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L’esame di Stato e la pandemia
L’ESAME DI STATO E LA PANDEMIA
L’anno scolastico 2019-2020 ha visto importanti novità per quanto riguarda l’esame di Stato e, più in generale, la didattica. I cambiamenti intercorsi sono stati decisi sicuramente dalla pandemia di COVID-19 e hanno interessato dapprima la didattica, che si è trasformata in DAD (Didattica a Distanza), e poi l’esame di Stato tenutosi nel mese di giugno. Le prove previste dalla normativa sono state “raggruppate” in un unico esame esclusivamente orale, della durata massima di 60 minuti, svolto in presenza nel rispetto di tutte le regole di sicurezza. Gli studenti ammessi all’esame: • hanno spedito a mezzo posta elettronica un elaborato realizzato sulla base delle discipline di indirizzo entro il 13 giugno; • hanno sostenuto il colloquio orale davanti a una commissione d’esame formata, in linea eccezionale, tutta da membri interni ad eccezione del presidente. Il colloquio prevedeva: • la discussione dell’elaborato con le discipline di indirizzo; • la discussione di un testo studiato nell’ambito dell’insegnamento di
Lingua e Letteratura italiana; • l’analisi di materiali scelti dalla commissione (definite “buste aperte” in questo libro); • la discussione dell’esperienza nell’ambito dei PCTO (Alternanza
Scuola-Lavoro); • l’accertamento delle conoscenze relative all’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione. Ai fini dell’esame di Stato, si è rivelato fondamentale il contributo della DAD (trasformata in DDI, ossia Didattica Digitale Integrata a partire dal 1° settembre 2020). La DAD, così come la DDI, permette di interagire con gli studenti e di aiutarli nella preparazione dell’esame di Stato. Uno delle strategie più adottare è stata l’assegnazione di elaborati da sviluppare sulla disciplina di indirizzo (e che troverete nelle pagine che seguono). Per l’esame di Stato 2020, nella sua condizione di emergenza e di novità per studenti e docenti, le tracce inviate agli studenti per farli