?

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Attraverso il racconto: orale, visivo, scritto, che si compone di parola ed immagine. E, dopotutto, progettare un’identità visiva è come costruire un racconto. Il grafema, organizzato poi nel carattere tipografico, ed i pattern delle fotografie delle texture, sono le unità dalle quali si può partire per creare un nuovo discorso e quindi gli elementi dell’identità visiva.

scenario+concept

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Lettering Il lettering è quindi esaltato come elemento visivo, grafico con l’intervento sulla lettera, con la sua modifica ― e qui mi ricollego al concept, quindi all’interpretazione di una realtà con la quale si viene a contatto. La modifica del carattere nasce anche nel primo braistorming riguardo l’aspetto della frana: frammentazione, taglio, separazione, frattura, effimero.

identità visiva

La realizzazione dell’identità visiva, in questa fase iniziale, ha visto diverse strade e soluzioni, tutte accomunate dall’intervento sulla lettera ma con un aspetto anche molto diverso l’una dall’altra.

Distorsione tipografica manuale

Tagli, glitch

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Texture e pattern


Strade che mi hanno portata a quella definitiva, in cui ho mantenuto i tagli orizzontali e verticali separando i frammenti e riutilizzandoli nel visual.

Logo Font: HK Grotesk di Hanken Design Co. peso Semibold

identitĂ visiva

costruzione

logo finale

frammenti

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identitĂ visiva

Texture

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Le texture occupano lo spazio dei frammenti ma si presentano anche in combinazioni varie, basate sempre sulle geometrie delle lettere. Si presentano in forma di foto o illustrazione, data dalla stilizzazione o dalla modifica digitale della foto.

versione base

varianti

identitĂ visiva

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Payoff partecipare e condividere la propria visione. D’altronde questa è anche la mission dell’amministrazione di Craco, che ha lanciato una call per artisti, progettisti e ricercatori con il progetto “Landscape for art and culture”, invitandoli ad interpretare la realtà di Craco e condividerla tramite i progetti.

identità visiva

In questa fase del progetto è stato anche elaborato un payoff che vuole rappresentare sia lo spirito di Craco che quello del progetto. The place to build fa l’occhiolino allo slogan più diffuso the place to be ma è anche un riferimento al concetto di spazio da costruire in senso metaforico, quindi luogo in cui

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Applicazioni I supporti di comunicazione riguardano la promozione delle attivitĂ organizzate dal comune di Craco e la promozione della cittĂ stessa, oltre al merchandising che potrebbe essere venduto nei punti turistici. Possiamo vedere come il logo si presenti in forme diverse in base alle necessitĂ del supporto comunicativo.

Comunicazione eventi

identitĂ visiva

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identitĂ visiva

Promozione cittĂ

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identitĂ visiva

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identitĂ visiva

Merchandising

shopping bag fronte/retro

spilla con logo

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«[...]Perchè non esiste nè “vecchio” nè “nuovo”; per me è solo l’”esistere”. In ogni momento il “vecchio” ed il “nuovo” esistono nella mente altrimenti è qualcosa d’altro.» Heinz Frank



Bibliografia Pellegrino M., Descrizione della frana di Craco in “Il frantoio”, a. X, Ottobre 1972 D’Angella D., Note Storiche sul comune di Craco, Pisticci, Editrice IMD Lucana, 1986 Basercoop scrl, Immagini e suggestioni: itinerari per il turismo rurale in Basilicata, Lavello, Arti grafiche Finiguerra, 1987 Mibac, Insediamenti francescani in Basilicata, Matera, Basilicata Editrice,1988 Amministrazione Comunale di Craco, Il Parco Scenografico: ipotesi di recupero del centro storico, Archivio Comunale, 1997 Rescio P., Storia e Architettura di Craco, in “Basilicata Regione Notizie” n.3, Potenza, 1998 Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata, Ciak si viaggia: location cinematografiche in Basilicata, Potenza, s.d., 2009 Calvino I., Le città invisibili, Einaudi, 1972 Eliot T.S., Quattro quartetti, traduzione e cura di Tonelli A., Feltrinelli Editore, Milano, 2010 Müller-Brockmann J., The grid System in Graphic Design, Arthur Niggli; Bilingual edition, 1996 Frank H., Il Vecchio è il nuovo, in “In. Argomenti e immagini di design”, n.6 luglio-agosto 1972, p.68 Munari B., Design e comunicazione visiva, Editori Laterza Baudelaire C., Corrispondenze in I fiori del male, Einaudi, 2006

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Sitografia Museo Emozionale di Craco www.cracoemotion.org Comune di Craco www.cracomuseum.eu www.comune.craco.mt.it World Monument Fund www.wmf.org Rai play ― Programma sulle ghost town www.raiplay.it/programmi/ghosttown www.paesifantasma.it Noeltan Film Studio www.noeltan.it Lamedica I., La psicogeografia e le mappe bioregionali, Centro Studi Anfione, 2007 www.anfione.eu/Psicogeografia_Schede_Didattiche.pdf Sitografia per casi studio www.maurobubbico.it www.ego55.com www.ff3300.com www.theviewfromlucania.com

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