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DALL’ARGILLA ALLA CERAMICA

Agricoltura e allevamento fanno nascere nuove necessità: per esempio quella di contenitori dove riporre latte, semi, frutti. L’ argilla è un tipo di terra molto fine che mescolata all’acqua si trasforma in un impasto morbido, facile da modellare con le mani. L’uomo e la donna del Paleolitico l’avevano già usata per realizzare le statuette dette “Veneri”; ora si rivela molto adatta a fabbricare recipienti.

Con l’argilla gli uomini e le donne del Neolitico realizzano vasi, scodelle e anche stoviglie per cucinare.

Le tecniche di lavorazione sono due:

1 l’uomo e la donna modellano la forma del vaso scavando con le mani un blocco d’argilla;

2 l’uomo e la donna preparano con l’argilla dei rotolini, sovrappongono a formare il vaso e poi lisciano le pareti con le mani (tecnica del colombino ).

Asciugandosi al sole, l’argilla si indurisce e il contenitore è pronto. Per velocizzare l’asciugatura, a un certo punto gli uomini e le donne iniziano a usare il fuoco: si accorgono così che l’argilla cotta ( ceramica ) è più resistente e impermeabile all’acqua. Nascono allora i primi forni , scavati nel terreno, e un nuovo materiale: la ceramica.

S T E A M

Prendi un blocchetto d’argilla e modella un vaso con la tecnica del colombino.

Sul vaso fresco puoi anche tracciare delle decorazioni incidendo l’argilla con un bastoncino, come facevano nel Neolitico.

Al Museo Civico Archeologico di Bologna sono conservati moltissimi vasi in argilla e in ceramica prodotti dall’uomo

Al Museo Archeologico di Ariano Irpino , in Campania, sono conservati moltissimi vasi in ceramica, in particolare tazze e piatti, che provengono dal vicino villaggio neolitico di La Starza.

A Capo di Ponte , in Val Camonica (Lombardia) si trova il Parco Nazionale delle Incisioni rupestri . Sulle rocce della zona della località Naquane puoi vedere più di 150 000 disegni incisi nella pietra dagli uomini e delle donne del Neolitico. Questo luogo è stato nominato Patrimonio dell’Umanità

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