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Sezione 2

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17 I DOVERI DEL COLONO IN UNA CURTIS DEL IX SECOLO Polittico di Saint-Germain-des-Prés (cit. in: Textes et documents d’histoire, 2, Moyen Age, a cura di J. CALMETTE, nuova ed. aumentata a cura di CH. HIGOUNET, Paris, P.U.F., 1953) Tra l’806 e l’829 l’abbazia di Saint-Germain-des-Prés, a Parigi, realizzò per ordine dell’abate Irminone un inventario di tutte le sue proprietà. Nel paragrafo qui riportato viene descritta nel dettaglio la condizione di Bodo, un contadino che lavorava sui terreni dell’abbazia. È una testimonianza di prima mano sulla vita che si svolgeva nelle grandi proprietà ecclesiastiche di quell’epoca.

Bodo, colono, e sua moglie Ermenetrude, affittuari di Saint-Germain, hanno tre bambini. Egli coltiva un manso con una parte di terra arabile, una parte a vigna e a prato. Egli paga ogni anno due scellini d’argento all’esercito e due barilotti di vino per il diritto di far pascolare i suoi maiali nei boschi. Ogni tre anni deve fornire cento tavole e tre pali per steccati. Ara quattro pertiche di terreno dell’abbazia per la semina invernale e due pertiche per la semina primaverile. Ogni settimana è tenuto a prestare la sua opera due volte e deve fare qualunque lavoro gli venga ordinato. Paga all’abbazia tre poffi e quindici uova all’anno. Egli è proprietario di mezzo mulino a vento per cui paga due scellini d’argento ogni anno. Analizziamo il testo • Il documento è apparentemente arido e burocratico. In realtà la sua lettura è molto interessante, perché fornisce interessanti informazioni su come era organizzato il lavoro nelle curtes del IX secolo, con tutti i suoi corollari: ovvero i rapporti di proprietà, i contratti di conduzione agricola, i tipi di pagamenti e di servizi che venivano richiesti a un colono (contadino) all’interno delle curtes feudali. • Bodo era conduttore di un manso, ovvero di un lotto di terra facente parte della pars massaricia della curtis: essa era una vasta area composta da terreni concessi a uomini liberi, i quali si erano posti, in vario modo, sotto la protezione di un signore (in questo caso, l’Abbazia). Nel manso di Bodo vengono eseguite tutte le coltivazioni principali: cereali e legumi nell’area arabile, la produzione vinicola e il pascolo (il prato) per l’allevamento. • Bodo è debitore all’abbazia di tributi in natura: il testo ne cita diversi, che in realtà risultano simbolici (i polli, le uova) o poco più (le tavole, i pali per steccati). Bodo deve pagare, inoltre, il soldo per la difesa (due scellini all’esercito) e una tassa in natura (due barilotti di vino) per portare gli animali al pascolo: i boschi, infatti, fanno parte della riserva signorile e i contadini, per poterli sfruttare, devono pagarsi un’apposita concessione. • Decisamente più onerose, per lui, sono le prestazioni di lavoro che l’abbazia gli impone. Tali prestazioni riguardano, come per la maggior parte dei coloni, servizi da offrire durante i periodi dell’anno in cui i lavori agricoli sono più pressanti. Dal testo ricaviamo che negli obblighi di Bodo figurano anche delle corvées, e piuttosto pesanti: vanno eseguite per ben due volte alla settimana e, per di più, in ambiti lasciati a discrezione dei proprietari. Evidentemente all’abbazia di Saint-Germain premevano, più che i poveri prodotti dei mansi, i servizi di manodopera che i contadini potevano prestare nella riserva signorile (la pars dominica). • L’ultima annotazione, quella riguardante il mulino, ci fa supporre che Bodo, nonostante le corvées a cui era obbligato, fosse però un contadino fortunato. Possedeva infatti, in comproprietà, uno strumento molto ambito come il mulino a vento; dunque egli era probabilmente un contadino libero, che aveva chiesto e ottenuto protezione nei territori dell’abbazia.

Rifletti e rispondi 1. Elenca nell’ordine: • i lavori stagionali che Bodo deve svolgere;


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