Nuvola 1 - Libro delle storie

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Metodo • p. 27

Vocali

OLA VOLA SU UN OLMO Fai ascoltare oppure leggi dando risalto alle parole evidenziate. Oca Ola abitava con le sue amiche sulle rive del laghetto. Ola era diversa dalle altre oche, non se ne stava tutto il giorno sulla riva a fare quattro passetti a destra e quattro a sinistra. Lei voleva esplorare il bosco. Così, una mattina si era avventurata tra gli alberi e aveva visto un animale grosso grosso, peloso peloso che si era fermato a grattarsi la schiena contro un albero. Tornò al laghetto. – Amiche mie, che avventura! Laggiù vive un mostro! L’ho visto con i miei occhi: è enorme, peloso e cattivissimo! Or tensia, l’o ca più pettegola, aveva cominciato a prenderla in giro: – Già, l’hai visto con i tuoi occhi! Che cosa vuoi vedere con quegli occhiali che por ti sul becco! Una talpa ci vede meglio di te! Stai inventando tutto per far ti bella! – Io por to gli occhiali per vederci bene! Se vi dico che c’è un mostro, c’è un mostro! Il mattino seguente Ola era ritornata nel bosco e, puntuale come un orologio, era arrivato anche il mostro. – Ops! Quell’e norme ammasso di peli si sta avvicinando! Ops, che cosa faccio? Ola si sentì in pericolo; prese il volo e salì sul ramo di un albero. Improvvisamente sentì una voce: – Olà! Che ci fai qui, Ola? – Ops! Chi parla? – Come chi parla? Sono io, Olmo, l’albero più bello di questo bosco! – Olmo, sei un olmo? Sei davvero un albero robusto, tra i tuoi rami mi sento sicura! Quassù il mostro non mi fa più paura! Ola si sporse per guardare l’ammasso peloso e… i suoi occhiali caddero a terra. – Ops! I miei occhiali! Come farò adesso? Povera me! Dal basso salì un vocione: – Chi ha perso questi occhiali? Olmo, sono tuoi? – No! Sono di Ola, la mia amica oca! Dai, Ola, scendi! Orazio ha trovato i tuoi occhiali! – Orazio? Chi è? – Chi sono? Ma non ci vedi? Ah! Cer to, scusa! Non hai gli occhiali! Sono un orso, anzi sono l’o rso di questo bosco. Vieni, io non posso salire: sai, non sono un atleta! Ola non voleva ammetterlo, ma aveva paura: – Ops! Senza occhiali non riesco a vedere dove metto le zampe e non riesco a volare tra i rami. – Guarda, ti posso aiutare, ti lancio il mio ombrello. Ola chiese incuriosita: – Che cosa te ne fai di un ombrello, nel bosco? – È l’o mbrello che usavo quando stavo nel circo e camminavo in equilibrio sul filo per diver tire grandi e piccini! Dai! Attenta! Arriva il tuo paracadute! Afferralo, aprilo e ti por terà a terra dolcemente! Ola afferrò l’o mbrello e fece un saltino. Cominciò a scendere dondolando. – Ops! Che meraviglia! Ops, sono sull’altalena! Quando giunse a terra, Orazio le rimise a posto le piume. – Ops, Orazio, non sei così mostruoso. Vieni! Ti presento alle mie amiche. Ola tornò verso il laghetto: – Questo è il mostro, ma non è un mostro. È un vero amico! Ho sbagliato a giudicare dalle apparenze! Le oche rimasero a bocca aper ta: – Ops, hai ragione! Ha uno sguardo buono! Ops, abbiamo un amico in più!

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