Meraviglioso - Letture 3

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M. Cappelletti • A. e A. De Gianni • M. De Pasc ali

LETT

s

URE

3 ibiscus edizioni


Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio Coordinamento redazionale: Nicoletta Baldini Responsabile di produzione: Francesco Capitano Revisione didattica: Annamaria Longobardi Redazione: Nicoletta Baldini, Camilla Di Majo Progetto grafico e impaginazione: Fabio Gallo, Luana Parrella Ideazione e realizzazione della copertina: Luana Parrella Illustrazione di copertina: Giovanni Abeille Illustrazioni: Fabiano Fiorin, Maria Elena Gonano, Patrizia Manfroi, Giada Negri Ricerca iconografica: Nicoletta Baldini Referenze iconografiche: Shutterstock, Archivo Spiga © 2020 Eli - La Spiga Edizioni | Loreto

© 2020 Ibiscus Edizioni | Napoli

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Stampa: Tecnostampa | Pigini Group Printing Division | Loreto | Trevi 20.83.192.0 | ISBN 978-88-468-4116-2 Per esigenze didattiche i testi sono stati quasi tutti ridotti e/o adattati. L’editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Le fotocopie non autorizzate sono illegali. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione totale o parziale così come la sua trasmissione sotto qualsiasi forma o con qualunque mezzo senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore.


M. Cappelletti • A. e A. De Gianni • M. De Pasc ali

LETT

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URE

3 NOME ................................................................................................................................................................................................................................... COGNOME .............................................................................................................................................................................................................. CLASSE ................................................................................ SEZIONE ..............................................................................................

ibiscus edizioni


Indice Il momento di ritrovare gli amici 4 La nuova maestra Ascolto 6 Un nuovo amico 7 Girotondo CLIL 8 Amicizia 10 La maestra Incantesimi 11 Berta Parole che descrivono • Testo descrittivo

12 Testo descrittivo MAPPA 13 La mia amica Marta 14 Pat • Alice 16 Il sogno di Valentina 18 La ricreazione verso l’invalsi

Il momento del mio mondo segreto 20 22 23 24 25

Lotta trasloca Ascolto Filastrocca dei desideri La paura del buio La mamma Mia sorella grande

Parole segrete • Diario

26 Caro diario MAPPA 27 Scrivere un diario 28 Pagine di diario 30 Anna Frank 31 Diario di bordo… …della lavorazione di un film …di un maestro Compito di realtà 32 Incubo 33 Diventerò… 34 Papà cuoco verso l’invalsi

Percorso di ascolto

con

Esercizi interattivi

Il momento dell’avventura

Il momento del tuffo nel passato

36 I banditi della palude maledetta Ascolto 38 A caccia di fantasmi 39 Avventura nel castello

72 C’era una volta Ascolto 73 Storia universale Parole che raccontano • Mito

Parole che raccontano • Avventura

40 41 42 43 44 45 46

La funicolare tra le case Un pomeriggio movimentato Che avventura! Il tunnel nero Il testo narrativo MAPPA La banda Cacciatori con il cannocchiale

47 Un test per te! 48 La casa sull’albero 50 Una notte… particolare 52 Il tesoro di Villa Mimosa verso l’invalsi

Il momento delle fiabe e delle favole 54 Il principe Ranocchio Ascolto 56 Il cavaliere Giorgetto 57 Il bosco Fiabefavole Parole che raccontano • Fiaba

58 La principessa prigioniera 59 La struttura della fiaba MAPPA 60 L’inventafiabe 61 Il drago a sette teste 62 I doni della fata Parole che raccontano • Favola

64 Il cane e la carne 65 La favola MAPPA 66 67 68 70

La volpe e il corvo La cicala e la formica Il tessitore e l’orco verso l’invalsi I 10 diritti del lettore

74 La catena di Obatala 75 Deucalione e Pirra 76 Il mito MAPPA 77 78 80 81 82 83

Il disegno sulla roccia Il fuoco L’arte preistorica Artista preistorico Cre L’albero di Lucy Grotta del cavallo

i

Parole che raccontano • Leggenda

84 La leggenda dell’aurora 85 Il labbro spaccato delle lepri 86 Una decisione coraggiosa 88 Koor e il lupo verso l’invalsi

Il momento dei giochi all’aperto 90 92 93 94 95 96 97 98

Alla scoperta del mondo Ascolto Il campeggio Mago libero Le case sotto la quercia Il grande faggio Zitti, ecco i conigli! Riccio Scout Il raduno delle pecore

Parole che emozionano • Poesie e filastrocche

99 100 101 102 103

O la rima o la vita! La pioggia Io so fare le capriole Cielo di notte I bambini sono fiori Il vento MAPPA

104 Il volo delle rondini 106 In gara per il campetto verso l’invalsi 108 Diritti naturali dei bambini e delle bambine


Il momento del gioco e dello sport 110 112 113 114 115 116 118 119 120

Lo sport non fa per te! Ascolto Filastrocca degli sport CLIL Il pattinaggio La pallavolo La piscina Imparare a perdere La partita di pallone Fair play Campioni di fair play

Parole che regolano • Testo regolativo

121 Palla base 122 La corsa dei mattoni MAPPA 123 Il salto con l’elastico 124 Un test per te! 126 La gara campestre verso l’invalsi

Il momento del mare e dei monti 128 L’accalappiamici Ascolto 130 Finalmente si parte! 131 La voce del mare • Filastrocca del mare 132 Sulla spiaggia 134 La salamandra

Parole che descrivono • Ambienti

136 La Val d’Ombrosa 137 Una piccola fattoria MAPPA 138 Escursione al monte Generoso 139 Un simpatico incontro 140 Sentieri di conchiglie verso l’invalsi

Il momento delle feste e delle stagioni 142 Passano i giorni Ascolto 144 L’autunno 146 Voli autunnali 147 Giardino autunnale Nel mondo dell’Arte 148 Jack O’Lantern 149 La lanterna di Halloween Cre i 150 Nevica Nel mondo dell’Arte 151 Il pupazzo di neve 152 Vasetto di neve Cre i 153 Profumo di muschio 154 Selfie degli elfi 155 Re Carnevale 156 I due saltimbanchi Nel mondo dell’Arte Cre i

157 Fata primavera 158 Festa di primavera Compito di realtà 160 Le uova pasquali del coniglietto 161 Estate al mare 162 La primavera e l’estate nei quadri Nel mondo dell’Arte

LEGGERE E COMPRENDERE Itinerario nella comprensione del testo

164 Vacanze! 165 La famiglia Rossi in vacanza 166 Che cosa succede? 167 Una colazione speciale 168 Dove? 169 Quando? 170 I pattini nuovi 171 La casa di Tipo 172 La marmotta 173 La pioggia di Piombino 174 Vacanze sulla neve 175 L’informazione più importante 176 Un cucciolo di mammut 177 A ognuno il suo 178 L’uomo di Cro-Magnon 180 Due brani in uno! 182 Crema dolce di ricotta 183 Il camaleonte 184 Il fantasma di mezzanotte 185 La lucciola 186 La tartaruga Matilda 187 La cornacchia ladra 188 C’è per tutti il primo giorno di scuola 190 L’autolavaggio 192 I suoni dell’estate

10 25 39 61 82 96 115

La maestra Incantesimi Mia sorella grande Avventura nel castello Il drago a sette teste L’albero di Lucy Zitti, ecco i conigli! La piscina


ci i m a i l g e r a Il momento di ritrov Ascolto

LA NUOVA MAESTRA La maestra della prima ora era nuova di zecca. E non solo non era mai stata in quell’aula: tutti i bambini garantivano che non fosse mai stata in nessuna aula di quella scuola. Anche perché, se mai fosse passata, chi se la sarebbe potuta dimenticare? Era alta alta, con un abito così colorato che per guardarlo servivano gli occhiali da sole! E il profumo?! Ne lasciava una scia lunga come quella degli aeroplani in cielo; se si fermava in una stanza, bastava un attimo perché ne riempisse ogni angolo. Gli scolari della 3B si sentivano come in ammollo in una boccetta di profumo alla vaniglia. Quando si presentò, la maestra disse: – Buongiorno bambini, sono Attilia e quest’anno vi insegnerò matematica. Tutti gli scolari sbarrarono gli occhi, perché questo è purtroppo l’effetto che fa la matematica sulla maggior parte degli alunni. Un solo visino sorrise ed era quello di Camelia. Cominciare l’anno facendo matematica era, per lei, la cosa migliore che le potesse capitare. Era talmente felice che non si trattenne e urlò: – Bellissimo! Mi piace! I suoi compagni si girarono verso di lei e la maestra cominciò a urlare. Urlava così bene, così forte, in modo così acuto, così intenso e prolungato che nessuno aveva mai sentito urlare più di quanto urlasse lei. Tutti rimasero a bocca aperta pensando che la maestra urlasse contro di loro, ma in realtà urlava perché un’ape, attratta dal suo vestito a fiori e dal profumo intenso, si era fermata proprio sul suo naso! A. Strada, Ma quanto urla la maestra?!, Mondadori

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Legge l’insegnante o gli alunni a turno.


Ascolto e capisco

Indica con una X le caratteristiche della maestra Attilia. Bassa.

Slanciata.

Alta.

Insegna matematica.

Ha un profumo eccessivo.

Insegna inglese.

Veste di scuro.

Indossa vestiti colorati.

Indica con una X. •   I bambini garantivano che quella maestra non era mai stata nello loro scuola, perché: veniva da molto lontano. non passava inosservata. era la prima volta che insegnava. insegnava matematica. •  I bambini sbarrarono gli occhi perché la maestra: si chiamava Attilia. aveva un abito che abbagliava. insegnava matematica. urlava in un modo mai sentito prima. •  La maestra Attilia dimostrò: di insegnare bene matematica. di saper urlare bene, forte e in modo acuto. di avere degli splendidi occhiali da sole. di essere già stata in quell’aula.

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UN NUOVO AMICO Anna aveva appena cambiato scuola. Una volta conosciuto meglio i compagni di classe, aveva deciso senza ombra di dubbio che più di tutti le piaceva Peter. Peter aveva capelli biondi tagliati a spazzola, occhi grigi, naso a patata e denti un po’ storti. Tra i suoi incisivi superiori c’era una larga fessura, attraverso la quale Peter riusciva a fischiare fortissimo. Aveva i jeans sempre consumati, perché li ereditava dal fratello maggiore. E le magliette sempre sporche, perché durante l’intervallo si rotolava volentieri per terra. Le scarpe erano quelle da ginnastica. Durante l’intervallo, Anna stava sempre con Peter. E dopo scuola, quando Anna aspettava la mamma all’angolo della strada, anche Peter aspettava insieme a lei, finché l’auto non compariva. C. Nöstlinger, Ma che nano ti salta in testa?, Salani

leggo e capisco

Com’è Peter? Colora i riquadri che indicano le sue caratteristiche. capelli biondi a spazzola camicia sempre in ordine poco amichevole

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naso a patata

sorriso perfetto denti un po’ storti

occhi grigi capace di fischiare

magliette sporche

jeans consumati


Il mom ento di ritrova re gli amici

CLIL

GIROTONDO children to sing

Vorrei con tutti i bambini del mondo far un allegro e bel girotondo, vorrei poter dar contento la mano a chi è vicino e a chi è lontano. E sempre insieme cantare, prima di mettersi a studiare. Ci vuol poco per stare in allegria tutti quanti in compagnia. Ci vuol poco per essere felici e dappertutto avere tanti amici.

world hand

to study glee company friends

A. de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe, Newton Compton

parlo di me S econdo te, qual è il segreto per avere tanti amici? Confrontati con i tuoi compagni. leggo e capisco

Che cosa desidera il bambino protagonista della filastrocca? Colora i quadratini. Fare un girotondo.

Dare la mano a tanti bambini.

Giocare a calcio.

Cantare insieme.

Studiare insieme.

Organizzare una festa.

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AMICIZIA Dunque, vediamo che cosa c’è oggi nel mio panino. Formaggio: che buono! Il cortile della scuola è affollato, pieno di bambini che corrono, spingono, urlano. Arriva Mohammed, un ragazzo con i capelli nerissimi. Ultimamente in classe non ha un vicino di banco. Mi piacerebbe sedermi al suo banco, anche perché non vado proprio d’accordo con il mio attuale vicino. Inoltre Mohammed mi è simpatico, con lui riesco a parlare e a fare scherzi. Mohammed si ferma vicino a me, mentre decido di dare un altro morso al panino. – Ciao, Filippo! – mi saluta e si appoggia alla rete del cortile. – Trovo che matematica sia stata uno spasso oggi – continua. Forse questo dà i numeri… Con un sospiro dico: – Io non capisco nemmeno i compiti. – Ma dai che erano facilissimi! – risponde. Pazienza, dico, tanto lui è bravo in matematica. Lui mi dice: – Non capisco perché non ce la fai a fare i compiti. Sei abbastanza bravo a scuola. – Non in mate. E poi, soltanto l’intervallo è la mia materia preferita. Mohammed ride. Guarda il mio panino e dice: – Anch’io ho del formaggio, ma è formaggio greco. – Buono – rispondo. Allora lui strappa metà del suo panino e me lo passa. – Vuoi metà del mio? – gli chiedo. Lui annuisce e così mangiamo in compagnia. Mohammed mi dice: – Se vuoi puoi venire a casa mia per fare i compiti di mate. Sono sorpreso. – Sì – rispondo – e dopo giochiamo. Sarà certamente un pomeriggio bellissimo! A. Bröger, Grandi amici… piccoli innamorati, Il Capitello

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Il mom ento di ritrova re gli amici

leggo e capisco

Rispondi. •  Dove si svolge il racconto? .......................................................................................................................... •  Quando? .............................................................................................................................................................. •  Quale dei seguenti bambini è Mohammed?........................................................................................

Filippo dice di voler essere il compagno di banco di Mohammed. Indica con una X le affermazioni che spiegano il perché. Perché Mohammed è bravo in matematica. Perché Mohammed non ha un compagno di banco. Perché sono vicini di casa. Perché Mohammed gli è simpatico. Perché con lui riesce a fare scherzi. P er ogni affermazione, indica con una X se si riferisce a Mohammed, a Filippo o a entrambi.

Mohammed

Filippo

Entrambi

È bravo in matematica. Non capisce i compiti di matematica. Ha un panino al formaggio. L’intervallo è la sua materia preferita. Strappa metà del suo panino e lo dà all’amico. Accetta l’invito a trascorrere il pomeriggio insieme. leggo e rifletto

Secondo te, quali sensazioni avranno provato i due amici al termine della vicenda? Indica con delle X. Complicità.

Solitudine.

Affiatamento.

Delusione.

Sicurezza.

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LA MAESTRA INCANTESIMI Non appena la nuova insegnante entrò in aula, i bambini della classe terza, ebbero subito la sensazione che in lei ci fosse qualcosa di diverso. Piuttosto alta, con lunghi capelli biondi e due occhi castani ma luminosi, indossava un paio di jeans strappati e una maglietta nera; alle mani spiccavano tre anelli e aveva le unghie nere, con disegni divertenti. – Ciao bambini, sono la nuova maestra, la signorina Incantesimi – disse con tono calmo e voce dolce. – Potete chiamarmi maestra Incantesimi! Poi, dalla borsa di cuoio marrone, estrasse un simpatico oggetto: sembrava un animaletto di plastica colorata. – Questa è la mia amica Trilli, vi terrà d’occhio. Lei vede e sente tutto: è la mia spia! T. Blacker, A scuola con Susie, Edizioni Elle

leggo e analizzo

Sottolinea in rosso le parti del testo che descrivono l’aspetto fisico della maestra Incantesimi e in verde quelle che descrivono l’abbigliamento.

parlo di me Secondo te, come mai la nuova maestra si chiama “maestra Incantesimi”? Confrontati con i tuoi compagni.

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Il mom ento di ritrova re gli amici

leggo e capisco

ispondi sottolineando nel testo R le risposte con i colori corrispondenti. Com’è Berta fisicamente? Che cosa le piace fare? Quale tipo di cioccolato preferisce?

BERTA Berta è una bambina deliziosa con i capelli biondi come l’oro. È molto più alta dei bambini della sua età, infatti i suoi compagni di classe la chiamano “Giraffina”. Berta non si arrabbia quasi mai, ma, quando succede, i suoi occhi diventano scuri come il mare in tempesta. Il sogno di Berta è quello di diventare scrittrice per bambini. A lei i libri sono sempre piaciuti e ne legge in continuazione, li divora. Ma soprattutto Berta ama il cioccolato: quello al latte, quello fondente, quello alla nocciola... Stamattina la sua compagna di banco le ha regalato una barretta di cioccolato. Berta l’ha guardata, poi ha aperto la confezione e, dal profumo, ha capito che era la sua preferita: fondente con le nocciole. Impaziente di assaggiarla, e senza curarsi della maestra Lisa che stava scrivendo un problema alla lavagna, Berta ha dato un bel morso. Nel silenzio della classe si è sentito un “CRUNCH”... La maestra si è girata e ha colto Berta sul fatto, con la bocca piena, ma si è limitata a controllare che mettesse via il cioccolato e poi, senza dire niente, con un sorriso ha continuato a scrivere.

etti in ordine le sequenze della M storia: numera da 1 a 4.

C. Mazzeo

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PAROLE CHE DESCRIVONO • Testo descrittivo TESTO DESCRITTIVO

spiega come sono fatti

utilizza

aspetto fisico

persone

abbigliamento carattere comportamento aspetto fisico

animali

paragoni dati sensoriali aggettivi qualificativi

carattere comportamento

ambienti

elementi e posizioni forma colore

oggetti dimensione funzione

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• visivi • olfattivi • uditivi • gustativi • tattili


PAROLE CHE DESCRIVONO • Testo descrittivo

LA MIA AMICA MARTA Il primo di giorno di scuola a fianco a me si è seduta Marta, che è mia amica dalla Scuola dell’Infanzia: eravamo insieme nella sezione del disco rosso. Marta è di altezza normale, ma non è magrissima. Ha infatti un viso piuttosto rotondo, con le guance paffute e rosse come una mela. Sotto i capelli color biondo scuro spiccano due occhi verdi, molto vivaci. Ha il naso piccolo. Anche la bocca è piccola, sempre pronta al sorriso. Marta indossa quasi sempre leggins e magliette colorate alle quali abbina i fiocchi per legarsi i capelli. Marta è molto simpatica, ma si arrabbia facilmente, soprattutto quando non può realizzare i suoi progetti. È però un’amica molto attenta agli altri. Un giorno vide la nostra compagna Melissa che piangeva da sola in un angolo del cortile. Andò subito da lei e le rimase vicino finché non la fece sorridere.

leggo e analizzo

Completa la tabella con le informazioni che il testo fornisce su Marta. Aspetto fisico

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Abbigliamento

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Carattere

............................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................

Comportamento

............................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................

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PAROLE CHE DESCRIVONO • Testo descrittivo

PAT Sebbene fosse una bambina, Pat stava sempre in blue jeans d’estate e d’inverno. Jeans sporchi e logori; anzi, più la stoffa sulle ginocchia era schiarita più erano amati. Non le ho mai visto una maglietta stirata addosso, era sempre vestita in modo trasandato. Ma dai colori delle righe delle sue magliette l’avresti potuta riconoscere tra mille. Si toglieva le scarpe quando la maestra la interrogava e il bello era che nei calzini venivano fuori certi buchi che pareva ci fosse passato un topo. Ma era tanto allegra e gentile che tutti le volevano molto bene e anch’io ne ero rimasto incantato. Aveva i capelli rossi come il cielo al tramonto e veniva dalla stessa scuola dove ero andato io. L. Tumiati, Saltafrontiera, Giunti

ALICE Alice è una bambina che frequenta la mia classe. Porta i capelli pettinati in due trecce nere che le pendono lungo la schiena. I suoi occhi, azzurri come i laghi di montagna, sono vivaci e intelligenti. Alice è ordinata ed è la persona più gentile ed educata di tutta la classe. Quasi ogni giorno porta in classe qualche fiore per la maestra. Una volta ha portato un’intera pianta dai bellissimi fiori bianchi che aveva colto, con tutte le radici, nel giardino di suo padre. W. Saroyan, Il mio cuore negli altipiani, Mursia

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PAROLE CHE DESCRIVONO • Testo descrittivo leggo e analizzo

ei testi della pagina precedente sottolinea con i colori corrispondenti N le informazioni relative a: aspetto fisico, abbigliamento, carattere, comportamento, poi inseriscile nella tabella.

Aspetto fisico

Abbigliamento

Carattere

Comportamento

Pat

Alice

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leggo e scrivo

rasforma il testo “Alice” modificando a piacere la descrizione della bambina. T Segui lo schema. Alice è una bambina che frequenta la mia classe. Porta i capelli .................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

I suoi occhi ........................................................................................................................., come .................................................................................................................., sono ............................................................................................................................................................................................................................................................................................. Alice è .......................................................................................................................... ed è la persona .................................................................................................. Quasi ogni giorno ............................................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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IL SOGNO DI VALENTINA Stanotte ho sognato di essere a scuola, in terza Primaria. Ora di pranzo, la mensa è affollata. Ottilia al mio fianco storce il naso. – Di nuovo pollo? Non mi va tanto. – Nemmeno a me. Sai che non amo la carne. – Prenderò la doppia porzione di pasta in bianco. – Anch’io, però faccio aggiungere un po’ di olio. Siamo sempre state simpatiche alle cuoche: eravamo gentili con loro e le ringraziavamo ogni volta che ci servivano il pasto. – Grazie, Rosa. – Grazie, Matilde. – Grazie a voi, bambine. – Siete stanche? – Stiamo servendo da un quarto d’ora appena. Rifateci questa domanda verso le due, quando cominceremo a riordinare la mensa. Ottilia e io occupiamo il solito posto e, mentre mangiamo, programmiamo i giochi che faremo in cortile. – Io vorrei giocare con la corda. – Io ho portato il gesso colorato per il gioco della campana. – Tiriamo a sorte? – D’accordo. – Sei la mia migliore amica, Otti. – Anche tu, Vale. A. Petrosino, Valentina da grande, Edizioni Piemme

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Il mom ento di ritrova re gli amici

leggo e capisco

Rispondi. •  Perché Ottilia “storce il naso”? Ha prurito al naso.

Non le va il pollo.

Ha il raffreddore.

•  Come si comportano le due amiche con le cuoche? Le ignorano.

Fanno le antipatiche.

Sono gentili.

•  Perché le cuoche chiedono alle ragazze di rifare la domanda “Siete stanche?” più tardi? ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................

•  Di che cosa parlano Valentina e Ottilia a tavola? ................................................................................................................... •  Che cosa decidono di fare per scegliere un gioco senza litigare? ............................................................ ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................

parlo di me Secondo te, quella scelta dalle due amiche è una buona soluzione per andare d’accordo? E tu, come ti organizzi con i tuoi amici per scegliere a che cosa giocare?

Che cosa bisogna fare per giocare bene con gli amici? Colora i comportamenti adatti. Mettersi d’accordo su quale gioco effettuare. Non barare durante il gioco.

Rispettare le regole del gioco.

Pretendere di vincere.

Accettare la propria sconfitta.

Prendere in giro i compagni.

Rispettare i turni di gioco.

Certamente, durante qualche gioco, ti è capitato di litigare con i tuoi amici. In che modo avete risolto il problema? Racconta.

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verso

l’invalsi

LA RICREAZIONE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

Durante la ricreazione, Alfio e Nicolò si mettono a scavare in giardino, alla ricerca del tesoro. Quasi subito Alfio sente qualcosa fra le dita, qualcosa come un legnetto o una radice. Apre la mano e scopre che è un mozzicone di matita. Ma ecco che con la coda dell’occhio coglie un movimento nella terra smossa. Con la matita Alfio sposta un poco le piccole zolle e vede scivolare fuori un lombrico lunghissimo. Alfio pensa che quel verme sia l’ideale per una lezione di scienze. Pensa anche che sarebbe bello mostrarlo a tutta la classe. – Vieni – dice a Nicolò, – portiamolo alla maestra. Si lascia cadere il lombrico nel palmo della mano e corre dalla maestra. – Maestra, maestra! – grida Alfio tutto eccitato. – Guarda che cosa ho trovato! E senza dar tempo alla maestra di rispondere, le afferra una mano e vi deposita il lunghissimo lombrico, che ora si è tutto avvoltolato e pare un gomitolo rosa. Appena la maestra si rende conto di quello che Alfio le ha posato in mano, fa un grido, un saltello e sventola le braccia. Il povero lombrico schizza in aria. Alfio e Nicolò lo vedono partire, cercano di seguirne il volo, ma lo perdono di vista quasi subito. – Ma che cosa vi salta in testa? – dice la maestra. – Era per la lezione di scienze – risponde Alfio mortificato. – Quest’anno non studiamo i vermi! Ma perché non giocate a pallone come tutti gli altri? – sospira la maestra. Alfio vorrebbe dire che il pallone gli sembra molto meno interessante dell’osservazione dei lombrichi, però intuisce che la maestra è un po’ arrabbiata, e allora sta zitto. – Via, tornate a giocare, ma per oggi non portatemi più niente! – dice la maestra. G. Quarzo, Alfio e le scatole misteriose, Fatatrac

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verso

l’invalsi

Indica con una X. 1. Dove si svolge il racconto? A. Al parco giochi. B. Nel giardino della scuola. C. In cortile. D. A casa della nonna. hi sono Alfio e Nicolò? 2. C A. Due fratelli. B. Due vicini di casa. C. Due compagni di classe. D. Due cugini. 3. Che cosa stanno facendo? A. Cercano un tesoro. B. Fanno la merenda. C. Giocano ai pirati. D. Si rincorrono. 4. Che cosa desiderano fare con il lombrico? A. Fare paura alla maestra. B. Allevarlo in classe. C. Portarlo a casa. D. Mostrarlo a tutta la classe. uando Alfio porta il lombrico alla 5. Q maestra è tutto eccitato perché: A. pensa di aver fatto una scoperta interessante. B. gli piacciono molto i lombrichi. C. vuole fare uno scherzo alla maestra. D. ha trovato un tesoro.

6. “ Appena la maestra si rende conto di quello che Alfio le ha posato in mano, fa un grido, un saltello e sventola le braccia” (righe 18-19). Perché la maestra reagisce così? A. Perché il lombrico le fa impressione. B. Perché perde l’equilibrio. C. Perché si arrabbia con i due bambini. D. Perché non vuole fare lezione di scienze. lfio è “mortificato” (riga 24). 7. A Che cosa significa? A. È contento. B. È dispiaciuto. C. È arrabbiato. D. È irritato. 8. Alfio e Nicolò cercano di scoprire dove è atterrato il lombrico volante,“ma lo perdono di vista quasi subito” (riga 22). A chi si riferisce la parola scritta in rosso? A. Ad Alfio. B. A Nicolò. C. Al lombrico. D. Alla maestra.

TUTTO OK?

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to e r g e s o d n Il momento del mio mo Ascolto

LOTTA TRASLOCA A fianco al maglioncino, c’erano le forbici. Zitta zitta Lotta le prese e fece un grosso buco nel maglione. – Ti sta bene, così impari a pungermi e pizzicarmi – disse. Poi appallottolò il maglione e lo infilò nel cestino della carta. La mamma salì in camera e disse: – Sbrigati, Lotta, e mettiti il maglione così vieni a fare la spesa con me. A Lotta piaceva molto andare a fare la spesa, ma il maglioncino ormai era nel cestino, tutto bucato... allora Lotta cacciò un urlo. La mamma uscì da sola e Lotta restò a pensare. Ormai aveva capito che, per quel maglioncino, le sarebbe toccato restare per sempre sola nella sua cameretta. Tutti gli altri sarebbero andati a scuola, in ufficio, a fare la spesa e lei sarebbe stata lì da sola con Orso. Così Lotta decise di traslocare subito. Andò dalla vicina di casa, la signora Berg, e le chiese se la ospitava. – Posso darti il mio solaio delle cianfrusaglie – propose la signora, che poi l’aiutò a organizzare la stanzetta. Lotta era contentissima. – Mi sono trasferita – disse alla sua famiglia– e abiterò qui per tutta la vita. – Beh, allora ciao, Lotta. Se per caso decidessi di tornare, sappi che comunque ne saremmo tutti contenti – la salutò la mamma. Poco dopo cominciò a scendere il buio. Il buio era negli angoli, ed era nero nero e si avvicinava alla cameretta. Lotta pensò che la mamma e il papà andavano a dare la buonanotte a Jonas e Mia-Maria e a lei no. Cominciò a piangere. Un attimo dopo dalle scale arrivò il papà, la tenne stretta tra le braccia e la portò dalla mamma. Lotta l’abbracciò e pianse talmente tanto che le lacrime schizzavano da tutte le parti. – Starò con te tutta la vita – singhiozzò. – È una bellissima notizia – disse la mamma. A. Lindgren, Lotta combinaguai, Mondadori

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Legge l’insegnante l’insegnante oo gli gli alunni alunniaaturno. turno.


Ascolto e capisco

Indica con una X. •  Chi è la protagonista del racconto? La signora Berg.

Mia-Maria.

Lotta.

La mamma.

•  Perché Lotta fa i buchi nel maglione? Perché non le piace il colore.

Perché ne vuole uno nuovo.

Perché punge e pizzica.

Perché vuole andare a fare la spesa.

•  Lotta ha rovinato il maglione. Che cosa pensa che le succederà? Verrà lasciata in castigo.

Dovrà aggiustare il maglione.

Andrà a fare la spesa.

Riceverà un maglione nuovo.

•  Perché Lotta decide di cambiare casa? Perché è sicura che nessuno le voglia più bene. Perché pensa che resterà da sola con Orso. Perché la casa della signora Berg è bella. Perché nella sua cameretta sono in troppi. •  Che cosa fa cambiare idea a Lotta? La solitudine.

La signora Berg.

Il letto scomodo.

Il buio.

leggo e rifletto

Secondo te, che cosa pensa o non pensa Lotta? Metti una X per ogni riga.

Pensa Non pensa

Il maglioncino le dà molto fastidio. Le farebbe piacere andare a fare la spesa. Le piacerebbe restare da sola in camera. I suoi non le vogliono più bene. Se si trasferisce, i suoi genitori saranno tristi.

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FILASTROCCA DEI DESIDERI Voglio l’erba sulla pelle Voglio correre nei venti. E lo zucchero di stelle Voglio romperlo tra i denti. Voglio far le mie domande Ad un albero ad un fiume. Voglio diventare grande Senza perdere le piume. Voglio i nomi ed i cognomi Delle cose che non so. Voglio due cugini gnomi Voglio quello che già ho. Voglio il sole di domani Con le lucciole di ieri. Voglio qua, sopra le mani, Desideri, Desideri! B. Tognolini, Rima rimani, Salani

leggo e scrivo

iventa tu poeta e racconta i tuoi D desideri in una filastrocca in rima. Voglio amici per un gioco .........................................................................................................................................................

Voglio .................................................................................................................................. .

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Il mo mento d el mio mondo segreto

LA PAURA DEL BUIO Può succedere di avere paura del buio, questo è certo. Ci sono migliaia di bambini in tutto il mondo che alle nove di sera, quando la mamma rincalza loro le coperte, chiedono con un filo di voce se la lucina sul comodino può restare accesa. Ma se sei un mostro alto sei metri, con ali, zanne e artigli, allora che tu abbia paura del buio può sembrare strano. Ma nel regno di Fren succedeva davvero. Ora, se di notte piange un bambino, la sua mamma e il suo papà sicuramente non riusciranno a dormire tranquilli. Ma se di notte piange un drago, allora non sta tranquillo nessuno. Infatti, il drago del regno di Fren, di notte, piangeva disperato per la paura del buio. Per fargliela passare, le devono provare tutte nel regno: dargli un orsacchiotto da abbracciare, fare un incantesimo, dargli delle medicine… Beh, il drago continuava a urlare dalla paura tutta la notte! Quando ormai tutto sembrava inutile, arrivò un bambino con un libro in mano. – Anche io ho paura del buio. Ma la mamma mi legge una favola, prima di dormire, e la paura mi passa – disse il piccolo. Quando scese la sera, il bambino si sedette vicino al drago e cominciò a leggere. Il drago seguiva con attenzione, ascoltò la favola senza preoccuparsi del buio che scendeva e si addormentò. S. Bordiglioni, Storie sotto il letto – Il mostro che aveva paura del buio, Einaudi Ragazzi

scopro PAROLE NUOVE Rincalzare: fermare le lenzuola e le coperte sotto il materasso. leggo e capisco

i che cosa parla questo D racconto? Indica con una X. Della paura del buio. Della paura di nuotare. Della paura dei draghi.

parlo di me Hai mai avuto paura di qualcosa? Racconta.

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LA MAMMA Mentre facevano una passeggiata nei campi, verso sera, la mamma disse a Ben: – Sei dolcissimo e tanto carino, non c’è nessuno al mondo come te. – Davvero non c’è nessuno al mondo come me? – domandò Ben. – Certo che no, tu sei unico – rispose la mamma. – Io non voglio che al mondo ci sia soltanto uno come me, perché così sono solo. Mentre io voglio che ci sia sempre qualcun altro con me – disse Ben. – Ma tu non sei solo, ci sono io con te e anche papà. Ben, però, era confuso e non ricordava più che cosa voleva dire. All’improvviso i suoi occhi si fecero grandi e profondi. – E non c’è nessuno al mondo come te, mamma? – No, non c’è – disse la mamma. – Allora anche tu sei sola? – Ma no, ho te e papà. – Ma non c’è nessuno proprio uguale a te? Allora sei sola! – proclamò Ben. – Tu sei unico e anche io sono unica, ma se ti abbraccio non sei più solo e nemmeno io sono più sola. – disse la mamma. – Allora abbracciami – disse Ben, stringendosi a lei. La mamma lo tenne stretto a sé. Sentiva il cuore di Ben parlo di me che batteva; anche Ben sentiva il cuore della mamma e l’abbracciò forte forte. In quali situazioni hai D. Grossman, L’abbraccio, Mondadori avvertito di essere solo/a? Che cos’è per te un abbraccio? Racconta. leggo e capisco Indica con una X. • “Non c’è nessuno al mondo come te” dice la mamma. Questa frase provoca in Ben: la gioia di essere unico.

la paura di essere solo.

• La mamma tranquillizza Ben dicendogli che non è solo perché: ha vicino qualcuno che gli vuole bene.

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il mondo è pieno di gente.


Il mo mento d el mio mondo segreto

MIA SORELLA GRANDE Mia sorella Valentina ha cinque anni più di me e si crede la più bella del mondo, anche se dice in continuazione “che mostro che sono”. Secondo me ha ragione, ma quando glielo dico io diventa tutta blu e si mette subito a strillare. Valentina ha un’amica del cuore, che si chiama Simona e ha i capelli biondi e lunghi. Simona sta sempre a toccarsi i capelli e a buttarseli indietro. E poi questa Simona ha paura di tutto: dei criceti, delle mosche, dei ragni... Insomma, è peggio di Valentina! Quando viene a casa, cioè tutti i giorni, Simona e Valentina si chiudono in camera e dicono che devono studiare, ma non è vero. Invece di studiare, loro parlano dei loro amici e tengono un diario segreto. Quando smettono di parlare dei loro amici, parlano degli attori della TV. Io un giorno sono stata un’ora ad ascoltare e quasi quasi mi addormentavo dalla noia.

leggo e capisco

Indica con una X. •   Qual è l’argomento di questo racconto? La storia di due ragazze che odiano gli animali. I sentimenti di una bambina verso la sorella maggiore. I problemi scolastici di una bambina. •   Che cosa fanno Simona e Valentina? Studiano tutto il pomeriggio. Si chiudono in camera a parlare. Escono con i loro amici.

T. Blacker, A scuola con Susie, Edizioni Elle

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PAROLE SEGRETE

• Diario

CARO DIARIO Domenica 31 gennaio Caro diario, ci risiamo con la confusione del “grande e piccola”. Oggi devo aiutare la mamma a pulire il tappeto che abbiamo in salotto, dato che ormai sono abbastanza grande per usare l’aspirapolvere. Poi devo mettere a posto la mia camera perché non sono più così piccola da lasciar fare tutto agli altri. Stasera poi il babbo e la mamma vanno a cena da alcuni loro amici e mi lasciano a dormire dalla nonna, tanto sono abbastanza grande per dormire una notte senza di loro. E allora perché, invece, sono di nuovo troppo piccola quando si tratta di andare la domenica mattina al cinema qui vicino, con Alessio, Lucia e Caterina, a vedere La carica dei 101? Troppo piccola per sapere da sola se mi piacciono la piscina, la danza e il pianoforte? Troppo piccola per spendere i soldi del mio salvadanaio come mi pare? Devo sempre chiedere il permesso alla mamma e questo non mi sembra giusto! S. Bordiglioni, Dal diario di una bambina troppo occupata, Einaudi Ragazzi

Che cos’è

Com’è strutturato

Che cosa racconta

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è un testo in cui chi scrive racconta in prima persona gli avvenimenti di una giornata • data del giorno in cui viene scritto • formula di apertura (Caro diario...) • testo • chiusura con saluti e firma momenti di vita reale riferiti al tempo presente o a un passato molto vicino


PAROLE SEGRETE

• Diario

SCRIVERE UN DIARIO Vuoi scrivere anche tu un diario? Segui queste indicazioni di lavoro. 1

Trova qualcosa che possa diventare il tuo diario. Puoi usare un quaderno, un block notes, un computer... Oppure puoi comprare un vero e proprio diario con tanto di lucchetto. Assicurati solo che ciò che scegli abbia molte pagine bianche su cui scrivere.

2

Dai un nome al tuo diario.

4

3

Scegli lo strumento con cui scrivere, cioè una penna che ti piace.

Crea una routine. Potresti portare il diario sempre con te, in modo da poter scrivere in qualunque momento; oppure potresti scegliere un preciso momento della giornata, per sederti e scrivere. Qualunque cosa tu scelga, fanne un’abitudine.

5

7

S crivi in un ambiente tranquillo che faciliti la scrittura.

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Annota la data ogni volta che scrivi.

Inizia a scrivere. Per iniziare, scrivi i pensieri che ti vengono in mente. Se sei bloccato, inizia a descrivere la tua giornata.

8

Sii creativo. Prova a usare diversi stili di scrittura nel tuo diario, come liste, poesie, canzoni, disegni, collage e schizzi. personale

DIARIO di bordo

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Rileggi ciò che hai scritto. Termina ogni nota con un pensiero conclusivo.

linguaggio spontaneo e colloquiale per manifestare emozioni e opinioni personali linguaggio preciso e specifico per informare su avvenimenti specifici

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PAROLE SEGRETE

• Diario

PAGINE DI DIARIO Il diario personale ha lo scopo di registrare esperienze, emozioni, sentimenti.

1

17 ottobre, lunedì Ci siamo! È il mio primo giorno di scuolabus. E dire che a momenti rischiavo di arrivare in ritardo! La zia mi ha fatto una tale sfilza di raccomandazioni prima di uscire di casa, che ci ho messo dieci minuti ad ascoltarle tutte. Visto che non conosco nessuno, per farmi compagnia mi sono portata il taccuino degli appunti, quello nero con l’elastico che mi ha regalato la mamma. Pare che sia il taccuino dei grandi viaggiatori: l’ideale per tenere un diario in movimento. C. Carminati, Diario in corsa, Einaudi Ragazzi

2

C. Nöstlinger, Diario segreto di Paul, Piemme Junior

leggo e scrivo

Scrivi una breve pagina di diario per raccontare un tuo pomeriggio. Caro diario,

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PAROLE SEGRETE

• Diario

3 30 settembre, sera Caro D, accidenti, mi sento in colpa perché non ti scrivo molto, e così ho deciso di raccontarti un sogno strano fatto stanotte. Per la verità tutti i sogni sono strani, ma questo mi sembra strano in un modo speciale. Lo so che sai che io non scrivo solo per te, ma anche per non dimenticarmi le cose, però non devi offenderti, perché anche a questo servono i diari, vecchio mio! Dunque, nel sogno c’eravamo io, Margot, Lidia e due o tre maschi: di sicuro uno era Luca, gli altri non so chi fossero. R. Piumini, Diario di La, Einaudi Ragazzi

leggo e analizzo

Individua nei testi le informazioni e completa la tabella. Chi scrive la pagina di diario

Quando è stata scritta la pagina di diario

Di che cosa parla la pagina

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1

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2

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3

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PAROLE SEGRETE

• Diario

ANNA FRANK Sabato 13 maggio 1940 Carissima Kitty, ieri era il compleanno di papà e l’anniversario delle nozze di papà e mamma. La donna delle pulizie non era in ufficio, noi sempre nascosti nella “soffitta” per non farci trovare e il sole splendeva come non lo avevo mai visto splendere nel 1944. Il nostro castagno era in fiore e carico di foglie; è molto più bello che l’anno passato. Papà ha ricevuto in regalo da Koophuis una biografia di Linneo, da Kraler un libro della natura, da Van Daan un’enorme scatola splendidamente presentata con tre uova, una bottiglia di birra, uno yogurt e una cravatta verde. Abbiamo mangiato anche i pasticcini, che bellezza! La tua Anna A. Frank, Diario, Einaudi Tascabili

leggo e analizzo

leggo e capisco

Quando è stata scritta questa pagina di diario?

Indica con una X.

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Chi l’ha scritta? ...................................................................................................................................................................

•  Anna scrive al suo diario per: chiedergli un consiglio. raccontare un avvenimento. confidargli un segreto. sparlare di qualcuno.

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PAROLE SEGRETE

• Diario

DIARIO DI BORDO Il diario di bordo non viene scritto da una persona sola. È la registrazione di eventi che riguardano un gruppo di persone impegnate in una stessa attività: gli alunni di una classe, l’equipaggio di una nave, un gruppo di escursionisti, una troupe cinematografica...

DIARIO DI BORDO DELLA LAVORAZIONE DI UN FILM 8 agosto Stiamo girando tutte le scene di Phil con Topsey e Turvey, cosa estremamente divertente. Giriamo all’aperto nella tenuta del Getty, che è bellissima e immersa nel silenzio. Sono andata a casa, ho chiacchierato con Oatcake, ho guardato due film francesi, raccolto le susine cadute e i cetrioli della serra. Cose piacevoli. E. Thomson, Tata Matilda e il grande botto – diario della lavorazione del film, Workingtitle, Universal

DIARIO DI BORDO DI UN MAESTRO 10 ottobre 1952 Ho cominciato dall’attività che mi sembrava più semplice e più piacevole per il bambino: il disegno e la pittura. Ho preparato, e insegnato a preparare, mescolando comuni polveri dei muratori con acqua e colla arabica, dei vivacissimi colori coprenti. Ho messo a disposizione dei ragazzi pennelli di ogni tipo, una quantità di carta da pacco e un lunghissimo tavolo. I bambini hanno dipinto tutto quello che gli piaceva: campi da calcio, il cielo, le donne e gli uomini… Tutto insomma! Purché nulla fosse copiato. M. Lodi, Mario Lodi Maestro, Giunti

Compito di

REALTÀ

Vi piacerebbe avere un diario di bordo della vostra classe? Seguite questi semplici suggerimenti e... buon divertimento! 1 Prendete un quaderno o un taccuino. 2 Decidete un posto dove riporlo. 3 Stabilite i tempi di compilazione (una volta al giorno o una volta alla settimana…). 4 Definite i turni di scrittura (collettivi o individuali).

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INCUBO – Aiuto! – urla Enrico. Un incubo si è coricato sul suo letto, un grosso incubo verde e peloso. – Chiudi quella bocca! – protesta l’incubo. – Mi hai svegliato! – Ma che ci fai qui? – chiede Enrico. – Di solito ti corichi sotto il mio letto e non mi lasci dormire. – Eh beh, sono stufo! – grugnisce l’incubo. – C’è un sacco di polvere sotto il tuo letto! Adesso tocca a te dormire lì sotto! Forza, vattene e lasciami tranquillo! Enrico non ha scelta. Scivola sotto il letto e si distende sulla moquette. Cosa strana: lui che di solito non riesce a prendere sonno si addormenta immediatamente. Ma a notte fonda viene svegliato dalle urla. – Aiuto! C’è un mostro sotto il mio letto! È l’incubo che piange e singhiozza! Allora Enrico scivola tra le lenzuola e abbraccia l’incubo. – Non avere paura – gli dice, – ci sono qua io! Ed ecco che si addormentano insieme, Enrico e il suo incubo, e russano pure un pochino.

parlo di me

B. Friot, Ricette per racconti a testa in giù, Il Castoro

Tu hai mai fatto un incubo o un brutto sogno? Racconta.

leggo e capisco

Rispondi. • Enrico come descrive il suo incubo? Colora la risposta esatta. Giallo e peloso.

Verde e peloso.

Brutto e peloso.

• Perché l’incubo di Enrico è stufo? ...................................................................................................................................................................... ..............................................................................................................................................................................................................................................................................................

• Che cosa succede alla fine della storia? ...................................................................................................................................................

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Il mo mento d el mio mondo segreto

DIVENTERÒ... Diventerò entomologa. ... Certo, ci vuol coraggio, visto che mi fa schifo anche uno scarafaggio! Diventerò aviatrice e volerò su, in alto. ... Anche se ho le vertigini prima di fare un salto! Diventerò dottore, anzi, una dottoressa. ... Però se vedo il sangue non sono una leonessa! Diventerò speleologa, andrò dentro le grotte. ... Anche se ho un po’ paura nel buio della notte. Ma superare i limiti è un gioco divertente, combattere la fifa mi piace immensamente. Così, per dimostrare che niente mi spaventa, stanotte dormo sola ... e con la luce spenta!

scopro PAROLE NUOVE Entomologo: studioso degli insetti. Speleologo: esploratore di grotte sotterranee.

J. Carioli, I sentimenti dei bambini, Mondadori

leggo e capisco

Che cosa fa la protagonista per superare la paura del buio? ............................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................

parlo di me Quali sono le tue paure? Che cosa fai per cercare di superarle? Racconta, poi confrontati con i tuoi compagni.

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verso

l’invalsi

PAPÀ CUOCO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

Un giorno la maestra annuncia che ci sarà una festa con tutti i genitori, che ognuno dovrà portare una torta e la più buona sarà premiata. Ma la mamma di Efraim dice che non se ne parla perché ha un importante intervista da fare per lavoro. Efraim ha una gran voglia di piangere, quand’ecco che suo papà dice: – Questa sera non vado a dormire e ti faccio una torta che vincerà di sicuro il primo premio. Così il papà, che fa lo scrittore, cucina tutta la notte. Alla sette di mattina, il papà sveglia Efraim e gli mostra una torta nient’affatto bella, grande come una gomma di automobile e più o meno dello stesso colore. – È disgustosa, questa torta! – grida Efraim. Ma il suo papà dice allegro: – Su, andiamo a scuola. E, proprio come Efraim temeva, tutti i papà sono seduti fra il pubblico, mentre il suo è l’unico papà sul palco insieme a tutte le mamme. E tutti a guardare il papà di Efraim e la sua torta che occupa mezza tavola. La maestra prende un coltello e comincia ad assaggiare: – Mmmmm... mmm – e schiocca la lingua, finché arriva alla torta del papà di Efraim e la guarda stupefatta. – Un momento solo – dichiara il papà. – La mia torta la taglio io. Fa per toccarla e ne esce una farcia di cioccolato mentre dal centro schizzano fuori venti lamponi. Poi papà preme sui bordi e ne esce un dolce ripieno. Infine incide per il largo e una crema rosa si sparge dappertutto. – Ohhh! – esclamano tutti estasiati. – Che meraviglia, che meraviglia! Efraim abbraccia il suo papà e adesso sta proprio bene. M. Shalev, Storie piccole, Mondadori

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verso

l’invalsi

Indica con una X. 1. Quando Efraim informa i suoi genitori che deve portare una torta a scuola, sorge un problema. Quale? A. Il papà non può preparare la torta. B. La mamma ha un importante impegno di lavoro. C. In casa non ci sono gli ingredienti per prepararla. D. Nessuno sa fare una torta. 2. S econdo te, quale può essere il pensiero di Efraim quando la mamma dichiara che ha da fare e non può preparare la torta? Ne comprerò una in pasticceria.

Sarò l’unico bambino che non porterà una torta.

Anche domani niente torta a colazione.

La mamma ha ragione: è troppo occupata.

A.

B.

C.

D.

3. Efraim dice: “È disgustosa, questa torta!” (riga 13). Perché? A. Perché l’ha preparata il papà. C. Perché l’ha vista. B. Perché l’ha assaggiata. D. Perché ha un bel colore. 4. Di che cosa aveva timore Efraim il giorno della festa a scuola? A. Che tutti i papà fossero sul palco. B. Che sul palco ci fosse solo il suo papà con tutte le mamme. C. Che la sua torta non arrivasse a scuola. D. Che il suo papà vincesse il primo premio. 5. Che cosa succede quando il papà di Efraim inizia a tagliare la torta? A. Dalla torta escono cioccolato, crema gialla e venti fragole. B. Si spezza il coltello. C. Dalla torta escono cioccolato, crema rosa e venti lamponi. D. La maestra sviene.

TUTTO OK?

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a Il momento dell’avventur Ascolto

I BANDITI DELLA PALUDE MALEDETTA I banditi della palude maledetta siamo noi: Nico, Alex e io. Io sono Angela. All’inizio volevamo chiamarci “i banditi delle vigne” perché è così che si chiama il nostro quartiere. La palude maledetta, però, suona meglio, anche se, in realtà, al posto della palude c’è un sentiero tra i salici che porta a un pascolo di cavalli. Il nostro covo segreto si trova in una fitta boscaglia. È difficile da trovare: per arrivarci si deve attraversare un fossato stando appesi a un ramo. Dal fossato vengono a galla un mucchio di bolle d’aria e si sente un puzzo tremendo di uova marce. Ecco perché nessuno ha il coraggio di attraversarlo, tranne noi! Nico e io facciamo il capo a turno, una settimana a testa. Per me è il massimo, ma all’inizio a Nico non andava bene perché, secondo lui, una femmina non può fare il capo di una banda. E invece certo che può, eccome! Ogni tanto altri bambini vengono qui a giocare e la settimana scorsa, quando siamo sbucati fuori all’improvviso dai cespugli, si sono messi a strillare e sono scappati a gambe levate. Beh, eravamo proprio impressionanti, soprattutto Nico che, per mimetizzarsi, si era messo la benda sull’occhio e si era spalmato la faccia con il succo di more. I banditi, del resto, devono essere ripugnanti, perché altrimenti come fanno ad assalire le carrozze e rubare le pietre preziose? Peccato, però, che da noi non passino mai delle carrozze. W. Hanel, I banditi della palude maledetta, Nord-Sud Edizioni

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Legge l’insegnante o gli alunni a turno.


Ascolto e capisco

Scrivi i nomi dei protagonisti del racconto che hai ascoltato.

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Indica con una X. •  I protagonisti del brano sono: dei cavalli. dei bambini. dei banditi. •  All’inizio volevano chiamarsi: i banditi del fossato puzzolente. i banditi della palude maledetta. i banditi delle vigne.

•   Nico non vuole che Angela faccia il capo perché: le femmine non possono comandare una banda. Angela non è un nome da capobanda. Angela non si vuole mettere una benda sull’occhio. •   Nico, Alex e Angela vogliono assalire:

•  Il loro covo segreto si trova: su un albero del bosco. nel fitto della boscaglia. in un pascolo di cavalli. •   Per superare un fossato i bambini devono: dipingersi la faccia. appendersi a un ramo. passare su un ponte di tronchi.

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A CACCIA DI FANTASMI Dritan, il mio compagno di banco, non sta più nella pelle da quando sa che dormiremo nella biblioteca della scuola. Aspetteremo mezzanotte e leggeremo libri di fantasmi. – Mattia, ma tu credi che ne vedremo uno? – mi chiede spesso. Naturalmente si riferisce ai fantasmi… – Bisogna prepararsi bene, perché è un’occasione unica. Il fantasma della nostra scuola lo possiamo vedere soltanto qui. Ci hanno chiesto solo ora se lo vogliamo fare, perché c’erano molti problemi da risolvere, anche se la nostra bibliotecaria ci sta pensando dall’anno scorso. Ci sono regole che dicono che in una stanza in cui si studia non si dovrebbe dormire, e nemmeno mangiare. E nella mensa non si dovrebbe studiare, o dormire, o fare teatro o altro. Noi invece, per una notte, in biblioteca vogliamo fare tutto: leggere, raccontare – e va bene – ma anche mangiare e dormire e aspettare l’ora dei fantasmi e i fantasmi in carne e ossa! Le maestre e la bibliotecaria hanno chiesto i permessi al Comune, e anche alla preside e ai genitori. Avevano stabilito che il progetto sarebbe andato avanti solo se tutti i nostri genitori fossero stati d’accordo. Ora non ci sono più ostacoli. L’appuntamento di mezzanotte è confermato. A. Sarfatti, Strilli e pipistrelli, EDT

leggo e capisco

Per ogni affermazione, indica V (vero) o F (falso). •  I ragazzi sperano di vedere i fantasmi.

V F

•  I ragazzi dormiranno in mensa.

V F

•  La bibliotecaria si è organizzata all’ultimo momento.

V F

•  I ragazzi in biblioteca leggeranno, mangeranno e dormiranno. V F •  La bibliotecaria e le maestre hanno chiesto i permessi.

V F

•  Non è necessario che i genitori siano d’accordo.

V F

•  Tutti gli ostacoli sono stati superati.

V F

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Il momento dell’avventura

AVVENTURA NEL CASTELLO I tre ragazzini si precipitarono su per la ripida scala a chiocciola. Al primo pianerottolo, Teddy entrò nella stanza più vicina. – Sbrigatevi! – gridò. Trascinò dentro Jack e Annie e chiuse la porta. I tre ragazzini si appoggiarono a essa per tenerla chiusa, tremanti e senza fiato. – Sembra la camera dei bambini – osservò subito Teddy. Alla luce delle torce videro tre lettini. – Ascoltate, ragazzi! – bisbigliò Annie. – Sento un rumore! Jack e Teddy la seguirono. La luce della lanterna si posò su un piccolo arcolaio giocattolo: l’arcolaio stava filando la lana. Filava da solo! – Guardate! – esclamò Annie. Stava indicando un piccolo tavolo vicino all’arcolaio. Sul tavolo c’era una scacchiera. I grossi pezzi di legno erano disposti nei riquadri chiari e scuri. Ma, sotto gli occhi stupefatti di Jack, Annie e Teddy, alcuni dei pezzi... si muovevano da soli! I tre ragazzini si abbracciarono stretti. I loro cuori battevano all’impazzata. M. Pope Osborne, Festa di Halloween al castello fantasma, Piemme Junior

leggo e capisco

Indica con una X. •  I protagonisti entrano in una: cucina.

cameretta.

sala.

un martello.

una lanterna.

urtano contro il tavolo.

i giocattoli si muovono.

•  Sentono il rumore di: un giocattolo. •  I tre bambini si spaventano perché: entra qualcuno all’improvviso.

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PAROLE CHE RACCONTANO

• Avventura

LA FUNICOLARE TRA LE CASE Il testo narrativo realistico racconta fatti realmente accaduti o che potrebbero accadere. Anche il racconto d’avventura fa parte dei testi narrativi. Il primo pomeriggio delle vacanze estive Lena e io costruimmo una funicolare tra le nostre due case. A sperimentarla, come al solito, sarebbe stata lei. Si arrampicò coraggiosamente sul davanzale, afferrò la fune con entrambe le mani e si buttò fuori avvinghiando i piedi nudi alla corda. Io trattenni il fiato mentre lei si spingeva verso casa sua, allontanandosi sempre più dalla finestra. Circa a metà strada i piedi le scivolarono dalla corda con un picccolo “SVISS” e di colpo si ritrovò appesa con le mani a dondolare tra le nostre case, nel vuoto. – Oh-oh! – fece Lena. – Continua! – le strillai. – Resta attaccata! Ti salvo io! – E se Lena avesse mollato la presa e fosse caduta dal secondo piano? Fu in quel momento che pensai a un materasso. Corsi in camera e trascinai in cortile il materasso del mio lettino, sistemandolo sotto Lena... e sperai che tutto andasse per il meglio. – Buttati, lasciati andare, Lena! – gridai. Lei non se lo fece ripetere due volte e cadde sul materasso. Io ero con il fiato sospeso, ma lei si rialzò subito e mi sorrise. M. Parr, Cuori di waffel, Beisler Editore

leggo e capisco

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Indica con una X. •  Lena e il suo amico costruiscono: una barca. una funicolare.

una casa sull’albero.

•  Succede che Lena: cade nel vuoto.

sale sul tetto.

resta sospesa nel vuoto.

•  Alla fine, il suo amico: prende una scala.

telefona ai vigili.

mette sotto un materasso.


PAROLE CHE RACCONTANO

• Avventura

UN POMERIGGIO MOVIMENTATO Il testo narrativo è costituito da tre parti: • inizio: vengono presentati il protagonista e i personaggi secondari, il luogo e il tempo del racconto; • sviluppo: narra, in ordine temporale, i fatti che accadono ai personaggi; • conclusione: spiega come finisce la vicenda. Con la bella stagione Val, Anko e Rouge avevano tirato fuori le biciclette e quel pomeriggio, alle quindici, si ritrovarono sotto casa di Val. Riempirono le borracce alla fontanella e si diressero verso la campagna. Pedalando di buona lena, giunsero presso un cascinale. – C’è una roggia, ci fermiamo? – propose Val. Smontarono dalle biciclette. Parallelo alla cascina scorreva un canaletto d’irrigazione. – Corriamo lungo il canale! – esclamò Rouge. Dopo un po’ si stancarono e Anko ebbe un’idea: – Costruiamo una flotta da affondare! Tutti e tre si misero a cercare dei rami o delle assicelle da trasformare in imbarcazioni nemiche e dei sassi da lanciare. Avevano appena sganciato una bomba su una portaerei nemica, quando da una finestra della cascina si sporse un signore: – Che cosa fate, mascalzoni? Mi riempite il canale di sassi? Poi i tre amici udirono un latrare furioso e videro un cagnaccio nero che correva verso di loro. Raggiunsero velocemente le biciclette, le inforcarono e pedalarono in fretta senza nemmeno voltarsi. R. Monti, La moglie del mago Dimitri, Eurelle

leggo e analizzo

Colora le parti della barra laterale con i colori corrispondenti a inizio, sviluppo, conclusione.

scopro PAROLE NUOVE Roggia: canale artificiale.

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PAROLE CHE RACCONTANO

• Avventura

CHE AVVENTURA! Gli elementi fondamentali di un testo narrativo sono: • i personaggi; • il tempo; • il luogo.

Il personaggio principale di un racconto è il protagonista.

Stamattina io e Paul abbiamo messo in acqua il canotto. Giocavamo a far finta di essere dei naufraghi alla ricerca di un’isola. E siccome vicino alla riva c’era molta gente che faceva il bagno, abbiamo remato per spingerci un po’ più lontano. Al largo, dove eravamo davvero soli, abbiamo scoperto uno scoglio. – Susy, terra in vista! – ha gridato Paul e ci siamo abbracciati. Abbiamo remato in direzione dello scoglio e ci siamo arrampicati sulla roccia. Paul voleva tirare sullo scoglio il canotto, perché non fosse portato via dalle onde. Il canotto, però, è rimasto impigliato nello scoglio e, quando abbiamo tirato un po’ più forte, zacchete, ecco un bello strappo nella gomma e tutta l’aria che usciva fuori. Non c’era anima viva intorno. Io ho gridato “aiuto”, ma nessuno mi ha sentito. Mi sono sbracciata, sempre per chiedere aiuto, ma nessuno mi ha visto. Paul si è messo a piangere. Non ha ammesso di non saper nuotare. Ha detto che in acqua c’erano gli squali. Allora sono scesa dallo scoglio fino all’acqua e… mi sono tuffata. La riva non era poi così distante e il mare, per fortuna, era calmo. Una volta arrivata a riva, ho raccontato tutto alla mia mamma e a quella di Paul, che stavano prendendo il sole sulla spiaggia. Così, remando con il materassino, hanno raggiunto lo scoglio e caricato Paul. Io sono rimasta sulla spiaggia: ero troppo stanca. C. Nöstlinger, Cara nonna, la tua Susy, Edizioni Piemme

leggo e analizzo

Dopo aver letto il racconto, completa la tabella. Personaggi Tempo Luogo

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PAROLE CHE RACCONTANO

• Avventura

IL TUNNEL NERO Il testo narrativo è costituito da una successione di eventi: le sequenze. La pioggia continuò a cadere per giorni e giorni. Poi una mattina, come per miracolo, il cielo si svegliò turchino e luminoso; così uscii finalmente con Ivan e Lisetta. Attraversammo stradine tortuose, camminando tanto, lasciandoci alle spalle le poche casucce sparse. A un tratto scoprimmo una grossa buca, che aveva tutta l’aria di una caverna. Incuriositi, ci introducemmo nell’imboccatura molto stretta; non si vedeva a un palmo dal naso. Dopo un po’, mi accorsi di essere solo. Chiamai Lisetta e Ivan, ma nessuno mi rispose. Cominciai a preoccuparmi, anche perché camminavo come un cieco appoggiandomi alle pareti scivolose e umide. A un certo punto rimasi con la mano imprigionata da un corpo appiccicoso. Tra le dita sentii una cosa molle. “Sarà un grosso verme affamato”, pensai. BRRR! Mi vennero i brividi e mi mancò il respiro. Chiamai più volte disperatamente Ivan e Lisetta; ma dai due compagni d’avventura non ricevetti alcuna risposta. Miracolosamente, però, quel tunnel nero finì e con sommo stupore mi trovai in un luogo aperto e luminoso con tantissimi alberi carichi di frutta. Finalmente trovai anche Ivan e Lisetta, arrampicati su un pero, con la bocca piena. R. Dattolico, Accidenti che estate!, Raffaello

leggo e organizzo

Metti in ordine le sequenze della storia: numera da 1 a 6. Il protagonista resta da solo al buio.

Nel buio tocca un corpo molle.

I tre bambini escono dal paese.

Raggiunge i suoi amici su un pero.

Esce in un giardino con alberi da frutto.

Entrano in una grossa buca.

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PAROLE CHE RACCONTANO

• Avventura

TESTO NARRATIVO è

un testo che racconta una storia: •  reale •  verosimile •  fantastica

è formato da tre parti

i suoi elementi fondamentali sono

inizio: vengono presentati i personaggi, i luoghi e il tempo

personaggi: quello principale è il protagonista

sviluppo: racconta in ordine gli eventi che accadono

tempo: i fatti narrati hanno una durata e accadono in un tempo o in tempi precisi

conclusione: racconta come si conclude la storia

luoghi: gli eventi narrati si svolgono in un luogo o in luoghi ben definiti

sequenze: sono le parti più piccole che compongono il racconto

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può essere diviso in


PAROLE CHE RACCONTANO

• Avventura

LA BANDA

È deciso! Diventeremo una banda. È stato Geo ad avere l’idea. Ci ha detto che aveva letto un libro dove c’erano degli amici che formavano una banda e dopo facevano fantastiche avventure. – La banda si chiamerà “Gli invincibili” – ci ha detto Geo. – Ci ritroveremo tutti dopo la scuola, al campetto. La parola d’ordine sarà: “Indomito coraggio”. – Indomito coraggio? Che cosa vuol dire Indomito? – chiese Rufus. – Indomito significa qualcuno che non si arrende, che è coraggioso, come noi! – spiegò Geo. Il campetto è un terreno abbandonato e noi ci andiamo spesso a giocare. È un posto che ci piace un sacco, perché ci cresce l’erba, ci vanno i gatti, e poi ci sono lattine vecchie, pneumatici rotti e una vecchia auto senza le ruote e noi ci montiamo sopra e ci divertiamo da matti. Quando sono arrivato al campetto, Geo, Rufus e gli altri erano già lì. – Parola d’ordine? – mi ha domandato Rufus. – Indomito coraggio – ho detto io. – Puoi passare – ha detto lui. Dopo ci siamo riuniti in consiglio e abbiamo deciso di recintare il campetto. Eravamo pronti, per ogni nemico. R. Goscinny, J. J. Dempè, Il piccolo Nicolas e i suoi genitori, Donzelli Editore

leggo e analizzo

I ndividua nel testo inizio, sviluppo e conclusione e sottolineali con i colori corrispondenti. Completa la mappa del racconto.

TESTO NARRATIVO “La banda” i suoi elementi sono personaggi

tempo

luoghi

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PAROLE CHE RACCONTANO

• Avventura

CACCIATORI CON IL CANNOCCHIALE Io mi chiamo Brando e sono un bambino veramente fortunato. Papà mi ha chiesto se volevo andare in Africa con lui e io ci sono andato. Una grande giornata è stata quella dell’incontro con un branco di elefanti. Davanti a noi, vicino all’acqua, c’erano quattro elefanti adulti. Altri venti, o forse anche trenta, erano nascosti tra i cespugli e non facevano neanche uno scricchiolio. Anche noi stavamo attenti a non fare neppure un piccolissimo rumore, perché altrimenti si sarebbero accorti subito della nostra presenza e sarebbero scappati. Siamo andati avanti piano piano tra i cespugli e siamo arrivati vicinissimi agli elefanti. Eravamo in tre, con tre cannoni: io avevo un grande cannocchiale, papà un lungo teleobiettivo e il cacciatore un fucile caricato con del sonnifero, l’unico cannone vero, ma che non serviva a niente perché il branco era buonissimo. Solo i piccoli facevano un po’ di confusione, ma le madri li mettevano tranquilli a suon di scapaccioni dati con le proboscidi. A un certo punto, il capobranco alzò la proboscide, mosse più volte le grandi orecchie, lanciò un barrito e cominciò a muoversi nervosamente... F.B. Quilici, Andiamo in Africa, Emme Edizioni

leggo e scrivo

he cosa può aver innervosito gli elefanti? C Che cosa succederà subito dopo? Continua tu il racconto d’avventura e scrivi la conclusione. .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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Il momento dell’avventura

UN TEST PER TE! Quando giochi con i tuoi amici, ti è mai successo di fare il capo? Chi fa il capo, in genere, si sente importante... ma ha anche una bella responsabilità! Tu pensi di essere un capo? E che tipo di capo sei? Esegui il test e lo saprai. L eggi e indica con una X la frase in cui ti riconosci maggiormente. Alla fine conta le lettere che hai scelto e scopri se sei un capo esploratore, direttore d’orchestra o vigile.

2 Quale di questi pe rsonaggi preferisci?

1 L’ultima volta che hai fatto il capo:

A hai dato le istruzioni su che cosa

A Cenerentola/Pete r Pan. B Merida/Spiderm

dovevano fare gli altri.

B non ti proponi mai di fare il capo:

an.

non ti piace questo ruolo.

C Vaiana/Harry Pott er.

C hai chiesto a tutti le loro opinioni. pogruppo. a c a in m o ante ti n 3 L’insegn Ti senti: essere utile r e t o p i d A felice gni. ai compa insicuro/a. e a / o t a z z B imbara o potrai n e lm a , a / o s C orgoglio tu! decidere

4 Quando giochi co

n i tuoi amici:

A proponi tu il gioco

e gli altri

lo accettano.

B accetti il gioco ch e

propongono gli altr

C chiedi agli altri ch e

i.

idee hanno.

A  VIGILE

B  DIRETTORE D’ORCHESTRA

C  ESPLORATORE

Per te fare il capo è come dirigere il traffico; sei sicuro di te e hai bene in mente come ottenere i risultati che desideri! Non dimenticare, però, che la bellezza del gruppo è che ciascuno può portare un aiuto unico e prezioso.

Sei un leader capace di considerare le capacità di ciascuno e di fare sentire tutti importanti! Hai capito che la partecipazione di tutti permette di divertirsi di più e, anche, di ottenere migliori risultati.

La disponibilità è sicuramente il tuo punto di forza, sei sempre pronto a fare un passo indietro per lasciare spazio agli altri. Però prova a lanciarti, ad andare alla scoperta di altre qualità nascoste dentro di te e, ogni tanto, a far valere la tua opinione.

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LA CASA SULL’ALBERO Annie stava aspettandolo vicino alla porta sul retro. Aveva una torcia elettrica accesa in mano e diresse il fascio di luce proprio in faccia a Jack. – TA-TAAA! Guarda che bella bacchetta magica ho! – disse. – SSSST! Sveglierai mamma e papà – mormorò Jack. – E spegni quella luce. Non ci deve vedere nessuno. Annie fece cenno con la testa che aveva capito e spense la torcia. Poi l’agganciò alla cintura dei jeans. Uscirono piano dalla porta e si ritrovarono immersi nella frizzante aria dell’alba. Il cane dei vicini abbaiò allarmato. BAU! BAU! – Zitto, Buck! – bisbigliò Annie. E Buck smise subito di abbaiare. – Facciamo una corsa! – disse Jack. I due corsero attraverso l’oscurità del prato bagnato e non si fermarono prima di aver raggiunto il bosco. – Ora abbiamo bisogno della torcia elettrica – disse Jack. Annie la sganciò dalla cintura e l’accese. Camminarono lentamente fra gli alberi. Jack tratteneva il respiro. Il buio del bosco faceva davvero paura. – Preso! – esclamò Annie illuminando con la torcia il volto di Jack. Jack fece un balzo indietro. Poi, arrabbiatissimo, disse: – Dacci un taglio, Annie! – Ah, ah! Ti ho spaventato, fifone – rise Annie. Jack la guardò male. – Smettila di scherzare – bisbigliò. – Questa è una cosa seria. – Okay, okay. Annie illuminò con la torcia la cima degli alberi. – E adesso che cosa stai facendo? – chiese Jack. – Sto cercando la casetta magica! La luce danzò un poco, poi smise di muoversi.

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Il momento dell’avventura

Eccola là la misteriosa casa sull’albero! Stava in cima all’albero più alto del bosco. Annie diresse la luce su su, verso l’alto, e poi giù giù lungo la scaletta, fino a terra. – Io salgo – disse. Strinse saldamente la torcia elettrica nella mano e cominciò ad arrampicarsi. – Aspettami! – gridò Jack. E se ci fosse stato davvero qualcuno dentro la casetta? – Annie! Torna indietro! Ma Annie era già sparita. La luce era scomparsa e Jack era rimasto solo, nel bosco tenebroso. M. P. Osborne, Un cavaliere prima dell’alba, Edizioni Piemme

leggo e capisco

Indica con una X. •  Annie e Jack sono: fratello e sorella.

due amici.

•  Escono di casa la notte per: giocare a nascondino. cercare la casa sull’albero. ascoltare il canto dei grilli. •   Quando Annie sale sull’albero, Jack le dice di tornare indietro perché teme che: Annie possa cadere. nella casa possa esserci qualcuno. Annie scopra il segreto prima di lui. •   Come definiresti Annie? (Puoi scegliere una o più risposte). Coraggiosa. Esagerata. Sicura di sé.

Timorosa.

•  Come definiresti Jack? Spaventato.

Spavaldo.

Prudente.

Timido.

•   Nella frase “Annie la sganciò dalla cintura…”, la parola la si riferisce: ad Annie. alla torcia. alla cintura.

alla bambina.

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UNA NOTTE… PARTICOLARE Era una calda sera d’estate. Ben e il suo caro amico Josh avevano deciso di dormire in una tenda in giardino. Era la prima volta che i due bambini facevano l’esperienza del campeggio ed erano molto eccitati. La mamma di Ben li aiutò a portare le loro cose nella tenda. Fecero molti viaggi avanti e indietro con sacchi a pelo, cuscini, pigiami e pantofole. Ben si portò un libro, la sua macchinina da corsa e un barattolo di caramelle. Josh prese un robot e del cioccolato. – Avete bisogno di una torcia? – disse il papà di Ben. – Possiamo avere un po’ di aranciata? – chiese Ben. – E dei crostini? – aggiunse Josh. – Nel caso che ci venga fame. Quando ebbero portato ogni cosa nella tenda, la mamma di Ben disse: – Caspita! Non c’è quasi spazio per voi, bambini. – Lasceremo la porta aperta, non si sa mai… – disse il papà di Ben. Poi chiusero la cerniera della tenda e tornarono in casa. Di colpo fu buio. I bambini si rannicchiarono nei loro sacchi a pelo. Mangiarono i crostini e qualche caramella, poi bevvero l’aranciata. I due campeggiatori bisbigliavano e ridacchiavano, quando a un tratto Ben udì un rumore… – Che cos’è? – chiese Josh, schizzando a sedere. Ben e Josh ascoltavano in silenzio. La luna brillava attraverso i rami degli alberi, riflettendo sulla tenda ombre di ramoscelli che parevano dita ossute. Poi un gufo volò basso, urlando… Lentamente i due bambini aprirono la tenda e guardarono fuori. La casa di Ben sembrava lontana da raggiungere, ma c’erano le luci accese e la porta aperta. Ben e Josh s’infilarono le pantofole e corsero attraverso il giardino buio e spaventoso, fino alla casa. – Pensavo che voi due voleste fare il campeggio – disse il papà di Ben. – C’erano animali feroci là fuori – spiegò Ben.

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Il momento dell’avventura

– E una strega ha cercato di prenderci! – aggiunse ancora Josh, con la voce che tremava. – Ah, capisco – disse la mamma di Ben, mentre li accompagnava a letto. – Bene, per questa notte vi accamperete dentro casa; potrete accamparvi fuori un’altra volta! M.P. Osborne, Un cavaliere prima dell’alba, Edizioni Piemme

leggo e capisco

Indica con una X. •  Ben e Josh hanno deciso di fare campeggio in tenda: al mare. nel bosco. in giardino.

al parco.

•  Josh porta in tenda: un robot, del cioccolato e un libro. un barattolo di caramelle, un libro e un robot. un robot e del cioccolato. un libro, la sua macchinina da corsa e un barattolo di caramelle. •   Nella frase “La mamma di Ben li aiutò a portare le loro cose nella tenda”, la parola li si riferisce: agli oggetti da portare in tenda. ai bambini. ai genitori.

a Josh.

Chi sono i soggetti di queste frasi? •   “… li aiutò a portare le loro cose nella tenda”.

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•  “… chiusero la cerniera della tenda”.

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•  “… si rannicchiarono sui sacchi a pelo”.

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•  “…. corsero attraverso il giardino buio”.

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leggo e rifletto

Secondo te, perché il papà dice: “Lasceremo la porta aperta, non si sa mai”? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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verso

l’invalsi

IL TESORO DI VILLA MIMOSA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

Un tesoro a Villa Mimosa? E nascosto dove? Tanto per cominciare, nella famosa villa di mimose non c’era neanche un rametto. Figuriamoci un tesoro! Però per le mimose una spiegazione c’era. Non si trattava di fiori. Mimosa (maiuscolo) era un nome, e precisamente il nome della bisnonna. E siccome la Villa il bisnonno l’aveva costruita per lei, era naturale che la bisnonna avesse fatto scrivere sopra il cancello, in belle lettere ornate, “Villa Mimosa”. Il mistero del tesoro invece restava. Se ne era parlato per anni di questo tesoro, ma nessuno l’aveva mai trovato. Prima lo aveva cercato nonna Irene, che era la figlia della bisnonna Mimosa. Poi, e sempre senza successo, lo aveva cercato suo figlio Edoardo, che, una volta adulto, era diventato il padre di loro tre, cioè Manuele, Arianna e Valentina. Adesso la situazione stava così: Manuele, dodici anni, non ci credeva per niente; Arianna, quasi dieci, era convintissima che il tesoro ci fosse; Valentina, cinque anni, diceva solo frasi a casaccio, e quindi non contava; Michela, la mamma, ricordava la casa come un posto scomodo che cadeva a pezzi. Perciò preferiva credere che non ci fosse nessun tesoro; Edoardo, il papà, questo tesoro l’aveva così tanto cercato da piccolo insieme ai cuginetti che ormai non ne voleva più sentir parlare; Irene, la nonna: era stata proprio sua madre, Mimosa, a dirle che aveva nascosto i gioielli nella villa, ma che non si ricordava più dove. Nonna Irene aveva abitato con il marito a Villa Mimosa, finché il nonno era vivo. Era proprio lei quella che insisteva di più: – Il tesoro esiste! E un giorno lo troveremo! L. Levi, Il tesoro di Villa Mimosa, Edizioni Piemme

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verso

l’invalsi

Indica con una X. 1. Quale mistero si nasconde a Villa Mimosa? A. Un antico tesoro. B. Le ricchezze del bisnonno. C. I gioielli della bisnonna Mimosa. D. Un baule pieno di monete d’oro. 2. Chi sono i protagonisti del racconto? A. I nipoti. C. I fratelli. B. I parenti. D. I cugini. 3. Perché la villa si chiama “Mimosa”? A. Perché in giardino c’è una pianta di mimose. B. Perché ha il nome della bisnonna. C. Perché alla nonna piacevano le mimose. D. Non si capisce dal testo. 4. Sai spiegare perché il nome della villa è scritto maiuscolo? A. Non c’è un motivo particolare. B. Perché è una villa. C. Perché la bisnonna lo ha fatto scrivere così sul cancello. D. Perché Mimosa è un nome proprio. 5. Il tesoro è stato cercato da tanti personaggi nel tempo. Segna la sequenza temporale corretta: A. Irene, Michela, Arianna. B. Irene, Edoardo, Valentina. C. Mimosa, Irene, Edoardo. D. Irene, Edoardo, Arianna. 6. Nella frase “Il tesoro esiste! E un giorno lo troveremo!” (riga 30) la parola lo si riferisce: A. al tesoro. C. al nonno. B. al papà. D. al figlio.

TUTTO OK?

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e l o v a f e l l e d Il momento delle fiabe e Ascolto

IL PRINCIPE RANOCCHIO C’era una volta una principessa bellissima che amava giocare nel bosco vicino al suo castello. Un giorno la sua palla d’oro rotolò nell’acqua. Allora la principessa cominciò a piangere ma qualcuno le gridò: – Che hai, principessa? Perché piangi? La principessa si guardò intorno e vide un ranocchio. – Ah, sei tu, vecchio ranocchio! – disse. – Piango per la mia palla d’oro, che mi è caduta nello stagno. – Non piangere – rispose il ranocchio, – ti riporterò la tua palla se dopo mi farai un dono. – Quello che vuoi, caro ranocchio. – Vorrei essere tuo amico. – Ma certo! – disse lei. Il ranocchio mise la testa sott’acqua, si tuffò e poco dopo tornò alla superficie; aveva in bocca la palla e la buttò sull’erba. La principessa, piena di gioia prese il suo bel giocattolo e corse a casa. Il giorno dopo bussarono alla porta. Quando la principessa aprì e si vide davanti il ranocchio la sbatacchiò precipitosamente, piena di paura. Il re suo padre si accorse che le batteva forte il cuore e disse: – Di che cosa hai paura, bimba mia? La principessa raccontò l’accaduto e il re disse: – Quel che hai promesso, devi mantenerlo; va’ dunque, e apri. La principessa allora aprì la porta al ranocchio che saltellò fino alla sua sedia e le chiese di sollevarlo fino a lei. La principessa obbedì controvoglia. Allora il re andò in collera e disse: – Non devi disprezzare chi ti ha aiutato nel momento del bisogno. Più tardi il ranocchio disse: – Sono stanco, voglio dormire nella tua cameretta. La principessa obbedì. Quando fu mattino… stupore! In piedi innanzi a lei c’era un bellissimo giovane. – Ma tu chi sei? – chiese la principessa. – Il ranocchio! Ero vittima di un incantesimo che tu hai spezzato. Il giovane, che era un principe, la chiese in sposa e vissero felici e contenti.

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W. Grimm Legge l’insegnante o gli alunni a turno.


Ascolto e capisco

Indica con una

X.

•  Chi è la protagonista della fiaba? Una principessa. Una regina.

Una fanciulla.

•  Che cosa amava fare quando si annoiava? Passeggiava vicino al fiume. Giocare nel bosco vicino al suo castello. Chiacchierava con le amiche. •   Che cosa accadde un giorno mentre era nel bosco? Incontrò una strega. Si perse. La sua palla cadde nell’acqua. •  Chi l’aiutò mentre si disperava? Un vecchio ranocchio. Un folletto. Una fata. •  Che cosa le chiese in cambio? Gioielli preziosi. Tante ricchezze.

La sua amicizia.

•  Che cosa le disse il padre quando vide che lei non voleva il ranocchio? Che non avrebbe dovuto fare promesse. Che il ranocchio non era degno di una principessa. Che quel che si prometteva andava mantenuto. •   Come si conclude questa fiaba? Il ranocchio rimase per sempre a palazzo. Il ranocchio diventò un principe e sposò la principessa. Il ranocchio venne cacciato dal regno.

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IL CAVALIERE GIORGETTO Giorgetto aveva tutto quello che deve avere un cavaliere: forza e coraggio, cavallo e mantello. Ma era un po’ piccolo. Un giorno stava cavalcando nella foresta, quando vide una vecchia trascinare con fatica una fascina. Giorgetto scese, legò la fascina al cavallo, fece salire la vecchia in sella dietro di sé e riprese il viaggio. La vecchia non diceva nulla, ma ecco che, senza farsi accorgere, gli mise qualcosa nella tasca del mantello. Quando arrivò alla capanna della vecchina, Giorgetto la fece scendere, slegò la fascina e salutò. – Ricordati, cavaliere – disse lei, – piuttosto che questo, metti una mano in tasca! Giorgetto non capì quelle parole, e pensò che la vecchina fosse un po’ stramba. Dopo poco, nel buio della foresta, tre briganti gli fecero un’imboscata. – Dacci quello che hai o sei morto! – disse il brigante con la spada. Giorgetto, chissà perché, pensò: “Piuttosto che questo, metto la mano in tasca”. Mise la mano in tasca e trovò uno scrigno d’argento. Lo prese e lo diede al brigante: ma lo scrigno era come vivo. Saltò alla gola del primo brigante e lo morse, poi all’altro, poi al terzo, e quelli scapparono a gambe levate. Giorgetto scosse la testa, divertito, e proseguì. R. Piumini, Storie in un fiato, Einaudi Ragazzi

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leggo e analizzo

Indica con una X. •   Il protagonista di questa fiaba compie una buona azione per la quale viene ricompensato. Quale? Sconfigge i briganti. Aiuta una vecchina. Trova uno scrigno d’argento. •   Quale difficoltà deve superare? Aiutare una vecchina. Difendersi dai briganti. Trasportare la fascina. •   Quale oggetto magico gli viene donato? Una fascina. Uno scrigno d’argento. Una spada magica.

scopro PAROLE NUOVE Fascina: u n insieme di rami legati. una piccola fascia. Imboscata: un incontro imprevisto. un attacco improvviso.


Il mo mento delle fiabe e d elle favole

IL BOSCO FIABEFAVOLE Se ti svegli e sorridi perché hai voglia di fragole potremmo andare insieme nel bosco Fiabefavole . All’ingresso c’è un lupo che è nato a Capo Horn e trascorre i suoi giorni sgranocchiando pop-corn. Nel più fitto del bosco tra le foglie intrecciate diffonde le brezze il canto delle fate. E chiunque si specchi nelle acque del lago basta che lo desideri e si trasforma in un mago. Le parole del vento ridendo te le spiega, mentre cuoce un intruglio una pallida strega. E all’ombra di una quercia dipingono i domani di fiori e di farfalle tanti piccoli nani. Devi solo portare la tua vita e il viso, tutte le tue parole e il tuo vasto sorriso. G. Pontremoli, Rabbia Birabbia, Nuove Edizioni Romane

leggo e scopro

L eggi la filastrocca a voce alta ed evidenzia nel testo le parole in rima. Poi copia qui sotto le coppie di parole che fanno rima tra loro. Segui l’esempio. Fragola 1 ..........................................................................................................

Fiabefavole

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2 .......................................................................................................... ......................................................................................................................

3 .......................................................................................................... ......................................................................................................................

4 .......................................................................................................... ......................................................................................................................

5 .......................................................................................................... ......................................................................................................................

6 .......................................................................................................... ......................................................................................................................

7 .......................................................................................................... ......................................................................................................................

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PAROLE CHE RACCONTANO

• Fiaba

LA PRINCIPESSA PRIGIONIERA La fiaba è un testo narrativo fantastico, in cui agiscono personaggi reali e personaggi fantastici, spesso dotati di poteri magici. C’era una volta un giovane principe che cavalcava nel bosco. All’improvviso si trovò davanti a un’imponente torre di pietra. Affacciata a una finestra, su in alto, c’era una fanciulla con delle lunghe trecce bionde. – Chi sei? Perché ti hanno rinchiusa in questa torre? – le chiese il principe. – Sono una principessa prigioniera dell’incantesimo di una strega cattiva – rispose la fanciulla. – Potrò essere di nuovo libera quando qualcuno bacerà per tre volte la mia mano. – Già, ma come si può entrare in questa torre se non ci sono porte o finestre? – disse il principe. – Se le tue trecce fossero più lunghe, potrei usarle come una corda! A quel punto il principe ebbe un’idea folgorante. – Non disperarti e aspetta il mio ritorno. E galoppò via veloce verso la casa di una saggia maga. La maga era nella sua capanna. – Hai qualcosa per far crescere in fretta i capelli? – le chiese il principe. – Certo! Ho una lozione che basta rovesciarla in testa e in un giorno fa crescere i capelli di qualche metro – rispose la maga. E tirò fuori dalla tasca del mantello una fiaschetta. Il principe l’afferrò e galoppò di nuovo fino alla torre. Spiegò alla principessa che cosa doveva fare e mise la fiaschetta nel panierino che lei usava per avere ogni giorno dalla strega cattiva pane e acqua. I due si salutarono con la promessa di rivedersi il giorno dopo. L’indomani all’alba, il principe era già sotto la torre e, miracolo, le lunghe trecce bionde della principessa arrivavano fin quasi a terra. Lui le afferrò e, arrampicandosi, cominciò a salire. Giunto nella torre, il principe, abbagliato dalla bellezza della fanciulla, le afferrò la mano e la baciò per tre volte. BUUUUM! Con un grande tonfo, la torre scomparve, trasformata in un mucchio di polvere. – Sono libera! – gridò la principessa e abbracciò il principe. U. Wolfel, Storie a sorpresa, Nuove Edizioni Romane

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PAROLE CHE RACCONTANO

• Fiaba

LA STRUTTURA DELLA FIABA La fiaba ha una struttura riconoscibile da alcuni elementi ricorrenti. luogo

castello, bosco, caverna, prato, giardino, mare…

tempo

un passato lontano, non ben precisato: c’era una volta, tanto tempo fa… persone: principi, principesse, re, regine, bimbi… persone

personaggi

personaggi magici: magici orchi, fate, streghe, maghi… animali: draghi, lupi, rane… animali

personaggi buoni

oggetto magico finale

protagonista è giovane, buono e coraggioso, protagonista: deve affrontare una situazione difficile e superare delle prove aiutante con la sua astuzia aiuta il protagonista aiutante: a sconfiggere il personaggio malvagio; spesso è un personaggio fantastico ciò che permette al protagonista di superare la prova lieto fine, i buoni vincono e i cattivi sono puniti

Nel testo, sottolinea gli elementi caratteristici della fiaba con i colori corrispondenti. luogo • tempo • protagonista • aiutante • antagonista • oggetto magico

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PAROLE CHE RACCONTANO

• Fiaba

L’INVENTAFIABE Scrivi una fiaba seguendo lo schema. Inizio Scegli il protagonista e gli altri personaggi.

C’era una volta ................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................

Sviluppo

Un giorno ....................................................................................................................................................................

• Scegli l’antagonista e descrivilo. • Scegli quale problema crea al protagonista. • Scegli l’aiutante che interviene per aiutare il protagonista. • Inserisci l’oggetto magico che permette al protagonista di superare le difficoltà. • Scegli la prova che l’eroe deve superare per aiutare il protagonista.

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Conclusione S cegli la conclusione positiva della vicenda, cioè il lieto fine.

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Il mo mento delle fiabe e d elle favole

IL DRAGO A SETTE TESTE C’era una volta un giovane generoso. Non era ricco: possedeva solo un cavallo. Un giorno decise di montarci sopra e di andare per il mondo a cercare fortuna. Arrivò in un paese sconosciuto, dove tutti avevano la faccia triste. Il giovane ne chiese la ragione. – Mio bel giovane – gli dissero, – questo è un paese sventurato. Un drago spaventoso con sette teste si annida nelle acque del fiume. Ogni giorno, a mezzogiorno in punto, esce dalla sua tana e mangia una ragazza. Oggi tocca alla figlia del re. – Sarò io a uccidere il drago! – esclamò il giovane. Il re, sentite queste parole, gli disse: – Tieni questa spada. Solo i coraggiosi sono in grado di usarla. Il giovane spronò il cavallo verso la riva del fiume. A mezzogiorno in punto arrivò la principessa. Sette teste orribili emersero dalle onde. Il drago si lanciò sulla principessa. Il giovane cavaliere gli corse incontro facendo ruotare la spada magica. Si accese una lotta furibonda e… ZAC, ZAC, ZAC, le sette teste caddero una dopo l’altra. Il drago era vinto e tutti tirarono un respiro di sollievo. Il cavaliere, naturalmente, sposò la principessa e vissero a lungo felici e contenti. G. Corretti, I miti e le favole antiche, Editrice Piccoli

leggo e analizzo

Trova nella fiaba che hai letto gli elementi che la caratterizzano e sottolineali con i colori corrispondenti.

protagonista • antagonista • aiutante • oggetto magico 61


I DONI DELLA FATA Tanti e tanti anni fa c’era una vedova che aveva due figlie: la maggiore assomigliava tutta alla madre ed era cattiva e antipatica; la più giovane, invece, era una ragazza dolcissima e gentilissima. La madre adorava la figliola maggiore, mentre provava antipatia per l’altra figlia e la faceva lavorare tantissimo! Un giorno, mentre la figlia minore attingeva acqua alla fonte, ecco apparire una vecchina che le disse: – Ho così sete… Saresti così gentile da porgermi un sorso d’acqua? E lei: – Certo, nonnina – e resse la brocca perché lei bevesse. Ma l’anziana signora, in realtà, era una fata. Così, dopo essersi dissetata, disse: – Tu, fanciulla garbata e graziosa, accetta il mio dono, una splendida rosa: ogni parola che tu vorrai dire prezioso diamante dovrà divenire! La fanciulla ringraziò e, giunta a casa, ogni parola che disse si trasformò in prezioso diamante. – Che succede? – sbottò la madre. – Ti escono di bocca diamanti! Come è possibile? Allora la giovane fanciulla raccontò tutto ciò che le era successo, fino a che la madre disse, rivolgendosi alla figlia maggiore: – Adesso vai tu, figliola cara, e dai da bere a quella vecchia con gentilezza! E la figlia maggiore andò. Appena giunta alla fontana, le apparve una giovane principessa, che le disse: – Ho così sete… Saresti così gentile da porgermi un sorso d’acqua?

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Il mo mento delle fiabe e d elle favole

– E tu chi sei? Levati di torno e se hai sete bevi da te! – rispose in modo sgarbato la figlia maggiore. Ma la principessa, che era sempre la fata, le disse: – Tu, fanciulla sgarbata e boriosa, accetta il mio dono, non certo una rosa: anziché perle e preziosi diamanti, sputerai viscide serpi striscianti! Quando la figlia maggiore tornò a casa, la madre le chiese: – Dimmi, figlia mia, com’è andata? – Ah! – rispose sgarbata. – Da non dire! – e sputò due serpenti velenosi. Subito la madre e la figlia maggiore, cattive e invidiose com’erano, cacciarono di casa la ragazza buona. Il figlio del re, che passava da quelle parti, la vide così bella, ma disperata, e le chiese perché piangeva. Lei gli raccontò la sua triste storia, il principe se ne innamorò e la sposò. Le fiabe di Perrault, Edibimbi

leggo e capisco

Colora le caratteristiche caratteriali della protagonista della fiaba che hai appena letto. bellezza

bontà d’animo

antipatia

dolcezza

cattiveria

gentilezza

Rispondi. •   Che cosa faceva fare la madre alla figlia minore? Perché?

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•   Che cosa accadde un giorno alla fonte? .................................................................................................................................................. ...............................................................................................................................................................................................................................................................................................

•   Che cosa decise di fare la madre? Perché?

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•  Che cosa successe invece?

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•  Come si conclude la fiaba?

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PAROLE CHE RACCONTANO

• Favola

IL CANE E LA CARNE La favola è un testo narrativo fantastico che racconta avventure di animali parlanti e trasmette insegnamenti. Un cane correva con un pezzo di carne in bocca, aspettando il momento buono per mangiarselo. Arrivò sull’argine di un fiume e vide la sua immagine riflessa nell’acqua. Si fermò di colpo a fissarla: credeva che ci fosse un altro cane con un pezzo di carne più grosso del suo! Allora lasciò cadere il pezzo di carne che aveva tra i denti e si tuffò nell’acqua per prendere quello che stava in bocca all’altro cane. Ma rimase senza l’uno e senza l’altro e, per giunta, tutto bagnato. – Mi sta proprio bene! – disse il cane. – Sono stato ingordo, dovevo accontentarmi di quello che avevo. Fedro, Favole, Giunti Kids

leggo e analizzo

Indica con una X. •   Chi è il protagonista della favola? Un pezzo di carne. Un cane. •   Quale comportamento viene descritto nella favola? Non essere contenti di quello che già si ha. Sapersi accontentare di quello che già si ha. •   Quando e dove si svolgono i fatti? In un tempo e in luogo fantastici, non determinati. In un tempo e in un luogo ben precisi. •   Come ti sembra la conclusione della favola? Tragica. Lieta. Giusta. Comica. Severa.

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PAROLE CHE RACCONTANO

• Favola

LA FAVOLA STRUTTURA DELLA FAVOLA

personaggi personaggi: animali con qualità e difetti simili a quelli degli uomini

struttura struttura: i nizio presenta la situazione di partenza e i personaggi • inizio: viluppo racconta come si svolgono i fatti. • sviluppo: onclusione spiega come finisce la storia e presenta • conclusione: un insegnamento su cui riflettere, cioè la morale, che si riassume in una breve frase o in un proverbio

tempo: passato non determinato

IL LUPO E LA CAPRETTA Una capretta si era allontanata dal suo gregge. Rimasta sola, d’un tratto si accorse che un lupo la stava seguendo e che ormai non aveva scampo. Allora si voltò verso il lupo e gli disse: – Lo so che stai pensando di mangiarmi in un solo boccone. Ma se devo morire, ti prego, lasciami esprimere un ultimo desiderio. – Va bene – acconsentì il lupo. – Sentiamo, che cosa vuoi? – Mi suoneresti il flauto, così che io possa ballare un’ultima volta? Il lupo volle accontentarla. Mentre il lupo suonava e la capretta danzava, sopraggiunsero alcuni cani attirati dalla musica e si misero a rincorrere il lupo. Il lupo, correndo a perdifiato per scappare, si voltò e disse alla capretta: – Mi sta bene! Ho voluto fare il musicista quando non sono che un macellaio! Favole di Esopo, Einaudi Ragazzi

leggo e analizzo

I ndica con una X la morale della favola. Le buone azioni non sempre vengono ricambiate. Non si devono raccontare le bugie. A ognuno il suo mestiere. Individua nel testo inizio, sviluppo e conclusione e sottolineali con i colori corrispondenti.

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LA VOLPE E IL CORVO Un corvo trovò sul davanzale di una finestra un bel pezzo di formaggio. Lo prese e volò sul ramo di un albero per mangiarselo in santa pace. Ed ecco passare di lì una volpe furbacchiona, che, appena vide il formaggio, pensò a come fare per rubarlo al corvo. “Qui bisogna giocare d’astuzia!”, pensò, e subito le venne un’idea. – Che belle penne nere che hai! – esclamò ad alta voce per farsi sentire dal corvo. – Se la tua voce è bella come le tue penne, tu sei certo il re degli uccelli. Fammela sentire, ti prego. Quel vanitoso del corvo, sentendosi lodare, non resistette alla tentazione di far udire il suo brutto CRA CRA, ma, appena aprì il becco per cantare, il pezzo di formaggio gli cadde. La volpe, che aspettava solo quello, fu ben lesta ad afferrarlo e a scappare, ridendo di lui. Fedro, Favole

leggo e analizzo

Nella favola gli animali rappresentano alcune caratteristiche degli uomini. Quali? Indica con una X. •  Il corvo rappresenta: l’onestà. la vanità.

l’intelligenza.

•  La volpe rappresenta: la cattiveria la superbia.

la furbizia.

Indica con una X la morale della favola. Le buone azioni vengono sempre ricambiate. Non conviene allearsi con chi è più forte di noi. Chi è vanitoso si lascia facilmente ingannare.

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Il mo mento delle fiabe e d elle favole

LA CICALA E LA FORMICA Quell’anno la formica sentì che sarebbe stato un inverno molto rigido. Così, durante tutta la bella stagione, lavorò duramente per fare provviste. Nel cuore dell’estate faceva un caldo insopportabile e la formica era quasi sul punto di scoraggiarsi. Fortunatamente, la sua amica cicala cantava: questo le dava coraggio e la sollevava dalle sue pene. Quando arrivò, l’inverno fu effettivamente terribile, con burrasche e un vento glaciale. La formica pensò alla sua amica cicala, che non era stata previdente come lei: invece di raccogliere provviste, aveva cantato per la felicità di tutti. Qualcuno nel villaggio diceva che era una irresponsabile. Se ora moriva di fame, peggio per lei! Ma la formica non nutriva tanto rancore. La cicala aveva una voce talmente bella che sarebbe stato un crimine non farne godere tutta la comunità. La formica, allora, raccolse un grande sacco di provviste e lo portò all’amica. Per ringraziarla, la cicala cantò, Quale delle due solo per lei, una delle sue canzoni più belle! M. Piquemal, Piccoli e grandi racconti di Sophios, Edizioni EL

formiche ti è più simpatica? Perché?

Dal pensiero all’azione L eggi la favola “La cicala e la formica” di Esopo e confrontala con questa. Poi completa la tabella e rispondi alla domanda di Nino. Comportamento della cicala

Comportamento della formica

Piquemal Esopo

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verso

l’invalsi

IL TESSITORE E L’ORCO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

C’era una volta, tanti anni fa, un re che aveva una bellissima figlia. Purtroppo, un terribile orco voleva a tutti i costi rapirla. Il re mandò i suoi soldati a catturarlo, ma quelli tornarono disarmati e impauriti. Allora il sovrano fece annunciare: – Chi riuscirà a scacciare l’orco, avrà la mano della principessa! Un giovane molto coraggioso, che faceva il tessitore, decise di provarci e si mise in viaggio per affrontare l’orco. Strada facendo, trovò una coda di mucca, la prese e se la mise in tasca. Un po’ più in là trovò una tartaruga e si mise in tasca anche quella. Giunto alla capanna dell’orco, chiamò: – Forza orco, vieni fuori! – Chi osa disturbarmi! – borbottò l’orco senza aprire. – Sono venuto per scacciarti! – E chi sei? – Sono il tessitore! L’orco, che non sapeva che cosa fosse un tessitore e aveva paura, chiese: – Ma sei grosso? Strappati un capello e buttalo nella mia capanna! Il tessitore allora buttò dentro la coda della mucca. L’orco la prese, la confrontò con un capello dei suoi e vide che era quattro volte più grossa. Allora disse: – Prendi una delle pulci che hai addosso e mostramela! Il tessitore allora appoggiò la tartaruga sull’uscio della capanna. L’orco rimase sgomento e, sempre più preoccupato, minacciò: – Tessitore, ora ti faccio sentire un mio starnuto – e starnutì così forte che porte e finestre uscirono dai cardini. – E ora senti il mio, ma tappati le orecchie se non vuoi diventare sordo! – rispose il tessitore. L’orco si coprì le orecchie e il tessitore, arrampicandosi su un’altura lì vicino, fece rotolare giù una roccia che sfondò il tetto della capanna. L’orco, terrorizzato, scappò via e nessuno lo vide mai più. Il tessitore sposò la principessa e i due vissero felici e contenti. Geronimo Stilton, Cinque minuti prima di dormire. Le più belle fiabe della buonanotte, Edizioni Piemm

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verso Indica con una X. 1. Qual è la missione che deve superare il protagonista? A. Liberare la principessa dall’orco. B. Scacciare l’orco che vuole rapire la principessa. C. Aiutare i soldati a liberare la principessa. D. Sposare la principessa. he cosa promette il re a chi compirà la 2. C missione? A. Tante ricchezze. B. La mano della principessa. C. Un castello. D. Metà del suo regno. sono gli oggetti che il tessitore trova 3. Quali lungo la strada? A. Una coda di mucca e una lumaca. B. Una coda di mucca e una tartaruga. C. Una coda di cavallo e una tartaruga. D. Una coda di maiale e una lumaca.

l’invalsi

5. “Chi riuscirà a scacciare l’orco, avrà la mano della principessa!” (righe 4-5), che cosa si intende con questa espressione? A. Poterla sposare. B. Poterla avere in schiavitù. C. Accompagnarla per mano. D. Prenderla per mano. 6. “Strada facendo, trovò una coda di mucca, la prese e se la mise in tasca” (righe 7-8). A che cosa si riferiscono le parole scritte in rosso? A. Alla tasca. B. Alla strada. C. Alla mucca. D. Alla coda.

4. S econdo te, com’è il protagonista di questa fiaba? A. Prudente e saggio. B. Ottimista e incosciente. C. Furbo e coraggioso. D. Spavaldo e aggressivo.

TUTTO OK?

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I 10 DIRITTI DEL LETTORE Ninoel Pennac, un famoso scrittore, ha stilato, nel libro “Come un romanzo”, i dieci diritti del lettore, da leggere, studiare e non smettere mai di rispettare!

1 Diritto di non leggere. 2 Diritto di saltare le pagine. 3 Diritto di non finire il libro. 4 Diritto di rileggere.

8 Diritto di spizzicare. 9 Diritto di leggere ad alta voce. 10 Diritto di tacere.

5 Diritto di leggere qualsiasi cosa. 6 Diritto al bovarismo (diritto a emozionarsi e a farsi prendere dalla storia).

7 Diritto di leggere ovunque.

IO LEGGO, E TU? •  Ti piace leggere? Sì

NO

•   Perché? .............................................................................................................................................................................................................................................................................. •  Qual è il tuo libro preferito? ...................................................................................................................................................................................................... •  Dove leggi di solito? ................................................................................................................................................................................................................................. •  Qual è il titolo dell’ultimo libro che hai letto? .......................................................................................................................................... •  Ti è piaciuto? Sì

NO

•  Perché? ..............................................................................................................................................................................................................................................................................

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Il mo mento delle fiabe e d elle favole

BIBLIOTECA DI CLASSE •   Sei iscritto al prestito della Biblioteca Comunale? Sì

NO

•  Nella tua classe o nella tua scuola c’è una biblioteca? Sì

NO

•   Se la risposta all’ultima domanda è SÌ, copiate su un cartellone i diritti del lettore, poi appendetelo in bella vista perché tutti li devono conoscere! •   Se la risposta è NO, chiedete all’insegnante se potete creare una biblioteca di classe. È semplicissimo! Procedete in questo modo:

1 ogni alunno porta un libro da lasciare in classe;

2 mettete i libri in una scatola; 3 su un quaderno scrivete l’elenco di tutti i titoli, dandogli un numero;

4 sullo stesso quaderno, ogni bambino scrive il suo nome su una pagina e di volta in volta il titolo del libro preso in prestito;

5 stabilite il giorno del cambio (una volta al mese).

BOOK CLUB Per rendere divertente lo scambio di libri, una volta al mese create delle attività per conoscere un pochino il libro letto dal compagno. Scoprirete che leggere è come un gioco! PRIMO MESE: ogni bambino creerà il segnalibro del libro letto, con un disegno e una frase che lo ha colpito. SECONDO MESE: ogni bambino disegnerà, su un foglio, l’oggetto che gli viene in mente dopo aver letto il libro, e lo spiegherà ai compagni; i disegni potrebbero poi essere appesi su una parete. TERZO MESE: seduti in cerchio, ognuno aprirà a caso il libro letto e leggerà una pagina ad alta voce ai compagni. Dopo la lettura, ci sarà un momento per condividere impressioni e opinioni sui libri letti.

È bello leggere un libro tutti insieme in classe. Forza, sceglietene uno e create dei momenti di lettura condivisa… La magia entrerà nella vostra classe!

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to a s s a p l e n o Il momento del tuff Ascolto

C’ERA UNA VOLTA Tutte le storie cominciano con “C’era una volta”. Una volta eri piccolo ed erano piccoli anche la mamma e il papà e i tuoi nonni e anche loro potevano dire: “C’era una volta…” e così via indietro nel tempo, sempre più indietro. Hai mai provato a stare tra due specchi? Dovresti farlo. Vedrai tantissimi specchi uno dietro l’altro, sempre più piccoli e più lontani, all’infinito, non finiscono mai. Così anche i “C’era una volta” non finiscono mai. Te lo immagini il nonno del nonno del nonno del nonno? C’è da farsi venire le vertigini, eppure se lo dici lentamente, riesci anche a immaginartelo. E immaginarne ancora un altro che viene prima, e così andando sempre più indietro, ti ritrovi nei tempi antichi e poi in quelli preistorici. Sempre più indietro, come con gli specchi, ma all’inizio di tutto non si riesce mai ad arrivare. Dietro ogni inizio, infatti, si nasconde un altro “C’era una volta.” È come un pozzo senza fondo. Esiste un’epoca preistorica in cui non c’erano ancora gli esseri umani, in cui le montagne non erano fatte come le vediamo oggi: alcune erano più alte, altre invece non esistevano. C’erano degli animali, molto diversi da quelli di oggi. Erano giganteschi, grossi come draghi, ma non è stato neanche quello l’inizio. Una volta la terra probabilmente non era che una nuvola di gas. E prima ancora? Alt… è ora di incominciare a chiederci: “Quando è successo?” Se poi ci chiediamo anche: “Ma come sono andate le parlo di me cose?”, ecco che vorremmo conoscere la storia. Quando è iniziata la tua storia? Non una storia, ma la Storia, la nostra storia, Quanto riesci ad andare indietro nel tempo la storia del mondo. per ricostruire gli eventi del tuo passato? Vogliamo iniziare?

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Legge l’insegnante o gli alunni a turno.


STORIA UNIVERSALE In principio la terra era tutta sbagliata, renderla più abitabile fu una bella faticata. Per passare i fiumi non c’erano ponti. Non c’erano sentieri per salire sui monti. Ti volevi sedere? Neanche l’ombra di un panchetto. Cascavi dal sonno? Non esisteva il letto. Per non pungersi i piedi, né scarpe né stivali. Se ci vedevi poco, non trovavi gli occhiali. Per fare una partita non c’erano palloni: mancavano la pentola e il fuoco per cuocere i maccheroni, anzi a guardare bene mancava anche la pasta. Non c’era nulla di niente. Zero via zero e basta. C’erano solo gli uomini, con due braccia per lavorare, e agli errori più grossi si poté rimediare. Da correggere, però, ne restano ancora tanti, rimboccatevi le maniche, c’è lavoro per tutti quanti. G. Rodari, Favole al telefono, Einaudi Ragazzi

leggo e rifletto

Rispondi a voce e confrontati con i tuoi compagni. •   Che cosa vuol dire il poeta con la frase “renderla abitabile fu una bella faticata”? •  Chi ha reso abitabile la Terra? In che modo? •   Secondo te, che cosa c’è ancora da correggere sulla Terra?

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PAROLE CHE RACCONTANO

• Mito

LA CATENA DI OBATALA I miti sono racconti fantastici molto antichi tramandati a voce dai popoli. Hanno lo scopo di spiegare, attraverso le imprese di dèi ed eroi, l’origine della Terra, e la nascita dell’uomo, cioè tutti quei fenomeni naturali ai quali l’uomo non è riuscito a dare una spiegazione.

MITO DELL’AFRICA OCCIDENTALE Un tempo, c’erano solo il cielo in alto e l’acqua in basso. Il grande dio Olorun governava il cielo. La grande dea Olokun, l’acqua. Un altro dio, Obatala, chiese a Olorun il permesso di creare la terraferma. Gli dèi diedero a Obatala una lunga catena d’oro e una borsa che conteneva un guscio di lumaca pieno di sabbia, una gallina bianca, un gatto nero e una noce di cocco. Obatala si mise la borsa in spalla e appese la catena a un angolo del cielo. Poi cominciò a calarsi giù. Poco prima di arrivare in fondo, Obatala rovesciò la sabbia e fece scappare la gallina. La gallina cominciò a raspare sulla sabbia e la sparse tutt’intorno dando forma alla terra. Obatala piantò nella terra la noce di cocco e badò che diventasse un albero. Ma Obatala era triste. Solo il gatto gli faceva compagnia. Prese un po’ d’argilla e modellò delle figure. Poi chiese a Olorun di dare loro la vita e quelle divennero i primi esseri umani. A. Ganeri, Miti in 30 secondi, Electa Kids

leggo e capisco

Completa. •   Nel mito che hai letto la sabbia diventa �������������������������������������������������������������� •   La noce di cocco diventa ���������������������������������������������������������������������������������������������������������������� •   Il dio Obatala forma delle figure con ������������������������������������������������������������������������ •  Il dio Olorun dà alle figure la �����������������������������������������������������������������������������������������������������

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leggo e analizzo

Indica con una X. •   Questo racconto ha lo scopo di: r accontare l’impresa del dio Obatala. spiegare l’origine della Terra e degli uomini.


PAROLE CHE RACCONTANO

• Mito

DEUCALIONE E PIRRA Il mito è un testo narrativo ed è composto da tre parti: • inizio; • sviluppo; • conclusione.

MITO DELL’ANTICA GRECIA Gli uomini, dopo aver ricevuto in dono il fuoco da Prometeo, erano diventati superbi e cattivi. Zeus, il re degli dèi, decise di punirli e sommerse la Terra con le acque del diluvio universale. Tutti gli uomini morirono, tranne Deucalione e Pirra: il primo era un principe onesto e giusto; la seconda, sua moglie, era una donna buona e saggia. I due coniugi, dopo essere rimasti su una barca per nove giorni, toccarono terra e videro desolazione e rovina dappertutto. Si misero in cammino e raggiunsero un tempio, dove consultarono l’oracolo di Temi, la dea della giustizia. L’oracolo diede loro questa enigmatica risposta: – Uscite dal tempio e gettate dietro le vostre spalle le ossa della Gran Madre. Deucalione e Pirra pensarono a lungo alle parole dell’oracolo, finché Deucalione capì che la Gran Madre era la Terra e le ossa erano le pietre. Così presero delle pietre e iniziarono a camminare gettandole dietro le loro spalle. Le pietre di Deucalione, appena toccavano terra, diventavano uomini, quelle gettate da Pirra diventavano donne. In questo modo la Terra si ripopolò. leggo e analizzo

I ndividua nel testo inizio, sviluppo e conclusione e sottolineali con i colori corrispondenti. Poi rispondi alle domande. •  Chi sono i protagonisti del mito? ..................................................................................................................................................................................... •   In quale tempo si svolgono i fatti narrati? ........................................................................................................................................................ •  In quale luogo? ................................................................................................................................................................................................................................................... •  Che cosa vuole spiegare questo mito? ..................................................................................................................................................................

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PAROLE CHE RACCONTANO

• Mito

MITO è

è formato da 3 parti

un testo narrativo molto antico che spiega, attraverso storie fantastiche, l’origine del mondo e dell’uomo, le imprese di dèi ed eroi, i fenomeni naturali ai quali l’uomo non ha saputo dare spiegazione

i suoi elementi fondamentali sono

Inizio: vengono presentati i personaggi e si presenta il fenomeno o l’evento di cui si narra così com’era un tempo Sviluppo: succedono fatti fantastici che spiegano come il fenomeno o l’evento si è modificato Conclusione: racconta l’evento come noi lo conosciamo adesso

Personaggi: sono fantastici: dèi, eroi, elementi della natura che agiscono come persone Tempo: molto lontano, quello dell’origine del mondo o delle prime civiltà

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Luogo: il racconto si svolge sulla Terra, nell’Universo o nel luogo in cui viveva l’antico popolo che ha dato origine al mito


Il mom ento del tuffo nel passato

IL DISEGNO SULLA ROCCIA

scopro PAROLE NUOVE

Antro: grotta, caverna. Aua e Satu arrivarono di corsa all’ingresso di quella grotta Paniere: cesto di vimini. sconosciuta. L’entrata era piccola e nascosta da un cespuglio. Sembrava che una bocca nera si fosse aperta nella terra. – L’ha trovata Zek, il figlio dello stregone – spiegò Reno. – Si era nascosto qui per non aiutarti a raschiare una pelle e ci è caduto dentro. Aua e Satu risero, poi cominciarono a scendere. Dopo pochi passi su sassi sporgenti e scivolosi, la grotta si allargava e Aua riuscì a vedere bene quanto era grande, perché tutt’attorno c’erano le torce accese dei membri della tribù. Gli uomini e le donne di Koran si erano sparpagliati a guardare le figure che qualcuno aveva dipinto sulle pareti e perfino sul soffitto di quell’antro. Molte erano mani, anzi sagome di mani di uomo e di donna. Fatte spruzzando con la bocca il colore sulle loro stesse mani appoggiate alla parete, c’erano però anche immagini di animali che tutti loro conoscevano: bisonti, cavalli, renne, tori, cervi… E poi c’era una figura che nessuno riusciva a interpretare: un uomo con un paniere in mano, appeso ad alcune corde, che infilava il braccio nel foro di un albero. L’uomo era circondato da cinque figure più piccole, che facevano pensare ad animali volanti, forse uccelli. L’uomo nel disegno poteva essere andato a caccia in un alveare. – Sembra proprio un uomo che cerca qualcosa nella tana delle api. Ma che cosa cerca? – chiese Satu. – Cerca il miele, il dolce cibo che producono le api – disse il vecchio Eko, che era giunto vicino a lei e l’aveva sentita. – È buonissimo! S. Bordiglioni, F. Fiorin, Storie prima della storia, Il tesoro dell’albero cavo, Emme Edizioni

leggo e rifletto

S econdo te, in quale periodo storico è ambientato questo racconto? Quali elementi presenti nel testo ti hanno permesso di capirlo? Sottolineali.

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IL FUOCO Pokonaso era un bambino che visse migliaia di anni fa. Fu quando sulla Terra faceva un gran freddo; ecco perché hanno chiamato quell’epoca “era glaciale”! Gli uomini di quell’epoca erano tozzi e forti, con il collo corto e il naso lungo e largo. Di questo nasone andavano fierissimi e fu per questo che, appena nacque Pokonaso, gli misero quel buffo soprannome: il suo naso era infatti appena più grosso di un lampone. Pokonaso non abitava in una casa come le nostre, ma in una caverna, con Babbo e Mamma. Di fronte alla caverna doveva sempre esserci un fuoco acceso: serviva a riscaldare la famiglia e a tenere lontane le bestie feroci. Cosa quest’ultima importantissima perché le caverne non avevano porta! A volte Pokonaso non si comportava proprio come si deve e andava incontro a seri pericoli. Un bambino che si allontanava dalla caverna rischiava come minimo di venir divorato da una tigre dai denti a sciabola, se non schiacciato da qualche peloso mammut. Ma quel giorno Pokonaso l’aveva fatta davvero grossa! Mentre i genitori erano a caccia, aveva lasciato spegnere il fuoco. Adesso se ne stava seduto e osservava il padre che cercava di riaccenderlo: Babbo aveva in mano due pietre e le batteva l’una contro l’altra, tentando di far sprigionare una scintilla. Ma non ci fu niente da fare. – Forse ti serve una pietra focaia nuova – disse Mamma. – Un figlio nuovo, ecco quel che mi servirà, se mi fa spegnere il fuoco un’altra volta! – borbottò Babbo. J. Grant, Le avventure di Pokonaso, Editrice Piccoli

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scopro PAROLE NUOVE Tozzo: più grosso e largo che alto. Pietra focaia: pietra dura che, quando viene battuta, produce scintille.


Il mom ento del tuffo nel passato

leggo e capisco

Rispondi. •   In che epoca visse Pokonaso? ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� •   Come erano fisicamente gli uomini in quel periodo? ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������ •  Dove vivevano? ������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� •   Perché usavano il fuoco? ����������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������������� leggo e organizzo

Quali informazioni sulla vita degli uomini primitivi vengono fornite dal testo? Quali non vengono fornite? Indica con una X. Gli uomini primitivi...

Informazione fornita Informazione non fornita

… abitavano nelle caverne. … si vestivano con le pelli degli animali. … scheggiavano le pietre. … conoscevano il fuoco. … si cibavano di carne. Completa. •  Pokonaso venne chiamato in quel modo perché ............................................................................................................................... •   I bambini come Pokonaso, se si allontanavano dalla caverna, correvano il rischio ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

•   Un giorno, Pokonaso la combinò grossa perché

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L’ARTE PREISTORICA Nella preistoria, gli uomini lasciarono degli esempi di arte. Il GRAFFITO, come dice la parola stessa, è una figura ottenuta graffiando sulla roccia con pietre appuntite in modo da tracciarne i contorni. La PITTURA RUPESTRE è realizzata sulla pietra con materiali che provengono dalla natura. I colori sono quasi sempre giallo, rosso e verde. In queste “rappresentazioni artistiche” sono spesso riconoscibili degli animali, a testimonianza della loro importanza nella vita di quell’epoca. Sono state ritrovate anche le cosiddette VENERI PREISTORICHE, delle statuette di pietra, terracotta, avorio, osso o un minerale simile al gesso (la steatite), alte dai 10 ai 25 cm. Testimoniano che gli uomini preistorici scolpivano e probabilmente servivano come buon auspicio per far nascere un bambino o, se sotterrate, per far crescere abbondante il raccolto.

1

2

Osservo e capisco

Osserva le immagini e completa. •  Nella pittura rupestre 1 è rappresentata una scena di ............................................................ •  L’animale cacciato è ........................................................................................................................................................................................ •  L’uomo va a caccia armato di un ............................................................................................................................................. •  Gli animali rappresentati nella pittura rupestre 2 sono .......................................................... .....................................................................................................................................................................................................................................................................

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Venere preistorica


Cre i ARTISTA PREISTORICO Immagina di essere un “artista” vissuto nella preistoria e realizza opere con le tecniche di quel tempo.

IL GRAFFITO Occorrente • Pastelli a cera • Cartoncino • Stuzzicadenti • Matita

Procedimento 1 S u un cartoncino, stendi, con i pastelli a cera, prima uno strato di giallo, poi uno di rosso, poi uno di blu e infine uno di nero.

2 D isegna, con uno stuzzicadenti o con la punta di una matita, un paesaggio o un animale o un oggetto, usando a volte un tratto un po’ leggero, altre volte un tratto un po’ più pesante. Otterrai un disegno con effetto graffito.

LA PITTURA RUPESTRE Occorrente • Carboncino da disegno • Foglio bianco ruvido • Pastelli grigi e marroni

Procedimento 1 P rocurati un carboncino da disegno, un foglio preferibilmente ruvido e dei pastelli di diverse tonalità di marrone e di grigio.

2 D isegna sul foglio ruvido, con il carboncino, il contorno di uno o più animali. Poi completa il disegno con qualche tocco di grigio o di marrone, anche sullo sfondo. Avrai creato così la tua pittura rupestre.

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L’ALBERO DI LUCY Fu la caduta da un albero alto almeno 12 metri a provocare la morte di Lucy, la famosa femmina di australopiteco vissuta oltre tre milioni di anni fa. Lucy è stata scoperta nel 1974 nella regione dell’Afar, in Etiopia. Divenne subito famosa per la completezza del suo scheletro e perché all’epoca era il più antico ominide di cui si potesse affermare con certezza che camminava su due piedi. Lucy però si arrampicava anche sugli alberi con agilità. Mangiava di tutto, ma soprattutto frutta. Il cervello di Lucy era piccolo e il suo viso era ancora primitivo, simile a quello di una scimmia. Lucy doveva avere circa venti anni, era alta 110 cm e pesava circa 25 chili. Alcuni ricercatori hanno analizzato le sue ossa, arrivando a poter affermare che Lucy, cadendo da un albero, si ruppe il braccio destro e in parte quello sinistro, la caviglia, un ginocchio e il bacino. Tutto questo fa pensare che Lucy sia morta cadendo da quell’albero. leggo e organizzo

Completa la carta di identità di Lucy. Nome Età Altezza Peso Luogo di vita Alimentazione Segni particolari

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Il mom ento del tuffo nel passato

GROTTA DEL CAVALLO In Puglia esiste una grotta da ben 45 mila anni. E proprio nelle vicinanze di questa grotta, il topolino dei dentini si è dimenticato di “rubare” il dentino a un bimbo, permettendo ai ricercatori di ritrovare, intorno al 1960, un dente che testimonia che in Puglia vissero dei primi umani Sapiens. La grotta si chiama Grotta del Cavallo ed è una cavità carsica che si affaccia sulla baia di Uluzzo, all’interno del Parco Regionale di Porto Selvaggio in provincia di Lecce.

Lo sai che… ? L’uomo preistorico ha vissuto anche in Italia. Nella tua regione sono stati fatti ritrovamenti preistorici? Prova a scoprirlo facendo una ricerca in internet o in biblioteca, insieme a un tuo compagno.

leggo e capisco

Rispondi. •  Che cosa hanno ritrovato i ricercatori in Puglia? ................................................................................................................................... •  A chi apparteneva? ..................................................................................................................................................................................................................................... •  Dove l’hanno trovata? ........................................................................................................................................................................................................................... •  Che cosa dimostra questo ritrovamento?

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PAROLE CHE RACCONTANO

• Leggenda

LA LEGGENDA DELL’AURORA Le leggende sono racconti molto antichi, tramandati a voce. Attraverso vicende fantastiche, cercano di spiegare i fatti della realtà: caratteristiche degli uomini, degli animali e dei fenomeni naturali… Nella leggenda trovi la struttura del racconto: inizio, sviluppo e conclusione. Molto tempo fa, c’era un paese sempre al buio. Gli abitanti decisero di affidare a una persona veloce nella corsa il compito di rubare l’aurora a un altro paese. Fu inviato Ghiandaia Azzurra. Egli si mise a correre verso est e finalmente giunse nei pressi di un villaggio che, a giudicare dalla quantità di capanne, sembrava molto abitato, ma nessuno in realtà era lì. In una capanna c’era solo un bambino, il quale gli disse che tutti gli abitanti erano andati a una festa non molto distante. Contro una parete della capanna c’erano tre ceste a terra. Ghiandaia Azzurra chiese al bambino che cosa ci fosse dentro. Egli rispose: – Nella prima cesta c’è “Prima sera”; nella seconda c’è “Appena buio” e nell’ultima c’è “Aurora”. Ghiandaia Azzurra lesto lesto afferrò l’ultima cesta e se ne scappò di corsa. Il bambino cominciò a gridare: – Ci hanno rubato l’Aurora! Tutti accorsero e si misero a inseguire Ghiandaia Azzurra, che correva verso ponente. Lo raggiusero presso la Grande Valle, ma prima che lo afferrassero egli aprì la cesta e la luce volò fuori. E da allora ogni mattina spunta l’aurora su tutti i paesi del mondo. AA.VV. Leggende degli Indiani d’America, Demetra

leggo e analizzo

Rispondi. •  Chi è il protagonista di questa leggenda? ......................................................................................................................................................... •  Quando si svolgono i fatti narrati? ................................................................................................................................................................................. •  Dove si svolgono? ......................................................................................................................................................................................................................................... •  Qual è lo scopo di questa leggenda?

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PAROLE CHE RACCONTANO

• Leggenda

IL LABBRO SPACCATO DELLE LEPRI Una volta tutte le lepri del mondo si riunirono sotto un grande pino per discutere la maniera di migliorare lo stato della loro famiglia. – Non è giusto che noi abbiamo paura di tutti e che nessuno abbia paura di noi – protestò una delle lepri più grosse. – Noi dobbiamo scappare via da gatti, cani e volpi. Non sappiamo dove fare la tana e non abbiamo un rifugio per vivere in pace con le nostre mogli e i nostri figli. La gente ci dà la caccia. Come ci vedono gridano: “Una lepre, dai, prendetela!”. Piuttosto che continuare a fare questa vita andiamo tutte a buttarci nello stagno. Tutte le lepri furono d’accordo e si precipitarono verso lo stagno. In riva allo stagno pascolava un grosso gregge di pecore. Nel vedere arrivare tutte quelle lepri, le pecore presero così tanta paura che cominciarono a scappare. Quando le lepri videro le pecore in fuga si misero a ridere: finalmente avevano trovato qualcuno che aveva paura di loro! Le lepri continuarono a ridere, a ridere, a ridere e alla fine, dal gran ridere, gli si spaccò il labbro. Ecco perché le lepri hanno ancora oggi il labbro spaccato. Enciclopedia della favola a cura di Gianni Rodari, Editori Riuniti

leggo e analizzo

Indica con una X. •  Questo è un racconto: realistico. fantastico. •   Il racconto vuole spiegare: perché le pecore hanno paura delle lepri. perché le lepri hanno il labbro spaccato. Individua nel testo inizio, sviluppo e conclusione e sottolineali con i colori corrispondenti.

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UNA DECISIONE CORAGGIOSA A quei tempi la foresta arrivava dappertutto, o quasi. Le radure erano poche e difficili da raggiungere. Quella che usavamo noi cinghiali, per le nostre riunioni, era circondata da una vegetazione così folta e intricata che anche per noi arrivarci era ogni volta una piccola avventura. In compenso una volta là, ci sentivamo al sicuro. Dovevamo decidere il da farsi, e urgentemente. Fu il saggio Cabàn il primo a prendere la parola: – Se ci tolgono la foresta, dove andremo a vivere? Nei loro campi? – Ma nei campi non ci lasceranno mai entrare – osservò qualcuno. – Li recinteranno come al solito, ci faranno crescere il loro orzo, il loro grano, il loro lino, le loro lenticchie e i loro piselli, e noi dovremo trovarci un altro posto – aggiunse un vecchio cinghiale. – Già, fino al giorno in cui saremo costretti ad andarcene anche da lì – ribatté il vecchio Cabàn. – Possibile che non abbiate ancora capito come funziona? Il numero degli uomini cresce con l’abbondanza di cibo: quando hanno la pancia piena si moltiplicano. – E questo che cosa c’entra con gli alberi della foresta? Cabàn grugnì spazientito: – Rubando terreno per le coltivazioni alla foresta otterranno nuovi raccolti, e nuovi raccolti significa nuove risorse alimentari. A quel punto la loro popolazione crescerà un’altra volta e saranno costretti a cercare altre terre da coltivare; e noi ad andarcene di nuovo. Cabàn ci fissò a lungo e in silenzio, come aspettando qualcosa da noi. Io a quelle riunioni non avevo mai parlato. Ero ancora piccolo.

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Il mom ento del tuffo nel passato

Ma in quell’istante capii che era arrivato il mio momento. Presi un bel respiro e mi feci coraggio: – Mi lascerò catturare e quando sarò al villaggio mi inventerò qualcosa. Nessuno deve toccare la foresta. Cabàn mi fissò drizzando le orecchie: – Corri dei rischi lo sai? Annuii in silenzio e andai a infilare il muso nella fossa dei giuramenti. Ecco, ora non potevo più tornare indietro. M. Sala Gallini, 4000 A.C. in fuga dal Neolitico, Mondadori Junior

leggo e capisco

Indica con una X. •  Chi è il protagonista della storia? Un uomo. Un piccolo cinghiale.

Cabàn.

•  Quale problema devono affrontare i cinghiali? Gli uomini non li fanno entrare nei loro campi. Il territorio era quasi completamente coperto di foreste. Gli uomini strappano le foreste ai cinghiali per coltivare. •  Questo racconto ci fornisce informazioni sulla scoperta: del fuoco. dell’agricoltura. dei metalli. Quali prodotti coltivano gli uomini? Sottolineali nel testo. aban spiega ai cinghiali quale meccanismo li costringe ad C abbandonare le foreste. Completa. Se gli uomini coltiveranno più ............................................................................................................................................., avranno ................................................................................... più abbondanti. Avendo più ........................................................................................................ a disposizione, aumenterà la ............................................................................................................. Di conseguenza, essi avranno bisogno di altri terreni da coltivare per sfamarla e toglieranno ancora terre ai ........................................................................

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verso

l’invalsi

KOOR E IL LUPO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

Lo svegliò una sensazione strana, di pericolo incombente. Balzò a sedere. Si guardò intorno. Il fuoco cominciava a languire e, al di là di quella fragile barriera, qualcosa splendeva nel buio. Due fessure allungate, verdastre, fosforescenti. Gli occhi di un lupo. Koor si alzò con cautela, gettò sulle braci della ramaglia, che prese subito fuoco, e alla luce delle fiamme intravide la sagoma del nemico. Grande, magro sotto la folta pelliccia grigia. Ora che il fuoco si era alzato di nuovo, il ragazzo sapeva che il lupo non avrebbe osato superarlo per attaccare. “Devo ucciderlo” pensò. “O lui ucciderà me”. Si chinò, cauto, per raccogliere la zagaglia, la strinse forte tra le mani cercando di calmarsi. Doveva fare centro al primo colpo, perché un animale ferito diventa estremamente più pericoloso. Alzò l’arma e il suo braccio fu velocissimo. Il lungo e rabbioso ululato che echeggiò nel buio gli disse che aveva colpito il bersaglio. Accanto a quel grande corpo immobile, un mucchietto di pelliccia chiara, un minuscolo muso aguzzo. Un cucciolo. Il lupo abbattuto era una femmina. Nel vedere Koor che si avvicinava, la bestiola mugolò, fece qualche passo indietro e ricadde sulle zampe, debole e patetica. Lui alzò l’ascia pronto a colpire. E rimase con il braccio in aria, gli occhi sbarrati, scosso da un tremito. – Non posso ucciderti – sussurrò. – Non posso farlo anche se so che un giorno, cresciuto, tu potresti uccidere me. Il cucciolo riuscì ad alzarsi di nuovo e a compiere barcollando il breve spazio che lo separava da Koor; con la lingua ruvida e rosea gli lambì la mano. D’istinto Koor si chinò, afferrò per la pelle del collo la minuscola creatura e notò che pesava pochissimo. Artigli piccoli e aguzzi si piantarono nella tunica del ragazzo alla ricerca di una presa salda, poi il cucciolo sbadigliò e chiuse gli occhi, fiducioso. R. Guarnieri, Koor dei mammut, Edizioni San Paolo

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verso

l’invalsi

Indica con una X. 1. Il racconto è: A. verosimile.

B. fantastico.

2. È ambientato: A. ai giorni nostri.

B. nella Preistoria.

C. nel Medioevo.

D. nell’antica Roma.

3. La vicenda si svolge in: A. estate.

B. inverno.

C. autunno.

D. primavera.

4. Con il termine “zagaglia” (riga 12) si vuole indicare: A. un coltello. B. una freccia. C. una lancia.

D. un’ascia.

Collega ogni parola al significato corrispondente. prudente

emettere suoni lamentosi

che sta per accadere

incombente

cauto

mugolare

leggo e organizzo

Metti in ordine le sequenze della storia: numera da 1 a 7. Koor alimenta il fuoco per tenere lontano la belva. Con la lupa uccisa c’è anche un suo cucciolo. Il cucciolo si addormenta fiducioso in braccio a Koor. Koor si sveglia e nel buio scorge gli occhi di un lupo. Koor vorrebbe uccidere il cucciolo, ma non ci riesce. Koor scaglia la zagaglia e colpisce il lupo a morte. Koor prende il cucciolo in braccio.

TUTTO OK?

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o t r e p a ’ l l a i h Il momento dei gioc Ascolto

ALLA SCOPERTA DEL MONDO Appena i fratelli di Cipì impararono a volare, mamma passera accompagnò i figlioli a vedere che cosa c’era intorno al palazzo sul quale erano nati. Per Cipì fu facile. Volò sulla cima di una pianta e di là cominciò a esplorare il mondo. – Mamì, vieni a vedere: che cosa c’è qui? Che cosa c’è là? – Ora andremo a vedere tutto – rispose la mamma. Appena entrarono nel grande albero fiorito, si posarono su un ramo e una vocina disse: – Ahi! Mi fai male! – e subito un fiorellino si staccò e cadde a terra. – Addio! – sussurrarono gli altri fiorellini. – Chi sono, Mamì? – domandò Cipì. E la mamma: – Sono fiocchi bianchi che Palla di fuoco pian piano trasformerà in palline rosse e squisite. All’improvviso si sentì una musica leggera che vibrava lungo tutta la pianta. – Mamì, e questo cos’è? Dopo un po’ Mamì disse: – Via! – e spiccò il volo verso il nastro d’argento che luccicava in mezzo al verde. Quando fu sopra il fiume, Cipì gridò: – Uh, c’è un altro come me... chi è? Chi è? Mamì? Chi è? – Giù! – comandò la mamma, – andiamo a vedere. – Vola anche lui come me! – gridava mentre precipitava. – Mamì. Mi viene incontro! A un tratto, quando gli sembrò di poterlo toccare, l’argento andò in mille pezzi, l’uccellino sparì e Cipì si trovò nell’acqua fino al collo. Con un guizzo saltò fuori e riuscì a raggiungere la riva. Mamma passera gli venne vicino e gli disse ridendo: – Un bagnetto fa sempre bene, ora lo faranno anche i tuoi fratelli con me. E comandò: – Dentro anche voi! M. Lodi, Cipì, Einaudi Ragazzi

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Legge l’insegnante o gli alunni a turno.


Ascolto e capisco

Indica con una X. •  Chi è Cipì? Un insetto.

Un uccellino.

Un agnellino.

•  La mamma dove porta Cipì e i suoi fratellini? A vedere che cosa c’è intorno al palazzo dove sono nati. A volare più in alto possibile. Su un albero a mangiare ciliegie. •  Che cosa vede quel giorno Cipì? I fiorellini bianchi, le api, il “nastro d’argento”. Le api, le rose, il susino. I fiori, le vespe, il susino. •   Che cos’è la “palla di fuoco” che pian piano trasformerà i fiori in palline rosse e squisite? Una palla da basket. Il pallone di alcuni bambini. Il sole. •   Da che cosa è prodotta la musica leggera che vibra lungo tutta la pianta? Dal canto delle api. Dai fiorellini. Dal vento tra i rami. •  Che cos’è il “nastro d’argento” che luccica in mezzo al verde? Uno specchio allungato. Un corso d’acqua. Un nastro trasportatore. •  Che cosa crede di vedere Cipì riflesso nel nastro d’argento? Un uccellino. Uno dei suoi fratellini. La mamma. •  Come si conclude il racconto? Cipì si spaventa moltissimo. Cipì e la sua famiglia tornano al nido. Cipì e la sua famiglia fanno un bagno.

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IL CAMPEGGIO E venne il giorno della grande prova, quella in cui i quattro amici “lupetti” dovevano montare la tenda, la prima tenda della loro vita. Un po’ emozionati, aprirono i teli della tenda. Conficcati i paletti nel terreno, bisognava tirare le corde; ma fu proprio in quel momento che cominciò a piovere. – Presto, presto! – gridò Fabrizio. – Altrimenti dovremo dormire sul bagnato! Fabrizio è quello che conserva il sangue freddo anche nelle situazioni più difficili, ma quella volta tirò troppo la corda e i paletti schizzarono fuori come se fossero stati conficcati nel burro. – Si può sapere che fai? – gridò uno di loro. Ma nessuno rispose: gli amici erano sepolti sotto la tenda e si dibattevano freneticamente. Fabrizio udiva le loro voci soffocate giungere da sotto la tenda. – Mi pesti le mani! – Alzati, mi schiacci la pancia! – Mi soffochi! Lasciami libero almeno il naso! Erano prigionieri di una tenda da campeggio resa pesante e appiccicosa dalla pioggia diventata torrenziale. Così per quella notte i quattro amici dovettero rifugiarsi nella tenda dei “vicini”, che erano stati più bravi nel montarla. A. Luigi, Storielle per sorridere, Bulgarini

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leggo e capisco

Rispondi. •  Chi sono i protagonisti del racconto? ............................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................

•  Che cosa devono fare? ............................................................................................................................................................

•   Che cosa succede dopo che i ragazzi hanno conficcato i paletti? ............................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................

Come si conclude la vicenda? Sottolinea la risposta nel testo. “ Fabrizio è quello che conserva il sangue freddo”: che cosa significa questa espressione? F abrizio si ammala spesso. Fabrizio riesce a non perdere il controllo in situazioni difficili. Fabrizio ha una temperatura corporea che si adatta a quella esterna. Fabrizio ha sempre una bibita fredda a disposizione.


Il mom ento dei gioch i all’aperto

MAGO LIBERO Se ti tocco, io ti blocco, e stai fermo come un sasso. Hai capito? Se ti tocco, tu non puoi più fare un passo! Ma se un altro, sveltamente, a toccarti riuscirà, con quel tocco, finalmente, tu riavrai la libertà. Mago Libero giocondo, liberando, imprigionando: ci si gioca in tutto il mondo “Mago libero!” gridando. R. Piumini, I giochi giocando, Emme Edizioni

Lo sai che… ? Il poeta ha messo in rima un gioco che molti bambini conoscono. Tu lo conosci? Se lo conosci, completa lo schema; se non lo conosci, chiedi informazioni ai tuoi compagni o all’insegnante.

Nome del gioco

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Ambiente di gioco

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Numero dei giocatori

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Ruolo dei giocatori

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Regole

1

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2

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3

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4

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5

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LE CASE SOTTO LA QUERCIA Da quando era finita la scuola, Anna, Giovanni e Marina avevano preso a trascorrere insieme i lunghi pomeriggi estivi. Avevano un appuntamento fisso nella casa sotto la quercia, una semplice tenda legata con corde a quattro bastoni. Era la loro prima casa e i bambini ne andavano molto fieri. Era anche il quartier generale della loro piccola banda. – Che ne dite di ammettere anche Manuela nel gruppo? – chiese un giorno Giovanni. – Vuoi dire qua nella nostra casa? – chiese sospettosa Marina. – Ma certo! Potremmo allargarla e costruire un vero capanno – propose Anna. – Ma allora invitiamo anche Gabriele! – esclamò Marina entusiasta. – Diamoci da fare: dobbiamo progettare una nuova casa! In poco tempo il capanno sotto la quercia fu pronto e il gruppo di amici si allargò ogni giorno, fino a che fu necessaria una seconda “casa”. Il giardino quell’anno si popolò di bambini e fu davvero un’estate memorabile!

leggo e organizzo

Quali informazioni vengono fornite dal testo? Quali non vengono fornite? Indica con una X. Informazione Periodo in cui si svolge la vicenda. Luogo dell’appuntamento. Grado di parentela dei protagonisti. Giochi organizzati dai protagonisti. Regole della loro banda. Desiderio di coinvolgere nuovi amici nei loro giochi.

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Fornita

Non fornita


Il mom ento dei gioch i all’aperto

IL GRANDE FAGGIO Questo brano è un testo descrittivo. Nelle descrizioni si trovano molti aggettivi per indicare le caratteristiche di ciò che viene descritto. A quel punto raggiungevano il grande faggio, dove potevano riposarsi in pace. Quell’albero, così lontano da casa (che vista da là pareva un puntino bianco in mezzo a una vallata verde), aveva delle fronde tanto folte e ricche da offrire riparo dalla pioggia d’inverno e dal sole d’estate. Non era come tutti gli altri: alla base del tronco spuntavano dal terreno delle grosse radici che sembravano uscire alla ricerca di una boccata d’aria o di un pezzettino d’azzurro. Andrea e Nico vi si sdraiavano in mezzo, con la schiena per terra; mentre tenevano le gambe appoggiate a quegli strani rami striscianti sull’erba si sentivano bene. Era un posto tutto loro, una specie di luogo protetto, magico, dove potevano parlare di tutto e dove tutto diventava importante. Un posto dove sentirsi grandi. L. Ballerini, L’estate di Nico, Giunti Junior

leggo e scopro

Sottolinea nel testo gli aggettivi che si riferiscono ai seguenti nomi: faggio • fronde • radici • rami • luogo

parlo di me Hai anche tu un posto tutto tuo dove ti senti bene? Racconta.

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ZITTI, ECCO I CONIGLI! Alle cinque Carla, Daiana, Alberto, Giampaolo e Alex sono in marcia nell’aria frizzante del mattino. – Ragazzi, cercate di non fiatare, i conigli selvatici detestano i rumori molesti – dice Alex. Poco dopo sono accovacciati dietro i cespugli, con gli occhi puntati sul sentiero che si perde nel bosco. Alex ha detto che i conigli passano di lì tutte le mattine all’alba, ma naturalmente non c’è un’ora precisa. Quindi bisogna armarsi di pazienza e aspettare. Un leggero scricchiolare di foglie secche e di rametti avverte che qualcosa si muove tra l’erba. Poi ecco il primo coniglio sbucare sul sentiero, proprio a pochi passi da loro. E subito dopo eccone un altro e un altro ancora. Sbucano fuori dall’erba con un salto leggero. Annusano tutti l’aria nello stesso modo buffo. Poi quello che è arrivato per primo salta via a balzelloni e gli altri lo seguono dentro il bosco. Infine, non restano che le orme stampate sul sentiero. A. Lavatelli, A. Vivarelli, Carla e Daiana in vacanza... da sole!, Edizioni Piemme

leggo e organizzo

Metti in ordine le sequenze della storia: numera da 1 a 6. Si nascondono dietro i cespugli.

Sul sentiero rimangono le orme dei conigli.

Aspettano senza fare rumore.

I ragazzi si mettono in cammino al mattino presto.

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Un coniglio se ne va e tutti gli altri lo seguono. Arrivano i conigli.


Il mom ento dei gioch i all’aperto

RICCIO SCOUT – Non sai che cosa significa essere un Riccio Scout, figliolo? – domandò papà Pasticcio, con un sopracciglio alzato e le zampe puntate sui fianchi. – È un modo per far sì che un ricciotto come te diventi finalmente un vero riccio! La vita in città ti rammollisce, è questa la verità. Laggiù, a Campo Castagna, invece, dormirai all’aperto, farai delle lunghe camminate nel bosco, imparerai a procurarti il cibo! Riccio Pasticcio rifletté, senza dire una parola. Gli stavano forse offrendo notti all’addiaccio, lunghe scarpinate nei boschi e pasti miseri? Peccato. Nessuna di queste cose, sfortunatamente, rientrava nella sua personale lista di ciò che gli andava a genio. Papà Pasticcio si accorse che il suo discorso non stava ottenendo gli effetti sperati e si grattò vigorosamente la testa. – Ma non è tutto, figliolo – si affrettò poi ad aggiungere. – La cosa più bella di Campo Castagna è… Uhm, vediamo… ah, ecco! Che potrai farti un sacco di nuovi amici! – Amici? Wow! – esclamò il ricciotto, questa volta illuminandosi all’istante. – Così potrei arrivare ad averne due, o addirittura tre! A.T. Canobbio, Ricci scout, Salani Editore

leggo e organizzo

P apà Pasticcio spiega a Riccio perché è utile andare a Campo Castagna. Riccio, però, ha le sue idee in proposito. Completa la tabella con le informazioni fornite dal testo. Papà Pasticcio dice che Riccio diventerà un vero riccio perché…

Riccio pensa, invece, che…

… dormirà all’aperto.

......................................................................................................................................................

......................................................................................................................................................

… farà lunghe scarpinate nei boschi.

… imparerà a procurarsi il cibo.

......................................................................................................................................................

97


IL RADUNO DELLE PECORE Per tutta l’estate le nostre pecore pascolano sulle montagne facendo quello che a loro pare e piace, ma, prima che arrivi l’inverno, le dobbiamo andare a recuperare e riportare nella stalla. La grande novità era che questa volta Lena e io avremmo partecipato al raduno. Il giorno dopo, quando ci ritrovammo tutti fuori in cortile, ancora non riuscivo a crederci. C’era la mia famiglia al completo, tranne Ricciola. C’erano anche Lena e sua madre e lo zio Tor. Papà, zaino in spalla e cappellino con visiera sulla testa, chiese a tutti se eravamo pronti. Quando cominciammo a risalire il pendio, Lena e io per la prima volta potemmo sbracciarci a salutare il nonno, la zia-nonna e Ricciola, invece di essere laggiù tra loro a salutare quelli che salivano, come sempre. In realtà, quando gli altri andavano a radunare le pecore, Lena non salutava mai, anzi si voltava di schiena ed era acida come un rametto di rabarbaro acerbo. Lena e io avevamo degli stivali di gomma e saltavamo in tutte le pozzanghere lungo il sentiero, come due conigli. – Dovete tenere un passo costante – disse papà, – se no vi stancate e basta. Ma quando si è così felici è impossibile tenere un’andatura costante. I piedi corrono da soli. M. Parr, Cuori di waffel, Beisler Editore

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leggo e capisco

Rispondi sul quaderno. •   In quale periodo dell’anno si svolge la vicenda? •   Che cosa faranno Lena e il bambino che racconta per la prima volta? •   Perché Lena non salutava mai chi, negli anni precedenti, andava a radunare le pecore? •  Quali parole te lo fanno capire?

scopro PAROLE NUOVE Rabarbaro: pianta originaria della Cina, dal sapore amarognolo; le sue foglie possono essere dannose se mangiate.


PAROLE CHE EMOZIONANO

• Poesie e filastrocche

O LA RIMA O LA VITA! C’era una volta un paese, un paese uguale ad altri, se non fosse stato per quell’orribile e misterioso maleficio che da molto tempo rendeva la vita difficilissima a tutti i suoi abitanti. In quel paese vicino e lontano s’udiva parlare in modo un po’ strano: tutte le volte che si apriva bocca doveva uscire una filastrocca. Per raccontare, per chiacchierare, per dire grazie o per domandare, là si faceva in casa e per via il verso in rima di una poesia... Un’impresa difficilissima, anche per il più abile dei poeti! Se qualcuno molto in fretta chiedeva a un passante: – Potrebbe dirmi che ore sono? Bisognava per forza trovare una rima in ONO, che non è per niente facile: s’ode nel cielo un rombo di tuono oppure vedo un reuccio seduto sul trono o magari se canto in sol è sicuro che stono! o addirittura voglio indossare il mio rosso kimono. Tutte cose che con l’orologio non c’entrano un fico secco! Ma piuttosto che mancare la rima, la gente diceva la prima cosa che le saltava in testa. Oppure taceva. Perché se per distrazione guardava l’orologio e rispondeva “sono le sette meno dieci”, ZAC!: chi stava lì un momento prima leggo e scopro non c’era più per via della rima. Chi prima c’era non c’era più Sottolinea con lo stesso colore le parole perso nel vento, nel nulla, nel blu. in rima, poi gioca con i tuoi compagni A. Vivarelli, Per caso e per naso, Fabbri a inventarne altre.

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PAROLE CHE EMOZIONANO

Il testo poetico è scritto in versi. I versi possono essere raggruppati in strofe.

LA PIOGGIA 1a strofa

2 strofa a

• Poesie e filastrocche

Giorno bagnato, giorno di festa,

1° verso

danza la pioggia sulla mia testa.

2° verso

Scende sul naso, scende sul viso,

...................................

acqua impregnata di paradiso.

...................................

leggo e analizzo

ompleta i box, C poi rispondi. •   Da quanti versi è composta la poesia? ..................................................................................................

E guardo in alto e guardo in basso, ...................................

...................................

...................................

seguo la danza passo per passo.

...................................

•  Da quante strofe? ..................................................................................................

...................................

Sento la pioggia che mi accarezza,

...................................

scivola via con la stanchezza.

...................................

•   Quanti versi ci sono in ogni strofa? ..................................................................................................

Giorno di festa, giorno bagnato,

...................................

guardami mamma: sono lavato.

...................................

ella poesia, quali sono N le parole in rima? Sottolineale con lo stesso colore.

leggo e scrivo

Ora prova tu a scrivere una poesia che si intitola “Sole”. Giorno asciutto, giorno di ................................................................................................................ , danzano i raggi sopra al mio ......................................................................................................... . Mi scaldano il naso, mi ............................................................................................................................ , raggi impregnati di ............................................................................................................................................ e guardo davanti e guardo in basso, la mia ombra mi segue ............................................................................................................................ . Sento ...................................................................................................................................................................................... , scivola via la mia ................................................................................................................................................. . Giorno di festa, giorno ........................................................................................................................... ,

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guardami mamma: sono ....................................................................................................................... .


PAROLE CHE EMOZIONANO

• Poesie e filastrocche

IO SO FARE LE CAPRIOLE La poesia è un testo scritto con ritmi particolari ed esprime idee, sentimenti, emozioni, pensieri e riflessioni. Il poeta, attraverso la poesia, interpreta in modo personale e originale la realtà. C’è chi coglie le nocciole, chi coltiva rose e viole, chi cucina le braciole, chi ripara tacchi e suole, chi trascina le carriole. Io so fare le capriole! È una fissa, un vero tarlo, mi ci butto a capofitto. Se qualcuno deve farlo, quel qualcuno è il sottoscritto. A. Ossorio, Rime per tutto il giorno, Einaudi ragazzi

leggo e capisco

leggo e scrivo

Completa. •   In questa poesia il poeta dice che ognuno di noi sa ........................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................

ra prova tu ad aggiungere O alcuni versi alla poesia, esprimendo quello che ti piace fare e le emozioni che provi quando lo fai.

.

...............................................................................................................................

•   Il poeta, in particolare, sa fare ...................................................... .

...............................................................................................................................

•   Il poeta, quando dice: “è una fissa, è un vero

...............................................................................................................................

................................................................................................................................................................

tarlo”, vuol dire che ............................................................................................

...............................................................................................................................

.

...............................................................................................................................

................................................................................................................................................................

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PAROLE CHE EMOZIONANO

• Poesie e filastrocche

CIELO DI NOTTE I poeti, a volte, usano delle immagini particolari per suscitare emozioni in chi legge: similitudini, metafore, personificazioni. Il cielo è come un mare e le nubi paiono ombre; “Il cielo è come un mare” è una similitudine. la luna è come una barca La similitudine è un paragone tra due elementi che naviga fra le stelle. diversi che hanno una caratteristica comune. Poesia giapponese

leggo e analizzo

ella poesia “Cielo di notte” c’è un’altra N similitudine. Scoprila, sottolineala e spiegala.

I BAMBINI SONO FIORI I bambini sono fiori da non mettere nel vaso: crescon meglio stando fuori con la luce in pieno naso. Con il sole sulla fronte e i capelli ventilati: i bambini sono fiori da far crescere nei prati. R. Piumini

leggo e rifletto

Rispondi a voce e confrontati con i tuoi compagni. •   Qual è l’idea che l’autore vuole trasmettere nella poesia “I bambini sono fiori”?

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“I bambini sono fiori” è una metafora. La metafora è una similitudine abbreviata; i due elementi diversi con una caratteristica comune vengono paragonati senza usare il “come”.


PAROLE CHE EMOZIONANO

• Poesie e filastrocche

IL VENTO Ascolto il vento. Mi sussurra: sono forte come un massoche rotola dalla montagna. Mi sussurra: ti spingo indietro come un palloncino alto e libero nel cielo. Mi sussurra: volo alto e potente come un’aquila in cielo. M. Lodi

“Il vento mi sussurra” è una personificazione. La personificazione è un’immagine poetica con la quale si attribuiscono caratteristiche umane a oggetti, animali o elementi della natura.

leggo e analizzo

Leggi la poesia e... scopri i suoi segreti! •  Quale azione tipica dell’uomo compie il vento? ..................................................................................................................................................................................

•   Nella poesia ci sono anche tre similitudini. Sottolineale con tre colori diversi e spiegale a voce.

TESTO POETICO struttura

immagini

esprime similitudini

emozioni

in rima

metafore

sensazioni

liberi

personificazioni

stati d’animo

versi

strofe

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IL VOLO DELLE RONDINI Ora che il sole sta tramontando, il nonno, Mauro e Sonia sono seduti sul terrazzino da dove si vedono le altre case del paese e la chiesa con il campanile. Intorno al campanile le rondini volano instancabili, con lunghi giri e rapide picchiate. Qualche volta sembra che stiano per scontrarsi e invece ognuna va per la sua strada. Sono decine e decine e il loro volo agile mette allegria. – Nonno – dice Mauro, – come mai le rondini sono sempre in volo? – Non soltanto le rondini. Anche gli altri uccelli volano. – Sì, ma le rondini si fermano soltanto nel nido oppure sui fili della luce, qualche volta. Ma perché non si fermano sugli alberi oppure nel prato, come i merli? O nella piazza come i piccioni? – È proprio un’osservazione giusta. E tu, che cosa pensi? – Forse hanno paura. – Paura di chi? Se avessero paura di noi, non verrebbero a fare il nido proprio sotto i nostri tetti. – Allora forse hanno zampe troppo deboli. – Perché mai? Al nido si aggrappano facilmente, lo hai visto. E sui fili della luce ci stanno, a settembre, prima di partire. – E allora, nonno, perché stanno sempre in aria? – domanda ancora Mauro. – Perché è lì che trovano il cibo. – Nell’aria? – chiede Sonia stupita, seduta sulla panchina. – Sì – dice il nonno. – Le rondini si nutrono di moscerini, di zanzare, o di altri piccoli insetti che volano. Anche se noi abbiamo l’impressione che facciano tutti quei voli per divertirsi, come i bambini quando corrono per i prati, in realtà loro sono a caccia di moscerini. Ne catturano a centinaia. Li prendono al volo, con il becco aperto.

104


Il mom ento dei gioch i all’aperto

E hanno proprio bisogno di farlo, se pensi alla bella famiglia che devono allevare. Due rondini si inseguono proprio sopra la casa di fronte, poi una cambia improvvisamente direzione e sale verso il cielo. – Quando le rondini volano così alte – dice allora il nonno, – è segno di bel tempo. Così domani potremo fare un’altra passeggiata nel bosco. G. Petter, Nonno Perché e i segreti della natura, Giunti Kids

leggo e capisco

Come ti sembra Mauro? Colora solo le parole che lo descrivono. curioso

noioso

chiacchierone

osservatore

attento

intraprendente

appassionato

Indica con una X. •  Guardando le rondini, che cosa osserva Mauro? Le rondini hanno paura degli uomini. Le rondini fanno lunghi giri e rapide picchiate. Ci sono molte rondini nel cielo. Le rondini non si fermano sugli alberi, nel prato o nella piazza. •   Tu hai capito perché le rondini sono sempre in volo? Perché è così che trovano il cibo. Perché hanno paura. Perché così si divertono. Perché hanno le zampe deboli. •  Di che cosa si nutrono le rondini? Di semi e grano. Di moscerini, zanzare e piccoli insetti. Di gemme e zanzare. Di vegetali.

Dal pensiero all’azione lla fine del brano il nonno dice che A quando le rondini volano alte è segno di bel tempo. Cerca altre credenze popolari legate ai fenomeni atmosferici. Poi confrontati con i compagni.

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verso

l’invalsi

IN GARA PER IL CAMPETTO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

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Nella nostra scuola ogni settimana si tiene una gara per decidere chi può utilizzare il campetto. Questa settimana hanno vinto le femmine. Io e i miei amici siamo ai bordi del campo, ma io non posso guardare. Ora si metteranno a giocare a pallavolo, a un due tre stella oppure faranno finta di essere qualche personaggio dei cartoni. Che barba i giochi delle femmine! A un certo punto, però, arriva Zoe con qualcosa sottobraccio. In un primo momento tutte la guardano con estrema diffidenza. Poi Zoe lancia in aria uno strano oggetto. Corre a recuperarlo e torna tenendolo alto, come una bandiera. Tutte la chiamano, entusiaste. Vogliono provarlo. – Che cosa ha in mano Zoe? – chiede Giulio, alzandosi in piedi. Mi tiro su anch’io per capirci qualcosa. È una cosa ovale con una coda. Le femmine si mettono in cerchio, poi formano due righe distanti una decina di metri l’una dall’altra, quindi Zoe lancia quell’aggeggio che scocca via come una freccia e sibila nell’aria. – Forte! – mi scappa di dire. Ivan, Giulio, io e gli altri maschi stiamo tutti con il naso all’insù. Vola come un missile spaziale, ruota, taglia l’aria e ZAC!, Aurora corre e lo raccoglie. Ora tocca a lei: Aurora carica il lancio portando indietro il braccio e poi, rapida, lo fa scattare in avanti. Il missile riparte. Sto ancora guardando il missile che gira quando Ivan avanza pestandomi i piedi. Si pianta in mezzo alle femmine. – Non vale! – grida. Le femmine si bloccano, il missile cade a terra. – Che cosa c’è? – chiede Zoe, correndo da Ivan. – Non è da femmine! – Che cosa? – Questo gioco – risponde Ivan. – Perché? – Perché... perché non è quello che fanno sempre le femmine. S. Vecchini, Maschi contro femmine, Mondadori


verso Indica con una X. 1. In questa scuola, ogni settimana si fa una gara per: A. stabilire i turni di utilizzo della palestra. B. decidere chi può giocare nel campetto.

l’invalsi

C. scegliere il caposquadra. D. valutare i miglioramenti delle squadre.

2. S econdo i maschi, quali giochi faranno le bambine? C. Pallavolo e un, due, tre, stella. A. Palla prigioniera. D. Corda. B. Nascondino. uando Zoe arriva al campetto, come la guardano le sue amiche? 3. Q C. Con interesse. A. Con curiosità. D. Con diffidenza. B. Senza attenzione. 4. L’oggetto con cui iniziano a giocare le ragazze è: C. rotondo. A. piatto e arrotondato. D. lungo e stretto. B. ovale con la coda. 5. P erché il ragazzo che racconta l’avvenimento esclama: “Forte!” (riga 17)? A. Perché le ragazze giocano molto bene. B. Perché l’oggetto che usano le ragazze è molto pesante. C. Perché il gioco che fanno le ragazze gli sembra interessante. D. Perché l’oggetto sembra una freccia. he cosa succede quando le ragazze lanciano quell’aggeggio? 6 C A. Cade subito a terra e rotola nell’erba. B. Fa una parabola e sibila nell’aria. C. Finisce contro un palo e ritorna indietro. D. Rimbalza più volte sul terreno. 7. P erché Ivan interrompe il gioco? A. Perché quello non è un gioco che possono fare le femmine. B. Perché in quel momento è il suo turno di gioco. C. Perché ritiene che di solito le femmine facciano giochi diversi. D. Perché le femmine devono giocare a pallavolo.

TUTTO OK?

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DIRITTI NATURALI DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE Vivere all’aria aperta, correre con il vento tra i capelli, fare capriole su un prato, osservare il volo di un’ape, saltare nelle pozzanghere… È bello sentirsi a contatto con la natura, in piena libertà! Nel mondo di oggi, purtroppo, queste semplici esperienze, per molti bambini e molte bambine, non sono realizzabili. Eppure, sono un loro diritto. Leggi i diritti naturali dei bambini e delle bambine, pensa alla tua esperienza e rifletti con i tuoi compagni.

1 Diritto all’ozio, cioè a vivere momenti di tempo non programmati dagli adulti.

2 Il diritto di sporcarsi a giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti…

3 Il diritto al dialogo, ad ascoltare, a poter prendere la parola e a dialogare.

4 Il diritto all’uso delle mani per incollare, giocare con la creta, legare corde...

5 Il diritto al selvaggio, a costruire un rifugiogioco nei boschi.

6 Il diritto al silenzio, ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua.

7 Il diritto a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle.

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Il mom ento dei gioch i all’aperto

PENSIAMOCI SU Stiamo parlando di diritti, ma sai che se c’è un diritto, esiste anche un dovere? Ad esempio: ogni individuo ha dei doveri (obblighi) nei confronti della comunità in cui vive. Ognuno di noi deve osservare le leggi per assicurare il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri, l’ordine pubblico e il benessere della società. F. Quartieri, Giulio e diritti umani, Sinnos editrice

scopro PAROLE NUOVE Comunità: insieme di persone che vivono nello stesso territorio e hanno in comune origini, tradizioni e lingua.

Io ho il diritto di dire che cosa penso, ma ho anche il dovere di ascoltare il pensiero delle altre persone. Io ho il diritto di mangiare, ma ho anche il dovere di non sprecare il cibo.

Insieme ai tuoi compagni, prova a formulare altri esempi dei diritti e dei doveri di una persona. •   Io ho il diritto di ............................................................................................................................................................................................................................................................... , ma ho anche il dovere di .................................................................................................................................................................................................................................. •   Io ho il diritto di ............................................................................................................................................................................................................................................................... , ma ho anche il dovere di .................................................................................................................................................................................................................................. •   Io ho il diritto di ............................................................................................................................................................................................................................................................... , ma ho anche il dovere di ..................................................................................................................................................................................................................................

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rt o p s o l l e d Il momento del gioco e Ascolto

LO SPORT NON FA PER TE! Jordi ha appena cambiato casa. – Perché non scendi a giocare? – gli dice la mamma. – Così fai amicizia. Allora Jordi prende il pallone e corre in piazzetta dove alcuni bambini gli propongono di andare a giocare con loro. Jordi a calcio è bravissimo e fa subito gol! Tutti vogliono stare in squadra con lui, adesso. – Uffa! – dice Michele sconsolato. A lui scappa sempre il pallone dai piedi e quando si fanno le squadre, viene sempre scelto per ultimo. – Lascia perdere! Lo sport non fa per te – gli dice un signore che sta passeggiando con il cane. In quel momento arriva la mamma di Michele a chiamarlo: – Michele, sbrigati! Oggi andiamo in piscina. In piscina, alcuni bambini e bambine stanno giocando a pallanuoto. Michele si butta in acqua e recupera una palla, allora una bambina esclama: – Come nuoti forte! Vuoi giocare con noi? Michele contentissimo comincia a giocare e fa un gran gol. Alla fine della partita, Lisa esce dalla piscina e dice: – Io non gioco più. Ho bevuto un sacco d’acqua! Un signore seduto sul bordo della piscina, le dice: – Piccolina come sei, lo sport non fa per te! Lisa prende la sua bici per tornare a casa. Le piace pedalare con il vento in faccia. Vede passare dei ciclisti, allora Lisa spinge sui pedali e li insegue. Scatta subito in testa al gruppo. – Ehi, tu! Sei brava! Vieni ad allenarti con noi domani! – le dicono. – Sì! – risponde Lisa contenta. È quasi ora di cena, ma al campetto di calcio si gioca ancora. – Posso giocare anch’io? – dice un grosso tipo. – Quando ero ragazzo stavo quasi per giocare in serie A, io! Il signore prende palla, dribbla, corre e… CRASH! La pallonata manda una finestra in frantumi. – Sai che ti dico? – dice Lisa al signore. – LO SPORT NON FA PER TE! P. Baruchello - F. Appel, Lo sport non fa per te, Sinnos

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Legge l’insegnante o gli alunni a turno.


Ascolto e capisco

Indica con una X. •   Chi sono i protagonisti del racconto? Jordi e sua mamma. Un signore che passeggia e il suo cane. •  Che cosa propone la mamma a Jordi? Di andare in piscina. Di uscire per conoscere nuovi amici.

Jordi, Michele e Lisa. Un gruppetto di ciclisti.

Di allenarsi con la bicicletta. Di far sapere come è bravo a giocare a calcio.

•   Un signore dice a Michele “Lo sport non fa per te”, perché: Ha fatto un autogol. Fa fatica a controllare il pallone con i piedi. Jordi è più bravo di lui. Jordi viene scelto sempre per primo. •   Che cosa vuole dire il signore con la frase “quando ero ragazzo stavo quasi per giocare in serie A”? Che tutti devono giocare come lui. Che da ragazzo giocava a calcio. Che lui è molto bravo a giocare a calcio. Che adesso è fuori allenamento. Ascolto e scrivo

Completa. •   A Michele non piace ..................................................................... perché .................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................................

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•   Michele ama ................................................................................................. perché .................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................................

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•   A Lisa non piace ..................................................................................... perché .................................................................................. ..............................................................................................................................................................................................................................................................

.

•  Lisa ama ................................................................................................................ perché ..................................................................................  ..........................................................................................................................................................................................................................................

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FILASTROCCA DEGLI SPORT Calcia la palla, tira a canestro, nuota a farfalla parti col destro. Scivola via, batti racchetta,

pedala via con la bicicletta. Coi rossi, coi verdi fai tutte le gare e vinci e poi perdi e continua a giocare.

B. Tognolini, Rime del fare e non fare, Gallucci

leggo e organizzo

CLIL

I n questa filastrocca si parla di alcuni sport, senza nominarli direttamente.Associa a ogni verso lo sport corrispondente. Leggilo anche in inglese. • Calcia la palla

........................................................................................................

• Tira a canestro

........................................................................................................

• Nuota a farfalla

........................................................................................................

• Parti col destro

........................................................................................................

• Scivola via

........................................................................................................

• Batti racchetta

........................................................................................................

• Pedala via

........................................................................................................

football

basketball

swimming boxing skiing tennis cycling

leggo e rifletto

Secondo te, con i versi “E vinci e poi perdi e continua a giocare”, che cosa ci vuole dire il poeta? Indica con una X.

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Quando si perde non si deve giocare più.

Si gioca solo per vincere.

Nel gioco a volte si vince, a volte si perde.

Si gioca per divertirsi.


Il mo mento d el gioco e dello sport

IL PATTINAGGIO Bisogna riandare con il pensiero ai nostri lontanissimi antenati del periodo glaciale, nell’età della pietra, per ritrovare le origini del pattinaggio. Per poter correre sulle superfici ghiacciate e per rincorrere la selvaggina, gli uomini primitivi dovettero inventare i pattini. Saranno stati di un osso reso tagliente da un Iato e dall’altro appiattito per poterlo adattare sotto la pianta del piede. Pattini rudimentali, ma sempre pattini. Così costruiti, i pattini furono usati in Europa per molti secoli; soltanto in epoca relativamente recente la lama d’osso fu sostituita con una di ferro. Nella forma attuale, il pattino nacque in America nel 1850. Oggi il pattinaggio è uno sport largamente praticato e piacevolissimo. leggo e capisco

Rispondi. •   In quale periodo storico sono stati inventati i pattini? ..........................................................................................................................................................................................

•  Come erano i pattini usati nell’antichità? .......................................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................

•  Il pattino attuale dove è nato e quando? ..........................................................................................................................................................................................

parlo di me Tu hai mai provato a pattinare? Racconta una tua esperienza. Se non hai mai pattinato, ti piacerebbe farlo? Perché?

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LA PALLAVOLO La pallavolo è vita, una vita rinchiusa in una palla. È la mia vita La pallavolo è la mia amica del cuore e anche di più. La pallavolo è il mio rifugio. La pallavolo è la mia gioia. La pallavolo racchiude emozioni: gioie, paure, ansie, lacrime, fatiche e delusioni. La pallavolo è il mio sport. leggo e capisco

Rispondi. •  Che cos’è la pallavolo per l’autore? Uno sport come tanti altri. La sua vita, il suo rifugio, la sua gioia, la sua migliore amica. •   Che emozioni prova il protagonista quando gioca a pallavolo? ............................................................................................................................................................................

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parlo di me Quando fai sport che emozioni provi? Qual è lo sport che ti identifica? Perché? Confrontati con i tuoi compagni.


Il mo mento d el gioco e dello sport

LA PISCINA Odio fare le vasche. Ho anche un po’ paura dell’acqua. Ma la mamma dice che mi fa bene e che il nuoto è uno sport completo. Mi piace nuotare al mare, quando c’è da raggiungere qualcosa (una boa, uno scoglio...), ma le vasche no: si scende nell’acqua della piscina, sempre fredda, così azzurra e con l’odore del cloro. Bisogna mettersi la cuffia e così non si sentono bene le voci degli altri bambini; non ci sono le onde e si nuota fino al bordo opposto senza sabbia, sassi e pesciolini; poi si rifà la stessa strada, una volta a rana, una a stile libero e poi a dorso. Oggi in piscina ho fatto una scoperta: per stare a galla, basta pensare di essere una foglia, poi, muovendo le braccia e le gambe, vai e fai tante vasche!

leggo e capisco

Indica con una X. •  Il testo che hai letto descrive: una bambina. la piscina e il mare. le sensazioni della protagonista in piscina e al mare. •  La bambina odia le vasche perché: ci sono le onde azzurre. l’acqua è fredda e c’è l’odore del cloro. bisogna stare a galla.

parlo di me Tu sei d’accordo con quello che dice la protagonista? Confrontati con i tuoi compagni.

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IMPARARE A PERDERE Oggi abbiamo giocato una partita di calcio contro la quarta A. Sapevamo già che avremmo perso. Lo sapeva benissimo anche il maestro, visto che proprio lui ci ha insegnato a giocare a calcio e sa che una squadra vera non ci vorrebbe neppure per fare i raccattapalle! Nell’altra classe invece ci sono dei veri campioncini: ragazzi che, solo da come corrono, capisci che giocano a calcio da quando avevano tre anni. Noi glielo abbiamo detto al maestro che preferivamo giocare a pallavolo, visto che tre delle nostre compagne sono piuttosto brave, ma lui niente. – OGGI IMPARIAMO A PERDERE! – ci ha annunciato con il tono di chi dice una frase importante. Per incoraggiarci ha aggiunto: – NON È IMPORTANTE VINCERE, BAMBINI, L’IMPORTANTE È FARE SEMPRE DEL PROPRIO MEGLIO! Abbiamo perso diciassette a zero! Loro hanno fatto tutti almeno un gol, anche il portiere. Noi non ne abbiamo fatto neppure uno, a parte un tremendo autogol di Giacomo, il nostro portiere. Ivan gli ha detto che lui ha “il piede a banana” e Giacomo ci è rimasto male, perché ha capito subito che quella doveva essere un’offesa. Quando siamo rientrati in classe, il maestro ha fatto i complimenti a tutti. Ha detto: – BRAVI! NON VI SIETE ARRESI E SIETE STATI MOLTO SPORTIVI. BRAVI DAVVERO! Mentre diceva così, però, aveva una strana espressione: mi ricordava quella che fa mia madre quando va dal pescivendolo a comprare i molluschi e scopre che quelli freschi sono finiti. S. Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Einaudi Scuola

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Il mo mento d el gioco e dello sport

leggo e capisco

Indica con una X solo le informazioni fornite dal testo. •  Dalla lettura del testo, posso sapere: quale sport viene praticato. chi gioca. il nome dei due portieri. che cosa hanno fatto i giocatori dopo la partita. dove si disputa la partita. il risultato della partita. Rispondi. •   Perché i giocatori di una squadra sapevano già che avrebbero perso? ............................................................................................................................................................................................................................

•  Perché avrebbero preferito giocare a pallavolo? ............................................................................................................................................................................................................................

•  Che cosa dice il maestro per incoraggiarli? ............................................................................................................................................................................................................................

parlo di me Le tre frasi evidenziate nel testo sono state pronunciate dal maestro. Tu che cosa ne pensi? Ritieni importante saper vincere o anche saper perdere? Confrontati con i tuoi compagni.

leggo e rifletto

S econdo te, perché alla fine del racconto il narratore paragona l’espressione del maestro a quella di sua madre? ......................................................................................................... ......................................................................................................... ......................................................................................................... ......................................................................................................... .........................................................................................................

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LA PARTITA DI PALLONE Andiamo in un prato con il pallone, quattro felpe per fare le porte. La partita comincia subito accesissima, i ragazzi corrono svelti e le femmine giocano come i maschi. I loro papà sono spilungoni altissimi, ma Rudi, Silvia, le Bosio, Guglielmo, il fratello grande di Ludovico, sono bravi e noi piccoli siamo tosti e veloci. Il nostro punto debole è il portiere: in città, il papà delle Bosio, è un tipo simpatico, ma in porta è una frana e prendiamo subito tre goal. – Vado io in porta – mi offro. Ma lo zio Carlo, che è alto e grosso, dice: – Vai in difesa, alla porta ci penso io. Lo zio Carlo è allegro e ha una risata contagiosa; in porta, poi, ha una tecnica tutta sua: lui non para il pallone, semplicemente lo prende a sberle e calci. Si muove in modo scomposto, ma ha le braccia che sembrano due pale d’acciaio e ribatte qualsiasi pallone gli venga a tiro, con i piedi o con le mani. Salva la porta più volte e Rudi e Guglielmo vanno al tre a tre. Dopo mezz’ora di corse, contrasti e acrobazie, gli adulti con il fiatone decidono di accontentarsi del pareggio e tornano al campeggio, fradici di sudore e polvere.

leggo e capisco

Rispondi. •   Chi sono i protagonisti della partita? Sottolinea nel testo. •  Perché usano le felpe? Per coprirsi dal freddo. Per fare le porte. Per segnare il limite del campo. Per asciugarsi dal sudore. A chi o a che cosa si riferisce ogni informazione? Completa.

A .............................................................................................................................. ........................................................................................

sono bravi.

B ........................................................................................................... è simpatico, ma in porta è una frana.

C ........................................................................................................... è allegro e ha una risata contagiosa.

D ...................................................................... decidono di accontentarsi del pareggio.

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Il mo mento d el gioco e dello sport

FAIR PLAY L’espressione FAIR PLAY non è soltanto un’espressione inglese: fa parte ormai del linguaggio universale. Play significa “gioco” e fair? Fair assume molteplici significati: giusto, equo, imparziale, leale, corretto. Per il mondo dello sport, l’aggettivo più adatto è LEALE. Leale significa fedele alla parola data, alle promesse, ai patti, schietto, sincero, onesto. Il gioco è un momento di divertimento, che richiede il rispetto di regole. Bisogna giocare lealmente. La mancanza di onestà nel gioco lo distrugge.

REGOLE per diventare CAMPIONI DI FAIR PLAY

Alcune

REGOLE RISPETTO DELLE Le stesse regole permettono a tutti di avere la stessa possibilità di vincere. Non essere SCORRETTO. Giocare in modo corretto conviene a te e alla tua squadra!

STESSI RISPETTO PER SE Lo sport è come una partita: coltivalo giorno dopo giorno con IMPEGNO, dando il tuo massimo. Ma fai attenzione a non esagerare, mangia bene e riposati il necessario, solo così raccoglierai ciò che meriti. ORTIVA

FRATELLANZA SP

Se il tuo avversario o un tuo compagno cade, TENDIGLI LA MANO: essere campioni di fair play significa anche aiutare chi è in difficoltà.

RISPETTO DEGLI ALTRI

RISPETTA IL VALORE DI TUTTI, compagni e avversari, anche se hanno idee diverse dalle tue. Alla fine del gioco, stringi la mano a chi si è battuto con te, vincente o perdente che sia.

VALORIZZAZIONE DELL E DIVERSITÀ E DELLE UNICITÀ

Tifa per chi vuoi, ma soprattutto per l’UGUAGLIANZA. Vivi lo sport come fosse una città aperta, dove tutti possono sentirsi cittadini, perché OGNUNO VALE. LEALTÀ SPORTIVA

Non barare per cercare di vincere a tutti i costi. La lealtà e la correttezza ti renderanno PIÙ FORTE e avrai il rispetto di compagni e avversari.

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CAMPIONI DI FAIR PLAY Ecco alcuni giochi da fare con i tuoi compagni per diventare campioni di fair play. Abbina a ogni attività la regola adatta, scegliendo tra quelle che hai letto a pagina 119.

ATTIVITÀ 1 Disegnate una montagna e poi suddividetela con delle linee parallele in più strati, dalla base, fino alla cima. Assegnate una bandierina colorata con il proprio nome a ogni alunno e appuntatele tutte sulla base della montagna. Una volta alla settimana, la classe deciderà chi ha avuto il comportamento più corretto e rispettoso dei valori del fair play. Il vincitore o la vincitrice salirà di un livello (le linee parallele) verso la cima. Il primo o la prima che raggiungerà la vetta, diventerà campione di fair play. REGOLA: .......................................................................................................................................................................................

ATTIVITÀ 2 Su un grande foglio, disegnate due colonne che riportino rispettivamente un SÌ e un NO. Poi, nella colonna dei SÌ, scrivete tutti gli atteggiamenti che favoriscono il fair play, nella colonna del NO quelli che, invece, lo contrastano. SÌ: complimenti, aiuto… NO: litigi, contese… REGOLA : ..............................................................................................................................................................

ATTIVITÀ 3 Scegliete un gioco di squadra e, a ogni partita, divertitevi a scambiarvi i ruoli, ad esempio il portiere diventerà arbitro, l’arbitro diventerà attaccante e così via. Buon divertimento! REGOLA: ................................................................................................................................................................................. Tratto dal progetto Sport di classe

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PAROLE CHE REGOLANO

• Testo regolativo

PALLA BASE NUMERO DEI GIOCATORI: da 10 in su, possibilmente in numero pari. LUOGO: la palestra o uno spazio all’aperto, non troppo ampio. MATERIALE: pallone e 6 cerchi.

COME SI GIOCA I bambini si dividono in due squadre, i gialli e i rossi, che si dispongono sul campo come indicato nell’immagine: i gialli in fila da una parte e i rossi liberamente nel campo, dove sono stati posizionati cinque cerchi. • All’inizio del gioco il capofila dei gialli si posiziona nel cerchio che fa da “casa” e lancia con le mani il pallone verso il campo. • Appena lanciato il pallone, il giallo corre nel campo per conquistare i cerchi, mentre i rossi corrono a recuperare il pallone. Il giallo entra nei cerchi e conquista tutte le postazioni possibili fino a quando uno dei rossi ha afferrato e riportato la palla nella “casa”. • A quel punto il giallo si ferma: se è in un cerchio, rimane in campo; se è fuori da un cerchio viene eliminato. Tocca al secondo giocatore giallo, che entra nella “casa”, prende il pallone, lo lancia a sua volta e corre alla conquista dei cerchi; contemporaneamente corre anche il primo giallo se deve completare il percorso. • Ogni volta che un giallo completa il percorso, la sua squadra fa un punto. • E così via fino a che tutti i gialli hanno eseguito il gioco. A questo punto si invertono i ruoli e le posizioni.

121 121


PAROLE CHE REGOLANO

• Testo regolativo

LA CORSA DEI MATTONI I giocatori si dispongono lungo la linea di partenza, uno di fianco all’altro. A distanza di alcuni metri (massimo 5), si traccia la linea del traguardo. Ogni giocatore ha a disposizione tre mattoncini di plastica o di legno: uno sotto il piede destro, uno sotto il sinistro e il terzo in mano. Al via, i giocatori cominciano ad avanzare mettendo a terra davanti a sé il mattone che hanno in mano e ponendovi sopra un piede. Poi si prende il mattone rimasto libero e lo si mette davanti a sé per appoggiarvi sopra l’altro piede. E così via. Chi mette un piede a terra o cade viene squalificato. Vince il primo giocatore che raggiunge il traguardo.

TESTO REGOLATIVO scopo

contiene

com’è fatto

leggo e organizzo

fornire istruzioni per fare qualcosa o regole di comportamento

• elenchi di materiale • sequenze di azioni • immagini

diviso in due parti: • materiale, occorrente • procedimento

Completa lo schema. Ambiente di gioco

.....................................................................................................................................................................................................................

Numero dei giocatori

.....................................................................................................................................................................................................................

Materiale

.....................................................................................................................................................................................................................

Regole

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1

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2

......................................................................................................................................................................................................

3

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4

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5

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Il mo mento d el gioco e dello sport

IL SALTO CON L’ELASTICO NUMERO DEI GIOCATORI: almeno tre, perché due tengono fermo l’elastico e uno salta. Si può essere anche di più: basta darsi il cambio. LUOGO: ambiente spazioso e senza ingombri. MATERIALI: 2,5 m di elastico per indumenti. AVVERTENZE: l’elastico non è una fionda, quindi bisogna stare attenti quando lo si lascia andare. Ci sono tre livelli dove mettere l’elastico: 1 caviglie, 2 polpacci, 3 ginocchia. La maggior parte dei giocatori inizia con il livello base: i pali si mettono uno di fronte all’altro con l’elastico intorno alle caviglie, i piedi paralleli in linea con le spalle. COME SI GIOCA

1 2 3 4 5 6 7

Il saltatore si posiziona a piedi uniti fuori dall’elastico. Con un salto, entra a piedi uniti in mezzo all’elastico. Con un salto, schiaccia con il piede sinistro l’elastico a sinistra. Con un salto, rientra con i due piedi in mezzo all’elastico. Con un salto, schiaccia con il piede destro l’elastico a destra. Con un salto, rientra con i due piedi in mezzo all’elastico. Con un salto, esce a piedi uniti a destra o a sinistra. REGOLE D EL GIOCO

1 Il saltatore gioca finché non commette un

4 Prima di cominciare

errore: mettere un piede sull’elastico quando non deve, atterrare nel punto sbagliato, restare impigliato con le gambe quando sta cercando di saltare fuori. 2 Finito il primo livello, i pali alzano l’elastico al livello successivo e il saltatore può continuare a saltare. 3 Se il saltatore fa un errore, il suo turno finisce e prende il posto di un palo.

il secondo turno, tutti devono aver saltato. 5 Quando è di nuovo il suo turno, ogni saltatore riprende dal livello dove aveva sbagliato precedentemente. 6 Non ci sono vincitori, ma si può diventare “saltellatori” di gran classe.

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UN TEST PER TE! CHE SPORTIVO SEI? Rispondi al test per capire che tipo di sportivo sei. hi sport? ic t ra p a z n e u freq 1 Con quale ettimana. s a ll a a lt o v A Una a settimana. ll a e lt o v e u B D settimana. a ll a e lt o v C Tre a settimana. ll a e lt o v re t D Più di

2 Devi salire in un ap partamento al terzo piano. Che cosa fai? A Prendi l’asc ensore. B Sali le scal e, ma ti fermi spess o. C Dipende dal la situazione. D Sali le sc ale.

quaderno n u re ra p m o c 3 Devi na 500 m. a t n lo è a ri le e la carto Che cosa fai? a quaderno. z n e s la o u c s a A Vai in auto. re a n g a p m o c c B Ti fai a icletta. C Prendi la bic

D Vai a piedi. 5 Che cosa preferisc i fare con i tuoi amici? A Mangiare al fast food. B Andare al cinema. C Recarti al p arco giochi in bicicletta. D Fare un gi ro a piedi per la citt à.

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4 È il tuo comple regali, quale anno. Tra questi preferisci? A Una torta specia le. B Un v ideogioco C Un p allone. D L’is crizione a u n corso di nuoto.


Il mo mento d el gioco e dello sport

7 P rima della lezione di educazione motoria, come ti senti?

6 Che cosa fai di solito nel tempo lib ero? A Schiacci un pisolino. B Segui uno sport alla televisio ne. C Fai una pas seggiata all’aperto. D Aiuti i tu oi nei lavori di casa .

A Angosciato. B Triste. C Indifferente. D Felice. e lo sport? t r e p ’è s o c 8 Che A Una noia. pensieri. i o u t i e d o B L’ultim . C Un obbligo piacere. i d o t n e m o D Un m

Calcola il tuo punteggio, attribuendo a ogni tua risposta i seguenti valori: A = 1; B = 2; C = 3; D = 4.

Punteggio totalizzato: ..............................

Da 1 a 8 punti  TI MANCA LA MOTIVAZIONE Sport: una parola che pronunci molto raramente. Fai sport quando te la senti e se te la senti... Per te, lo sport resta noioso.

Da 9 a 16 punti  NON TI PIACE LO SPORT Fare sport? No, grazie: ne fai volentieri a meno! Se proprio devi muoverti, vuoi almeno non fare troppa fatica.

Da 17 a 24 punti  AMI LO SPORT La tua vita è una continua attività sportiva! A volte ti sfiora l’idea di fermarti e riposarti, ma... c’è sempre qualcosa che ti rimette in moto.

Da 25 a 32 punti  SEI UN SPORTIVO SUPER Lo sport ti affascina... qualsiasi sport! Praticare uno sport ti fa stare bene e ti offre la possibilità di provare nuove sensazioni. E. Asnaghi - R. Gaviani, Leggermente, Lattes

125


verso

l’invalsi

LA GARA CAMPESTRE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

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Iniziò a correre, a correre, e corse come non aveva mai fatto prima. Attraversò il parco, uscì, scese, ed entrò nel bosco per prima, seguendo il tracciato segnalato dalle bandierine, come se non ci fosse nessuno, a parte lei. Niente poteva fermarla, nemmeno i lupi o i minotauri, nemmeno il signor Aristide Bettoni, pensionato e appassionato di escursioni, che proprio quel giorno aveva deciso di andare per funghi. – Ciao Bian… – DEVO ARRIVARE PRIMA! Nemmeno un’improvvisa invasione di scoiattoli, che attraversarono il sentiero richiamati dal profumo del buffet di fine corsa. Nemmeno la comparsa del signor Franco, il proprietario del negozio di animali, che aveva pensato bene di nascondersi nel bosco per fare il tifo e che a un certo punto le gridò: – Brava! Bianca era in testa. E nulla poteva fermarla. Il vento le schiaffeggiava la faccia e… E poi arrivò Lorenzo. Lo sentì ansimare, e all’improvviso comparve accanto a lei. Correva dritto, veloce, guardando avanti. Bianca accelerò, spinse sulle gambe, ma lui era sempre lì, al suo fianco, non stava sorridendo, questa volta. Correva sforzandosi di superarla, esattamente come stava facendo lei. Erano pari, spalla contro spalla. Bianca strinse i denti e a poco a poco, lentamente, incredibilmente, Lorenzo cominciò a svanire. A rimanere indietro. Di un passo, di due, di tre. Quando arrivarono alla radura, Bianca stava correndo più veloce di lui! Non era possibile, pensò Bianca. E poi pensò a quanto a lungo si era allenata e preparata per quella corsa. L. Vaccarino, Bianca Battaglia e il primo della classe, Lapis Edizioni


verso

l’invalsi

Indica con una X. 1. A che cosa servono le bandierine? A. Per fare il tifo. B. Per segnare il tracciato. C. Per festeggiare la vittoria. D. Per fermare la corsa. A chi o a che cosa si riferisce ogni informazione? Completa. a. Pensionato e appassionato di escursioni: . . .................................................................................................................. b. Attraversarono il sentiero: .. .............................................................................................................................................................. c. Il proprietario del negozio di animali: ............................................................................................................................... d. Accelerò, spinse sulle gambe: ...................................................................................................................................................... Quali informazioni si riferiscono alla corsa? Metti una X per ogni riga. Lo sentì ansimare, e all’improvviso comparve accanto a lei. Correva dritto, veloce, guardando avanti.

NO

Un’improvvisa invasione di scoiattoli, che attraversarono il sentiero.

NO

Strinse i denti e a poco a poco, lentamente, incredibilmente, Lorenzo cominciò a svanire. A rimanere indietro. Di un passo, di due, di tre.

NO

I l signor Aristide Bettoni, pensionato e appassionato di escursioni, che proprio quel giorno aveva deciso di andar per funghi.

NO

Quali messaggi vuole trasmettere il racconto? Metti una X per ogni riga. Con la forza di volontà si vince ogni battaglia.

NO

Vince sempre il più forte.

NO

Chi non si arrende, vince.

NO

Talvolta gli sportivi sono egoisti.

NO

TUTTO OK?

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i t n o m i e d Il momento del mare e Ascolto

L’ACCALAPPIAMICI Quest’anno, io e il mio fratellino Samuele siamo stati in vacanza in un posto nuovo. All’inizio eravamo spaventati, lì non conoscevamo nessuno… ma poi, grazie al nostro bastone magico, è stata una vacanza meravigliosa. Il bastone “accalappiamici” l’abbiamo inventato prima di partire. Beh, in realtà si tratta di un semplice gioco da fare sulla spiaggia, ma a noi piace pensare che abbia anche dei superpoteri. Avevamo anche decorato il bastone con del nastro adesivo: era davvero bello! Insomma, il primo giorno al mare l’abbiamo conficcato nella sabbia, con in cima il tappo di una bottiglia. Poi abbiamo disegnato due cerchi, uno a 50 cm dal bastone, l’altro a un metro. Io e Samuele abbiamo scelto tre sassolini ciascuno e abbiamo iniziato a lanciarli: il segreto è beccare il bastone e far cadere il tappo: se cade nel cerchio più vicino fai un punto, se cade in quello più lontano ne fai due! Non ci crederai, ma in pochi minuti eravamo circondati da bambini che volevano giocare con noi! Così oltre a esserci divertiti con un sacco di nuovi amici, grazie al bastone magico siamo diventati i più richiesti di tutta la spiaggia. 200 storie per bambini, Giunti Kids

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Legge l’insegnante o gli alunni a turno.

parlo di me Spiega ai tuoi compagni un gioco che ti piace fare sulla spiaggia o in montagna.


Ascolto e capisco

Indica con una X. •  Chi sono i protagonisti del racconto? Un gruppo di amici. Due compagni di classe.

Due fratelli. Samuele e un suo amico.

•  Che cosa devono affrontare? Una gita in montagna. Una vacanza in un posto nuovo.

Un viaggio piuttosto lungo. Un grande cambiamento.

•  Qual è il loro stato d’animo all’inizio del racconto? Sono eccitati all’idea. Sono imbarazzati all’idea. Sono spaventati per la novità. Sono incuriositi per quello che devono fare. •  Che cos’è il “bastone accalappiamici”? Un bastone trovato sulla spiaggia. Il bastone dell’ombrellone. Un bastone decorato con nastro adesivo. Il bastone da passeggio del nonno. •  Come si conclude il racconto? La vacanza passa velocemente. I due fratelli si divertono giocando da soli. Altri bambini li guardano, ma non giocano con loro. In pochi minuti molti bambini vogliono giocare con loro. leggo e organizzo

etti in ordine le fasi del gioco inventato dai due fratellini. M Numera da 1 a 5. S i disegnano due cerchi intorno al bastone. In cima al bastone si mette un tappo di bottiglia. Il bastone viene conficcato nella sabbia.

S i fa un punto se il tappo cade nel cerchio vicino, due se cade in quello più lontano. A turno, si lanciano i sassolini per colpire il bastone e far cadere il tappo. 129


FINALMENTE SI PARTE! – Erminia, quanta roba ci hai dato? – chiese Alberto Grissini, papà di Fiorello, alla moglie. – Solo l’indispensabile. – Tre zaini, due borse e quattro scatoloni per stare via una settimana, ti pare l’indispensabile? – Andate in montagna, mica dietro l’angolo. Qualcosa di pronto da mangiare dovevo pur darvelo. E poi, se Fiorello prende freddo? Se si becca un raffreddore o la bronchite? – Ma dai, Erminia, meno male che viaggiamo comodi, altrimenti… Oh, ecco che arriva Carlos. Pepita e il suo “papito” Carlos stavano parcheggiando il grande fuoristrada, noleggiato per l’occasione, adatto alle stradine di montagna che avrebbero percorso per raggiungere la baita. – Finalmente si parte! – gridò Fiorello scendendo le scale del palazzo. – Pepita, Pepita, siamo pronti, eccoci! Papà, dove sei? Sono arrivati. – Eccomi – rispose Alberto, trascinando le ultime borse. Carlos aprì la bauliera del fuoristrada e i due amici sistemarono a fatica scatole, borse e zaini, mentre Erminia e Mariasol si sbracciavano dai balconi dei rispettivi condomini, per le ultime raccomandazioni. Così, alle sei di mattina, la comitiva partì per quella che doveva essere una riposante vacanza in montagna in cerca di funghi e aria buona. leggo e capisco

Rispondi. •   Chi sta per partire? ........................................................................................................................................................................................................................................................................... •  Qual è la meta del viaggio delle due famiglie? .............................................................................................................................................................................. •  Chi ha fatto i preparativi per la partenza? ............................................................................................................................................................................................. •  Quanti giorni durerà la vacanza? ............................................................................................................................................................................................................................. •   Quel è lo scopo della vacanza? ................................................................................................................................................................................................................................. •  Come definiresti il modo di Erminia di preparare il necessario per la vacanza? Eccessivo.

130

Adeguato.

Premuroso.


Il mom ento del mar e e dei monti

LA VOCE DEL MARE La voce del mare nella conchiglia ascolta il bambino e si meraviglia. – Pronto? Ti aspetto – il mare dice. – Ho navi e isole per farti felice. Vorrebbe rispondere il bimbo al mare: – Prepara i pesci, verrò a pescare...! Ma non è certo di parlar bene la lingua dei pesci e delle sirene.

leggo e analizzo

Rispondi. •  Questa poesia è:

in rima.

•  Da quanti versi è composta?

versi liberi. .......................

•  Da quante strofe? .......................

G. Rodari

FILASTROCCA DEL MARE Mare di onde, mare di mare se tu mi cerchi, sto qui ad abitare. Mare di cielo, mare di sabbia se tu mi abbracci, mi passa la rabbia. Mare di sole, mare di fuoco, se tu mi scaldi, sto qui ancora un poco. Mare di aria, mare di vento se tu mi parli, sono contento. S. Giarratana

leggo e rifletto

Rispondi. •   Secondo te, perché la poetessa dice “mare di fuoco”? •   Quali emozioni sono presenti nella poesia e in che modo sono messi in relazione con il mare?

leggo e capisco

Completa. •  In questa poesia c’è un dialogo fra il .................................................................. e il ........................................................................................... •  I due si parlano attraverso una ............................................................................................................................................................................................... •  Il bambino è un po’ incerto perché ...............................................................................................................................................................................

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SULLA SPIAGGIA La ragazzina scivolò silenziosa fuori da una delle tende del campeggio, accostò i lembi della porta di tela e si girò verso il promontorio. Il Leone di pietra la guardava dall’alto avvolto nel suo mistero. Corse veloce sulla sabbia fredda e asciutta. Aveva le gambe nude, ma indossava una lunga felpa gialla che aveva afferrato al volo prima di uscire. Mentre correva, guardava il mare. Era quieto, si muoveva appena e batteva piano contro la spiaggia. Cercò con gli occhi il suo posto segreto. Dove finiva l’ultima duna di sabbia, un incavo nella roccia formava una specie di sedile. Si sedette lì e guardò il mare. Era appena l’alba. La notte se ne stava andando, ma all’orizzonte c’erano ancora dei drappi neri frastagliati, stesi sopra il mare scopro PAROLE NUOVE come mantelli di streghe. L’acqua mandava riflessi rosa e gialli, che cambiavano continuamente seguendo il Drappo: tessuto prezioso movimento di piccolissime onde. usato per addobbi. In questo caso, i drappi sono Marta si rannicchiò contro la roccia, si abbracciò le delle striature nere della ginocchia e rimase immobile. notte. Le piaceva guardare il mare. Con lo sguardo poteva andare lontano, avventurarsi fino là in fondo, dove Cormorano: grande uccello c’erano quei drappi neri. Poi poteva alzarsi e seguire con un corpo lungo e il volo degli uccelli. In quel momento c’erano due affusolato di colore neroverdastro. cormorani sopra il mare, che volavano appaiati muovendo ritmicamente le ali. “Gli occhi” pensò Marta, “sono come gli uccelli, possono andare dove noi non possiamo, possono muoversi, correre, alzarsi, abbassarsi, tornare indietro”. I cormorani si mandavano dei richiami appena percepibili. QUÈÈÈC…

QUÈÈÈC…

Il mare parlava piano, come fra sé. Alle sue spalle, scendeva, dall’alto, il fruscio degli arbusti che coprivano le rocce.

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Il mom ento del mar e e dei monti

Le piaceva moltissimo essere lì, a quell’ora. E stava immobile, attenta a non disturbare quella quiete assoluta. Si sentiva anche lei un po’ roccia, un po’ arbusto, un po’ duna, un po’ mare… R. e S. Grazzani, La spiaggia del delfino, Edizioni Piemme

leggo e capisco

el testo ci sono due elementi poetici: similitudini e personificazioni. N Collega in modo oppurtuno. “All’orizzonte c’erano drappi neri frastagliati, stesi sopra il mare come mantelli di streghe.” “Gli occhi sono come gli uccelli, possono andare dove noi non possiamo...” “Il mare parlava piano…” “Il Leone di pietra la guardava dall’alto…”

SIMILITUDINE: paragone tra due elementi diversi che hanno una caratteristica comune.

PERSONIFICAZIONE: immagine poetica con la quale si attribuiscono caratteristiche umane a oggetti, animali o elementi della natura.

Rispondi. •   In quale momento della giornata si svolge l’evento raccontato? ........................................................................... •  Sottolinea in rosso nel testo tutti gli elementi che te lo fanno capire. •   Che cosa fa la protagonista? Perché?....................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

•   La protagonista si identifica completamente con l’ambiente che la circonda. Quali espressioni te lo fanno capire? Sottolineale in verde.

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LA SALAMANDRA Gigio e Martina camminano quasi affiancati lungo il sentiero tra gli alberi. Dietro di loro, a pochi metri, i loro genitori, e davanti a tutti, fiutando a destra e sinistra, sempre vigile, Tyron, il loro border collie bianco e nero. Sono diretti al rifugio Maurone, dove pensano di arrivare per l’ora di pranzo. Tyron procede spedito. Va avanti, ma senza allontanarsi troppo dal sentiero che sale in un bosco abbastanza fitto. Nei prati, che si intravedono oltre gli alberi, l’erba è alta, punteggiata da fiori gialli e rossi. Si sente dell’acqua che scroscia e, poco dopo, il gruppo attraversa un torrentello. Qualche metro più in là, tra un gruppo di sassi ricoperti di muschio, Tyron diventa frenetico e comincia ad abbaiare puntando qualcosa tra l’erba bagnata. I ragazzi sono i primi ad accorrere e... una salamandra! È questo strano e simpatico anfibio che ha innervosito Tyron! Arrivano anche gli adulti e il papà trattiene Tyron per il collare, facendolo calmare. La salamandra, bellissima nei suoi colori nero e giallo, è ferma sotto un sasso. È lunga circa quindici centimetri e ha la pelle liscia e lucida. – Che splendidi colori! – fa la mamma.

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leggo e capisco

Rispondi. •   In quale ambiente si svolge il racconto? ����������������������������������������������������������������������������������������������������������

•   In quale momento della giornata? ����������������������������������������������������������������������������������������������������������

•   Dove sono diretti i protagonisti? ���������������������������������������������������������������������������������������������������������� ����������������������������������������������������������������������������������������������������������

•   Che cosa trovano per strada? ����������������������������������������������������������������������������������������������������������

•   In base al testo, che cosa vuol dire l’espressione “l’animale non è commestibile”? ���������������������������������������������������������������������������������������������������������� ����������������������������������������������������������������������������������������������������������

•   Nel testo sono presenti due descrizioni. A che cosa sono riferite? ���������������������������������������������������������������������������������������������������������� ����������������������������������������������������������������������������������������������������������


Il mom ento del mar e e dei monti

– Sono colori di avvertimento per i predatori – spiega il papà. – Dicono che l’animale non è commestibile. – Che cosa mangia? – chiede Gigio. – Si ciba di piccoli invertebrati, molluschi, lombrichi, insetti, che caccia di notte. Di giorno esce solo se piove o quando è molto umido. – È pericolosa per noi? – chiede Martina un po’ preoccupata. – No, assolutamente – la rassicura il papà. – Bisogna stare attenti, se la si prende in mano, a non toccarsi poi gli occhi: il muco che la ricopre potrebbe causare delle irritazioni. Andiamo, adesso, lasciamola in pace. Trascinando con sé Tyron, sempre piuttosto aggressivo, il papà si avvia e gli altri dietro, di buon passo. Qualche tornante dopo, il rifugio appare in alto, a fianco a una fila di abeti. leggo e organizzo

Completa la mappa con le informazioni sulla salamandra fornite dal testo e altre che puoi trovare facendo una piccola ricerca. Abitudini

Alimentazione

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Aspetto fisico ...............................................................

La salamandra

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Lo sai che… ? Secondo una credenza popolare, la salamandra sarebbe capace di sopravvivere nel fuoco. È del tutto falso! La salamandra vive solo in ambienti umidi.

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PAROLE CHE DESCRIVONO • Ambienti

LA VAL D’OMBROSA Quando si descrive un ambiente, si seguono degli schemi spaziali. In questa descrizione, relativa a un ambiente di montagna, l’autore procede dal basso verso l’alto. Ai tempi miei, dalla Val d’Ombrosa fino sulle creste dei monti, dovunque si andasse, avevamo sempre rami e fronde fra noi e il cielo. La zona di vegetazione più bassa era quella dei limoneti, tra i quali si levavano contorti gli alberi di fico. Più a monte vi erano i frutteti con le cupole del loro pesante fogliame: erano ciliegi dalle brune fronde o più teneri cotogni scopro PAROLE NUOVE o peschi, mandorli, giovani peri. Finiti i frutteti, cominciava la Cotogni: alberi nuvola grigio-argentea dell’uliveto e lì, tra gli ulivi e il cielo, che producono stava accatastato il paese. una qualità di mele Tra i tetti, un continuo spuntare di chiome di piante: dalla polpa aspra. lecci, platani, roveri che un tempo dovevano aver regnato su tutta la collina. Questo era l’universo entro il quale noi vivevamo, abitanti dell’Ombrosa, quasi senza accorgercene. I. Calvino, Il barone rampante, Einaudi

leggo e organizzo

Completa lo schema, inserendo gli elementi del paesaggio. In basso

Più a monte

Limoneti e .......................................................................................................... ....................................................................................................................................................

.................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................

In alto

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PAROLE CHE DESCRIVONO • Ambienti

UNA PICCOLA FATTORIA In questa descrizione l’autore procede da vicino a lontano, cioè descrive gli elementi che vede in primo piano, poi procede con gli elementi che vede in secondo piano, infine inserisce gli elementi che vede sullo sfondo. La costruzione era una piccola fattoria, in parte ristrutturata dopo un periodo di abbandono, con due spazi coltivati a orto ai lati e un frutteto, non troppo in ordine, tra la casa e il ruscello che scorreva lì vicino. Dietro la casa c’era un prato di una ventina di metri occupato in parte da una legnaia e da un capannuccio dalle porte chiuse. Poi cominciava la boscaglia della collina: una striscia di noccioli e poi, verdissimi e grandi, i gonfi ammassi dei castagni. R. Piumini, Il segno di Lapo, Einaudi

leggo e capisco

Rispondi. •  Quali sono gli elementi in primo piano?................................................................................................................................................................ •  Quali sono gli elementi in secondo piano?....................................................................................................................................................... •  Quali sono quelli sullo sfondo?..............................................................................................................................................................................................

TESTO DESCRITTIVO: GLI AMBIENTI

da vicino a lontano (primo piano, secondo piano, sfondo) o viceversa

utilizza schemi spaziali informazioni ricavate dai cinque sensi

dal generale al particolare o viceversa da destra a sinistra o viceversa

TUTTO OK?

137


ESCURSIONE AL MONTE GENEROSO Quella mattina mi alzai presto e, dopo una colazione abbondante, preparai lo zaino e misi gli scarponi. Arrivò il nonno e, insieme allo zio Daniele, ci avviammo con passo deciso. Erano passate da poco le otto. La meta della nostra escursione era il monte Generoso, una montagna alta 1701 metri, al confine tra Italia e Svizzera. Il tempo era ancora fresco e camminavamo di buon passo, il nonno davanti, io in mezzo e lo zio a chiudere la fila. Ci lasciammo alle spalle alcune baite e procedemmo su una strada sterrata fino a un bivio, dove prendemmo il “sentiero basso”. Valicato il torrente Breggia, cominciammo a salire. Sui prati pieni di fiori di tutti i colori svolazzavano ronzando numerosi insetti. Alcune mucche al pascolo ci guardavano passare, indifferenti. Aggirammo una valletta e raggiungemmo le baite dell’Alpe Pesciò, dove imboccammo un sentiero tortuoso. Dopo quasi un’ora, giungemmo alla stazione della ferrovia e, subito dopo, alla vetta. Appena in cima, mi buttai per terra. Ero stanchissimo. Il nonno mi chiamò: – Vieni, Richi! Dai uno sguardo. Lo raggiunsi e... rimasi senza fiato: ero in alto, molto in alto e sotto i miei occhi si stendeva un paesaggio incredibile di verde e di azzurro. Ma la cosa più sorprendente erano i monti, che il nonno mi indicava con la mano: il Monviso, il Bernina, il Cervino... – La prossima volta – mi disse lo zio, – partiremo di notte e vedremo sorgere l’alba. Sarà uno spettacolo! leggo e capisco

Completa Il protagonista del racconto è La loro meta è il monte

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. Va in montagna con

, che si trova al

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.

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ed è alto ......................................................................................... La cosa più sorprendente che il nonno mostra al nipote sono .................................................................

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. Lo zio promette che .....................................................................................................................................................................................................


Il mom ento del mar e e dei monti

UN SIMPATICO INCONTRO Superate le case colorate che si affacciavano sul porto, i ragazzi presero un sentiero immerso nella natura che li condusse dritti a un’oasi di acque cristalline tra scogliere di granito rosso e di roccia vulcanica. Quindi si tuffarono felici. – Che acqua fantastica! Sembra una piscina! – urlavano tra schizzi e spruzzi. – Guardate laggiù, ragazzi, su quello scoglio – indicò tutto a un tratto papà Noè. Sdraiata su una piccola rupe di mare, prendeva il sole beata quella che sembrava proprio essere… – Ma è una foca monaca! – urlò felice Gaia. La foca, per niente spaventata, si accostò con i lunghi baffi scopro PAROLE NUOVE bagnati a Gaia, quasi per annusarla. Vibrisse: peli che hanno La ragazzina decise di rimanere immobile. Anche se le vibrisse terminazioni nervose. del simpatico animale pinnato le facevano un gran solletico, sapeva che non bisognava toccare gli animali selvatici. Appena Pulce vide la foca, invece, non esitò ad abbaiare furiosamente scambiandola forse per un grosso gatto. – No, Pulce, così la fai scappare! – urlò Gaia tra gli scodinzolii del cagnolino e gli spruzzi che la foca aveva lanciato tuffandosi immediatamente in acqua. – Per fortuna ho scattato una foto, così la terremo per ricordo – la consolò Teo. I. Paglia, Tra i mari, le coste e le isole, Editore Raffaello

leggo e capisco

Rispondi sul quaderno. • Quale ambiente viene descritto? • Chi sono i personaggi del brano? • Che cosa vedono su uno scoglio? • Come reagisce la ragazzina quando l’animale le si avvicina? • Come reagisce, invece, Pulce?

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verso

l’invalsi

SENTIERI DI CONCHIGLIE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28

Un giorno, in pieno agosto, su una spiaggia, una bambina di nome Pamela partì in cerca di conchiglie. E che cosa accadde? Bene, per cercare conchiglie bisogna guardare due cose: le conchiglie e il bar chiamato “Silvana Banana”, perché altrimenti capita che, di conchiglia in conchiglia e nella meraviglia di trovarne una più bella, alla fine si va troppo avanti, “Silvana Banana” sparisce, tutto il mondo diventa un po’ diverso, e ti sei perso. Pamela era una piccola di cinque anni e le piaceva dare i nomi a ogni cosa: per esempio, quel bar lo chiamava “Silvana Banana” per via del colore, che era di un giallo e nero scintillante. Da quel bar il suo ombrellone si trovava facilmente: tre file verso il mare e un po’ a sinistra. Ma allora, che cosa non funzionò quella mattina? Pamela camminava, raccoglieva, guardava: e il bar Silvana era sempre fermo lì. Tre conchiglie e uno sguardo: era sempre lì. Sei conchiglie e uno sguardo: era un po’ più in là. Altre conchiglie ed era sempre un po’ più indietro; altri sguardi e il bar Silvana non si vedeva quasi più. Avanti, senza meta, senza tempo, non si può dire quanto Pamela camminò. O meglio, non si può dire quanti metri, quante ore. Solo quante conchiglie: una collana. Infatti, quando ne ebbe raccolte abbastanza per una collana, Pamela sollevò gli occhi e capì... di essersi smarrita! “Ma qui che spiaggia è?” si domandò. “E dove sono il bar Silvana, il mio ombrellone, la mia mamma?”. Poi Pamela ebbe un’idea per ritornare: bastava raccogliere lo stesso numero di conchiglie trovate all’andata... Così fece e... cammina cammina, ecco trionfante di giallo e di nero, sotto il cielo infuocato di agosto, il bar “Silvana Banana”. B. Tognolini, Sentieri di conchiglie, Fatatrac

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verso

l’invalsi

Indica con una X. 1. Che cosa voleva fare Pamela sulla spiaggia? A. Giocare con le onde. B. Raccogliere conchiglie. C. Raccogliere sassolini bianchi. D. Fare una collana con le conchiglie. he cosa doveva guardare per non perdersi? 2. C A. Il suo ombrellone. B. Il bar “Silvana Banana”. C. Le sue orme. D. Il bar “Silvana Banana” e le conchiglie. 3. P erché Pamela chiamava il bar “Silvana Banana”? A. Perché era il vero nome del bar. B. Perché il bancone del bar aveva la forma di una banana. C. Perché quando si entrava si sentiva profumo di banana. D. Perché il bar era colorato di giallo e di nero. 4. Quando Pamela capì di essersi smarrita? A. Quando arrivò vicino al porto. B. Quando arrivò a un tratto di spiaggia senza ombrelloni. C. Quando aveva raccolto abbastanza conchiglie per fare una collana. D. Quando non vide più il suo ombrellone. he cosa fece Pamela quando capì di essersi smarrita? 5. C A. Si mise a piangere disperata. B. Decise di chiedere aiuto a un bagnino. C. Decise di tornare indietro raccogliendo lo stesso numero di conchiglie. D. Tornò indietro di corsa. 6. Tra l’andata e il ritorno, quante conchiglie ha raccolto Pamela? A. Abbastanza per fare una collana. B. Poche perché ne ha perse molte nel tragitto di ritorno. C. Abbastanza per fare due collane. D. Tantissime.

TUTTO OK?

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ni o i g a t s e l l e d Il momento delle feste e Ascolto

PASSANO I GIORNI AUTUNNO Dove vanno le foglie rosse che il vento stacca dagli alberi? Volano e passano: il brusio del vento è tutto quello che rimane dell’autunno. G. Prampolini, Antiche liriche giapponesi, Nuova Editrice Spada

LA VECCHINA Vecchia, dev’essere vecchia davvero. Son 2000 anni che cammina. Proprio non so come faccia la vecchina a portar con sé un negozio intero. Dentro quel sacco ce ne son di doni: trombe, trenini, bambole e palloni...

ZUCCA DI HALLOWEEN Zucca di Halloween stregata come sei bella illuminata, come mi guardi sorridente, come mi sembri impertinente. Mi terrorizzi, un pochettino, con quel tuo sguardo malandrino: in questa notte, o zucca arancione, riempimi di dolci e zabaione!

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J. Restano Legge l’insegnante o gli alunni a turno.


FIORI DI NEVE Fiori di neve erba ghiacciata l’inverno è un’estate pietrificata. V. Lamarque, Poesie di ghiaccio, Einaudi

COMETA Sono la cometa di Natale. Ardo nel firmamento; illumino i presepi; riposo sulle punte degli abeti; prometto pace alla Terra e doni ai bimbi buoni... G. Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Einaudi

PRIMAVERA Ogni ramo ha una tenera gemma che si veste di verde e di sole, ogni nube è una piuma leggera: com’è fresca la primavera! G. Aimone, Lo zufolo del pastorello, La Scuola

ESTATE Tutti a luglio fanno uffa, sbuffa e bevi, sbuffa e sudi. Dentro il mare ci si tuffa, tutti neri, tutti nudi. Che bellezza andare al mare! Cavalloni da saltare, giochi, amici, corse al molo e merende col ghiacciolo. C. Carminati - B. Tognolini, Rime Chiaroscure, Rizzoli

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L’AUTUNNO C’era una volta un albero molto giovane. Era nato in una serra, poi era stato trapiantato in un boschetto: qui, per tutta la primavera e l’estate si era trovato benissimo. Ma un mattino accadde una cosa strana: le rondini partirono. – Perché se ne vanno? – chiese l’albero. – Non sopportano il freddo – spiegò lo scoiattolo. – Sai com’è, sta arrivando l’autunno con le piogge e il vento, poi giungerà l’inverno e ci sarà gelo. – Ma come faremo noi che non sappiamo volare? – chiese l’albero. – Oh, io me ne starò al calduccio nella mia casetta e tu andrai in letargo. – Che cosa vuol dire? – Penso sia come dormire – rispose lo scoiattolo e poi se ne andò. L’albero rimase pensieroso: da quando era nato non era mai andato in letargo. “Chiederò spiegazioni” pensò tra sé. “I gatti devono sicuramente saperne qualcosa: non fanno altro che dormire tutto il giorno!”. Passava di lì un gatto selvatico e l’albero ne approfittò subito. – Ehi tu, quando dormi vai per caso in letargo? Come fai? – Facile – rispose il gatto. – Giro tre volte su me stesso, mi acciambello e chiudo gli occhi. “Semplice e rapido” pensò l’alberello. Tentò quindi di girarsi, di acciambellarsi e di chiudere gli occhi, ma... non ci riuscì. “Forse esiste un altro sistema, lo chiederò al ghiro” pensò. – Beh – disse il ghiro tra uno sbadiglio e l’altro, – prima devi mangiare tantissimo e diventare grasso, poi ne riparleremo. L’albero cercò di mangiare il più possibile, ma, per qualche misterioso motivo, non ingrassava nemmeno di un etto. “Forse la faccenda del grasso non è molto importante” pensò allora, e svegliò il ghiro per chiedergli qualche precisazione. – Allora, che cosa devo fare per andare in letargo?

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Il mo mento delle feste e delle stagioni

Autunno – Devi respirare non più di otto volte al minuto – gli rispose pazientemente il ghiro. – Quando diventerai freddo il tuo cuore dovrà battere molto lentamente… Probabilmente questo era un ottimo sistema per il ghiro, ma il povero albero non riusciva a fare cose così difficili. Intanto le giornate si erano fatte più fredde, la pioggia cadeva, il vento soffiava e la nebbia avvolgeva i rami dell’alberello. “Morirò certamente di freddo” pensò l’albero e, mentre cercava una soluzione al suo caso disperato, sentì che gli occhi gli si chiudevano. Senza pensarci, chiuse istintivamente i piccoli tubi dentro i quali passava la linfa, il suo sangue e nutrimento, e si addormentò. Le foglie caddero una a una e l’alberello non se ne accorse neppure.

parlo di me Tu da che cosa capisci che è arrivato l’autunno? Racconta.

leggo e capisco

Rispondi. •   Come mai le rondini se ne vanno? ....................................................................................................... •  Perché l’albero è pensieroso? ......................................................................................................................... •  L’albero a chi chiede spiegazioni? ...........................................................................................................

Completa la tabella indicando che cosa fanno i personaggi del racconto per prepararsi all’autunno. Scoiattolo

Gatto

Ghiro

Albero

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VOLI AUTUNNALI Foglie secche per il cielo van danzando con il vento, fiocchi rossi di una neve che regala a noi l’autunno, volo lieve, frullo d’ali di farfalle vegetali. Dona l’albero assonnato una pioggia un po’ fatata. Lui si spoglia, ma riveste il terreno di colori: un tappeto d’allegria per l’estate che va via. M. Vago, 101 poesie e filastrocche alcune bislacche, Larus

leggo e capisco

Rispondi. •   A che cosa vengono paragonate le foglie che danzano nel cielo? ...................................................................... ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

•  Perché l’albero è assonnato? ..................................................................................................................................................................................................... •   Che cos’è la pioggia fatata di cui si parla nella poesia? ............................................................................................................. ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

•  Perché l’albero “si spoglia”? •  Che cosa riveste? Perché?

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Il mo mento delle feste e delle stagioni

Autunno

GIARDINO AUTUNNALE

Nel mondo dell’Arte

Vincent van Gogh, Giardino autunnale

Van Gogh, sensibile osservatore della natura, ha fissato nelle sue tele splendidi paesaggi in ogni stagione. Questo quadro rappresenta i giardini autunnali con diverse sfumature di marrone.

Ora prova tu a disegnare un giardino autunnale con i colori scelti da Van Gogh nel suo dipinto.

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JACK O’ LANTERN Tanto tempo fa, in Irlanda, viveva un uomo chiamato Jack. Era una persona particolare: trascorreva la maggior parte del tempo nelle taverne in compagnia di se stesso ed era anche molto tirchio. Non aveva amici e, quando sopraggiunse la morte, viveva ancora in solitudine. Non ci fu nessuno a piangere la sua scomparsa, nemmeno il giorno del funerale. Quando la sua anima salì in cielo, andò a bussare alla porta del Paradiso. A causa della sua avarizia, fu cacciato. Andò a bussare alla Porta dell’Inferno, dove incontrò il Diavolo. Nemmeno lui lo volle con sé: lo cacciò in malo modo lasciandolo a girovagare tutto solo. Jack raccolse i tizzoni ardenti che il Diavolo gli aveva lanciato e li usò per farsi luce. Lungo la strada trovò una zucca, così decise di infilare i pezzi di legno al suo interno. Poi, avvilito, tornò sulla Terra. Da quel momento Jack vaga di casa in casa con la lanterna sempre accesa, cercando qualche buona anima disposta a ospitarlo.

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leggo e capisco

Indica con una X. •  Dove viveva Jack? In Islanda. In Irlanda. In Istria. •   Quando Jack muore, nessuno va al suo funerale. Perché? Era molto antipatico. Era tirchio e viveva in solitudine. Si divertiva a far spaventare le persone. •   Che cosa fa Jack dopo essere tornato sulla Terra? Gira da una casa all’altra cercando ospitalità. Cerca una casa vuota in cui fermarsi. Aiuta le persone a trovare la strada per tornare a casa.


Cre i LA LANTERNA DI HALLOWEEN Occorrente • vasetto trasparente in vetro senza tappo • colla vinilica • pennello

• tovagliolino arancione o bianco • cartoncino nero • forbici • lumino

Procedimento 1 F ai a pezzettini i tovagliolini di carta. 2 S pargi con il pennello la colla sul vasetto 3 I ncolla i pezzetti di carta sul vasetto, uno accanto

1

all’altro, e fai asciugare.

4 R itaglia occhi, naso e bocca usando il cartoncino

2

nero.

5 I ncolla le parti del viso sul vasetto. 6 F acendoti aiutare da un adulto, inserisci un lumino all’interno del vasetto.

7 A ccendi il lumino e spegni la luce. 3

5

4

6

7

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NEVICA Scende il silenzio in fiocchi gelati. Scende un silenzio che ammanta i prati. Piove la danza di lucciole cristalline. Piove una danza di mille stelline. Fiocca la speranza di un giorno lieve. Fiocca la speranza di giocare con la neve. M. Hion, Filastrocche delle stagioni, Motta Junior

Nel mondo dell’Arte

Su un foglio bianco, ricopia il dipinto e, con gli acquarelli, coloralo usando solo colori freddi. Vedrai che capolavoro!

Kandinsky ci regala una versione decisamente colorata dell’inverno. Guardando i colori della neve, però, rimaniamo stupiti: le pennellate sono sgargianti, eppure riescono a descrivere un vero freddo paesaggio invernale. Wassily Kandinsky, Paesaggio invernale

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Il mo mento delle feste e delle stagioni

Inverno

IL PUPAZZO DI NEVE Frosty è un pupazzo di neve che se ne sta solo soletto in cima a una collina con il suo naso fatto con un bottone; per occhi ha due pezzi di carbone e in bocca una vecchia pipa di legno. Un giorno un bambino, solo come lui, esprime il desiderio di avere un amico. Mette sul capo del pupazzo il suo berretto di lana e improvvisamente l’omino di neve prende vita. I due iniziano a giocare e le giornate di solitudine cedono il passo a un’amicizia allegra e sincera, piena di canti e danze sulla neve. Un giorno il bimbo manca all’appuntamento e così anche il giorno dopo. Preoccupato, il pupazzo di neve decide allora di andare a cercarlo giù in città: si munisce di un bastone e si avvia per la vallata, dove un timido sole primaverile si affaccia all’orizzonte. Finalmente Frosty trova il suo amico e conosce altri bambini, con cui inizia bellissimi giochi. Ma la primavera è alle porte; la temperatura comincia a salire; la neve si scioglie e l’omino comprende che è tempo di fare ritorno alla sua collina lontana. Saluta i nuovi amici dicendo di non piangere perché il prossimo inverno tornerà a giocare con loro.

leggo e capisco

Rispondi. •   Chi è Frosty? .................................................................... ....................................................................................................................

•   Che cosa fanno Frosty e il bambino? ............................................................................... .................................................................................................................... ....................................................................................................................

•   Che cosa fa Frosty quando il bambino non torna? ................................. .................................................................................................................... .................................................................................................................... ....................................................................................................................

•   Come finisce la storia? .................................. .................................................................................................................... .................................................................................................................... ....................................................................................................................

leggo e rifletto

Indica con una X. •   Secondo te, di quale sentimento parla questa storia? Amicizia. Amore. Odio. •   Secondo te, com’è questa storia? Realistica. Fantastica.

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Cre i VASETTO DI NEVE Occorrente • acqua • un barattolo tondo vuoto con un coperchio richiudibile • qualsiasi decorazione o figurina tridimensionale • cucchiaio

• olio di glicerina oppure olio per la pelle dei bambini • brillantini, possibilmente argentati e bianchi • sigillante adesivo impermeabile (colla)

Procedimento

1

1 T ogli il coperchio dal barattolo. 2 Incolla la tua figurina o decorazione dentro il coperchio del barattolo e lascia asciugare.

3 R iempi il barattolo con l’acqua, quasi fino al bordo.

2

4 Aggiungi una goccia di glicerina: servirà da collante per i brillantini. 5 V ersa i brillantini e mescola il tutto con il cucchiaio. Riempi il barattolo fino all’orlo per non creare bolle d’aria.

6 C hiudi il barattolo, mantenendolo dritto. All’inizio potrebbe fuoriuscire un po’ di acqua dal coperchio, ma solo perché sta traboccando.

3

7 U na volta che avrai asciugato l’eccesso d’acqua, gira il barattolo. Ecco realizzata una sfera di vetro con la neve!

4

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5

6

7


Il mo mento delle feste e delle stagioni

Inverno

PROFUMO DI MUSCHIO Era la vigilia di Natale. Nevicava quando Giulia uscì silenziosamente dalla porta del giardino. Corse al cancello, l’aprì piano piano e si buttò giù per la discesa. Alle sue spalle la casa dormiva. “Devo tornare prima che la nonna si svegli” pensò la bambina, mentre spariva nel boschetto. Ne uscì poco dopo con un sacchetto di tela bianca rigonfio. Giulia rientrò dalla porta da cui era uscita. Più tardi la nonna aprì la grande scatola che conteneva le statuine del presepe. – Come ti ho raccontato altre volte – cominciò, rivolta alla nipote, – quando ero bambina il presepe aveva un profumo... un profumo... – Un profumo verde? – mormorò Giulia. – Sì, cara. Era il profumo del muschio verde. Un profumo che non sento da tanto tempo... Mentre la nonna cercava le pecorelle con la testa nello scatolone, Giulia prese il sacchetto di tela bianca e tirò fuori il muschio che aveva raccolto nel bosco. – Che strano! – disse la nonna. – Il ricordo mi riporta quel profumo, come se... La nonna si girò e... disteso sul presepe, in tutto il suo soffice splendore, c’era il muschio. Si avvicinò al tavolo e rimase ferma ad aspirarne il sottile profumo. – Sei stata tu, Giulia? – disse volgendo gli occhi lucidi verso la nipotina. – Sì, sono andata a prenderlo questa mattina. Giulia corse ad abbracciare la nonna: – È il mio regalo di Natale, nonna... per te.

leggo e organizzo

etti in ordine M le sequenze della storia: numera da 1 a 6. Giulia esce di casa al mattino, mentre nevica. iulia dice alla nonna che G il muschio è il suo regalo di Natale. L a nonna prende lo scatolone con le statuine del presepe. iulia entra nel boschetto G con un sacchetto di tela bianca vuoto. L a nonna vede il muschio raccolto da Giulia e disteso sul presepe. bambina esce dal bosco La con il sacchetto pieno.

da Ciao Amici

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SELFIE DEGLI ELFI Molta fatica al polo lassù, tanto da fare, sempre di più e ahimè, per Babbo Natale, ma che stress eccezionale! Il suo cuore è premuroso, ma è davvero un po’ nervoso e a ogni elfo, suo aiutante, grida forte a ogni istante: – OH OH OH, a lavorare! C’è la slitta da lucidare, tutti i doni da incartare e le renne da sfamare. Dai, prendete la cintura e il sacco con gran cura. Su, riempitelo di giochi, tanti tanti, mica pochi! Uno degli elfi, il più saggio, prende tutto il suo coraggio: – Ma che barba, sei stressante, siamo pronti a lavorare, ogni bimbo vuol sognare, ma noi elfi ci scusiamo e una vacanza meritiamo. Senza stress a riposare ci potremo rilassare.

Dal pensiero all’azione S econdo te, come risponderà Babbo Natale a i suoi elfi? Continua la filastrocca sul quaderno.

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S. Vezzuto


Il mo mento delle feste e delle stagioni

Inverno

RE CARNEVALE Oggi si festeggia il re Carnevale e sfilano le maschere lungo il viale. Sul carro dorato avanza il sovrano con la corona in testa, lo scettro in mano. Intorno risa e balli, profumo di frittelle, terrificanti mostri e belle damigelle, eroi superpotenti, fantocci giganti, coriandoli a pioggia e stelle filanti. Avanza quel fiume allegro e colorato, invade le strade, la piazza del mercato... Poi, ecco, sparisce, finisce la festa. La via imbrattata è quello che resta. Però tutti sanno che il re Carnevale di nuovo ritorna, tra un anno, puntuale. M. Vago, Focus Pico – Allegre filastrocche, Edibimbi

leggo e capisco

Completa. •  Lungo il viale ........................................................................................................................................................................................................................................................... •  Il sovrano ha ............................................................................................................................................................................................................................................................ •   Intorno al carro ci sono ...................................................................................................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

•  Il corteo arriva fino ..................................................................................................................................................................................................................................... •  Alla fine della festa rimane ........................................................................................................................................................................................................... •  Re Carnevale, però, .....................................................................................................................................................................................................................................

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I DUE SALTIMBANCHI (ARLECCHINO E LA COMPAGNA) Picasso si immagina così Arlecchino. Tu, invece, come te lo immagini? Colora il dipinto seguendo la tua fantasia.

i Cre

Crea un “Arlecchino” simile a quello del modello. Per realizzarlo, riproduci le sagome su un cartoncino, poi colorale.

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Nel mondo dell’Arte


Il mo mento delle feste e delle stagioni

Primavera

FATA PRIMAVERA Fata Primavera aveva portato con sé una scatola piena di profumo delicato: – Regalerò questo profumo al fiore più gentile – disse. I fiori di primavera si presentarono uno a uno. Prima di tutti la primula: – Io sono bella, i miei petali sembrano di seta. A me potresti regalare il tuo profumo. Fata Primavera la rimandò ai piedi dell’albero. – No, tu non hai bisogno del mio profumo – disse. Si presentò la pratolina: – E io, che sono la regina del prato, non potrei avere il tuo profumo? Guarda i miei petali, guarda il mio cuore d’oro, sembra una piccola stella. – Anche tu, pratolina, non puoi avere il mio profumo. La viola se ne era rimasta silenziosa e nascosta. La Primavera le si avvicinò e disse: – E tu, viola, non mi Kandinsky ci regala unadici niente? – Sonoversione contenta di come sono e non chiedo di più – rispose il piccolo decisamente fiore. colorata dell’inverno. – Tu, viola, sei davvero buona Guardando i colori della e gentile. A te regalerò il mio profumo – esclamò la Primavera e aprì la scatola. neve, però, rimaniamo Fu cosìstupiti: che la leviola ebbe in dono il suo delicato profumo. pennellate da Pianeta bimbi sono sgargianti,

eppure riescono a descrivere un vero freddo paesaggio leggo e capisco invernale. Rispondi.

•  Che cosa vuole fare Fata Primavera? .......................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

•  A quali fiori non regala il suo profumo? Perché?

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•  A quale fiore regala il suo profumo? Perché?

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Compito di realtà

FESTA DI PRIMAVERA È arrivata la primavera, che bello! Organizza con i tuoi compagni una bella festa. Crea dei profumi, degli inviti e delle decorazioni.

PRIMAVERA PARTY! Fase 1 PROFUMO DI PRIMAVERA Queste sono le istruzioni per creare un profumo che regalerete a chi parteciperà alla festa. 1 R accogliete un po’ di petali di fiori caduti a terra e metteteli in un recipiente pieno di acqua calda. 2 C on l’aiuto di un adulto, mettete una goccia di alcool rosa nel recipiente. Mescolate e lasciate riposare per una giornata.

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3 U tilizzando un colino, separate i petali dall’acqua. Nell’acqua rimarrà il profumo dei vostri fiori preferiti. 4 R iempite dei piccoli contenitori, utilizzando un imbuto. Il profumo è pronto!

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Compito di realtà Fase 2

CIAO, LA CLASSE .....................................

INVITI Quello qui a fianco è un esempio di biglietto di invito. Potete rifarlo uguale per invitare i vostri amici alla festa oppure crearne uno nuovo a vostro piacere.

TI INVITA AL Primavera party! IL GIORNO ..................................... PRESSO ..................................... ALLE ORE ..................................... TI ASPETTIAMO! LA FESTA SARÀ UN PORTA-PARTY. TU CHE COSA PORTERAI DA MANGIARE? ................................................. .......................................................................................................

Fase 3 DECORAZIONI Queste sono le istruzioni per realizzare le decorazioni da appendere dove si svolgerà la festa. 1 I ngrandite su fogli di diverso colore le sagome delle due farfalle, tenendole di due dimensioni diverse. 2 R itagliate. 3 I ncollate la farfalla più piccola sopra la farfalla più grande, mettendo la colla solo nella zona centrale. 4 F ate un piccolo foro al centro, dove c’è la “X”, e poi, con un filo sottile, appendete le decorazioni nel locale in cui si svolgerà la festa. Potete realizzare altre decorazioni a tema primaverile usando sagome di fiori, rondini, coccinelle…

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LE UOVA PASQUALI DEL CONIGLIETTO La notte di Pasqua, al chiaro di luna, un coniglietto cercava un posto per nascondere le uova di cioccolato, vicino alla casa di due bambini. Come sarebbero stati contenti i bambini di trovare piccole uova colorate nascoste dappertutto! Però il coniglietto non riusciva a trovare il posto adatto. L’erba era troppo bassa, i cespugli avevano i rami troppo in alto, gli alberi non avevano fessure abbastanza grandi. Infine, il coniglietto rinunciò a nasconderle fuori casa. “Lascerò il cestino con le uova in salotto” decise. Mentre stava per entrare in casa, la luna tramontò e il sole spuntò. Allora il coniglietto vide il prato tutto coperto di fiori di croco, bianchi, gialli, viola, che sembravano tante uova colorate. Era proprio un posto meraviglioso per nascondere le uova di Pasqua! Felice, il coniglietto dispose le sue uova tra l’erba, in mezzo ai fiori. Sembrava che, all’improvviso, i fiori sul prato si fossero moltiplicati. Il coniglietto, tutto soddisfatto, a piccoli salti, tornò nella sua tana a dormire. K. Jackson

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leggo e capisco

Rispondi. •   Che cosa fa di notte il coniglietto nel prato? ....................................................................................................................... ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

•   Perché rinuncia a nascondere le uova all’esterno? ...................................................................................................... ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

•   Che cosa decide di fare? ....................................................... ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

•   Che cosa nota mentre sta per entrare in casa? ........................................................................................................................... ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................

•   Perché torna tutto soddisfatto nella sua tana? ........................................................................................................................... ................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................


Il mo mento delle feste e delle stagioni

Estate

ESTATE AL MARE Valentino fece l’ultimo bagno con il canotto e giocò a cavalcare le onde. E quando trovò l’onda giusta, calcolati bene il tempo e la distanza, piombò come per caso addosso a quell’antipatico di Pierandrea, che stava riempiendo il secchiello con dentro i due pesciolini appena catturati. Il secchiello naturalmente si rovesciò e i due pesciolini... via!, felici verso l’alto mare aperto. – Scusami, scusami! Non l’ho fatto apposta! Quanto a Maria, fece un bagno tranquillo e poi si sdraiò ad asciugarsi, facendo il suo solito gioco: sbirciare il sole tra le ciglia imperlate di gocce dell’occhio sinistro, mentre si copre il destro con la mano. Poco dopo, anche quella mattina di mare finì. Venne l’ora di pranzo; le mamme si salutarono barcollando dal caldo e partirono, stracariche di cose colorate, come lenti cammelli nel deserto. I bambini si attardarono per darsi appuntamento per il pomeriggio sui vialetti, poi si avviarono con le magliette sulla testa. B. Tognolini, Sentieri di conchiglie, Fatatrac

leggo e capisco

Rispondi. •  Che cosa sta facendo Valentino? ..................................................................................................................................................................................... •  Quale conseguenza ha il suo gioco? ........................................................................................................................................................................... •  Perché i due pesciolini sono felici? ................................................................................................................................................................................ •  Qual è il solito gioco di Maria? .............................................................................................................................................................................................. •  Che cosa succede all’ora di pranzo? ............................................................................................................................................................................. •   A chi sono paragonate le mamme? ............................................................................................................................................................................... •   Che cosa fanno i bambini? ............................................................................................................................................................................................................ ...........................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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LA PRIMAVERA E L’ESTATE NEI QUADRI Max Liebermann e Claude Monet dipingono, rispettivamente, la primavera e l’estate.

1

2

Max Liebermann, Bambini che giocano nel parco

Nel mondo dell’Arte

Claude Monet, Passeggiata sulla scogliera a Pourville

Osserva i due dipinti e completa la tabella. Quadro 1

Quadro 2

Quali personaggi vedi?

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Dove sono?

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Che cosa fanno?

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Che emozione provi guardando i dipinti? In quale quadro vorresti essere in questo momento? Perché?

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LEGGERE E COMPRENDERE Itinerario nella comprensione del testo

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LEGGERE E COMPRENDERE

VACANZE! COCCO BELLO

Osserva l’immagine e indica con una X. • I due bambini giocano con: la sabbia. l’acqua del mare. le biglie. • L’uomo con il cesto è un venditore di: cocco. gelati. figurine. • La scena si svolge: al lago. in montagna. al mare. • La stagione è: l’estate. l’inverno. l’autunno. • La bambina ha messo il salvagente perché: le dona molto. non sa nuotare. nuota molto bene.

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LEGGERE E COMPRENDERE

LA FAMIGLIA ROSSI IN VACANZA Osserva le immagini e metti in ordine le sequenze della storia: numera da 1 a 4.

Indica con una X. • Durante il viaggio verso le vacanze succede un imprevisto. Quale? La gomma dell’auto è bucata. Sta per finire la benzina. La bambina ha il mal di auto. Rispondi. •  Dove va in vacanza la famiglia Rossi? ......................................................................................................................................................................... •  Da che cosa lo capisci? ..........................................................................................................................................................................................

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LEGGERE E COMPRENDERE

CHE COSA SUCCEDE? Leggi questi brevi testi, scopri il protagonista e sottolinea le azioni che compie. Poi rispondi. 1 Quell’anno l’estate era davvero calda e afosa. Federica durante il giorno non riusciva a fare molto di più che dormire sull’amaca, tesa in giardino tra due pini. Poi, un giorno, ricevette in regalo un libro: Il Corsaro Nero. Federica pensava di non amare molto la lettura, ma prese il libro, si sedette all’ombra di un albero e iniziò a leggere. Altro che dormite e pisolini! Le avventure dei pirati la trasportarono in un mondo meraviglioso. A.A.V.V., 1000 storie, Giunti Kids

• Chi è la protagonista? ...................................................................................................

2 Fermo sopra una foglia, il bruco guardava intorno: chi cantava, chi saltava, chi correva, chi volava. Tutti gli insetti erano in continuo movimento. Lui, invece, si muoveva con fatica e così piano che, quando passava da una foglia all’altra, gli sembrava di fare il giro del mondo. L. da Vinci, Storie di animali, Giunti

• Chi è il protagonista?

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3 Stefania era una bambina bionda che viveva con la sua famiglia in una grande casa di pietra, tra le montagne. In estate giocava all’aperto, si spingeva sull’altalena e correva in bicicletta. In inverno, appena arrivava la neve, si divertiva a lanciarsi con lo slittino dalla ripida discesa davanti a casa. Poi provava i piccoli sci rossi di legno costruiti dal suo papà e percorreva la piccola pista in piano tracciata tutta per lei.

A. Saracco, La favola vera di Stefania Belmondo, più veloce dell’aquila, Daniela Piazza Editore

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• Chi è la protagonista?

...................................................................................................


LEGGERE E COMPRENDERE

UNA COLAZIONE SPECIALE Passai con il nonno il periodo più bello della mia vita. La prima cosa che ricordo di quei giorni è la tazza con lo zabaione. Ogni mattina il nonno me lo preparava con l’uovo e lo zucchero. Io stavo a letto e, ancora mezzo addormentato, sentivo il nonno di sotto che sbatteva le uova: TOC-TOC-TOC-TOC. Allora mi svegliavo un po’ alla volta e, mentre lo aspettavo, mi divertivo a guardare il sole che entrava dalle fessure delle imposte e disegnava tante righe dorate nell’aria. Poi sentivo Alfonsina che, nel cortile, portava a passeggio le sue ochette e il nonno che ancora sbatteva lo zabaione. Mezz’ora ci voleva per farlo diventare come la panna montata. A. Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, Einaudi Ragazzi

Azioni

In questo racconto ci sono tre personaggi. Individuali e completa la tabella scrivendo il loro nome e le loro azioni nella colonna corrispondente. 1° personaggio

2° personaggio

3° personaggio

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Rispondi. • Chi o che cosa compie l’azione di entrare e di disegnare?

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LEGGERE E COMPRENDERE

DOVE? Leggi questi brevi testi e sottolinea le espressioni che ti fanno capire dove si svolge la vicenda. Poi rispondi.

1 Stamattina, appena ho aperto gli occhi, ho avvertito un odore speciale nell’aria. Mi sono alzata, ho attraversato la stanza in punta di piedi per non svegliare Irene che dormiva, sono andata alla finestra e ho sollevato piano la tapparella. I tetti delle case, i balconi, i marciapiedi, le strade erano coperti da un manto di neve morbido e immacolato. A. Petrosino, Il diario segreto di Valentina, Il Battello a Vapore

• Dove si svolge questa vicenda?

.....................................................................................................

2 C’era una volta un vecchio signore che abitava in campagna, in una vecchia casa vicino alla ferrovia. D’inverno faceva dei piccoli lavori in casa, guardava i treni che passavano e pensava a quando era giovane. Ma quando arrivava la primavera si metteva un vecchio cappello di paglia, tirava fuori la vanga dal ripostiglio e si dedicava al pezzetto di terra che aveva intorno alla casa. H. L. Griffith, Un’estate con il nonno, Edizioni EL

• Dove si svolge questa vicenda?

.............................................................................................................................

3 Un giorno il papà ha detto: – Domenica andiamo

a farci una bella gita. Siamo andati in un posto vicino a un laghetto. Il papà ha lasciato l’auto lungo una stradina che costeggia il bosco e abbiamo portato il pranzo al sacco sulla riva. A quel punto noi bambini siamo andati nel bosco, anche se la mamma ha detto che non dovevamo allontanarci troppo. A. Lindgren, Lotta combinaguai, Mondadori

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• Dove si svolge questa vicenda?

.....................................................................................................................


LEGGERE E COMPRENDERE

QUANDO? Leggi questi brevi testi e sottolinea le espressioni che ti fanno capire quando si svolge la vicenda. Poi rispondi.

1

Mi chiamo Giulia e ora vi racconto una mattinata davvero orribile. Lunedì mia madre era uscita presto e mio padre era già al lavoro. Mio fratello Vasco stava facendo imbestialire mia sorella piccola, Martina, che strillava in modo infernale. Io intanto, davanti alla porta del bagno, gridavo: – Silvana! Sono due ore che stai lì dentro! Apri! Devo lavarmi! E. Reberg - V. Cau, Giulietta la reginetta, E. Elle

• Quando si svolge questa vicenda? ...................................................................................................

2

Titti era molto contenta di avere un amico che abitava nella casa a fianco della sua. Anche perché si trovava proprio bene con Luca e cercava di passare con lui più tempo che poteva. Al sabato mattina si ritrovavano davanti alla staccionata che divideva i loro giardini poi, una volta uno, una volta l’altra, spostavano un’assicella che si era schiodata e si infilavano nel buco passando dall’altra parte. B. Moonej, Non è giusto, Mondadori

• Quando si svolge questa vicenda? ...................................................................................................

3

Michele salì in auto, si allacciò la cintura e si rilassò sul sedile, mentre la mamma si immetteva lentamente nel traffico già intenso a quell’ora del mattino. Giunsero a scuola appena in tempo. Il parcheggio era quasi tutto occupato. Sua madre riuscì a infilare l’auto sotto il tabellone del basket e Michele si proiettò fuori dall’abitacolo. • Quando si svolge questa vicenda? ...................................................................................................

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LEGGERE E COMPRENDERE

I PATTINI NUOVI – Vezio – disse Bruno un mattino, – mi insegni a 1 ................................................................ con i pattini nuovi? – Non ora – disse il 2 ..................................................................................... maggiore, – non ho tempo. Ti insegnerò domani. Bruno andò a domandare a Mirella, a Laura, a Roberto e a Luca, ma tutti i suoi amici non avevano tempo e rimandavano a 3 ...................................................................................... – Imparerò da solo – disse, infilandoli e allacciando le fibbie con molta impazienza. Pian piano si alzò in piedi, ma, quando provò a muovere una gamba, cadde a terra. Bruno si 4 ....................................................................................., si strofinò e riprovò. Per tre volte cadde e alla fine, deluso e scoraggiato, stava per rinunciare, quando notò la lunga 5

.....................................................................................

d’acciaio lì vicino.

Passo passo si avvicinò e si aggrappò alla ringhiera; ora poteva provare senza paura di 6 ............................................................................. Mise avanti un piede, poi l’altro, destro, sinistro, destro, finché cominciò ad abituarsi ai pattini e a imparare i movimenti. Infine, coraggiosamente, lasciò la ringhiera e riprovò. Bruno non cadeva più: aveva imparato! K. Jackson, 365 storie: una per ogni giorno dell’anno, Mondadori

Completa il testo scegliendo la parola che manca tra quelle proposte per ogni numero. Cerchiala e poi scrivila.

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1 disegnare • pattinare • sciare

4 rialzò • addormentò • arrampicò

2 nonno • amico • fratello

5 scala • recinto • ringhiera

3 ieri • oggi • domani

6 imparare • cadere • sbagliare


LEGGERE E COMPRENDERE

LA CASA DI TIPO Completa il testo inserendo le parole al posto giusto. topo • posate • poggiacoda • pipì • fontana • barattolo • maniche • dispensa Com’è la casa di Tipo? È molto diversa dalle nostre case: non ci sono mobili, perché un ...................................................... non ha bisogno di sedie per sedersi o di letti per dormire né di vasini per fare la ........................................................... Non ci sono fornelli perché un topo non cucina, nemmeno se invita a pranzo tutti i suoi amici. Non ci sono nemmeno piatti né bicchieri né ...................................................................., perché i topi sono più semplici di noi e a loro non servono tante cose. E allora, che cosa c’è nella casa di Tipo? Un pagliericcio con il ...................................................................., dove dorme Tipo. Un vecchio secchio pieno d’acqua. Per tenerlo sempre pieno, Tipo deve fare molti viaggi dalla .................................................................... della piazza a casa sua, con un secchio più piccolo tra i denti. C’è poi la ....................................................................: lì Tipo tiene delle scatole di cartone in parte rosicchiate, due .................................................................... di un vecchio maglione, un .................................................................... di carciofini sott’olio e del cibo. A. Sarfatti, Pecorino profumino, Giunti Scuola

Indica con una o più X. • Chi è Tipo? Un topo.

Un gatto.

Un bambino.

• Che cosa mette Tipo nella dispensa? Scatole di cartone.

Barattoli di marmellata.

Scatolette di tonno.

Maniche di un maglione.

Del cibo.

Barattolo di carciofini.

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LEGGERE E COMPRENDERE

LA MARMOTTA Completa il testo inserendo le parole al posto giusto. fischio • sotterranea • gioco • sentinella • gruppo • capriole • montagna • aquila La marmotta è un animale di ...................................................................., dal pelo folto e marrone. Trascorre i mesi freddi nella sua tana ........................................................... fatta di gallerie. D’estate, però, esce all’aperto per rosicchiare erbe e radici. Questo animale utilizza il .................................................................... per rafforzare l’amicizia all’interno del .................................................................... a cui appartiene. Si diverte molto a spingersi con le compagne lungo i pendii, per poi ruzzolare e fare ..................................................................... Le marmotte vivono in gruppo. Per difendersi dai loro nemici, il più terribile dei quali è l’...................................................................., una marmotta a turno sta di ...................................................................., ben dritta sulle zampe posteriori. Quando avvista un pericolo, la sentinella lancia un .................................................................... potente, così le altre compagne possono rifugiarsi nelle tane. Indica con una X. • In quale ambiente vive la marmotta? In campagna.

Per rafforzare l’amicizia.

In montagna.

Per passare il tempo.

In città.

Per ruzzolare lungo i pendii.

• Di che cosa si nutre?

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• La marmotta per che cosa usa il gioco?

• Chi è il suo principale nemico?

Di radici e di frutti.

Il serpente.

Di erbe e di frutti.

L’aquila.

Di erbe e di radici.

Lo stambecco.


LEGGERE E COMPRENDERE

LA PIOGGIA DI PIOMBINO Completa il testo inserendo le parole al posto giusto. menta • confetti • pioggia • bocca • giornata • chicchi • viola • tasche • nuvola • piedi • scolari • vecchiette Una volta a Piombino piovvero ..................................................................... Venivano giù come .................................................................... di grandine, ma erano di tutti i colori: verdi, rosa, ...................................................................., blu. Un bambino si mise in .................................................... un chicco verde, tanto per provare, e trovò che sapeva di ........................................................... Un altro bambino assaggiò un chicco rosa e sapeva di fragola. E allora via tutti per le strade a riempirsene le ..............................................................., ma non facevano in tempo a raccoglierli, perché venivano giù fitti fitti. La .................................................................... durò poco; lasciò le strade coperte da un tappeto di confetti profumati che scricchiolavano sotto i ..................................................................... Gli ...................................................................., tornando da scuola, ne trovarono tanti da riempirsi le cartelle. Le .................................................................... ne avevano messi insieme dei bei fagottelli con i loro fazzoletti da testa. Fu una grande ....................................................................! Anche adesso molta gente aspetta ancora che dal cielo piovano confetti, ma quella .................................................................... non è passata più né da Piombino, né da Torino e forse non passerà mai nemmeno da Cremona. G. Rodari, Favole al telefono, Einaudi

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LEGGERE E COMPRENDERE

VACANZE SULLA NEVE Leggi attentamente, cerca di intuire le parole mancanti e completa. Durante l’inverno, quando le .......................................................... sono ricoperte di neve, Virginia con la sua famiglia va in ........................................................... Li accompagna anche il loro cagnolino, Pasqualino. Prima di partire, Virginia, insieme alla mamma, va al negozio per acquistare un maglione, una giacca a .......................................................... imbottita di piume, un paio di .........................................................., un berretto di .......................................................... e un paio di pattini. Appena arrivati in montagna, Virginia è felice, corre fuori dall’albergo e inizia a fare un .......................................................... di neve, gli mette un .......................................................... di paglia in testa e una .......................................................... arancione al collo. Poi gioca a rincorrersi nella neve con Pasqualino. Nel pomeriggio va con la mamma alla .......................................................... di pattinaggio dove incontra gli .......................................................... di sempre e con loro si .......................................................... un mondo.” Completa. Gli elementi del testo sono: • personaggi: ...................................................................................................................................................................................................... • luoghi: ...................................................................................................................................................................................................... • tempi: ...................................................................................................................................................................................................... Metti in ordine le sequenze della storia: numera da 1 a 6. Virginia costruisce un pupazzo di neve.

Virginia pattina sul ghiaccio.

P rima di partire, Virginia fa acquisti con la mamma.

Virginia gioca con Pasqualino.

Virginia incontra gli amici di sempre.

urante l’inverno, la famiglia D di Virginia va in montagna.

Confronta il tuo lavoro con quello dei compagni. Avete messo in ordine gli eventi tutti nello stesso modo?

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LEGGERE E COMPRENDERE

L’INFORMAZIONE PIÙ IMPORTANTE In questi brevi testi sottolinea l’informazione più importante. Poi completa.

1 In casa di Prisca c’era la tradizione che, anche se erano tornati da un pezzo in città, la vigilia del rientro a scuola, il papà si prendesse una giornata di vacanza e portasse tutta la famiglia al mare, per l’ultimo bagno della stagione. Andavano sempre alla Spiaggia dei Ginepri, che era tranquilla e riparata dal vento. • L’informazione più importante è

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2

Nicoletta non sopportava che Patrizia, la sua migliore amica, fosse così triste. Certo, lo capiva benissimo: Polpetta, il suo cagnolino, qualche giorno prima si era allontanato e non era tornato più a casa. Così Nicoletta aveva deciso di andare al supermercato per comprarle qualcosa di divertente che la distraesse e le facesse dimenticare, almeno per un po’, il suo dolore. • L’informazione più importante è .............................................................................................. .......................................................................................................................................................................................................

3 Numerosi studi confermano che il mare è importante per la nostra salute e, in particolare, per quella dei bambini: il sole e il mare, per diversi motivi, fanno bene. Un’esposizione al sole corretta può essere veramente importante per la nostra salute perché i raggi del sole sono in grado di stimolare la produzione della vitamina D. L’aria del mare, inoltre, contiene lo iodio, un minerale importante per il nostro organismo, soprattutto durante la crescita. • L’informazione più importante è

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LEGGERE E COMPRENDERE

UN CUCCIOLO DI MAMMUT Nel maggio del 2007, dopo un sonno durato diecimila anni, Ljuba è tornata alla luce tra i ghiacci della Siberia. Lungo appena 130 centimetri e pesante una cinquantina di chili, il cucciolo di mammut è stato ritrovato da un pastore di renne nella penisola di Yamal. Salvo la coda smozzicata da qualche predatore, è in uno stato di conservazione pressoché perfetto: è la prima volta che ciò accade. L’animaletto è femmina e sarebbe morto in seguito alla caduta in una crepa vicina alla riva del fiume. Ljuba è vissuta alla fine dell’ultima glaciazione, quando i mammut, apparsi circa 4,8 milioni di anni fa, cominciarono a svanire dal pianeta. P. Dal Re, La Repubblica

Qual è l’informazione più importante? Indicala con una X. Il cucciolo di mammut è stato chiamato Ljuba. Ljuba è vissuta alla fine dell’ultima glaciazione. È stato ritrovato un cucciolo di mammut. Il ritrovamento è stato effettuato in Siberia. Completa lo schema con le informazioni fornite dal testo. INFORMAZIONE PIÙ IMPORTANTE

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INFORMAZIONI SECONDARIE

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LEGGERE E COMPRENDERE

A OGNUNO IL SUO I riquadri contengono informazioni su due animali diversi. Colora di giallo quelli che riguardano il gallo cedrone e di verde quelli che riguardano il riccio.

È un mammifero che vive in tutti i boschi dell’Europa.

È lungo circa 25 cm e pesa poco più di 1 kg, anche se prima del letargo può arrivare a 2 kg.

Mangia vegetali e, quando il cibo è scarso, aghi di pino.

Viene chiamato anche “urogallo”, cioè “gallo con la coda”.

Viene chiamato comunemente porcospino, per gli aculei che ricoprono il suo corpo.

Il maschio può essere lungo fino a 90 cm e ha le piume verde-grigio.

È un grande uccello che vive nei boschi di montagna, sopra i 1800 m di altitudine.

La sua grande coda rotonda si apre, come quella del pavone, per far colpo sulle femmine.

Durante il giorno resta nella sua tana e solo di notte esce in cerca di cibo.

È onnivoro: mangia piccoli invertebrati, ma anche bacche, frutta, foglie.

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LEGGERE E COMPRENDERE

L’UOMO DI CRO-MAGNON Gli uomini di Cro-Magnon, dal nome della località della Francia dove sono state ritrovate le loro prime tracce, erano cacciatori e raccoglitori vissuti circa 30 mila anni fa, in un tempo in cui faceva molto freddo e la Terra era coperta di neve e di ghiaccio. Vivevano in gruppi formati da poche decine di persone ed erano nomadi. Seguivano gli animali a cui dare la caccia e si spostavano da un luogo all’altro. Le loro prede abituali erano renne, rinoceronti lanosi, mammut. Usavano ossa e corna di animali per costruire utensili, armi e altri oggetti utili. Scheggiavano le pietre, la selce, e sapevano lavorare l’osso. Costruivano capanne con zanne, ossa di animali, bastoni di legno e ricoprivano poi la struttura con pelli. I loro vestiti erano fatti di pelli di animali cucite con aghi di osso. Sulle pareti delle caverne dipingevano scene di caccia e figure di animali. Gli uomini, di solito, cacciavano, pescavano, costruivano utensili e capanne. Le donne raccoglievano frutti, cucivano le pelli e si occupavano dei figli.

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LEGGERE E COMPRENDERE Rispondi. • Chi erano gli uomini di Cro-Magnon? .......................................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................................................................................................................................................

• Dove vivevano? .......................................................................................................................................................................................................................... • Quando? .............................................................................................................................................................................................................................................

Completa la tabella. .........................................................................................................................................................................................................

Abbigliamento

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Caccia

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Abitazioni

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Manufatti

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Suddivisione dei compiti

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LEGGERE E COMPRENDERE

DUE BRANI IN UNO! Questo testo è formato da due storie. Sottolinea la prima di giallo e la seconda di verde. Che nome curioso! Ma è un grillo o una talpa? Beh, naturalmente nessuno dei due. Al grillo, di cui è uno stretto parente, assomiglia molto, ma come abitudini è senz’altro una talpa: passa tutta la vita a scavare gallerie sotterranee. Mister era un gatto randagio, un gatto che aveva avuto un padrone, finché un giorno era scappato via. Capitò da noi e io cominciai a rimpinzarlo di latte fresco e tonno in scatola, e lui scelse di rimanere. La sua tana può trovarsi anche a dieci metri sotto terra: per lui, lungo pochi centimetri, è un’impresa eccezionale! Per Mister ero il suo amico per la pelle. Il suo preferito. Non mi era mai successo. Nessuno poteva prenderlo in braccio né accarezzarlo tranne me. Il grillotalpa ha le zampe anteriori molto adatte a scavare: sono infatti a forma di pala e hanno delle punte finali... delle vere ruspe! Di notte sonnecchiava sul mio cuscino. Nel buio gli raccontavo ogni cosa e lui faceva le fusa, finché non mi addormentavo.

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LEGGERE E COMPRENDERE Completa. I protagonisti dei due brani sono degli animali. Nel primo brano si parla del ...........................................................................................................................................................................................................; nel secondo si parla di ................................................................................................................................................................................................................................ Il grillotalpa si chiama così perché ........................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Come la talpa, questo animale .................................................................................................................................................................................................... Riesce a scavare facilmente perché .................................................................................................................................................................................... La sua tana si trova ........................................................................................................................................................................................................... Indica con una X. • Mister è: un gatto nero. un gatto randagio. un gatto soriano. • Il suo amico lo rimpinza di: latte e pesce fresco. formaggio e tonno in scatola. latte fresco e tonno in scatola. • Il bambino è l’amico per la pelle di Mister perché: Mister salta in braccio a tutti. Mister si fa accarezzare solo da lui. anche il bambino mangia il tonno in scatola. • Quando il bambino va a dormire, Mister: sonnecchia sul cuscino. dorme sul divano in salotto. fa le fusa davanti al televisore.

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LEGGERE E COMPRENDERE

CREMA DOLCE DI RICOTTA Vuoi preparare un dolce gustoso per una merenda in compagnia? Ecco una ricetta semplice, ma... da leccarsi i baffi!

Ingredienti per una persona

125 g di ricotta

2 cucchiai di latte

1 cucchiaio di succo d’arancia

1 cucchiaio di zucchero

150 g di frutti di bosco

2 cucchiai di panna montata

1 P assa la ricotta al setaccio facendola cadere in una ciotola. Aggiungi il latte, il succo di limone e lo zucchero. Mescola bene in modo da ottenere un composto cremoso. 2 L ava la frutta, togliendo i gambi e le foglioline. Con l’aiuto di un adulto, tagliala in pezzi non troppo piccoli e aggiungila alla crema di ricotta, mescolando dolcemente. 3 M etti la crema ottenuta in coppette di vetro, aggiungi la panna montata e guarnisci con i frutti di bosco. Rispondi. •  Per quante persone bastano le quantità indicate? ........................................................................................................................... •  Quali frutti sono richiesti? ............................................................................................................................................................................................................ •  Quanto zucchero occorre per dare il senso del dolce? ........................................................................................................... •  Quanta panna montata occorre per guarnire la crema?

182

.......................................................................................................


LEGGERE E COMPRENDERE

IL CAMALEONTE In questo testo è inserito un paragrafo che non fa parte della storia. Trovalo e sottolinealo. Si racconta che, all’origine del mondo, dopo aver creato i fiumi e le foreste, i mari, le pianure e le montagne, il Creatore li popolò di ogni genere di animali. Disse: – Che ognuno scelga il luogo che preferisce! Quel pomeriggio stesso, tutti si presentarono nel salone della Biblioteca Comunale per ascoltare la conferenza sulle tartarughe marine tenuta dal famoso professor Salvo Sotutto. Certi pesci scelsero il mare, altri i fiumi, i laghi e gli stagni. Certi uccelli scelsero le foreste, altri i frutteti, altri ancora le pianure o le montagne. Ognuno, cioè, scelse la sua dimora. Rimase solo il camaleonte. – E tu? – gli chiese il Creatore. – Io – rispose il camaleonte – ho lo spirito nomade. Quello che mi piace è stare bene dappertutto! – Ebbene, se ci tieni tanto, sarà fatto! Da quel giorno il camaleonte assume la tinta prevalente della sua dimora: è color sabbia nel deserto, color verde tra il fogliame... Così è a casa sua in ogni luogo, con il privilegio di confondersi nell’ambiente che lo circonda. N. Khemir, L’alfabeto del deserto, MC

Rispondi. •  Quale animale è il protagonista del racconto? ......................................................................................................................................... •  Quando si svolge il racconto? ................................................................................................................................................................................................. •  Qual è il desiderio del camaleonte? ............................................................................................................................................................................ •  Come viene accontentato? ......................................................................................................................................................................................................... •  Di che cosa parla il paragrafo intruso? ...............................................................................................................................................

183


LEGGERE E COMPRENDERE

IL FANTASMA DI MEZZANOTTE Leggi e cancella la parola sbagliata. Alle undici, tutti andarono a dormire ballare . Alle undici e mezzo nel castello nel bar non c’era più una luce spenta accesa . Poco dopo, il signor Otis fu svegliato da un rumore silenzio di metallo nel corridoio, appena dietro la porta della sua camera. Si alzò, accese un fiammifero e guardò l’orologio il cielo . Era mezzanotte. Lo strano rumore continuava, accompagnato da un chiaro rumore di sassi passi . Il signor Otis infilò le pantofole cuffie , prese una bottiglietta e aprì la porta. Davanti a sé vide una figura dall’aspetto bello spaventoso : i suoi occhi sembravano carboni accesi; i capelli erano perfetti arruffati , lunghi e grigi; indossava un abito sporco e lacero; dai polsi e dalle caviglie pendevano catene arrugginite. – Mio caro signore... – disse il signor Otis – Vorrei dormire, perciò devo pregarla di dare un po’ d’olio di aceto alle sue catene. Proprio per questo le ho portato una bottiglietta scatoletta di lubrificante Tammany: ne basta qualche goccia. Lo lascio qui per lei... Così dicendo, il signor Otis posò la bottiglietta su un tavolino di marmo, chiuse la porta finestra e se ne tornò a letto al ballo , sperando di non essere più disturbato. O. Wilde, Il fantasma di Canterville, Editrice Piccoli

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Completa. • Dove si svolge la storia? ............................................................................... ...............................................................................

• A che ora? ...............................................................................

• Da chi è disturbato il signor Otis? ............................................................................... ...............................................................................

• Che cosa fa il signor Otis e perché? ............................................................................... ............................................................................... ............................................................................... ............................................................................... ............................................................................... ............................................................................... ............................................................................... ...............................................................................

ual è il fantasma del Q racconto? Indica con una X.


LEGGERE E COMPRENDERE

LA LUCCIOLA Le sequenze di questo testo sono in disordine. Leggile e mettile in ordine: numera da 1 a 6. – Da dove passo? – chiese la lucciola. – È così buio che non vedo la porta. – Di qua, di qua – fece il ragno. – Ma spicciati, cara. Ho una fame da lupo. La lucciola avanzò a tentoni, muovendo piano le ali. – Da oggi – esclamò quando fu al sicuro nella sua casa – la sera uscirò solo con la lanterna! E da allora, di sera, la lucciola va sempre in giro con un lumicino. La lucciola si preparò e, quando calò la sera, andò all’appuntamento. Entrò nel bosco scuro e raggiunse la siepe dove abitava il ragno. Tanto tempo fa, quando gli animali potevano parlare, un ragno invitò a cena una lucciola. Tutta spaventata, senza neppure dire OH, la lucciola fuggì via come il vento. Che fortuna che aveva avuto! Si era salvata! Ma che rischio aveva corso ad andare in giro come una mosca cieca! Ma ecco che accadde qualcosa di inaspettato: la luna spuntò improvvisamente da dietro una nuvola, illuminò la siepe e la lucciola vide la ragnatela che il ragno aveva preparato apposta per lei.

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LEGGERE E COMPRENDERE

LA TARTARUGA MATILDA Matilda è la mia tartaruga, anche se il padrone del negozio mi ha detto che il suo vero nome è testuggine greca. Può anche darsi che sia greca, comunque capisce benissimo l’italiano perché quando la chiamo lei arriva. Matilda è lunga ventisette centimetri e mezzo, misurati con il righello del mio astuccio dalla testa alla punta della coda; è tutta verde scuro con delle macchie gialle e nere sulla corazza. Una di queste macchie gialle ha la forma di un cono gelato, e allora io ho pensato che a lei il gelato deve piacere. E infatti le piace, le piace eccome! Tutte le volte che vado in giardino a mangiarmi un gelato in santa pace, dopo due minuti sento il DIN DIN del suo campanellino e, dopo altri due minuti, eccola lì che arriva. F. Bosco, Super Giovanni, Giunti Editore

Completa. • L’animale protagonista del testo è ......................................................................................................................................... • Il suo padrone l’ha chiamata .......................................................................................................................................................... • Secondo il negoziante il suo nome è ................................................................................................................................. • Matilda è lunga ................................................................................................................................................................................................. • A Matilda piace molto ............................................................................................................................................................................ • Matilda al collo porta

...........................................................................................................................................................................

Qual è Matilda? Indica con una

186

X.

.


LEGGERE E COMPRENDERE

LA CORNACCHIA LADRA Si rifugia sul tetto di una casa con un bottino di mille e 200 euro, la pensione di un’anziana signora. Autrice dell’impresa che ha messo in subbuglio una cittadina della provincia di Macerata è una grossa cornacchia di proprietà del fornaio del luogo. Ieri mattina è entrata nell’appartamento di un veterinario e dal ripiano di un comò ha “prelevato” una busta di plastica con la somma che la suocera aveva appena ritirato dall’ufficio postale. Poi è volata via e si è fermata sul tetto. Incurante della ressa che si era creata e dell’arrivo dei carabinieri, la ladruncola ha aperto la busta e ha cominciato a far cadere dall’alto i soldi.

Indica con una X. • Chi è la ladruncola? La vecchia signora. La suocera. La cornacchia. • Chi ha chiamato i carabinieri?

• Dove ha preso i soldi la ladruncola? All’ufficio postale. Sul comò. Sul tetto.

• Chi ha aperto la busta? I carabinieri. Il fornaio. La cornacchia.

• Di chi sono i soldi?

Non si sa.

Della signora.

Un fornaio.

Del veterinario.

Una signora.

Del fornaio.

li avvenimenti di questo racconto sono presentati G senza rispettare l’ordine cronologico. Racconta tu la storia seguendo la successione temporale degli eventi.

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LEGGERE E COMPRENDERE

C’È PER TUTTI IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA Sulla base delle informazioni fornite dal titolo, formula delle previsioni sul contenuto del testo. Rispondi. i che cosa parlerà il testo? ............................................................................................................................................................................. 1 D hi saranno i protagonisti? .................................................................................................................................................................................. 2 C

Leggi questo avviso e, sulla base delle informazioni che ti fornisce, verifica se le tue previsioni sono ancora valide. Il primo giorno di scuola tutti dovranno portare con sé:

1 un righello che indichi metri e mammumetri (1 mammumetro = 10 m); 2 una bottiglia d’ inchiostro grande; 3 una spazzola per il pelo, uno spazzolino da zanne e un tubetto di zannifricio; 4 dieci quaderni a righe per gli esercizi; 5 due paia di pattini da ghiaccio per l’ora di ginnastica; 6 uno strumento musicale. Gli iscritti al primo anno dovranno trovarsi sulla scalinata della scuola alle ore 9. Firmato Maestro Muso de Grugnis

• Verifica della risposta 1

......................................................................................................................................................................

• Verifica della risposta 2

......................................................................................................................................................................

Hai modificato qualche risposta? Quale? Perché? ................................................................................................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................

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LEGGERE E COMPRENDERE ANCHE I MAMMUT ANDAVANO A SCUOLA Ora leggi il testo completo. Oscar era un mammut lanuginoso e Arabella era proprio come lui. Tutti e due vivevano tanto tempo fa, nell’Era Glaciale. Passavano il tempo giocando in mezzo alla neve, esplorando le caverne, costruendo sculture di ghiaccio. Ma anche nella vita di un mammut arriva il momento in cui bisogna andare a scuola. Un giorno, una lettera VIP – Veramente Immensa e Pachidermica – fu recapitata a Oscar e ad Arabella. Il primo giorno di scuola tutti dovranno portare con sé:

1 un righello che indichi metri e mammumetri (1 mammumetro = 10 m); 2 una bottiglia d’ inchiostro grande; 3 u na spazzola per il pelo, uno spazzolino da zanne e un tubetto di zannifricio; 4 dieci quaderni a righe per gli esercizi; 5 due paia di pattini da ghiaccio per l’ora di ginnastica; 6 uno strumento musicale. Gli iscritti al primo anno dovranno trovarsi sulla scalinata della scuola alle ore 9. Firmato Maestro Muso de Grugnis

Arabella mise la lettera nel suo zaino; Oscar se la mise sotto il berretto, poi riprese a giocare, perché lui non moriva certo dalla voglia di andare a scuola. N. Layton, La scuola dei mammut, Einaudi Ragazzi

Indica con una X. • I protagonisti del testo sono: • L’azione si svolge durante:

due bambini. l’era glaciale.

due mammut. l’era moderna.

• Una lettera avvisa i protagonisti che devono andare:

a scuola.

a pattinare.

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LEGGERE E COMPRENDERE

L’AUTOLAVAGGIO Un anno, in Africa, le piogge erano state così scarse, ma così scarse, che tutti gli animali soffrivano per la mancanza di acqua. Un giorno un elefantino intraprendente si avvicinò alla città degli uomini. Si chiamava Rik e aveva sei anni. A un tratto, camminando vicino alla strada asfaltata, sentì uno scroscio d’acqua. Rik si avvicinò e vide l’acqua: era in una grotta di vetro bassa e lunga come tre elefanti in fila, e pioveva da tutti i lati addosso a un’automobile degli uomini. Era il tunnel di un autolavaggio automatico, ma Rik non poteva saperlo. L’elefantino pensò solo che quella macchina se la godeva un mondo e, senza stare troppo a pensarci su, entrò anche lui nella grotta di vetro. Subito, potenti getti d’acqua lo investirono facendogli il solletico dietro alle orecchie. L’elefantino barrì, tutto contento. Poi, delle spazzole che ruotavano lo massaggiarono ben bene, mente gli arrivavano getti di sapone sulla schiena. Alla fine del tunnel c’era un soffio d’aria, quello che serve per asciugare le automobili. Rik, che bagnato stava benissimo, lo attraversò di corsa e uscì dalla grotta meravigliosa. Gli uomini dell’autolavaggio, a quel punto, sobbalzarono dalla sorpresa, poi si misero a ridere. Il giorno dopo però nessuno rideva più: c’erano una trentina di elefanti grandi e grossi che volevano entrare nella grotta di vetro per fare il bagno! G. Sgardoli, Una città di storie, Einaudi Ragazzi

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LEGGERE E COMPRENDERE Rispondi. •  Chi è il protagonista del racconto? ................................................................................................................................................................................ •  Dove si svolge la vicenda? .............................................................................................................................................................................................................. •  Quale problema viene descritto all’inizio del racconto? ........................................................................................................ •  Dove va il protagonista a cercare l’acqua? ........................................................................................................................................................ Indica con una X. •   L’elefantino trova l’acqua:

in una grotta.

in un autolavaggio.

in una cisterna.

•  Rik pensa che “quella macchina se la godeva un mondo”. Significa che: quella macchina aveva fatto il giro del mondo. quella macchina si divertiva tantissimo. quella macchina era completamente bagnata. •  Alla fine del tunnel l’elefantino evita il soffio d’aria perché: gli piace sentirsi bagnato. ha paura di prendere il raffreddore. è tardi e vuole tornare a casa. •  Secondo te, Rik, una volta a casa: non dice niente a nessuno. racconta agli elefanti che in città non c’è acqua. racconta la sua bella esperienza agli altri elefanti. •  Il giorno dopo, gli uomini non ridono più perché: hanno paura degli elefanti. la situazione non è gestibile. sanno che devono lavorare molto. Per ogni affermazione, indica V (vero) o F (falso). • Gli animali soffrono per la mancanza d’acqua. • Rik era un elefantino molto intraprendente. • L’autolavaggio era chiuso per mancanza d’acqua. • L’elefantino entra nel tunnel dell’autolavaggio. • I getti d’acqua gli danno fastidio alle orecchie. • Rik, tutto bagnato, si sentiva molto a disagio.

V V V V V V

F F F F F F

191


LEGGERE E COMPRENDERE

I SUONI DELL’ESTATE Il sole, la mattina, si alza presto per fare un alto, lungo, gran lavoro: un manico di luce sopra il cesto pieno di frutti rossi e cose d’oro. La terra frigge in un suono di cicale: vicino al bar aperto di ogni fiore, ciascuno col suo nettare speciale, l’ape spegne il ronzio del suo motore. Il mare parte e torna senza fretta, in un quieto sciacquio, sempre quello, ma attento, con le mani e la paletta, il piccolo rinforza il suo castello. R. Piumini

In questa poesia, quali azioni proprie di una persona compiono i seguenti elementi? • Il sole: ................................................................................................................................................................................................................................... • La terra: .............................................................................................................................................................................................................................. • Il mare: ............................................................................................................................................................................................................................... Rispondi. • Secondo te, quando l’ape spegne il ronzio del suo motore? ..........................................................................................................................................................................................................................

• Secondo te, chi sta facendo un castello di sabbia? ..........................................................................................................................................................................................................................

Ora prova tu a scrivere i suoni che senti durante una giornata d’estate. ...................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................

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Classe 1ª Classe 2ª

• Letture • Riflessione linguistica e scrittura • Matematica • Storia • Geografia • Scienze • Quaderno delle verifiche • Libro digitale

C lasse 3ª

• Letture • Riflessione linguistica e scrittura • Matematica e Scienze • Storia e Geografia • Libro digitale

e la classe

Per l,insegnante

• Metodo con pagine di scrittura • Letture • Matematica con pagine laboratorio • Storia • Geografia • Scienze • Quaderno delle verifiche • Alfabetiere individuale • Libro digitale

•  Guide al testo con progettazione didattica per competenze e schede didattiche integrative • Alfabetiere murale sillabico e cartelloni •  Percorsi facilitati DSA-BES classe 1ª, 2ª e 3ª (a richiesta) • Libro digitale o DVD (a richiesta)

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